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SIAMO SERIAL • Jimmy vs Jimmy

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A proposito di tempo che passa e previsioni in stile Nostradamus. Il 31.12.2014 io sottoscritto CB scrivevo così:
Adesso che a questa conclusione ci sono arrivati tutti, ma proprio tutti, mi piace starmene qui a dirvi con fare paternalista "ve l'avevo detto. Sono anni che ve lo dico..."
Morte, sì, o insomma in uno stato pietoso. E vi assicuro che ho fatto una bella autolettura dell'es e mi sono chiesto profondamente (ok forse non così profondamente) se sono io, se ho deciso di non farmene piacere una per partito preso, giusto per coerenza a quanto scritto in quel post. E invece no, invece davvero sono quasi due anni che per ogni serie che esce parto con la speranza di stupirmi appassionarmi spaventarmi innamorarmi bingwatchingarmi, e invece nulla. Le vedo sì, ma passano e se ne vanno, e, campanello d'allarme enorme, quando salto una puntata non ricordo più se "l'ultima che ho visto era la 5 o la 4? Cosa?! Era la 3?!"
Insomma la situazione è questa. E la domanda (che è anche la speranza che ci fa continuare imperterriti a vederle tutte, le serie tv) rimane: quando arriverà
22.11.63
Trama: J.ames F.ranco K.ennedy

Kennedy...te se da adesso facciamo solo miniserie? Cioè intendo proprio serie che iniziano e finiscono e si sa già che non ci saranno seconda, terza, dodicesima stagione, o spin-off di sorta? Eh... eh... Kennedy...te?
Perché guarda che funziona alla grande.
Tu prendi un libro - magari proprio tra quelli che casualmente ho letto - tipo chessò, di Stephen King, e ne trai una serie con un attore di grido, una storia che si dipana in una dozzina di puntate ma che non dilunga nessun brodo, una produzione dignitosa che non ha bisogno di effetti speciali e via, hai fatto il prodotto seriale E un prodotto piacevole da guardare.
È proprio questo il caso di 11.22.63, tratto proprio da Stephen King, con un attore di grido, James Franco, che dura appena 8 episodi (siamo al 5°) che racconta una storia di viaggi nel tempo come ci piacciono a noi: un tizio ha un diner, un ristorantello sperduto su una strada americana qualcunque. Non si sa come, non si sa perché, quando entra nello sgabuzzino viene mandanto indietro... NEL FUTURO! No, viene rimandato nel 1960, dove gli uomini si vestivano eleganti e le donne con la gonna sotto il ginocchio. 
Il tipo quindi decide di fare la cosa più logica da fare se si viene catapultati indietro nel tempo dal proprio sgabuzzino: diventare ricchi scommettendo sulle corse uccidere prevenire l'assassinio di Kennedy (e quindi quello del fratello, e quindi il Vietnam, giù giù evitando tutte le catastrofi umane fino a questa:
Ora. Le regole dello sgabuzzino del tempo sono strane. Ci entri e sei nel 1960. Ci esci e quello che hai fatto nel 1960 ha effettivamente delle ripercussioni sul presente... MA! Se ci entri di nuovo, resetti tutto (resetutti, quindi). Nel senso che se la prima volta hai sventato l'omicidio di Kennedy, la seconda devi rifare tutto da capo. Inoltre il Tempo, se tu hai intenzione di cambiare gli eventi, ti metterà i bastoni tra le ruote lanciandoti addosso delle macchine o dei lampadari o orde di scarafaggi
diciamo che fa resistenza, perché al passato non piace essere cambiato.
Ora, il tipo entra nel 1960, l'omicidio è del 1963, quindi deve vivere tre anni prima di sventare il GOMBLOTTO. Solo che prima del 1963, poraccio, gli viene il cancro. 
Fine.
No dai scherzavo, era per aumentare la suspanza. Il tipo (che poi è Chris Cooper, uno che ha vinto un oscar, anche se nessuno se ne ricorda, forse neanche lui) deve per forza tornare nel presente (dove per quanto lui sia stato anni negli anni Sessanta, sono passati solo 5 minuti) e passare il testimone di salvatore dell'umanità (ma più specificatamente degli stati unti d'ameriga) a un giovane molto più bello di lui che in una serie TV rende molto meglio: James Franco.
Jimmy accetta, e da quel momento vive negli anni sessanta con la missione di uccidere Lee Oswald, o scoprire se dietro all'assassinio di JFK c'è davvero Oliver Stone come tutti credono. Nel frattempo ovviamente si innamora

fa a botte, salva delle altre vite "più piccole", si fa degli amici e dei nemici e vedremo come andrà a finire (io lo so perché ho letto il libro, ma magari lo cambiano).
11.22.63 vede proprio con piacere, Franco è bravo (anche se alle volte si lascia andare a certe sbavature date dal suo lato cazzone, quello dei film con Rogen per capirci), e otto episodi sono il metraggio giusto per questa serie. E forse ormai per qualsiasi serie.
La sigla di apertura modellina mi è piaciuta

Poi oh, non pensate neanche lontanamente di vedere la perfezione stilistica di Mad Men, il tutto è molto più cheap. Infatti ora che ci penso io se nello sgabuzzino avevo una stampella del tempo che mi riportava nel 1960 andavo subito alla Sterling Cooper Draper Price e la trasformavo in Sterling Cooper Broccolo Price.
Volevo dire che comunque in quanto a serie tv + viaggi nel tempo + JFK imperdibile è la clomorosa doppietta di Quantum Leap che parlava di quello con lui che prende il corpo di Lee Oswald. Madonne che bello che era Quantum Leap. Speriamo non ne facciano mai un remake o un film o che ne so. E speriamo che la serie di The Mist (film che come sapete adoro inspiegabilmente) sia più vicina a questa che a Under the dome.
Passando ad un altro Jimmy (per i più Saul), siamo alla quinta puntata anche di Better Call Saul, lo spin off ad effetto metadone
Better Call Saul - Stagione 2
Trama: Better Call sòl

Ora. Tutti (e voglio dire TUTTI) amano, hanno amato, ameranno Breaking Bad. È la serie che ha segnato anche la morte di tutte le altre, e in fondo dovremmo quasi odiarla per questo, per averci condannato a questi anni di scopiazzature e inutili ripetizioni.
Poi è arrivato BCS, che, come detto pochissimo fa, è davvero una serie-metadone: non è buona come l'originale e serve solo a farti passare l'astinenza con piccole dosi dello sballo originale; dosi che sono quando appare Tuco, quando appare Tio, tipo così:

insomma solo quando ci sono rimandi alla serie maestra, quando Mike fa certe facce, quando Jimmy/Saul fa certi discorsi, ma che in fondo non riesce mai a diventare veramente fica.
Vi faccio un esempio spicciolo. Proprio in questo istante sono in ufficio (sì, io la mia pausa pranzo la passo scrivendo recensione, pensa quanto vi voglio bene) e davanti a me una collega sta vedendo la terza puntata della prima serie di BB. Ci sta Crazy Eight bloccato al palo e Mr. White gli canta il jingle del mobilificio... e si aprono le dighe dei ricordi e la FOTTA di rivederlo tutto, da capo, ancora una volta, anche se sai benissimo come va a finire.
Poi vabbè la qualità di scrittura è sempre alta, ma non decolla, stai sempre lì a dirti "certo però BB" e aspetti solo esplosioni di violenza che faticano ad arrivare.
Quindi vabbé, continuiamo certo a seguire le avventure di Jimmy, aspettiamo di vederlo trasformarsi definitivamente in Saul, ma per ora stiamo più o meno così:

Dunque abbiamo parlato di america e di anni 60 e se dico america anni 60 voi a cosa pensate?! Ma alle gomme americane! Certo come no! 
Vabbè era solo per dire che un matto di nome Zack Wallenfang ha preso la grafica dei vecchi incarti delle gomme e delle cards gioco tipiche americane (wax drapper, mi dice wikipedia) e ci ha fatto una serie tutta ispirata ai film che ci piacciono a noi




C'è Chi dice Po

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Kung Fu Panda 3
Trama: Chi l'ha visto?

Avrei voluto intitolare il post Kung Poo Panda, ma non ci sono riuscito, perché alla fine a Po non riesci davvero a voler male mai. E non è solo perché è ciccione, voglio dire, ci sono ciccioni che dovrebbero sparire dalla faccia del pianeta perché fanno schifo dentro e fuori:

[Ovviamente non spenderò più di 41 parole della polemica Adinolfi-Volo perché insomma, uno che riesce a litigare con Fabio Volo e riesce a far uscire fuori dallo scontro Volo come fosse un illuminato a cui applaudire, si commenta da solo...]
Ma a Po non puoi voler male, a Po no, Po è un personaggio troppo tenero, candido e buono. Dai lui svetta tra tanti altri personaggi di film animati degli ultimi anni (è di certo meglio di tutta la marmaglia vista in L'era glaciale e Madagascar. PS: Odio i Minions.)

Nonostante questo il terzo episodio delle sue avventure si becca il Broccolo - che non vale come quello che si beccano i vari episodi di Ice Age o Madagascar, ma connota il peggioramento rispetto a Kung Fu Panda 1 e Kung Fu Panda 2. Se lo becca perché fa un po' la figura di quei sequel che escono solo in DVD, quelli forzati, fatti per monetizzare, quelli con le storie un po'"mettiamoci il cattivo di turno e il resto viene sa solo e con le animazioni un po' meno belle; anche se ovviamente in questo caso non puoi dire che sono brutte, voglio dire, non è certo questo:

che è fatto talmente male che sembra quel gioco che facevi al telefono con Adriana Volpe con una mano sui tasti (l'altra non vogliamo sapere dove):

e un Lion in bocca. Ve lo ricordate?

Comunque, tornando a Po (tornanPo, quindi), KFP 3 è un prodotto confezionato con una cura in più di certa merda in computer graphic che arriva in sala (e con merda intendo anche il film precedente della Dreamworks, Home), ma è troppo "tirato via".
Soprattutto in sede di sceneggiatura.
A farne le spese sono prima di tutto i prodi maestri kung-fu che, personaggi bellissimi, di vui vuoi sapere tutte le storie personali (un po' le scoprivi negli episodi precedenti se non ricordo male, ma troppo poco), che sono personaggi per palati un po' più fini di quelli che si accontentano solo di un ciccione che mangia ravioli a perdifiato e poi si muove leggerissimo nell'aria... che per carità, funziona, mica dico di no, ma è una cosa che funziona da anni, nell'animazione soprattutto:

Tigre, Mantide, Scimmia, Vipera e Gru sono ridotti a mere comparsate, dispiace.
Poi si parla, nel film, di molti altri maestri animali, e sembrano essere molto divertenti, ad esempio io voglio ORA uno spin-off su maestro Chicken:

invece solo un cattivo messo lì tanto per creare una minaccia, senza rappresentare mai una vera minaccia, infatti è uno dei villain più deboli mai visti, senza spessore o un passato che ne giustifichi la cattiveria, è semplicemente un bufalo imbufalito senza una vera ragione valida

i cattivi del primo

e del secondo, soprattutto il secondo

erano bellissimi. In questo villain invece non c'è spessore. L'unica novità è che viene da una dimensione ultraterrena quindi ha dei poteri ultraterreni, niente che non si possa risolvere con qualche lucina gialla 

Purtroppo anche KF inizia ad accusare il male comune di tanti sequel dei film animati: la moltiplicazione dei personaggi. Si inizia a mettere in campo sempre più personaggi (Più panda! Mettici più panda!) e alla fine per dare a tutti un minutaggio decente finisce che la storia ne risente (e io faccio le rime).
La new entry più importante è il padre di Po (il Podre, quindi):

che trova il figlio dopo vent'anni di ricerca, raddoppiando quindi i padri di Po. Questione che ha scatenato la finta polemica di cui sopra. Kung Fu Panda ha due padri, uno è il panda uno è il padre di Zerocalcare! AIUTO!

Ma. Che. Cazzo. Neanche a dire che sono due padri che stanno insieme, cosa che poi sarebbe più che lecita, la Disney il personaggio gay l'ha sdoganato proprio un mese fa

È solo che Po è adottato dal papero e a un certo punto arriva il padre vero, e i due padri diventano amici. E allora? Ma siamo impazziti? (Lo so, avevo detto non più di 41 parole) Ma che davvero nel 2016 si può discutere di una cosa del genere? Io farei una cosa, per un attimo dimenticherei Basaglia e riaprirei i manicomi, e ci metterei i politici che sfruttano ogni stronzata per far parlare di sè.
Ritorniamo di nuovo al film.
C'è questa cosa che il film è prodotto per la prima volta 50/50 con la Cina, senza passare dalla distribuzione, proprio che l'hanno fatto i cinesi. Quindi sarà per quello che a volte sembra un po' tarocco? Tutto lucidino?

