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Channel: Chickenbroccoli
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♰ Paul Walker ♰

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♰ Paul Walker ♰
Incidente d'auto. 
La realtà che supera a 300 km/h la fantasia.

The act is on the table

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The English Teacher
Trama: Cattedra nel deserto

Ma tu ci pensi, ad avere una professoressa come Julianne Moore? 
Mi sarei fatto bocciare cinque volte (ma esiste un massimo di volte per essere bocciato? CIoè tipo che non è che a 25 anni puoi stare ancora in IV liceo coi quattordicenni, vero?).
Quindi, la commediola è presto detta: Julianne è una sfigatissima prof di letteratura in una sfigatissima scuola di uno sfigatissimo pease di provincia americano. 
Vive la sua vita mesta e grigia seguendo i dettami romantici della Austen, della Alcott e dellle Bronte non i pistacchi. Arriva addirittura a dare i voti alle persone che incontra (voti che appaiono in sovraimpressione in un lampo di 
Un giorno un ex-alunno torna a trovarla con in mano una sceneggiatura teatrale, a detta della prof bellissima, da lì ad organizzare la recita scolastica di quella piece (oltre che a invaghirsi dell'ex alunno) il passo è breve.
Il resto è proprio proprio come lo immaginate, c'è l'invaghimento, c'è il sesso sulla cattedra, c'è la gelosia verso l'alunna giovane, c'è il regista teatrale simpaticone un po' matto, c'è il video musicale delle prove, c'è tutto quello che deve esserci in una commediola, ivi compreso il finale dove ci va di mezzo il padre dell'ex-alunno (è una commediola, che pretendevate un finale alla Columbine?).
Fa un po' tenerezza vedere che Julianne si appresta ad una carriera di post-milf, sempre meno adatta a ruoli pruriginosi (che ne ha fatti eh) o anche solo di interesse filmico (che ne ha fatti eh) per diventare la zia d'america o ancor peggio l'attempata zia d'america, in fondo, ci sarà sempre un posticino per lei nel mio cuore, come sapete. Però forse non tutto è perduto, che tra poco ce la godremo strega psicotica qui:
e solo strega qua:

[Notare che sono il Drugo e Maude]
Certo la strada per l'oscar che tanto si sarebbe meritata anni addietro, è persa.
Il film, degno della lunga sequela di commediola americane di questo genere, passa e se ne va, non è detto che sia un male.
Invece un male lo sai cos'è? Le SOPRACCIGLIA della figlia di Phil (Phiglia quindi) Collins:
Sedocenti, ovvero quando la prof non prende i voti 




[ditemi voi se c'è qualcuno più affascinante di Maggie]
Comunque a me non poteva proprio succedere, la mia prof pesava 250 chili ed era sedocente come un grizzly, infatti non sono mai stato bocciato. 
Altro che...

Scaricatore di porno

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DON JON
Trama: Giochi di mano giochi da villano

Donne. Fatevene una ragione. Il porno è il porno, la figa è la figa. Qualsiasi maschio vi dirà la stessa cosa (nel caso di maschi gay intercambiare la parola figa con la parola cazzo).
Non statevi proprio a corrucciare, a preoccupare, a sentirvi tradite se beccate nella cronologia del vostro fidanzato YouPorn, non è la stessa partita, non è proprio lo stesso campo da gioco, oserei dire che non è neanche lo stesso sport.
Avete presente quando vi prende quella ricerca compulsiva di siti di vendita online borsette, calze colorate, scarpe, vestitini? Che proprio non riesci a smettere e clickclick… un altro solo… click… un altro… click… l'ultimo giuro ma quei pois gialli deliziosiiii.








Ecco. Il porno è così. È niente. Non lede, non tange, non entra proprio nella sfera "coppia" (che poi, sfera, diciamo anche dodecaedro): è una cosa tra sé e Se… Diceva quello: Non condannate la masturbazione, è sesso con qualcuno che amate.
Oltre al sarcasmo, la verità è che litigare sul porno è proprio una delle cose più stupide che si possano fare.
Ce lo racconta Josephino Gordon-Levitt alla sua prima regia, in perfetta tenuta da coattelo italoamericano palestrato, rasato, qualunquista e negletto, tutto preso dal suo fisico, dal pulire casa, dalle uscite goliardiche con le amiche e dalle ragazze, ma prima di tutto questo, dal porno.
Jon però, ammettiamolo, va un tantino oltre al maniavantismo risetto alla mia cronologia espresso sopra: il porno ok, ma la patologia no. Invece Jon è proprio un recordman della pippa: 11 al giorno e counting. Ceci n'est pas une pipe.
Poi rimorchia pure per carità, Josephino è uno che fa cose così:

o così:

Proprio che le donne cadono ai suoi piedi che manco con lo sgambetto. Una a settimana and counting, ma sta sempre lì a fare il confronto con quelle dei porno. Ed è qui che sbaglia, è proprio lui che sbaglia per primo: non c'è confronto perché proprio non esiste tale confronto, non del tipo "è meglio, è peggio", sono due cose separate.
È proprio come il cinema: voi confrontate il vostro modo di guidare con i protagonisti di Fast & Furious (ehm, alcuni lo fanno, poi s'è visto)? Voi pensate davvero che Pretty Woman sia una storia d'amore reale? Ecco, non c'è proprio da confrontare il sesso porno, al sesso vero. Come i film finti che vanno a vedere lui e la fidanzata

quelli che non esistono con Channing Tatum e Anne Hathaway, che due si incontrano e colpo di fulmine:

poi litigano ma lui torna e si sposano:

e vissero tutti felici e con gli oscar

Non ci crederete veramente?
Infatti Onan il barbaro non resiste alla tentazione pornografica anche quando si fidanza con Scarlett (che dopo la prova solo orale (!) in Her, finalmente ce la fa vedere tutta, la sua bravura

