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♰ Curtis Hanson ♰


NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • Blair Witch

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E insomma tutti svegli eh? Svegli per comprare i poster del CHICKNEBROCCOLISCOPE? Questo? O questo? O questo? E ve ne aspettano altri 11! Liberate quei muri! Costruitene altri!
Insomma se proprio non servono valemelarooptonina o botte in testa, allora vi facciamo compagnia io e la strega bacheca di Blair con la nuova puntata notturna di Notte Broccol (che tradotto vuol dire recensioni notturne scritte ovviamente durante il giorno perché io mi addormento alle 21, se voglio fare la notte brava 21 e un quarto).
Infatti solo perché era alle 18, sono andato all'anteprima di
Blair Witch
Trama: Toni Blair

Riassunto delle witch precedenti. Quando è uscito il primo Blair Witch Project nessuno si aspettava nulla. 
Noi non ci aspettavamo l’invenzione (ok, non proprio l’invenzione, ma di certo il primo utilizzo per un horror) di Telecamerina, quella tecnica che consiste di prendere una telecamera possibilmente mezza scrausa, farci un film e poi specciarlo tutto come se fosse il contenuto di un VHS ritrovato sotto una cacca di cane (il termine esatto è found footage)
e, soprattutto, spendere 1 per (inaspettatamente o meno) guadagnare 1000.
Non se l’aspettavano loro, quei due matti che - dice la leggenda cinematografica che va oltre alla leggenda raccontata nel film - hanno preso tre amici, li hanno fatti andare in un bosco con uno straccio di sceneggiatura, le telecamere e, senza dirgli cosa avrebbero dovuto fronteggiare per alcune notti, gli hanno fatto prendere dei coccoloni mettendogli gli stecchetti appesi agli alberi e facendo BU fuori dalla tenda. Sai, è come quando ti dicono che in certi film hanno fatto sesso vero. Ecco, si dice che nel primo Blair Witch la metà degli spaventi erano veri veramente.
I tre sono spariti dalle scene. Forse stanno ancora in analisi dalla paura 

Non se l’aspettavano i produttori di fare fantamiglioni con un film girato in una settimana e costato meno di un metro quadrato di polistirolo da Vertecchi.
Però, non si sa perché, Blair Witch non diede vita a quello che ora noi conosciamo come moda trita e ritrita di Telecamerina. 
Ci volle invece Paranormal Activity a far scoppiare la moda e a far diventare praticamente la metà degli horror prodotti nell’ultimo decennio Telecamerina. E non solo horror, abbiamo avuto fantascienza e supereroi, persino un cartone animato abbiamo avuto.
Certo, non è tutta merda quella uscita in Telecamerina (al volo mi vengono in mente REC, Trollhunter, Chronicle, V/H/S), ma sicuramente c’è più roba brutta che bella (come il cinema tutto, peraltro, l’equazione è sempre la stessa sia particolare che generale). Il problema di Telecamerina è che quando è brutta, è brutta per davvero. 
È pure vero che se spendi così poco e guadagni così tanto, è logico il proliferare di questa tecnica. 
Sta di fatto che torna al cinema Blair Witch. In questo periodo in cui se non sei un remake, uno spinoff, un reboot, allora non sei nessuno, è logico che un mito del passato anche se telecamerinoso si riaffacci sul mercato.
Che poi i furbi del marketing hanno anche tentato di creare l’effetto sorpresa non dicendo fino alla fine che era il seguito di Blair Witch chiamandolo The Woods fino alla prima anteprima pubblica. 
E stanno anche cercando disperatamente di lasciare nell’oblio quello SCHIFO del vero Blair Witch 2, non scordiamocelo!

Un film che io vidi al cinema, e ancora ricordo per la bruttezza. E non era manco Telecamerina. 
La storia di questo numero TRE è proprio quella che vi aspettate: colui che all’epoca era il fratellino piccolo di Paola Cortellesi

no, scusate, della protagonista quella col mocciolo facile

ora è cresciuto e va a cercare la sorella nello stesso bosco con un gruppo di amici. Ottima idea.
Al posto di una telecamerina scrausa il gruppo si equipaggia con supertelecamerine digitali attaccate alle orecchie, droni per riprese aeree, GPS, walkie talkie, ma dimentica a casa l'intelligenza.
Risultato? Ma che volete che gliene freghi alla strega di Blair dei prodigi tecnologici, quella se ne frega e inizia a farli fuori tutti.
C’è un problema ENORME in questo seguito, e non il film in sé, è piuttosto la “legacy” che si porta dietro e i centinaia di epigoni che l'originale (e Paranormal Activity) hanno creato, che hanno annacquato e diluito questo brodo horror a Telecamerina facendolo diventare ripetitivo come se avessero spinto il pulsante II PAUSE.
Blair Witch è vittima di sé stesso, si potrebbe dire. Quasi che avrebbero fatto meglio a lasciare il titolo The Woods e via, un altro Telecamerina qualunque ma almeno non schiacciato dal ricordo del primo, che era così
ed è stato "rinnovato" così:
Che poi l'originale è stato anche il primo film ad aver utilizzato internet bene. Ah, che bello un tempo che era internet, non c’erano i social e i cineblog di cinema, era il tempo in cui una coppia di matti si metteva a girare delle finte interviste a gente che parlava della leggenda della strega di Blair, si prendeva la briga di fare dei finti avvisi di gente scomparsa e attaccarli in giro
e caricava tutto su un sito a cui la gente ha abboccato come pesci lessi. Insomma un progetto che allargava il concetto di found footage grazie a un battage promozionale che in confronto le robe virali che fa oggi JJ Abrams sono meno potenti di un volantino di un supermercato.
Incredibilmente il film che finalmente distruggerà la moda Telecamerina porta lo stesso nome di quello che diede inizio a tutto. C'è quasi un disegno affascinante se la vedi così.