E la "cineseria"è diventata troppo opprimente, a volte sembra di stare in un ristorante cinese con le musichine e i quadri kitsch coi dragoni e i rami di ciliegio. Ovvio, l'ambientazione è cinese sin dal primo, ma a volte sembra un video pro loco. 
Sarà quel che sarà, io direi che con Po e soci possiamo finirla qui.
Se proprio vogliamo fare dei film sui panda vi propongo un paio di validissime alternative:

CB ANTEPRIMA • Il mio grosso grasso matrimonio greco 2

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Il mio grosso grasso matrimonio greco 2
Trama: Parakulos

Premessa: sono uno di quei tre nel mondo che NON ha visto Il mio grosso grasso matrimonio greco. Mo non fate quelli che "NUOOO NON HAI MAI VISTO IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GRECUOO?!" perché dài, mi sembra che vivo benissimo anche senza. Se è per questo, tiriamoli fuori questi scheletri nell'armadio delle commedie mai viste, mi mancano anche Notting Hill, C'è post@ per te, Il diario di Bridget Jones. Vivo benissimo anche senza, basta non essere romantici mai. Romaintici.
Quindi alla visione del secondo non richiesto capitolo di MGGMG mi approcciavo proprio con questa faccia
E facevo bene. Perché il film è veramente brutto. Lo vedi e ti sorge spontanea una domanda.
Dunque, durante il film ci tengono a sottolineare come i greci abbiano inventato tutto e la cultura classica e grande passato e innegabilmente hanno ragione. E allora perché i greci raccontati nel film sono TUTTI DEI DEFICIENTI INSOPPORTABILI?! 
Ora, che in America valga sempre la regola per cui l'italiano fa la pizza, il messicano grida Arriba! Arriba!, il giapponese è tutto un inchino, il francese ha i baffetti eccetera eccetera uno per ogni nazione del mondo e che esagerare alcuni caratteri delle popolazioni del mondo è spesso divertente e neanche troppo lontano dalla realtà, c'è sembre quel difficile equilibrio tra il pitturare le naturali caratteristiche dei popoli e l'offesa a cielo aperto.
MGGMG 2 (non so il primo, qualcuno dice che era molto meglio, io rifaccio la faccia di cui sopra) è un non plus ultra di idiozie recitate da macchiette monodimensionali che non fanno ridere mai. Anzi, sono una famiglia numerosa di greci americani chiassosa, esagitata, irritante, che non fanno un cervello in 20.
Stupisce che a scrivere il tutto, di nuovo, sia stata proprio una greca, una che giustamente è rimasta ingabbiata nel successo del primo episodio e da quel momento qualsiasi cosa abbia fatto era "grosso e grasso", che insomma, ci si aspetterebbe un po' più di rispetto per le proprie origini. Si può sembre scherzare sulle manie e i tic della proprio etnia, ma non si può ridurre tutto a una presa per il culo. 
Che poi si continui a produrre solo sequel ormai è una cosa spaventosa ancor più che preoccupante. Questo arriva dopo 15 anni dal primo e mi ha fatto capire (e anche andare un po' fiero) di non aver mai visto il quello originale.
Scusate voglio dire una cosa velocissima che non c'entra nulla ma serve a tutti gli uomini del mondo che magari non credono in se stessi e si sentono un po' giù per il proprio aspetto fisico. Dunque, avete presente lui?
No dico, lo avete visto bene? Ecco. Questo stava negli N*Sync. Giuro.
Ecco, era solo per dire che se quello stava in una boy band per cui tutte le ragazze degli anni 90 ci hanno fatto un pensierino, c'è sempre speranza per tutti. Speranza di entrare in una boy band greca, intendo.
Purtroppo devo dire a tutti i greci che, nonostante quanto dimostrato nel film, c'è una parola che non viene dal greco, e quella parola è merda [dal latino merda], che tradotto vuol dire Il mio grosso grasso matrimonio 2.
Ho riso di più quando ho trovato i cambi di titoli illustrati fatti da tale Austin Light:
Vabbè comunque, il film l'ho visto tutto. La recensione l'ho scritta. Che vuoi di più, una feta di culo?










Dai che avete riso, lo so.
Insomma il film fa schifo, se fossi greco mi sentirei offeso come anzi peggio di quando fanno i film con gli italiani e ci dipingono come quelli che urlano "PIZZA" gesticolando nel traffico mentre col mandolino suoniamo una canzone sulla Mafia.
Però l'anteprima è stata una di quelle organizzate bene, e per bene intendo che c'era il buffet. E com'era 'sto buffer? Era greco! Dalla tovaglia allo tzatziki all'insalata
E c'era pure la tamarrissima torta nuziale con tanto di topping Nike di zucchero!
E allora mi sono detto: "Il menù è greco, le olive so greche, adesso faccio come Alessandro... MAGNO!"

CB ANTEPRIMA • Batman v Superman - Dawn of Justice

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Batman v Superman - Dawn of Justice
Trama: Aspettando Gadot

Così poco tempo e così tante cose da dire. Anzi no, è meglio così tanto tempo e così poche cose da dire.
Già, perché, contrariamente ai post superlunghi a cui vi ho abituato quando si parla di cinecomics - quelli soliti miei dove a fronte di una certa ignoranza in quanto a letture fumettistiche (ho letto i Batman di Miller, ma l'ultima volta che ho visto Superman in azione su carta stampata era roba tipo Kingdom Come, decenni...) inizio uno sproloquio infinito su questo e su quello - farò una cosa breve perché sì.
Ok aspettare con una certa eccitazione Batman v Superman, ma poi arriva Wonder Woman e spacca tutto e ti scordi pure come ti chiami perché insomma:
E ci siamo capiti.
No davvero. Questa Wonder Woman è la più fica supereroina che ci si poteva aspettare (infatti non ce l'aspettavamo). Eravamo tutti distratti nell'attesa di vedere se Ben avrebbe fatto ben (scusate, dovevo proprio dirla) nei panni di Batman:
Ah no, questo era quando ha fatto Superman (non ve lo ricordavate eh?), ed ecco che, nonostante sia ancora fresco il ricordo di lui in tutina rossa, ecco che invece nella batarmatura fichissima
spacca! Sì! È FICHISSIMA OK! 
Certo secondo me è proprio Batman che è fichissimo sempre, oh, come lo metti 

lo metti

Batman si porta dietro una tale carica di mistero e oscurità e ficaggine che veramente, devi essere Val Kilmer per farlo sembrare un coglione:
E per fortuna Snyder non sbaglia a fare Batman: lo fa tozzo (anche se Affleck è alto), lo fa grigio, lo fa incazzatissimo, lo fa Batman senza più pietà. Evviva quando dà le botte vere, senza tanta agilità che non gli si addice più da quando Nolan gli ha messo i pesi alle caviglie:
Batman vince. #teamBatman e fine della storia.
Poi eravamo anche un po' incuriositi dal vedere se quel manzo inespressivo di Cavill avrebbe imparato anche un'espressione in più di "senza occhiali" e "con occhiali" [cit. leonina]... la risposta ovviamente è no:
E, infine, ci chiedevamo chi avrebbe vinto tra i due
perché insomma come diamine puoi pensare che Batman abbia anche una minima speranza contro uno che vole? VO-LA! CAPITO?! Nel blu dipinto di blu!
E insomma tra queste e altre preoccupazioni non ci siamo presi la briga di aspettare Wonder Woman come avrebbe meritato. E lo meritava davvero
capito che intendo? Ma certo che l'avete capito.
Gal l'avevamo notata (e molto) nella serie F&F, ma qui, qui è tutto un altro livello di ficaggine, perché a "topa stellare" si unisce "mena come e meglio degli altri due messi insieme":


Non a caso ha la sezione di colonna sonora più fica del film (e forse anche un po' del mondo):

Scritta da Zimmer (che è sempre una sicurezza in quanto a percussioni) e Junkie - ho fatto a colonna sonora di Mad Max Fury Road - XL.
Quando finalmente entra lei in azione parte il fomento, che purtroppo manca a gran parte del film, vi avverto. Ecco, fomento ed epicità, distribuiti maluccio. O meglio, pendono tutti su Wonder Woman, di cui al momento aspetto il film come i ciechi aspettano la luce. 
Esempio lampante di "spreco"è la presentazione degli altri componenti della futura Justice League, loro:
Che doveva essere un momento EPICO, e invece fanno l'effetto di video su Youtube. Vale troppo come spoiler? Dai Zack, non ti preoccupare, anche se nel piccolo video prima della proiezione stampa ci hai pregato a mani conserte di non rivelare alcunché a nessuno non ti devi preoccupare, non dirò nulla del nulla che c'è da dire, perché insomma, tra il finale "a sorpresa" che tanto non ci crede nessuno che è vero (lo dice anche IMDB alla voce "Superman") e quella razza di preparazione 0-hype degli altri della Lega, c'è poco da spoilerare. Infatti Aquaman lo potevi far uscire così

ci saremmo tutti divertiti di più.
Che Doomsday usciva dal culo bruciato del cattivo di Man of Steel (che a proposito, ho rivisto il giorno prima dell'anteprima e sottolineo, fa cagare, era facile fare di meglio, visto che hai anche Batman di mezzo) lo sapevamo da mesi dell'epico scontro B v S sapevamo che era un litigino da ricreazione alle elementari

...anche se nelle scene in cui Superman ci piglia le sveglie ci ho goduto davvero molto.
Non voglio e non posso mettermi qui a fare il panegirico dei cinecomics che stanno definitivamente saturando il mercato, ma proprio troppo, un cinecomics al mese mi sembra troppo (aprile X-Men, maggio Cap America...) e mi sa che la bolla scoppierà. 
E non voglio neanche sottolineare che stiamo a tutti gli effetti vivendo una distopia. Dimostrata da questa foto comparativa:

Sopra un frame di Io Sono Leggenda, in cui si sfotteva (a mo' di JAWS 19) un futuro film con Batman e Superman insieme, sotto una foto di Times Square scattata da me 6 giorni fa mentre ci passavo sotto.
Torniamo qui nel 2020 e vediamo come stiamo messi. Il problema è che l'attesa dei film è diventata essa stessa i film, e questo non va bene, perché inevitabilmente dopo un'attesa di un anno per accontentarti deve essere veramente ma veramente un capolavoro.
Mi sa che un po' lo sapevano anche quelli della Warner perché hanno tentato di ottunderci il raziocinio riempiendoci di grassi saturi gentilmente offerti dagli sponsor. Nella bag in regalo infatti c'era un sacco di junkie-food e... (attenzione che qui si ride a quattro ganasce)

...le BATterie!
Riassunto? Eccolo: 
• buchi di sceneggiatura abbastanza grossi (ho capito che la mamma è sempre la mamma, ma insomma, voglio vedere se Suppy sapesse di quella scappatella della madre con Batty:

• un cattivo che praticamente è Lex Zuckerberg e il suo attore mediocre in modalità pazzoide da quando ha fatto Social Network proprio non riesce a staccarsi dal personaggio del giovane magnate in ciabatte

• minutaggio esagerato con storyline inutili, ancora di più della presenza di Lois Lane
• grosso hi-five finale tra i due

Fanno di B v S un film più fico di quanto avremmo creduto, ma meno fico del cinecomics che ancora regna incotrastato sul podio dei cinecomics, questo.
No scusate, questo. È da vedere? Alla fine sì, anche se più che una promozione è un'assoluzione per Uomo d'acciaio. 
Certo l'attesa per la Justice League rasenta lo zero.
Oltre alla bella locandina teaser di qualche tempo fa (stracopiata)
ecco qualche illustraroba

Comunque Zack, tu hai fatto uno dei migliori cinecomics che si ricordino, poi hai fatto una cagata inguardabile, infine ti sei accaparrato l'appalto DC, COSA ASPETTI A FARE UN FILM SU DI LUI?
.

♰ Paolo Poli ♰

Come Two Daddy

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Daddy's Home
Trama: Daddy, daddy cul

Che io abbia sempre subìto un certo fascino rispetto al quel mistero della cinematografia moderna chiamato Mark Uolberg, non l'ho mai nascosto.
I più attenti di voi se ne saranno accorti qui e qui, qui e qui, ma pure qui e qui e qui, nonché quiquiquiqui e infine quiquiquiqui. Ah no anche quiquiqui. Per quelli che erano distratti da altro, non ci posso fare nulla. Oh, dimenticavo quiqui qui (quanti cristo di film ha fatto?)
Eppure anche più misteriosi fascini, quelli che non controlli anche se tutto ti dice che non dovresti proprio, perché insomma, stiamo parlando di Marky - faccio la pubblicità delle mutande per pacchi enormi - Mark, uno che la carriera d'attore se l'è ritrovata in mano per caso (!) e alla fine è stato pure candidato all'oscar (lo so che ve l'eravate scordato, poi dici che Martin Scorsese non ha le sue colpe...)
Ebbene Uolberg è oramai bollito definitivamente, non è tanto fare sempre lo stesso personaggio (il duro dal cuore d'oro) che lo mette sotto una cattiva luce, è la qualità pessima dei film che sceglie, fossero queste commedie o film dove gli scoppia una trivella sotto il culo.
Poi abbiamo Will Ferrell. Will Ferrell mio, che t'è successo. Non fai niente di buono, davvero buono, da anni (la comparsata in LEGO Movie non vale. Neanche il sequel di Anchorman). Eppure c'è stato quel momento, che sarà stato, un biennio? in cui facevi commedie davvero divertenti o commedie davvero intelligenti, film in cui davvero sembravi aver preso la retta via, e anche se ok, facevi anche tu SEMPRE le stesse due parti (il precisetto sfigato che diventa un po' fico e/o lo sbruffone idiota che rimorchia e in fondo si fa ben volere), ti si guardava con ammirazione.
Tanto che sapere che la coppia Uolberg/Ferrell tornava insieme dopo quel The other guys che tanto ci aveva sorpreso qualche anno fa era stata una bella notizia. Non quanto sapere che Spielberg farà Player One o che la Daddario è nel film di Baywatch, ma quasi.
Ed ecco che i due sfornano Daddy's Home, una vera merda.
Ferrell in versione sfigato, precisetto, candido (praticamente dove l'avevamo lasciato), è il secondo marito della moglie di Occhio di Falco (la Cardellini, che ancora tutti ricordiamo per aver fatto ammattire anche Kovach in ER), padrino di due ragazzini che lo odiano e che lo disegnano sempre con coltelli conficcati negli occhi e pupù di barbone in testa (l'unico minuto divertente del film. Ah no, fa ridere anche un'altra cosa, questa:

poi basta). 
Ad un certo punto arriva Uolberg, che è il padre biologico dei due; ovviamente in versione un fico, muscoloso, con la moto e il pisellone (una costante per lui). I due iniziano a fare a gara a chi ce l'ha più lungo, lo spirito paterno non il pisellone (anche se ovviamente non manca quella scena lì), e si odiano. Poi uno scopre che delle cose dell'altro che all'inizio odiava magari possono servire e.. Alla fine... vabbé, lo sapete da soli che cosa succede.
C'è da provare pena per questi due attori che stanno così palesemente (Ferrell di più) buttando al cesso le loro carriere? C'è davvero bisogno di fare due film all'anno? Anche quando è palese che saranno orrendi, inutili, stravisti e neanche buoni per una domenica pomeriggio di pasqua quando l'unica cosa che ti passa per la testa è tutto il casatiello che ti sei mangiato che era talmente tanto che a un certo punto invece di andare giù nello stomaco è iniziato ad andare su per il cervello?
Dispiace, o forse non frega un cazzo, devo ancora capirlo. Quando avrò digerito forse vi saprò dire.
Purtroppo, indigestione o no, lo so già che continuerà a vedere tutti i film sia dell'uno che dell'altro, tipo che dopo il trailer di quello della trivella marina quasi che lo aspetto con una certa impazienza. Ma probabilmente è un effetto collaterale del casatiello.
Intravedo un trend dei due papà per quest'anno. Adinolfi non andare più al cinema... vabbé tanto non c'entra nelle sedie quello...
Ma fare un remake americano di questo?
Chi ci vedrei al posto di Pippo e del Califfo? Adrien Brody e Clive Owen? Troppo buono ve'? Troppa colomba.