Compresi french, extension, vestiti atroci e movenze da coatta degna della miglior peggior burina di Jersey Shore)
Ma Scarlett è possessiva e in questo senso coi paraocchi: appena scopre l'addiction di Jon lo accusa di essere un malato e se ne va urlante e piangente. E pensare che la pensava diversamente in Ghost World

Già, perché è il presupposto da cui parte Jon nelle sue riflessioni sul sesso, riflessioni che poi lo fanno sprofondare nel buco nero (!) del porno, sono il nocciolo della sua ossessione: Jon sostiene che le donne vere non danno mai, a letto, quello che "danno" le donne nei porno, quindi è Jon per primo a non aspettarselo, quindi a non chiederlo e quindi a non riceverlo. Se la canta e lo suona, diciamo.
Ovviamente non è così che funziona. Certo non funziona neanche nei modi illustrati nei porno, ma tra la santa e la puttana ci sono milioni di possibilità, molte di più delle 64 nel Kamasutra.
A farglielo scop.rire ci pensa Julianne Moore, nave scuola (non si accettano battute becere) e più consapevole. Una rediviva Julianne Moore (due film in due giorni, mi sta cercando di dire qualcosa?) gli svelerà la verità: è una questione di (auto)castrazione, se mi/ti castri a letto, tutto prenderà una brutta piega, del lenzuolo, se sei libero, apriti... cielo, cielo! Madonna che maliziosi che siete. Evviva Julianne e la sua stella nel Walk of Fame. 


Ma quanto è lunga 'sta Walk of Fame? È 'n'Autostrada of Fame ormai... vabbé.
Ripeto: quella di Jon per il porno è una fissa mentale, non pensate, vedendo il film, che tutti gli uomini siano così, ma un po' così, sì. Non patologici, ma facilmente impressionabili. Jon scarica e si scarica in una modalità che va oltre alla fruizione del porno che TUTTI (sottolineato e sottoscritto, TU-TTI, TI-O-TTI-TTI-I, sì anche il tuo ragazzo) gli uomini hanno, che è più tranquilla di quella di JON, ma esiste e fatevene una ragione e stop.
Don Jon è Shame, ma in versione scanzonata e senza la turba psichica (e senza questo, se il genere femminile fosse interessato).
Il film si merita la promozione - appena in corner, a dire il vero - perché Joseph se la cava bene col ritmo (non altrettanto con la regia, troppo alla ricerca di uno stile non necessario) e Scarlett è davvero sgargiante nel suo look da periferica puttanella. E poi c'è Julianne Moore che torna a far l'amoore, che vuoi di più.
Però, paradossalmente, c'è poco porno. Il porno è il click iniziale, poi si scade nel sentimento e nelle strade battute (!) della commediola, con inserti sentimentali inutili.
Del tipo, perché non mettersi in gioco con dei nudi totali (parlo senza interesse alcuno per carità), primo fra tutti uno di Brie Larson?
Insomma, è chiaro che dobbiamo aspettare Nynph()maniac per vedere un film come si deve sui sex addicted. Già i character poster sono più "profondi" di tutto Jon.

E invece pensa che bello non dobbiamo interropere nessun coitus per vedere delle gif cinemasturbatorie!

E neanche per le gif porno più belle del mondo:

Ora scusate devo andare. Ho da fare. 
www.youpo... oh, stavo ancora digitando?

One Shot All Kill

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A Single Shot
Trama: Battuta di caccia. Ma non faceva ridere.

Questo tipo di film soffre di un solo e insostenibile difetto: sono tutti dannatamente uguali.
Per quanto ti sforzi di trovare differenze (e alcune sono palesi: attori diversi, stato americano diverso, magari anche anni diversi, e anche la storia spesso è diversa) alla fine del film li inizi già a confondere tra loro.
Ho visto un film dove Sam Rockwell fa un poraccio che vive quasi di stenti che ha divorziato dalla moglie che ha preso il figlio piccolo che nessuno gli dà lavoro che cerca di sbarcare il lunario facendo il cacciatore e vendendo pelli e carni che però lo arrestano per bracconeria che mentre fa una battuta di caccia per sbaglio ammazza una tipa che portava con sé un borsone pieno di soldi che lui si prende dando inizio ad una sequela di eventi sanguinosi e che sfiga ahò che morse il gatto che mangiò il topo?
Insomma quando decidi di fare un film intimista, con ambientazione rural-campagnola americana, con personaggi ai limiti (o immersi fino al collo) nella criminalità, con storie dure e violente e interpretazioni sommesse, finisce sempre che fai lo stesso film. Di quelli che poi non rimangono.
Il corrispettivo crudo e arrugginito delle commediole. Al posto della sfigata in amore, lo sfigato nella vita, al posto del principe azzurro, il violento pazzo, al posto del lieto fine, la tragedia.
Sam Rockwell, per carità, è il migliore dei migliori, e lo ritroveremo dopodomani con tutt'altro personaggio e tutt'altro sprint in una commedia generazionale fantastica, qui invece è barbuto e un po' barboso; fa lo sfigato di quelli che cristo ammazzati prima che ti arrivino addosso altre sfighe che fai prima! Però lungi da me parlarne male perché Sam è il migliore dei migliori sempre.
Certo, per film del genere, e in generale per quelli di cui ricordi poco o niente, ci starebbero bene le gif che vanno di moda adesso, le dirette nipotine dei film in 5 secondi che si trovano su youtube:

C&B ANTEPRIMA • Blue Jasmine

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Blue Jasmine
Trama: Dalle stelle allo stallo

Partendo dal presupposto che è impossibile per uno come Woody Allen scrivere male, dirigere male, in definitiva fare qualcosa di davvero brutto (anche se essendomi perso il film romano forse ho appena detto una corbelleria), questo Blue Jasmine incespica in qualcosa di non meglio definito che fa rimanere, a fine proiezione, tiepidini.
Intendiamoci, Woody, un quasi otuagenario, comunque mangia in testa a qualsiasi scrittore di comedy con 40 anni meno di lui (Apatow, sto parlando con te), e lo dimostra quella bellezza di Midnight in Paris... ma fare un film l'anno paga dazio. Se facesse solo un film ogni tre anni avremmo avuto Match Point (bellissimo) e non Scoop (inutile) avremmo avuto Vicky Cristina Barcellona (carino) e non Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (dicono il suo peggiore in assoluto)... 
In BJ però, nonostante questa non sia una recensione positiva, non mancano elementi tra il buono e l'ottimo: Woody sa raccontare, praticamente quello che vuole, ha lo sguardo clinico di chi vede il mondo e lo sa (de)scrivere, e nel confronto tra due mondi così diversi - l'opulenza milionaria e la sempliciotta provincialità di due americhe a due poli opposti - si esprime con egual bravura, sa creare il ricco truffatore quanto il coatto dal cuore tenero; inutile girarci intorno, Woody SA scrivere, è sempre stato una spanna sopra tutti gli altri, Woody fa grande letteratura americana, nei suoi film.
C'è poi l'ammaliante Cate Blanchett, di uno splendore disarmante... c'ha uno charme, quella donna... e poi sì, è brava, è la più brava di tutte? Forse no ma ci si avvicina, è che forse manca una vera competizione per definirla la più brava, d'altronde della sua generazione chi c'è? Sandra Bullock?
Ma il film inciampa. Non trova mai una vera forma compiuta, come avesse avuto bisogno di decantare un po' di più prima di essere girato, come se stessimo assistendo ad un'ottima prova generale, ma non è la prima; come se stessimo leggendo una piacevolissima prima stesura, ma non quella definitiva.
A volta si ha la sensazione che Woody si sia ritrovato tra le mani questo personaggio femminile (un altro dei suoi imprescindibili personaggi femminili) - una donna a malapena guarita da un esaurimento nervoso che, costretta ad abbandonare una vita da ricca deve riparare nella casa della sorellastra e affrontare un mondo di "buVini" a cui lei non è abituata, una che prova vergogna anche solo a pensare al lavoro - e non abbia avuto il coraggio di affondare il coltello nella piaga, o nella piega del vestito sempre perfetto: Jasmine è altezzosa, boriosa, antipatica ma anche dolce e fragile, Jasmine non sa cosa vuol dire lavorare ma poi si butta a capofitto nel suo corso di computer, Jasmine è scostante, ma Jasmine è anche una "macchina da guerra" se si tratta di trovare un nuovo marito, ovviamente ricco, Jasmine è mossa da istinti al limite del delinquenziale, no, è solo istinto di sopravvivenza. Insomma, potrebbe sembrare che tutti questi contrasti definiscano la donna tipo, in fondo donna selvaggia donna mi piace quasi tutto quel che fai, ma non è quel tipo di scrittura consapevole, non è "ecco una donna dalle mille ma che dico mille millemila sfaccettature", no, sembra più che altro che siano venute prima in mente le scene singole (Jasmine perfetta in tenuta da cavallerizza, Jasmine sempre elegante seduta su una panchina in preda ad un breakdown fisico e mentale mentre parla da sola) piuttosto che il nodo narrativo. Per capirci, una scena dopo l'altra, molto carine tutte quante per carità e fine del film.
Per la serie Attori che ancor non hanno lavorato con Woody, questa volta troviamo due mattatori dei palchi comici da club: Louis CK, che dà il peggio di sé, praticamente è trasparente (già non mi faceva simpatia prima, comunque) e tale Andrew Dice Clay, un tipetto assurdo forte. Ed ecco di nuovo Peter Saarsgard che finalmente riesco a distinguere da Paul Rudd.
Ripeto, stiamo parlando di Woody, quindi è tutto molto piacevole, ci sono due tre battutte che scatenano la risata intelligente (anche se un po' poche, rispetto ai fasti del passato), e c'è l'interpretazione di Cate, che è sì, davvero ammirevole.
Ma il film è incompiuto, forse vittima dell'andazzo che Woody ha preso ormai da vent'anni: faccio un film all'anno, altrimenti invecchio, altrimenti muoio.

Restate al mare

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The Way Way Back
Trama: Ricordi d'estate