• CHICKENBROCCOLISCOPE - IL TRENO PER IL DARJEELING by GIOVANNA GIULIANO •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cult.
Esposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di GIOVANNA GIULIANO dedicato a
IL TRENO PER IL DARJEELING
 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) • Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) spingendo questo pulsante PayPal:

• CHICKENBROCCOLISCOPE - GLI AMANTI DEL PONT NEUF by ELISA TALENTINO •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cult.
Esposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di ELISA TALENTINO dedicato a
GLI AMANTI DEL PONT NEUF
 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) spingendo questo pulsante PayPal:

• CHICKENBROCCOLISCOPE - BASTARDI SENZA GLORIA by MICHELE MARCONI •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cult.
Esposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di MICHELE MARCONI dedicato a
BASTARDI SENZA GLORIA
 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) spingendo questo pulsante PayPal:

DEFICENT DELL'ATTENZIONE - Demolition

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Benvenuti dentro una nuova rubrica che si chiama DEFICENT DELL'ATTENZIONE. Praticamente si tratta di recensioni che non ci metto più di dieci minuti a scriverle io e più di quattro minuti a leggerle voi. Esatto, sembra incredibile ma ci metto molti ma molti più minuti di dieci minuti per scrivere le mie recensioni, e quei 2 minuti sono diventati preziosissimi.
Questa è un'epoca in cui regna il deficit dell'attenzione, in cui non abbiamo tempo di leggere recensioni lunghe, in cui ci sembra sempre che il contenuto successivo sia più interessante di quello attuale, in cui difficilmente un discorso riesce a considerarsi veramente buona lettura.
Demolition
Trama: Demolition Man

Demolition è un film sull'elaborazione del lutto. 
A Jake Gyllénà°Lh§ muore la moglie. Non l'adorata moglie, non l'amata moglie, praticamente la sconosciuta moglie, più che altro, per sua stessa ammissione "la facile moglie" (dove facile vuole dire quelle volte che fai le cose non tanto perché ne sei convinto ma perché sono facili, non ti devi sbattere più di tanto).
Jake non piange, non ride, non sente nulla. Lei muore, lui torna in ufficio. Non perché si è liberato di un peso, ma neanche per reagire a un dolore enorme. Tanto da fare le prove di pianto al funerale
Non fosse che qualcuno gli dice una frase: "per ricostruire bisogna prima distruggere". 
Jake prende la cosa un po' troppo alla lettera e inizia a smontare troppo. Diventa una puntata vivente di Human Wrecking Balls.
Distruggere cose per scoprire come sono fatte dentro diventa la sua ragione di vita, si comincia col frigo di finisce con la casa, l'intento inconscio, ovviamente, è distruggersi per capirsi.
Ovviamente questo andamento o ti porta al suicidio (autodistruzione) o alla rinascita o a Naomi Watts nel suo solito ruolo di donna borderline che vive una vita un po' trista ma ha un gran cuore, questa volta alle prese con un figlio preadolescente (forse) gay 
e fichissimo (tieniamo a mente quell'attor giovine...).
Il rapporto con la donna, ma ancora di più col pischello, costringerà Jake a ridere di nuovo, o per la prima volta. Costringerà in senso letterale:
Il film è bello, non stupendo, soprattutto per un finale troppo buonista e "americano oddio non facciamolo finire iperdepresso che poi la gente inizia a distruggere l'America".
E soprattutto non scordiamo che Jake ha il suo pubblico femminile che non va deluso quindi facciamo la scena di lui che sbrocca e balla fichissimo in mezzo alla gente
Jake bello ma che balla, è bravo (molto meglio di quando si pompa, ma peggio di quando il film ha più sprint) , sta facendo le prove generali per l'oscar, prima o poi. Naomi col pilota automatico. Il regista - quello di Dallas Buyers Club - si perde sempre in un certo timore, inizia a esplorare i sentimenti (alla maniera di Inarritu per capirsi) e poi rovina un po' tutto tirando il freno a mano fermando la tragedia, che purtroppo di solito è più plausibile della rinascita.
Gif sorniona (ma anche un po' Deficent) di Jake per farvi passare altri 2 minuti su ChickenBroccoli.

• CHICKENBROCCOLISCOPE - AMERICAN BEAUTY by RINO LIONETTO •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cult.
Esposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di RINO LIONETTO dedicato a
AMERICAN BEAUTY
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

CB ANTEPRIMA • Cafè Society

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Giusto ieri inauguravo questa rubrica, DEFICENT DELL'ATTENZIONE, perché, a ritorno da Treviso - dove a proposito tutto è andato oltre le più verdi aspettative. No non sto ammiccando..
qualcuno mi ha detto che viviamo nel getto delle mie recensioni, cioè insomma che SCRIVO TROPPO?! IO!? IO SCRIVERE TROPPO?!
Voi siete pazzi. 
Cioè voi state dicendo che scrivo troppo? Non capisco il vostro punto di vista, è come dire che una cosa bellissima dura troppo. 
Allora. Mettiamo il caso che muori. Arriva coso, lì, Dio, e ti dice: «Adesso tu puoi fare la cosa che preferisci al mondo e la puoi fare per sempre senza che quella cosa ti stanchi mai. Esatto! Nessuna fregatura! Vuoi mangiare per sempre? Lo puoi fare, provando sempre lo stesso gusto e nessuna controindicazione di peso e salute. Vuoi vedere una partita di calcio infinita? Ecco Totti! Vuoi fare giardinaggio? Ecco il letame! Vuoi viaggiare in tutto il mondo per sempre? Ecco il biglietto! E attenzione, non ti stancherai, non ti pentirai, no fregatura, sarai felice di quella cosa per sempre. L'ho pensata bene eh? Sono Dio mica per caso a bello...»
Dai sarebbe bellissimo!
Voi direste mai che mangiare la vostra pasta preferita è troppo? Direste mai, che ne so, stare su un'amaca a dondolare su una spiaggia caraibica è troppo? Direste mai che baciare la persona che vi piace è troppo? 
Ecco, e allora come fate a dire che CB scrive troppo? Perché CB È il vostro sito preferito, no?
Ovviamente io chiederei di vedere film per sempre. 
Insomma scrivo troppo. E allora, per non affaticare le vostre stanche membra ho inaugurato DEFICENT DELL'ATTENZIONE, una rubrica che doveva essere molto veloce da scrivere e da leggere, mi sembrava un'ottima idea.
La prima reazione in assoluto che ho avuto è stata questa: 
"Dài questa recensione l'hai proprio tirata via."
E allora ditelo. Che volete farmi scapocciare. 
Per fortuna mi salva una delle prime regole del CB Club. Parlare solo del CB Club, ma facendo finta che non ci sia nessuno ad ascoltarmi.
Soprattutto quelli che mi hanno invitato all'anteprima di:
Café Society
Trama: Hollywoody

