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Teorema della cospirazione

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La macchinazione
Trama: Ci scappa PPP

Il problema di La macchinazione è che è un film poraccio.
Ma non poraccio tipo neorealismo e allora va bene che gli attori siano mediamente tutti dei cagnacci, la regia quasi televisiva e la soluzione all'omicidio Pasolini che propone sia la più scontata, o almeno quella che ormai è una certezza, più che una teoria (Pasolini ucciso da potenti nell'ombra che hanno usato come mandanti i ragazzi di vita che frequentava PPP), piuttosto è che il film vuole essere un po' intellettuale ma anche alla portata di tutti, e capite da voi che le due cose non possono andare a braccetto.
È proprio come quella frase di PPP - ora molto in auge su meme di facebook e sfondi per telefonini... questa:
Che per carità, è una frase splendida, che apre un mondo e al tempo stesso lo chiude in se stesso, è privatissima ma capace di diventare popolare, è una sintesi incredibile, totale, come tanta produzione di Pasolini. D'altronde era la qualità maggiore di Pasolini (e la cosa che poi l'ha ucciso), la dualità, l'intellettuale che amava il volgo, in cui trovava la purezza persa nella borghesia, di cui faceva parte. La grandezza del pensiero unita alla bassezza di certe frequentazioni.
Non sono un biografo di PPP, anzi, ne ho una conoscenza che definire superficiale (che poi, per un intellettuale così profondo anche se studi, sarai sempre in superficie), ma ogni volta che lo "incontro", rimango affascinato, rapito, innamorato di quello che dice, di come lo dice.. e anche di quello che non dice...
Insomma dicevamo i meme. L'interenet. I commenti su Facebook. Ma anche io che ne parlo senza aver mai visto, chessò, Teorema, eh, mica mi metto su un qualche piedistallo, figurati. Chissà che ne avrebbe pensato PPP? Cosa avrebbe scritto, detto, girato, oggi, PPP?
Ho idea che avrebbe ripetuto cose che ha già scritto, detto e girato all'epoca. Ma mica per alterosclerosi, anzi, per estrema e apocalittica lucidità. Sentite questo e sostituite "televisione" con "social"

(tutta l'intervista, interessantissima, QUI).
Poi mi raccomando seguite la mia pagina FB! E Instagram! E Twitter
"Un grande pessimismo implica sempre un grande ottimismo", dice anche PPP. Sembra una cosa banale, ma quanto non lo è lo sanno solo i grandi pessimisti.
Ecco, l'impressione lucida è che PPP avesse una macchina del tempo - cervellotica, se vogliamo - e riuscisse a raccontare il futuro. Prevederlo. 
Chi prevede il futuro deve sparire dalle foto, quindi.
Di tutto questo, della profondità immensa degli abissi di PPP, nel film, non v'è traccia. La voglia di "risolvere il mistero", mettendo in mezzo poteri forti che tanto piacciono ai Grillini, quando era OVVIO da minuto 1 che non potessero essere stati 4 balordi a cui PPP doveva due spicci per due pompini ad averlo ammazzato così.
La genesi del film è un po' poraccia pure lei. Il regista doveva collaborare con Abel Ferrara in quell'altro che ho tenuto nella cartellina "DA VEDERE" per mesi, fino ad accettare il fatto che NO, NON È DA VEDERE", poi i due hanno litigato (non vedo come si possa pensare di non litigare con uno come Ferrara, comunque) e allora Grieco si è fatto il film da solo. 
C'è da dire che l'ardire di prendere come attore (preeenderee l'attooooreee. scusate.) Massimo Ranieri come protagonista è stato un passo davvero azzeccato. Se c'è una cosa impressionante è la somiglianza di Ranieri col teschio pasoliniano. 

E il suo mestiere (Ranieri ha recitato in mille musicarelli tanti anni fa) non lo fa sfigurare.
Mentre a sfigurare è un po' tutto il film, soprattutto se ci si ricorda di Un delitto italiano, quel film di Giordana, che con molto più rigore faceva il punto (non si può dire che facesse luce, perché è una storia così nera che nessuno potrà mai puntarci un faro abbastanza luminoso sopra) sull'omicidio di PPP.
Il film è interamente online, vedetelo: 

E ora, dopo aver messo in una stessa recensione le foto di PPP e una gif di Ritorno al Futuro, aver piratato un film corsaro e aver lasciato mille discorsi a metà perché finché mi ostinerò a scrivere le recensioni in pausa pranzo poi arrivano le 14,30 e devo tornare a lavorare non riuscirò a finirne una, direi che è il caso di chiuderla nel migliore dei modi, il modo in cui forse dovrebbero finire tutte le cose

o magari iniziare.

Ma è una gioia

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La pazza gioia
Trama: Questa pazza pazza pazza pazZiente 

Riprendendo un attimo il discorso lasciato in sospeso venerdì scorso (venerdiscorso, quindi. Quanto è venuta bene questa. Sono molto soddisfatto.) sui meme e sulle frasi che sono state scritte altrove e altrove hanno il loro significato ben preciso e poi vengono estrapolate e appiccicate in contesti che tutto ti immagineresti tranne il loro essere adatti a ospitare frasi con un peso specifico importante (si capisce che sto cercando in tutti i modi di demonizzare l'inconsistenza dei social per dare più peso alla dimensione sito, che contraddizione in termini... No! Io NON LO VOGLIO fare il microblogging. Voglio scrivere fiumi di parole, fiumi di parole per noi. Chiamatemi pazzo.), mi viene in mente questa citazione, che leggo spessissimo in ogni dove, da foto con intorno le rose virate in blu o dei cavalli che corrono su una spiaggia

a status sui vari profili (finanche quelli dove "ehy ciao scopiamo come hai detto che ti chiami?") o magari te la tatui pure su tutta tutta la schiena non dimenticare neanche un pezzetto.
Insomma la citazione è questa: 
“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh”
L'ha scritta Kerouac, in un libro specifico, frutto di esperienze specifiche (peraltro la maggior parte sotto benzedrina, voi ve la siete mai fatta la benzedrina? Io no, per questo non la cito mai 'sta frase.) e se ti giri, ti bastano due clic, vedrai che la trovi. Forse, chissà, da qualche parte l'hai messa pure tu.
Ecco. Allora. Una cosa. Ribadisco (l'avevo già iniziato per l'ultimo Alice, questo discorso) che essere pazzi fa schifo al cazzo.
Sono troppo esagerato io se penso che sia quasi imperdonabile la leggerezza con cui si usa la parola pazzo (come quella con cui si usa la parola genio, eh)?
Breaking News: essere pazzi non è farsi i capelli rosa, non è essere un po' fuori da coro, non è essere strambi, non è neanche vivere un po' al di là di quello che può essere definitivo socialmente accettabile (tipo che ne so, ritirarsi in una malga isolata o prendere e partire per un viaggio senza meta), essere pazzi, pazzi veri, fa schifo. Fa proprio schifo al cazzo. 
Fate conto che lo so e basta.
Tutto il preambolo degno di un Basaglia de' noantri solo per dire che approcciarsi a La pazza gioia non è stata proprio una passeggiata di salute (mentale), ecco. 
Perché Virzì non tradisce (quasimai le aspettative, quindi già stavo pronto con "madonna bischera che pesantata sarà"; infatti m'ha dato una botta non da poco.
Il film è bello, non bellissimo come i suoi bellissimi (Prima cosa e Capitale rimangono nel gotha oggettivo, Ovosodo in quello personale), ma di quella bellezza tenera, educata, intelligente e mai mortifera anche negli argomenti più pesanti che solo Virzì sa avere.
Non c'è bisogno di ripetere che Virzì sa far recitare anche i sassi - proprio lui prende un sasso e quello dopo sei mesi vince un David di Donatello, ma non come Miglior Sasso, proprio come Miglior Attore (Miglior Sasso lo vince Toni Servillo per Vita a Matera 2) - ma questa volta c'è qualcosa in più, riesce in una sorta di miracolo: Valeria Bruni Tedeschi si rivela un'attrice incredibile, piena di sfumature, esilarante e profonda, e vi assicuro che mai e poi mai avrei pensato di dire una cosa del genere della Bruni Tedeschi.
Le prove generali le avevano già fatte nel Capitale umano, dove lei era una signora dell'alta (ma bassissima, in effetti) società brianzola, ma senza il quid della pazzia.
Aggiungetela, la pazzia (fatta di manie persecutorie miscelate a entusiasmi eclettici, istrionismo egocentrico e down depressivi abissali... ve l'ho detto che fa schifo al cazzo), e un personaggio bellissimo vi si para davanti agli occhi, si carica tutto, ma proprio tutto, il film sulle spalle e se lo porta dove vuole, da nord a sud delle campagne, da est a ovest delle città toscane, a bordo di una macchina rossa fiammante, alla ricerca di una felicità che non può esistere.
La Bruni Tedeschi si trascina dietro anche la Ramazzotti

che, sarà per il personaggio depresso pesantissimo con tendenze autodistruttive e violenza repressa (fa sempre schifo al cazzo, eh... non è che fa schifo al cazzo meno...), non brilla particolarmente, ma forse appunto, la luce della Bruni Tedeschi è talmente luminosa che forse era meglio rimanere un po' nell'ombra.
Si può muovere una critica a questo film? In effeti la finzione cinematografica ha richiesto di edulcorare un po' le realtà dei centri di igiene mentale, quello del film infatti somiglia più a un agriturismo un po' lunatico, anche se basta la scena della crisi di una delle pazienti per aprire lo spiraglio sulla realtà atroce di questi luoghi... realtà che fa proprio schifo al cazzo.
Oh, non fanno schifo al cazzo i centri eh, figurati, che esistano e che non siano come i Manicomi di un tempo è necessario e l'unica via possibile, ma insomma, non sono proprio dei B&B, a fare schifo al cazzo è non riconoscere più la realtà.
Virzì non perde la sua vena malinconica, filtrata da parentesi assolutamente esilaranti (quando la contessa fa irruzione al party dall'ex marito è una roba degna di Hollywood Party), e riesce, ancora una volta, a farci ridere mentre dagli occhi ci escono dei lacrimoni, anzi la'rimoni, grossi così.
Ma poi perché non parliamo tutti toscano, mi chiedo, è bellissimo. Lo ascolterei senza fine...

Posso dire una cosa che non c'entra ma c'entra? Ma quando (ri)senti canzoni come queste non pensi anche tu che tutta la musica dell'ultimo ventennio potrebbe sparire, anzi lo farà, senza lasciare traccia. No sul serio, ma quale canzone di adesso sarà mai ascoltata tra quarantanni? Nessuna.
Le due pazze gioiose entrano di diritto nel manicomio cinematografico, già ben popolato:





Independence Daje

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Independence Day Rigenerazione
Trama: Rigenerazione di fenomeni

Quando sono venute fuori le locandine in giro per Roma, queste:
io avevo letto di sfuggita il payoff e l'avevo letto male, infatti l'avevo letto: 
NON DISTRUGGETE IL NOSTRO PIANETA!
E allora mi dicevo ma che cazzo di richiesta da fighette è? Arrivano gli alieni e tu appecori subito e gli chiedi piagnucolante di non distruggere il tuo pianeta? Ma questa roba andava assolutamente contro l'approccio superomistico da figaccioni mmerigheni che agli alieni li prendono a cazzotti e poi ci fumano un sigaro su del primo film
Non me ne facevo una ragione (sì, c'è chi non si fa una ragione per il problema dei medicinali in africa o per gli armamenti nuclerai della corea del nord, io per i payoff di Independence Due, è una questione di priorità).. poi ho letto meglio e no, era 
NON DISTRUGGERETE IL NOSTRO PIANETA!
Che aveva già più senso. Almeno se sei convinto tu, convinti tutti. Perché insomma stavolta gli alieni arrivano con un'astronave grossa come mezzo pianeta e mi sembra che stanno belli incazzati
Ecco le tre scene che vedete qua sopra sono le UNICHE scene decenti (e ho detto "decenti", mi guardo bene da usare aggettivi tipo "belle", "fantastiche", "bomba nucleare") di questo orribile film.
Guarda devo dire che ci ero partito proprio col cervello scemo di chi si dice "vediamo stavolta che cazzo si inventano", perché nel primo c'erano tante e tali cazzate che sembrava impossibile superarlo, che poi lo sappiamo bene che il disaster movie made in Emmerich è infarcito di personaggi astrusi che scappano da calamità naturali riportando come danni atroci un'unghia rotta o un sopracciglio bruciato, e poi fanno anche la battuta scema, ma c'è anche da ammettere che negli anni 2000 i suoi erano quei bei filmoni fracassoni e comunque io ogni anno una guardatina a Day After Tomorrow la do, e pure 2012 non mi ha mai fatto così schifo. 
Quindi day, facci vedere quanta roba distruggi, day!
E invece niente, un film di una bruttezza imperdonabile. Non che gli elementi siano così diversi dal primo eh: scienziato che annulla 20 anni di pianificazione di attacco alieno in poco meno di un'ora, famigliola che si salva da una città che gli casca addosso (letteralmente), piloti di caccia bombardieri idioti, un discorso motivazionale ogni tre scene, c'è pure il cane. Poi i 20 anni passati tra un film e l'altro danno l'occasione di fare il passaggio di testimone padre/figlio, ma non un testimone solo, tipo 4, c'è il figlio di Will Smeth (che l'unica cosa che ha fatto giusta ultimamente è stato dire no a questo sequel), la figlia del presidente, figli qui, figli lì. Pure tutti gli alieni sono figli, infatti si scopre che c'è la Regina.
Ma siccome nella storia del cinema già c'era stata una regina aliena molto cazzuta
Per esagerare fanno che la Regina degli alieni di ID è alta 30 metri
roba che pare uscita dal seguito di Monstersche insomma, sei Emmerich il signore dei disastri e fai un film più brutto di qualcuno che non solo ti ha copiato ma l'ha pagato mille lire, forse stai al capolinea. Ce n'eravamo già accorti ma avevamo fatto finta di niente perché avevi detto che a quel film ci tenevi evvabbé, ma qui sei nel tuo, nel catastrofico, e invece l'unica catastrofe l'hai fatta al botteghino e la cosa che crolla meglio è il collo di Jeff Daniels.
Poi scusa eh, ma questa cosa di relegare tutto il comic relief alla coppia di scienziati omosessuali?
proprio tu che dovresti essere sensibile all'argomento, poi non ti lamentare se riesce fuori la vecchia battuta Independence Gay.
Un film a cui non solo manca la minima voglia di fare qualcosa di fico, ma proprio ci mancano dei pezzi. Proprio nel montaggio. Tipo che ne so, inizia a cadere un palazzo, scena dopo quelli che guardano in alto spaventati, scena dopo ecco un'altra storia che va avanti e di quel palazzo e di quelli sotto non sapremo più nulla. Pathos interruptus. 
O più semplicemente avevano finito i soldi, lo si evince anche dalla mezzora finale che si svolge interamente in un deserto che crolla tutto addosso ma nessuno se n'è accorto perché sono accecati dai raggetti laser
Sicuramente uno dei peggiori film dell'anno, e per dirlo dopo essere partito con l'idea di vedere una schifezza ce ne vuole, voglio dire, se parti già con l'idea di vedere un film di merda e ne esci comunque deluso, qualcosa deve essere andato veramente ma veramente storto.
Infatti secondo me se facevano scrivere a me il payoff era meglio