Alessandra: 1998. Estate della mia maturità. In Grecia, tante isole, perché c'era la libertà più totale. 
Gianluca: 1992. In Olanda, in venti in campeggio davanti al mare del nord, praticamente un accampamento. Perché eravamo tutti, non mancava nessuno. 
Sara: L'estate della maturità, il primo viaggio con le amiche. 
Francesca: Anni 28, vacanza in macchina con le amiche: New York - Chicago... anche tutte le altre estati da ragazzina erano belle, ma un po' tutte uguali mare, amaca, gara di lumache e sul muretto la sera. Perché ho riso tanto, ho guidato su strade meravigliose e ho visto Chicago per la prima volta 
Silvia: 26 anni. India, siamo partiti da amici e messo piede a Nuova Delhi già stavamo insieme. Moltissime cose belle. 
Clara: Estate dopo il 5° ginnasio, 1998, anni 15. Aagosto in campagna (a Cisterna, nn prendetemi in giro). Un concentrato delle cose belle dell'adolescenza. 
Maria: Forse 2000, prima vacanza in Grecia con gli amici, primo piercing al sopracciglio, primo fidanzato francese. Unico fidanzato bellissimo. 
Martina: Estate 2000. 26 anni. Io e il mio grande amore finalmente insieme, la nostra casa e i nostri giri in una Roma inedita e una Sardegna selvaggia e profumatissima. (Ora mi ubriaco) 
Giovanna: 2011, 4 amiche felici, Turchia, mongolfiera. 
Serena: 1997. Avevo14 anni. Venezia, poi in Slovenia, poi in Austria, In macchina con mia sorella, mia cugina e mia zia. [Perché?] ...è difficile da spiegare, è una questione di ricordi. 
Ho fatto questa domanda alle persone che mi circondavano nel preciso istante in cui scrivo questuo post (nel mio ufficio sono tutte donne. Per favore aiutatemi… Oh sia chiaro che io in ufficio LA-VO-RO! Mica pettino le colleghe...) e a tutti immancabilmente, nessuno escluso, è partito il magone del ricordo.
Perché questo sono i ricordi, bastardi. Hanno il potere di cesellarsi e, come un gigantesco e succulentissimo kebab, "sgrassarsi" di tutte le parti negative, rimangono lì, totem di felicità a ricordarti che quello che stai vivendo nel presente è una merda, e se proprio merda non è, non è certo quel bel pezzo di carne profumato e invitante. Ed è anche inutile che pensi che, magari domani, vivrai una cosa bellissima che, dopodomani, sarà uno splendido ricordo, loro se ne stanno lì, dentro di te, a ricordarti che il passato è sempre meglio. E tu, con questo pensiero in testa, spesso fai tante e tali cazzate che poi ti penti forte (richiamare ex, riandare in posti dove da piccolo sei stato felice e che ora fanno pena, mangiare un piatto che qualcuno ti ha cucinato ma che cucinato da te sembra sughero cotto in padella, metterti dei pantaloni di dieci anni fa con tre taglie di meno, dire cose come "ehy, raga tutto rego?" o "È qui la festa? Gimmifaivolrait!”).
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The way way back parla dell'accumularsi di quei ricordi. Parla di un ragazzino timido e introverso che, costretto dalla madre e dal suo nuovo compagno - un "mai così stronzo" Steve Carrell che quando si impegna, ma quanto è bravo - a passare un'estate spassosissima (no) in una ridente cittadina di mare americana, del tipo Amity, ma senza squalo (fatta esclusione per Carrell).
Per fortuna in giro per le strade della cittadella e a gestire con pazza irriverenza un parco giochi acquatico c'è Sam Rockwell, ma non il Sam Rockwell sempre tristanzuolo che a volte abbiamo conosciuto, no, questo è il Sam Rockwell cha amiamo, quello con la battuta sempre pronta, sicuro di sé, sbruffone e sempre umanissimo
Ragazzino introverso + Sam Rockwell sbruffone= amicizia di crescita. Quelle amicizie che sì, durano il tempo di un'estate, appunto, ma che ti fanno crescere. 
Questo succede all'adolescenza taciturna del protagonista: trova un posto in cui esistere, amici con cui fare una festa, un lavoretto con cui sentirsi "qualcuno" e a 15 anni anche essere il ragazzo che controlla la fila dello scivolone a tubo del parco vuol dire essere "qualcuno"... anche perché puoi fare quella cosa dell'"holding" (vedere il film per capire) che proprio ci andrei a lavorare gratis a 35.
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Inutile dire che c'è anche il tempo per la prima cotta e il primo bacio. Ah. Quel primo bacio col filtro Instagram dei ricordi. 
Date un Oscar a Sam Rockwell vi prego.
Un film scritto benissimo, non innovativo, ma proprio perché non vuole esserlo vince la sua scommessa: un racconto di formazione e crescita, molto ben recitato, molto americano (mi ha ricordato una delle mie serie tv preferite ever, Blue Jeans:
e soprattutto molto bello.
L'estate più bella di Ciebbì? Dai che lo sai.
E la vostra? Commenti aperti. Aprite i recinti ai ricordi bastardi.

Hollywood parti

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Hollywood Party
Trama: Tanto belo ridere

Ci sono film che rimangono lì, a imperituro esempio di comicità. Poi certe volte il manto di "cult" e l'iconizzazione dei protagonisti supera anche l'oggettiva qualità del film.
Hollywood Party è uno di questi. 
Non puoi non ricordarlo come uno dei film più divertenti di sempre - ovviamente con un merito che pesa 99% Peter Sellers 1% tutto il resto - e anche se quando lo rivedi capisci che ci sono cose veramente troppo assurde, che ad un certo punto, verso metà, il film perde totalmente il controllo del timone e, tralasciando senza remore la storia e il meccanismo azione-reazione che domina invece tutta la prima parte...
...inizia a inanellare un'esagerazione dopo l'altra e alla fine elefante.
Insomma, siamo noi abituati ad altri ritmi o oggettivamente il film perde un po' di mordente man mano che avanza? Ovvio, non si arriva mai alla noia, ma si fa un passettino dalla parti di "guardare l'orologio", o perlomeno sembra più lungo di quanto non sia. Però lo dico e lo ripeto, è probabile che sia solo colpa nostra, abituati ad un altro tipo di comicità più fulminea. Però, per chi ai giorni nostri grida al miracolo comico vedendo I Soliti Idioti o anche solo la nuova leva comica americana (la combriccola Apatow, ad esempio o anche il trasformismo di Ferrell o Ben Stiller) dovrebbe fare i conti con la coppia Sellers/Edwards.
C'è anche posto per una sana antipatia critica verso i ricchi, che chiusi nelle loro case di design affrontano questa anomalia umana
con disumano distacco, fino all'Apocalisse schiumosa finale che li ricopre tutti.
Capolavoro. Datato ma Capolavoro. 
A proposito di splendide case e splendidi arredamente sixties, ecco degli illustraposter dedicati a film vecchi e nuovi ma rigorosamente e architettonicamente (ci ho messo molto a scrivere questa parola) anni 60. Clicca sul primo.