Che Woody abbia la chiarissima intenzione di morire sul set di un suo film, è lampante (fa un film all'anno DAL 1978, e dice che lo ammette pure in più di un'intervista (ma le interviste le fa sul set? Perché se muore mentre sta dicendo "voglio morire sul seARJHH."TUMP. ...Signor Woody? Signor Allen? Presto prendi tutto e andiamo via, diremo che lo abbiamo lasciato addormentato...), e allora via di film in film, fino a quando lo troveranno steso e crederanno a uno scherzo.
Il film dell'anno di Allen è di quelli ambientati in una delle sue epoche preferite, gli anni 30. 
Dalle Radio Days alla Rosa purpurea del Cairo, da Pallottole su Broadway alle escursioni spaziotemporali di Midnight in Paris fino a quello di due anni fa, quando appaiono lustrini, macchine bombate, gagster con abiti inamidati, Woody rende sempre benissimo. Gli piace da matti e si vede, come li costruisce lui, gli anni 30, quasi nessuno (non ci è riuscito così bene neanche Lurhmann con Il Grande Gatsby con un budget che da solo Woody ci campava 10 anni di film).
Quindi tutta la parte scenografica e fotografica (se poi ti affiidi a Storaro, c'è poco da preoccuparsi, anche se per la prima volta in vita tua usi cineprese digitali, forse è il primo film che riesce ad essere "caldo" nonostatne la freddezza del digitale) è bella e bellissima.
Vestiti, pettinature, scene, locali, ville con piscine, studi cinematografici, che bello dev'essere stato vivere la Golden Age hollywoodiana.
Purtroppo quella che viviamo noi è la Grey Age Allewoodyana, perché ormai l'altalena non è più tra film belli oppure meno belli, ma tra film  "salvabili" e film "insomma". 
Come dicevo anni fa, è praticamente impossibile per Woody fare un film propriamente brutto (Non ho visto quello a Roma...), ma certo i fasti di tanti anni fa sono ampiamente superati.
Cafè Society è un film che arranca, che non trova facilmente un legame tra una scena e l'altra, che racconta un ventaglio temporale troppo ampio - si parla di anni, minimo 4, ma potrebbero essere 10 - ma non ti fa mai veramente capire di che momento nella vita dei proganisti stiamo parlando. Dà troppe volte per scontato l'assunto "e dopo tanto tempo le persone sono cambiate", mentre non sembrano molto cambiate sullo schermo. Il montaggio sembra costantemente in difficoltà, come gli fossero mancati dei pezzi.
E poi questa società dei cafè non è mai veramente una parte integrante del film, i protagonisti ci si muovono dentro e sono vestiti come si addice all'epoca, ma non la "vivono" mai veramente, e quindi non la trasmettono allo spettatore. 
Non c'è la magia di proiettarsi lì con loro. Mai.
Anzi i protagonisti si muovono tutti un po' spaesati e, incredibilmente, la vera catalizzatrice di attenzione è la biondissima Blake Lively, una che fino a uno squalo fa non sapevo neanche chi fosse (mai interessate le bionde, come tutte more e le rosse e le more che diventano rosse di Hollywood sanno già) che mangia in testa (non solo per l'altezza ma per la vispa vitalità) a quella scrocchiazeppi un po' burinella di Kristen Stewart

Insomma un Woody minore in un decennio minore.
Comunque questa cosa di voler continuare a lavorare fino a schiattare la condivido tantissimo. Voglio farlo anche io. Ve lo immaginate il giorno in cui entrate qui e iniziate a leggere una recensione che finiscAARHGGF!
TUMP.






No, sono scivolato, tutto a posto.
Comunque alla fine dell'anteprima mi è successa una cosa bellissima che mi ha proiettato nella mia personale Café Society. Ero lì appoggiato alla mia Vespa con fare annitrentesco, quando una signora mi approccia e mi fa:
- Scusi ma lei sa se viene?
- Viene? Ma chi signora?
- Woody!
- Woody Allen?
- Sì... sa se viene dopo?
- Ma guardi. Non mi ha chiamato questa volta. Lui non chiama mai...
- Ah. Ma perché lei non è del giro?
(Le gif che ho usato in questa recensione - lunga abbastanza? corta il giusto? - sono state attentamente scelte per rappresentare solo attori che non hanno MAI lavorato con Woody, che è tipo il gioco più difficile del mondo. Provate voi a trovarne altri.)