CB ANTEPRIMA • Bad Moms

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Bad Moms
Trama: Una notte da mammone

Uno dei peggiori film dell'anno? Del decennio? Di sempre? Due di queste sentenze sono false. Scegliete voi quale.
Ok. Avrei dovuto capire che il film parava malissimo dal fatto che sul poster ci tenevano tanto a mettere più grande il titolo Una notte da leoni che i pixel che coprono i vaffanculo che le mamme cattive fanno al pubblico perché hey loro sono cattive, si era capito che sono cattive sono cattive eh. E infatti il film non è altro che Una notte da leoni ma al posto di tre scemi ci sono tre mamme (con il solito mix la Normale che fa la leader, la Matta che fa ridere, la Repressa che sbrocca), che ad una certa, dopo una vita a pecora (!), decidono che fare le mamme perfette non fa più per loro
e iniziano a fare le cose da mamme cattive. 
Prima fra tutte ubriacarsi e andare a fare casino in un Carrefour notturno, ovviamente al ralenti
Altre cose cattivissime che fanno è mettersi contro la caposcuola tutta perfettina e candidarsi come nuove caposcuola promettendo meno compiti per tutti e più baldoria per tutte le mamme del mondo e infatti per promuovere la candidatura fanno una festa pazzesca di mamme che fanno cose assurde tipo quel film coi pischelli ma al posto dei pischelli le mamme, ovviamente al ralenti:
per inciso l'unica scena del film che funziona, anche aiutata dall'inno delle ragazze pazze che fanno cose pazze tanto i don't caare

Ma la cosa più cattiva che fanno è sicuramente andare al cinema e mettersi a disturbare
Questa è pura cattiveria.
Ah poi c'è anche la cosa di scopicchiare in giro più che altro per sentirsi desiderate dopo anni di matrimonio con un deficiente (che uno si dice sempre, quando vede queste scene di lei che dice "mio marito è un deficiente" - e in questo film è deficiente sul serio -  ma non era deficiente anche un giorno fa? Te lo sei sposato tu, e io mi devo sorbire il film in cui ti lamenti che è deficiente...); insomma cambio rotta cambio stile di reggiseno non scopo più solo l'anno bisestile
ma non scordando l'Amore, quello per i figli per se stesse e per il tutto è bene quello che finisce bene.
Raccontata così poteva essere una commediola decente come quelle che fanno ora, dove l'umorismo è sì un po' sboccato, ma che riescono ad azzeccare situazioni e attori (mi viene in mente Cattivi vicini...), invece il tono (s)boccaccesco delle tre mamme, che hanno la parola cazzo in bocca ogni tre battute (per fortuna ho digitato "la parola" prima di digitare il resto, ve'?) diventa fastidioso quasi subito. E credetemi, non è un rigurgito maschilista di me che penso che la donna santa casa e chiesa, no no, anzi, io tiro l'acqua al mio mulino e dico fate le matte! Pazzia! Broccolate quelli che vi fanno ridere su internet! Questo è il numero! Sia mai, la ragazza maschiaccio è la cosa più bella, perché tanto lo so io lo sai tu lo sanno tutti, non sei mai veramente maschiaccio (se sei veramente maschiaccio sei Boo di OITNB). L'importante è che mai e poi mai e poi mai fate la spiegazione del pene circonciso con la felpa

Il problema di Bad Moms è che è proprio il contrario di quello dovrebbe essere, è che ci racconta di un'emancipazione femminile giocata sul territorio maschile. Non è iniziando a dire parolacce o spaccare le cose o scoparsi chiunque basta che respiri che si abbandona il ruolo vetusto della moglie chiocchia. Insomma in questo senso è più di rottura Frozen, per dire.
Evidentemente gli sceneggiatori - uomini - non hanno proprio saputo entrare nei panni delle ragazze. Invece bisogna saperci entrare, nei panni delle ragazze... Ci sono dellle zip, e dei ferretti, e degli elastici... insomma ci vuole pratica.
Probabilmente però sono io il solito pesantone che voglio per forza parlare di emancipazione femminile quando avrei dovuto vedere il film per quello che è: una stronzatina che serve a far fare due risate alle mamme che poi taggano l'amica su Facebook con scritto "troppo noi".
Io vorrei taggare Mila Kunis e Demi Moore insieme e dire "Ehy che aria tira amiche?Poi vorrei anche taggare Mila Kunis e il suo agente e dire "Ehy dopo questo e adesso le mamme cattive, non vi pare che dovreste prendere strade diverse?).
Invece ora farò un'altra cosa.
Siccome come avrete capito in questo periodo sto vivendo questo enorme dubbio se scrivere o meno recensioni più brevi, più social, più "che cazzo te ne frega di scrivere 'sti papiri tanto lo gente non li legge", ecco una di quelle cose che in linea teorica ODIO perché sono la morte del logos (si mette al volo una giacca con le toppe, apre un libro, si siede su una poltrona, inforca una pipa e abbassa di due toni la voce, è CB quando fa il professore di latino), ma che poi inevitabilmente CLICCA QUI: si tratta della temibile lista! Quel tipo di articoli che non dice niente, ma che ha sempre diecimila laics in più di quando invece ti spacchi la testa per dire cose interessanti. Quindi ecco a voi:
LA LISTA DELLE DIECI MAMME
PIÙ CATTIVE DEL CINEMA
10. Norma Bates diPsyco
9. Beverly Sutphin di La signora ammazzatutti
8. Ginger McKenna di Casino
7. L'altra madre di Coraline
6. Mamma di Futurama
4. Margaret White di Carrie
3. Pamela Voorhees di Venerdi 13
2. Mamma Fratelli di I goonies
E la mamma più cattiva al cinema è...










suspense...











1. Mia mamma di La mia vita.
No dai, scherzo mamma!!! Stavo scherzando! Apri la porta! MAMMA!
La più cattiva è:
1. Joan Crawford di Mammina cara

SIAMO SERIAL • Kanyon West

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WestWorld
Trama: Non abbiamo badato a sparatorie

Due puntate sono poche per promettersi il futuro, ma se vi dico che per ora WestWorld è serie dell'anno potete credermi.
Il pilot ha TUTTO quello che ti aspetti dall'intrattenimento televisivo di alto livello a cui - poveri noi e tra poco pure loro - ci hanno abituato cose tipo BB e MM. 
Ed è una serie in cui la metà del tempo stanno in un'ambientazione western, quindi se lo dico io che l'altro giorno - reduce da un concertissimo di Sir Gran Visir Uom col Fucil Ennio Morricone - mi sono impegnato a vedere (sì, VEDERE, non RIvedere, VE-DE-RE.) Il buono il brutto e il cattivo, questo
e al minuto 12 dormivo ma guarda non ho mai dormito meglio e non era certo il guanciale comodo, dovete credermi (non più potete, dovete proprio.)
Ovviamente c'è che Leone non ci metteva i robot, anzi gli automi... anzi... non so come chiamarli, sono quasi cloni, stampati con la stampante 3D più equivoca del mondo


equivoca nel senso che è palese che la vasca l'hanno rubata a un caseificio
no equivoca come quella di Charlize Theron, e insomma sono robot perfetti, più perfetti di Eva, di David e di Ava, ma pur sempre robot, destinati a ripetere all'infinito le stesse giornate per il piacere agli avventori del Humanic Park, poi ognuno intende piacere come vuole, da così

a quelli che di scoparsi dei robot non gliene frega nulla, piuttosto vogliono provare il brivido di ammazzare la gente quelle fastidiose conseguenze tipo  pulire il casino o la pena di morte.
Sapete bene che nasce tutto da Crichton - lo stesso di JP, non c'è bisogno che ve lo dica - che a una certa voleva fare anche il regista, oltre che lo scrittore ipergigamilionario, e fece anche qualche film, tra cui appunto Il mondo dei robot, WestWorld, fimone che regge tuttora in quando a inquietudine, anche se ovviamente i robot sono un po' invecchiati

Quel film non era altro che l'embrione da cui poi hanno clonato i dinosauri di Jurassic Park. Ora, vi ricordate questo scambio di vedute?
Hammond: Tutti i grandi parchi hanno avuto ritardi. Quando aprirono Disneyland, nel 1956, non funzionava niente, niente... 
Ian: Sì, però, se il Villaggio dei Caraibi va in tilt, i pirati mica si mangiano i turisti!
Ecco, in WestWorld non se li mangiano i turisti, ma gli sparano (o peggio, se incontri gli Apache). Anche se ancora non siamo arrivati a quel punto, per ora siamo al punto in cui i robot sognano turisti elettrici. È una serie, quindi tutto è diluito, ma, questa volta, miracolosamente, è diluito ad arte.
Il merito maggiore di WestWorld (che dovrebbe fare da esempio a tutta quella marea di serie che tanto lo so che proprio come me NON state vedendo. Narcos 2? Luke Cage? FREQUENCY?! Ma andiamo...) è proprio quello di, è il caso di dirlo, far nascere un mondo sotto i tuoi occhi.
Ci sono tantissime cose non dette, e sono tutte gigantesche, ogni accenno di quello che verrà ti mette dentro una dannata curiosità, se sei avvezzo ai voli pindarici o hai anche un minimo di dimestichezza col racconto fantascientifico, ti vengono in mente decine e decine di scenari possibili e vorresti che la serie li esplorasse tutti, e, ovvimaente, ti sapesse stupire facendoti vedere quello a cui tu non avevi pensato.
Ti fai un sacco di domande (SPOILER: Gli automi usati in vecchie attrazioni ne hanno ricordo? Ed Harris è un'automa? E se sì, come ha fatto ad aggirare la programmazione? L'ha messo in giro Anthony Hopkins per creare la cellula di caos? Quando è bella Evan Rachel Wood?)

e per ora le risposte sono pochissime.
Non spreca nessuna pallottola, tutto è calibrato benissimo, ha una mira perfetta (continuo?): ti viene voglia non solo di vedere la puntata dopo appena finisce la puntata prima, ma proprio quando una scena finisce, non vuoi che finisca perché quel personaggio ti interessa troppo, ma per fortuna ti interessa anche il personaggio della scena dopo, quindi apposto. So che sto parlando sulla scorta di sole due puntate, c'è tempo per rovinare tutto, ma la sensazione sotto pelle è che non sarà così.
Era dai tempi di Lost che non succedeva. Solo che qui a differenza di Lost c'è cattiveria, violenza (psicologica e fisica) e soprattutto inquietudine, la proviamo noi, la provano quelli che vanno al WestWorld e iniziano a provarla anche gli automi, e quando un'automa prova inquietudine vuol dire che qualcosa non va, vuol dire che il suo creatore ha fatto un lavoro troppo buono, vuol dire che quell'automa può diventare più uomo degli uomini. Non lo dico io, lo dice Asimov.


Madonna ma possibile che con voi non si può vedere una rossa che scatta subito la foto nuda? Stavamo parlando di inquietudine. Non si può fare un discorso serio che è uno.
Ennio non approverebbe, lui, così piccolo e taciturno, lui che quando sale sul palchetto e agita quella bacchetta sembra il Professor Vitious, lui che ci ha fatto emozionare con queste aree western che sono storia
Ennio direbbe enniò, 'sti scostumati!
A proposito di musica in WestWorld, la chicca:

Mettere canzoni contemporanee nei saloon del parco a uso e consumo dei turisti del parco ma anche dello spettatore del serial scarta la furbizia di un'operazione alla Mouline Rouge, (anche perché appunto, apparirebbe vecchia). 
Insomma WESTWORLD È BELLISSIMO E DOVETE VEDERLO.
Poi vabbé, rimane il fatto che le serie sono sempre morte eh, non è che una serie fa primavera, infatti è quasi novembre.
Pensate che a un certo punto per fare la direzione e la regia della serie erano in ballottaggio Nolan e Abrams, che promettevano di dare alla serie una profondità filosofica, mischiando scene fichissime, inception robotici e discorsi profondissimi sulla natura dell'uomo e tutto quanto, e  poi c'era lui
West Anderson.
Per fortuna hanno vinto Nolan e Abrams.

Body sceming

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Swiss Army Man 
Trama: Svizzero? No, morto! 

Swiss Army Man è un film hipster, e questo è un dato innegabile. Per film hipster intendo quei film che sanno benissimo che scene fare per trasformale in gif, che vestiti mettere ai propri personaggi per poi far in modo che diventino un po' mode o sicuramente delel maschere di Halloween, e la colonna sonora, mi raccomando la colonna sonora. 
Alle volte l'hipsteria di certi film li rovina un po', altre volte no. Wes Anderson ci ha costruito uno stile, per dire.
Swiss Army Man quindi è hipster, ma della falange buona, di quella fantasiosa e piena di inventiva, ha talmente tanta spinta propellente dentro sé (e intendo proprio "dentro di sé") che gli si perdona quella certa furbizia che trasuda in scene fatte a pennello per essere stranette, fuori dal coro (ovviamente metto delle gif, le hanno fatte apposta)
Perché l'hipsteria dei due registi (tali "Daniels", che sono Dan Kwan e Daniel Scheiter, quindi i danielS diventano tre con Radcliffe) che vanno in giro coi cappellini e gli occhialini e le camicine:
è palese, talmente tanta hipsteria che quasi anno il giro e diventano, che ne so, punk. Sono proprio della stessa materia di cui sono fatte le proiezioni sui rooftop di Williamsbourg, del mercato eco&solidale nel garage dismesso o tipo del Sundance Festival, e infatti hanno vinto per la miglior regia. E sai che? Se lo sono meritato: S.A.M. è clamorosamente grottesco, spassoso, originale. 
La storia è l'assurdità fatta film (tanto che si vorrebbe avere le registrazioni dei registi che spiegano la sceneggiatura ai produttori... anche fossero i loro genitori... cosa probabile in effetti...): un ragazzo un po' strambo si ritrova naufrago su un'isola deserta. Proprio mentre sta per compiere il gesto estremo, un cadavere arriva sulla spiaggia portato dalla marea.
Da quel momento tra i due si istaura un rapporto di profonda amicizia.
Già.
Il corpo viene usato per i più assurdi modi che possiate immaginare. Qualche esempio? Intanto per prima cosa il protagonista monta a cavallo del corpo morto (vedi come conosco le nomenclature marinare) e, abbassatigli i pantaloni, ne sfrutta le orrende flautolenze post-mortem per... be' ecco.. per questo:
Capito? Tutto così. Lo "swiss army man" (coltellino svizzero umano) servirà per tagliare tronchi e farsi la doccia, per trovare il nord (il rigor mortis penoso farà da bussola) e tutto quello che vi viene in mente che un corpo NON può fare, compreso farci grandi chiacchierate sull'amore, la morte, la vita e tutto quanto. 
Ci sono le pratiche istruzioni (ovviamente giffate):
Con un plot del genere o ti internano o fai un film che vive della sua originalità qualsiasi sia il risultato finale. Infatti va così: S.A.M. lo vedi tutto con un sorriso beffardo in faccia perché dài, è troppo assurdo, e alla fine ti piace. Cioè se non ti piace è perché ti piacciono i film tutti seri seri di gente seduta a un tavolo che parla di geopolitica.
Poi ok, il fatto che sia un metaforone sulla malattia mentale
sull'omosessualità
e su questo o quello importa meno, importa che usano un corpo come AK47!!! Capito come?
Che poi su come vengono veramente usati i corpi morti (al di fuori del significato marinaretto) l'avevo già sviscerato (!) tanto tempo fa, e non posso che riconsigliarvi questo libro:
È vecchio, ma se lo trovate scoprirete che forse i nostri corpi sono più utili da morti che da vivi.
Su Harry Potter che sta tentando una carriera fuori dal coro ne parlavamo qualche settimana fa e questo film non fa che confermare l'andamento e la mia ammirazione per le sue scelte. Continuo a essere totalmente #teamDaniel
Poi deve essersi divertito un mondo a fare la promozione del film
Paul Dano è una sicurezza sempre, è ora che la gente si accorga della grandezza come attore, non solo della faccia
Dicevamo della colonna sonora. Be' c'è questa canzone/montaggio/popcorn che se non vi acchiappa non so io cosa:
E poi un film che, cito, dice "If you don't know Jurassic Park, you don't know nothing" non può che starmi simpatico.
C'è poi da dire che questi hipster stanno sempre attentini a tutto eh. Tipo che la versione vinile ha in dotazione un teatrino/diorama del film che diventa subito una di quelle cose che prima "LO VOGLIO", poi passa un anno e "questo lo riciclo il prossimo natale"
E poi gli hipster fanno anche i siti ufficiali forti.
Qualche illustracarineria
Prot. (posso farlo perché il film mi ha insegnato che posso farlo.)