Mea Tulpa

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Tulpa
Trama: Friiortulpa.

È una merda maleodorante.

Con questa frase avrei potuto chiudere questa recensione e tutti a casa, la descrizione in un attimo diciamo.
Ma ho voglia di spendere altre due parole su Tulpa, a tutti gli effetti il peggior film italiano di quest'anno (ed è come essere il più brutto dei freaks di un circo, non fosse che almeno, i freaks di un circo, sono solitamente belli dentro).
Dunque. Zampaglione. Zampaglione due destini, Zampaglione che fa i tiri mancini, Zampaglione che fa i film, Zampaglione che fa l'horror e crede di essere il nuovo Dario Argento (quello buono degli Anni Settanta), Zampaglione che però fa brutti film e rosica se la gente glie lo fa presente (lo aspettiamo tutti nei commenti minatori...).
Vi ricordate The House of the Devil? Era un film di Ti West, un film del 2009 che sembrava uscito dal 1976: fotografia sgranata, tempi morti, regia lenta, costumi vintage, un'operazione cinematografica perfetta, dichiarazione d'amore per i vecchi horror e contemporaneamente un gran bel film.
Tulpa - ahinoi - cerca malamente di battere sulla stessa strada (!): un film che sembri in tutto e per tutto un vecchio film horror, di quelli che tanto piacciono a Tarantino e ai nostalgici del genere all'italiana (horror, pecoreccio, poliziottesco, western).
Ora, a guardarlo bene, l'operazione sembrerebbe addirittura riuscita: inquadrature di mani guantate con coltello in primo piano che si abbattono sulla vittima, sangue finto, architetture notturne e un po' disumane - tutti gli esterni del film sono girati nel "ridente" quartiere EUR in Roma, una scelta di campo? Secondo me è più probabile che negli uffici del Comune di Roma siano avvenute conversazione del genere "Ce sta sto Zampajone che deve fa un firme, damoje l'EUR dalle 6 alle 7 de mattina, tanto non ce passa mai un cazzo de nesuno armeno non ce blocca tutta Roma. Alimortè." - e il classico killer misterioso che si scopre solo nel finale.
Ma ecco l'inghippo: la verità è che i film di merda degli Anni Settanta, che ok, erano pieni di buone idee e di passione, rimangono pur sempre film di merda. E se tu vuoi fare uguale uguale un film di merda, inevitabilmente ti verrà fuori un film di merda. Perché una cosa è se ti chiami Tarantino Quentin, che prende e ruba e cita a man bassa idee e "suggestioni" ma poi rimaneggia, riscrive, decontestualizza o ricontestualizza, e ti tira fuori i capolavori, una cosa è se ti chiami Zampaglione Federico.
Il risultato è una sagra di terz'ordine del ridicolo involontario: tra shamani meno inquietanti di Scialpi...
...che ad un certo punto dice "friiortulpaaa", ed entra per direttissima nel mio lessico quotidiano come nuovo mantra comico dell'inverno. Non parliamo degli attori che si autodoppiano perché (già ma perché? forse per vendere il film all'estero?) "recitano" palesemente in un'altra lingua, non si capisce neanche bene quale, a tratti sembra che facciano il famoso "unoduetre" giusto per muovere le labbra. Oddio, non è che poi quando il labiale e il sonoro combaciano le cose vadano meglio: Claudia Gerini è, senza mezzi termini, la più atroce cagna che il panorama italiano possa annoverare nei suoi già sovraffollati canili, insostenibile anche quando è in modalita "sono tutta nuda almeno ti distraggo" - per carità, le resta un gran bel culo, ma la chirurgia plastica le ha aggiunto quella dose di silicone che la fa assomigliare più a Liberace che all'appetitosa milf che vorrebbe essere. Ma oltre le gambe c'è di... meno: ogni volta che è in campo (ed è la protagonista) è tutto un susseguirsi di assurdità motorie ed espressive, no, ma davvero, non la salva neanche la gelatina rossa
Poi c'è la parte puramente argentiana, quella degli omicidi, e in una sconclusionata sequela di morti ammazzati male; tutte idee che potevano essere buone schiaccite da regia e recitazioni penose, su tutte l'utilizzo del LunEur (il lunapark capitolino abbandonato da anni, vi giuro un ambiente spettrale degno di Silent Hill), che poteva regalare ottimi momenti e invece no, quando mai. Si arriva alla risoluzione finale che è, per davvero, il lato più negativo di un film già disastroso: è buona regola darmi gli elementi, anche i più minuscoli, per farmi arrivare da me all'assassino, ti ricordi questo?
Anzi, la legge dell'horror vuole che io sospetti un po' di tutti (protagonista compreso), e che man mano tutti i sospettati abbiano degli alibi di ferro. Poi, quando mi riveli che l'assassino è uno di quelli che avevo sospettato ma poi scagionato, lui stesso mi spieghi perché e con quale ingegno schizoide sia riuscito a compiere gli omicidi e contemporaneamente avere un alibi (ricordate i due assassini di Scream, per esempio)… 
...e in Tulpa? In Tulpa no. In Tulpa l'ASSASSINO È GIOVANNA! Anzi, come direbbe la Gerini, "GIUOVUANNAAHH“. Una tipa che nel film si vede tre volte contate (ed una è quella in cui si svela) e non ha nessun legame plausibile con la storia, con la protagonista, con niente e nessuno, è solo una bacchettona moralista e guardona che non gli piace fare all'amore al Tulpa, passa di là e ammazza la gente. Allora valeva la pena dirmi che davvero c'era la parentesi sovrannaturale - che pur non manca - e ciao.
Pensate vi abbia rovinato il film svelandovi il finale? Non sapete che salvata che vi ho dato...
La verità è che sono io a sbagliare a sprecare tutte 'ste parole per un film che è, palesemente, un filmetto girato da un "cuckold" ingrifato che voleva far vedere a più gente possibie il culo della moglie quando se avesse uploadato un filmetto "alla Belen" su youtube avrebbe goduto del triplo degli spettatori, cum plauso. Per me è impotente.
Insomma, se ti vuoi ispirare a Dario Argento, abbi la buona creanza di non prendere come esempio Giallo, grazie.
Ci ho ripensato. Bastava "È una merda fumante”
E comunque, friiiortulpaaaaa