CB ANTEPRIMA STORIA VERA • Love & Mercy

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Love & Mercy
Trama: Life's a beach, boys

Si sarebbe potuto intitolare Love & Merdy, perché è proprio diviso tra questi due opposti, il film. Amore e merda.
Love & MerCy racconta la STORIA VERA di Brian Wilson, uno che quando sei piccolo canticchi senza sapere che è lui perché hai visto millemilavolte questa scena qui:

poi cresci un po' e ti chiedi chi erano i Beach Boys chiedi chi erano i Beach Booòys
ma non li consideri proprio dei Grandi, non al pari dei Beatles almeno. 
Poi cresci ancora un po' e capisci che ti sbagliavi, che c'era del genio, pari se non più grande di quello di Lennon e McCartney; tipo che nelle classifiche dei migliori album della storia loro stanno sempre tra i primi due (come se poi le classifiche valessero davvero, in quelle dei film di IMDB per esempio c'è Le ali della libertà al primo posto da anni, che voglio dire...) e però, dopo tutti questi anni, tu continui a pensare solo che vuoi fare surf su un camioncino con il bomber del tuo liceo addosso e i peli lunghissimi.
Quindi quando arriva il film sulla storia di Brian Wilson per te è una pagina bianca che viene riempita. Mica come quando hanno fatto quello su John Lennon e sua mamma.
Il film è un biopic atipico, non sceglie la strada facile dell'"ascesa + caduta + rinascita", ma racconta solo la caduta; una brutta caduta peraltro, in cui una forma di schizofrenia non diagnosticata in tempo si scontra pure con un dottore dai metodi discutibili che invece di curarla la cavalca, intontendo il paziente di paure, false regole e psicofarmaci
approfittando così per anni del "povero" Wilson, un che fu l'incarnazione stessa di genio e sregolatezza e che ha pagato molto la sua indole naif (tipo che ha perso anche tutti i soldi dei diritti delle canzoni). 
Una doppia caduta carpiata con avvitamento.
Il biopic si divide in due epoche che si fondono, saltando nel tempo prima e dopo (e se vogliamo si fondono anche troppo, in una scena che cita palesemente 2001: Odissea nello spazio, con un certo slancio autoriale troppo... slanciato, appunto.) 
Insomma c'è l'epoca dei Beach Boys sulla cresta dell'onda (ok, la smetto) e quella di Wilson solo, malato, in balìa dal maledetto medico opprimente. 
Entrambi sono periodi tragici ma con i loro sprazzi di bellezza: nella parte giovanile ci sono le voci nella testa 


ma anche la composizione di canzoni con l'aiuto dell'LSD 
 nella parte adulta  c'è la schiavitù psicologica ma finalmente la liberazione nell'amore. Nel finale ovviamente vediamo il vero Wilson cantare una canzone. Se gliel'hanno suggerita le voci nella testa o la moglie non sappiamo. Probabilmente la voce della moglie nella testa.
Purtroppo questi due piani sono diversissimi anche nella resa: il primo è bello, interessante e coinvolgente, il secondo banale e maccheronico. Ciò che colpisce è che questa spaccatura tra bello e brutto per una volta è tutta, ma proprio tutta, merito/colpa degli attori.
Il merito maggiore ce l'ha Paul Dano, attore mai troppo osannato, spesso dimenticato ma sempre incredibile (da qui a qui), assurdo e bravissimo (proprio grazie al suo Wilson si è beccato la sua prima candidatura importante, agli ultimi Golden Globe). Paul è pazzesco davvero, da applausi. Paul è anche abbonato a scene... subbaqque!

Quest'ultima informazione non c'entrava nulla col film.
E poi ci sono John Cusack (Wilson da adulto) e Elizabeth Banks (la moglie). Il primo sembra per tutto il tempo quell'alieno gallina verde che si vedeva nei cartoni animati Warner, questo:
instant martian
Vi giuro è uguale:
La seconda sta sempre vestita come una coatta anni 80 (che vabbé, almeno il fisico ce l'ha) e non riesce proprio a infondere nessunissimo spessore al suo personaggio, sembra appena uscita dal quel film micidiale in cui andava in giro col vestito giallo. I due insieme hanno un'alchimia da vecchio pervertito e casalinga disperata che riesce a rovinare ogni scena di cui sono protagonisti
Tra i due pessimi a godere è un altro Paul, Giamatti, che è già al suo terzo "agente/impresario/manager" di merda (dopo questo e questo), e fa veramente paura per la sua flaccida violenza psicosomatica.
Giamatti, io ancora ci credo in un Giamatti villain di qualche cinecomics pazzesco, non come l'ultima volta. Come fa il matto lui. Giamatto.
Insomma possibile che il film sia davvero così "diviso"? La parte con Dano bella e quella con Cusack brutta? Lo è. Dano collaterale proprio.
Che poi uno si dice "ma figurati se Paul Dano da grande può diventare John Cusack", uno c'ha la faccia a pancake e l'altro a banana... e invece, in effetti:



...ma la faccia di Wilson?
Alla fine comunque, vince la parte bella quindi il film è da vedere.
A questo punto volevo fare tutto un discorso sul fatto che dall'inizio dell'anno ho visto circa 100 film e se faccio il conto tra biopic, cinecomics, remake e reboot, di sceneggiature O-RI-GI-NA-LI (voglio dire del tipo "ora scrivo un film senza basarmi su qualcosa di preesistente) ne avrò visti quanti? Tre... quattro... forse cinque. Però poi mi sono messo a sentire il best of dei Beach Boys e ho deciso che era la cosa migliore da fare piuttosto che pensare a biopic, cinecomics, remake, sequel e reboot.

CB ANTEPRIMA STORIA VERA • Race

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Race - Il colore della verità
Trama: The race runner

Ci stanno quei film di ragazzi della provincia (meglio se neri) che fanno sport e grazie ai loro grandi sogni e alla loro forza di volontà prendono la medaglia d'oro e al tempo stesso (un tempo da record) cambiano il mondo. Jesse Owens è stato uno di questi, da corridore a simbolo, in 100 metri e 10,3 secondi, proprio come recita il payoff abbastanza azzeccato.
Tanti particolari interessanti della STORIA VERA di Jesse la trovate in quel sito che mi piace tanto che si chiama History vs Hollywood, un sito approfondito (approfonsito, quindi) che mette a confronto le facce degli attori e le facce vere e poi ti racconta un po' di cose del film e della realtà. Mi sarebbe piaciuto farlo a me un sito così, peccato che ho la capacità di andare in profondità alle cose pari a un pizzico di zanzara.
Vi metto il totally look like del film:
Voi andate a approfondire un po' la storia di Owens lì. Io intanto mi vedo un filmetto leggero:

Fatto? Bravi.
Avrete quindi capito da voi la quantità di roba che poteva essere messa in un film come questo: un nero che corre da solo e batte tutti davanti ad un pubblico che inneggia alla morte, Hitler che deve per forza vedersi soffiare le medaglie in casa sua da uno "sporco nego", Goebbels che rosica e tutte queste robe storiche anche un po' pesantone che ci piacciono tanto.
Peccato che il film sia fatto della stessa pasta di cui sono fatti i cervelli dei produttori pavidi che non osano mai e che per paura di fare una cosa troppo diversa dalla masnata di film tutti uguali che raccontano di grandi sogni sportivi con scena finale al ralenti, alla fine fanno un film identico ad altri cento che hai già visto e finisce che mentre lo vedi va pure bene, ma poi non ti lascia assolutamente niente, nessuna emozione, nessun ricordo. Tipo che questa pubblicità me la ricorderò sempre di più:

Forse sono stato un po' spietato ad invalidare la corsa di questo film, che comunque parla di buoni sentimenti, di rivalsa personale, di tutte cose molto sane, ma quando ti capitano di fronte delle occasioni sprecate del genere (sprecate per evidente mancanza di coraggio, spirito di competizione pari allo zero, ricerca della mediocrità per accontentare tutti, bianchi e neri, grandi e piccini) ti fa un po' incazzare.
Voglio dire, non c'è bisogno di farmi la scena di Owens che va da Hitler e quello non gli stringe la mano per farmi capire la immense implicazioni storiche che hanno avuto quelle quattro medaglie d'oro in a row, come si dice, vinte a Berlino sotto centinaia di braccia tese e bandiere uncinate. Non c'è cosa peggiore di un film storico che si riduce a film da serata Blockbuster (infatti è fallito...). Ad esempio un film come Munich, che mette al bando gli spiegoni e tratta la storia com'è, cioè complicata, piena di zone grigie (non solo bianche e nere), tragica e feroce, quello sì che è un grande film storico.
Certo sto paragonando uno degli Spielberg migliori con un film di "no al racismo" molto sempliciotto, praticamente provinciale.
Non aiuta il cast, che per un attore che si impegna ad incarnare quanto meglio può Owens c'è un Jason Sudeikis (il suo allenatore) in forma a dir poco buffonesca; il povero non ce la fa proprio, tenta toni seriosi e tu lo vedi sempre e solo protagonista di quella scena lì (cliccare il link a vostro rischio vomito e pericolo). Si limitasse ad ammazzare il capo e non tentasse la carriera seria, che non fa per lui. Di Sudeikis possiamo invidiare solo il fatto di essersi accasato con quel capolavoro di Olivia Wilde, poi dici che le donne le conquisti facendole ridere... proviamo:

Ha funzionato? Vi ho conquistato? Vabbé.
Comparsate eccellenti di Jermey Irons (che ormai è il nuovo Anthony Hopkins, deve pagare gli studi ai nipotini) e William Hurt. Lisciato di 400 metri l'attore che fa Goebbels. Meglio quello di Tarantino.
L'utilizzo infame di green screen praticamente in ogni scena diventa più che fastidioso ed elimina ogni epicità.
A proposito di STORIE VERE e di occasioni sprecate. Come vi ho accennato con quell'agile video olympico di poco fa, nel film ha una sua importanza la figura di Leni Riefenstahl, il che non sarebbe male, anzi sarebbe stato perfetto vedere il film dal suo punto di vista privilegiato, invce no, invece è poco più che un personaggio appiccicate e, peggio mi sento, le hanno passato addosso un manto accondiscendente del tipo "io voglio fare il mio film e se il Reich me lo fa fare va bene così" davvero imperdonabile. Oh, questa faceva quasi più danni di cerchi gerarchi, coi suoi film inneggianti, non scordiamocelo. Altri artisti, registi compresi, se la sono data a gambe piuttosto che fare i film filo-nazisti. Comunque la Riefenstahl sì che meriterebbe davvero un film STORIA VERA tutto suo, ma fatto bene. E lungo dieci ore. In bianco e nero. Muto. Correrei a vederlo:
movies scared running chris pratt nopeBrad Pitt in Burn Before Reading
movie fun the lord of the rings excited runningRocky Balboa runningjustin  run run away run fast
justin  running run run away run fast
movie film horror halloween dead
nope running away no way run away

Gerusalemme indemoniata

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Jeruzalem
Trama: Fine delle risorte