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2016 • Giorno 1

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Parliamoci chiaro, quest'anno 'a Festa der Cinema de Roma c'ha meno appeal di un'assalto di scleroderma infestante del legno.
Voi avete confidenza con il concetto di scleroderma infestante del legno? Ecco, fatevi qualche ricerchina sul web se avete il coraggio e vedrete che andare a'a Festa der Cinema de Roma, nel 2016, non è proprio tra le cose preferite da fare. 
Ma cos'è successo? Dove sono le starZ che ci aveva promesso Monda? Eppure da che Monda è Monda (sì. l'ho scritto davvero.) è uno che a New York City uozzameriga fa le cene estemporanee tipo "dai facciamo una cosa easy da me" e in batteria arrivano Wes Anderson, De Lillo, Scorsese, Spilbi a tutti a fare bisboccia cantando Tuvvoffàlamerigano. Invece quest'anno Giovannotti. E Michael Bublè. E Elio. Ma che è Sanremo?
Ma comunque sticazzi, noi ci si va lo stesso! IMPERTERRITI! Perché noi siamo ben più tenaci dello scleroderma infestante del legno! Noi siamo i possessori di pass! Noi siamo i PASSESSORI!
Ebbene sì, immagino ricordiate il mio rapporto proprio non facilissimo con il Pass: quella cosa che ogni anno ti mandano la mail e tu dici NO! Quest'anno cazzo non lo faccio... Poi ogni tanto apri la mail - che ovviamente non hai buttato quando avresti potuto - e la richiudi! Poi dopo un po' la riapri e... la richiudi! Poi una sera che hai le difese immunitarie un po' basse la ririapri e... mavvaffanculo facciamoci sto pass così e checazzomenefrega so' 50euro ormai manco 50 caffè ce compri, qualche film fico ci sarà che diamine! E infatti anche quest'anno... ho il pass in tasca. Anche i pugni eh, che è sempre meglio tenerli pronti, alla Festa der Cinema de Roma 2016.
E appena lo faccio mi riscopro appassionato sottolineatore di programmi, chieditore di permessi di 10 minuti per arrivare in tempo indefesso, pianificatore di incastri allampanati e soprattutto ogni giorno alzo il pugno al cielo diretto contro Dio e gli grido TU! QUAL È IL TUO SEGRETO! UN GIORNO AVRÒ ANCH'IO IL DONO DELL'UBIQUITÀ! MALEDETTO!
E con me lo alza anche la bravissima bellissimastupendissimaclamorosissima (mi hanno detto che continuare a riempire di complimenti una collega al terzo anno di seguito rasenta la molestia, e non mi ci vuole proprio un'altra denunzia dopo tutti i problemi che ho avuto con Julianne, Jessica e Natalie...) la notevole persona che risponde al nome di MARGHERITA
Colei che ha realizzato le gif più belle che mondo delle gif ricordi
Colei che ha fatto un poster che ci ha illuminato gli occhi
Colei che sono già tre anni (uno, due e con questo tre) che facciamo le recensioni insieme per 'a Festa der Cinema de Roma! 
Colei che soprattutto ancora non mi ha bloccato sul telefono e continua a rispondermi quando verso fine settembre le scrivo "Festa der Cinema quest'anno?"
Esatto, alziamo i pugni insieme - e anche il gomito qualche volta - e insieme ce ne andiamo in giro per il festival a vedere film e ridere delle tizie che alle 3 di pomeriggio sono già acchittate come dovessere andare a cena con Obama (o da Monda) e poi appena finiti i film no non stiamo più qui e poi di corsa un tassì sì sono certo è così, andiamo a casa (ognuno la sua! Che avete capito!) e ci mettiamo chini sugli schermi a fare le recensioni per voi. Che bravi che siamo, ma Margherita di più (massì, denunciatemi!) E infatti iniziamo con la sua prima recensione illustrata di quest'anno. In un rosa Chicken sgargiante. Si tratta di Moonlight e se ci cliccate sopra s'ingigantisce (ogni riferimento...)
Avete visto come siamo politically scorrettissimi? Non ce ne frega niente, noi diciamo le cose come stanno! Sui potenti d'oggi ci spuntiamo su. Siamo come Oliver Stone! A proposito... per me il primo film che passa il convinto (che appunto è Stone...) è stato:
Snowden
Trama: Metti subito una pecetta sulla telecamerina che ti sto guardando... apperò... carino come completino...

Oliver Stone è arrivato con un'ora e un quarto di ritardo.
Il film è iniziato quindi con quell'ora di ritardo di troppo che ti fa un leggermentissimamente incazzare. Soprattutto quando hai una cena con una e te l'eri pure evidenziato sul programma con l'evidenziatore arancione (non il verde, quello si usa quando hai già via libera) e insomma me ne stavo lì sempre più nervoso ad aspettare che iniziasse il film e iniziavo a capire come si deve essere sentito Snowden contro i potenti! Contro chi decide per la tua vita! Contro il potere forte! Dici BASTA alle cose che tu devi aspettare i comodi loro! Diventi quindi un protagonista di un film di Oliver Stone e decidi che dopo un'ora di film fai quella cosa che MAI e poi MAI hai fatto nella vita, quella cosa che per te infrange le regole e la legge (quella interiore), una cosa sacrilega, una cosa che scardina dal profondo tutto quello in cui credi e per cui stai lavorando (perlomeno dal 2009): 
Esci.
Dal. 
Cinema.
Lo so. Non me lo sarei aspettato neanche io di avere una tale forza interiore, di poter combattere il sopruso del potente con un gesto così significativo, un simbolo per tutti i Passessori futuri, perché non debbano più fare la fila di DUE ore (oh, mi avevano detto vai presto che sennò fai come Gone Girl quella volta che ti bloccarono che mancavi solo tu) e poi ne aspettii una e un quarto in più dentro perché Oliver Stone deve fare gli autografi (ma solo sui prodotti ufficiali, giusto, sceglieva solo quelli che avevano il DVD o il poster di un suo film, poi dici le multinazionali).
Che poi a te gli ultimi tre film di Oliver Stone ti hanno pure fatto schifo! Che non ti ricordi di questo? E questo poi, che merda. 
Ok, ammettiamolo, forse possiamo lontanamente pensare che nel Broccoloverso tira più un velo di tipa che un film di Oliver Stone, ma certo se arrivava in orario me lo vedevo tutto e non ero costretto a uscire per dimostrare il mio sdegno.
Che poi quell'ora che ho visto non è che mi avesse appassionato tanto.
C'era Gordon-Levitt che dopo lo scorso anno ha deciso che vuole fare solo film di gente vera con accenti strani e farsi le selfie smorfiose con le coprotagoniste

quando sappiamo bene che l'unico film di persona vera con accento strano che dovrebbe fare per vincere finalmente un oscar è questo:

Il resto che ho visto è un onesto (un oresto, quindi) film con la solita tematica CI CONTROLLANO, ci aprono le mail, i cattivi sono nel computer e convincono le illustratrici bellissime a fare le recensioni! E anche se il film filava, l'ansietta da Echelon saliva, il patteggiamento per Snowden che sceglie da che parte stare c'era, il tutto era un po'"Dai basta, fatemi mettere su YouPorn in pace senza che penso che qualcuno mi sta spiando. Che poi magari potrebbe anche piacermi, al limite..."

L'ultima cosa che devo dire su Snowden è che questi sono Zachary Quinto (che appare nel film insieme ad altri mille tra cui un redivivo Nicholas Cage) e il suo ragazzo:
Mi sembrava interessante in quanto seconda coppia più bella del mondo dopo io e MargLA POLIZIA! I POTERI FORTI! DEVO SCAPPARE! MI SPIANO! MI SPIANO LA STRADA!
Ok. Al film non do voto, ma certo da oggi posso usare come metro di giudizio per i film una cena a lume di candela: se il film è veramente ma veramente bello, rinunzierò alla cena.
DRIiiiIIN
ProntOi Marghe, ciao che sorpresa! Come? Se ho cenato? Be' in effetti sono in sala... come dici? Se posso raggiungerti? Ma, starei vedendo una maratona Shining/Il Padrino/Schindler's List/Pulp Fiction. Ma no, no, non c'è problema, tutti filmetti da quattro soldi da cui posso uscire tranquillamente...

CB ANTEPRIMA • Jack Reacher - Punto di non ritorno

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Jack Reacher - Punto di non ritorno
Trama: From my heart to Major Tom

Io ho questo problema: per me non è per nulla un problema ammettere che Tom Cruise mi piace sempre, da sempre e per sempre. 
Lo dico da anni, ma proprio da anni (anni e anni e anni e anni e anni e anni): per me difficilmente sbaglia e per quanto mi riguarda nella sua vita privata (di raziocinio) può credere a Xenu e mangiarsi tutte le placente che vuole, basta che rimane un attore che non mi tradisce (sì. sto chiudendo un occhio su questo.) e OGNI volta che arriva un suo film mi sento come in dovere di ribadirlo, perché veramente non ho capito - cinematograficamente parlando - cosa ha fatto da un certo punto in poi per essere messo un po' in mezzo, essere preso un po' per il culo. Chi siete voi per giudicarlo?
Dite che è ridicolo il fatto che si appenda ai palazzi e agli aerei a 50 superati da un pezzo? Ma chi l'ha detto? Per me finché continua a farlo in produzioni coi controcoglioni e in film che appassionano (mica Edge of Tomorrow l'ho messo tra i migliori del suo anno per sport...), può fare quello che vuole. Mi sembra che nessuno si prenda la briga di sfottere tanto Bruce Willis, che sta facendo una finaccia, la peggiore, quella dei film direct-to-scaffalefinalediAuchan.
Già al primo Jack Reacher, che era un film che si posizionava proprio a metà tra il franchise Mission Impossible (dove Tom fa delle cose incredibili ma difficilmente mena le mani) e il franchise Bourne (dove Matt mena le mani in modo incredibile e difficilmente fa cose impossibili), non ero riuscito a dargli il Broccolo, perché Tom mi ispira sempre una benevolenza naturale, lo sa bene con quei dentoni da castoro, guarda come se la ride
Ecco io a Tom ci voglio bene sempre, e quindi gliene voglia anche in secondo capitolo di Jack Reacher, che nulla toglie e nulla aggiunge alla storia del cinema, ma manco al primo JR, ma manco alla filmografia di Tom, ma manco alla programmazione settimanale di un multisala di periferia, insomma è proprio uno di quei film che valgono il tempo che durano, non un minuto di più.
Non ho letto i libri da cui sono tratti i film, sicuramente magari il personaggio è fichissimo, ma insomma, non ho letto neanche Bourne eppure lui è nell'immaginario collettivo, così come lo fu quel fico di Jack Ryan negli anni Novanta grazie a Harrison Ford (poi rovinato negli anni 2000), e quindi non è che uno deve per forza leggere i libri per farsi piacere i film (tranne Harry Potter, ovviamente.)
Jack Reacher non è iperadrenalinico come M:I, non è tutto peso come Bourne, è un tipo che sostanzialmente si fa i cavoli suoi fino a quando anche altri non iniziano a farseli e lui ci tiene alla privacy e quindi si incazza e ciao, per il ficcanaso è finita.
Tom ha il physique du role per menare la gente? Pochino, ammettiamolo. Non è Statham, non è Diesel, non è Van Damme, roba che è più credibile Colin Firth in quella scena, quindi in effetti le scene di botte sono anche quelle più debolucce, ma se prendi tutto con un'aspettativa di adrenalina in meno, c'è la concreta possibilità che ti diverti. Però ecco, basta non aspettarsi quel Tom che si appende ai palazzi ecco. 
Ci sono delle cose di film che puzzano un po' di naftalina, il rapporto padre-figlia tra Tom e la ragazzina che sostiene di essere sua figlia è da Corso di Lezione di Sceneggiatura in edicola, ma del Fascicolo 1 proprio, quello da 0,99 (mentre gli altri settecendo costano 7,90)
E poi quel killer. Quel cazzo di killer spietatissimo, temibilissimo, cattivissimo, ma talmente cattivissimo che per non farsi riconoscere si veste tutto, TUTTO, il tempo con un cappotto nero, dei pantaloni neri, delle scarpe nere, degli occhiali neri e soprattutto, anche se gli altri stanno in canottiera, dei guanti di pelle neri.
Ma dài! È da Delitto perfetto che tra i killer non vanno più di moda i guanti di pelle! Te definiscono subito, fanno troppo Killer Inverno 1954/1955, essù
Mi dispiace anche un po' per il regista, Edward Zwick, che è uno dall'epica, ok americanoide, ma sempre gestita alla grande: scene emozionali, grandi fanfare, protagonisti che prendono mazzaroccate tutto il tempo e poi sul finale la tipica scena che ti emoziona, roba così. Diamanti e Samurai erano americanoni belloni, questo e questo si facevano guardare con leggero disimpegno, mentre putroppo in JR2 è un bel po' trasparente.
Sì lo so, ho iniziato dicendo che JR2 è buono, e poi lo sto smontando piezz piezz, ma che volete che vi dica, sarà l'effetto Tom, se c'è lui dimentico tutte le magagne, mi beo del suo nasone e via, gli appioppo il Chicken.
Aiuta anche la presenza della sempre bella agente SHIELDS, lei, cosa, Cobie Chan, Cobie Charlie Chan, fanculo Charlie Chan:
che in effetti è la vera protagonista del film, almeno in quanto a botte, ci dà che ci dà che ci dà.
Fa riderissimo che Jack Reacher all'inizio se ne va tutto ramingo per l'America, non gliene frega nulla di nulla e finalmente sembra aver trovato la pace, però ogni tanto telefona alla tipa, e alla fine si convince a prendere un aereo a andarla a trovare, e proprio in quel momento iniziano a succedere i casini. Però in effetti ributtando un occhio sulla foto di poco fa, anche io l'avrei preso quell'aereo. Più che altro perché quel plaidino mi farebbe di un comodo, per quando mi faccio le maratone film sul divano sarebbe perfetto, bello calduccio. Sì sì ci sarei andato anche di corsa da Cobie, corsa alla Tom, ovviamente (aggiornata al 2015):

Poi io sogno anche un universo condiviso estremo fatto così:

Ma forse la capiamo in troppo pochi per pensare di proporlo ai produttori...