Bonus mancia di quando Zampaglione faceva parte del girogiusto:

Famiglia Tristania

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Insidious - Chapter 2
Trama: Fantasmini ai piedi
Tutta la combriccola dietro la serie Insidious (infatti Insidious 2 pensa è il sequel di Insidiousquel 2 non si notava, lo so) è la stessa di SAW, franchise che giusto il tempo di essere un buon primo film horror (ma giusto per il sorpresone finale) divenne poi la merda tritata e sminuzzata e sparsa per ben 6 seguiti.
Per fortuna non succede con questo insidioso secondo capitolo, che, incredibile a dirsi, è meglio del primo.
Sarà che la combriccola si è raffinata in quanto a regia - anche allenandosi con il praticamente spin-off The Conjuring - sarà che hanno la bella idea di non ricorrere a telecamerina (anche se un paio di scivolate ci sono, proprio non ce la fanno a non metterci qualche inquadratura sballonzolona); sarà che se c'è una cosa che funziona, in quanto a topoi horror, quella è la casa gigante (praticamente quattro persone che vivono in un hotel, cribbio, comprati una casa più piccola!) piena zeppa di fantasmi che appaiono d'improvviso
passando in lontananza quando il protagonista è girato e fanno suonare i giochetti musicali dei ragazzini lasciati nell'altra stanza (ecco, segnarsi un motivo valido per non avere figli: tu ti compri il walkie talkie da mettere nella sua stanza e pensa se senti una ninna-nanna vai lì e c'è solo lui. Pensa.); sarà che c'è quella bellissima ragazza sempre troppo dimenticata di Rose Byrne, ma insomma, tutte queste cose fanno passare una prima ora liscia che è una bellezza. Sarà insomma che c'è tutto il cucuzzaro: apparizioni, voci, crepitii e scricchiolii, possessioni, disegni di bambini, mostri nell'armadio che tanto ci piacciono 
E, tra tutte le apparizioni demoniache c'è anche un'apparizione angelica, lei:
Già protagonista di House of the Devil, bellezza di altri tempi, la metti in scena ed è subito Anni 70.
Insomma Insidious 2 è un buon horror e la serie di certo è meglio gestita di quanto non fosse  Saw o Paranormal Ignobility. Per lo meno appaiono, oltre ai fantasmi, cose come fotografia, regia, scenografia.
Certo il povero Patrick Wilson è veramente di un anonimo che non aiuta, e tutto il finale con i saltelli tra questa e quella dimensione fanno perdere un po' di mordente al lato ansiogeno della storia; mai svelare troppo, mai far abituare lo spettatore al mostro di turno, mostro di turno che è la sola Signora in Nero, di cui scopriamo la storia passata e del perché è così incazzata coi vivi. E non è solo perché sembra Il Vizietto.
Purtroppo non riappare Pulcinella Darth Maul
che evidentemente non aveva fatto così paura nel primo. In compenso Rose lo cita nel vestito a carabiniere che ha scelto per la prima mondiale:
E, cosa strana, non ci sono i disegni di bambini. Ah, io continuo a sostenere che l'idea di fare: Casa stregata. Bambino disegna mostro. Lo disegna come farebbe un bambino:
E POI QUELLO ARRIVA E NON È FATTO IN COMPUTER GRAFICA O COL MASCHERONE! Tipo come questi! No, è proprio come lo ha disegnato il bambino. Fatto col pastello. Madonna una ne scrivo e cento ne penso. E poi ho appena scoperto che i disegni dei bambini veri sono ancora più spaventosi di quelli dei film
Vabbé comunque sicuro ci sarà un terzo, e se fossi in voi, lo farei recitare tutto a lei:
Parlando di horror, sequel o remake che siano, oltre a Carrie, arriveranno Poltergeist (con il benamato Sam Rockwell), Suspiria (non fatto da Zampaglione, fortunatamente), Rec 4 (fatto dal solo Bagualerò), remake di Pet Cemetary, la versione cinema di IT, un remake di Hellraiser, La notte dei morti viventi prequel, il seguito del remake di Nightmare, Il seguito di Amityville Horror e il seguito del seguito di Amityville Horror, la serie TV di Scream, il remake di Un lupo americano a Londra, Guillermo del Toro vuole fare Frankenstein. Se poi pensi che Wan andrà a girare Fast & Fourious 7 e ci aggiungi che ora c'ha un bel fantasma per le mani...
Che paura mi fa. 