• CHICKENBROCCOLISCOPE - CLERKS. COMMESSI by IRENE RINALDI •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di IRENE RINALDI dedicato a
CLERKS - COMMESSI
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

• CHICKENBROCCOLISCOPE - NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE by ISOÌ •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di ISOÌ dedicato a
NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

CB ANTEPRIMA • Liberami

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Quella di Liberami sarà una recensione molto personale, di quelle volte che sembro più parlare dei fatti miei che del film.
Ma, dopo le mani avanti, facciamo un passo indietro.
La domanda e la perplessità con cui vi avevo lasciato l'altro ieri, quel quesito folle che faceva più o meno così: "tu non sei del giro?", mi ha dato da pensare. 
No, posso ben dire che non sono del giro, già non mi sento particolarmente inserito in nessun giro, quello cinematografico poi, proprio per nulla. 
Forse sono del giro della presa in, ma di "gente di cinema" ne frequento poca.
A volte succede che amici - quelli che puoi definire amici, che conosci personalmente, magari ci hai collaborato, insomma che ok non avete fatto mille vacanze insieme, ma non è la gente di facebook che insomma, lì si broccola più che altro - fanno un film.
È successo con LRNZ e LRNZ (sì, lo so, ditelo a loro che esistono anche le vocali), oppure magari conosci qualcuno che ha fatto gli storyboard di quel film, o di quell'altro. Ma insomma, del giro non ci sei.
E poi arriva Liberami.
Questa volta è successa una di quelle cose che esulano da tutto, da giri, da amicizie, da tutto. Succede che un amico, quelli veri, vince il Festival di Venezia, quello vero.
Zvetkov lo avete conosciuto anche voi. Lo avete letto, o almeno avete provato a farlo, qui e qui, qui e qui.
Poi è sparito, perché, a suo dire, stava facendo un film.
Immaginatevi la scena. 
Ci siamo io che conosco Andrea Sanguigni (il suo vero nome, anche se è vero pure Zvetkov) da 15 anni e lui che conosce me da altrettanti (non è così scontato se ci pensi).
Abbiamo lavorato insieme a progetti che esistevano prima di ChickenBroccoli, o anche durante. Abbiamo parlato tanto (è forse la persona con cui ho parlato di più? Mia madre esclusa a priori visto che tanto parla solo lei quando ci vediamo e io mi limito ad annuire e fare "m.mh." per far vedere che sto attento.). È una di quelle persone che quando le senti parlare, quando vi scrivete, anche fosse un messaggio su whatsapp, ti dà la precisa idea del perché l'italiano è una lingua bellissima, e ti fa venire il dubbio che tu sei un po' analfabeta.
Poi un giorno Andrea si ritira in Sicilia. Non ci sentiamo per molto tempo. Io colpevole, lui colpevole, tutti colpevoli.
A un certo punto, qualche settimana fa, mi arriva un messaggio che mi dice che sono uno stronzo. Io dico "aaah. eccone un'altra". Poi no, era lui. Il messaggio continuava con l'annunciazione della partecipazione a Venezia, nella sezione Nuovi Orizzonti, del documentario da lui sceneggiato (e come operatore in parte girato) sugli esorcismi, girato da Federica Di Giacomo. 
Io, col mio solito aplomb rispondo: ma stronzo ce sar Bravo. Senza nessun filtro. Bravo
Quel documentaio era, ed è:
Liberami
Trama: Mizziga al diavoletto

Liberami racconta l'opera (pia?) di Padre Cataldo (e di altri sacerdoti), un esorcista siciliano che catalizza intorno a sé "posseduti" di ogni genere. C'è la donna che pian piano pare tarantolata e finisce all'angolo della chiesa urlante mentre il prete la bagna con acqua santa, c'è la ragazzina timida che piano piano strabuzza gli occhi e iniza a sbavare urlando cose ignominiose all'indirizzo del padre, c'è il ragazzo pieno di piercing e tatuaggi che giustifica i continui scatti di rabbia come il tentativo del demone che lo possiede di uscire dal suo corpo.

La domanda che lo spettatore si fa, e se lo sono fatti anche regista e sceneggiatore, sin da minuto 1 è una e una soltanto: questi sono matti?
Ma la risposta, che a minuto 1 è formata dalle stesse parole della domanda ma senza punto interrogativo, diventa via via sempre meno sicura. 
Sono davvero matti? Schizofrenici? Esauriti? Sono alla ricerca di un'attenzione che probabilmente non hanno mai ricevuto in vita loro? O magari proprio perché ne hanno ricevute di ignobili cercano di, come dire, distogliere l'attenzione? Oppure. Oppure?
Ma attenzione, non esiste, in Liberami, il tentativo di assecondare la via della possessione, che viene continuamente stemperata con degli sprazzi di ironia (involontaria o meno) di esplosiva ilarità - ci sono momenti in cui si ride, davvero, senza filtri, anche se l'humus del documentario è prettamente inquietante, e un po' penoso - e neanche però di negarlo in assoluto. 

Non sono ferventi cristiani che cercano di canonizzare gli spettatori, gli autori, ma neanche darwiniani convinti che vogliono smascherare gli impostori.
Sono documentaristi, e Liberami è un esempio perfetto di documentario: ci racconta, senza dare una chiara definizione di quello che vede, la realtà. Se c'è una cosa che proprio non si può afferrare, è la definizione di realtà. E il peggior documentarista che esiste è quello che dice allo spettatore: la realtà è così.
Un gran lavoro di montaggio, un ancora più grande lavoro in loco (le messe con annessi esorcismi di gruppo ci sono tre volte a settimana, se il demoniaccio entra lunedi, magari per venerdì l'hai debellato, dài), e soprattutto la sensazione che esiste, ora e qui, un certo paradossale, a volte tragico e altre spassoso, moderno medioevo, in cui i "posseduti" prima rantolano e sbraitano in chiesa, poi prendono la macchina e vanno a mangiare le arancine. Il diavolo fa le pentole e pure i coperti.