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2016 • Giorno 2

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Hai presente quando l'altro ieri dicevo che andare a'a Festa der Cinema de Roma era come essere attaccati da un'orda di scleroderma infestanti del legno? Forse un pochino esageravo.
Ecco, non proprio un'orda, diciamo una decina. Solo che se avete fatto bene i compiti saprete che ogni singolo scleroderma infestante del legno può fare anche venti pizzichi, e quei pizzichi pruderanno per una settimana, sempre tantissimo, quindi insomma, andare a'a Festa der Cinema de Roma nel 2016 non è ancora la cosa meglio da fare. 
Ma noi PASSESSORI CI ANDIAMO LO STESSO!
Chi sono i Passessori? Quelli che posseggono il pass. Che sono i pass? Sono quell'aggeggino che quando ancora non ne avevi mai avuto uno, da piccolo, ti sembrava una cosa fichissima, invidiavi un po' chi ce l'aveva, lo volevi anche tu. Poi - come ogni cosa d'altronde - quando ce l'hai scopri che è la più grande sòla che potessi prendere, tanto che io personalmente me lo metto in tasca perché andare in giro col pass al collo mi fa sentire un po' un appestato, cioè uno che ha pestato qualcosa che non riesce a togliersi da sotto le scarpe... GIURO CHE NON LO FACCIO IL PASS IL PROSSIMO ANNO [ricordarsi di aver scritto questa frase per poi copiarla/incollarla e fare battute tipo "l'avevo giurato! Mannaggia a me!" nel post del 2017.]
Siamo alla seconda giornata. Questa volta non si scherza. Questa volta ci si alza alle 8,19 e alle 8,54 si sta in sala.
Ecco, abitare molto vicino all'Auditorium non aiuta, è come il canto di sirene, solo che io penso sempre siano queste
invece il massimo della ficaggine vista quest'anno è stata una mummia incartapecorita che poi ho ricostruito col Carbonio 14 essere Gabriella Carlucci. Che è comunque meglio di quella volta che ho visto la Santanché. Me la sono sognata per settimane la Santanché, solo il Babadook è riuscito a sostituirla.
Insomma Sabato scorso di buon mattino eccomi tosto e lesto pronto a vedere un film itaGliano che "Dài oh, Daniele Vicari ha fatto DIAZ, un cazzo di filmone pazzesco, profondo, necessario che veramente ce ne fossero di film necessari in ItaGlia! Non i soliti mattoni di vite complicate di gente semplice che gli succedono i peggio macelli del mondo ma loro non perdono il sorriso e vanno avanti contro tutte le cose orrende e dolorose che la vita gli scaraventa addosso! Viva Vicari! Ci vengo anche alle 9 di sabato mattina a vedere
Sole cuore amore
Trama: Il solito mattone di vita complicata di ragazza semplice che le succedono i peggio macelli del mondo ma lei non perde il sorriso e va avanti contro tutte le cose orrende e dolorose che la vita le scaraventa addosso!

Esatto. 
Questo film veramente non si capisce come gli sia uscito. Macheccazzo. Scusate se prendo d'aceto - non mi capita mai - ma veramente andare a vedere un film di un regista che reputi impegnato, bravo, lontano da una massa uniformata di "ritratti d'inferno con famiglia" a cui ci hanno abituati i vari Comencini, Costanzo, Archibugi e tutti quanti gli altri, mi fa proprio cadere le braccia e anche qualcos'altro.
Un brutto film, noioso ai limiti del "BASTA CON QUESTE TROMBETTE JAZZ! BASTA! BASTAAA!" che insomma il discorso di routine atroce "mi alzo/lavoro/dormo repeat e poi muori" che uno deve fare per vivere posso pure sopportarlo, ma alla DECIMA scena di lei che prende la metro della Linea A stracarica di gente e poi l'autobus stracarico di gente e poi l'Acotral stracarico di gente per tornare a casa ogni sera e la mattina rifare il tragitto al contrario per arrivare a mille chilometri da dove vive e farsi trattare da schiava in un bar, io capisco sedersi e cercare di essere empatici coi protagonisti dei film, ma cazzo così è troppo. La facciamo tutti un po' questa vita no?

E va bene magari qualche agio in più della protagonista del film ce l'abbiamo ma oh, chiamatemi Lannister, ma insomma la verità è che io con questa deriva disperata e disperante che certi film ci propinano proprio non riesco a empatizzare.
Un esempio spicciolo? La famiglia della protagonista ha QUATTRO FIGLI (uno minuscolo) e il marito NON LAVORA e allora sai che? Io a lavorare TI CI MANDO A CALCI IN CULO finché la punta dello stivale non ti esce dalla bocca (belle immagini, sono sempre la specialità di CB) e non mi venire a dire che non trovi lavoro perché diosanto fai il muratore, mica il perico nucleare.
È la stessa sensazione provata per film come Gli equilibristi o La nostra vita, film che se lo scopo era farmi prendere bene la mia vita perché facendo il confronto con la merda della sua vita allora in confronto io sono il Principe di Zamunda, ok ci siete perfettamente riusciti, ma che senso ha? 
Tutto lo spessore che sembra avere un film del genere, di denuncia e psicologica profondità, si perde in diecimila trombette suonate dal vento.
E poi sarà anche il fatto che si intitola così e mentre mi dico che insomma, non è che adesso TUTTI i film italiani devono chiamarsi come una canzone, mi rode anche il culo che solo a pronunciare il titolo mi viene in mente questa canzone qui:

Il fatto che non ci sia manco la locandina sul web la dice lunga sulle fortune che potrà avere il film. Ed è un gran peccato e per Vicari, che rimane uno che dovrebbe fare altri film bellissimi come DIAZ per non farci credere che quello gli sia venuto per caso, e per la Isabella Ragonese che ok, è brava ma non è per nulla aiutata da un film estremamente piatto.

OH! Ma non sai che mi è successo! L'altro ieri stavo a cena (in un posto lontanissimo da'a Festa der Cinema de Roma e vedo una che "ma sarà mica la Ragonese quella... ma no è molto molto molto carina, nei film non lo è mai così carina... e invece.. oh... è lei... che faccio vado? Me butto? Me guarda. Me sta a ciocca. Io vado eh..."
Poi no, stava guardando il cameriere che mi stava dietro. Be' comunque Isabella sei molto più carina dal vivo, te lo devo dire. Poi ho anche scoperto che stai con quello pelato dei Subsonica, quindi adesso se esiste il karma dovresti volere tantissimo fidanzarti con me, perché te l'ha mai raccontato il cantante pelato dei Subsonica che mi rubò una ragazza davanti agli occhi una volta? E sono cose brutte che uno meglio che non racconta in effetti...
Però niente, mi dispiace Isy, non s'ha daffare 'sta cosa di tu e io sposati perché io già ho accanto la sola e inamidabile MARGHERITA. 
Purtroppo solo per una settimana l'anno, ma che settimana signori miei, mi dà una verve tutta nuova, soprattutto perché le sue recensioni sono così belle e divertenti che per non sfigurare con le mie tirate via, mi impegno moltissimo ad essere il più serio, forbito, contrito e intelligente che posso, si nota ve'?
Insomma sabato c'è stato questo momento incredibile dove Marghe e CB sono riusciti a incastrare, per la prima volta, le rispettive visioni evidenziate sul programma e sono andati a vedere un film insieme. È andata così.
Marghe: Oh CB. Andiamo a vedere un film insieme. Che vuoi vedere?
CB: Io voglio andare a vedere Cicogne in missione! Cioè troppo di ridere con queste cicogne che fanno le missioni. Capito?! Un film di cicogne e di missioni! Sarà riderissimo con le ali tutte storte e poi tipo devono salvare un neonato troppo tenero e poi è cartone animato, capito che ridere. Dai una roba easy, io solo roba easy. E tu che vuoi vedere?
Marghe: Quello delle ragazze francesi indottrinate dall'ISIS via web.
CB: Ah. Sì appunto eaSIS, eaSIS, quello che dicevo io, certo, importante, profondità, è il mio genere. Andiamo.
E insomma capite! Per la prima volta si va al cinema insieme io e Marghe, Marghe e io con gola secca e polpastrelli sudati (o era il contrario) ce ne andiamo in sala. Peraltro la più scomoda del festival, quella proprio con le sedie della balera romagnola messe lì. Però dài mica mi lamento, anche m'avessero dato la sedia tortura tipo Vergine di Norimberga io mi ci sedevo perché finalmente, dopo anni che sognavo sta storia lo sai sento il cuore che mi rimbalza in bocca perché...  potevo vedere il processo creativo di Marghe!!!
Avevate pensato altro? Madonna come mi conoscete poco, è ovvio che io l'ammiro tanto perché fa queste recensioni così belle che le vorrei sapere fare io. Che maleteste che siete. 
Ecco il film che abbiamo visto insieme.
Ci tengo a dire che sono d'accordissimo con tutto quello che ha scritto Marghe, soprattutto quella cosa che si è innamorata di me... ah non l'ha scritto... pensavo di averlo percepito durante il processo creativo... Boh forse devo cambiare occhiali. O anche solo metterli aiuterebbe.
Ma ecco che alla fine del film io e Marghe ci salutiamo, io mi riprendo tutte le mani che avevo tentato di allungare e aspetto fino a sera tarda per vedere:
The Birth of a Nation

Trama: 12 minuti schiavo

Senti, io posso pure capire che la questione schiavitù in America è veramente ma veramente una nota dolente, e ogni anno deve uscire almeno un film che ci ricorda quanto pezzi di merda sono stati gli americani (ma poi non è che i tedeschi, gli spagnoli, gli italiani, gli egiziani, tutti quanti, siano mai stati da meno eh) con i neri.
Ma dopo appena tre anni farmi un remake di 12 anni schiavo mi pare un po' forzato. 
Ma attenzione, siccome in 12 anni schiavo il protagonista si prendeva mazzate penosissime fino all'ultimo minuto, questa volta il giovane regista e attore decide di raccontare una storia che ad un certo punto cambia completamente registro e diventa Django.
In realtà il film è sì un remake, ma di un film di cento anni fa, un film che puoi aver visto nella tua vita solo se hai fatto l'Università o sei pazzo. Io l'ho visto. Non vi dico per quale dei due motivi.

Comunque di quel film mi ricordavo solo che durante l'esame (dal professore o dal medico?) dovevo dire che avevano usato attori bianchi pitturati anche per fare i neri.
Invece in quello moderno ci mancava che usavano attori neri per fare i bianchi.
Il problema di BoaN è che vuole per forza far vedere che non tutte le storie di neri schiavi sono andati come ci racconta hollywood, ci sono state volte che un nero su 1 milione dopo anni di soprusi atroci dove questa gif è la cosa più leggera che possiate immaginare e pensate un po' a quelle pesanti

ha preso forconi, martelli, coltelli e ha fatto il culo all'uomo bianco

Però tutta l'epica della ribellione e della libertà è filtrata da questa sensazione fastidiosa di consapevolezza "figosa". Non c'è molta naturalezza nel film, è proprio un bignamino di scene che funzionano che per carità, funzionano, ma se le fai perché già lo sai, perdono di mordente.
Oh. Ma dite che che sono razzista perché prima ho nominato lui?

Sere Nerve

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Nerve
Trama: Pupazzi di nerve

Ahà! Non te l'aspettavi quel Chicken a 'sto filmastro, di' la verità. E invece eccolo lì, in tutta la sua arroganza: un bel Chicken appioppato a un film per ragazzini i cui protagonisti sono "la nipote di" e "il fratello di", un film che parla di un gioco-social che si chiama Nerve ed è praticamente fatto così:
Tu ti colleghi al tuo computer o allo smartphone e ti appaiono un sacco di popup di Nerve, tutto fatto a neon così se hai l'epilessia muori direttamente

comunque Nerve è un gioco in cui ci sono i giocatori e gli spettatori. I giocatori fanno le cose, gli spettatori gli dicono cosa fare, se il giocatore fa la cosa, becca i soldi. Insomma il gioco della bottiglia, ma senza "verità", solo "penitenza"

E come ogni gioco della bottiglia che si rispetti la prima cose da chiedere è "dai un bacio di 5 secondi a". In questo caso la protagonista chi te becca? Un mezzo fico, ovvio.


Da quel momento i due iniziano a "playare" insieme perché si accogono di fare più soldi e finisce che se ne devono andare in giro nudi per i negozi e tutte cose che all'inizio ridere

poi però la posta in gioco si alza e UAU potrebbero lasciarci le penne! Tipo che uno gli chiede di andare in moto a fari spenti nella notte per vedere se poi è così facile morire

Cosa succederà? Tutto quello che potreste aspettarvi da un istant young adult che sfrutta la frenesia social dei ragazzetti e delle ragazzette, che alcune addirittura per avere più follower su Nerve fanno questa cosa atroce:

Ma veramente assurdo! Scandaloso! Voi lettrici mi raccomanto non lo fate eh! Cioè non lo fate senza avvertirmi...
Insomma Nerve, filmetto tutto pieno di neon rosa e blu perché rosa è da ragazzette e blu e da ragazzetti


si muove su una superficie glitterata che se gratti profuma come quella di certe cover di magazine per teenagers, ma nasconde una possibilità, un futuro possibile, insomma - sta per arrivare la bomba - Nerve è una puntata di Black Mirror per ragazzini che si spaventano di vedere Black Mirror, che è troppo serio e poco pieno di neon.
Non ci sono veri cattivi se non un incorporeo "deep web" e alla fine tutti si coalizzano contro il male fatto di bit, lieti fine, baci, telefonini spenti, sederi al vento, ma se ci pensi un po' di più, un gioco come Nerve andrebbe fortissimo nella vita vera, e mieterebbe un sacco di vittime. Non so se ti ricordi a inizio agosto cosa è successo per du' Pokemon, pensa se lo fanno a soldi. Forse esiste già e non lo so? DITEMI DOVE CI SEGNA!
Insomma Nerve è un film con morale, proprio come quelle morali finali che ci propinava Mister T alla fine del sue cartone animato, ve le ricordate? Quanti insegnamenti mi ha dato Mister T, se sono così lo devo a Mister T.

E la morale di Nerve (riassunta: Social pericoloso brutto - Vita vera bello da provare) secondo me può attecchire meglio sulle giovani menti con un filmetto così che con quelli che salgono su un pulpito e che ti fanno i video musicali ATTENZIONE A VIVERE CON LA TESTA SEMPRE NEI TELEFONINI PECORONI SE C'È UN BURRONE NON TE NE ACCORGI E CI CASCHI DENTRO! IN QUESTO VIDEO C'È UN MESSAGGIO IMPORTANTE:

E dove mai vorrai lanciarlo il tuo messaggio importante antisocial se vuoi arrivare alla grande massa, oggi?
Esatto! Seguite CB su FACEBOOK! Su TWITTER! Su INSTAGRAM! Su TUMBLR! Su TIND... ah no quello l'ho tolto... che per quanto cercassi non l'ho trovata la proprietaria del culo di prima:
All'anteprima grande utilizzo di filtri Snap. Un buon lavoro social media giustificato dal film, una sorta di Inception (sto facendo paragoni molto alti, me ne rendo conto...)

I titoli finali, che riprendono le grafiche dei più famosi social, mi hanno divertito. Sono una specie di versione edulcorata dei titoli di testa di Enter the Void.