2x1 • Paul Rude vs Paul Ride

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Prince Avalanche
Trama: Asfaltattori

No, per carità i film off. Gli offilm. Non ci fossero loro, non ci sarebbero quei piccoli film che girano di sguincio, passano di lato, vedi per sbaglio, ti piacciono con remore.
Tipo che magari vedi Primer, film superoff sui viaggi nel tempo e scopri un gioiello, oppure quegli horror che ti stupiscono per il basso budget e l'alta originalità (ripenso a Deadgirl, a The Woman, a Red White & Blue)
Però poi, se ti metti a ravanare nell'ambiente off, trovi anche tanta, ma tanta… ma tantatantatanta… rottura di palle. 
Ecco, fregato un po' dalla presenza "alisuolante" di Paul Rudd e Emile Hirsch mi assopisco di fronte a un film che, proprio volendo riassumere con il maggior numero di parole possibile, è "due asfaltatori che parlano".. e vi giuro che ho aggiunto fuffa riempitiva nel riassunto.
Che poi ovvi, recita l'adagio "non è cosa fai, ma come lo fai" e se ti vedi la scena del tavolo di Hunger (riassunto: due uomini che parlano) avresti voluto che tutto il film fosse così), ma qui no, qui ti frantumi tutto quello che puoi frantumarti, inizi a guardare l'orologio dopo otto minuti, e il massimo della immedesimazione diventa questa: loro sono due tizi che vanno a fare le strisce pedonali sulle strade infinite delle campagne americane, giuste? Ecco, allora facciamo che se prendessi le palle che mi sono scese vedendo il film, le immergessi in un barattolo di vernice gialle, e iniziassi a camminare al centro della strada a gambe larghe, farei lo stesso loro lavoro senza bisogno di macchinari. Belle immagini per rendere le idee, una grande interpretazione di Ciebbì.
Pure le gif sono noiose

Per Paul Rudd un personaggio baffuto, trattenuto, pedante, un po' dolce e romantico ma anche che palle.
Per Emile Hirsch (che ho definitivamente deciso, è un pessimo attore) è una sorta di ritorno into the wild.
Un film che mi rompeva così tanto le palle fatico veramente a ricordarlo. Quasi peggio dei mumblecosi. Poi certo passare i mesi con un altro uomo a strisciare pedonalmente le strade. Che palle.
Poi, già che c'ero, mi sono ritrovato Paul anche in... 
Admission
Trama: Ammissione di colta

Che è una commedia intelligente (perché parla di college, di educazione, di scuole e professori) piacevole, ma nulla di più, ha la fortuna di venire dopo il film più rottura di coglioni dell'anno e si becca un Chicken, ma è come quando a scuola non hai studiato nulla ma hai la botta di culo di essere interrogato con il più sega della classe che se prende 4 lui, tu ti prendi 6 per puro caso perché non potrati mai essere pippa come Trelanzi. Non come quando vieni interrogato con il più secchione e anche se hai studiato TUTTO prendi 5 perché lui è da 10, 'sto stronzo di Lepri e i suoi 10 fissi... poi suggerisci no, eccheccazzo... Vabbé comunque, nulla che si discosti da un "carina", assolutamente lontana, per prendere un esempio alla finissima e malinconica scrittura di the Way Way Back, di qualche giorno fa.
È che a me Tina Fey - superstar comica americana tra TV e SNL - proprio non piace (non mi piacque tipo mai, al cinema), sarà perché le comiche arcigne non mi fanno ridere (allora meglio quelle ciccione), per me l'isteria della repressa come meccanismo comico è abusato, qui poi è anche in sordina, fa più la seria che la simpatica. Ma poi non riesce a non fare anche mossette un po' assurde, e sta in quel mezzo che infastidisce perché se davvero incontrassi una che fa quelle mossette la prenderesti per scema.
E poi mi sembra una di quelle che vuole fare la simpatica per forza sempre, non c'è cosa che spenge di più l'ilarità che la battuta sempre anche quando non c'entra nulla


La storia è presto detta: Tina è un'esaminatrice di Princeton, college americano superblasonato che per entrarci c'è gente che farebbe carte false, non fosse che le carte false questa volta le fa lei per far ammettere un adolescente genietto che potrebbe o non potrebbe essere il figlio che lei espulse (già. espulse.) quando era al college, ora cresciuto e geniale.
Paul è l'educatore peripatetico (già. peripatetico.) che mette in moto tutta la sequela di eventi.
È uno di quei casi dove la visione procede, non annoia veramente, ma non c'è mai un vero picco (tipo che il personaggio più riuscito è la nuova fidanzata dell'ex uomo della Fey, che non dice una parola e fa solo la stronza, e ci riesce benissimo. È Penny.) e i due protagonisti, altrove dei comic star pazzeschi, sono niente più che funzionali alla storiella. 
Poi lascia stare che io apprezzo, o anzi ho imparato ad apprezzare, soprattutto lui:

Scuola media, altro che college.
Dai lo ammetto. Ho visto questi due film (e ne vedrò anche un terzo con Paul Giamatti) perché ho già deciso che Paul Rudd sarà uno degli attori del 2013. 
Perché sì. 
Lo attendiamo qui:
Paul is not dead, e balla benissimo.