Amici dell'anno 1000, attenzione, siamo di fronte alla fine del mondo. 
Non è certo quella del film, la fine del mondo di cui parlo, ma piuttosto questo fatto che non solo si ostinano a fare film horror Telecamerina, pratica ormai vecchia come il cucco e sempre più presa in giro da tutti perché davvero non se ne può più, ne hanno fatto talmente tanti di film Telecamerina che ci potrei aprire uno spin-off di ChickenBroccoli e avrei comunque un film al giorno, se non di più. Anche V/H/S, che era la summa dell'operazione giravolta Telecamerina sono riusciti a rovinare, col terzo capitolo, sembrava avessero veramente detto tutto quello che c'era da dire. Anche dopo che quelli che l'avevano un po' innalzata a genere fico da vedere nonostante il vomito (degli zombi e degli spettatori) l'avevano abbandonata. E insomma invece di smetterla di fare film Telecamerina, adesso che siamo sempre più moderni e non fai in tempo a comprare una telecamerina per fare il tuo film che qualcuno presenta TelecamerinaS gigamegaiper, come direbbe Sio, alzano il tiro (lo alzano tipo ad altezza occhi) e arrivano a fare addirittura il film GoogleGlass.
Ebbene sì, questo film è fatto tutto con gli occhialini interattivi (progetto che ricordiamo è morto e quasi sepolto, non credo risorgerà, a meno di non inventare le lenti a contatto interattive di blackmirroriana memoria).
La storia è l'ennesima storia già vista 999 volte (giusta una in meno della storia dei ragazzi che vanno a fare il weekend in una baracca nel bosco e poi si sa come finisce): 'ste due veline qui
ci partono dall'America per andare a fare la vacanza della vita a Gerusalemme. La mora porta tutto il tempo i GoogleGlass.
Ora, a parte il fatto che se scegli Gerusalemme per la vacanza della vita tanto bene non stai, capisco che non si può avere preconcetti e anzi se è vero come è vero che paura ce la devi avere in tutto il mondo e "non sei mai stato a Tel Aviv? È BELLISSIMA" e non lo metto in dubbio, ma insomma, al massimo che ti aspetti di trovare come movida? Questa?
Vabbé comunque le sfitinzie arrivano e incontrano subito un bell'americano e un bell'autoctono e iniziano a girare e divertirsi. 
In effetti sembra tutto molto bello veramente. Solo che dopo 50 minuti così in cui non succede nulla inizi a pensare che sia solo un film promozionale dei GoogleGlass fuori tempo massimo. Neanche un pericolo piccino picciò, il massimo è uno scugnizzo che ruba lo zaino alla mora che sembra Pocahontas. In certi horror ho visto spaventi più grandi.
Ma giusto il momento di dire "che palle" che il film si risveglia e succede il finimondo, letteralmente proprio: l'Apocalisse con i demoni alati brutti
e zombeschi. Già, sono demoni, ma hanno poteri zombeschi (sarà per questo che la Z della locandina è così grossa?), nel senso che se ti mordono diventi brutto con la faccia lunga pure tu
Da quel momento tu spettaotre ti risvegli un po' e anzi, badaben badaben badaben, quando si vedono i nefilim, i giganti dell'apocalisse (non preoccupatevi, li ho dovuti googleglassare anche io) credi persino che il film possa regalare qualcosa di nuovo, un po'Rec, un po'Troll Hunter, un po'Afflicted... E invece no, sti nefilim si vedono per sbaglio due volte e sono fatti male, che peccato gigante.
I personaggi sono ovviamente tutti degli idioti e come ormai è d'uopo in questi film la protagonista non fa una bella fine. Ci risparmiano miracolosamente la scena finale virata in verde, ma forse solo perché i GoogleGlass non avevano la visione notturna.
Ho scritto talmente tante volte GoogleGlass che secondo me gli ho alzato la media di ricerca e riaprono il progetto. Posso dire la mia? Fate i Google Ass, vedrai che vendete.
Ecco i fratelli Paz, i registi, che ci consigliano cinque film horror a sfondo religioso.
Una scelta logica, quasi banale, più che altro perché manca lui.
Prossimo anno vacanza della vita al Papete di Milano Marittima, ok? Se non è l'apocalisse questa:

Complesso di felicità

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La felicità è un sistema complesso
Trama: Sistema metrico decimare

C'è una cosa grande in questo film, e si chiama Valerio Mastandrea.
Quand'è, esattamente, che Valerio Mastandrea è diventato il meglio di tutti? Ma proprio di tutti eh, dei vari Favino e Accorsi e combriccola. Forse da qui? O da qui? O magari da qui. Molto probabilmente da qui. O ultimamente qui:

O forse semplicemente da quando ha iniziato a fare i film che gli andava di fare davvero, col risultato di essere sempre bravissimo, in bilico tra il migliore amico che vorresti avere per andarci a fare una partita a calcetto (anche se non hai mai fatto una partita a calcetto) o anche a cena a costo di leggere tutti i messaggi di whatsapp che ti arrivano e un profondissimo attore che regge il confronto coi grandi del passato.
Mastandrea è bravo. Ma bravo, bravo, bravo, bravo. Proprio da ripeterlo sei volte: bravo.
Controlla la sua "sfigataggine" (da non intendersi come roba nerd) con fierezza per nulla impacciata tanto che diventa un fico; sa come essere sommesso e al tempo stesso fiero (un po' come fa Germano) e fa sorridere amaro, molto amaro. È puro. È vero. È vivo.
Quanta strada ha fatto da quando andava a raccontare le sue avventure comicosentimentali di periferia da Costanzo.... [Qui ci sono io che cerco le sue ospitate e oh! Non c'è neanche una foto o un video! Che questo passato un po' inglorioso sia stato mondato dall'ufficio stampa di Valerio? Aridatece i video di Mastandrea al Maurizio Costanzo Sciò!?]
Comunque, mi sento di dire che Mastandrea è, oggi, il migliore esempio di "crescita" professionale e umana a cui si possa pensare. Da ammirare e prendere come esempio anzichennò.
Quella professionale è davanti agli occhi di tutti coi suoi film, quella umana si nasconde dietro l'aver combattuto (combattuto per davvero) per far sì che Caligari facesse Non essere cattivo, e aver creduto in uno come Mainetti da subito (rileggete qui e rivedete Manette).
Insomma Mastandrea cavaliere d'onore al meglio uomo del bigonzo cinematografico italiano punto e basta. 
Di cosa parla il film? Mastandrea che fa uno di quei lavori che sarebbero piaciuti a Jason Reitman, di quelli che devi essere uno stronzo: appena un rampollo di qualche famiglia prende in mano la società del padre, Mastandrea si insinua nella sua vita e diventandone amico lo convince a prendere una ricca buonuscita, vendere la società (alla società per quale lavora Masta) e andare in Costa Rica ad aprire un baretto sulla spiaggia. La scusa che Masta si dà è quella di salvare la società e quindi tutti i dipendenti da fallimento certo se lasciata in mano a giovani che non hanno mai lavorato un minuto in vita loro, in cuor suo sa che è uno stronzo. Arriva però il momento di confrontarsi con due ragazzini che, per quando imberbi, gli fanno rivedere le sue posizioni.
Il film è costruito intorno a lui, gli altri sono satelliti che gli girano intorno - un po' come la locandina, come un sistema mastasolare - e lui lo regge tutto che è una bellezza. È il sole che illumina tutti gli altri.
Ad essere un po' tanto lezioso è l'incedere del regista, che insiste su movimenti di macchina forzati (troppi ralenti, troppe "stortignaccolerie", troppi dolly pretenziosi) e che spesso si scorda della storia e decide che deve per forza fare dei video musicali, così, ad cazzum... la storia va avanti e poi BUM parte il video musicale, pure lungo.
Ok, la colonna sonora è bella, non discuto:


anche se poi arriva quel tizio - che già da quando ha fatto successo aveva la data di scadenza che segnava 2013 in fronte - e ha il coraggio di cantare (e far cantare a Mastandrea), testuali parole, "ho fatto una torta di noi":

Parole forti... e tutto finisce molto male dal punto di vista musicale. Inoltre i suddetti video non sono neanche troppo originali (i ragazzi sugli skate nelle strade fanno tanto Suburbs).
Poi ci sono quelle scene un po' così:
Che ok, dimostrano che in Italia abbiamo abbastanza sdoganato gli effetti speciali (li hanno fatti quelli di Lightcut Film, un giro sul loro sito lo farei), ma il risultato è ugualmente troppo iconografico (volo = leggerezza), stride.
La sceneggiatura e le tematiche sono cugine di primo grado di quel Il capitale umano che tanto ci era piaciuto, con la classe dei ricchi industriali del nord italia che poverini hanno un cuore pure loro, anzi no.
Però, leziosità e video musicali a parte, te lo vedi, te lo vedi tutto, tutto perché Mastandrea vale sempre e comunque e alla fine senti che qualcosa di buono te l'ha lasciato, che non è certo l'empatia per i rampolli delle famiglie di industriali del nord, quello no:
ma più che altro la coscienza di pensare che tutti, ma proprio tutti, siamo esseri umani, che, generalemente, cercano solo di essere felici. Hai detto cazzo. Il problema è trovare la propria felicità senza che questa faccia leva sull'infelicità degli altri. Hai detto stracazzo.
La domanda ora è: che fine ha fatto il film di Zerocalcare? Dopo mesi a scrivere la sceneggiatura, a fare il pupazzone dell'armadillo che doveva, dice, avere la voce di Giallini, e a scegliere il protagonista (vuole la leggenda che Mastandrea dopo decine di provini lo aveva trovato al supermercato...) non mi sembra se ne sia fatto più nulla. 
E per ogni film che ti fa credereche il cinema italiano possa rinascere, ne arriva uno che...

Crocevia dell'infermo

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Southbound
Trama: Autostrana AAAAHHHH1

Ho abbandonato un po' gli horror. Da tempo non mi butto più senza protezione contro la qualsiasi orrorifica che passa nei torrenti. Sarà che inevitabilmente o ti ritrovi di fronte a film Telecamerina o alle solite robe che ci tengono tanto a scrivere "prodotto da uno che passava sul set di Paranormal Activity" o "dal regista del promo per McDonalds di Saw"...
Però, da un paio d'anni, c'è questo ritorno ai film horror ad episodi che sta dando belle soddisfazioni sanguinolente.
V/HS, V/H/S 2 (escludo V/H/S viral), The ABC's of Death 1 e 2... tutti film del terrore divisi che vale la pena vedere e che godono della loro natura episodica, perché stai sicuro che tra i vari episodi qualcuno che ti piace lo trovi di sicuro. Insomma la modalità Creepshow sta tornando in auge.
Southbound è l'ennesima sorpresa, e anzi, alta un pochino l'asticella, legando tra loro gli episodi, è vero, lo fa con raccordi minimi, nel senso che un episodio finisce dove l'altro inizia, senza essere legati nelle storie, ci si limita a far apparire alla fine del precedente il protagonista del successivo, ma la cosa non infastidisce, anzi.
Come d'uopo allora bisogna commentare i singoli episodi, in questo caso 5 (come le strade che si incrociano a formale il pentacolo autostradale della fica locandina).
The Way Out
Due pinguani ricoperti di sangue stanno scappando da "qualcosa" su una desolata autostrada americana senza numero. Arrivati ad una stazione di servizio con motel da cui non riescono più ad andare via (con la classica scena di loro che se ne vanno in macchina verso il lato sinistro dello schermo e riappaiono dopo un secondo dal lato destro) devono vedersela con delle creature inquietanti che non sembrano avere per nulla buone intenzioni...
Siren
Lo stesso motel dei due tizi di prima ospita una rock band tutta al femminile. Le pinguane sono in tour. Partono con il loro piccolo van ma un guasto al motore le costringe ad accettare l'ospitalità di una strana famiglia che si rivela...
The Accident
...l'unica sopravvissuta a quello che succede nell'episodio precedente scappa ma viene investita male da un pinguano che a quel punto si vede costretto ad aiutarla. La carica in macchina e chiama il 911. La voce dall'altro lato del telefono lo "aiuta" in maniera più che diabolica. Un episodio che pare una puntata di ER in versione scannata...
Jailbreak
Scopriamo chi c'era dall'altro lato del telefono. Finita la sua telefonata la tipa se ne torna in un bar, in cui all'improvviso irrompe un pinguano armato di fucile a canne mozze. Sostiene di aver perso la sorella anni prima e che solo lì la può ritrovare. Lo farà, ma pagherà un prezzo molto alto...
The Way In
Nell'ultimo episodio una famiglia di pinguani subisce l'home invasion da parte di tre sconosciuti mascherati (oh. funziona sempre la maschera. SEMPRE. Quasiasi maschera metti:
In questo caso sono tre innoqui vecchietti. Inquietantissimi.
Non posso dire il finale senza fare uno spoiler rovinatutto. Basta dire che c'è anche l'occasione di rompere il continuum spazio-temporale.
Da vedere. Malefico come si addice ad un film horror, girato con una certa ispirazione - i registi sono 4, tre dei quali vengono dalla serie V/HS - anche se con evidente pochezza di mezzi (le creature in CGI lasciano un po' a desiderare, anzi stonano proprio con il resto del film, tutto sabbioso e sanguinolento). Non da applausi come un It Follows, ma non è Halloween tutti i giorni. 
Che l'episodicità sia la vera soluzione per combattere lo strapotere di Telecamerina e di scritte sulle locandine del tipo "dal fornitore dei cestini per le comparse di Insidious 15"?
La risposta potrebbe essere sorprendentemente sì.