Oppa Gamma Ray

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L'incredibile Hulk
Trama: Hulk con le Hogan

L'unica cosa incredibile di questo film è la sua sbagliatezza TOTALE.
È totalmente brutto, non c'è una cosa bella, persino Liv Tyler sparisce di fronte a tutta la bruttezza che ha intorno. Sembra incredibile che questo sia comunque un film del canone MARVEL, che sia anzi uno di quelli che hanno preparato la strada all'universo che conosciamo ora e che soprattutto conoscono i direttori di banca dei CEO della Marvel.
La cosa più brutta di tutte sono gli effetti speciali. SPECIALI?
Manco le scene di transizione di Resident Evil (quello per PS1) sono così plasticose, finte, computerizzate male. Ma come li ha fatti gli effetti? Col Grillo Parlante?
Poi non so se hanno mappato male la faccia di Eddie Norton (in una delle sue peggiori uscite pubbliche, peraltro, quanto si vede che non gli andava rasenta il ridicolo, manco quando mette la mano sul culo della Tyler è convinto), ma questo Hulk pare tipo un bambino mostro con la faccia pulita ma la pelle verde... stranisce:
Benedetto sia l'arrivo di Mark Ruffallo sempre
Il cattivo è una roba tipo Albinoide sempre di Resident Evil e Doomsday. Un coso grigio scemo che parla con la voce di uno che fuma troppo. Sprecatissimo quell'attorone di Tim Roth.
Comunque fa un po' impressione vedersi questi film di una Marvel appena nata, sembrano vecchi e brutti (questo lo è) e non ci si può credere che siano diventati l'impero del Marvel che sono ora, dopo questo Hulk plasticoso e noiosissimo.
Ho rivisto questo film solo perché domani vado all'anteprima di Dr. Strange e ripassa che ti ripassa questo era l'unico che avevo visto una sola volta (e avevo fatto bene, a quanto pare).
Ecco Strange che sbarca il lunario prima di approdare al cinema:

A 24 ore dalla visione un pochino di attesa mi è salita. Vediamo un po' se devo uscire con questa faccia eh

Ovviamente intendo quella del tassista.
Comunque se proprio OGGI volete ripassare tutta il Marvelverso fase per fare ecco qui: FASE 1: Iron Man (non ce l'ho) - Iron Man 2 - Thor - Captain America - The Avengers - Iron Man 3 - Thor: Dark World - Captain America 2 The Winter Soldier - Guardiani della Galassia - The Avengers 2 - Ant Man - Captain America Civil War.

CB ANTEPRIMA • Doctor Strange

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Dottor Strange
Trama: Strange Things

Ho sempre pensato che chi si mette a fare le liste tipo 10 COSE MEGLIO DI... non avesse voglia di fare bene il suo lavoro. O magari non lo sapesse proprio fare. AH! Bello mio! Troppo facile fare la lista di 10 cose senza fare un discorso completo, approfondito, didattico ma non didascalico, divertente e magari pieno di spunti di riflessione. Se non hai tempo o voglia di fare una bella recensione, non la fare, nessuno ne sentirà la mancanza, piuttosto che fare la lista delle 10 cose vatti a fare una passeggiata durante la tua pausa pranzo no?Io dico altolà agli articoli faciloni con le liste!
Ho visto l'anteprima di Doctor Strange. Queste sono le 10 cose che ho pensato vedendolo.
10. Ci siamo. Siamo palesemente arrivati al punto in cui i personaggi "minori" MARVEL sono dieci volte più divertenti, interessanti e acchiapposi dei principali (Cap, Iron, Thor...). Saà che è da tanto che degli altri non vediamo un bel origin movie, film che portano con sé quelle scene di "sono un primario ricco e stronzo - acquisto poteri - divento primario ricco, meno stronzo, più sarcastico, faccio fili luminosi di capodanno dalle mani"

e anche gli scudi di Cap America solo per il LOL

Insomma Guardiani della Galassia, Ant-Man e questo Doc S. sono, al momento, di gran lunga meglio dei baracconi Avengers che devono per forza contare il minutaggio delle star che ci sono dentro, a discapito di una leggerezza, persa nei cachet di Downey Jr. 
NON OSO immaginare cosa succederà con i prossimi Infinity War, dove ci saranno TUTTI. 
9. Benny è assolutamente perfetto (se metto bold, corsivo, sottolineato si capisce quanto è perfetto?) in questo ruolo. Sembra fatto per lui sin dagli anni della creazione del personaggio (1963).

Veramente siamo ai livelli che solo Downey Jr/Tony Stark è così azzeccato.
Certo il precedente non era proprio un granché

8. Del tutto sulfurea la sua love affair, Rachel McAdams (è mai stata corporea la ragazza? Al momento la ricordo solo come pulcina di Ryan Gosling in quel film carammelloso). Trasparente anche coso lì, 12 anni mago, Chiwetel, che dovrebbe essere fido amico di Strange e invece la cosa più bella che fanno insieme rimane questa
With Great Power Comes Great CGI
Diverte la Tilda in versione Antico che la vedi così:

ma pensi tutto il tempo a lui

o a Moby. Uno dei due.
Comunque il fatto che i cinecomics si possano permettere di avere cast ipermegaoscarizzati (in questo ci sono un oscar e almeno 4 candidati) ha oltrepassato il paradosso.
7. I trip lisergici e visionari, caleidoscopici e flashosi che si fa Strange nel film urlano a tutto spiano una sola parola: LADDROGA! Sì! Se non è un viaggione da LSD quello, non lo so io (e vi parla uno che ha fatto UN tiro di spinello in vita sua e ancora ha le visioni):




Frattali, cristalli, sdoppiamenti, scie luminose, specchi Kubrick sarebbe contento.
6. Un altro che sicuramente è contento è Nolan. L'eredità visiva lasciata dal suo Inception (che altri non era che Escher in versione film fatto bene, non come Labyrinth) è quasi assordante. Questa volta però oltre ai palazzi


si accartocciano i singoli elementi di arredamento di case, salotti, templi. Tutto in un mega sogno bagnato di studenti di architettura che amano Gaudì 

Sono belle scene, diverse da quello che abbiamo già visto nei Marvel movies e soprattutto visivamente impeccabili (troppo spesso ci sono nei cinecomics quelle atmosfere da schermo verde che ti buttano un po' giù).
Ah, e lo scontro finale, giocato sul margine del tempo, è proprio fichissimo. È uno scontro di botte come se ne sono visti, ma si svolge nel più bello dei contesti visti fino ad oggi. Nessuna fabbrica abbandonata, covo supersegreto dell'Hydra, grattacieli. Si svolge nei dieci minuti fa. Capirete vedendolo.
5. Mi è piaciuto molto tutto il mucguffin dell'Occhio di Bergamotto... Come? Non è Bergamotto?
4. Il mantello! Quando arriva il mantello è tutto un grand divertimento!

È il mantello più interessante dai tempi di quello dell'invisibilità ed è più che logico che sia stato tessuto ad Agrabah
3. OH! Finalmente un cattivo degno! Ma non tanto perché sia indimenticavile (quando un refuso crea un bellissimo neologismo), piuttosto perché era dai tempi di Loki che non si vedeva un cattivo essere al tempo stesso fumettoso (il suo mascara spaziale DEVE diventare il nuovo must di tutti le zio-makeup della youtubesfera)

ma anche pericoloso (la sua motivazione è più che sana: vuole il potere, lo vuole tutto, e lo vuole ora)

E poi, qui la cosa meglio, ha quella faccia assurdamente bella di Mads Mikkelsen, che quando si fa pezzi del genere con il Doc





Riesce addirittura a rubargli la scena. E non era facile, con Benny e la sua faccia assurda assurda in modo bello.
2. Era... quella cosa... che lui va... e poi... AH Sì! (Mi sono ricordato dopo due ore). Ci ho rimediato il quadernino magico gichi gichi oh!
1. Evviva Doc Strange che mentre gira il film entra in una fumetteria e chiede una copia di se stesso
Ti è piaciuta questa lista? Ti potrebbe piacere:

SIAMO SERIAL • Horror Quo Vadis?

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AAAAAHHHHHHH! Che paura! Ieri non è uscito manco un post e a me si è fermato il cuore!
Che pensavate che avevo avuto paura per delle serie tv di paura? Ma per piacere...
Dunque facendo un rapid(issim)o calcolo tutto è iniziato con il successo di American Horror Story, la prima vera serie horror (intendo proprio horror, non mezzo mezzo, proprio horror, talmente horror che infatti è una paccottiglia di tutti i sottogeneri canonici). Poi è arrivato Walking Dead, con le sue premiere da miliardille di telespettatori, e da lì via tutti a fare serie horrorifiche. 
Peccato che il risultato sia stato (quasi) sempre deludente, e che anche le serie che portavano la corona (appunto AHS e TWD) siano diventate la bruttissima copia di se stesse.
Ripassate gli ultimi 4 anni di serie horror leggendo questo, questo, questoquesto e questo (visto che bravo ho messo tutti i link, anche questo).
E andiamo avanti con lo stillicidio parlando di quanto non sono riuscito ad andare avanti con:
Fear The Walking Dead • Season 2 (l'altra metà)
Trama: Messico e scatole

Sì lo so che ho detto più volte che FTWD mi piaceva perché era più vivo e vivace della serie madre, ma devo ammettere che c'è voluta una sola serie per farla diventare ESATTAMENTE come quella di cui è spin-off, anzi prequel, solo che coi messicani.
Non capisco come non riescono a staccarsi dal loop: i protagonisti scappano dagli zombi - arrivano in un luogo protetto che sembra sicuro e dove forse si può creare una nuova società - qualcuno dei protagonisti fa un casino e fa entrare gli zombi - i protagonisti scappano dagli zombi - repeat.
Sempre così oh. Ormai non variano più neanche i personaggi (c'è sempre la mamma preoccupata, il prete predicatore ma laido, il cattivissimo spietato, il ragazzetto che in fondo in fondo nell'apocalisse zombi ci sta pure bene)...
Sembra che anche al cinema, dopo cinque sei anni di zombi in ogni dove, si sia decomposta la passione anche per loro. 
Next mostro? Io voto fortemente uomini lupo. Ma sono di parte.
Comunque di questo non sono riuscito a vedere ancora l'ultima puntata che mi è ricominciato sotto il naso
The Walking Dead • Season 7 (SETTE?!)

Trama: Una mazzata in testa non si Negan a nessuno

Vi ricordate che eravamo rimasti con uno dei cliffhanger più furrrrbi del mondo, quello in cui c'era lui (che NON è Javier Bardem, anche se sembra)
che faceva ambarabàciccìcoccò con tutti i protagonisti della serie messi in fila pronti a farsi ammazzare.
Ora. Finalmente sappiamo chi ha ammazzato con Lucille (la mazza col fil di ferro), e per chi ha letto il fumetto (tipo me. Ma vostro onorè GIURO che è l'unico fumetto che leggo. non mi porti via le ragazze!), è stata una mezza sorpresa, anzi una mazza sopresa...
 
Scene mai così violente, palesemente fatte per far parlare di sé dopo sette (SETTE?!) stagioni. 
In realtà una pizza. Una pizza sette stagioni...
Negan può regalare ancora tanta cattiveria (nel fumetto lo fa), ma secondo me tempo una mezza stagione e A) se ne va dal cazzo perché l'attore costa troppo B) diventa solo una maschera di Halloween. Ah, già lo è:
Sentite io non resisto, è talmente una goduria essere stato smentito - vi ricordate quella volte che dissi che alcuni personaggi di TWD non potevano essere uccisi? - che devo per forza aggiornare il mio bollettino The Deadding Dead
Ah, che bello aver messo quella crocetta, che bello. Per l'altra un pochino mi dispiace. Mi dispiace un po' più di quando mi si è slacciata la scarpa l'altro ieri, e un po' meno di quando ho dimenticato di ordinare anche le mozzarelline fritte su Just Eat ieri.
Mentre mi dispiacevo per le mozzarelline fritte mancate ho visto la prima puntata di:
The Exorcist
Trama: Ronald Regan

Che a malapena mi ha spinto ad arrivare fino alla fine.
C'è da dire che ho un amore folle per il primo e unico Esorcista, che ancora ritengo un film capace di terrorizzare come nessuno dei suoi mille cloni, ma questa serie, oltre alla presenza di una Geena Davis alla ricerca palese di un'operazione in stile Jessica Lange di AHS (e anche chirurgica) e a una scena in cui una ragazzina posseduta si muoveva in modo fatto bene pauroso, non mi ha lasciato nulla di nulla.
Ammetto anche che siccome tra SOLI due mesi devo fare i CHICKEN BROCCOLI AWARDS mi faceva comodo vederlo perché c'è il trend esorcismi quest'anno.
Chiudiamo come abbiamo aperto, con la madre di tutte le serie horror
American Horror Story - Season 6 (SEI?)
Trama: Fatality Show

Dopo aver fatto la casa, il manicomio, il collegio di streghe, il circo e l'hotel (che comunque non ho finito di vedere, tiriamo fuori gli scheletri dagli hard-disk), ora è il turno del reality show, ma con le ricostruzioni filmate, quindi sdoppiamento tra interviste con gli attori che dicono "e poi successe questo" e altri attori che fanno gli stessi personaggi che fanno vedere cosa è successo, sì insomma tipo Ultimo Minuto, ma horror.
Che poi se ci pensi Ultimo Minuto era bello horror pure lui:

(Sì avete sentito bene. Gabriele Muccino lui.)
Sempre belle le locandine
ma poi ho visto la prima puntata e non mi ha dato neanche un brivido (la puntata, eh), non ho mai e dico mai avuto voglia di vedere come sarebbe continuata. 
Parafrasando: non sono io, signori che fate le serie e ormai non vi impegnate manco più tanto la gente non ha capito che le serie sono MORTE, siete voi. Perché quando arriva una serie bella davvero, io me la vedo eccome, eccome se me la vedo.
E ringrazia che non ho ricominciato The Strain 3, Ash vs Devil 2 e non ho neanche cercato Van Helsing al femminile. E ringrazia pure che non metto questo post nella rubrica NOTTE BROCCOL perché... no, non posso dirvelo, farebbe troppa paura.

