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2x1 • Distretto Europa

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Siccome è stato un finale d'anno pieno di questo attore dal nome impossibile ma che a fasi alterne è bravo e che si chiama Kopto, Kloppete, Cipciop, Sharktornado, sì insomma lui, ho visto per fare filotto...
Europa Report
Trama: Europa riport

Che è un film davvero, ma davvero inutile, ennesimo found footage, tecnica ormai morta da tempo (tranne V/H/S), e definitivamente affossata da questo 2013 che ci ha riservato il fondo del barile tra sozzerie innevate e mostri mostruosi
Questa volta siamo nello spazio, mettiamola così: se Gravity fosse stato brutto, sarebbe stato Europa Report.
Spedizione spaziale Europa agli estremi estremi dell'universo arriva su un pianeta e bravi cojoni che non lo sai che c'è la forma di vita aliena ostile, ma che cazzo ci vai a fare agli estremi universali tanto lo sai già che ci trovi forma di vita aliena ostile e a forma di piovra che ti fa fuori uno per uno, che non l'hai visto Alien?
Tensione zero, come l'atmosfera.
Non lo salva la presenza di attori mediamente conosciuti (inutile dirvi i nomi, ma manco farvi vedere le facce tanto non vi direbbero molto, sono io quello matto a cui dicono qualcosa).
E uno di questi è appunto Shapto… Shapiro… insomma lui, qui in versione sbarbata e del tutto inutile, cosa che non fa che ribadire la semplice equazione: barba = asticella d'interesse alta da subito; no barba = insipidity.
No aspetta, l'equazione è sbagliata, perché invece Sheprlock è fighissimo in...
District 9
Trama: Gens Araugusta

Che non vedevo dal lontano 2009 e oltre a spaventarmi sempre molto quando scopro che questo blog sito ha 4 anni e mezzo, scopro anche che sì, in effetti Elysium non era così decente come avevo scritto, anzi, è solo una sorta di pseudoremake di District 9 ma tronco di tutte le cose interessanti: il Sudafrica, i gamberoni, un protagonista così bello. Ah no, Shakiro Copto c'è, ma nella parte del cattivo... peraltro, se vedi bene, anche lui simile a quello di District 9, militarizzato e mastino, ma interpretato da un attore inutile che non ti ricordi.
E insomma, rivederlo è stato utile a capire che i film vanno sempre rivisti, tante volte.
La totale empatia che - dopo un attimo di spaesamento rispetto alla mostruosità crostacea degli alieni - si inizia a provare per questipoveri cristi queste povere croste viventi è profondissima. Siamo dalle parti del pucci disneyano
Proprio che ti fanno pena. Sono perfetti (mi hanno sempre ricordato Abe). Io non so che studi psicologici e di design ci sono dietro ma le anatomie segaligne ricordano proprio i disperati che scendono dai barconi, i filmati da fame nel terzo mondo, addirittura i deportati. È tutto negli occhi... E.T. docet:
Ammettiamolo, District 9 è stato il film sci-fi più importante dal 2000 a oggi, roba che tutta la roba fantascientifica uscita quest'anno - ed è stata tanta, è stanta quindi - deve tutto a District 9 (che ovviamente deve tutto agli scrittori anni 50, ma questa è un'altra storia, che vi potrebbe raccontare qualcuno molto più esperto di me in materia).
District 9 riesce dove tanti film strappacore di stampo antirazzista (quelli con protagonisti ne... veri, tipo Il colore Viola o The Help) non riescono: farti davvero venir voglia di iscriverti a qualcuna di quelle ONG che vanno a fare volontariato nel terzo mondo, certo lo vorresti fare esovestito così
però lo vorresti fare.
Merito anche di un protagonista talmente squallido e "piccolo" (umanamente) che prende coscienza di ciò che lo circonda (e di cui lui è squallido ingranaggio burocratico) solo passando dall'altra parte della barricata, diventando gamberetto pure lui.
Effetti speciali perfetti e asserviti come non mai alla storia, critica sociale talmente pura da meritare la visione delle scuole.
⇷⤽⇺⇊⇟↯⟿⥇
⤖↛♇♄♃♐☍☓
⥩⥧⇼⥳⇍
Forse fanno District 10. Intanto illustraposterama 9
E comunque:

Profondo Scosso

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Berberian Sound Studio
Trama: Barbarian D’urs Studio

Si parlava qualche giorno fa sul rifare i film brutti italiani anni settanta, quelli di genere, quelli horror fatti tutti con le gelatine, l’atmosfera, i guanti neri e gli assassini coi cappottino di pelle.
Zampaglione ci prova, non ci riesce, ci sono quelli francesi, quelli di Amer, che però esagerano pure un pochino col manierismo. E ora questo Berberian Sound Studio, che è un film del tutto particolare. Non si limita infatti a imitare il passo (grana, fotografia, atmosfera) dei film horror italiani di un tempo, ma addirittura fa tasferire la storia proprio in Italia, proprio negli anni settanta, proprio nel mondo del cinema, proprio del cinema horror. Sì insomma, meta. Meta come piovesse. Piovono metacose.
Toby Jones - sia benedetto lui e maledetto chi non si accorge di quanto è bravo - è un tecnico del suono inglese assunto da un famoso regista italiano di horror per curare il sonoro del suo film, questo:

Un film horror di streghe (e via con le streghe, pure in differita) tutto SKRATTCH, SKKKTTHH, TIC TIC TIC, SVLUOOSHH, AAAAAARRRHHHGGG! 
Il timido e taciturno Toby (un tecnico del suono del terzo piano, se mi spiego) arriva e si scontra subito con la faciloneria e la smargiassa arroganza italica: lo sfottono, lo sfruttano, lo vessano. Si vede che abbiamo proprio una bella nomea, la prima cose che succede a Jones è quella di non riuscire a farsi pagare l'anticipo dato per il biglietto aereo, benvenuto in ItaGlia, sbroccherebbe chiunque.
Comunque, il lavoro in studio è monotono ed è tutto uno spacca l’anguria (per lo SKRATTCH), un accoltella la lattuga (per lo SKKKTTHH), un tamburella le noci (per il TIC TIC TIC), uno spappola i pomodori (per lo SVLUOOSHH) e quando non si tratta di verdura al massimo di tratta di modulare le voci delle attrici per l’AAAARRRGHHH perfetto, proprio come John Travolta quella volta (quella e tutte le altre volte che De Palm ha citato l'horror italiano).
Tra le scene del film che sta “sonorizzando”, scene che comunque non vediamo mai, e via  di "immaginiamo", e la continua maleducazione subìta, il povero Toby va fuori di testa.
Il film è fatto bene, molto bene, benissimo anzi: fotografia perfetta, ambienti studiati al millimetro, costumi vintage e attori studiati con piglio lombrosiano, ma c’è un problema: alla quarta ripetizione dello schema suono/verdura/paranoia si comincia a provare un po’ di noia, senza para, solo noia. 
Ma non c’è che dire, l’esperimento è riuscito in quanto a visioni. Latita purtroppo la storia capace di provocare vero interesse, ma insomma, noi che quel cinema l’abbiamo inventato ci becchiamo friiortulpa, e quelli che invece l’hanno dovuto studiare tipo erasmus, hanno imparato bene la lezione e ora ci danno lezione di cinema horror di genere e atmosfera.
Gioco facile per gli illustraposterari, che si rifanno alle locandine di un tempo, e lo fanno bene:
Orrende invece le locandine che ce lo vogliono spacciare come un film horror di quelli strilla e ammazza alla Hostel. 
Mentre, al solito, il genio graficorientale vince a mani basse:
Dovete sapere - e ed ecco arrivare la parte della recensione che vi piace di più, quella che non c'entra un cazzo con il film - che questa cosa della verdura rumorosa (no, non sto per parlare di fagioli) mi è rimasta attaccata alla corteccia cerebrale e ha dato vita a un sogno bellissimo che mi va proprio di raccontarvi (vietato linkarmi questo). Praticamente ho sognato un film, un film vero, con tanto di regia, fotografia, montaggio. Che però non esiste. Ve lo racconto, Dunque: 
Paul Giamatti ed Ewan McGregor devono fare un esame per entrare in una scuola molto rinomata. Paul arriva tardi all'esame (che si svolge in un salone con tavoloni enormi) e arrivato davanti alla sua postazione scopre che è piena di cibarie. MA succede questo: Paul viene convinto dal furbo Ewan che si tratta di una prova di musica. Quindi, con una scena dal montaggio sincopato, Paul riesce a suonare una divertente melodia usando solo il cibo. Tutti attoniti e divertiti, lo stesso Ewan. Ma l'esame era di cucina, e Paul viene bocciato. Dal quel momento Paul inizia a studiare piani rocamboleschi per uccidere Ewan, che però è anche il fidanzato di sua sorella (di Paul), bel problema, la vendetta o la felicità della sorella?
Mi pare che possa funzionare come incipit. Che faccio chiamo?

2x1 • Vorrest Gump

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I sogni segreti di Walter Mitty
Trama: Ground control to major Ben

Mettiamo in chiaro due cose: il film c'è. E anche Ben Stiller c'è.
Ma quello che manca è la convinzione. Manca il ritmo, o meglio, manca l'andatura - che può benissimo essere a fasi alterne, nessuno pretende l'accelleratore spinto tutto il tempo, fosse stato così, saremmo qui a lamentarci del fatto che "l'accelleratore era spinto tutto il tempo" - insomma manca quel quid che ti fa prendere bene tutto i film. Forse mancava ance all'originale?
Oppure tipo in Forrest Gump - chiamando in causa il film a cui l'hanno accumunato per far andare la gente al cinema - quell'andatura c'era: mille cose, tutte serrate, anche le cose lente, erano serrate. Poi va bene era una lunga pratica onanista allo spirito americano, ma non è che gli puoi dire nulla a Forrest Gump (vedi sotto).
Qui ci sono le invenzioni (due tre molto azzeccate, altre due tre piacevoli, altre due tre carine, totale sei nove cose buone) ma manca la convinzione di fare qualcosa di personale al 100%.
Proprio come il protagonista, Ben Stiler è preso (e perso) dalla voglia di dare una svolta alla sua carriera di macchiette (quando riuscitissime, quando no. Peraltro voglia condivisibile, ha quasi 50 anni, il rischio fine ingloriosa è dietro l'angolo, Will Ferrel l'ha già svoltato), e quindi riprova a fare il personaggio a cui non ci ha abituato e questa volta gli riesce sicuramente meglio della precedente (ma anche perché Greenberg era veramente una rottura di palle).
Il sognatore Walter è uno che sogna ad occhi aperti: avete presente quelle scene dove il protagonista viene - chessò - strillato dal capo e allora lui prende la pinzatrice e gliela dà in fronte? E poi scena dopo non è successo nulla ed era solo nell'immaginazione del protagonista (rivedere inizio di God Bless America), ecco, la vita di Walter Mitty è tutta così, tra piccoli sogni innocenti a veri e propri coma onirici in cui si estranea alla realtà e gli altri gli muovono le mani davanti come tergicristalli "Mitty?! C'è nessuno in casa?! Terra chiama Mitty Terra chiama Mitty". Noi vediamo vividi i suoi sogni di ometto grigio che da 16 anni fa lo stesso lavoro si sveglia la mattina si veste va a lavoro esce dal lavoro torna a casa cena dorme si risveglia e via da capo. Che sfigato. Madonna pensa farlo davvero? Per fortuna io non mi ci sono riconosciuto per nulla con quel poraccio di Mitty. Io lo faccio solo da 13. 
Ah. Ah. Ah.
Ah.
Ah.
a.
Comunque, sogno dopo sogno ecco che arriva per Mitty l'occasione di prendere la realtà e trasformarla, prendi al volo l'occasione, al volo sul serio: volo per la Groenlandia e via tra mille avventure, fin su su sull'Himalaya. 
kristen wiig (1083) Animated Gif on Giphy
E questo va bene. E va bene anche la faccia sempre più da primate di Ben
Le sue avventurose avventure pigliano, le scene sono belle e le scene migliori sono accompagnate da una ottima (ma davvero ottima, di quelle che ti metti su Spotify quando scrivi le recensioni di Walter Mitty e ti fanno volare sulla tastiera a tempo di musica facendo però motli reufsi) colonna sonora, zeppa di canzoni indie bellerrime. Tipo questa:

e queste altre mille e mal gli colga a quelli che non fanno embeddare i video, capito, l'avessero fatti loro. E poi certo, David, vinci a mani basse se metti David:
Quello che non va bene però sono i raccordi: tra una scena e l'altra la noia, e la vita vera di Mitty assume ancora di più il tono della mestizia, ma attenzione, non è voluto, è solo scritto male. La sua storia d'amore è pallosa, la caratterizzazione della sua famiglia (sorella e madre) è tagliata con l'accetta, e i dialoghi sono troppo, davvero troppo, "imbastiti": 
- Ehy
- Ehy
- Dove sei?
- Sono in Islanda
- In Islanda? Ma non eri in Groenlandia?
- No. Prima ero in Groenlandia. Ora sono in Islanda.
- Ah quindi sei in Islanda.
- Sì, sono in Islanda.
Pessimo utilizzo del macguffin, poi.
Personaggi di contorno in altalena: buoni Sean Penn versione fotografo di guerra filosofo
e celestiale l'apparizione di Patton Oswalt, uno che in generale ci piace sempre, in generale Patton... Chi è Patton Osward? È lui:
e dovreste pentirvi di non averlo come marito, o perlomeno sognarlo come amante. Abbastanza insulsa Kristin Wiig (Amica della sposa) e pessimo, ma pessimo davvero, totalmente fuori contesto con quella sua barba finta e quel carattere esagerato da "cattivo da fumetto" il capo di Mitty:

Però, a mente tiepida (l'ho visto l'altro ieri rispetto alla stesura di questa recensione) ho deciso di dargli il Chicken anche se tutto quello che avete letto sembrava essere il perfetto mix per un Broccolo, perché è Natale mi sono convinto che Ben meriti un incentivo critico, perché la strada intrapresa è giusta (quella della commedia grottesca, seria ma non troppo, in fondo ricordiamoci che non sa girare a sinistra), strada che come sappiamo tutti gli ha indicato Anderson con quella tutina rossa e perché la colonna sonora mi ha fatto venire voglia di darglielo. O forse ho solo mangiato troppo pandoro negli ultimi giorni.
Il film è anche un generatore automatico di gif

La morale della fiaba è che dobbiamo sempre seguire i nostri sogni e non aver paura di quelle volte che ci capita di prendere un elicottero al volo guidato da un groenlandiano obeso e ubriaco per andare a combatter con uno squalo per poi salire su un vulcano e scenderci con un longboard

Ti pare che quando ti accadono queste cose ti fai prendere dalla pigrizia e non le fai? Sì insomma se vuoi prendere e partire, prendi e parti. 
Io personalmente ho sempre seguito meglio gli insegnamenti di mia mamma. Mia mamma diceva sempre: la vita è come una scatola di cioccolatini. Magnali tutti, mettitene pure un paio in tasca per dopo che non se sa mai.