CB ANTEPRIMA • Il cacciatore e la regina di ghiaccio

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Il cacciatore e la regina di ghiaccio
Trama: Biancanere

Cosa c'era di giusto nel primo Biancaneve e il cacciatore? Se non ricordo male avevamo lodato più di tutti l'approccio fantasy del tipo "signore degli anelli" alla fiaba. Il grande merito, quindi, era quello di essere un film sulle fiabe che A) non riproduceva il film Disney rendendosi un po' ridicolo, bellissimi ma figli dei loro tempi, B) non stravolgeva malamente l'originale
Poi c'era la trasformazione di Biancaneve in eroina virtuosa, in un'epoca dove le eroine virtuose sono molto più fiche di quelle che aspettano con lo sguardo languido il loro principe azzurro. 
Poi avevamo apprezzato tantissimissimo Charlize in versine Strega della libertà (sai, per via di quella corona...) che faceva il bagno in un prodotto DeLaMere (cit. molto serial-colta).
Non ultime le creature magiche in stile Miyazaki e i 7 nani che per foruna non facevano la figura di saltimbanchi da circo. Insomma ci era piaciuto, se non altro non era quella schifezza con Julia Roberts.
Qundi - anche se era un sequel - lo aspettavamo come si aspettano le fiabe della buonanotte, questo "La storia priam di Biancaneve Il Cacciatore e la Regina di ghiaccio", per gli amici "Il seguito di Biancaneve". 
Poi oh, il cast prometteva bene: un poker di fichissimi tutti insieme che c'era di che titillare ogni gusto: more bone, bionde algide, rosse bonissimissime + Thor
gli occhi e la zona pelvica se ne stavano tutti contenti contenti.
Purtroppo la forza innovativa che c'era nel primo è un po' persa. A volte la sensazione di "deja vu"è troppo forte. E non "già visto" solo perché negli ultimi anni siamo sommersi di film live action tratti da fiabe, o più in generale perché dopo 9 ore di Signore degli anelli e 21 ore di Harry Potter siamo più fantasy di Tolkien e per aprire il frigo proviamo a gridare APRITI FRIGUS con una stecca di liquirizia in mano, ma proprio già visto in alcuni film di cui proprio non resisto a fare nome e cognome.
Le due new entry importanti sono: la regina di ghiaccio (Emily Blunt che dopo Sicario mi mette sempre più paura) e la cacciatrice (Jessica Chastain, la più bella e bravona del gruppo).
Ora. La regina di ghiaccio. Io lo so che è un personaggio di una fiaba bel precisa, e quindi ha la sua iconografia tutta algida (non i gelati) e ghiacciata (anche perché in effetti, che iconografia vuoi dare a una che comanda il ghiaccio?) Quindi tralascio la versione di Tilda Swinton in Narnia e via...
...il problemino più recente è un altro e si chiama Frozen.
Il metro di paragone è un forse po' troppo recente e famoso, e quando la Regina di ghiaccio del film si autoesilia e si costruisce il suo regno di ghiaccio al grido di "all'alba surgelerò" 

proprio non puoi fare a meno di paragonarle. Nulla di male, certo, forse sono io il solito rompighiaccio.
Perlomeno lei al contrario di Elsa con le mani ci costruisce anche case per formiche di ghiaccio (altra citazione coltissima zoolanderiana):
Poi c'è la guerriera. My beloved Jessica, lo amo strano? Lei fa l'arciera, la guerriera, la rossa indomita che con arco e frecce "non sbaglia mai". E di nuovo, arriva un paragone recente, sempre Disneyano
Brave tutte.
Però forse sono io che davvero non so accontentarmi, e che forse mi scordo con troppa facilità che sia Frozen che Brave sono per primi ispirati a fiabe classiche, alle loro regole e i loro personaggi, proprio come lo è la serie di Biancaneve e il Cacciatore.. quindi zitto e buono ChickenBroccoli che ti chiudo nella torre più alta e sarà inutile farsi crescere la barba, nessuna principessa verrà a salvarti.
Nel film tornano 2 vecchie (anche se non invecchiano) conoscenze. (Kristen Stewart non pervenuta).
Torna Charlize, e conquista la scena.

Sembra fare da madrina alle altre (soprattutto a Emily) e l'unico rammarico è il minutaggio purtroppo un po' esiguo. Che doveva fare? VOGLIAMO CHALIZE PER TUTTO IL FILM I TUTTI I FILM SEMPRE! 
Il beato tra le donne, il cacciaTHORe, fa quello che sa fare meglio: il manzo con lo sguardo un po' profondo e il sorriso da scemotto. 
Gli riescono bene entrambi, bisogna rendergli atto.
A completare il cast invece dei sette nani del primo film (ricordiamo interpretati da 14 persone, i corpi erano nani, le teste di attoroni come Bob Hoskins, Eddie Marsan e Toby Jones) ce ne sono solo due, uno è Nick Frost (il cicciotto della Cornetto Trilogy), l'altro non l'ho riconosciuto. E poi per la parità dei sessi arrivano due nuove nane. Purtroppo anche facendo i conti non fanno comunque sette. Ma i loro  momenti spassosi se li ritagliano.
Purtroppo a un cast pieno di nomi del genere non si accosta l'epicità che avrebbero meritato (posso dire che i goblin non mi sono piaciuti tanto?) e certi canoni fantasy (ripeto, io ADORO quando i canoni, i topoi, le leggi di Propp vengono rispettate nei film di fiabe) sono un po' tirati via. Ad esempio c'è questo specchio, ok? A me come si trasforma in una sorta di Nazgul a 24 carati mi piace sempre

Però quando ad un certo punto diventa solo un artefatto malefico che "bisbiglia" a tutti di fare le cose cattive, mi suona troppo simile ad altro.
Però voi potete benissimo prendere le cose che dico con la dovuta distanza, perché lo sapete che sono un vecchio rompiscatole borbottone, proprio come certi nonni delle fiabe, che stanno sempre lì a criticare quando i giovani eroi vogliono solo vivere la loro vita spensierata. Ecco, la spensieratezza forse è l'approccio giusto a questo film: un film dove 3 bellissime ragazze la fanno da padrone, buone, cattive, cattive che forse possono tornare buone, buone che forse sono cattive, o forse no?, riuscite ad immaginare qualcosa di meglio? Io no.

Quindi non fate come me, che ormai sono perso, voi andateci al suon di "Andiam Andiaam" carichi di spensieratezza e uccellini che vi cinguettano intorno.
Proprio con questo tono ad esempio io sono andato fino al centro commerciale Parco Leonardo dove ad aspettarmi c'era una di quelle cose che vedi solo nei paesi in Trentino a natale: un trono di ghiaccio! 
Questo (cliccate sulle immagini che è pazzesco):


Ammetto che io ero rimasto un po' gelido all'annuncio (l'hai capita? Gelido... aha. a.) ma poi arrivato lì, e messo la mano sul ghiaccio VERO (no, non ho fatto così, anche se avrei voluto), mi sono ritrovato con circa 30 anni di meno (quindi a zero anni! No scherzo, a 7...) a fare gridolini tipo "ma è ghiaccio vero! ma come hanno fatto?!".
Ecco un po' di foto in un album che potremmo intitolare "Meglio il trono gelato che un gelato..."  Games of Ice Throne!



Si vede che arriva l'estate, la stagione del trono gelato (scusate, mi si è congelato un po' il cervello).
E c'erano pure le truccatrici che facevano il make up da regina. 

Io ho passato la mano, perché se mi fossi seduto davvero su quel trono truccato da regina avrei rubato la scena a tutte! E forse sarei riuscito a rubarla anche a Kissandmakeup01. Lei:
Che non è la sosia di Charlize Theron ma una youtuber di fama internazionale. Io che al massimo sono un blogger di grande fame, ho questa sorta di ammirazione misto a stupore come di fronte al miracolo di Fatima di fronte al fenomeno youtuber.
Tipo lei è andata a Los Angeles a fare questo:

Io ovviamente ho rosicato. Ma poi devo solo inchinarmi a chi usa un mezzo come Youtube che io uso per vedere video di gattini che cadono perché prendono male le misure del salto, per lavorare davvero e alla fine scrivere un libro. 
Io mi sono divertito, a vedere la tipa che ci sa fare con tutte le sue fan venute a vederla sedersi sul trono, e posso dire una cosa? Sono stato anche un po' invidioso della sua capacità empatica di coinvolgerle e divertirsi con loro.
Diciamo che io me ne stavo lì un po' così:
disney snow white disney princess classic disney huntsman
Ovviamente ero Biancaneve.
C'è una cosa per cui mi sento un po' in colpa però. Proprio come l'altra volta dovevo produrre un poster illustrato bellissimo. Non l'ho ancora fatto. Mi date il weekend? dai vi prego, sono rimasto bloccato sotto due metri di neve di ritorno da Parco Leonardo! Giuro!
Intanto vi distraggo con questo supergruppo di gente ghiacciola disegnato da quel genio di Dan Hipp. Hipp Hipp hurrà.
Dài non mi volete malissimo! Almeno non ho detto che la regina di ghiaccio avrebbero dovuto chiamarla Frigida.

Ma andò vai se la katana Li Mu Bai

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La tigre e il dragone 2 - La spada del destino
Trama: La tigre e il cojone
 
Tutti, ma proprio tutti, ricordiamo quei cari saltapicchi cinesi che svolazzavano diqquà e dillà senza sosta, e mentre facevano un saltello da un bambù o una piroetta su un tetto, ne approfittavano per darsi un fracco di mazzate. Con buona pace dei vivai e dei posatori di tegole
Erano i protagonisti de La tigre e il dragone, un film di Ang Lee, che da bravo transfugo cinese in ameriga (uno dei tanti) portava all'attenzione dei pigroni americani il cinema wuxia, ossia (oxia, quindi) i film di cinesi che si menano.
Il film ebbe un successo incredibile, io personalmente gli diedi tre volte il prezzo del biglietto (anche se la terza volta era in un'arena, quindi costava un po' di meno, e io tentavo di ammazzare le zanzare con dei leggiadri colpi volanti dell'avvelenato di pizzichi sbraitante) e anche l'academy non scherzò, con centodue candidature.
Da quel momento tutti i combattimenti furono più o meno svolazzanti e gli attori dovevano tutti provare il brivido di essere appesi come salami a dei cavi che poi sarebbero stati eliminati con photoshop e cercare di sembrave più "leggeri" possibile.
Noi dal canto nostro dicevamo "ah certo però vedi che furboni i sorelli Wachosky, a far menare la gente per aria..."
Poi tra Tarantino
e i Chemical Brothers

il cinema wuxia cinese veniva definitivamente sdoganato. 
Salto in avanti di una decina di anni. 
A nessuno frega più niente di vedere gente volante che si picchia e poi atterra dentro un bicchiere d'acqua e ci rimane in equilibrio.
Adesso sono tornate in auge le botte quelle vere, quelle di gente che sta bella piazzata con le gambe un po' allargate per terra e si riempie di cazzotti veri e non di carezze leggere che magari ti comprimono pure la giugulare e da quel momento puoi solo ispirare e non espirare e muori male lo stesso, ma a livello coreografico è come vedere un balletto, quando invece adesso tu vuoi vedere solo nocche chiuse a pugno che fracassano mucose.
Colpa di Jason Bourne
Da lui fino all'ultimo Batman
passando per Fight Club
Sherlock Holmes
Warrior 
Oldboy

e Daredevil
ormai è tutto un menare solidissimo, pesantissimo, con sopracciglia che si spaccano e nocche che si insaguinano, altro che ninja svolazzanti

Tutto questo preambolo solo per dire che, assolutamente fuori tempo massimo, arriva il seguito imbarazzante di La tigre e il dragone. Su Netflix.
Ora, io non so bene come è andata, se il film è stato direttamente ordinato da Netflix oppure l'hanno fatto con la speranza che uscisse al cinema e poi Netflix ha fatto l'offerta di metterlo sulla sua piattaforma e loro si sono detti "sempre meglio di PopCorn Time"; oppure ancora Netflix ha un accordo con i supermercati americani e ogni domenica mattina in ciabatte va a ravanare nel cestone dei DVD e prende un po' di roba da mettere e lanciare come grande novità (no perché comunque su Netflix c'è roba imbarazzante, eh...). Insomma è andata come è andata, La tigre e il dragone 2 sta là, ma ora non volate di pino in pino a fare l'abbonamento solo per vedere questo film, perché davvero non ne vale la pena.
Il film è brutto, che ti viene voglia di rivedere il primo solo per capire se all'epoca ti era piaciuto tanto perché tu eri più piccolo, un po' più naif, ti stupivi di meno (avevi quanti, 3000 film in meno sulle spalle?), oppure se veramente è fico come ti ricordavi. Ovviamente non lo rifarai, non lo rivedrai, perché adesso vuoi solo gente che si mena forte in faccia, altro che saltapicchi vestiti camerieri di un ristorante cinese.
Non torna Li Mu Bai, che se non sbaglio era morto, al compenso ci sta lui:


Capite cosa comporta tutto questo. Lì un attore che veniva dalla scuola hard boiled ti John Woo, qui un tizio che al massimo viene dalla scuola dell'obbligo. O di ballo.
Ecco uno dei classici seguiti che rovinano il ricordo dell'originale. Non vedo l'ora di combattere contro me stesso e la voglia che alla fine avrò di vedere Ghostbusters 3.
Il film ha una storia raffazzonata, con spade importantissime custodite dentro delle teche senza lucchetto messe in stanze meno sorvegliate di un bagno pubblico alla stazione Termini, con vecchi maestri con nomi ridicoli che fanno a gara con i nomi ridicoli dei capi indiani, tanto che vorresti proprio avere un videogioco tipo Street Fighter per mettere contro Calzini spaiati vs Puzzola di giada. FIGHT!

E insomma brutto. Succube di una povertà produttiva non indifferente (gli effetti speciali sono ai minimi, addirittura peggiori del predecessore, datato 2000), ma peggio ancora i personaggi e la storia ricalcano malamente l'originale, stessi giovani iracondi che non controllano il chi, stessi maestri saggi che fanno fare le cose strane tipo "metti la cera togli la cera" che poi ti serviranno, prima o poi.... oppure volevano solo farsi lavare la macchina.

Risvoltino primavera.
Insomma avrei preferito mantenere il ricordo romantico della tigre ancora con tutta la sua forza e del dragone ancora capace di colpire, piuttosto che questi gattini e lucertole.
Poi non metto in dubbio che in Cina avranno riso a crepapelle vedendo il primo, perché era il loro classico cinema rifatto in salsa americana, come se domani gli americani decidessero di rifare, chessò, Ladri di biciclette... quanto rideremmo... fatto sta che questo passa il convento Netflix, e se continua così mi sa che inizio a pensare che dovevo limitarmi al mese gratuito.