CB ANTEPRIMA • Sausage Party

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Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia

Trama: Food Porn

Il problema della seconda generazione del Frat Pack, che è questa cosa qui:
è lo stesso identico riscontrato nel loro film tutti insieme fino alla fine del mondo, quel The End of the World in cui i vari Rogen, Hill, Franco, Cena, Rudd, Robinson facevano semplicemente quello che fanno durante una cena, o una festa, o un pomeriggio a vedersi una partita di football: cazzeggiare. Il problema, appunto, è che non è detto che le cose che fanno ridere te e il tuo gruppo poi facciano ridere tutti gli altri, soprattutto quando presumibilmente il più presente a se stesso è quello che si è già scolato 5 birre e fatto due cannoni. Anzi, le dinamiche di ridere che si creano nei gruppi sono proprio quelle che NON fanno ridere gli altri, perché sono frasi, parole, accenti che fanno leva su accadimenti di quel gruppo, sulle dinamiche di quel gruppo e sulle personalità degli appartenenti di quel gruppo.
Insomma quando tutti loro fanno i film insieme non fanno ridere praticamente mai, mente quando li prendi separati mi piacciono quasi sempre tutto (con picchi massima di amorevolezza per Carell e Rudd).
Non fa eccezione questo cartone animato sporcaccione.
Sporcaccione becero, sporcaccione perché il plot è lui:
che vuole riempire lei:
Sono un pisello e una vagina, ma assomigliano un sacco a un wurstel e un panino. Ah no, è il contrario.
Insomma hanno antropomorfizzato il cibo. Nulla che non fosse già stato fatto tante volte. Qualche esempio? Eccolo:


Ma ce ne sono veramente milleioni dalla notte dei tempi della creatività. Antropomorfizzare qualunque cosa è mai tipica dell'essere umano. Basta pensare a lui:

UOMO che giochi a fare Dio e antropomorfizzi tutto! Un giorno capirai che c'è solo una cosa che non potrai mai antropomorfizzare! È l'UOMO! Non ci avevi pensato eh! Pensaci!
Insomma quei due, come tutti gli altri prodotti del supermarket, non vedono l'ora di essere comprati da qualcuno per superare le porte automatiche, che per loro rappresentano le porte di un grande Oltre paradisiaco 
Non sanno che quando arrivano in cucina iniziano ad essere spezzettati, tritati, spellati, cotti, bruciati, sciolti o mangiati vivi. Una scena horror fatta bene, devo ammettere:
Insomma è una specie di Toy Story ma coi cibi che vivono quando gli umani non li guardano. E invece di essere simpatici e carini, ruttano, scureggiano e vogliono scopare.
L'intento di fare il cartone animato becero e cazzone è palese, e questa è l'unica missione riuscita, perché se volevano anche far ridere, be', non ci sono riusciti, e se volevano fare una cosa "di rottura", be', forse in questo sono riusciti, rottura, ma "di palle".
Sausage Party diverte una volta quando vedi tutti i prodotti del supermercato che cantano e prendono vita e capisci che corsie e reparti sono come quartieri di una città dove il reparto cibi cinesi è Chinatowm, quelli messicani vivono in una specie di Tijuana, i frutti in campagna e via dicendo.
Poi ti viene da ridere la seconda e terza volta per un paio (non di più) di battute riuscite.
E, infine, riesce ad essere interessante solo nel finale quando finalmente, conclusa una storyline stupidissima e diluita troppo, tutti i cibi del supermercato si lasciano andare a un rito orgiastico di sesso e cibo degno di un baccanale romano. Ammetto che mi ha divertito, titillando la parte cinepanettonesca del sottoscritto.
Ah, il villain è una lavanda vaginale a cui i protagonisti tolgono la possibilità di entrare in contatto intimo con la cliente che la compra.
Dove sta lo sbaglio? Sta nell'aver creduto che bastava la storia di un salsisello che voleva entrare nella panigina - un'idea che non metto in dubbio sarà stata uno spasso con dei chilum in mano - per costruirci un film tutto intorno. E sta, ancora, nell'aver creduto che un libertinaggio spinto non equivalga mai all'offesa, che il cattivo gusto (in questo caso mai così adatto come scelta di parole) sia sempre divertente, che se fai una cosa politically scorrect hai vinto di default. Mai vero.
Al doppiaggio mille attori, oltre a mentri d'hoc del Frat Pack come appunto Rogen, Rudd, Hill, Cera, Wiig, anche Edward Norton (nel ruolo di un bagel ebreo che parla come Woody Allen e poi di fa riempire il buco da una pita Araba), Salma Hayek (nel ruolo di una taco lesbica), una cosa che in effetti, ora che ci penso, di certo migliora il film; io l'ho visto in italiano e sentire "cazzo" ogni quattro parole non è stato poi così spassoso. Gli accenti americani probabilmente aiutano, in italiano siamo alla solita con gli accenti napoletani e siciliani.
Ma rimane che Sausage Party fa ridere pochissimo, forse avessero fatto un corto animato sarebbe stato meglio. Del tipo che sono più riuscite le gif promozionali tipo adv anni 50
NoneNone
None
e quando Seth Rogen è andato a doppiare i cibi nei supermercati americani:

Ma meglio di tutto sarebbe stato fare un film su di loro. Ce li avevo tutti:

O su questa gif:
hot dog buns life meaning
Il gadget che ci abbiamo rimediato durante questa anteprima è stata questa inservibile shopper

CB ANTEPRIMA • La ragazza del treno

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La ragazza del treno
Trama: Ragazzella in carrozza

Ma quanto ci hanno messo a fare questo film? Dieci minuti? 
Il libro è uscito nel 2015, neanche il tempo di diventare un bestseller ed ecco il film, manco Il codice Da Vinci aveva avuto un instant-trattemento del genere.
Che poi il libro non l'ho letto ma mi sa che anche avessi iniziato non avrei fatto in tempo, a pagina 100 era già arrivato il trailer, a 200 il film, a 300 l'home video. Prima dell'ultima pagina già c'era La ragazza del treno dopo.
Ma com'è questo instantmovie? Grazie della domanda.
Guarda alla fine non è male, a patto che riesci a non addormentarti durante la prima mezzora, che è abbastanza noiosa e ha quel tipo di andamento stranetto di quelli che non vogliono accettare di aver fatto un film al volo solo per monetizzare il successo del libro e quindi cercano di fare un po' quel cinema d'autore di silenzi, sguardi, frasi a metà che uno dopo un po' se rompe pure, 
Infatti all'inizio si raccontano tutte queste storie spezzetate di cui non si capisce l'inizio e la fine, i collegamenti, anzi a volte sembra quasi di trovarsi di fronte un thriller-horror, con luoghi della mente, ricordi che cambiano, realtà alternative, quasi che c'è del paranormale; . Alla fine le storie si uniscono, ma troppo "poi" per essere realmente coinvolgenti. 
Quindi l'idea di dare una qualche profondità al tutto fallisce, ma non miseramente, perché proprio fallendo il film si risolleva: quello che fino a un minuto prima voleva essere un film d'autore che si prendeva i suoi tempi, i suoi spazi, le sue interpretazioni, si trasforma in niente più che un thrillerazzo del vecchio e più rassicuramente tipo "Chi ha ucciso la ragazza? Lei lo sa chi ha ucciso la ragazza? È stata lei a uccidere la ragazza? INSOMMA CHI CAZZO L'HA UCCISA LA RAGAZZA LO SA LEI!?"
con risvolti ai limiti del Mommy Thriller (per chi non ricordasse cosa sono i Mommy Thriller). Questo andamento è palese nel cambiamento dei personaggi. Sono tutti in un modo all'inizio del film, poi cambiano tutti diventando il loro opposto (la femme-fatale diventa la vittima, la pazza diventa quella che c'aveva ragione, l'amante diventa la moglie, il buon marito... vabbé...). Tutto in un florilegio di cose un po' viste, ma almeno più chiare e comprensibili,  quindi meglio di quelle che volevi fare lo strano invece sembra proprio che non sapevi dove mettere le mani. D'altronde va sempre così, anche coi libri, se diventano bestseller devono per forza essere un po' superficiali, capaci di essere capiti da tutti, anche un po' più banali... guarda la Bibbia...
Emily Blunt purtroppo sta diventando un po' meno bella di come ce la ricordavamo, e anche se è brava, si capisce talmente tanto che hanno corso tutti come i matti per farlo uscire nel più breve tempo possibile che anche la sua presenza ne risente. Piange, ride e fa di conto su ordinazione, 
Invece bisogna tenere sotto stretta osservazione tale Haley Bennett, classe 1988 potresti essere mia figlia! Questo sito non è un albergo! Adesso ti chiudi in camera tua!
Ed ecco i 5 TRENI CHE TUTTI VORREMMO PRENDERE Perché mi dicono che mettere le liste di cose tira più di un treno merci.
5. Il treno di Source Code
4. Il treno del primo film proiettato dai Fratelli Lumiere che la gente è scappata dalla sala perché aveva paura gli andasse addosso
1. L'espresso per Hogwarts (questa era logica...) 

H&M

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Harold e Maude
Trama: Haroldica

ATTENZIONE! Rischio recensione melensa! Sono cavoli amari amici, cavoli a melensa.
Dunque, mi sembra davvero assurdo che in TUTTO CB (roba di 2000 film e 7 anni di recensioni una al giorno esclusi festivi e feste comandate e giorni in cui non so cosa possa esserci di più importante da fare che scrivere roba su film) non ci sia Harold e Maude, un film con cui sono davvero cresciuto, che ho visto rivisto stravisto e infatti l'ho rivisto ieri, inaspettatamente, perché non è come quella volta che iniziarono a darlo a rotazione su TELE+3 - vi ricordate TELE+3? Era l'unica non a pagamento e facevano un film al giorno a rotazione. Questo una volta, La guerra lampo dei fratelli Marx un'altra, Casablanca un'altra ancora... ma che programmazione geniale era? Poi ci misero delle ore di MTV e fine dei capolavori in loop.
Comunque, a parte TELE+3, qui siamo proprio dalle parti dei film che DOVETE vedere, che se uno ti chiede "l'hai visto Harold e Maude?" tu devi rispondere con questo sguardo

Ah, che sguardo, una roba che quando ancora non ero il Broccolo che sono oggi e non sapevo che cosa fosse la quarta parete, ogni volta che Harold mi guardava era proprio un momento di comune strafottenza contro le madri un po' petulanti.
Harold, il più sardonico, pessimista e adorabile di tutti

capaci di essere ancora oggi esempio di personaggio perfetto, scritto perfetto e con evoluzione interna al film perfetta. Sembra di ritrovarlo in almeno la metà dei film di Anderson e nella totalità di altri registi.
Tutto grazie al contraltare amoroso che non t'aspetti, Maude, ottantenne sciroccata capace di stupirsi ancora e di fare e dire esattamente quello che vuole (non è la cosa che dovremmo riuscire a fare sempre? Ci riusciremo a 80 anni? Io aspetto e vediamo...), talmente solare che non sembra possibile essere stata altrove quella che ha fatto nascere il figlio del Diavolo (la ricordate in Rosemary's Baby?)

Maude, l'unica frikkettona che sarei capace di sopportare in giro per casa, con i saponi naturali, i cibi vegetariani, le robe di energie (forse non l'unica, ora che ci penso...) e quella follia di vedersi consegnare da Harold un romanticissimo regalo e gettarlo direttamente in mare giustificando il gesto con un "Così saprò sempre dov'è".
Segnatevelo amiche: il giorno che qualcuna farà una cosa del genere con un mio regalo... «MA CHE FAI SEI PAZZA?! MA LO SAI QUANTO LO AVEVO PAGAT... ok sposiamoci.»
E al matrimonio mettiamo solo canzoni di Cat Stevens

Senti Cat Stevens e sembra tutto più facile. Cat power.
Comunquem visto tutto il pessimismo che si trasforma in ottimismo, vista tutta la tragica tristezza per la morte che si trasforma in gioia di vivere, vista la storia d'amore che - sul serio - è tra le più assurde del mondo, voglio dire, devi essere proprio convinto per spupazzarti un'ottantenne, non bastano mica le bolle di sapone

viste tutte queste cose, ho capito che Harold e Maude, oltre ad essere un Capolovoro pure, è proprio quel film che se vuoi fare il romanticone con una ragazza, la inviti da te, lo metti su e quella... quella o fa così:

o...
Dai vabbé pensavo peggio in quanto a melensaggine, non è andta così male.
Qualche illustracoso che però non soddisfa, mi piacerebbe vedere qualcosa fatto da chi non si limita a fare due ritrattini o una cosa videogiocosa vista troppe volte, idee?
Festeggiamo l'arte dello "sfondamento" della quarta parete della storia del cinema con questo video qui dove ce ne sono solo 400:

CB ANTEPRIMA • Oasis: Supersonic

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Continua a girare questa leggenda metropolitana secondo cui i critici cinematografici NON LAVORANO e quindi va benissimo fare le anteprime di pomeriggio, appena dopo pranzo, o ancora meglio addirittura DI MATTINA! DI MATTINA!!! C'È GENTE CHE FA COSE LA MATTINA!
E invece, se non vi fosse arrivata questa notizia, il sottoscritto dalle 9 alle 18 se gli dice bene sta al chiodo fisso (cioè, il secondo chiodo fisso...) in ufficio a mandare avanti il mondo e dalla sua postazione guarda con sdegno tutti quelli che pubblicano le foto con hashtag #anteprimafichissima #dimattina #noisìetuno #vivetraromaenewyork
Per rispondere a cotanta rosicata, ho deciso che quando mi invitano alle anteprime mattutine, porgo l'altra guancia e le REGALO! Dove per "regalo" vuol dire ovviamente "ci vai  al posto mio ma DEVI scrivere una recensione". E quando CB chiama, Vale se si tratta di documentari su gruppi musicali inglesi che hanno cambiato la storia della musica, risponde. Peccato che l'altra volta era vero... questa sul fatto che hanno cambiato qualcosa avrei da ridire e da ridere... tipo questa: meglio i Blur.
Vediamo com'è questo documentario forse un po' prematuro sugli Oasis, che non sono i succosi succhi di frutta ma il gruppo di fratelli monocigli che litigavano sempre tra un disco e l'altro. 
CB
Oasis: Supersonic

Ricordo bene chi mi ha messo in mano la cassetta con Wonderwall. Eravamo al liceo e Barbara ed io condividevamo tutti gli ascolti musicali. Funzionava così: una delle due comprava il cd originale e poi registrava la cassetta per l’altra, realizzando un prodotto personalizzato, come si usava negli anni Novanta. Eravamo tutti writers all’epoca e le cassette erano piccoli capolavori a china che ricalcavano i font che vedevamo in giro. Per dirla tutta, non li chiamavamo manco font ma “scritte”, perché né io né Barbara avevamo il computer e studiavamo latino e greco, mica Illustrator. 
In nome della cassetta di (What’s the story) Morning Glory tutta “ricamata” dalla mia amica del liceo, prima di parlare di Oasis: Supersonic di Mat Whitecross, vorrei chiarire subito un paio di punti sugli anni Novanta perché ci sono testimonianze che, nella stessa galassia in cui viviamo noi lettori di CB, esistano esseri umani che potrebbero non averli vissuti. Si dice pure che questi “esseri” sarebbero ora grandi abbastanza da poter andare al cinema da soli a vedere il film – chi è nato nel 2000 oggi ha 16 anni, roba da perdere il lume della ragione proprio! 
A quelli – e a tutti gli altri alieni nel mondo- vorrei dire che negli anni Novanta tutto eraunico. Unico vero, non UniqLo. Per dire: se andavi a Londra e compravi una camicia o una felpa, potevi avere la certezza che, una volta tornato a Roma, ce l’avevi solo tu perché H&M, Pull&Bear, Zara e compagnia bella non c’erano. C’erano invece i punk, e a Roma si vestivano dal Bacillario. 
Non tocchiamo neanche l’argomento musica perché quello che portavi dall’Inghilterra forse in Italia non sarebbe arrivato mai. Se oggi trovi tutti gli album possibili immaginabili online e puoi ascoltarli anche in streaming, negli anni Novanta “dovevi esserci, dovevi andare al concerto o comprare l’album. Non potevi seguire gli eventi su internet o vederti il concerto con calma, quando avevi tempo: dovevi esserci e basta”, come dice Simon Halfon, un vecchio amico dei fratelli Gallagher, nonché fan degli Oasis dalla prima ora. 