Infatti ho rivisto mangiando cioccolatini come Augustus Gloop anche
Forrest Gump
Trama: Corri Forrest

Che sì. È un filmissimo. Americanissimo e con la sfiga (o il culo?) di essere uscito nello stesso anno di uno dei film più importanti degli ultimi vent'anni (questo), ma che, se ami il cinema americano (come me) non puoi non appassionarti al povero Gùùmp, alle sue peripezie, alle sue corse, ai suoi gamberi, e alla sua vita piena pienissima di avvenimenti storici che a Forrest gli passano accanto, perché la Storia passa accanto, difficilmente te ne accorgi quando ti investe, ti saluta e fa bye bye

E insomma il Pippa fa il suo filmone, ruba gli oscar a Tarantino, e forse forse lo perdoni perché Forrest Gump è un bellissimo film americano e guai a chi dice il contrario. Ha quasi 20 anni Forrest Gump, e dà le piste a tanti film americani (quando continuo a ripetere incessantemente americani c'è un motivo) di oggi. 
E poi la scena della corsa ha più significati di quanti - ci scommetto - lo stesso Pippa abbia avuto voglia di metterci dentro:

E poi le colonne sonore del 1994:

E poi alla fine frignano. Per dire.
Sicuramente dà le piste a Walter Mitty, che NON è il Forrest Gump degli anni 2000. Anche perché se proprio vogliamo cercarlo il Forrest Gump degli anni 2000, ve lo dico io dove trovarlo:

2x1 • Bleah Runner

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Runner Runner
Trama: Il mago della fuffa

Lo dicevo io, voi non ci credevate quando lo dicevo, ma lo dicevo.
Justin Timberlake NON deve fare l'attore. Il problema è la TV, che gli ha fatto credere che poteva reggere i film da protagonista. Sì perché in TV fa cose divertenti quando fa il buffone con Jimmy Fellon




Oppure al SNL
Ma un film da protagonista, proprio no.
Lo dimostra di nuovo con questo Corri Corri Guagliò, inutile, e brutto, che racconta una storia vista dodicimila volte, anzi dodimilaeuno, e lo fa anche male: giovane universitario con le tasche piene di sogni e non di soldi riesce senza manco troppo accorgesene a entrare nel giro giusto del poker online (rimembranze almeno nei primi minuti dell'amico Zuckerberg) e fare la bella vita e farsi la bella fica, in questo caso Gemma Arterton che... ok, almeno lei a porker face sta messa bene:
Ma ovviamente non è tutt'oro quello che luccica nei LED dei conti in banca off-shore e altrettanto ovviamente il capo di tutto il cucuzzaro è uno stronzo che usa lo schema Ponzi (parapaponzipo'), e con la faccia di Ben Affleck. Da quel momento sono tutti panfili pieni di ragazze in bikini e sospetti su quanto siano leciti gli affari con il poker online, per accorgersi ovviamente che se entro tre minuti non riesci a riconoscere chi è il pollo, il pollo sei tu.
Truffa e controtruffa, ma senza l'effetto sorpresa che è almeno il minimo che ci si aspetti da questi film.
Ora, io capisco Justin che pensava di fare il botto e invece il massimo della carriera attoriale che sta avendo è televisiva, capisco anche Gemma che tanto quello potrà fare finché invecchierà. ma...Ben Affleck, ma che cazzo mi combini!? Già ti sei rincoglionito? Hai appena vinto l'oscar degli oscar, e come prime cose decidi di fare questo filmaccio degno della parte della tua carriera dove i copioni te li sceglieva J Lo e mi firmi pure per fare Batman già sapendo che sarà bruttissimo e scordandoti quanto male ti ha fatto la tutina l'altra volta. Possibile che tu ti sia già dimenticato di...
Argo
Trama: Argo Vaffanculo

Che rivisto acquista, insomma mi è piaciuto di più, lo ammetto. 
La prima volta, nonostante la percezione del Bel Film fosse chiara e forte, ero rimasto con quel fischio in sottofondo che non mi aveva fatto entusiasmare quando Michelle ha gridato Robbberto... Argo!


E invece alla seconda visione (succede spesso) accetti al 100% che è un bel film. Un bellissimo film, di quelli che ti fanno ricordare i filmoni anni 70, quelli belli che non si perdevano in manierismi o robe pulp, quelli densi.
Montaggio incredibile, interpretazioni perfette perché non improntate su "guardate quanto sono bravo", massima attenzione alla storia, e alla Storia. E poi c'è Walter White tutto contento
Insomma ti fa pensare che l'oscar se l'è meritato e Lincoln vaffanculo.
E ora che succede Ben? Non vorrai mica farmi pensare che:
Io t'aspetto al parco. Intanto metto degli illustraposter
Guardate questoE faccio il solito applauso alla capacità di Scott C di ritrarre le persone facendo solo due puntini per occhi. 
Guardate il soldato che controlla i passaporti: fa paura.
Ben Affleck vaffanculo.

2x1 • Bad Mud

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MUD
Trama: Mud Man

E ci risiamo. America rurale, storie al limite, amicizia mascolina criminale disperata entri che eri un bambino esci e sei un uomo.
La solfa è quella: motel, barche distrutte, localacci serali frequentati da feccia, donne con minigonne jeans disperate ma con nerbo, uomini divisi o criminali incalliti masticatabacco o criminali col cuore giusto.
Ecco invece in questo ci sta un ragazzino problematico ma più che problematico semplicemente fuori dal contesto sociale che lo vorrebbe ragazzino e basta che durante un'escursione su un'isola becca un uomo ma che dico uomo diciamo un criminale che si nasconde lì finche le acque non si sono calmate (ma quali acque poi?) e che ha una storia con una tipa disperata e poi tutto un casino e la paura fusa con il fascino che il ragazzino prova per il criminale creerà un reciproco rispetto e finirà bene che al mercato mio padre comprò?
Ripeto: stessa cosa delle commediole, con le loro regole, i loro personaggi (in questi drama ad esempio c'è sempre il vecchio taciturno con un passato misterioso che sicuramente l'ha segnato ma che si riscatta sul final di vita salvando il protagonista), la loro fotografia plumbea/livida e tutto il pacchetto.
Te lo prendi, lo vedi, magari ti piace pure (mettici pure che Matthew ormai È un Attore fatto e completo, di quelli da oscar, perlomeno da Golden Globe) e il film da Chicken è fatto. Ma il regista ha fatto di meglio, giusto un anno fa. E so già che sarà presto cancellato come lacrime nella palude...
Invece non mi sono mai scordato di quando sia Christian che Matthew erano considerati attori da strapazzo e da strapazzare in filmetti ad alto contenuto adrenalinico, però bruttarelli. Vi ricordare ad esempio...
Il regno di fuoco
Trama: Il fregno di fuoco
Che è un film con ambientazione post-apocalittica, ma l'apocalissi l'hanno fatta i draghi. Ci sono talmente tante incongruenze in questo film che è meglio che ti scordi la logica e ti diverti quanto puoi (neanche ce n'è molto di divertimento a dire il vero).
Christian fa il pretaccio verginello tutto preso a difendere la verginità... del suo castello (dirondironello). Non che sia davvero un prete vero, ma bromantico lo è di sicuro visto che è PALESEMENTE in crisi perché non sa se amare un ragazzino o - MA MICA ME LO RICORDAVO - Gerald But(t)ler
Ma poi arriva l'americano post-vichingo nucleare Matto Meccanigo (qui lo si può chiamare ancora Matto perché non era ancora diventato un Attore) e lì il testosterone bromantico impazzisce soprattutto perché Matto non ha paura di ammettere la sua vera natura e te lo dice in faccia
Dopo qualche tentennamento Christian manda al diavolo ragazzino e Buttler e va con lui a combattere in capo al mondo anche dovesse finire in bocca ai draghi saltando dal trampolino
Draghi che guarda caso sono tutte donne, che li vogliono decimare, 'ste stronze che non accettano l'amore bromantico...
Certo in fondo chi non avrebbe seguito Matto se te lo chiede brandendo quel suo cannone
Insomma tutto il film è una metafora sulla fava grossa. 
Dai ammettiamolo. Le fave di Christian e Gerald che giocano con le spade laser solo perché non hanno il coraggio di tirare fuori gli aggeggi veri davanti ai bambini
christian bale (548) Animated Gif on Giphy
e quella di Matthew che invece mostra per tutto il film senza paura di essere giudicato
Questo filmetto è stato dimenticato da tanti, e giustamente visto che la storia è veramente campata in aria (!) e certe cose sono oltre la sospensione dovuta d'incredulità, ci vuole più la sospensione nell'imbecillità; però c'è Christian in uno dei suoi film fisicati - sapete che lui per contratto con sé stesso fa un film fisicato e uno no, uno sì e uno no
E poi l'interpretazione muscolare e pelata di Matthew fa sempre il suo effetto... che avete capito, non l'effetto che fa a voi ragazze! Parlo più di sudori freddi, gridolini irrefrenabili, tremori, secchezza delle fauci, mani sudate... e... ah.
DRACARYYYS



Li riconoscete? Sì sì manca Smaug ce lo so...

SIAMO SERIAL • Riassunto dei serial precedenti

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Nell'attesa del post che aspettate tutto l'anno (parlo degli Awards, ovviamente, che arrivano stasera alle 23.59, come sempre l'ultima cosa bella dell'anno) facciamo un piccolo riassunto dei Serial precedenti, tra quelli finiti, quelli in pausa e quelli in corso...
Misfits - S5
L'ultima stagione, per sempre per fortuna, di questa serie che, partita a BOMBA come una delle cose più divertenti, pazze, "fucching cul“ viste negli ultimi anni, si è trasformata, pezzo perso dopo pezzo perso in una monnezza di proporzioni... super.
Io capisco i cambi di cast, ma cambiare TUTTO il cast nel giro di sole 5 stagioni, neanche Beautiful ha avuto tale destino.
La cosa brutta è che i giovani misfits si sono creduti tutti dei novelli George Clooney, pronti nel giro di due stagioni a diventare grandi stelle del cinema, e invece, qualcuno ha visto anche solo Nathan, il più bravo di tutti? Si intravede quello timido in Game of Thrones, ma l'hanno scambiato per tedesco.
Ciò che di peggio è stato fatto in Misfits è di aver totalmente dimenticato i superpoteri, man mano che si è andati avanti i poteri sono diventati del tutto accessori, o peggio talmente stronzi da diventare pure artifici scomodi. Gli attori nuovi poi non sono mai riusciti a ripetere l'amalgama perfetta delle prime due serie e l'unico con qualcosa da dire, lui:
è diventato presto portatore di merito immeritato, brutto quando il saper recitare diventa un demerito, no? Vi prego non fate MAI un film di Misfits come sembra possiate fare. 
Vogliamo ricordali così

Addio cari Misfits.
MARVEL Agents of the S.H.I.E.L.D.S.
A proposito di supereroi, sono andati in pausa natalizia gli agenti dello SHIELDS, e meno male visto che la serie dalle più alte aspettative dell'anno (spin- off dei millemila film Marvel che ci gasano tantissimo al cinema) è stata anche la più cocente delusione: noia, personaggi antipatici, e tanto, proprio da rasentare l'odio; ditemi voi se riesce a starvi simpatica la hacker, o i due teenscienziati. Si salva il puccissimo Agente Coulson, ma serebbe stato grave se non si fosse salvato neanche lui, visto che è stato il motore dell'operazione. In barba alla continuity - c'è solo una puntata divertente dove gli agenti vanno a ripulire il casino fatto da Thor nell'ultimo film - e non tiene conto che la gente che lo guarda lo fa con la speranza di vedere apparire i supereroi dei film (infatti quando appare Nick Fury fa ridere). 
L'ho continuato a vedere solo per non farmi cogliere impreparato magari in un prossimo Marvel se mi fanno un rimando alla serie almeno posso alzarmi in sala e urlare «QUESTO È UN RIMANDO ALLA SERIE!», mica per animo nerd, no no.
Ecco i supereroi e le loro origini in silhouette fatti da Koha Ho
 
Almost Human
Non sono supereroi ma automi (dentro metallo, fuori silicone) quelli di Almost Human, una serie talmente innocua da essere perfetta per quelle volte che anche i 50 minuti di una serie interessante o anche solo piacevole sono troppo difficili da seguire. Certo essere "innocui" non è un pregio, ma manco il peggior difetto tipo essere Dexter. Da cosa si capisce che è una serie innocua? Dal fatto che hanno mandato i primi sette episodi in ordine random, per dirvi la sostanza della storia orizzontale.
Il rapporto bromantico dei protagonisti è talmente smaccato e divertito - dico solo "scena di macchina con automa che se lo tira fuori - da risultare quasi una coraggiosa innovazione per un prodotto televisivo. E magna lumache vive che te fa bene...

Bisogna dire che JJ non ne ha imbroccata una all'altezza di Lost da quando è finita... Certo speriamo non prenda NESSUNO spunto da Almost Human per Guerre Stellari (ci avevate mai pensato che adesso Leila è un Principessa Disney?)
Real Humans - S1
Altri automi, questa volta consegnati dalla Svezia in pratici scatoloni dalla grafica minimalista. Questa è di certo una delle serie dell'anno, che non viene dall'Ameriga ma dalla fredda Svezia (quest'anno in Europa si sono dati da fare, tra ritornati e zombi ravvivati).
La distopica storia è già stata esplorata: in un futuro che assomiglia impressionantemente all'oggi gli umani possono contare sulla presenta degli hubot, automi identici in tutto e per tutto a noi, ma ovviamente senza sentimenti, senza stanchezza e col solo costo di una presa elettrica. Gli fanno fare i lavori pesanti, tipo badare agli anziani, servire alle casse, diventare amanti.
Le cose non vanno come dovrebbero e le tre leggi di Asimov sono le più facili da hackerare: gli hubot prendono coscienza di sé, organizzano la resistenza e iniziano ad ammazzare in giro; il resto devo vederlo che sto a puntata 5 (con la seconda serie già in onda), ma è una bellezza.
Andamento svedese, così come la lingua gutturale che ti aiuta a non capire se gli attori sono cani o dei grandi e un trucco veramente riuscito, la differenza tra gli hubot di prima generazione "robottosi" manichini mobili e quelli della serie più moderna inconfondibili dagli uomini veri è riuscita alla perfezione. Come riuscita è l'immedesimazione da parte nostra in un mondo non solo possibile, ma probabile. Come già dicevo qui, MA MAGARI mi fanno gli hubot humanoidi che fanno le cose per me, così questi post li scrive lui e io posso fare altre cose tipo vivere che mi hanno detto che è divertente. Certo e se poi magari l'hubot è più intelligente e sagace di me e vi piace più di me? 
Vabbè allora mi compro anche l'altro tipo di hubot
American Horror Story - S3
Passiamo agli horror, vera nuova linfa vitale delle serie TV.
Pausa natalizia anche per la serie horror che ci piace tanto. Quest'anno hanno dato proprio fuoco alle fiamme, tra minotauri, voodoo, streghe, roghi, serial killer amanti del jazz, acido in faccia e un miracoloso tris di attrici della vecchia guardia in stato di grazia: 

Jessica Lange, sempre la meglio, è riuscita in tre stagioni a ritrarre tre donne disperate e spietate (dispietate, quindi) ma che non riesci a odiare fino in fondo
Angela Bassett che ha fatto un patto col diavolo perché sembra una trentenne
e la bravissima Katy Bates sempre la più cicciopaurosa di tutte
Putroppo nelle ultime puntate si sente un po' troppo l'odore di esagerazione, con storyline involute e qualche ripetizione, ma insomma, la serie si mantiene su livelli decisamente alti, soprattutto perché ha dalla sua una regia sempre molto ispirata.
Mancano tre episodi e poi parte il toto-idea per cosa metteranno nella quarta - e già confermata - stagione: io da ambientazione futuristica 10 a 1.
Ecco dei ritratti di Patricio Oliver e due cosette  sparse
 