Forse c'è una risposta che sta nel mezzo tra la possessione demoniaca e la malattia mentale, e Liberami si pone proprio lì in mezzo, senza pena né supponenza, senza superiorità atea né misticismo martire, sta lì e ti apre una finestra su qualcosa che non avevi mai pensato esistesse davvero al di fuori di Hollywood e dei suoi famosi esorcismi.
Il risultato più gravoso che Liberami ti appiccica addosso è però una sensazione che poi ti "possiede" una volta uscito dalla sala, in Vespa verso casa, sul letto mentre fissi il soffitto, nei sogni quando dormi, ti istilla un dubbio che, è il caso di dirlo, serpeggia: questo documentario non ti fa credere in Dio, ma di certo ti fa credere un po' di più nel Diavolo.
Volevamo organizzare un'intervista con Andrea, ma io ero troppo impegnato per dare un po' di tempo a un vincitore di Leone a Venezia, quindi mi sono fatto mandare alcune foto, che vedrete solo qui, scattate durante le riprese - molto lunghe, di quella lungaggine che ti fa pensare di gettare la spugna più e più volte, e anche qui un grande plauso per non averlo fatto, in cinque anni di lavorazione -  e che non vedrete in nessun altro sito. Nel giro le chiamano esclusive:

Liberami è uscito ieri. Dovete, dobbiamo, andarlo a vedere, per far continuare la sua corsa nelle sale, e poi, chissà... 
Non mi aspetto meno di un messaggio che reciterà "Sei sempre lo stesso stronzo. Sto partendo per Los Angeles." 

• CHICKENBROCCOLISCOPE - HARRY POTTER SAGA by NICOZ •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di NICOZ dedicato alla saga di
HARRY POTTER
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

Biond Laden

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Whiskeyt Tango Foxtrot
Trama: War Typical Film

Negli ultimi giorni mi frulla in testa una domanda ed è questa: avranno ragione quelli che dicono che se vuoi tantissimo qualcosa, ma proprio la vuoi tantissimo, l'unica cosa che devi fare è stare fermo immobile perché verrà da te? ma stanno facendo solo film brutti in generale o sono io che vedo solo film brutti per il timore di non avere il giusto tempo per fare delle recensioni adeguate al film bello e quindi mi rifugio nelle merdate annunciate così posso svangarla con due gif, qualche battutina, una frase cancellata che ovviamente riguarda tutt'altro e il cucuzzaro tipico di CB?
Vedi? C'è chi si fa domande esistenziali profondissime, c'è chi trova il nirvana non chiedendosi mai niente e agendo solamente, c'è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma, e poi c'è CB, che vede film di merda tutto il giorno. Evvabbéddai.
Forse però ultimamente sto esagerando. 
Avrei pletore di film belli - che so già che sono belli - da vedere (non ho ancora visto Mommy e quello ha già fatto in tempo a fare un altro film, per dire), eppure finisco lo stesso a vedermi film che già so non mi accontenteranno, magari con protagonista Tina Fey, attrice che già so che non mi piace (mi è mai piaciuta Tina Fey? No e poi no.). E oltrettutto film con una storia che già so che sarà a metà strada tra quella serietà soldatesca tipica dell'America contemporanea che un po' si pente di tutti i fattacci dell'Afghanistan, come con il Vietnam ma più veloce, quella volta ci hanno messo dieci anni a iniziare a fare i film "forse ci siamo sbagliati", ora sono bastati 3, 4 anni, infatti già sa di vecchia come ambientazione.
Insomma perché mi metto coscientemente nella situazione di "perdere tempo"?
Eppure 7 anni (!) di CB avrebbero dovuto insegnarmi quantomeno a scegliere meglio i film... oppure aspetta, non è che vedere tanti film brutti mi ha creato dipendenza? Interrogarsi, dopo aver visto quel film brutto magari.
Sì, è brutto WTF (a. a. a. che ridere l'acronimo.) perché vuole per forza buttare fuoco comico sulle parti tragiche (i morti, le mine, i droni, la guerra) con la parte comedy, che però è ripetitiva fino alla nausa con tutte le mossette di Tina Fey quarantenne disperata in cerca dell'amore ma anche dell'affermazione professionale ma comunque donna forte e vigorosa, il suo solito personaggio insomma, e non fa ridere mai, non è caustico per davvero anche se finge di esserlo, non è Four Lions, per capirsi.
E poi c'è la prima donna afgana che prende la patente e fa il parcheggio e...


...ok un po' fa ridere perché è vero. Ma solo questa scena.
Intorno alla Fey si muovono tutta una serie di attori che presi altrove amo molto, da Alfred Molina a Billy Bob Thorton (ehy, io ci credo ancora) e soprattutto Martin Freeman, che per me è sempre perfetto come uomo medio (magari un po' assassino), come aiutante di Sherly, al limite come hobbit (l'unica cosa che ho sempre salvato della trilogia hobbittiana), ma ecco, sceglierlo per fare il playboy un po' sboccato e piacone, non ci siamo proprio. Vederlo fare questo
stona proprio con l'idea che ho di lui. 
La presenza assolutamente accessoria di Margot Robbie (ma quanto ha lavorato quest'anno Margot? Questo, e questo, e questo. Voglio dire, lungi da me dire che è brutto ritrovarsela davanti, ma non è che se io sto qui immobile lei deve venirmi davanti in ogni film, non era lei quella cosa che intendevo.) è la tipica mossa per convincere i maschi a vedere il film e poi riempire le loro recensioni di gif
troppo facile signori, troppo facile.
Il finale buonista degno di un video di un candidato alle presidenziali ti fa venire voglia di farti esplodere.
Io intanto me ne sto qui e aspetto che arrivi. Un bel film.