Quindi, quando ho letto dell’uscita di un documentario musicale sugli Oasis, speravo che avrebbe riprodotto quella unicità e, come per Eight days a week, ho tormentato ChickenBroccoli per mandarmi all’anteprima mattutina al posto suo. Tanto vale che lo dica subito: secondo me, il documentario di Whitecross non riesce in quell’intento pur avendone tutta l’intenzione. Per questo motivo, meriterebbe un broccolo ma, dopo averci pensato molto, credo che Oasis: Supersonic meriti comunque di essere visto. 

Sì, perché quell’unicità a tratti si respira. Ad esempio quando, di ritorno dal concerto a Glasgow grazie al quale – e forse grazie anche a qualche pinta di troppo - gli Oasis vennero scritturati dalla Creation Records, Noel Gallagher ricorda: “Even if no one will notice it, this is happen” e il suo pensiero ha un sapore epico. È il 1994, Noel non ha né Facebook, né Twitter per sbandierarlo, non ha nemmeno il cellulare per dirlo con una telefonata alla mamma che lo aspetta alle Council Houses di Manchester, eppure, “even if no one will notice it”, la band dei fratelli Gallagher da quel momento in poi, non avrebbe fatto altro che crescere, fino a radunare nel 1996 un pubblico di 250.000 persone a Knebworth.
Oasis: Supersonic di Mat Whitecross è il racconto di questa ascesa e del burrascoso rapporto dei due fratelli che l’ha caratterizzata. Attraverso un lavoro a tratti un po’ insipido di tagli e cuci di fotografie e di testimonianze si sobbalza insieme alla frase “I don’t give a fuck”, la più ripetuta in assoluto del documentario, e si seguono gli Oasis dagli esordi nel 1991 al 1996 con i loro continui alti e bassi. A ogni alto (una canzone ben riuscita al Boardwalk di Manchester dove la band provava ai suoi esordi) segue un basso clamoroso (la rissa collettiva sul traghetto per Amsterdam, città in cui i giovanissimi Oasis avrebbero dovuto esibirsi insieme ai Verve, con conseguente reclusione in prigione e annullamento del concerto). A ogni momento di complicità (Liam canta le canzoni scritte da Noel dopo averle sentite intonare una sola volta dal fratello) segue un momento di litigio fragoroso tra i fratelli in cui volano bottiglie e televisori dalle finestre di studi di registrazione o di hotel.
Che la band fosse destinata a sciogliersi, insomma, nel film lo capisci da mille segnali e, se proprio non lo sai, lo intuisci dal montaggio in cui le voci narranti di Liam e Noel si alternano senza mai intrecciarsi, neanche un botta e risposta tra i due, neanche una risata. I fratelli Gallagher non si parlano più da anni e su questo Whitecross non può fare nulla. Può solo riportare sullo schermo la dichiarazione di Noel: "Siamo come cane e gatto. Io sono un gatto, indipendente. Liam è come un cane, che continua ad assillarti: gioca con me, gioca con me! Gli serve compagnia”. 
Io a questa storia che nella vita o sei cane o sei gatto ci credo e, per cento cani e gatti che vanno d’accordo, ce ne sono sempre mille che si mozzicano, esattamente come i due fratelli. Ma va riconosciuto che è un fatto abbastanza unico farlo e poi arrivare a suonare dal palco di Knebworth come hanno fatto loro. E questo poteva accadere solo negli anni Novanta. 

CB ANTEPRIMA • Genius

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Genius
Trama: Genio!

Ah, la parola "genio", croce e delizia di noi arguti parolieri.
Voi avete presente il peso specifico della parola "genio", no perché certe volte proprio non sembra. 
Non dico che non sappiate l'italiano, ma mi sembra che a volte vi facciate un po' prendere dall'entusiasmo, con tutti questi GENIO! GENIALE! GENIACCIO! che vi piace tanto scrivere sotto cose che francamente, il più delle volte, meriterebbero poco più che questo:
Ah, la parola "genio". No perché per essere geni guarda che ce ne vuole, ma ce ne vuole... anzi macché sto dicendo! Ad essere geni non ci vuole nulla, non servono studi, non servono maestri, non serve altro che... nascerci. Solo che ecco, c'è questo piccolo particolare che di geni veri ne nascono uno ogni cinquanta anni, forse cento. Come per i grandissimi sportivi, i poeti e per i critici cinematografici (fortunelli a essere nati nello stesso tempo di uno di questi ultimi, ve'?), invece se uno dà un'occhiata a Facebook proprio ORA sembra che ne sia pieno il mondo, di geni. GENIO! GENIACCIO! GENIALE!
Allora il film parla di geni, e di quelli veri, gente della letteratura, gente come Scott Fitzgerald (di cui ho letto un po'), come Hemingway (di cui ho letto il necessario), come (e non che stia facendo il letterato, ammetto anzi che se avessi letto tanto tempo quanto ne ho passato vedendo film ora a Babilonia avrebbero scaffali e scaffali a prendere polvere) Thomas Wolfe (di cui non ho letto un fico secco) e soprattutto di quello che nell'intento del regista è palesemente riferito il titolo: Max Perkins, uno che dirigeva la casa editrice che ha scoperto i grandi sopracitati e che a tutti gli effetti ha creato la figura dell'editor.
Piccolo riassunto dell'editoria precedente: cos'è un editor? Quello che non ha ChickenBroccoli, mi pare evidente. Oltre a questo l'editor è quello che dice allo scrittore "guarda, bello tutto, ma lo devi riscrivere. Ah. E ci cambi pure titolo". L'editor è quello che prende l'arte del genio, la mette da parte, e ne fa uscire i libri che conosciamo. L'editor è il regista del libro? Facciamo più il produttore musicale. Insomma uno che potrebbe addirittura essere più bravo dello scrittore stesso, ovviamente fazioso e non obiettivo sul proprio lavoro.
Ve lo immaginate un editor alle prese con le recensioni di CB? Finisce in manicomio dopo tre refuis (anche se quello lo fa il correttore di bozze).
Comunque, il tema editoria era di sommo interesse per me, e mi aspettavo un film con tutti i puntini sulle i, anche perché se in un film c'è un attore che interpreta Scott Fitzy è sempre una curiosità, ricordate l'ultimo, perfetto Scott Fitzy?
In questo c'è Guy Pearce, che bisogna ammettere, nelle sue due pose, se la cava, anzi interessano più le sorti sue e di Zelda che quelle dei veri protagonisti, pensa te.
I veri protagonisti che invece sono Colit Fitt e Jude Law.
Il primo, come sapete, mi è stato più o meno insopportabile sempre, con picchi massimi quando vinse l'oscar più facile della storia col film più facile del mondo, mentre incredibile a dirsi negli ultimi film quantomeno non mi ha creato dei rush cutanei (qui sopportabile, qui addirittura bravo). La sua interpretazione di Perkins non è sarà certo ricordata negli annali, ma la parte del brav'uomo pacato, gelido e insomma con una scopa in culo (praticamente il nonno di Darcy) la fa, al momento, come nessun altro. Serviva, questo ruolo sottotono, per dare tutto lo spazio alla prova di Jude Law, che invece, con un accento americano superstrascicato, i modi da istrione ipercomunicativo quando invece a noi piace quando è ben più impettito e english, tutto genio+sregolatezza quando però, insomma, non mi pare dia veramente di matto mai, avrebbe dovuto magnarsi il film in un paio di bocconi, invece boccheggia. Non è il suo ruolo, punto. Non è che puoi fare l'istrionico se istrionico non sei, anche se sei attore. È come se mettessero Vin Diesel a fare l'hacker nerd. Dai su.
Non è propriamente orrendo, o noioso, o brutto, questo Genius, ma non viene aiutato da quasi nessuna dei capitoli che lo compongono. La regia è iperpiatta (si sente che il regista è alla sua prima regia dopo decenni di teatro) e la scansione temporale della storia crea dei vuoti cosmici che manco un buco nero: l'arco narrativo del film dura quanto? Cinque, sette anni? Eppure viene dipanato con trucchetti tipo uno che dice all'altro "ehy amico! sono due anni che ci lavoriamo!" e tu pensi MA CHE IN DUE ANNI NON HAI MAI CAMBIATO VESTITI?! Manco le figlie crescono, mai un taglio di capelli diverso, mai una ruga in più, mai niente che mi dica "sono passati due anni". Era meglio una didascalia allora.
Si respira quella sensazione di film che doveva durare quattro ore ma poi non si poteva e allora via di tagli e sforbiciate, facendo restare dei passaggi che tu rimani un po' boh, proprio come i romanzi di Wolfe che li portava da Perkins coi portantini e quello armato di matita rossa glieli dimezzava.
Si respira la sensazione di un film non riuscito, di emozioni che sarebbero potute esplodere e non lo fanno, di amicizia virile al limite del bromance che non arriva mai al giusto zenith di tensione, non scarica mai.
Non aiuta tutto un corollario di personaggi (Laura Linney moglie repressa di Perkins, Nicole Kidman amante frustrata di Wolfe) che non si guadagnano né spessorre né almeno una scena di commiato decente; entrambe spariscono da un momento all'altro.
Comunque fa ridere che la carriera del trittico Kidman-Law- Firth si sia già incrociata diverse volte. Avranno lo stesso agente? Ma perché li fa recitare sempre insieme? Agente è strana.
Però il film, o meglio l'ambientazione sia geografico-temporale (quest'anno New York inizi Novecento va un casino, un mese fa Woody, tra una settimana i maghi) che proprio come ambiente (gli scrittori, le loro menti, le loro parole, le loro follie, lo scrivere per scrivere e lo scrivere perché poi diventa un lavoro), fa proprio venire in mente quell'adagio, che ci definisce tutti nani sulle spalle dei giganti, che se ci pensi, a quello che è venuto prima di te, di qualsiasi te, sei sempre niente, o quantomeno pochissimo, altro che GENIO!
So benissimo che avrei dovuto mettere questo film nella rubrica STORIA VERA e mettervi questo link, ma accettate la mia sregolatezza...
E ADESSO! TANTO PER ABBASSARE IL LIVELLO, CINQUE SCRITTORI CINEMATOGRAFICI DI CUI VORREMMO AVERE I LIBRI SUL COMODINO!
5. Eli Cash
4. Christian
3. Charlie Kaufman
2. Paul Sheldon
1. Jack Torrance
Questa lista ti ha fatto venire voglia di leggere un libro? Ti potrebbero piacere anche:
- La lista dei viaggi lunghi in treno adatti a leggere un libro a meno che quello accanto non si attacca al telefono a raccontare quanti peli dal naso si è tolto quella mattina.
Io intanto ci ho rimediato l'unico gadget rimediabile da un film come questo... il libro:

L'ha edito la Elliot, una casa editrice che, si direbbe, sa benissimo come scegliere la propria ufficio stampa (come? perché sto muovendo le sopracciglia su e giù con fare ammiccante? È un tic...)

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2016 • Giorno 3

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C'è questa cosa molto inquietante dello scleroderma infestante del legno che praticamente tu pensi di essertene liberato, perché magari non lo vedi più per giorni e giorni e giorni, e poi ZACCHETE, a un certo punto ti svegli con due bozzi in fronte grossi come delle peschenoci (o pescanoci? Appunti personali: chiamare Zanichelli.) e ti dici "Fammi chiamare un po' la mia fidanzata" NO! È TORNATO LO SCLERODERMA INFESTANTE DEL LEGNO! 
Ecco, proprio uguale ugule, anche lo scorso ottobre era tornata A FESTA DER CINEMA DE ROMA, edizione non-mi-ricordo-più-quanto-ma-comunque-iniziano-a-essere-troppe, e CB era di nuovo diventato il broccolo più felice dell'universo perché poteva pubblicare le favolose recensioni disegnate di MARGHERIT✿! L'emozione proprio che saettava da tutte le parti! E infatti se ricordate eravamo andati proprio come dei siluri, con un UNO-DUE di recensioni che avrebbe steso pure Alì. Alìmorte se l'avrebbe steso.
Poi non mi ricordo bene cos'è successo ma insomma, ci siamo distratti e sono passati venti giorni così, proprio come passa il tempo sembra ieri ma ti trovo benissimo dài oh quando capita ci prendiamo qualcosa insieme.
Però c'è che degli altri film li avevo visti! Se non ricordo male... e se non ricordo male... anche un altro INSIEME! Vediamo un attimo cosa mi ricordo del giorno 3 A'A FESTA DER CINEMA DE ROMA.
Se non sbaglio era domenica e io mi ero svegliato giusto cinque ore dopo aver visto quel film coi neri che trucidavano la gente. Il più dolce dei risvegli. E, tosto e lesto, ero andato a vedere:
Cicogne in missione
Trama: Qui gatta cicogna

Che se non è dedizione questa, svegliarsi per andare a vedere dei film alle 9 di domenica, mattinata che da che mondo è mondo si usa per fare quelle cose che durante la settimana non riesci tipo chiamare la tua fidanzata e chiederle se ha comprato le peschenoci (Appunto personale: ricordarsi regalo di Natale a Zanichelli), la vera dedizione.
Soprattutto perché il film era questo. Un film di cicogne e di missioni - che avevo ricorderete tentato di vendere a Margherita, ricevendo in cambio un uppercut - che si presentava proprio come una brutta copia di questo invece favoloso corto Pixar:

(Favoloso davvero. Non come quello che peraltro non era Pixar ma di autori Pixar, che tutti dicono di aver pianto mille lacrime ma ditemi voi dove sarebbe l'emozione, boh. sarò arido io.)
Insomma questo Cicogne in missione per me era un film da vedere solo per sfruttare il Pass e non sentirmi proprio scemo ad averlo preso per vedere tre film in croce e invece...
invece...
invece CiM ha la dote più importante che un film del genere (animazione di animali) deve avere: FA. RIDERE.
Fa ridere vuol dire che ha tutti i tempi comici giusti, quelli un po' assurdi ma anche slapsticcosi non fastidiosi (se penso che Pets ha fatto molto successo odio i Minions ancora di più).
CiM racconta la storia di una cicogna e di una missione. L'avevo detto pure a Marghe che era fico un film di cicogne e di missioni.
La cicogna in questione, Junior, lavora per la più grande società di spedizioni del mondo, una sorta di Amazon, ma con le cicogne, che si sono stufate di portare bambini (come biasimarle:

e hanno iniziato a portare i pacchi.
Junior anche per diventare il boss della società (anche se non sa manco perché), quando ovviamente succede il casino: Sarah - un'orfanella che 18 anni prima non era stata consegnata e da quel momento vive e lavora con le cicogne (si è una diciottenne che lavora circondata da uccelli. Ma essendo un film per e con bambini non si possono fare battute.), solo che Sarah è un disastro su due gambe: tutto quello che tocca lo distrugge.
La missione del titolo è portare un cicciopacioccopupattolo neonato a destinazione, consegna che le cicogne non fanno da anni. 