Dracula - S1
Altro "horror", ma che dico horror, horromance (esiste? L'ho inventato io? Voglio un euro ogni volta che sarà usato ORA!). 
Ebbene sì. Ho visto Dracula, quello stupido, brutto, pacchiano, guilty pleasure dell'anno: ci sta Jonathan Rhys Meyers che da bambolino effemminato di tanto tempo fa è ormai un bamboccione botulinato che fa il "temibile" Conte Vlad, però stavolta in un'ambientazione steam-punk e in combutta con Van Helsing che sta studiando, novello Tesla, un metodo per permettere al vampiro di stare sotto la luce del sole riempiendolo di elettricità, forse però questi elettroshock non fanno tanto bene a Draculino perché per tutta la serie dice e fa cose talmente imbecilli che... 
E allora perché ho visto le puntate andate in onda e intendo vedere quelle che arriveranno dopo la pausa natalizia? Semplice, perché è tutto talmente stupidotto che ti fa convinci di essere tanto intelligente quando lo guardi, vale? Dici che aver visto questo serial ha annullato l'atto di grande coraggio di non aver visto più True Blood? Sto cercando il perdono se non si fosse capito...
The Walking Dead - S4
Ecco. Parliamone. DI nuovo. Ma io dico, ma qualcuno può spiegarmi DAVVERO il perché del successo PLANETARIO di questa serie? È brutta, è noiosa, è banale, è recitata male, scritta da cani morti, anche alquanto irrispettosa verso la poetica dello zombi (cioè mo' mi dici che la preoccupazione di un apocalisse zombi è un'influenza? Andiamo bene...) e poi dimmi tu se c'è stato mai un altro esempio di una survival serie in cui desideri ardentemente che MUIOANO TUTTI (per dire, in Lost qualcuno ti rompeva le palle, ma poi c'erano quelli che amavi così tanto che sopportavi gli altri...).
Però successo, però milioni di spettatori, però lo continui a guardare? Perché? Devozione cieca? Disperato bisogno di morte? Domande a cui giuro non so dare risposte valide...
La pausa natalizia è stata preceduta dal ritorno del Governatore, volente o nolente il personaggio più riuscito, tanto che quando SPOILER, va a bussare alle porte della prigione speri che con quel cannone faccia fuori tutti.. TUTTI LI DEVI AMMAZZARE TUTTI!
Gli zombi sono una cosa seria, e come qualcuno tuittò tempo fa (chi era? Ah già, ero io...) il vero motivo per cui i protagonisti di Walking Dead sopravvivono è perché non ce l'hanno proprio un cervello, lo zombi passa avanti...
Volete ridere di ridere di morti? Guardate questo video da  A Bad Lip Reading
Ce ne sono altri di ridere qui.
Downton Abbey - S4
Recupero terza stagione (come ho vissuto due anni senza Bates? Come?) e quarta stagione in a row... Rimane la qualità, rimangono le espressioni di grande disappunto di Maggie
rimangono le lotte di classe; purtroppo inizia a farsi sentire la glassa melensa dell'aspetto puramente melò. Gli intrighi diventano più macchinosi (ditemi perché al recupero del personaggio di Matthew è seguito un totale ostracismo evolutivo e un suo riposizionamento nel ruolo dello stronzo bidimensionale di sempre), gli amorini sempre più forzati (c'è anche spazio per la storiella interraziale assai forzata) e la tragedia diventa sempre più esagerata (tutto l'atroce Anna rape affair è francamente mal gestito... con Bates che da Buonomo a 360° si trasforma in un pazzo assassino che è meglio tenere sedato con la mascherina tipo Hannibal Lecter sennò chissà che fa ammazza tutti che manco Mr. Hyde...).
L'altro giorno stavo in Vespa tutto felice del fatto che fosse pieno dicembre e non pioveva quando mi giro e cosa vedo?! Questo:
Ma io dico, ma cazzo, ma perché si mettono questi mirini in testa per farsi colpire da tutte le critiche possibili? Vuoi fare un serial "simile" perché Downton è un successo planetario? Già è triste di suo che ti devi attaccare al carro dei vincitori come un topo di fogna e mettere in pratica la solita credenza molto italica del "FALLO UGUALE! LO VOJO UGUALE UGUALE!" (Nutella coi nomi docet)... ma cristo fai una locandina almeno un po' diversa, itagliano cagasotto che non sei altro.
Mi manca lo speciale natalizio. Lo devo vedere quando dico io. Intanto gioco con questi:
Più o meno è tutto.
Ok. Lo so. Lo so bene cosa avreste voluto leggere qui, avreste voluto sapere di Walter
E di tutti i suoi vestiti
...ma io... io non sono pronto. Non so se lo sarò mai. Voi se volete immaginatemi così
e distraetevi con questo link? Va bene? Ancora non siete distratti? L'avete voluta voi:

Neanche questo?!? E va non vi basta mai...

• CHICKEN & BROCCOLI AWARDS 2013 •

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Quel giorno, questo giorno, arriva sempre. 
Se ne sta lì ad aspettarti nascosto dietro un cespuglio (!) e tu ogni volta non te l'aspetti e cammini tutto tranquillo per la tua via e TAC quello spunta fuori e succede quello che succede. Certo durante l'anno qualche avvisaglia la dà, come quando verso estate fai la minilista dei migliori dei primi sei mesi, o come quando verso ottobre già inizi a pensare a quante e quali categorie balenghe puoi inventarti per non annoiarti a morte divertire i lettori o ancora quando a dicembre sul tuo computer appare le cartellina DICEMBRE ASSOLUTAMENTE e dentro ci metti i film che devi vedere a dicembre assolutamente perché sai che devono entrare negli Awards.
Quindi dopo l'anno in provetta 2009, quello smussato 2010, quello quadrato 2011, quello che palle 2012, ecco gli esagoni. Perché gli esagoni? Perché mi piace Trivial Pursuit avevo finito le figure geometriche.
E oltre gli esagoni, le lettere, già, perché per fare un po' d'ordine e dare un senso quasi accademico (ovviamente per accademia intendo terza elementare) al tutto ho deciso di fare l'Alfabeto del 2013 al Cinema, dalla A di Automi alla Z di Zombi.
E proprio come tutte le premesse che tanto non legge nessuno manco nei libri le leggi, sono proprio la classica cosa che dici vabbè la leggo dopo, insomma ecco che... BUONA LETTURA! (Non te l'aspettavi eh...)
Sono fatti proprio come noi, ma non sono noi, infatti sono pure meglio. Sono gli Automi, non proprio robot ma neanche umani. La moda è iniziata lo scorso anno, ma erano più meccanici, oggi invece sono diventati poliziotti in Almost Human, assassini IKEA in Real Humans, un clone automatico in Cloud Atlas e un altro clone ma questa volta robotico e roscio in Black Mirror, ti arrivano tutti direttamente a casa dentro scatoloni enormi. E poi c'è lo schiavetto A Simo', e chiudi 'sta porta che ce stanno li spifferi.
I biopic sono linfa vitale di Hollywood, c'è gente che ha messo su intere filmografie solo facendo la parte di altra gente realmente esistita. Si dividono in due, o quelli che raccontano un episodio della vita di uno di cui si conosce tutto, Diana (arriverà, al momento la recensione è sotto un tunnel e non prende), Liberace, Hitchock non una ma due volte, Steve Jobs, Lincoln, Linda Lovelace, 42 e Lauda/Hunt fanno parte di questa categoria. E poi ci sono quelli che nessuno conosce ma che hanno vissuto vite (o episodi) degni di essere raccontati, come quel cineblogger che divenne ricco e famoso facendo i post di fine anno tutti colorati come il capitan Phillips, il maggiordomo della casa bianca (arriverà pure lui, è A spasso con Diana) e il professor sesso (il professosessore) Masters (e Bling Ring visto l'ultimo dell'anno vale?). Peccato che al 70% ti ritrovi per le mani film pessimi. Ne arriveranno altri - Grace, Freddie, Walt, Jimi e Janis - che brutta vita.

Cattivi si nasce, ridicoli si diventa. Vale la pena elencare i cattivi che ci hanno fatto davvero paura durante il 2013: il pirata di Captain Phillips, il vero uomo nero, anche più di Stephen in Django, un Samuel L. Jackson da oscar; cattivi da fumetto l'adorabile Loki e lo spietato Kahn (attori inglesi alla riscossa); il caotico (nel senso di teorico del caos) Shiklo... Shopto... sì insomma il cattivo di Elysium. E poi Gianni Morandi. Esatto. Gianni Morandi, ci avreste mai creduto che poteva far paura più di quanto già non faccia su Google?
E poi quelli a cui ridere in faccia: Hugo Weaving versione cappellaio matto appestato in Cloud Atlas, John stavolta con l'accento serbo e il fisique du role di un rinoceronte zoppo, Samuel L. Jackson coperto di ridicolo e di una cresta bionda in Oldboy; Javier Bardem visagista ossigenato delle dive e di 007 in Skyfall; quel buffone di Jack di Lost tutto pompato ma serial killer de noatri in Alex Cross, il damerino tutto isteria e mossette di Shakiro, Sharko, Shalpo... sì insomma quello di Oldboy e poi il King Candy di Ralph Spaccatutto, cattivo Disney della scuola "nani pazzi pelati con le scarpe coi tacchetti", mai piaciuti i nani pazzi pelati con le scarpe coi tacchetti.

Donne. Tu. Tu. Tu. Non è stato facile, per nulla. Incredibilmente Scarlett Johansson si fa notare per il trasformismo più che per il personalino: è Anni 60 in Hitchcock, guidette in Don Jon e addirittura invisibile, infatti è solo una voce, in Her. Naomi Watts (che sarebbe potuta apparire anche tra le peggiori vista la sua disastrosa Diana) è però sconvolgente in The Impossible. E poi - questo è veramente l'anno delle cose che non ti aspetti - Carillon Cotillon in Un sapore di ruggine e ossa, le mancheranno le gambe ma ha talento. Rimane antipatica sia chiaro, e non muore come sa fare lei.
Mentre per trovare le Broccole è stato facile, sono sempre dannatamente le stesse. Jennifer e Nicole, superata da anni la soglia del calendario per liceali, entrano di diritto in quella del calendario per camionisti, con scene di ridicola prurigine: spogliarelli e masturbazione fuori tempo massimo. Fatela finita. Sempre nell'ambito della milfona disperata che si spoglia per qualche articolo su qualche rotocalco ecco entrare a cosciona tesa Claudia Gerini - superando ovviamente l'empasse di considerarla davvero un'attrice - mentre libera il suo Tulpa.

Fare il lumacone è un lavoro, duro anche se sono molli, e qualcuno deve pur farlo. Parlo ovviamente di fare i lumaconi in film d'animazione, avevate capito altro? Sempre in malafede oh... C'è la lumaca ritardat(ari)a che arriva alla Monsters University a lezioni finite, quella velocissima col Turbo e la coppia comica di Epic. Animali non proprio di compagnia l'orca mangiagambe e i fenicotteri rosa che migrano sulla Bellezza romana, di cui io so tutti i nomi di battesimo.
Sarà che non ci sono più i valori di una volta, ma mai come quest'anno il nucleo familiare è stato al centro di film horror, cartoon, comedy, drama, ce n'è per tutti i gusti. I preistorici Croods, gli alienati Barret, i fantasmagorici Lambert, gli affogati Bennett, gli spietati Ciraulo, gli americani Jennings, i distopici Sandin, i malavitosi Blake/Manzoni, i soliti cattivissimi Lannister e i 40enni disperati targati Apatow. Siete di ritorno dalle vacanze natalizie in famiglia? Sapete di cosa sto parlando.

Lo sai che i giganti sono grandi grandi grandi e tu spettatore sei piccolino, e ti stupisci di vederli ancora più grandi su grande schermo che cosa ci vuoi far? I più alti di tutti sono i robottoni di Pacific Rim, e relativi Kaiju. Grande e grossa strega quella del finale di Las brujas de Zugarramurdi. Poi arrivano anche quelli brutti: kaiju tartaruga in Frankenweenie, diavoli infuocati (saranno fratelli) quelli di Facciamola finita (con pisello incandescente annesso) e di Percy Jackson. E poi giganti nel senso fantasy del termine, quelli da «Ucci Ucci», ne Il cacciatore di giganti e Game of Thrones (anche se è una comparsata).
 Sono io che vedo meno horror o loro che ne fanno di meno belli? Sta di fatto che questi tre (anzi quattro) sono anche gli unici belli, non i belli tra i belli, i belli e basta. La casa, remake che (quasi) non fa rimpiangere l'originale, un horror grottesco con Las brujas de Zugarramurdi e la serie a telecamerina V/H/S e V/H/S 2. Ho paura che la vena horror si sia dissanguata.

È dallo scorso anno che gli Itagliani sono fuori gara per le categorie di bruttezza. Perché raggiungono bruttezze tutte loro. Le Grandi Bruttezze. Insomma, dici Tulpa e basterebbe quello per riassumere tutto il brutto di dodici mesi. Grandi delusioni per il Virzì rincoglionito dall'infatuazione per una cantante trovata su MySpace (per non parlare del suo doppiaggio in Ralph Spaccatutto) e per il Salvatores alle prese con un film scorsesiano, tipo Quei Bravi Siberiani, peccato che sia pessimo.
Post Lost, la TV è tutta un'altra cosa. Lo dobbiamo a JJ, da cui questa categoria prende il nome (e anche perché la T di TV è stata riempita di Tofu). La TV ci regala visioni spesso e volentieri migliori del cinema, e poi vuoi mettere il non sentirsi in colpa per non essere andati al cinema a vederlo? Liberace in USA è andato in onda in TV, qui ha trovato il pertugio (!) per uscire al cinema, e la dice lunga sulla qualità del prodotto. Abbiamo detto ciao a Walter e Jesse, e ci ha fatto male, tanto male da non riuscire più a parlarne. Abbiamo poi accolto i ritornanti francesi, zombi che non puzzano ma si accollano non poco, ma che sono cento volte meglio dei Walking Dead.

Quando passano loro la gente muore come le papere di Duck Hunt; stecchiti, stramazzati, sparati, spappolati, schiacciati, annegati, in una parola, morti. Frodo Maniac tutto il tempo in POV e Django bounty killer hanno una kill list lunga così, ma sono gli unici umani, sì perché il maggior numero di vittime l'hanno fatti uno tsunami impossibile e dei mostri giganti, e meno male che erano pacifici, pensa se erano pure incazzati. Arriva anche una pioggia di meteoriti  che ha superato le barriere gravitazionali, lo spazio e la luce per farli soffrire, e fa fuori quasi tutto l'equipaggio. 

Capito tutto fino ad ora? Ripetete. Eravate distratti? COME? Stavate limonando? Vi capisco, a me succede quando vedo film con Olivia (che sarà pure una coatta ossigenata, ma oh, oh, oh), Gemma (oh, oh, oh), Jocelin, Jaimie (oh, oh) e la new entry di classe Lily... che volete, sono fatto così sono proprio fatto così.
E va bene, per par condicio, ecco le quote azzurre: Chris thoro che corre, Aaron super-damerino e a chi piace il vino invecchiato, George, che rimane sempre George, who else?

Guarda mago! Ci hanno riempito il primo semestre dell'anno: maghi ridicoli (Steve Carrell, Steve Buscemi e Jim Carrey) nell'Incredibile Burt Wonderstone, mago da strapazzo il grande e impotente OZ e predisti... prestidigi... presidigisti... maghi delle carte in Now You See Me.

Nonni, sembra proprio una Nonnara (scusate). Sono vecchini, tremebondi, coi colli da gallina e la panza, ma li ami perché come fai a odiare queste salme (de)ambulanti, sono i nonni che non hai mai avuto. Si fanno viaggi gratis in India in Marigold Hotel, organizzano concertini in Quartet, giocano a fare le spie ne Le regole del silenzio, fanno le sparatorie in Stand Up Guys e... muoiono con Amour. Ciao nonno guarda come ti diverti.

Sesso, questo sconosciuto. È colpa di Facebook, è colpa di Twitter, è colpa di Instagram, è colpa di Tumblr. è colpa di Foursquare, è colpa di GoogleMap, è colpa dei cineblog, è colpa delle mail, è colpa di Internet. Intanto la verità è una sola: più stiamo sui social meno si tromba. Amore virtuale ma totale in Her, grandi lettori MP3 in cui infilare i propri "jack" in Movie 43 e lunghe sedute di autoanalisi (!) insieme Don Jon. Insomma è l'epoca della favmosa chiavetta chiavata USB.

Sono convinto di una cosa: gli illustraposter stanno diventando talmente belli e talmente tanti che farsi piacere un poster ufficiale è diventato pressocché impossibile. Mi sono piaciuti quello di Her perché è "espressivo", quello di Maniac perché c'è il neon, quelli di V/H/S perché sono grafici, quello di Reality per il coraggio di non mettere sfondo bianco e scrittona rossa, quello di Padroni di Casa perché... è strano. E poi sì, mi ha fatto ridere il character poster dell'Uomo Invisibile di Hotel Transylvania, ma è l'unica cosa.