SIAMO SERIAL • Mannaggia al diavoletto

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Daredevil • Season 2
Trama: Il rosso e il nero

Abbastanza peggio della prima serie, molto meglio di Jessica Jones.
Vi basta? Io me lo farei bastare, perché in effetti tutto quello che si può dire della seconda stagione di Daredevil (vedere cameltoe) è questo.
La serie si fa guardare una via l'laltra come ormai Netflix ci ha gentilmente abituato con la sua furbata di far procedere la serie episodio dopo episodio che comincinano automaticamente senza che tu debba neanche alzare un sopracciglio, velocizzando il processo di unione cellulare col tuo divano, con cui ormai sei tutt'uno, come Lumacorno quella volta, ma non entusiasma, quasi mai.
Non entusiasma neanche l'ormai scontato piano sequenza di combattimento, ancora più lungo, ancora più piano, ancora più sequenza, con Daredevil che se l'altra volta si faceva tutto un pianerottolo (infatti quello era un pianerottolo sequenza):

a guisa di Oldboy:

o di The Raid:

adesso si fa un intero palazzo, scale di servizio comprese. Un palazzo sequenza quindi:

Solo che allungando la scena, come avete visto, sono stati costretti a metterci tantissimi raccordi nascosti, quindi che mi significa? Che piano sequenza è se ci metti i raccordi nascosti? Allora diventa Birdman e quel punto sei solo furbo, non mi diverto più a pensare la classica cosa dei piani sequenza che è "pensa se uno sbagliava proprio alla fine le madonne che gli tiravano tutti gli altri a dover ricominciare da capo".
Di Daredevil ci era piaciuta la modalità darkettona in contrapposizione con altri serial Marvel (leggi S.H.I.E.L.D.S.) che sembrano roba da ragazzini, e il fatto che si spargesse molto più sangue di tutti i film messi insieme. 
Ecco, almeno possiamo notare che l'andazzo rimane invariato, anzi aumenta esponenzialmente perché arriva Il Punitore e iniziano a morire come mosche, e se non muori finisci appeso al gancio di un mattatoio come un quarto di bue.
Presenza scenica imponente, continui rimandi alla sua maglietta da tamarro con il teschio 
Infatti Il Punitore è la cosa migliore che succede in tutto il serial. L'attore è quello che faceva Walking Dead, l'unico che metteva un po' di pepe al culo a quel cadavere ambulante di Rick, infatti l'hanno ammazzato. Comunque lui perfetto, soprattutto quando ammazza la gente proprio senza fargli neanche dire «No aspeSBAM
Molto meglio di tutte le precedenti incarnazioni del Punitore... tranne questa:

Certo quando poi inizia a parlare e a raccontare tutta la sua storia da sopravvissuto della guerra con annesso tragedione inizia a rompere un po' le palle pure lui. 
La lezione di quel Joker che ci raccontava ogni volta una storia diversa in Dark Knight è già dimenticata. Ok, ci sta pure che Castle non è un villain a tutti gli effetti, ma ogni tanto qualche spiegone in meno non farebbe male.
Gli scambi interminabili tra lui e Devil (ci fanno una puntata intera con loro che parlano) ti fanno venire voglia di mandare avanti fortissimo, non fosse che ormai le braccia sono già trasformate in braccioli del sofà e diventa difficilissimo alzarle. Beato chi se lo fa il sofà.
Poi arriva pure Elektra. 
Ora, in giro per internet appena arriva Elektra tutti diventano biografi di Frank Miller. Io non ho letto una sola pagina di Daredevil in vita mia, e di Elektra non ho visto neanche il film (o forse sì?), però posso dire che il personaggio e l'attrice m'hanno dato veramente poco. Ho letto lodi per la sagacia e il fare da dura, non ho notato né l'una né l'altra. Manco tanto fica, peraltro.
Ad ogni modo, nonostante le molte, troppe, lungaggini, veramente diluite per evidente mancanza di mezzi, alla fine passano tutti e 13 gli episodi. Certo non dovrebbe essere questa la spinta che ti fa dedicare 13 ore della tua preziosissima vita a un serial TV, ma in un momento come questo, in cui ricordiamo le serie sono MORTE, il fatto che ti venga voglia di vedere l'episodio dopo è già una gran cosa. 
Oppure la gran cosa è solo che partono automaticamente e te stai talmente allumacato che non ti va di alzarti e cambiare e la dai vinta a Netflix. Diavolo di un Netflix.
Infatti poi in contemporanea con l'uscita della serie, Netflix ha sbattuto nel catalogo anche i film ormai perculatissimi di Daredevil ed Elektra, probabilmente per farsi dire "Certo voi il serial l'avete fatto veramente molto meglio. Bravi!". Ti piace netflixare facile eh?
La locandina affrescata, che fa parte di questa idea ormai abusata di fare le locandine come opere d'arte:
con tutta quella marea di personaggi, ogni volta che mi capita sotto gli occhi mi fa venire in mente una possibile locandina di un qualsiasi film Marvel del 2020, 2021... Perché se è vero che piano piano ci stiamo assefuacendo alla presenza di tanti supereroi in un film solo, loro dovranno alzare sempre di più la posta, mettendocene sempre di più. Già per Infinity War si parla di 67 personaggi. Ma poi non ci accontenteremo più manco di quello e allora Marvel e DC dovranno iniziare a fare i crossoover universali come nei fumetti. 
E allora sì che le locandine diventeranno un vero macello:
[clicca]

Uom invasion

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Intruders
Trama: Signorafobia

Sembra proprio che con l'horror mi stia andando piuttosto bene.
La scorsa settimana c'è stato quel Southbound che si era beccato un bel Chicken, e anche l'horror di questa settimana se ne piglia uno. Mi fa venire voglia di ricominciare a vedere più horror, che dopo l'indigestione Telecamerine ho avuto un momento di rigetto
Intruders si inserisce nel filone horror degli home invasion, quelli dove tu stai tutto tranquillo a pensare ai fatti tuoi e arrivano persone mattissime che ti vogliono fare tutto il male possibile.
È capitato a Liv Tayler, a Naomi Watts, a Ethan Hawke, a una famiglia spagnola, a una coppietta francese, a Jodie Foster, a degli animalisti, a gente che non amava la mamma, al Bruce Willis. Addirittura a Keaunu Revees, non fosse che mammagari capitasse a me quel tipo di home invasion. È capitato persino a Nicholas Cage e Nicole Kidman, ma loro non se ne sono accorti per via del botox. Possiamo dire che sia capito pure a Macaulay Culkin pensa. 

Insomma capita. 
Comunque sempre belli i film di home invasion, perché accendono quel tipo di timore molto reale di gente che ti entra a casa e ti vuole fare del male. Perlomento molto più reale di un vampiro o Frankenstein o uno zombi.
Il merito di questo home invasion in particolare, rispetto a tanti altri, è quello sì di procedere in maniera abbastanza classica - cioè con i carnefici che diventano vittime, se vi dico questo non spoilero niente, si sa che nei film di home invasion succede sempre male per gli invasori - ma farlo in maniera originale, con un cambio di prospettive davvero ben congeniato.
Ecco, il film parte in sordina, con una protagonista femminile bionda e un po' scialba che perde il fratello con cui ha vissuto gli ultimi dieci anni di vita chiusa a quattro mandate in questa casa gigante. Ma per volontà sua, mica rapita. Proprio non è mai uscita perché soffre di agorafobia, che non è la paura di programmi televisivi con tribune politiche, ma la paura di stare in spazi aperti.
La tipa rimane quindi sola soletta con questa casa e molti soldi. Ovviamente lo spiffera alla persona sbagliata, che a sua volta lo spiffera alle persone sbagliatissime. Il passo successivo è quello di ritrovarsi tre criminali in casa pronti a tutto per prendersi i soldi.
Ma loro non sanno che...
Ma i criminali non potevano immaginare...
Quello che trovano li soprenderà...
L'home invasion che sta commuovendo il web...
Farabutti entrano in casa di una donna sola. La sua reazione vi stupirà...
Ecco. Non posso continuare molto, perché la sorpresa - che ok, magari non è così originale, ma funziona dannatamente bene - arriva presto e dà vita a tutta una seconda metà di film giocata su livelli più che buoni, coi pinguani che pensavano di avere vita facile e invece si ritrovano con una tizia che poi tanto docile non era:
Il film si è intitolato fino ad un certo punto Shut In. Forse poi l'hanno cambiato per colpa di questo. Certo a quel punto, visto che dovevano cambiare titolo perché era uguale a un altro, prima di scegliere Intruders, un saltino su Imdb ce lo potevano fare:

E già che c'erano anche su Vimeo, che si trova questo
Che a dire il vero è anche più inquietante. Vedetelo che davvero dà un po' di brividini. Quando a minuto 3:48 arriva un'altra delle (almeno mie) grandi paura dopo quella di gente matta che ti entra a casa mi si sono alzati i peli. Madonna se ci penso chiudo tutte le finestre per sempre, altro che agorafobia. Dopo aver voluto, chiesto a gran voce (e ottenuto, lo sta scrivendo) un film di David Sandberg, ADESSO voglio un film di Santiago Menghini. 
Sono pronto a invadere casa dei produttori e fargli male.

CB ANTEPRIMA • Hardcore!

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Hardecore!
Trama: GoProfagia

La sensazione finale del film è la stessa che darebbe stare accanto a un amico che gioca al più fico videogioco del mondo e sto stronzo non ti passa il controller neanche una volta. Rosichi. Il tuo amico è uno stronzo. E ti viene un gran malditesta.
Comunque. Iniziamo dal principio.
Hardcore! è quel tipo di film che si fregia di essere un film rivoluzionario, addirittura, come recita la cartellina stampa "per ogni generazione c'è un film che cambia tutto per sempre". Adesso, non voglio stare qui a fare il maestrino eh, però posso dire che una frase del genere, se vogliamo appiopparla a un film la cui spinta rivoluzionaria si limita quella di essere tutto ripreso in soggettiva (POV, per gli amici), andava benissimo se il film fosse uscito... NEL 1946. 
Perché dico questo? Ecco perché:

Ripeto, non voglio sembrare quelli superesperti rompicoglioni che dicono "ma non è la pVima volta", "la stoVia del cinema" ecceteVa, e voglio anche guardare di buon occhio (dalla mia soggettiva) il fatto che la promozione a qualcosa deve pure aggrapparsi, e di certo di film action tutti in soggettiva non ne escono tantissimi, quindi puoi e devi usare quello come appiglio per far andare bene il film, che non ha attori importanti (tranne una micragnosa comparsata che non vi anticipo), tantomeno il regista, ed è tutto girato in Russia.
Però ecco, proprio stare lì a dire che è il primo film tutto girato in prima persona, magari no.
Perché passi che un video musicale non è un film:

Passi che alcune scene di film non sono un film intero:


Ma Enter the voidè di pochissimi anni fa. Eh, cVibbio!

Mi si potrebbe dire che qui stiamo parlando di cinema action e solo di quello, e di film action interamente in prima persona non ce ne sono. Evvabbene, facciamo che vi siete salvati con la postilla dell'action.
Passando oltre la questione del POV, che comunque sarà anche la grande prerogativa del film, ma che ne diventa anche il limite, il film funziona comunque a metà.
La metà che funziona è l'evidente divertimento che i registi e gli attori e i tecnici hanno profuso dapertutto. C'è tanta cazzaraggine e strizzatone d'occhio stupidone allo spettatore, , tante che diventano quasi troppe. L'esagerazione di ogni inquadratura e scena è di casa e non lo nascondono, anzi è proprio il loro vanto:

Questo per fortuna smorza l'assurdità di tutto quello che si vede sullo schermo, e che, proprio per effetto del POV, ci sembra di vivere in prima persona, ma in modalità molto più confusionaria e incasinata che se lo vedessimo in terza. È una sorta di trippone da luna park, un giro sulle giostre. Solo che immaginatevi voi una montagna russa che invece di 1 minuto e mezzo ne dura 90. Alla fine stai col cervello che ti esplode.
Diciamo che il rimando più recente, come action comedy del genere, è Crank. Per certi versi è persino plagiato, quel film (a cui io, e quindi pure voi, dobbiamo sempre tanto). Un misto di action esagitato corredato da autoironia cazzona

Infatti:
Il resto è niente più niente meno che un videogioco in prima persona, di quelli che tu fai le cose e vedi le braccia del tuo personaggio impugnare armi, spade, braccia strappate di gente, quelli in cui gli schizzi di sangue si attaccano allo schermo come fossero sui tuoi occhi
A non funzionare quindi, paradossalmente, è proprio la prima persona, la gran confusione indotta dalla scelta tecnica. Certo non è che potevano tornare indietro, una volta iniziato, ma il giochino si rompe troppo presto, di certo non arriva a 90 minuti intatto.
Sarà che forse, quando riesci a fermarti e pensare meglio, capisci che la storia è terribilmente banale, che i nodi narrativi sono strarisaputi e che l'affanno del protagonista è scatenato da un cattivo che, per essere in linea con l'asticella altissima dell'assurdo, è giustamente da fumetto, con tanto di poteri ESP e modo di fare schizoide. È proprio da fumetto, come quello che ci hanno regalato all'anteprima, eccolo in una favolosa foto POV:

Amaris in fundo, nonostante la resa dei conti finale sia la scena più bella, ci si arriva troppo stanchi mentalmente per apprezzarla a dovere.
Dite che sono io vecchio? Come non capisco gli youtuber, così non riesco a gasarmi di un film fatto tutto al fulmicotone prima persona perché ormai ho il cervello bollito? Per carità, può essere, forse il prossimo passo per entusiasmarmi è vedere un film tutto ripreso in prima persona dagli occhi di un umarell

Questo sì che mi entusiasma:

Comunque a funzionare tantissimo, non l'avrei mai detto, è Shapiro... Sharlito... Shalpi... Copto.. Cropto... GoProto... insomma lui:

quello che riconoscere di certo per interpretazioni come gamberone

o robottino

Lui sì che se la diverte da matti. Con le sue diverse impersonificazioni - non sto qui a dirvi perché e percome fa tanti personaggi diversi, ma è abbastanza facile se ci pensi un attimo - diventa il joker della situazione e ci riesce benissimo. Un peccato averlo visto in italiano ed essersi persi i suoi accenti.