Ne conseguono mille disastri, rapporti che esplodono ma poi si ricuciono, personalità agli antipodi che si mischiano e imparano ad amarsi, insomma tutto il cucuzzaro classico di un film così, ma, ehy, FA RIDERE.
Infatti questa cosa che mi aveva fatto ridere così tanto era troppo strana e dopo il film ho fatto una cosa che forse dovrei fare prima di vederli i film: mi sono informato su registi e produzione e ho scoperto che i produttori sono quelli di LEGO MOVIE, e uno dei registi è uno che fa una commedia con attori veri l'anno (alcune insomma, ma altre ok).
Se vi capita andate a vederlo (mi sa che non è più in sala ve'? Se pensi che è colpa di Pets ci rimani pure male), ma forse anche meglio perché allora lo potete vedere in originale e il doppiaggio è pazzesco, merito di Andy Semberg, lui:

che magari vi dice poco ma è uno degli attori più di ridere di adesso. Altro che quelli di Hangover.
Ma questa leggenda delle cicogne che portano i bambini da dove nasce? Quanto è vecchia? Be' se ho trovato questa gif
vuol dire che è proprio vecchia. Ma comunque veramente falsissima, assurda, lo sanno tutto che i bambini nascono sotto i Broccoli.
Il branco di lupi " formazione trasformabile"è tra le cose più riuscite nel cinema d'animazione degli ultimi anni.
Uscito dalla sala ancora tutto ridanciano (e addirittura un po' commosso dal finale. Sono un Broccolo sensibile quando si tratta di cicciopacioccopupattolo, se non è il mio si intende) chi ti incontro? MA CHI TI INCONTRO?! ESATTO! MARGHERITA! 
Sai quelle volte che ti apposti dietro una colonna dell'auditorium e speri che una certa persona passi di lì e quando la vedi esci fuori un po' dinoccolato e con una certa "noscialans" fai "oh ciao ma tu pensa chi ti incontri..."
Ecco per niente. Non è andata per niente così, è andata che dopo aver visto un film insieme il giorno prima e aver dimostrato a Margherita che poteva uscirne indenne ci eravamo detti di vederne un altro. 
- Uè Marghe allora oggi che ci vediamo? Una cosa un po' più allegra dell'altra volta però eh che dici? No perché l'altra volta io volevo vedere il film di cicogne e di missioni e infatti era fico no per carità anche quello di ragazza ISIS esplodere ok ma insomma. Dài! Proponi un argomento più leggerino! È anche domenica! Dài!
- Andiamo a vedere un film sull'Olocausto.
- CERTO! PERFETTO! Era proprio quello che dicevo! Olocausto! Ottimo. Ottimo...
The last laugh
Trama: Olocaustico

Questo documentario parte da una domanda semplice e contemporaneamente difficilissima: si può ridere dell'Olocausto?
La risposta è sì. Ma la battuta deve essere davvero, ma davvero, ma davvero buona.
Attenzione, non ho detto dei Nazi o di Hitler, quelli erano così ridicoli di loro che non è proprio questo il punto, quello lo fanno dall'inizio:

Il punto è fare dell'ironia sull'Olocausto in quanto tale, sui campi, sui treni, sulle deportazioni.
La risposta rimane: sì, ma oltre a una battuta davvero buona, sarebbe meglio che tu sia ebreo.
E - a dispetto del tema pesantissimo e mai mai mai da prendere alla leggera - anche questo film fa molto ridere. Perché hanno intervistato le persone giuste.
A parlarne infatti sono i comici che più si espongono con battute che a volte rasentano la denuncia, altre che sguazzano nel cattivo gusto, eccetera. Quindi oltre a Mel Brooks (che ricordiamo ha fatto questo:

quindi possiamo ben dire che se ha qualcosa da dire a proposito... Ma anche Sarah Silverman, Rob Reiner, Larry Charles (sceneggiatore di Seinfield), Ricky Gervais (uno che ha avuto il coraggio di raccontare questa barzelletta) che dicono la loro sull'argomento, inframezzando riflessioni argute e puntuali con momenti di ridere che basta questa barzelletta a farti capire tutto il tono:

È incredibile che una tragedia tanto immane sia accaduta ad un popolo così dannatamente ironico. Che se ci pensi l'ironia non è proprio la simpatia, l'essere divertenti o caciaroni, l'ironia è una dote sottile, che prevede intelligenza a palate.
Non credo abbia avuto vita facile questo documentario, non c'è neanche una locandina in giro. Forse è ancora in cerca di distribuzione. Ma se in qualche meandro lo trovate, vedetelo assolutamente.
Ah, c'è anche Louis CK, che potrà anche non essermi piaciuto all'epoca, ma quando poi è in palla è davvero uno dei comici migliori in circolazione:

Quindi capito! Margherita mi ha tirato un tiro mancino (No, non parlo del fatto che non ci sono sue recensioni in questo post. Se vi dico che non ha potuto perché c'aveva da fare cose MOLTO più importanti, voi prendete, mettete in saccoccia e fidatevi): mi ha portato a vedere un film sull'Olocausto, che mi ha fatto ridere tantissimo. Ah, che ragazza! Se non fosse che io sono un Broccolo tutto d'un pezzo le chiederei di sposarmi.
Quando glie l'ho detto ho improvvisamente visto solo un'entità extracorporea che somigliava a Margherita, lei era già a 30 chilometri lanciati lontanissimo da me.
A quel punto, siccome il mio piano di creare tutto un sito di cinema e gestirlo per 7 anni solo e esclusivamente per fare colpo su una ragazza era miseramente fallito, sono andato a vedere un film che parla di un ragazzo che crea un gruppo musicale e lo gestisce solo ed esclusivamente per fare colpo su una ragazza. È uscito oggi al cinema e si chiama:
Sing Street
Trama: Sing that it will pass

La questione è questa: Sing Street è un film troppo furbo per essere benvoluto da un tipo smaliziato come me. Però piacerà. Piacerà un po' a tutti. Che poi piacere a tutti sia un campanello di allarme negativo forse non importa a nessuno, forse tutti vogliono solo vedere un filmetto divertente che non impegna, con un sacco di canzoni iperfamose, con una storia che finisce pure bene evviva tutto.
Perché Sing Street è divertente, è ritmato, azzecca i personaggi e poi c'è lei che insomma:

è proprio tutto al posticino suo giusto, ma che cosa mi dice di nuovo? Anche solo di vagamente originale? NIENTE. DI NIENTE. DI NIENTE.
È come quei gruppi musicali che magari arrivano, fanno delle canzoni iperorecchiabili che non ti fanno neanche incazzare perché alla fine le canticchi pure tu, ma lo sai bene che sono la copia della copia della copia di roba venuta decine di volte prima.
Sing Street è "caruccio", "carino", "bellino", "dolcino"... perché non puoi non provare empatia per le sorti di questo sfigatello che pur di rimorchiare la ragazza bellissima che vede sempre all'uscita di scuola (che a lui pare fichissima ma si rivelerà una ragazza come tutte le altre con le sue paure, le sue dolcezze, le sue giornate sì quelle no e la sua bella busta di peschenoci) si vende come il leader di un gruppo musicale, chiedendole di partecipare al loro video. Quando la ragazza dice "ok", iniziano i problemi: il gruppo va creato da zero!
A quel punto il ragazzetto mette su davvero un gruppo musicale, scopre i vari cantanti dell'epoca e gli stili (pieni Anni 80, siamo di nuovo in piena invasione Anni 80, mannaggia a Stranger Things), e per ogni nuovo gruppo scoperto ecco cambiare stile
daisyiohnson: “– Sing Street (2016) ”
daisyiohnson: “– Sing Street (2016) ”
daisyiohnson: “– Sing Street (2016) ”
E scopre che avere un gruppo, scrivere le canzoni, sognare il contratto discografico è meglio di tutto, compresa lei

Io dico: ok, ma spera di essere i Beatles perché altrimenti hai fatto proprio la figura del coglione.
Ora, siccome io sono anche più furbo di loro, vi lascio alla colonna sonora di Sing Street, così magari vi ci addormentate e pensate a come fare i figli sotto il Broccolo. Anche senza fare i figli va bene.
C'è da dire che le canzoni originali - con tanto di video amatoriali non tanto diversi da quelli che invece godevano di grandi produzioni sì, ma grandi produzione Anni Ottanta baby, quindi viste ora vantano solo un altissimo grado di poraccitudine - sono più che decenti:

Comunque non avrei mai creduto di vedere un giorno Ditocorto ballare come un fesso al ballo della scuola. 

SIAMO SERIAL • Grey Mirror

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Black Mirror - Stagione 3
Trama: Specchio riflesso

Sembra ieri che salutavamo Black Mirror come la più clamorosa novità del millennio. Erano bastate tre puntate per proiettarci con terrore e raccapriccio avanti di... quanto... tre anni? Cinque anni? Pochi mesi? Eppure era futuro, ma talmente vicino, talmente "domani" che ci aveva fatto una paura fottuta. Fottuturo.
Poi era arrivata la stagione 2, e lo speciale di Natale, anche lì belle puntate, con picchi fantastici e terribili alternati a roba un po' più regolare (soprattutto per chi vede tutto e ha una buona memoria, ma il punto non è mai stato creare una totale novità, lo sappiamo che niente è nuovo; poi pensi che BM in fondo è solo Ai Confini della Realtà versione 2014, allora appiattisci tutto e che stiamo qui a parlare) ma comunque sempre capace di trasmettere quella certezza che durava da sei puntate + uno special: Black Mirror non era mai e poi mai innoquo. 
Non sono il primo a usare questa definizione per BM, e mi piace molto, non è facile trovare un prodotto cinematografico o televisivo che abbia davvero la capacità di smuovere qualcosa dentro che vada al di là del tempo di fruizione. BM te lo portavi dietro anche dopo, era davvero un memento mori social, un monito formato tweet, un "oh, stateve accorti che mo'è tutto un video di micetti


gif che più assurde sono meglio è
e broccolare le persone mandando sagaci messaggi sulla chat
ma se non vi date una regolata è capace che un giorno dobbiate scoprire che l'amata vi ha tradito guardando un suo ricordo, o che le carceri non siano più quelle che conoscete ma un luogo folle nella vostra mente, che vi ritroverete un robot dentro casa con dentro una personalità già morta fatta degli #hashtag della vita precedente o che un personaggio virtuale sia il vostro nuovo presidente" (poi vabbé, vince Trump e ti dici: va bene, Black Mirror è solo neorealismo).
Quindi quando abbiamo saputo che Netflix avrebbe prodotto sei nuovi episodi eravamo tutti estasiati. Finalmente un pacchetto di puntate raddoppiato, e poi era Netflix, grande qualità! 
E invece la cosa peggiore che poteva capitare a Black Mirror è capitata: Black Mirror è diventata innoqua.
Vediamola, episodio per episodio:

La figlia di Ron Howard - sempre bella anche coi chili messi su, probabilmente per la parte - ancora reduce dalle corse coi Velociraptor, è una sfigatissima rappresentante della middle class amaricana. È una 4.2. Che vuol dire? Che il suo rating social è 4.2 dove 0 sei la feccia e 5 sei il gotha. A seconda del tuo rating ti puoi permettere o meno di fare le cose nella società vera: saltare le file, affittare appartamenti migliori, frequentare persone meglio, essere meglio tu.
Ovviamente la trasposizione delle stelline (che poi somigliano tanto a quelle della critica cinematografica, te la immagini la società con solo i voti Chicken o Broccolo. ci sarebbe da ridere.. o da piangere) dal virtuale al reale causa una bipolarità grottesca: devi essere sempre perfetta, simpatica, sorridente per avere più stelline e salire in graduatoria.


Il disastro è alle porte.
La puntata riprende i temi della terza della prima serie (quella coi ricordi registrati) e oltre alla bravuta di Bryce rimane proprio poco, perché il finale, che doveva scatenare la reazione a catena, non stupisce più di tanto, relegando la protagonista al ruolo di pazzerella e basta, quando invece mi aspettavo la distruzione totale del sistema.
   ★ ☆  

La puntata più banale. 
Un tizio un po' scapestrato, per guadagnare due lire, si sottopone a un videogioco sperimentale, un videogioco neurale. Una console minuscola direttamente impiantata nel cervelletto che ti fa immergere in tutti i sensi e con tutti i sensi nel videogame, un survival horror.
A parte che ci sono almeno 1000 film con presupposti del genere, ma scommetto che se vado ora in qualsivoglia fumetteria o libreria posso riempirmi casa di roba uguale ok ok niente è nuovo, ma al 1001 sfido a trovarlo interessante.. 
Nulla di innovativo, che è l'opposto di quello che ci si aspetta da BM.
Giusto la dilatazione temporale a sorpresa può destare qualche attenzione, ma nulla più. Pare fatto da gente che ha copiato BM e fatto una cosa un po' simile ma molto più brutta.
  ☆ ☆ ☆

Anche qui un aspetto già visitato da BM (più precisamente nella 02/02): le vittime che... attenzione! Potrebbero essere i carnefici! Paura!
La storia è molto diluita, avrebbe avuto ancora più efficacia se fosse stata più breve e più ritmata, al fulmicotone e poi la botta finale, la sciemolan twist. Però anche così il finale è una discreta bottarella.
Bisogna dire che questa canzone ci sta veramente ma veramente a fagiolo come diceva Bud Spencer

Anche se forse stanno esagerando con questi Radiohead.

 ★ ☆ ☆ 

La migliore. Tra le migliori di sempre. E non per la parte tecnocratica (che comunque è bella, anche se incredibilmente uguale a Player One, il libro che presto vedremo in film di Spilbi e tutti diranno "ooohh uguale alla puntata di Black Mirror! Spilbi copione!), ma perché le due protagoniste enteranno nell'immaginario di molti. 
Anzi, stando a tutte le fan art che già si sono guadagnate, già ci sono entrate


Il movimento lesbo ci andrà in un brodo di giuggiole, come anche quello dei interracial marriage, e faranno bene, le due sono effettivamente bellissime insieme, romanticissime e la loro storia è da lacrimoni.E poi esiste questa foto 
Che oltre alle chiappe c'è di più, infatti se fosse vera metterebbe anche una certa inquietudine... saranno loro? Negli Anni Ottanta? Viaggi nel tempo? 
Certo questi Anni Ottanta stanno diventando un po' indigesti, eh.
Ah, ultima cosa: io a San Junipero ci andrei di corsa, dove devo firmare?

 ★ ★ ★ ☆

I soldati del futuro vantano come equipaggiamento un programma direttamente impiantato nella corteccia cerebrale. La guerra la fanno contro delle creature mutanti e pericolose chiamate "scarafaggi", da schiacciare senza pietà.
Se siete entrati nel meccanismo mentale di Black Mirror quello che sarà lo svolgimento della puntata è veramente la cosa più scontata. L'avrete capito dalle poche righe di sinossi. Sì? No? Sì?
Inutile e prevedibile da minuto 2. Inoltre è incredibilmente uguale al plot della prima stagione del fumetto Orfani. Strano ve'? C'è da pensare che entrambi vengano da altro... o la malizia è negli impianti neurali di chi guarda?
 ☆ ☆ ☆ 

Bell'esperimento, e anche riuscito.
Si tratta a tutti gli effetti di un procedurale - telefilm con investigatori che investigano su investigazioni investigando - fuso con le tematiche blackmirroresche: chi di tweet ferisce di bee perisce, mettiamola così.

Dura un'ora e venti, e forse è un po' troppo. Ma funziona. Inusuale se confrontato con il resto del pacchetto.
Sono una brutta persona se quando sento la parola nanotecnologie penso a un remake di Terminator col terminator interpretato da Peter Dinklarge?

 ★ ★  
Insomma. BM 3, e con lei Netflix che americanizza e imbalsama la cattiveria e la ferocia che solo certe serie made in UK sanno avere, è un no. E dispiace, perché ora non aspetteremo più con impazienza la 4 e questo ci renderà tutti meno preoccupati dall'invasione che i social possono avere nelle nostre vite reali, e velocizzeremo il processo, facendo diventare BM reale ancora prima.
Oh mi raccomando mettetemi
 ★ ★ ★ 
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