Ci sono frasi, in questo caso brevi citazioni, che ti porti dietro anche quando il film è finito. Più che altro per il LOL. Buccirosso e il suo «techiavass'» ha fatto scuola, così come quel grande di Gatsby convinto che si possa ripetere il passato, ma se po o non se po? Per me no, anche se rimani un grandissimo, Gatsby. La risata più estemporanea ed esplosiva l'ho fatta con quel «Non posso tornare in prigione» senza senso urlato in Monster's University. E poi c'è «friiiortulpa», tùlpà basta là paròla.

E a proposito di cose ridicole, quest'anno abbiamo assistito alla famosa Ridicolaggine di massa, che è quella cosa che colpisce interi cast e li spinge a fare, dire, lettera, testamento cose ridicole e a vestirsi in modi che voi umani. Le parruccone vittoriane di Hunger Games non me le levo dalla testa (chissà se loro sì), gli scambi di genere dei donni e delle uomine che popolona Cloud Atlas sono balzani, e poi c'è il cast di Movie 43, nomi incredibili e palle attaccate al collo.

Tremate tremate, le streghe sono tornate. Questo è il vero trend dell'anno. Mai altro trend fu dimenticato per anni e anni per poi ritornare con così tanta virulenza come: streghe. Piovono streghette. Streghe cacciate, streghe di Salem, streghe di OZ, streghe spagnole, streghe in TV (e ho avuto la buona educazione di non vedere Witches of West End), streghe in dolby. Must be the season of the Witch.
A volte ritorno, solo su gentile (?) richiesta, anche se mi si poteva dare per morta, lo so. Un’annataccia svogliata e forse piena di altri impegni mi ha impedito di dedicarmi a Tofu&Broccoli come avrei voluto. Ma mica mi starò giustificando?! Sul podio per me i due (unici) titoli qui recensiti, ovvero Castaway on the moon (da vedere tutti di corsa) e Big Man Japan (solo i fissatoni), ma ci aggiungo anche uno dei film visti al FEFF quest’anno (senza report pure quello) ovvero Yokomichi Yonosuke, un film giapponese bellissimo, storia di formazione ambientata negli anni 80 con un protagonista (quello del titolo) indimenticabile. Recuperatelo! E buon anno! [Alabama]

Resta vile maschio dove vai? Sicuramente non dove sta di casa la qualità perché qui siamo dalle parti della recita scolastica. Lo sa bene Colin Firth, sopravvalutato e impomatato e quasi fresco di oscar ci spara un uno/due di stronzaggine con i suoi personaggi sempre fuori posto in Gambit e Arthur Newman. John Cusack sembra aver scelto la via della sgradevolezza per affrancarsi da un passato di commedie e catastrofi, ma dà solo fastidio in The paperboy, ne Il cacciatore di donne e Nixon in The Butler. Ethan Hawke è uno stoccafisso sia nel buon The Purge che nel terribile Getaway, mentre Jim Sturgess si strugge e gigioneggia in Cloud Atlas, La migliore offerta e Upside Down, lo detesto. Anche Josh Brolin, ex-Goonie, si prende troppo sul serio con le sue espressioni truci in Gangster Squad e Oldboy, due dei peggiori film dell'anno.

Per fortuna ci sono loro, gli uomini quelli bravi. Su tutti svetta Joaquin, già vincitore dell'edizione 2010, dato per spacciato e tornato con interpretazioni favolose, intense, pure, strazianti (alla faccia di Ben e dei suoi tentativi di essere preso sul serio), in The Master e in Herè il più grande di tutti. Paul Rudd è ormai un Attore e sebbene non sempre scelga i copioni perfetti è alla ricerca del suo giusto posto in questo mondo, ci prova in mille film: Prince Avalanche, Admission, This Is 40 e appare anche in Noi siamo infinito (orrendo) e All Is Bright (arriverà, con noia): la strada è quella giusta. Ritorna anche Matthew, che scommetto sarà abbonato a questa categoria finché blog sito non ci separi: impressionante in Dallas Buyer's Club, sopra la media in MUD e The Paperboy. Incredibile a dirsi, ecco che due vecchie glorie si riaffacciano con tutte le loro grinze: Michael Douglas è perfetto in Liberace e poi lui, Robert De Nigro, che dopo anni di totale rincoglionimento è finalmente tornato a fare qualla faccia lì, dai quella che sa fare lui; la fa in Being Flynn, Cose nostre, Il lato positivo e addirittura nel pessimo The Killing Season.

V come vittoria, come volontà, come vita. Certo, è stata mia la colpa di non aver mai visto Vogliamo Vivere prima che una distribuzione per una volta oculata l'avesse riportato in sala (ok, non solo la distribuzione), ma tant'è: Vogliamo Vivere è il film più Bello e Grande visto quest'anno, ed è un film di settanta anni fa. Settanta mi dà tanto. Recuperatelo, vi farà bene.
I brutti film. Quando arriviamo a questo setaccio diventa sempre difficile, bisogna decidere, avere le idee chiare ed eliminare i film che brutti lo sono già dalle intenzioni. Avrete notato (l'avete notato?) che sto piano piano disintossicandomi dai film brutti in partenza, non vedo film di tornado di squali solo perché poi è facile riderne sopra, loro lo sanno e le strade spianate non mi piacciono per principio. 
Quindi si scelgono quei film che, per un motivo o per l'altro, sono brutti ma nessuno voleva lo fossero. I Coen - per me tra i più sopravvalutati di sempre - mentre scrivevano Gambit (e soprattutto Piton mentre lo girava... a chiappe al vento...) lo sapevano che sarebbe venuto fuori così dannatamente male? Tanto da diventare il film più Broccolo dell'anno? 
E tutta la combriccola di Gangster Squad, mentre si impegnava con le luci e i costumi, lo sapeva che sarebbe stato un massacro, ma non di San Valentino, proprio degli spettatori. Qualche sospetto viene per Refn. Vincitore indiscusso due anni fa, e ora capace di citare e rivoltare sé stesso e, complice il suo attore feticcio, riempire due ore di sfrontato nulla e maleducata violenza in Solo Dio perdona, e vedendo il film avrei dei dubbi, secondo me non li perdona neanche Lui. Poi Planes, un film per bambini più brutto di Shrek e Ice Age messi insieme, ci potevi credere? E fa male perché anche se non è Pixar, ma è come lo fosse. 
A cascata le imbecillità adolescenziali fresche fresche di visione in Noi siamo Infinito, meno male che non era vero e che il film finisce. Poi Muccinone nazionale alle prese con Quello che sa dell'amore, evidentemente solo che il cioccolato lenisce. Sempre amore, ma capovolto, in Upside Down, un film di fantascienza noiosissimo che pur partiva da una buona idea. Tranceè l'affossamento forse finale di Danny Boyle, il suo film peggiore e con la colpa preterintenzionale di averci trascinato Vincent Cassell. L'Apatow Pack si prende gioco di noi in Facciamola Finita, un film imperdonabile per la sua stupidità. After Earth chiude il cerchio del nepotismo hollywoodiano: Will Smith invece di regalare la bicicletta ai figli regala i film, bello de papà.

Ed eccoli, i film belli. E, prima volta che accade, il miglor film dell'anno è Italiano, è Sorrentino, è la Grande Bellezza, quello che di certo ha acceso il maggior numero di discussioni, di riflessioni, di litigate e di "m'hai proprio rotto er cazzo"; un film che racconta il mondo tragico di una città maggica come Roma. E se vi raccontassi di quanta rabbia ho visto negli occhi di chi si è riconosciuto nei cafoni raccontati dal film mentre si lanciava in analfabeti paragoni - osannando Zalone e i suoi incassi imbecilli - e di quanto gusto ho provato, anche voi dareste ragione a questa prima posizione. 
Seguono i robottoni di Pacific Rim e l'ansia siderale di Gravity, la tristezza umana di Un sapore di ruggine e ossa. Innamorarsi di Her, la D muta di Django e la tragedia napoletana che sembra Reality. Le corse sulla griglia (!) di partenza in Rush e in NO cileni. Chiude un film memorabile sulle memorie estive, che sono sempre le migliori, The Way way back.
E basta. Contenti? Dai che un po' lo siete.
Bene, cosa fatto capo a.
Ah no, mancano delle lettere. Facciamo che da qui ci consumiamo quelle ultime lettere assurde che hanno richiesto dei veri voli di fantasia che trovatela voi una categoria che inizia per:

Raggi gamma che saettano nello spazio, mai come quest'anno. Certo la fantascienza c'è sempre, ma sembra che da qualche tempo ci si creda sempre di più: Oblivion, The World's End,Elysium, Into Darkness e Her, chi più chi meno, sono stati apprezzati. Certo non si può dire lo stesso di rifiuti lanciati nello spazio come After EarthCloud Atlas e il gelido The Colony. Che poi ci pigliassero una volta, se era per loro l'odissea nello spazio c'aveva già 13 anni (E mi sono scordato di mettere Pacific Rim e Upside Down e Riddick, ma ora non mi va di riaprire l'immagine...).

Ci sono quelle scene che ti vai a rivedere su YouPornTube, facendo appunto, youtubing (che non è la pratica di tubare). Come essere youintubati, ecco alcune delle scene migliori dell'anno, quelle che si trovano online prima che il signor ©opyright gli rimuove il link.






V QUESTO VEDETELO SOLO SE SAPETE TUTTO DI BB V

V E QUESTO VEDETELO SOLO SE SAPETE TUTTO DI GoT V

Ah sì, e poi c'è tutto Gravity. Tutto dall'inizio alla fine. 
Fine che è arrivata, per questi premi e forse per il Cinema quello vero, perché noi siamo qui a cercare il meglio dell'anno ma nascondiamo un certo scontento nel notare che la qualità generale si è proprio abbassata. O siamo noi più esigenti? Oppure siamo solo diventati zombi.

Zombi is the new Vampires. Sarà perché siamo tutti morti che camminiamo e il massimo dello sforzo che facciamo è aggiornare il nostro status su FB (grandi critiche social-comportamentali, le fa Ciebbì a fine anno). Siamo zombi eterei come quelli di Revenantes, sportivi come quelli di V/H/S 2, romantici come In the Flesh, centometristi piramidali come in World War Z, innamorati come in Warm Bodies, virulenti tipo Open Grave, imbecilli alla Walking Dead, o seplicemente stupidi come in Cocneys vs Zombies (recensione in arrivo, lenta che sono morti che camminano) e Zombieland
Sono come siamo, gli zombi chiudono questa panoramica egocantata ed egosuonata di un 2013 da ricordare davvero per poche esaltazioni visive. Vi basti sapere che l'emozione più profonda, stupita e intensa per uno spettacolo filmico l'ho provata davanti a un castello da principessa nei dintorni disneyani di Parigi. 
Ci vediamo nel 2014, qui, su www.chickenbroccoli.it

ANTE-ANTEPRIMA • Il capitale umano

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A questa domanda, da ragazzi, i miei amici cineblogger davano sempre la stessa risposta: "O' pass". 
Io invece rispondevo "L'odore dei broccoli vecchi."
La domanda era "Che cosa ti piace, di più, veramente, del cinema?"
Ero destinato alla precarietà.
Ero destinato a diventare un cineblogger.
Ero destinato a diventare Chicken e Broccoli.
Quando sono arrivato da Roma, a 31 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che si potrebbe definire il vortice delle Anteprime. 
Ma io non volevo essere semplicemente essere un critico. Volevo diventare il re dei critici. E ci sono riuscito. 
Io non volevo solo partecipare alle anteprime, volevo avere il potere di farle fallire.
Quanto mi è piaciuto iniziare così l'anno nuovo, ma quanto.
Poi per cosa? Citare il vincitore del 2013 per pubblicizzare un altro film, CB maestro del marketing proprio. Talmente maestro che rinnova il sito e lo fa a pezzi in modo che nessuno se ne accorga. Buon 2014.
E comunque il mio 2014 inizia bene, con una prima anteprima molto attesa: il nuovo Virzì. Che si chiama Il capitale umano
Che, visto il trailer:

mi dà l'idea di un film tremendamente adulto, tremendamente denso, e per fortuna tremendamente Virziniano (e dopo l'inciampo di Tutti i santi giorni, mi aspetto un grande recupero).
Protagonisti maschili amati (character poster che ci clicchi):
Certo le protagoniste femminili sono tra le più odiate da queste parti, Valeria Golino e lei:
E poi giovani sconosciuti promettenti (basta che poi non iniziano a sentirsela calda come Cocci o Gabriellini). Ci sarebbe questa cosa richiesta di "adottare un personaggio", qualcuno aveva qualche dubbio rispetto al fatto che io adotti lei?
Certo se adotti una così la manovra Woody Allen non è probabile, è sicura proprio.
Tutti, ad ogni modo, sembrano perfetti nei loro ruoli. Sarà anche che Virzì, come sappiamo, sa far recitare anche i comodini, i sofà, le statue e Micaela Ramazzotti
Grandi aspettative sì, per quello che credo sia anche il primo film di Virzì che si concentra sulla vera upper class italiana, quella dell'opulenza e delle case con piscina, quella non radical chic come in Caterina, quella chic e industriale proprio.
Ci sono delle promo, ma che io non ho visto per non rovinarmi nessuna scena ma li metto

E c'è un app di Facebook.
E c'è il sito, l'FB e il twitter.

Leone, pecora, agnello sacrificale

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Trama: La matteria degli animali

L'home invasion con le maschere funziona praticamente sempre. Ormai è un genere (non è un caso che sia citato nell'enciclopedia filmica dei generi horror) e che vengano con le maschere di porcellana dèco o tipo bamboline, con i sacchi di iuta sulla capoccia, con le maschere di plastica tutte sorridenti, o addirittura con i sacchetti della spesa, appena ne vedi uno fuori dalla finestra ti caghi sotto e punto, fosse anche un postino un po' più brutto del solito. Io ad esempio farei finire il film alla prima apparizione, morirei d'infarto e The End.
Già regista di An horrible way to die e motore del progetto V/H/S (quindi parliamo di temibile e spocchiosetta scuola mumblecosa), il regista dimostra che l'unico mumblecoso buono è un mumblecoso horror.
In una villa di campagna - che pare più un castelletto old england, di quelli che vorresti tanto avere anche tu per andarci il weekend, inivitando tanti amici così se arriva l'assassino magari perde tempo ammazzando loro e tu riesci a scappare - arrivano i componenti di una famiglia palesemente altolocata: madre, padre, figlio e fidanzata, altro figlio e moglie, altra figlia e fidanzato. Tutti a cena e si dia il via alle litigate. 
Non fosse che, SPAM, di punto in bianco una freccia attraversa la sala da pranzo e centra in piena fronte uno dei commensali. Da quel momento, fortunato chi muore prima.
La regia non è ispirata come The Strangers e comunque l'andamento mumblecoso si fa sentire - a tratti sembra di vedere Festen in salsa splatter - ma ci sono due cose che funzionano e ti fanno passare quella piacevole serata in casa a chiudere fortissimo porte e finestre: 1) una delle protagoniste rivela, ad un certo punto, delle capacità inaspettate che metteranno i bastoni tra le ruote agli invasori e 2) ci sono le maschere animali.
Sì, ogni volta funzionano, basta che a una minaccia sconosciuta gli metti una maschera e quella raddoppia in efficacia e ferocia.
Insomma da vedere, non un capolavoro horror, ma il divertimento è quello giusto. E anche il finale riserva quella sorpresa telefonata (sono quelle sorprese che durante il film ti aspetti ma non dici però poi arrivano e tu fai "l'avevo pensato infatti!" ma a quel punto è troppo tardi e nessuno ti crede).
Complimenti vivissimi agli addetti al marketing virale. Hanno "mascherato" le statue di alcune città americane senza dire il perché 
e poi - questo mi risulta il primo caso del genere - hanno "occupato" locandine di altri film che uscivano nello stesso periodo (immagino della stessa casa di produzione ma non mi va di controllare) inserendo l'apparizione inquietante degli assassini mascherati
cosicché una volta in piedi davabti al cartellone dal dirsi "ma che è sto film con De Niro e Williams che mi sono perso?" a girarsi impauriti a controllare se c'era uno con la maschera lupo e un'accetta era un attimo:
Insomma se volete fare un horror non scordatevi le maschere:
Buoni illustraposter