• CHICKENBROCCOLISCOPE - GHOSTBUSTERS by LE VANVERE •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster delle VANVERE dedicato a
GHOSTBUSTERS 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

DEFICENT DELL'ATTENZIONE • Elvis & Nixon

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E quindi questa rubrica - in cui io mi metto in modalità deficente e scrivo una recensione "tirata via" e voi potete fare lo stesso e tirare via la lettura - non vi piace, perché certo, da un giorno all'altro avete tutti trovato ore e ore e ore per leggere anche la più piccola virgola, tipo questa , di ogni sito che internet mette in piedi ogni ora. Certo certo.
Eppure non dicevate così quando, l'ho sentito con le mie orecchie, mi consigliavate di SCRIVI MENO! TU SCRIVI TROPPO!
Le sento risuonare nella testa come in quei film dove il protagonista sente risuonare nella testa le parole che gli hanno detto poco prima e lui le sente risuonare, nella testa, con tanto di faccia di chi glie l'ha detto luciferina in trasparenza che gli appare accanto SCRIVUIII TRUUUOPPOOO AHAHAHA!
Vi piace quando faccio il passivo/aggressivo? Faccio tutto il bullo e poi basta qualcuno che mette in dubbio il mio lavoro (che poi... lavoro... non ho ancora visto nessun elicottero nel vialetto della mia villa con piscina... se non puoi comprarti un elicottero non può dirsi lavoro, secondo gli standard della convenzione di Ginevra. Certo Ginevra, chissà se ho ancora il numero...) e ci vado in puzza.
Ma il deodorante che uso quando vado in puzza è continuare imperterrito a fare quello che devo fare. Tipo questa nuova rubrica. Vi ricordate le rubriche? Che belle, bello anche il fatto che quando spariscono, perché tanto spariscono, spariscono tutte, poi non se le ricorda più nessuno! Tipo c'era quella... STORIA VERA, era perfetta per questo film... e poi? Di che stavamo parlando? ECCO! Vedi, ci scordiamo tutto, siamo distratti, nessuno che segua più un filo logico e che riesca a mettere soggetto, verbo, complemento oggetto, magari un moto a luogo to', in fila. Uno inizia un discorso serio e finisce tutto che basta che ti giri e non ti buona lettura.
Elvis & Nixon
Trama: Tutti i frutti del presidente

È incredibile come l'interesse per la storia vera da cui è stato tratto questo film si esaurisca nel momento stesso in cui leggi il titolo.
Elvis & Nixon. 
Fine, storia fatta, interesse svanito.
Elvis, the pelvis in Memphis, the King, una volta ha incontrato Richard Nixon, il presidente più stronzo che America ricordi. Ci sono anche le foto:
Fine. Poteva essere una di quelle cose dette a cena "Oh ma lo sai che una volta Elvis ha incotrato Nixon?!""Maddài!""Sì. Poi ieri mi si è otturato lo scarico del bagno e guarda un macello.""Madonna questa cosa degli scarichi che si otturano... un macello vero."
Davvero, fare un film su questo incontro è proprio raschiare il fondo del barile delle storie vere. Finché la volta scorsa, quando hanno fatto il film su Nixon intervistato da Frost, almeno lì c'era un incontro che aveva tirato fuori il lato umano di Nixon, era quantomeno interessante, e poi c'era una sceneggiatura bomba e attori in palla, c'era un approccio serio, in questo tutto si riduce un po' un baraccone in cui non crede nessuno, fatto solo per far mascherare Michael Shannon da Elvis, che comunque mi pare un po' forzato
Sicuramente era meglio Bruce:
e far fare l'ennesima versione di Nixon a qualche attore famoso, in questo caso il nostro adorato Kevin Spacey.
Per il resto non succede nullissima di interessante se non l'incontro stesso (il titolo appunto). Praticamente un giorno Elvis era nella sua Graceland e decide di porre un freno a tutti questi giovani che protestano per cose inutili come la giustizia sociale, gli eguali diritti, una società più vivibile, un mondo migliore, e quindi scrive a Nixon che lo vuole incontrare e che vuole diventare un agente segreto. Anzi la lettera gliela porta proprio diretto alla casa bianca.
- DILIN DILON Sono Elvis, the pelvis, in the Memphis, ho una missiva per il presidente, mi aprite?
I consigliori di Nixon intravedono un'occasione per aumentare la popolarità del presidente e organizzano l'incontro.
I due si incontrano, scattano le foto, parlottano di comunisti, dei Beatles, del decadimento dei giovani risorsa inutile al Paese a meno che non devi mandarli a sparare ai Vietcong, fine.
Non succede null'altro (e peraltro quello che davvero si sono detti nella sala ovale è del tutto campato in aria, visto che non è mica stato dattiloscritto).
Fine del film che certa di affastellare altre storie parallele, che suonano solo di riempitivo.
Peraltro, nonostante Kevin in versione Nixon faccia sorridere, non mette per nulla timore, non il timore che dovrebbe portarsi dietro quel personaggio dopo le bastardate che ha fatto; siamo più dalle parti di quando Kevin fa il gigione, tipo che era più pauroso quando ha fatto il Dottor Male
Sicuramente mette più inquietudine con uno qualunque degli sguardi che lancia in House of Cards. 
È anche vero che esiste un unico e terrorizzante Nixon nel mondo dell'intrattenimento cinetelevisivo:
Non te la prendere Kevin, ti amiamo sempre, contento?
Stiamo veramente iniziando a fare film su incontri assurdi tra personaggi? Allora voglio un film sulla storia di questa foto:

• CHICKENBROCCOLISCOPE - BOROTALCO by VAN ORTON •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster dai VAN ORTON dedicato a
BOROTALCO 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
spingendo questo pulsante PayPal:

Basso nella manica

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Un amore all'altezza
Trama: Alto amare