Il film è stato prodotto dopo che il regista ha fatto questo video per la sua band metallara:

Video che è più povero (e molto più inventivo) del film, e che durando 4 minuti diventa assolutamente perfetto per non creare quelle vertigini e quei giramenti di capoccia che invece sono iniettate a forza nel cervello da Hardcore! 
Certo i russi sempre personcine sobrie, eh.
Avrei voluto mettere più gif del film ma capite da voi la difficoltà lessicale di cercare le parole "POV", "hardcore" e "movie" nella stessa googleata... come dire...

Invce no, invece per me se dici che è un film rivoluzionario, allora deve esserlo, se esageri, non devi comunque cadere nella, se avete intorno ai 20anni e siete fissati con i video GoPro (in effetti il film è girato TUTTO con delle GoPro, che a questo punto diventa pure un po' un genere figlio dei film Telecamerina e cugino di quello GoogleGlass) vi divertirete da matti. Per tutti gli altri, c'è l'app che fa per voi noi.
Avrei dovuto dare un Chicken perché ho visto il film in un giorno pesantissimo mio e quindi già c'avevo il cervello rincoglionito? Avrei dovuto mettermi nei panni di un me stesso ventenne che non fa il professorino e che si diverte semplicemente a vedere un film esagerato, che sa di esserlo e non se ne vergogna? Avrei dovuto? Chi lo sa. Ci penserò in prima persona...

CB ANTEPRIMA • Il libro della giungla

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Il libro della giungla

Trama: Il libero nella giungla

Non c'è che dire, Jon Favreauauaouaoua ci sa fare.
Il cicciopallone che gli piace mangiare (a cui vogliamo bene per motivi anche un po' che con i film non c'entrano molto, qualcuno ha detto Big Meal?) confeziona quello che  - a meno di non ricordare male - è il miglior film Disney fiabesco di sempre, di quelli live action, si intende. Ci voleva poco direte voi, se il paragone è con un'Alice inguardabile, con un Oz indeciso, con una Maleficent soporifera, con una Cenerentola retrograda, tutti film per un motivo o per l'altro mai capaci di rendere giustizia all'originale a cartoni animati, e tantomeno agli originali di carta, i libri... ma più che altro erano tutti brutti film e basta.
Invece Il libro della giungla versione live action appassiona, diverte, commuove e ancora appassiona. Forse appassiona più di tutto il resto
Difficile davvero trovare qualcosa che non va in questo film, che non va seriamente intendo, e lo sapete quanto mi piace fare l'elenco delle cose che non vanno.
Già solo che nel film ci sia questa cosa qui:
è un tuffo al cuore e una botta al cerchio dei ricordi, quando tutti i film Disney si aprivano e chiudevano con il libro che si apriva e si chiudeva

Quel libro è un monito/omaggio/insegnamento, che serve a ricordare che senza quelle "cose" fatte di pagine e inchiostro, niente fiabe cari miei. Siamo tutti debitori. Sempre, prima ancora di quanto siamo debitori ai film (lo so, parole forti da parte mia, parole fortissime...).
Ecco, negli ultimi anni, persi dietro alla ricerca della star che fa questa o quella regina, persi dietro all'effetto speciale che deve stupire sempre un po' di più della volta prima, persi dietro il bisogno di fare cassa, le case di produzione (e noi di conseguenza) hanno dimenticato lo stupore semplice che una storia ben scritta - solo quella, non serve altro se ci pensi, le parole sono lo stretto indispensabile - ci scatena dentro. Benvenuti nella fantasia.
Siamo di fronte a un'operazione commerciale ingigantita, una sorta di nuovo universo condiviso anche se i film non comunicano tra di loro; ora ci stanno propinando tutti i film Disney in versione live action solo perché possono (hanno più soldi di tutti e i computer più potenti di tutti) e di fronte a quelli già girati e a quelli che devono arrivare (il seguito di Alice, Peter Pan, Pinocchio, il Genio di Aladdin, Dumbo, Elliott, Mulan, La sirenetta, un Principe Azzurro a caso, La bella e la bestia, Fantasia) ci chiediamo: stanno rovinando i nostri bei ricordi e l'animazione in generale? Voglio dire, il fatto che i regazzini di oggi cresceranno con il Baloo digitale e non con quello disegnato frame dopo frame - anche se riciclavano, eccome se riciclavano:

è per forza un male?
No, adesso non arriva la risposta saputella perché, davvero, è una domanda che mi faccio e vi faccio. È per forza un male? In fondo noi non siamo mica cresciuti con i film di Melies, no? E allora forse è giusto che ogni generazione abbia il suo Libro della giungla diverso, purché sia fatto bene. E non c'è che dire, questo Libro della giungla è fatto davvero bene.
Certo poracci i regazzini che hanno avuto questo:

Quindi non facciamo tanto i puristi dei cartoon, non facciamo troppi paragoni tra quello e 





E accettiamo di buon grado che in questa nuova versione c'è l'avventura, che è la cosa che conta; non un attimo di stanca per circa due ore. Tra salti di liane, tuffi dentro fiumi in piena, cariche di bufali e spire di serpente.
C'è l'amore paterno di "due strani papà" (e c'è da chiedersi se di nuovo sentiremo certe cazzate uscire dalle lorde e ingorde bocche di gentaglia tipo Adinolfi, che cattivo Disney grasso e perfetto sarebbe. A proposito I Due Papà è già trend del 2016, per fortuna, insieme alla coppia panda/papero e Ferrell/Uolberg), amore diviso tra i due modi di vedere la vita, quello serio e severo di Bagheera (che personaggio Bagheera, sempre adorato) 

e quello "lebowskiano" di Baloo. Quale scegliere, io so che sarei il Bagheera della situazione, facciamocene una ragione... 
ƃolq s,nɯɐʞ
Ci sono poi tutti gli altri e ognuno "recita" la sua parte a perfezione, già recita, ormai non fa più stupore pensare alla recitazione di animali fatti col computer: Kaa che sta per fagocitare Mowgli, Shere Khan che è un villain con mille ragioni per esserlo, i lupi (che a conti fatti tra un Akela se si fa scaraventare di sotto come un calzettone puzzolente e una Raksha che sta tutto il tempo a dire "sei mio figlio sei mio figlio" poi appena le dicono "ci sarebbe l'idea di portarlo via" lei "va bene ciao", ci fanno un po' la figura dei coglioni a dire il vero), i vari joker (animaletti piccoli e pucciosi, isterici e ghiottoni, da un momento all'altro ti aspetti che arrivino Pumba e Timon...) e poi lui, quello che di certo è il più affascinante, gigante, pazzesco personaggio del film: Re Luigi
o meglio dire il Colonnello Kurtz versione primate
La citazione (evidente, c'è persino una scena in cui l'immenso orango si passa la manona sulla testa) è favolosa per chi ha visto il film di Coppola, una lunga scena che ricalca l'arrivo di Willard nella città antica e popolata di "schiavi" in cui Kurtz ha fondato il suo regno, 
Perse completamente tutte le buffonerie, queste:
il Re Luigi di questa nuova versione è un villain che trasuda pazzia da ogni pelo, inquieta, intimorisce, è bellissimo e tristissimo insieme, sovrano su un trono da cui non schioda - lo dimostrano i peli da decubito che rimangono incollati alla roccia quando si alza per aggredire il cucciolo d'uomo - padrone di un regno che non vale nulla.
E infatti è un gran peccato quando dopo tanta inquietudine e paura, si mette a cantare jazz-gospel la canzone della versione Disney, che stempera la sua forza comunicativa. In effetti i due momenti musicali (anche quello di Baloo) sono le cose che stonano di più, rispetto al realismo di certe indoli animali per nulla antropomorfizzate come nel cartone.
Quello che forse colpisce più di tutto, è che questo film è davvero pieno di pericoli, insidie, cattivi più o meno dichiarati: la giungla è 'na giungla.
La tigre, il serpente, l'orango sono i cattivi appalesati, ma le cariche di bufali, i frutti velenosi, i furetti ladri, l'uomo col suo fiore rosso (il fuoco), persino Baloo, all'inizio, non ha molto chiaro il da farsi, se sfruttare il ragazzino per suo tornaconto personale a costo di vederlo precipitare da un dirupo, o aiutarlo.
Un bel film per ragazzi senza sbavature, con l'azione tenuta altissima (la lezione dei film Marvel è stata completamente digerita da Favraoaoiaouaou) e con un 3D funzionale, almeno questa volta, sembra proprio che gli ambienti naturali siano i più adatti al 3D, da Avatar a Vita di Pi, la natura è l'ambiente migliore per la tecnologia avanzata, che favoloso ossimoro. È il cerchio della vita amici, è il cerchio della vita...
Certo, bisogna sopportare il fatto che l'unico attore vero è un ragazzino brutto con una perenne faccia da cazzo. Si può dire che un ragazzino ha la faccia da cazzo? Pare brutto? Giudicate voi
OH! Ci stanno ragazzini brutti, don't "i ragazzini sono tutti belli" me, ci stanno quelli belli e quelli brutti, e questo è brutto. Dai lo vedete anche voi che con evidenza lapalissiana ce lo ritroveremo, tra dieci anni, in quegli articoli tipo "I dieci ragazzini dei film cresciuti orrendi" - subito prima di quello del Sesto Senso, subito dopo Anakin bambino.
Comunque la giungla va un casino quest'anno:

Il doppiaggio italiano fa leva sulle voci maschili (Marcorè e Magalli non sono nuovi al doppiaggio e si sente), mentre quelle femminili (Mezzogiorno e Placido, le figlie...) meglio accantonarle. Questi i doppiatori originali, certo ben altra caratura. C'è pure Gus Fringe...
Ah, ormai le sale di doppiaggio stanno diventando più popolate di star dei set dei film Marvel.
Illustrazioni della giungla (tra locandine e cover di libri), da rimanere ipnotizzati

con una collezioni di ritratti sul finale davvero fica fatti da questo tizio qui:

• Il cacciatore e la regina di ghiaccio by RINO LIONETTO •

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Vi ricordate l'altra settimana quando avevo scritto de Il cacciatore e la regina di ghiaccioMassì dai, c'era una volta CB che era andato al Centro Commerciale Parco Leonardo a posare le sue regali natiche sul trono di ghiaccio e aveva  incontrato youtubers biondissime e aspiranti regine ma il suo cuore di cartapesta non gli aveva permesso di innamorarsi?
Ecco, siamo qui a riparlarne perché con la Universal abbiamo stretto un pacchetto "do anteprima ut des quello che sai fare meglio in cambio", e cioè la creazione di un poster alternativo dedicato al filmPerché lo sapete no, che ChickenBroccoli è l'unico luogo in tutti e 7 i regni dove si creano poster cinematografici illustrati? Sapetelo.
Ed eccolo qui! Un dorato poster alternativo per Il Cacciatore e la regina di ghiaccioL'ha creato il bravissimo (e bellissimo, fatemelo dire) RINO LIONETTO!

Rino è una nostra vecchia conoscenza (anche se è giovanissimo. O forse ha scoperto anche lui l'elisir di giovinezza come Ravenna. No, non farò battute su cosa contiene quella vasca...), lo ricorderete infatti per popster come quello di Spring Breakers o per infografiche come quella sui Cavalli Famosi.
Non è bellissimo? Charlize non è mai stata così pride! Queer Ravenna!
Voi ora - zelanti come dei nanetti e cantando «Heii-òòò hei-ò hei-ò, andiamo a scaricar!» -scaricate il PDF e stampate in un foglio A4 l'illustrazione cliccando...
>> QUI<< 
oppure semplicemente la condividete su tutti i social di Internetlandia.
Questo è il Facebook del film, fate i bravi e se vedete apparire il poster alzate i pollici. 
Anche Rino ha un sito che si chiama MushMush (Vietato agli Adinolfi retrogradi) colorato come un intero arcobaleno, alla fine di quell'arcobaleno c'è lui che ti fa così.