IL GRANDE REVIVAL DEL 2013 • Point Break

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Hai visto? Tutto nuovo. Talmente nuovo che pare vecchio. Sono aperti i commenti per i complimenti vari. E per festeggiare il rinnovamento del sito, la scomparse della & commerciale (perché ormai s'è capito che ogni possibile deriva commerciale di CB è da escludersi) cosa c'è di meglio che raccontare del Grande Revival del 2013. Il grande revival Anni 90.
Succede che durante le vacanze natalizie (ma in generale tutto lo scorso Dicembre) da queste parti si è sentito un indomito bisogno di vedere film. Cosa c'era di diverso rispetto a tutti gli altri mesi dell'anno? Che i film che volevo vedere erano tutti degli Anni 90, di quelli mitici, ma che un po' ti eri scordato; perché si fa presto a dire Anni 80 e ovviamente guai a chi li tocca, ma guarda che anche gli Anni 90 hanno regalato belle perle. 
E quindi cosa c'è di meglio che inaugurare le grandi novità e la proiezione verso un futuro roseo (e verdastro) con un film di 23 anni fa? Ma non un film qualunque, parlo di...
Point Break
Trama: M'ama & Pappas

1991. Gli Anni 80 erano lì, ancora si vedevano in lontananza di spalle mentre se ne andavano. Infatti il titolo appare sullo schermo in tutta la sua anniottantasità
Voi ve la ricordate la bellezza di Paoint Break? No perché io lo ammetto, non me lo ricordavo. Non mi ricordavo di quanto fosse pazzescascamente serrato, non c'è un fotogramma fuoriposto, non c'è un attore fuoriposto, non c'è una parola fuoriposto.
L'agente speciale Iutha, Body, gli Ex-Presidenti... e lui, il mitico mitico Pappas, inside joke vivente (ve lo ricordate che era uno dei Leoni del Mercoledì. giusto?).
Io vi devo dire la verità, la Bigelow la preferivo mille volte nella sue versione adrenalinica "donna con le palle" (anche se le femministe mi tireranno dei surf addosso) che ora molto impegnata ma anche troppo troppo pesante: ve lo immaginate uno Zero Dark Thirty dove la Chastain invece di starsene tutto il tempo in ufficio si metteva ad inseguire Osama come la scena dell'inseguimento di Iutha e Body? E poi alla fine Osama scappa ma si gira e quegli occhi dicono tutto

Sarebbe stato belllissimo.
Point Break, a mente fredda e più adulta, è ovviamente una storia omosessuale, è inutile che dite di no.
Tipo che Iutha con la sua ragazza (non a caso una Lori Pett(ng) mai così lesbo-style) ci gioca a schizzetti nell'acqua

Poi arriva Body e la tensione schizza alle stelle

Insomma voglio vedere voi, con Body ci fai le rape in banca coi fuciloni. Vi serve la diapositiva?

A chi pensate che stia pensando Iutha in questa scena carezzado quello che di meno femminile può avere una donna, il gomito?

Ma anceh la bromantica tensione è giocata talmente sul filo dell'adrenalina pura - difficile trovare un altro film che parla di "drogat di adrenalina" e poi ti faccia davvero venire voglia di buttarti da un aereo senza paracadute... anche se lui lo fa per fare della sodomia in volo - che questi sono più uomini di tutti gli uomini dei film action messi insieme. O quasi... 

Point Break, come direbbe Leon, è Serio. È un dannato film action col peso specifico di un mattone, certo non lesina in scene in cui devi crederci che davvero è andata così (sospensorio dell'incredulonità) ma non ti dici mai "se vabbè lallero"; sarà che la regia è più dalle parti di un film Anni 70 che di quelli dal montaggio troppo serrato per dare finto ritmo degli Anni 2000.
E poi tutto l'apparato iconografico che si porta dietro. Mi stupisco di come non si vedano ad ogni santo carnevale bande di Ex-Presidenti. 

Quanto funzionano quelle maschere, diventano cattive in un secondo
Certo nella realtà va un po' diversamente:

Ex-President Robberdi ministryofcctv

In Itaglia qualcuno l'ha mai fatto? Sarebbe paurosissimo
Point Break ti stupisce. Anceh quando scopri di ricordare a memoria tutte le sparate cazzoduriste del puccissimo Pappas

Però Point Break te lo scordi un po', fai l'errore di ricordarlo come uno di quei film d'azione che "vabbé ma che te rivedi, meglio ricordarlo mitico, perché sicuro se lo rivedo oggi mi darà quella sensazione di vecchio come se tirassi fuori un pantalone che mi mettevo nel 1991 o se vedessi una foto di quella che mi piaceva nel 1991, mi direi ma che me guardavo? (mettevo? broccolavo?)"... e invece NO! Point Break regge benissimo e quando è finito ti viene tanta voglia di fare surf  coi tuoi pantaloni anni novanta e salutare le ragazze facendogli così

Qualche povero stronzo ha detto che vuole fare il remake, speriamo affoghi prima. Intanto vediamo il film con gli occhi di altri registi (questo anche per rispondere all'entusiasmo immeritato che il popolo facebokkiano ha riservato a quel video di Natale fatto da diversi registi, lo sapevate che sono ANNI che si fanno cose del genere di TUTTO? Alla pigrizia mentale preferisco quella fisica. Sì, è il 2014, e io non sono cambiato di una virgola in quanto a polemica). Ecco i video (alcuni registi se li sono inventati però...)

Purtroppo lo strano oblio che subisce PB colpisce anche gli artisti che non riempiono internet di cose. C'è questa stupenda

E questa che mi sono appena ricordato di averla vista dal vivo per puro caso
La maschera, quanto funziona sempre. Ne abbiamo parlato anche ieri, intanto un riassunto delle maschere precedenti, cliccateci e indovinatele, senza leggere le soluzioni dai.

Forest nera

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The butler
Trama: C'erand Butler aka Maggiordomo della Casta Bianca

Mettiamolo nero su bianco (!), se 12 anni schiavo fosse uscito la scorsa settimana al posto della S di Streghe avrei dovuto mettere la S di schiavi (le streghe le mettevo alla W di Witches, e i Winners dove? Problemi che già non erano importanti nel 2013, non fanno dormire CB nel 2014). Tematica schiava che con Lincoln e Djangoè stata un trend importante lo scorso anno. 
Tra le fila dei "neri schivi e schiavi" c'è anche questo maggiordomo della Casa Bianca, che proprio schiavo non è (anzi lo è ma solo a inizio film), ma poco ci manca.
Butler che, mettiamolo in chiaro (!), è proprio da pollice verso. Insomma la totale assenza del film ai Golden Globe non deve stupire, e anche io non ci casco più (ricordiamo la giornata nera (!) in cui presi la gran cantonata chiamata Precious): la lacrimevole faciloneria che il regista (nero) adotta nel raccontare le sue storie (nere) possono far leva davvero solo su un pubblico, quello nero, senza parentesi. Non è razzismo, vi assicuro, è critica cinematografica.
Siamo dalle parti di quei film creati a puntino per la comunità black americana, anzi forse solo per la parte mommy (anzi mamy) geriatrica della comunità, tanto che in una delle solite frasi che chiudono film del genere (quelle in sovrimpressione che ti dicono che fine hanno fatto i protagonisti) ci si rivolge agli spettatori con un "noi" in cui forse ci si può riconoscere Obama, ma tutti gli altri no, una sorta di Apartheid cinematografica al contrario: tutti gli spettatori bianchi da questo lato del cinema... E quindi per me diventa razzismo pure questo, ovviamente senza nulla togliere alla tematica importante che viene trattata nel film. 
The Butler fa il giro completo e diventa:

Peggio ancora: oltre a Forest Fierolocchio che non aggiunge nulla alla sua carriera (mai piaciuto Forest), tutte le osannate interpretazioni dei millemila attori nei panni e trucchi in silicone dei vari presidenti sono del tutto accessorie, Robin Williams/Eisenhower appare un minuto, un minuto proprio, Ciclope/Kennedy massimo tre, Cusack/Nixon in due scene, e Piton/Reagan giusto il tempo di lanciare un AVADA KEDAVRA a qualche comunista e ciao

- Caro Ronald Severus Albus, tu porti i nomi di uno dei più bravi a recitare Presidenti degli Stati Uniti e di due presidi di Howgarts... Ora vattene che me stai a dà fastidio devo bombardare la Russia, vai a farmi un panino

Premio ridicolaggine va paraddossalmente proprio al reparto trucchi: se per i Presidenti ci si salva, e per la scarsità delle apparizioni e perché avevano la gommapiuma, ma ormai fare i faccioni con i pezzi di gomma attaccati alla faccia è come fare Facce di Gomma
Il problema arriva invece con lo scorrere del tempo; Ophra ventenne è qualcosa che non avresti mai voluto vedere, nel senso che è Ophra di oggi, ma nel film ci vogliono far credere abbia vent'anni. Da brivido. 


Eppure non dirmi che si riesce a ringiovanire bene la gente perché non è vero, Benjamin Button docet.
Insomma sembra che si siano sentiti in bisogno di fare il film per fare i "black friendly", ma per il resto è la noia che regna dalla stanza ovale delle palle che ti fai vedendo il film, Lenny Kravitz compreso.
La verità è una e una soltanto: di Forest che attraversa la storia incontrando tutti i presidenti ce n'è uno e uno soltanto!
Brutto film, non si digerisce proprio, e non era per colpa della panza piena post-cenone.
I Have a Dream, non vedere più film come questi. Nel mentre mi distraggo leggendo la pagina Wiki con tutti gli attori che hanno fatto i presidenti al cine e in TV e mi do un tono leggendo questo articolo divertente su quelli che si riempiono di silicone e fanno personaggi esistiti, passando in un attimo da attori da oscar a Fabrizio Frizzi:

Con Christian Ball ci puoi giocare

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American Hustle
Trama: Premiata Fesseria Marpioni

L’importante è non farsi fregare, perché gli elementi per prendere l’abbaglio ci sono tutti. 
A partire dagli attori dai nomi pazzeschissimi: Christian, Amy, Jeremy, Jennifer, Robert… e pure Bradley, va senti che nomi, roba che in questa lista ci sono... 1,2,3 TOT Oscar vinti e 1,2,3,4,25 TOT candidature, giochi facile con un cast del genere. O'Russel praticamente fa il mix tra il suo primo film e il suo secondo, formando una sorta di supergruppo tipo Justice League ma con gli attori.
Poi ci sono i favolosi Anni 70, quelli soliti che ci hanno “imparato” nei film, quelli con la musica un po’ disco un po’ rock bellissima:
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e soprattutto gli Anni 70 dei vestiti da donna (solo quelli da donna perché quelli da uomo sono atroci, per saperne di più leggete questo) di una bellezza sconvolgente
Poi c'è una storia di truffe e controtruffe, con personaggi carichi di sogni e aspettative che logicamente scelgono tutte le vie sbagliate per realizzare quei sogni e quelle aspettative.
Insomma sai quando si dice “poteva essere un gran film”? Ecco, American Hustle poteva, ma non lo è. 
Ricominciando i punti elenco.
Gli attori, sì, ci sono eccome, su tutti un mastodontico, in tutti i sensi
Christian Bale (come sapete lui alterna un film magro, uno pompato, un film scheletrico, uno con la pazza come dimostra la sua foto della patente:
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padroneggia il personaggio, un piccolo truffatore dal cuore non dico proprio d’oro, ma d’argento sì. 
Con la sua panza, il suo riporto, l’accento un po’ sbiascicato e le movenze da appesantito damerino si prende carico di tutto il film e ogni volta che c’è lui in scena il film prende il lato positivo
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Peccato che all’altro lato ci sia Bradley Cooper, che proprio no. Spiegatemi voi da quando Cooper sarebbe diventato un attore meritevole di parti drammatiche, non scordiamocelo il Cooper delle notti da leoni, o quello imbecille perfetto per film imbecilli, o quello ancora più lontano di Nip/Tuck, non scordiamocelo mai, perché se David O. Russel ha il merito di aver preso Jennifer Lawrence e averle regalato l’oscar e anche ovviamente di avercela (s)vestita così:

jennifer-lawrence-hustle-mama
Ha anche la grave colpa di aver trasformato Bradley in un attore vero wannabe. Cooper va bene per le commediole, e non a caso rovina tutta la tensione drammatica che alcuni passaggi del film dovrebbero avere con le sue faccette e la sua recitazione sopra le righe... e i suoi orrendi ricci, questo film fa venire voglia di riaprire il FLINC:
Ecco, l’indecisione su quale strada far prendere realmente al film è alla base della poca riuscita di American Hustle, perché se da una parte Bale e Renner - anche lui bravissimo - sono un duo superpucci, da volergli bene tanto

sono ben scritti e perfettamente interpretati, dall'altra Cooper è fastidioso e basta, sembra debba continuamente dimostrare di essere un bravo attore, ma quando hai dall'altra parte Bale, ma che devi dimostrare? Resta in disparte che fai più bella figura.
Dal lato femminile la Adams - protagonista dieci volte tanto rispetto la Lawrence - risulta troppo sopra le righe; ha assunto da un po’ di tempo a questa parte un’espressione un po’ troppo compassata, credo che tutte le candidature lisciate (5 al Golden Globe 0 vittorie, 4 agli Oscar 0 vittorie, 4 ai BAFTA 0 vittorie, 5 ai Satellite 0 vittorie, MANCO UN MTV AWARD!) abbiano lasciato il segno… e poi mi dispiace ma no, non è sexy, nonostante se ne vada in giro tutto il tempo con "eleganti" scollature, anche per andare a fare la spesa:

e faccia felice sfoggio del suo lato B, che comunque è positivo

e la Lawrence in quel classico film post-oscar dove se la sente calda ma non fa altro che le solite mozzette slanciate che fa anche nelle interviste:





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Certo come fai a non amarla, ma come fai? Jennifer sposiamoci non importa se abbiamo una differenza di età importante, non ci dividerebbe neanche la 
L’apparizione di nonno De Niro è divertente, come al solito un auto-citazione, ma nulla di più.
American Hustle è, riassumendo, il film giusto nelle mani del regista sbagliato: O’Russel è probabilmente il nuovo Minghella di Hollywood, uno di quei registi sopravvalutati che servono a inzeppare le candidature agli Oscar, poi magari un paio se li prendono pure, ma non chiamiamo il suo Grande Cinema come sto leggendo un po' in giro, perché proprio non lo è.
Ci sono dei passaggi e dei meccanismi narrativi che vorrebbero ricordare Quei Bravi Ragazzi in salsa glam, ma che si perdono in un drink annacquato o in una mossetta ridicola di Bradley

Poi ci sono altri momenti in cui la commedia sembra prendere il sopravvento, come la storiella del ghiaccio raccontata da Louie C.K., ormai un prezzemolo
che però è tirata troppo per le lunghe per finire in niente) e poi viene smorzata da momenti drama-melò. Un'altalena che dopo un po' dà fastidio allo stomaco.
Ciao Paolo! Volevo salutare Sorrentino che proprio il giorno in cui lo premiavo con il Chicken Awards 2013 veniva a ritirare il Chicken Award al cinema con me e si sedeva a tre posti a destra per fare il timido e vi giuro avrei voluto fotografarvi le espressioni che assumeva durante il film, roba che in confronto quelle di Jennifer sono normali (dice "ma che vai al cinema e guardi che facce fa Sorrentino? Poi te credo che il film non te piace...); be' di certo non ne era convinto, forse non era neanche sveglio. Sorrentino quando incontri O’Russel ai Golden Globe diglielo che non mi è piaciuto… ma ci vai vestito così? 
Dai, uozzAmerican Sorrenthusle, fallo per me. 