I presupposti per una piacevole commediola senza impegno c'erano tutti. 
Oltre alla franciosità - che se a volte è odiosa, altre può avere quel scert sge ne se pà - c'è che la storia gode di una buona dose di originalità solo a raccontarla: è la storia d'amore tra una bionda stangona e un uomo basso che più basso non si può. 
No, non era uno spin-off amoroso tratto da questa gif:
ma una rom-com francese su questi due:
Insomma Freaks, 90 anni dopo, e che però fa ridere e non ti fa venire voglia di ammazzarti.
Avrete già notato che lui altri non è che quel figaccione di Juan Dujardin, un premio oscar (vinto a casaccio per The Artist) che si fa rimpicciolire col computer tutto il tempo, e fa innamorare solo col suo fascino, che è il doppio della sua altezza, la bella avvocatessa, che prima si deve scontrare con le occhiatacce dei passanti, col fatto che per trovare un golf da regalare a lui deve andare in un negozio per bambini e con i colleghi che pigliano a chiamarla Biancaneve, quindi a un certo punto getta la spugna ma poi capisce che l'amore avrà pure età, ma di certo non statura. Insomma nella botte piccola, piccole botte
Certo, se hai il carisma naturale di Dujardin
giochi un po' sporco, basso o non basso sei sempre un fico. Voglio vedere se ci mettevano Danny De Vito (non avevano neanche bisogno del computer) 
Danny DeVito naked. From "It's always sunny in Philadelphia".. Why? Just Why?
AH! COME?! JUAN DUJARDIN PICCOLETTO COL COMPUTER SÌ E DANNY DE VITO NO! BODY SHAMING ON YOU!
Vabbé comunque il giochino del film non era quello di farvi andare di traverso la colazione come la gif qua sopra, ma era rimpicciolire un megafico al computer e dare uno scappellotto a quelle che stanno tutta la pausa pranzo a vedere le foto di com'è Juan a dimensioni naturali
Insomma, l'operazione "l'amore supera ogni barriera archietettonica fisica" funziona. 
Il film è garbato (come potrebbe non esserlo, so' franciosi...) e sebbene alla lunga (!) non raggiunga certe vette (!) che lo fanno diventare un alto (!) esempio di commedia, l'ironia di ogni scena non è mai di bassa (!) lega. Ok la smetto.
Non essendo un Broccolo spilungone c'è stato un periodo (che definirei "le scuole medie") in cui l'altezza (o la mancanza di) era anche un po' un mezzo (!) problema, per il broccolaggio almeno, poi una volta ho mangiato in testa (più o meno letteralmente) a un bulletto da presa in giro banale, e ho capito che sì, puoi guardare dall'alto tutti anche se non sei un vatusso.
Non sto dicendo che andrò a broccolare la nazionale italiana femminile di basket. Mi piacciono bassine, che ci vuoi fare, mi dispiace per voi valchirie, evvabbéddai.
Vive l'amour e le person piccolett' che s'incastran benin. Provè pur cruà!
Non fate il mio errore e vedete il film in francese, c'è un 50% di garbo in più, il francese è sempre perfetto per le parolin d'amùr. Vi ricordate questo corto? Trè sgiolì, trè Amelì:

• CHICKENBROCCOLISCOPE - LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE by FLAVIA SORRENTINO •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster di FLAVIA SORRENTINO dedicato a
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero ) 
Potete acquistare il poster a 15 euro (+ 3 euro di spese di spedizione) 
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CB ANTEPRIMA • Pets - Vita da animali

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Pets - Vita da animali
Trama: Pets da pied