Accorsi corse

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Veloce come il vento
Trama: Giulia corre

VACCA BOIA CHE ROBA, RAGASSI!
Ma io dico, che diavolo sta succedendo al cinema italiano? Sta diventando mica bello ne? No perché siamo a mese 4 del 2016 e c'è stato almeno un sorpresone al mese.
Non essere cattivo, Lo chiamavano Jeeg Robot, persino Perfetti sconosciuti... tutti film mad e in itaGlia che hanno fatto parlare di loro, hanno incassato, e, novità delle novità, erano pure belli! 
E ora arriva di corsa Accorsi (!) nel suo ruolo della vita. Sì, più di Jack Frusciante, di Radiofreccia e degli ultimi baci. Oddio, forse non importante come il Maxibon
Diciamo secondo ruolo della vita, mo dai.
Drogato (mi è anche un po' piaciuto pensare che era Freccia che non era morto e dato il nome si era lanciato nelle corse. Vabbè cose mie...), spigliato, disperato (che di disperati ne siamo rimasti in pochi), e per una volta in perfetta sincronia col suo dialetto: Accorsi - fa strano dirlo, per uno che bene o male ha sempre e solo recitato se stesso, alle volte meglio, alle volte peggio - trova la profondità che gli è sempre mancata, quella vera che gliela leggi in faccia. E trova la credibilità che gli è sempre mancanta, altrove soffocata sotto urla mucciniane o sospiri ozpetekeschi.
Bologna di provincia (quella un po' meccanica, appunto, che accorsi ha già esplorato mille anni fa), una ragazza corre in macchina e va filata come il vento. Alla fine di una gara il padre, che le fa anche da allenatore, si accascia al suolo e muore, lasciandola sola con una macchina da guidare, un fratellino da accudire, una casa impegnata da salvare. Praticamente una missione impossibile.
Per mantenere la famiglia unita, Giulia è costretta ad accogliere in casa il fratello maggiore, un bucatino, e la di lui ragazza, un'altra fattona di ultima categoria. La convivenza è da subito insopportabile. Non fosse che il fratello fattello è un ex campione di corse pure lui (la corsa nel sangue, ora sostituita dallo speed della droga), che, all'inizio per tornaconto personale poi perché dalle passioni non ti liberi mai, ne diventerà il nuovo allenatore e... e... eddai che lo immaginate da voi.
Ebbene sì. La storia è proprio la più classica delle classiche, dei film sportivi ma anche dei film di fratelli che si detestano ma la famiglia è più forte.
La protagonista, scoperta adolescente, tiene testa a un Accorsi perfetto, sempre sudaticcio, rovinato, sopra le righe ma umanissimo. 
Tutto il resto va esattamente come deve andare e per tutto il tempo te ne stai lì col sorrisone sulla faccia perché, DIO BONO, questo film è una bomba. Un bomba non perché è il massimo dell'originalità o il massimo dell'autorialità, anzi, ma una bomba perché finalmente anche nel raccontare un interno di famiglia disperata (quante cavolo ne abbiamo viste di famiglia disperate nei film italiani? E giù tutti i piagnistei...) non si lascia andare mai al compatimento. Testa alta che qua fuori è un brutto mondo, parafrasando.
C'è lo sport (sembra di vedere Rush in salsa emiliana, Rush al ragù) e per una volta è perfetto: motori rombanti, corse bellissime da guardare, piloti con lo sguardo truce, volanti che prendono fuoco, incidenti paurosi, inseguimenti adrenalinici, tragedie sfiorate, questo film regge botta a un dannatissimo Fast & Furious qualunque e ti riempie il cuore pensare che è tutto italiano, che allora, dannazione, si può fare. Sbatti il pugno sul tavolo e gridi  "LO VEDI CASSO! LO VEDI VACCA BOIA CHE SE VUOI CI RIESCI! DAI CASSO! CORRI! FANNE ALTRI DI FILM ITALIANI BELLI! DAI CE LA FAI BOIAAA!!"
Poi oh, già lo sento il mormorio dei più antipatici che sottolineano quanto il film sia debitore dalla scrittura e dall'andamento tipico dei film di questo genere, ma americani. 
È vero. Ci sono scene quasi trasmutate da mille film di sport hollywoodiani - su tutti il video musicale dell'allenamento di Giulia; sapete no, il video musicale di allenamento? Il training montage. Vi serve un ripasso?

No volevo dire questo ripasso:

E anche il personaggio di Accorsi, molto simile, per dirne uno, al Bale di The Fighter. Ma sai che, ma magari avercene di personaggi capaci di catalizzare l'attenzione così per tutto il sacrosanto tempo. Magari avercene di film che hanno imparato cos'è l'intrattenimento e il ritmo dai film americani e li trasportano in italia. Dico altolà a Margherita Buy che piange e a Laura Morante che si isterizza, dico benvenuti film di genere italiani!
Non c'è un momento di stanca che è uno, e perlappunto l'italianità c'è e si sente. Veloce come il vento riesce in quello in cui tanti film hollywoodiani di sport riescono (e quasi tutti quelli italiani miseramente falliscono): ti appassiona! E ti fa appassionare a uno sport di cui generalmente non te ne frega nulla. Hai detto poco. Usciti dal cinema ti viene proprio voglia di andare a Vallelunga a sentirli per davvero, quei rombi di tuono.
Io penso di aver capito cosa è successo, perché siamo in un momento così positivo del cinema italiano, in cui ci possiamo andare in giro a testa alta a dire a un francese qualunque che anche noi abbiamo un film fantasy, un cinecomics, un film criminale che a me non è piaciuto molto ma sempre meglio di Distretto di polizia e un film di corse come si devono, che non ci fanno sfigurare (manca solo un bell'horror degno di questo genere): è successo che quelli che negli ultimi dieci anni hanno letto tutte le lamentele ormai quasi ridondanti circa lo schifo che ormai era diventato il cinema italico (non dico che lo schifo non ci sia ancora eh...) sono diventati grandi, e magari sono diventati registi, sono diventati sceneggiatori, o meglio ancora produttori (che sono quelli senza i quali i film non si fanno), ed è arrivato il loro momento, e ci credono, e ci riescono a fare delle cose che combattono quello stato di lamentela perpetua che rimbalza sui social, sul web, dapertutto. Una questione generazionale, dunque. Unita alla consapevolezza che finalmente si possono fare bei film di genere in Italia, darli a quelli che come loro si sono lamentati per anni (gli spettatori), ed essere premiati, perché la gente ci andrà davvero a vederli.
Io ci sono andato. Correte al cinema anche voi.
Speriamo che questo anno pieno di genere e di bei film porti anche altri a credere in un film di Santamaria che cade nel Tevere e diventa super o di Accorsi che prende il volante e in bolognese urla SOCC'MEL superando tutti. Speriamo davvero. 
Perché altra nota positiva è che, guarda un po', forse anche i parrucconi della critica, che di solito di fronte alle ondate di film di genere fanno quelli del tipo "so' periodi, poi passa. sai quanti ne ho visti de periodi cos'? Eee. Poi passa...", stanno iniziando a ricredersi.
Pensate alle candidature ai David di quest'anno. QuesteQuanto sono belle da guardare queste candidature? Sono bellissime.
Comunque i David ci sono proprio stasera. E, a quanto sembra, è anche la prima volta che qualcuno crede nella forza comunicativa giovanile (indi al genere) di premi cinematografici come già in tutto il resto del mondo, Burundi e provincia compreso, già fanno. Già dalle annunciazioni delle candidature si capiva che volevano fare gli Oscar.


Certo hanno un po' esagerato. Stessa regia, stessa grafica, stesse posizioni. Ma va bene, dai. Poi la serata la fanno presentare da uno che sembra saperci fare (Cattelan, e non a gentaglia tipo Ruffini), fanno la serata in diretta su SKY, e addirittura fanno delle grafiche con i candidati! Insomma sembra che ci siamo. Io per la prima volta in vita mia me li vedrò, e forse vi beccate pure un livetwitting, va.
Veloce come il vento forse è arrivato in ritardo (ma come era veloce.. vabbè.) per questi David, ma spero che tra un anno non ce lo saremo scordati, perché Accorsi un bel David se lo merita proprio. Me ne accorsi io, se ne accorgeranno loro.
DAI RAGASSI VACCA BOIA CHE CE LA FACCIAMO CASSO!

IL TRIANGOLO CherNObyl

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Z for Zacharias
Trama: Margot rubi

Ci sono dei film che escono e tu non ti eri manco reso conto che potevano mai esistere. Proprio nessuno ne ha mai parlato, nessuno ne fiata quando fanno la loro apparizione, in sala o meno, nessuno ne sa qualcosa tipo se sono belli o brutti e poi PAF! spariscono. 
Esistono. E questo è uno di quelli. Ah no? Ah perché qualcuno ha mai sentito nominare Z per Zacaria? Qualcuno tra noi l'ha visto? Qualcuno qui ne ha mai sentito parlare? Ambé.
Eppure è strano perché a rigor di logica il tris di attori che mette in campo (intendo proprio un campo da zappare) ha tutte le carte in regola per avere il suo seguito, magari anche dignitoso. Perlomeno su internet che insomma, perdiamo tempo a scrivere gli articoli sulla migrazione delle cinciallegre e non due minutini su un film con questi tre? 
Spero bene che li riconosciate. Ci sta Margot Robbie che insomma... dico Margot... 
Robbie...
Serve altro? Ah sì?
Poi c'è Chiwetel Ejiofor, uno che devi sì andare a googellare il nome, ma te lo ricordi bene in 12 anni schiavo ed è l'attore nero a cui attualmente ci si rivolge per i ruoli un po' impegnativi (infatti l'abbiamo visto qui e domani o dopodomani ne riparliamo).
E poi c'è Chris Pine, quello di Star Trek, uno che vuol essere un po' la risposta degli anni 2000 al Brad Pitt degli anni 90, uno con la faccia un po' da scemo (infatti ho deciso che da oggi lo chiamo Chrispino), che forse è l'anello più debole dei tre protagonisti (non è figo quanto Margot, non si impegna quanto Chiwetel), ma insomma, non si può negare che magari qualche ragazzina in sala te la porta
E insomma questi tre attori messi insieme, se fai un rapido ripasso delle loro carriere e della posizione attuale che ricoprono ad Hollywood, sembrano poter assicurare a un film qualunque un certo seguito. Almeno un trafiletto da qualche parte. E invece niente. Invece Z for Zacharias è un film invisibile. 
Ma il motivo c'è: è di una noia mortale. Immagino quindi che chiunque l'abbia visto o si sia addormentato o abbia subìto una sorta di ipnosi che gli abbia offuscato la memoria. A me l'ha fatto. 
E pensare che poteva essere una buona deviazione sul tema The Road: apocalisse nucleare. Le grandi città non sono più praticabili. Puoi andartene ramingo per i monti Appalachi ma scordati gli aperitivi in piazzetta.
Margot è una ragazza di campagna rimasta sola al mondo che si adopera come può.
Ad una certa sulla sua strada si presenta un uomo con una tuta da preservativo umano e una capigliatura orrenda. 
Ovviamente c'è diffidenza iniziale, poi giorno dopo giorno i due conquistano della reciproca fiducia, tutto potrebbe andare meglio. Addirittura possono fare un mulino! E una famiglia. Di qui la famiglia del mulino mulatto.
Ma niente, dopo un altro po' ne arriva un terzo, che è fatto così:
Capite da soli che porterebbe squilibrio pure in un convento di monaci tibetani eunuchi.
Certo comunque se penso che alla fine del mondo rimangono vivi Margot Robbie e Chrispino, allora è vero che i belli hanno geni più forti...
Sin dalle prime scene il film procede con una calma a dir poco piatta, e l'intento di creare della tensione nelle dinamiche dei tre (ragazza innocente ma combattiva + uomo buono e operoso ma siamo sicuri? + il ragazzo affascinante inquietante ma forse) è portata avanti con una tale lentezza che affonda dentro sabbie mobili inesorabili, le palpebre calano (nonostante Margot! È un crimine!) e il risultato sono due coglioni così, tipo come se fossero mutati dopo una pioggia radiattiva.
Questo triangolo umorale e ormonale dovrebbe portare a un andamento in crescendo di sfiducia, strani sguardi, sospetti e a finale pazzeschissimo
E invece tutto si risolve in maniera più che banale, e con la piattezza di cui sopra. Capisco che l'apocalisse nucleare deve essere una bella rottura di palle, ma perché farcene assaporare 90 minuti pure a noi? 
Poteva essere un film intimo (tre attori, una casa, nient'altro) che esplodeva inesorabile in quella tipica violenza umana che si scatena quando chiudi due uomini in camera con una sola Margot Robbie, e invece grandissimi sbadigli.
Scopro che nel romanzo da cui è tratto la ragazzina era molto più piccola di età e l'uomo che arriva è uno solo e uno solo rimane, e la violenta pure, ma lei è in qualche modo costretta a conviverci perché forse durante l'apocalisse meglio in due con uno stronzo che da soli. Insomma tasso di crudezza molto più alto. 
'Mazza bravi, nel film ci hanno aggiunto addirittura un altro personaggio e sono riusciti a farlo noioso comunque. Il tutto pare una puntata annacquata di The Walking Dead, pensa a che livello di noia siamo.
C'è poco da fare foto simpatiche hipster
se facevi meglio il film era meglio. Che con 10 Cloverfield Lane il triangolo angosciante 2 giovani + 1 ciccione andrà meglio?

Comunque fa un po' ridere pensare che i tre attori del film sono tutti e tre impegnati su set supereroistici. Chiwetel saltella insieme al Doc Strange:
Chrispino si spupazzerà Gal Gadot in Wonder Woman.
E Margot... be'... Margot...
Ormai i cinecomics funzionano davvero come una filmografia a parte. Ci sono i film che fai durante l'anno, e poi ci sono i cinecomics. Ci sono così pochi attori non coinvolti in cinecomics che è quasi ridicolo fare la lista, sembra come quelli che non hanno Facebook, secondo me vanno pure un po' in giro a vantarsene...
Un illustraposter carino da cliccare:

Comunque, a proposito del titolo alfabetico. E del fatto che questo film dovrebbe e sottolineo dovrebbe essere un horror, ci sta un illustratore che sul suo Instagram (A PROPOSITO! CHICKEBROCCOLI È ANCHE SU INSTAGRAM! SEGUITELO SUBITO!) sta facendo l'alfabeto dei mostri. Alcuni bellissimi:












È arrivato alla U. Quali saranno i prossimi? V per Visitors? X per Xenia (!)? Y per Yeti? Z per... be' per Zacharias di certo no.
E ancora a proposito di A for Alfabeto e C for Cinema. C'è questo tipo che continua a fare i quiz alfabetici dei film, divisi per anni o per generi. Il design è abbastanza visto, ma il giochino rimane divertente. Clicca e indovinali tutti... come ho fatto io (non è vero, è solo per assumere quel tono di sfida gadrasso che tanto vi piace...)
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