Il pitale umano

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Il capitale umano
Trama: «Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo… » L. Sciascia

Il titolo del post si riferisce, come sbagliarsi, a tutto l'apparato umano che, ancora una volta - per fortuna dimenticato lo scivolone di Tutti i santi i giorni - Paolo Virzì è riuscito a raccontarci.
Paolo Virzì è, con Sorrentino, il miglior regista italiano in circolazione? Sì.
Condivide con l'altro Paolo la capacità di raccontare l'uomo, l'umanità (e la disumanità), di inventare Nomi e Cognomi per i suoi protagonisti e farli diventare nel giro di pochi minuti Noi, Voi, o gli Altri, la Gente; sempre tragicamente reali, caratteri in cui riconoscersi, o in cui riconoscere qualcun'altro, da amare o odiare, è uguale, l'importante è farlo.
Virzì però non condivide con Sorrentino la visione traumatica della Realtà. O meglio, se Sorrentino è alquanto sfiduciato dal genere umano, Virzì nutre ancora quella speranza, quell'ottimismo (toscano forse? Umano, meglio...) che gli fa trovare, anche in un'Apocalisse sentimentale e umana fatta di aridi omuncoli, ominicchi e (con rispetto parlando) pigliainculo e represse donnicciole, il Bene, un futuro possibile.
Il capitale umano del titolo è quello su cui tutti puntiamo, che sia la nostra immagine allo specchio, che sia un compagno di vita, che sia un figlio: la scommessa si vince o si perde, la delusione o il successo fanno parte della puntata, tutto sta nel saper prendere la vittoria o la sconfitta con il giusto piglio. È anche la cosa più difficile.
Virzì, lontano dalla sua Livorno, si trasferisce nelle impervie stradine provinciali della Brianza leghista e congelata sotto le sue poche certezze: la famiglia, la casa, il conto in banca. 
Ci racconta di questi due nuclei famigliari tanto distanti quanto simili, accumunati dall'unico legame che ci rende tutti uguali: sono tutti esseri umani, sotto lo stesso cielo, con le stesse dannate necessità, divisi forse da leggere sfumature (le carreire intraprese, le alterne fortune, l'albero genealogico) e tutti dannatamente "piccoli".
Un focus chirurgico sull'opulenza dell'elìte guadagnata con la fame degli altri, su quelli che si chiamano squali, che cadranno sempre in piedi anche tra mille anni e tra mille Crisi, quelli che lucrano, che si vestono bene e pensano male, quelli che a 16 anni la moto, a 18 il suv, a 20 il Carrera), quelli che dominano una piramide sociale fatta di letame. Tutto intorno, mosche vomitanti complimenti, ammirazione e inchini, la piccola borghes(uccer)ia di chi vuole fare sempre il passo più lungo della gamba, di chi venderebbe la figlia (letteralmente) per avere una pacca sulla spalla dallo pinna dello squalo, che intanto lubrifica e si tiene in tiro per l'inculata finale.
Micidiale. Spietato. Denso. Questo è Il Capitale Umano, di certo il film più adulto di Virzì, che nonostante non dimentichi alcuni toni da commedia (il personaggio di Bentivoglio, con le sue merendine nella borsa, i suoi piumini translucidi e la sua condotta piagnucolosa e arrogante è tragicamente divertente e molto ben scritto, con i suoi "vaffanculo" repressi e detti sempre a mezza bocca) si lancia nella definizione del suo personaggio più cattivo: un Gifuni mai così perfetto (che non ha timore di sventolare la sua attrezzatura da maschio alpha, per la felicità delle astanti) è di certo uno squal(lid)o: perfetto ritratto di un'Italia che esiste e, purtroppo, fa da esempio per quasi tutta la restante. Sono quelli che "ce l'hanno fatta"... ma in che senso? Nel senso che ce l'hanno fatta, ce l'hanno fatta proprio grossa a noi, i pesci piccoli che, come diceva quello, corriamo sempre appresso all'ambo.
Ti prende male. 
Ti prende male perché ogni stanza di quella casa sulla collina che domina tutto, paesaggio e  sogni di chi la guarda dal basso, rappresenta una camera delle torture psicologiche, un "vorrei ma non posso, ma devo, voglio" che scava l'animo umano e rende mostri patetici. Sono vere le case della richezza, è reale quella Grande Bellezza nelle mani di gente brutta. Perché sì, avere la piscina dentro casa È BELLO - senza che ci nascondiamo dietro le dita del "che me ne faccio della piscina dentro casa".. cosa ci fa? Il bagno a dicembre! Ecco cosa! - ma è così Brutto che quello piscina rappresenti uno status asociale. I soldi non danno la felicità, ma non averli cosa dà?
Attori - ma questo non è che una conferma - al meglio delle loro possibilità, credo che il rapporto di famiglia allargata che Virzì riesce a creare sul set (deduzioni, ovvio, ma uno che presenta gli attori in sala chiamandoli "fratelli" con sentita sincerità, e non essendo Spike Lee, dà il parametro del sentimento infuso al suo lavoro, il calore umano). Come detto Gifuni e Bentivoglio orribilmente perfetti, tanto da caricare questa foto promozionale di significati tutti nuovi, e tutti tragici, una volta visto il film

Golino un po' in disparte ma piacevole e una Bruni Tedeschi convincente come mai, un ruolo pericolosamente vicino a quella che potrebbe sul serio essere la sua algida realtà, o quella della sorellà.
Gli attori giovani della compagnia sono una splendida ragazzina, speriamo dal roseo futuro 
Su cui infatti avevo scommesso, ovviamente per le indubbie doti... recitative... e un ragazzino cagnaccio (l'unico veramente insopportabile) che dovrebbe darsi subito allo studio, ma non di recitazione che tanto sarebbe tempo perso, magari architettura, veterinaria, legge, ma dimenticati il cinema, se non ci è riuscito Virzì a farti recitare, non ci riesce nessuno.
Sono andato all'anteprima e tra un divertito (e italicocentrico) vip-watching - inframezzato dalla buffoneria ai danni di Jean Claude seduto a tre poltrone dalla  mia, non te la prendere Marce', sei un grande, non me lo scordo che sono cresciuto a pane e Hollywood Party) e dal gusto di vedere Thony che non aveva il posto prenotato, a' Thony, già se so scordati tutti chi sei, no quel posto non è tuo, è de Tony Dallara, no quello è de Tony Manero, no quell'altro è de Tony Santagata. Tony Soprano... Little Tony... le salme.) - e un mutismo dalla densità specifica durato tutta la lunghezza del film, ho, alla fine, fatto questo video:
Che dimostra due realtà che non si devono mai dare per scontate: 1) In Itaglia si puo'. Si puo' fare del gran bel cinema, e senza dover per forza scardinare o invertire l'usanza radicata di raccontare la famiglia, i tipi umani, la provincia. Insomma anche senza fare fantascienza o Genere. Si puo' e, più che altro, si deve. 2) CB è severo ma giusto e quando un film vale, fa addirittura l'applauso. Certo poi dopo l'applauso proprio non resiste. È severo, giusto ma anche irriverente, e quando vede Humpy Virzì non resiste e fa questo
Bravo Paolo. Da oggi non doppiare più - e già che ci sei non far doppiare più manco a Micaela anche se dal vivo è molto bella - e non andare più sui social che ti fa male (e quando ti innamori di cantanti inutili, e quando ti fai venire l'ulcera a litigare coi leghisti) ma dedicati al fare i film belli che è quello che ti riesce di più, ed è quello per cui ti vogliamo tanto bene.

2x1 • KEEP CALM & CARRIE ON

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Carrie
Trama: Carrie Diaries

C'è una cosa molto importante da dire di Carrie, e cioè che ho twittato il geniale titolo di questo post @juliannemoore, credendo di prenderla alla sprovvista con la mia intraprendenza e la mia sagacia, e lei niente, non mi ha neanche rettwettato. In fondo cosa volevo in cambio, dopo tutti questi anni di dedizione e amore disinteressato, solo un paio di tweett. Certo se apri twitter e poi non ti fai broccolare da me, ma che lo apri a fare.
Lo sapevate che Julianne Moore si è data alla letteratura per l'infanzia? Ha creato una bambina - casualemnte rossa di capelli e piena di efelidi - che da quanto ho capito vede i mostri e tu puoi creare il tuo mostro
Vabbé, comunque, tralasciando la spiacevole sensazione anche nota come "quando sei famosa te fanno fa tutto er cazzo che te pare come quando Madonna si è messa a fare la regista, Rihanna la stilista, Violante Placido la cantante finisce che poi ce fanno pure er musical e piovono soldi su soldi" passiamo al film, che è purtroppo una cocente delusione.
Carrie, quello originale, è uno dei grandi horror targati Stephen King, che con i suoi TUTTI libri passati a miglior schermo è probabilmente lo scrittore più cinematografizzato di tutti, con risultati capolavori, e risultati da andare lì nella sua casa nel maledetto Maine e fargli mangiare tutte le copie in pellicola, vhs, dvd, laser disk e una per una le pagine pure del libro, ovviamente vestiti da Misery. L'originale era del De Palma che ci piaceva, quello che copiava gli horror italiani e inventava il nuovo horror americano.
Era teso, era crudele, era perfetto anche - e soprattutto - nella scelta delle protagoniste. Soprattutto la bruttina, magrolina, indifesa e sguardo pazzo Sissy Spacek. Paura:
La Carrie del 2013 è quel figone in fieri di Clohe, che insomma, vi sembra una da prendere per il culo a scuola questa?
Se la risposta è sì, non so chi avevate a scuola, che andavate a scuola di modelle? Tipo Howgarts ma al posto delle streghe le modelle? No perché a me non sembra una da prendere per il culo... vabbé io andavo in una scuola maschile quindi. Almeno non c'erano problemi nelle docce, cioè non c'erano quel tipo di problemi, oddio non c'erano manco le docce ora che mi ricordo, dici che sennò succedeva quell'altra cosa del sapone e si veniva presi per il culo in senso letterale?
Ma voltiamo pagina e lasciamo le mie gioiose rimembranze liceali, torniamo al film.
Che come avrete capito è brutto.
La carica di pena che si portava dietro il corpicino esile e anoressico della prima Carrie sparisce, peccato perché invece quella pena era fondamentale per il senso di liberazione che derivava poi dalla sanguinosa vendetta ESP del finale, dopo che la povera Carrie aveva subìto quella doccia fredda, di sangue
Oltre alla famosa scena iniziale dei tamponi
In questo remake diventa difficile tifare visceralemente per Carrie come nell'originale, (non questa Carrie), insomma non sembra che a scuola se la passi poi così tanto male, almeno non peggio di tutti gli altri sedicenni che non sono o capo cheerleader o quarterback. Poi cì anche il tempo per criticare il social, ovvio
Ovvio che a casa le cose vanno diversamente, ma in fondo chi non ha avuto qualche diverbio con la propria madre?
Uno sarebbe pure pronto a perdonare il forzato "ammordernamento" del contesto (pare di vedere un Twilight o una puntata di un qualche teen serial in più di un passaggio) ma quello che è imperdonabile è l'aver ridotto un grande racconto di terrore adolescenziale (la paura di crescere, la scoperta del proprio corpo, i rapporto genitori-figli; il tutto virato dallo sguardo pazzo di King, ovvio) a quello che potrebbe definirsi tranquillamente come il nuovo capitolo di Final Destination, e sapete bene quando abbiamo preso in giro i Mortacci Loro.
La scena della vendetta finale è uno scrauso sfoggio di computer grafica
e di morti male
che non sfiora neanche per sbaglio il concetto di "liberazione" che invece raggiunge picchi altissimi nell'originale. 
Peccato per tutti, per Chloe che è un'attrice che si farà anche se ha le tette strette ma soprattutto per Julianne che si impegna - ed è l'unica che regala qualche scena di sana follia cattofondamentalista - ma che non riesce a risalire una china discendente che ha intrapreso da un bel po' di tempo, forse distratta dai mostri o dagli stalker su twitter, quelli che vedi poi non gli rispondi e si incattiviscono e dicono che la tua carriera è finita, ma guarda te.
Speriamo che a nessuno venga mai l'idea di fare il remake di Rosemary's Baby o dell'Inquilino del terzo piano, film che senza quella grana e quei protagonisti sarebbero perduti.
Vai di illustraposter sanguigni, ma dedicati a quella originale, che magnano in testa alla locandina del 2013 - che peraltro arriva fuori tempo massimo rispetto al trend di un paio di anni fa e che ha una versione italiana da ridere proprio con meno sangue «Mettice meno sangue che aggente se spaventa limortaccisua»... capito, meno sangue, in Carrie. Anno nuovo, Itaglia vecchia
E vai di vero e unico significato di questi film con donne ricoperte di sangue:
CB factoid. 
Ogni volta che ripenso a Carrie rido di gusto a ricordare il mio vecchio VHS con quel refuso magistrale: c'era scritto Lo squardo di Satana (evidentemente il correttore di bozze era Diego Abatantuono).
Fine CB factoid. 
Vado a mangiare. Sanguinaccio ovviamente. E lo sai che mi guardo, anche se me lo sono rivisto tipo un mese fa, perché come sapete è un film che devo vedere almeno una volta l'anno, almeno una volta, lo sapete cosa?
The Mist
Trama: La nebbia agli arti molli

Che rimane un film che MI PIACE! A ME MI PIACE THE MIST! OK!? Lo so che ha fatto schifo a tutti, belli e brutti (non so se anche a King. Di certo Carrie non gli è piaciuto), perché gli effetti speciali non sono granché

gli attori non sono granché anche se c'è Toby Jones che spacca i culi a Cthulhu; che poi c'è mezzo cast di The Walking Dead, sempre per sottolineare la mia teoria secondo cui alcuni attori sono legati da contratti con case di "spaccia cast" e alla fine quando devi fare un film o una serie TV compri tutto il pacchetto di cast dove ovviamente c'è vecchietto, bionda, ragazzino, ragazzo aitante e via dicendo. Vi ho mai parlato di questa mia teoria? Forse un giorno ve ne parlerò. Be' però The Walking Dead quello vi piace eh? Mah! 
Ma quel finale. Io vi sfido due volte vi sfido a farmi un finale così tragigichico.

E poi lo sai perché The Mist mi piace tanto? Perché il protagonista è il migliore amico mio, Drew Struzan. Lo sapete che la prima scena è girata nel suo studio?

E che lui è l'uomo più speciale che esiste al mondo. Dopo me, ovvio.

E per quelli che come me hanno la tesserina dei Mistici (amanti di The Mist) Anonimi, notiziona: stanno preparando il Serial Tv. Evvai. Così ogni anno mi vedro The Mist E il serial di The Mist. A me mi piacerebbe che continuasse da dove il film finisce. Però fatto meglio di Under the Dome, grazie.
Altro illustraposter, ma vuoi mettere con quello di Drew...