Non c'è niente da fare, io con la Illumination proprio non riesco a entrare in sintonia, ce ne fosse uno che è uno di film loro che mi sia piaciuto. Già dal primo, famosissimo lui, ci siamo guardati in cagnesco (!), poi ci sono stati il coniglio rap, il Lorax e da quel momento li ho abbandonati, mi sono rifiutato (e sapete quanto mi costa dire NO a un film) di vedere il secondo Cattivissimo e soprattutto i Minions (anche se ci mandai una critica molto migliore di me).
Quello che penso dei Minions è di dominio pubblico, e mi basta linkare questo articolo per evitare di riscrivere tutto da capo.
I Minions sono la rovina dell'impero Pixariano o peggio ancora della capacità di ridere intelligentemente? Trump vincerà grazie ai Minions? Siamo in piena Idiocracy? 
Premesso che per me sono stati più rovinosi Shrek e quel maledetto scoiattolo con la sua ghianda se la ficcasse in, c'è da dire che il successo dei Minions non è proprio sintomo di intelligenza del genere umano. Ok, è certamente peggio i cyberbullismo, il razzismo, il maschilismo e tutte le cose brutte che finisco in -ismo, tipo anche il meteorismo fa schifo, quando cade una meteora sulla Terra è sempre brutto, ma anche il Minionismo ha la sua dose di responsabilità.
Possibile che lo slap-stick (che tradotto è ridere di quello che cade rovinosamente sulla buccia di banana mentre porta una torta che dopo una piroetta in aria gli finisce in faccia e mentre cerca di rialzarsi passa un camion che lo schizza con una pozzanghera... potrei continuare all'infinito) faccia davvero così breccia sui cuori di tutti?
Lo slap-stick nasce col muto, ed è logico che tutto dovesse essere esagerato, la caduta accentuata, le gambe all'aria, i movimenti quasi ginnici, dovevi sopperire a troppe mancanze (il colore, il sonoro, la fissità della regia)
ma ora, nel 20-fottuto-16 è davvero possibile che un tizio che inciampa e casca sia ancora così divertente? E dei tuberi gialli che fanno casino e parlano con le vocette? Peggio me sento.
I Minions sono stati addirittura definiti "sovversivi". Ma che scherziamo? Sono, comicamente parlando, di una banalità sconcertante, quasi arriverei a dire che sono reazionari, altro che sovversivi.
È normale quindi che, anche se i modelli 3D da animare sono diventati cani, gatti, coniglietti, finanche serpenti, maiali, falchi, il risultato non cambiasse: Pets è un film che ricopre la sua pochezza (sceneggiatura spicciola, idee al minimo, design poverello) in un mare di urla, scene concitate, casino generalizzato, personaggi isterici, in una parola: fastidio. In un'altra parola: noia. In un'altra ancora: per fortuna non ho pagato per vederlo.
Max è un cagnolino che, come tutti gli altri animaletti domestici del vicinato, del mondo anzi, appena i padroni escono di casa, inizia a parlare e a vivere la sua vita "umanizzata" (c'è chi organizza feste
chi apre il frigo e mangia tutto
chi accende la play
chi usa gli elettrodomestici per regalarsi momenti di piacere (!)
Ecco, già questo mi ha fatto storcere il naso: l'errore di umanizzare l'animale è il primo passo verso la banalità. Per carità fa ridere appena visto l'uccelletto che imita il jet, ma cosa rimane? Nulla, di nulla.
Gli animali di Pets non sono antropomorfizzati (come Zootropolis, per citare l'ultimo esempio in ordine di tempo) quindi non mi dà nessun gusto vederli fare cose da umani. Se poi la loro natura animalesca viene espressa solo con la solita gag "scoiattolo"
up squirrel
allora mi cascano proprio le zampe. Il discorso qui non è eliminare la gag, piuttosto inserirla in un contesto altro e alto. Allora sì che mi godo anche la scenetta scemetta e di "facile" lettura. Se però per 90 minuti vedo solo scenette del genere, mi viene lo sbadiglio.
Ah, bei tempi quando appena gli umani uscivano dalla stanza erano i giocattoli a iniziare a parlare.
So bene che paragonare i film d'animazione ai capolavori Pixar è tempo perso, e anche pratica in cui si rifugia il critico nostalgico e coi paraocchi, ma in questo caso è troppo ghiotta l'occasione. Quindi mettiamoci i paraocchi e vediamo solo la trilogia di Toy Story e ciao a tutto il resto.
Il punto più basso il film lo raggiunge nel suo cattivo. Il coniglio pazzo, minuscolo e isterico, boss di una banda di animali ben più pericolosi di lui, è un topos che supera il "classico" e si tuffa nel "banale" (detta come i Minions dicono banana, capito che fastidio...).
E quel finale... quel finale in cui bastava un abbraccio per farlo tornare buono, docile e puccioso, ti viene voglia di liberare i dobberman e scagliarli contro lo sceneggiatore.
Ah, bei tempi quando Lotso, quel bastardone, sembrava redimersi all'ultimo e invece no, era bastardo all'ultimissimo. 
Ancora sta a piagne Lotso.
Insomma, tra rimandi (o copiature?) a Oliver & Co, agli Aristogatti, addirittura a quella cagata di Bolt (insomma a tutti quei film d'animazione con "animali persi nella grande città") Pets è un inno al casino che ti fa scordare la storia (la stessa deriva che prende il finale di Alla ricerca di Dory, e che infatti non mi è piaciuto proprio sul finale), ti riempie di urla per distrarti e poi arriva la parola fine e "vediamo se siamo riusciti a rincoglionirli talmente coi Minions che non si accorgono che il film è brutto e magari ci fanno pure fare il 2. E buttace qualche Minion dentro che ammicchiamo a quei cagnolini meme famosi su facebook:
I doppiatori (come da tradizione direi, ricordiamoci che in passato i film della Illumination sono stati doppiati da gente tipo DJ Francesco e Marco Mengoni) rasenta l'insalvabile.
Nella versione inglese il protagonista ha la voce di Louis CK, noi di Cattelan. Che poi, Cattelan fa davvero quello che può eh, Cattelan mi sta simpa (come direbbero lì), si sente che si impegna e non è fastidioso come un panda che parla fabiovolese, ma la sua "tortonità" non riesce proprio a essere un quid in più, casomai in meno. Poi c'è Mandelli, in Non-Gio per i trentenni, il Solito Idiota per i ventenni, un altro che generalmente mi sta simpaissimo e che reputo un grande radar di mode e un bravo autore (più di attore), che però qui urla e sbraita (ma non è colpa sua, è colpa del suo personaggio) e dopo un po' ti vuoi mettere due criceti nelle orecchie pur di non sentirlo più. Di Lillo al doppiaggio abbiamo già parlato (anche se è migliorato), e poi si intrasente Laura Chiatti, ma io dovevo lavorare lavorare solo lavorare.
Pets piccoli, quelli che si vedono in questo ennesimo film d'animazione che non colpisce alcun segno.
E poi, fatemi fare la chiosa da gattaro
la banalità nel descrivere tutti i gatti come degli opportunisti sornioni, furbi e spietati mi ha dato un gran fastidio
è come se io dicessi che tutti i cani sono degli accolli imbecilli dipendenti dal padrone e giuggioloni, mentre so benissimo che solo il 99,9% lo sono. Se non capite la bellezza dell'opportunismo, della furbizia e della spietatezza dei gatti, non ce li mettete nei film.
Il futuro del rapporto tra me e la Illumination è peggio del presente, comunque:

Il gadget quindi ha avuto quello che si meritava e ha fatto passare lo stress alla pantera che mi tengo in casa (di solito quella fine la fanno le mie mani):
Ma c'era da aspettarselo:

Ad ogni modo non vi dico la mia delusione quando ho capito che non era un film su questi:
Dài! Un film sui PEZ sarebbe gustosissimo! Ah.
Insomma, di animali che fanno cose sceme ce ne sono in abbondanza su internet:







Ah no, scusate questa ultima era un gif sul vero confronto cane-gatto e su tutto quanto.

• CHICKENBROCCOLISCOPE - IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE by LUCAMALEONTE •

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Il 17 Settembre ha inaugurato CHICKENBROCCOLISCOPE, una mostra di cinema e illustrazione a cielo aperto promossa dal TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL e curata da CHICKENBROCCOLI.
Piazza Martiri di Belfiore a Treviso si è trasformata in un angolo di Hollywood grazie alle illustrazioni di 14 grandi artisti italiani alle prese con 14 film cultEsposte in grande formato per un mese e mezzo, le opere sono accompagnate dalle recensioni di ChickenBroccoli e le informazioni sull'artista.
Ora potete acquistare la versione 
poster delle opere in mostra! 
Questo è il poster da LUCAMALEONTE dedicato a
IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE 
Specifiche cartotecniche: • Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
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