Bonus. Cliccate e riconosceteli tutti. A me ne mancano due

Capitan Hallock

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Capitan Harlock
Trama: C’è solo un capitano

Quando ero in Giappone (ed ecco che parte il racconto di vecchio nonno Cibbìsan racconta di quando era in Giappone, succede quando vai a trovare vecchio nonno Cibbìsan) mi era preso che andavo al cinema, che uno dice, vai in Giappone vai al cinema? Sì, con chi ti credi di parlare?) E insomma stavo lì in Giappone e mannaggia la Peppa due giorni dopo la mia partenza uscivano sia I Gatchamen che Capitan Harlock BAM! BAM!, il primo live action il secondo in motion capture, tutti e due sogni bagnati di nerd infoiati, più che altro per lei
e lei
Capitan Harlock BAM! BAM! è il solo da arrivare nelle sale italiane, probabilmente perché dopo il successo di Lucca e di Zerocacare anche i produttori sono andati su wikipedia a cercare la parola “fumetto” e hanno visto che qualche coglione che gli piace c’è (per inciso, sono sarcastico, mi sono appena dato del coglione anch’io, ovvio) e quindi daje, butta al cinema qualche film per fumettofili visto mai che ci vanno.
Peccato che il film sia ben lontano dal cartone animato - che peraltro ammetto, ho sempre amato pochino, preferivo il Galaxy Express, ma anche quello non rientrava tra i preferiti… - e che in generale sia un po’ troppo schematico, e totalmente privo di mordente.
Ora, non so se è l’innata capacità della nostalgia a farti ricordare tutto meglio: se rivedessi adesso i miei preferiti (tutta la serie Time Bokan, tutta la Takahashi (Lamù, Ranma), Sam, Tigerman, Cavalieri dello Zodiaco) mi sembrerebbero macchinosi e senza mordente anche quelli? 
Per questo è sempre pericoloso andare a vedere film o ammodernamenti (soprattutto quando sono giocati in casa giappa poi, non parlo di Pacific Rim, che pesca a piene mani ma americanizza con slancio la questione robottoni e kaiju), rischi che non solo non ti piace il presente, ma rileggi con sguardo critico anche il passato, del tipo “vabbè ma sarà stata ‘na mezza cazzotta pure il cartone, ero io che non capivo”. 
Il film è tecnicamente buono - non impressionante, ma buono, certo nulla che impressionerebbe chi ha visto mille filmati creati per videogiochi tipo Resident Evil o Halo - solo che ci sono talmente tanti buchi di sceneggiatura e così pochi slanci narrativi che tutto l'entusiasmo ti si affloscia dopo pochi minuti, nonostante questo
Basti pensare all’andamento del protagonista, agente infiltrato, che si presuppone sia stato catechizzato a odiare il pirata Capitan Harlock BAM! BAM!, appena Capitan Harlock BAM! BAM! gli dice “guarda che io sarei buono” lui SUBITO si converte e giura fedeltà alla Jolly Rogers di Capitan Harlock BAM! BAM! Sarebbe stato meglio aspettare fino alla fine e anzi sai che sarebbe stato meglio, che alla fine lui era Capitan Harlock BAM! BAM! del passato in un bel paradosso spazio-temporale... se vedrete il film capirete quanto sarebbe stato meglio.
L’operazione anti-pirateria di Capitan Harlock BAM! BAM! mi ha fatto un po’ ridere, ammetto.
Capitan Harlock BAM! BAM! illustrato da altri tanto per:
Film da cartoni animati giapponesi in Italia, le vie della distribuzione sono finite. Yattaman è arrivato, Kyashan anche. Ma L'uomo tigre?
Sampei?
Carletto il pricipe dei mostri?
I succitati Gatchaman? 
Questo Ken Shiro? 
E invece di fare il film su Lupin, perché no l'extended version di Basette?
Per farla corta per farla breve vediamoci Interstella 555, il video/film che Matsumoto ha creato per e con i Daft Punk (sapete no. Tutto il disco tutti i video tutti da Matsumoto, poi tutti insieme a creare un film, dai...)

E allora scusate se continuo a pensare che col design delle guardie armate cattive questi due abbiano qualcosa a che fare:
Capitan Hallock. BAM! BAM!

Jurassic Pork

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Piovono polpette 2 - La rivincita degli avanzi
Trama: Piovono forchette

Come spesso accade, a un primo capitolo sorprendente sembra debba per forza seguire una "cuocente" delusione. Oh, guai a chi non grida con la bocca aperta 
che nel primo c'era ritmo, c'era sagacia, c'era ironia, c'era sarcasmo, c'era senso dell'assurdo, c'erano quei momenti comici che non ti aspettavi e c'erano gli orsetti gommosi

tutte cose, queste, che non puoi dire di essere un essere umano completo se non apprezzi.
Mentre Piovono Polpette 2 è solo... caruccio, insomma sa un po' di minestra riscaldata. Ecco, magari uno sperava fosse riscaldata del tipo come quando riscaldi la pasta al sugo del giorno prima in padella che il sapore è sempre buono e in più si abbruscoliscono dei pezzetti e diventa quasi più buona del precedente, non uguale, piuttosto una nuova ricetta. Quasi che alle volte ti vorresti fare la pasta al sugo e poi non mangiarla per poterla direttamente riscaldare in padella il giorno dopo. Sì, è ora di cena e io sto qui a scrivere di Piovono Polpette 2, che non è proprio brutto, questo no. Si prende comunque il Chicken, anzi gli regalo pure un lecca lecca
E se lo prende perché il ritmo c'è e anche perché ha dalla sua l'inventiva sconclusionata e caciarona di aver dato vita come novelli Hammond ai vari ibridi cibo-animale, che ho amato. Primo fra tutti lei, la burrana

E loro, i polpetti di mare

Anzi, siccome la pasta ancora non è cotta, vi metto tutti i badge di presentazione che ho trovato in giro, saltateli se volete stupirvi come i protagonisti del film che citano Jurassic Park e avrebbero potuto dire "Si nutrono in branco, si nutrono in branco" (la scena è praticamente la stessa, e c'è anche la corsa tra i brontosauri di Lost World)... Ecco è proprio come se invece di Hammond a capo del Jurassic Park ci fosse stato lui

Eccoli qui:



Perà il resto è stantio, quasi ammuffito, mangiabile ma come le cose che mangi alla mensa. Sarà che il cattivo della situazione - una sorta di evil Steve Jobs, guru dell'informatica, ovviamente interessato solo ai suoi interessi, che ha per amici i suoi ologrammi e una scimmia superintelligente - non mi è proprio piaciuto. 
Anche solo il bisogno di averci messo un c(re)attivo mi è sembrato un passo indietro. Nel primo di cattivi non ce n'erano (forse il sindaco... ma non una reale nemesi col pazzo protagonista) e tutta la trama era basata sulle idee, idee che seguivano altre idee come un lungo pranzo di quelli che ti siedi alle 12 ti rialzi alle 12, di notte, e nel frattempo hai solo mangiato, pure troppo, ma non puoi dire che non te la sia goduta.
E poi c'è anche un pessimo tentativo di creare il personaggi pucci, una fragolina kawaii che ovviamente riserva nel finale lo svelamento della sua vera natura

Mentre l'unico istante veramente puccissimo da stringerlo forte e fargli pat pat sulla spalle per sempre è lui
Peccato no? Perché mi sa che con questo capitolo diciamo ciao ciao allo scapigliato inventore e alla combriccola di scemi con cui si accompagna, ed è un peccato perché si sa che per scrivere le scemenza, ci vuole invece molta intelligenza, e molto ritmo, molta sagacia, molta ironia, molto sarcasmo, senso dell'assurdo, bisogna saper dosare i tempi comici e soprattutto gli orsetti di gomma.
E adesso un bel menu di gente che mangia al cinema, che è anche il verbo principe che si dovrebbe usare in risposta a tutta questa cosa molto social che si è scatenata ieri è l'altro ieri (lo so che già ve la siete scordata) con la campagna #coglioneno (questa, per capirci); divertente sì, anche furba tanto eh, e che mi ha istigato (alle milionesima condivisione anche da gente che io reputo cani maledetti, altro che creativi) una sola grande verità: bisogna lavorare > per mangiare. Il resto sono cazzate, se fai il creativo e hai tempo di lamentarti sui social perché non ti pagano vuol dire che hai babbomat (la carta di credito di babbo) che ti compra il pane. Punto.
RIempiamoci le pupille gustative che è meglio.
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Gnam Gnam Style.

2x1 • Bianche nevi

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Frozen - Il regno di ghiaccio
Trama: The Disney after tomorrow
Frozen è davvero bellissimo. Davvero, bellissimo. Non ve l'aspettavate vero? Da un cuore di ghiaccio come il mio, ma in fondo in fondo sono un Calippo Cucciolone. 
Frozen è Disney con la D maiuscola, e definisce in via del tutto definitiva che sì, la Disney è tornata, quella che ci ha fatto sognare quando eravamo piccini e lo faceva anche inzeppando i propri film di canzoni che erano BELLE, non quelle strascicate dei Disney Brutti.
Frozen è un Classico e merita di esserlo perché senza tradire la tradizione (tradizionire, quindi) - ci sono regine, principesse, principi, amori e avventure - congela (!) la nuova filosofia nella creazione di un'eroina Disney: dopo Rapunzel e Merida, anche le ragazze di Frozen, Anna ed Elsa non sono più ragazze che cinguettano con gli uccellini tutti intorno (s)perdute dietro i sogni antichi di casa e famiglia col proprio principe, che potrà essere azzurro quanto vuoi, ma che palle; sono invece eroine virtuose, indipendenti, coraggiose, spigliate e, in una parola forse troppo ostentata, moderne.
Divise da un destino magico avverso, le due sorelle di Frozen (guai a chi si azzarda ancora a chiamare in causa le preferenze sessuali delle protagoniste, basta con queste corbellerie forzate e forsennate su Frozen) sono una coppia drammaturgica perfetta: da un lato Elsa

che ha il potere del ghiaccio (no, Jack Frost NON è il suo principe azzurro, smettetela), ma da grandi poteri bla bla, poteri incontrollabili i suoi che devono essere repressi, e con loro la vitalità e le possibilità di un'infanzia e adolescenza felici; dall'altro lato Anna

un fiume in piena di sentimenti, energia e altruismo. 
Divise da una lastra di ghiaccio spessa così, solo attraverso una tipica storia da favola (e quindi da film Disney) le due riusciranno a convivere, tra di loro e con i rispettivi modi di vivere la propria femminilità e la propria indole.
Insomma Frozen, non si fosse ancora capito, ti fa adorare le due protagoniste che oltre ad essere oggettivamente belle (nel design e nella personalità) sono anche esempi di rinnovata energia creativa della Disney, a cui non poteva capitare miglior destino che essere presa in mano da ciccio-Lasseter, colui che l'ha salvata (via-Pixar) da quella tempesta di immondizia in cui era finita durante il decennio 2000/2010 (qualcuno ha detto Atlantis?).
Tecnicamente non si rimpiange la bidimensionalità dei vecchi classici perché ormai il nuovo lessico cartoon in computer graphic va accettato e, anzi, assecondato con tutte le sue possibilità: l'unione di un design cartoon (fossero stati in motion capture come si è ostinato per anni a fare il Pippa, e su cui è malamente precipitata l'Arcadia di Capitan Harlock) con dei prodigi grafici come la resa della neve (stupitevi insieme a me come quando avevano fatto tutti i peli di Sulley o tutte le squame di Rango) è la nuova frontiera. Ormai raggiunta.
Ma ovviamente, ai prodigi tecnologici va sempre unita la cosa più importante di tutte: la scrittura, il sapere raccontare, cosa e come, e anche quando. E Frozen racconta una bella storia, con rirmo, divertimento e senso dell'avventura. Non dimenticando la morale finale. E poi i personaggi. Oltre alle citate protagonista, i principi che non sono più cicisbei in calzamaglia (quelli buoni, almeno) e i comic relief. La renna è cugina del cavallo di Rapunzel e poi c'è Olaf
Odiato a prima vista quando uscì il teaser, già era stato bollato da queste parti come un nuovo e odioso Scrat (mi ha fatto ridere per 12 secondi, poi odio) o Minion (neanche quei 12 secondi), insomma buono per i bambini e le masse. E invece, stupeficio, una volta arrivato (saggiamente a metà film) Olaf conquista con il suo candore (è fatto di neve) e il suo calore (è fatto di neve?) e riesce persino a far sembrare Enrico Brignano il suo doppiatore naturale

Ecco, e poi ci sono le canzoni, che sono, finalmente e dopo anni, davvero splendide. Sono quelle che riascolti, quelle che ti cerchi la colonna sonora su Spotify, quelle che anche tradotte in italiano funzionano dannatamente bene, e ti ritrovi in una tempesta di freddo romano mentre vai in ufficio la mattina e inizia a cantare così:

Ed ecco la canzone che vincerà gli Oscar

La Disney rinasce (forse non è mai morta, diciamo che facciamo finta di esserci scordati Dinosauri. E Chicken Little. E Bolt. E I Robinson. Scurdammos'o passato, simm'a Disneyllan') e che bello tornare a canticchiare le canzoni, appassionarsi, odiare i genitori che portano i bambini al cinema e poi stanno tutto il tempo a messaggiarsi con qualcuno sbuffando finché il film finisce, e invece noi a lasciarsi ancora andare come quando si era piccoli ai sentimenti di queste eroine ostacolate dal destino, da cattivi che la pagheranno cara, io cui sogni sono anche i nostri, la cui ricerca della felicità passa attraverso strati di gelo ma poi riscalda tutto e noi ci ritroviamo col magone, che non è un grande mago.
Che dite si vede che sono stato da poco a Eurodisney e ci penso tipo tutti i giorni?
Il grande freddo assassino degli ultimi tempi aiuta la promozione
Continuo a pensare alle Principesse Disney

e vedo come non sono il solo. Ecco come le hanno trasformate sul web [su alcune ci clicchi, su alcune no, così va la vita]. 
Le hanno zombificate
Streetfighterizzate
Grumpycattizzate
Nicolascageizzate

Barbizzate


Scambiate con i propri principi...

...con i propri cattivi

Tatuate, darkettizzate e arrestate



Uccise








Fashionizzate




Fatte crescere disperate

O gli hanno dato la loro vera età

Rese art nouveau
O iconcine
Mashuppizzate con altre eroine
E pin-uppizzate
Streetartizzate
Le hanno fatte sposare
 Anche tra di loro

Le hanno pure "bradipizzate"

Incicciottite facendogli mangiare molti pancakes


E ovviamente... pornificate

(qui cose che voi umani minori di anni 18...)
E anche rincretinite per le selfie

Ma, come mi rimproberebbe qualcuno, solo quelle originali sono Belle.
Però aspetta, ci sono anche begli omaggi, rispettosi: alcuni ne hanno fa cose belle tra il design e l'illustrazione, in occasione di una mostra in corso nella calda LA, chiamata, ovvio, Fairy Tales

E un bel libro:
Evviva Frozen, evviva Brignano, evviva la neve, anche a Tony Montagna gli piace.
Ne avete abbastanza di Principesse? Io no. 
Invece la sai un Principessa che proprio fa schifo?
Diana
Trama: Dirty Diana

Che veramente è uno dei più brutti film che siano mai stati concepiti, scritti, diretti, recitati e visti dal sottoscritto di sempre. Roba che rivorresti andare indietro nel tempo e mettere un cartello di divieto di passaggio fuori da quel tunnel di Parigi dove è morta, non tanto per salvarle la vita, quando per evitare poi di avere questo film al mondo.
Come scusante per questa visione - che giuro non avrei fatto in questo nuovo anno dove mi sono ripromesso si essere più esigente con le mie visioni - c'è che l'ho visto a natale con Mamma Broccola, una che quando morì fece come Amelie Poulan (senza poi tutta la deriva buonista, figurati, i broccoli non cadono mai lontano dagli alberi) e non parlò d'altro fino a... DRIIIN
- Pronto? Ah ma' ciao. Essì, essì lo so è triste. Era giovane e triste. Pure principessa ellosò. Non dai non lo rivedo il film anche se secondo te è comunque un tassello della triste vita di Diana. Certo ma' mo proprio triste triste... c'aveva i castell... no ok! ok! Era triste, ok, poverina. Ok dai scusa sto facendo una cosa molto importante. Sì ciao ma', ciao.
Poi oh, io sono della scuola poraccia comunque, morta male è morta male, un Final Destination proprio (Certo che doveva essere un incubo la sua vita, avere Helen Mirrel come suocera...) ma certo l'isteria che era scattata quando morì ha davvero molto a che fare con la figura di Principessa Disneyana dal sogno spezzato che i Disney hanno inculcato in molti, forse ora con le nuove Principesse, quelle spigliate e scanzonate non succederebbe più.
Poi scusa in quale regione d'italia questo è italiano?
Il nomos della salute?! E guarda che dice chiaramente che.  sono a Rimini, Rimini Romagna, no Rimini in Catalogna. Ma cristo manco Google translate, manco Google translate signori! Mi ha scritto la mia professoressa di Latino e Greco del liceo dicendomi che a settembre prossimo devo presentarmi all'esame di riparazione perché nomos è effettivamente una parola ed è tutto vero e quindi è inutile che parlo se non so le cose, non sa, poverina, che io in classe leggevo tutto il tempo Film Tv e segnavo i film che il mio amico Emidio, unico possessore di Tele+ in classe, doveva registrarmi durante la settimana (true fact. facci un bio-pic su di me...).
Naomi Watts nella sua peggiore interpretazione, nel suo peggior film, nel suo peggior tutto. E se penso che il prossimo natale mi tocca sicuro vedere Grace/Nicole imbalsamata col botulino già voglio guidare a fari spenti nel sottopassaggio del lungotevere per vedere se poi è così facile morire come Diana, o come Grace... ma guarda di cosa mi sono appena accorto. Non salite in macchina pricipesse mie, non ce salite... appunti per un film Disney: Principesse + Cars. Il botto farebbe, il botto...

ANTE-ANTEPRIMA • I segreti di Osage County

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Certo ho fatto bene a iniziare l'anno con quella parafrasi dedicata alle anteprime, perché questo gennaio sono partito benino (d'altronde le Anteprime sono la moneta per cui sono ChickenBroccoli. Come? dovevo dire che sono i vostri commenti, i vostri like, il vostro amore? Sssì. Certo, quello era scontato...)
Domani ad esempio ce ne andiamo me ne vado a vedere un film con tutti attori che hanno vinto tanti tanti oscar e c'è pure il rischio che li vincono quest'anno, uno di quei film che fai prima a scivere "ce stanno tutti" piuttosto che tutta la sfilza dei nomi. Il film in questione è:
Trama tutta attaccata fitta fitta perché ho fatto un copia/incolla e mi ha tolto gli a capo e non mi va di rimetterli: I Segreti di Osage County è l'oscura, esilarante, e profondamente commovente storia delle caparbie donne della famiglia Weston. La vita di ciascuna di loro ha preso una direzione diversa, ma una crisi familiare le riporta ancora una volta nella casa in cui sono cresciute nel Midwest, dove ritrovano la donna disturbata che le ha allevate. L'omonima pièce teatrale di Tracy Letts da cui il film è tratto ha vinto il Premio Pulitzer ed è andata in scena per la prima volta sul palco del leggendario Steppenwolf Theatre di Chicago nell'estate del 2007, prima di esordire a Broadway nel dicembre dello stesso anno. Le rappresentazioni sono continuate con successo in una tournée internazionale e nel 2008 la pièce è stata insignita di cinque Tony Awards, tra cui quello per la Migliore Commedia. I Segreti di Osage County è diretto da John Wells (The Company Men) e interpretato da un cast stellare che comprende Meryl Streep, Julia Roberts, Ewan McGregor, Chris Cooper, Abigail Breslin, Benedict Cumberbatch, Juliette Lewis, Margo Martindale, Dermot Mulroney, Julianne Nicholson, Sam Shepard e Misty Upham.
Sì, insomma, un bel drammone famigliare. Ve l'avevo detto che c'è grande riscoperta di Famiglia. Alla faccia della legge del figlio unico cinese.
Ci sta Meryl Streep - appena candidata alla migliomillesimo oscar - mater-familia pazzerella che "nun se tiene un cecio in bocca" e varie figlie (tra cui Julia Roberts pure lei con la candida (!) e figli che arrivano alla spicciolata tanto per far mandare di traverso il boccone a tutti.
Ecco il trailer:

Più filmone anni 90 non ci può essere! (Anche perché ve l'ho detto, c'è anche Grande Revival Anni 90)!
Ed ecco che come al solito il dazio da pagare per l'anteprima è quello che vi sorbite dei post di cui non vi interessa nulla parte l'inside jokino; questa volta è: "Da quale famiglia cinematografica vorresti essere adottato?"
Dunque, siccome la mia prima scelta l'ho già data tempo fa - ovviamente erano I Tenenbaum - questa volta ripiego sui grandi, cattivissimi, atrocemente divertenti fratelli dellla Banda Fratelli!
...voglio essere il quarto Fratello! Ma'! Guarda quante cose ho collezionato su di voi:

(Credo mi siano venuti in mente per quell'attrice, quella in basso a destra nella locandina, che mi ricorda un po' la dolce Ma')
Quindi filmone anni 90 arrivo, vi saprò dire a Febbraio quando esce. Intanto voi che siete tanto social andate a fare la cosa su Facebook e rispondete anche voi: a che famiglia vorreste appartenere? I Corleone? I Lisbon? I Sawyer? I Lannister (ok è serie Tv, a quel punto vale tutto)...
Chi risponde la famigliola di Kynodontas vince un balletto.

Cameron Epic Split

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The counselor - Il consigliere
Trama: Fate l'amore con il motore

Mettiamola così: la cosa più importante da dire riguardo a The counselor potrebbe essere riassunta in questa esplicativa infografica:
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Ecco. Avete capito? Vi serve qualche indizio in più? Immagino voi abbiate siate tra i 67 milioni che hanno visto questo video:

Ecco, ora scambiate Van Damme (o Chuck Norris) con Cameron Diaz e lo spazio vuoto tra i due camion con il parabrezza di una Ferrari Gialla.
Ancora nulla? Forse un'idea ma non potete né volete ammettere che possa essere quella giusta? Ok. Vi do l'ultimo indizio:
Ebbene sì. Anche Javier quando ha capito ha fatto questa faccia:
Una scena davvero "epic" per un film che di epico ha ben poco, nonostante il cast.
Un Mega-Cast, non c'è che dire: Diaz, Bardem, Pitt, Fassbender, Cruz... più una marea di attori che appaiono alla spicciolata (da Hank - guarda caso alle prese col Cartel - al dottor Kovac, da Carlos a Tebaldo, da Kebell a Hitler (infatti ci sono ben due Basterds) e la (o una delle) zoccola di Game of Thrones... ognuno per non più di due minuti... quasi un Indovina Chi? versione film) peccato che Ridley - in piena sindrome pre-sodemberghiana, quella sindrome che ti prende quando hai l'inconsulto bisogno di azzeppare il tuo film di mille attori famosi - cada nell'unico errore che proprio non puoi permetterti quando punti tutto sul cast: far andare tutti gli attori fuori parte.
Brad vestito da damerino texano con delle scarpe orrende. Fassbender nei panni di un avvocato (ma non era un consigliori?), con dei mocassini scamosciati pessimi
Diaz mignottone tatuato, coguar jaguar di nome e di fatto, con delle scarpe micidiali
Cruz santarellina coi sandaletti capri perché è santarellina
E poi lui, Javier - ma che diamine combini con quei capelli - Bardem

a cui non ho visto le scarpe ma bastavano quelle camicie a far rizzare i capelli pure a noi.
E insomma si diceva, tutti fuori parte. Su tutti Fassbender buono e innamorato piagnone
ma chi ci crede? Con quella naturale propensione al "pezzamerdismo" che si porta dietro, lui basta che sta lì fermo a ti guarda e già sembra che sta pensando a tre cose insieme, due delle quali sono "ora ti scopo" (ricordiamo che fu uno dei più alti esempi di Sguardling qualche tempo fa...)
Infatti nel virale girato per GQ fa la sua (s)porca figura, e al solito quella la figura da porca


Tutti personaggi uniti da una storia di crimine poco-organizzato, partite di droga, camion e sparatorie in puro stile MacCharty (Non è un paese per pettinati e The Road), che scrive la sua prima sceneggiatura originale e che non si rende conto che alcune cose scritte funzionano, messe invece in bocca ai personaggi di un film, funzionano molto meno (vedi anche la scena della Diaz does Ferrari).
Peccato, sembra quasi che la vecchia guardia di registi hollywoodiani voglia per forza fare cose che ammicchino al presente (ci sono molte strizzate d'occhio a Breaking Bad in questo film, o forse sono io che ormai vedo Breaking Bad dapertutto), ma non c'è il peso specifico che ha la serie, qui ci sono solo attoroni, alcuni in parti particolari (particolari, appunto) ma persi in una scenggiatura troppo fumosa, che regala sì due momenti interessanti (oltra a Ferrari c'è una scena non male che ha a che fare con il collo di Brad), ma il resto è grande delusione, simile a quella provata per Le Belve, film con cui The counselor condivide quella disperata ricerca di "sensualità" (lusso, bei manzi, belle fighe, macchine veloci, criminalità), ricerca che finisce per essere come quella dei pidocchi nei capelli di Javier.
I fighi del film preferiamo ricordarli così:

Le fighe le salto perché per me non sono fighe né la Cruz nè la Diaz, nonostante le Z.
Mentre, speaking of mocassini, ecco che finalmente trovo il modo di infilare a forza i bellissimi poster che fanno le scarpe ai film, o il contrario

• CYBERMOVIE. I ROBOT NEL CINEMA GIAPPONESE •

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DICIAMO LE COSE COME STANNO! QUESTO POST LO DOVEVA SCRIVERE ALABAMA! È andata più o meno così: 
- Bella Cibbì 
- Bella Alaba' 
(Siamo di Oxford, non si fosse capito) 
- Senti oh, ci sta questa cosa fi-ghi-ssi-ma all'Istituto Giapponese di Cultura di robot da paura!
 - Cioè robot giapponesi muscolosi? 
- Ho detto "cultura", no "culturisti". Comunque in pratica ogni giorno film vecchi e nuovi, cartoon e no di cose di robot e japponesi. Tu che ce l'hai menata tanto co 'sto Jappone la scorsa estate fai un'opera di bene e metti un bel post 
- Vabbè ma lo scrivi te che io c'ho daffà.
- Macceeeeerto, stai in una botte de fero, anzi un robbò...ahah, l'hai capita? Eh? Eh? 
Tu l'hai più sentita? Ecco. Quindi mo lo scrivo io e se lo scrivo male e svogliatamente sapete con chi prendervela. 
CYBERMOVIE
I ROBOT NEL CINEMA GIAPPONESE 
21 – 30 gennaio 2014 
Istituto Giapponese di Cultura 
Via A. Gramsci, 74 – Roma 
Ingresso libero 
Una mini-rassegna che esplora un settore in cui il Giappone è leader mondiale, quello della robotica e delle sue applicazioni. Tutti i film, appartenenti alla cineteca dell’Istituto Giapponese di Cultura, sono in versione originale con sottotitoli in lingua italiana, ad eccezione di Hoshi no koe, sottotitolato in inglese. 
Robocon ロボコン di Tomoyuki Furumaya 
(Robocon, 2003, colore, 118’, 16mm ©Toho Int. Co., Ltd.) sott. italiano 
Interpreti: Masami Nagasawa (Satomi), Shun Oguri (Koichi), Atsushi Ito (Shiro) 
Satomi frequenta una scuola professionale, senza troppo entusiasmo o particolari aspirazioni. All’interno dell’istituto scolastico sono presenti due club di robotica: uno composto dai migliori studenti della scuola, vincitore di numerosi tornei; il secondo segnato da evidenti spaccature, sull’orlo della disgregazione. Satomi, quasi per caso, entra a far parte di quest’ultimo, ma alla sua prima gara il club non riesce a superare neanche la prima prova; il team viene subito escluso, ma la giuria sembra comunque lodare l’originalità dell’idea alla base delle tecnica utilizzata, invitando il club a presentarsi al Torneo Nazionale di Robot. Satomi, che non sopporta di perdere, trasforma l’appuntamento in una sfida con se stessa, ritrovando inaspettate energie e scoprendosi fortemente determinata. 
Hinokio ヒノキオ di Takahiko Akiyama

(Hinokio, 2005, colore, 111’, 16mm ©Shochiku) sott. italiano 
Interpreti: Kanata Hongo (Satoru Iwamoto), Masatoshi Nakamura (suo padre Kaoru), Mieko Harada (sua madre Sayuri), Mikako Tabe (Jun Kudo) 
Reduce da un incidente in cui ha perso la mamma, il piccolo Satoru è in stato di shock e rifugge dal mondo. Preoccupato per le sorti del figlio, il padre ingegnere progetta in laboratorio un robot che Satoru può azionare con un remote control da casa, e che viene mandato a frequentare la scuola al posto del bambino. Attraverso il robot, soprannominato dai compagni di classe Hinokio, Satoru riprende a fare amicizia e interagire con gli altri, fino al giorno in cui a scuola si sparge la voce che Hinokio è stato costruito per scopi militari. Un altro shock per Satoru, ma stavolta a prendersi cura di lui non sarà un’intelligenza artificiale bensì un coetaneo... 
 Robo-G ロボジー di Shinobu Yaguchi 

(Robo-G, 2011, colore, 111’, DVD ©Fuji Television Network, Toho, Dentsu and Altamira Pictures) sott. Italiano 
Interpreti: Mickey Curtis/Shinjiro Igarashi (Shigemitsu Suzuki), Yuriko Yoshitaka (Yoko Sasaki), Gaku Hamada (Hiroki Kobayashi) 
Kobayashi, dipendente della Kimura Electrical Company, viene incaricato di sviluppare un robot bipede da presentare in occasione di un’importante dimostrazione di robotica, ma il suo tentativo fallisce miseramente. Angosciato all’idea di mettere in discussione la partecipazione del preannunciato prototipo alla Robo Expo, Kobayashi escogita un piano che consiste nel cercare un uomo che possa vestire i panni del robot; riesce a trovare un anziano di nome Suzuki, le cui caratteristiche fisiche gli permettono di celarsi perfettamente all’interno dell’automa ma... Ultimo film del regista e scrittore Shinobu Yaguchi, autore di una serie di successi tra cui Happy Flight e diverse commedie che rivelano una spiccata sensibilità e originali punti di vista. Vincente nel film anche la scelta dell’attore Mickey Curtis (nel cast compare col nome Shinjiro Igarashi) che interpreta il vecchio e testardo Suzuki, al suo primo ruolo da protagonista. 
Hoshi no koe ほしのこえ di Makoto Shinkai 

(The Voices of a Distant Star, 2002, colore, 25’ DVD animazione © Makoto Shinkai/CoMix Wave Films) sott. inglese 
Mikako Nagamine e Noboru Terao sono intimi amici e membri dello stesso club. Nell’estate del 2046 Mikako annuncia a Noboru che è stata scelta come membro dell’Esercito Spaziale delle Nazioni Unite, per cui l’inverno dell’anno successivo, nel 2047, la ragazzina lascia la Terra, mentre Noboru continua a frequentare il liceo in Giappone. Separati da distanze spaziali, i due amici cercano di restare in contatto attraverso una corrispondenza elettronica; tuttavia, man mano che Mikako si allontana dal sistema solare a bordo della navicella spaziale Lysithea, l’invio e la ricezione dei messaggi richiede tempi sempre più lunghi e incerti. Per Noboru, rimasto sulla Terra, non rimane che attendere con spirito di rassegnazione le mail dell’amica. Col passare del tempo, la flotta di Lysithea avvicina una distorsione temporale, una circostanza che rende Mikako e Noboru profondamente consapevoli del divario di tempo che oramai li separa. 
CALENDARIO PROIEZIONI
Martedì 21 gennaio 2014
Ore 17.00 Robocon - Ore 19.30 Hinokio 
Giovedì 23 gennaio 2014
Ore 17.00 Robo-G - Ore 19.30 Hoshi no koe 
Martedì 28 gennaio 2014
Ore 17.00 Hinokio - Ore 19.30 Robocon 
Giovedì 30 gennaio 2014
Ore 18.30 Hoshi no koe - ore 19.30 Robo-G 
www.jfroma.it 
Ma dimme te... Famo che alle 14:00 spaccate esce il post che era previsto? E famo va... ci vediamo tra qualche ora.
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