The Ring Bling

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Mi raccomando non confondete questo post domenicale come una marchetta, un gancio sinistro, non lo fate; diciamo che se l'altra volta l'ho fatto un po' per sport, questa volta lo faccio per lo sport, e poi di fare questo post me l'ha chiesto un uomo nero in pantaloncini che pesa 300 libbre: 

per TOT settimane, ogni settimana, allegati a La Gazzetta dello Sport ci sarà una raccolta di documentari e film sulla boxe, che è quello sport di due che salgono su un ring e si menano, motivo? Nessuno, se non il gusto di menare un altro, al limite mangiargli l'orecchio.
Il prossimo dvd in uscita è il primo su Ali. Bene, magari ci spiega la genesi di questo assurdo supergruppo qui:
...e si va avanti con grandi film tipo Toro scatenato e Rocky.
Ecco il comunicato stampa copia/incolla taaàc non vedo perché devo scrivere le stesse cose diversamente quando qualcuno le ha già scritte per me (segue risata sardonica e pettinatura da Don King:
La Grande Boxeè un esclusiva collana in dvd composta da 15 uscite settimanali. 
La collana sarà in edicola al costo di 9,99 euro a partire dal 3 dicembre 2013
in allegato al quotidiano LaGazzetta dello Sport.
Si tratta di una collezione che racconta i campioni e le grandi imprese di uno sport antico e leggendario, un’accurata selezione, dei documentari e dei film che meglio raccontano l’emozione, i sacrifici, la sofferenza e la passione dentro e fuori dal ring. Una raccolta, in edizione da collezione, dedicata ai veri appassionati della boxe, ma anche a chiunque voglia scoprire storie emozionanti, di campioni che hanno fatto la storia di questo sport.
I primi due titoli dell’imperdibile collezione, non potevano che essere dedicati al mitico Tyson, con il noto e bellissimo documentario di ESPN “Tyson, Le origini del mito”.
Gazzetta dello Sport, per la prima volta, racconta a tutto tondo e in un’unica collana, uno sport così nobile ma allo stesso tempo duro come la boxe, miscela unica di tecnica e coraggio.
La collezione di dvd si presenta come un unicum perché:
- racconta e rivive la storia dei grandi campioni del passato dentro e fuori al ring,
- unisce documentari e film imperdibili per la prima volta insieme in un’unica collana, raccontando, tra romanzo e realtà, i personaggi e le imprese che hanno fatto la storia della boxe.
Questo il minisito della collana: http://www.gazzetta.it/iniziative/lagrandeboxe/
Piano dell'opera taaàc
Ed ecco delle gif di pugni tanto per mettercele.

Se che nella serie ci saranno anche Hurricane, Cinderella Man, Lassù qualcuno mi ama, The Fighter, Million Dollar Baby e Bronson hanno vinto... anche se il meglio pugile rimane lui:
Una bella serie. O comunque sempre meglio di un cazzotto in faccia.

♰ Pete O'Toole ♰

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♰ Peter O'Toole ♰
Lawrence s'arrabbia

Colin Fint

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Il mondo di Arthur Newman

Trama: Mondo nane

Te l'ho detto 1000 volte e te lo ripeto la 1000eunesima: tu le cose le devi venire a comprare con me tu devi fidarti ciecamente di quello che trovi scritto su questo cineblog sito! Anche se non l'ha scritto il sottoscritto sotto dittatura.
Ad esempio se tu leggi questo, scritto dalla beneamata Alabama... te la ricordi Alabama? Quante risate ci facevano fare lei e i suoi amici con gli occhi a mandorla, riso alla cantonese proprio, chissà che fine ha fatto... comunque, se vieni qui e leggi che un film FA SCHIFO, allora fidati no? E fidati! Non fare come me che nonostante avessi letto attentamente le avvertenze aut. min. ric. l'ho visto lo stesso, a distanza di un anno, perdipiù e mi ha fatto schifo. Non posso dire che non mi era stato detto, il passo è molto breve dal re al cassonetto.
No perché Arthur Newman, in italia finemente titolato Il mondo di Arthur Newman - che quanti danni ha fatto Amelie e il suo mondo non si contano - è veamente un brutto film.
La storia è questa, un uomo che si chiama NEW-MAN (poi dici i titolisti italici, e agli anagrafisti americani non ci pensi?) ha voglia di cambiare vita, di essere un uomo nuovo, di gettarsi alle spalle una vita banale e senza emozioni, abbandonando il figlio che tanto già lo schifa e una ragazze che tanto è la frigida Anne Eche, e intraprendere una carriera da... rubaidentità. Cioè non era proprio il suo proposito iniziale, ma intanto si fa fare una carta d'identità col nome di un morto, ritira tutti i soldi in banca, finge il suo suicidio, e parte con la macchina decappottabile. 
Si chiama crisi di mezza età, io personalmente ce l'ho già avuta, per dire, e non sono andato in giro a fingere il mio suicidio.
Nel mezzo del cammin si ritrova nella selva oscura di Emily Blunt, che, ma guarda un po' che originalità, fa la borderline pazzerella capace di passare dalla felicità scatenata tipo "dai facciamo finta di essere altre persone entriamo nelle loro case e vestiamoci da loro e ti faccio un pompino" a "che brutta la vita fa schifo la odio l'unico modo che abbiamo per dimenticarci per qualche minuto le nostre orride vite è entrare nelle case degli altri  e vestirci da loro e ti faccio un pompino".
Ora, fossi stato in Arthur Newman, francamente, anche io avrei dato spago alle voglie di Emily, fossero felici o tristi, finivano comunque bene, mi pare. Ma il problema è, per me che invece ho solo visto il film, che se tu mi vuoi raccontare la storia di due che, delusi dalla propria esistenza, decidono di vivere le vite altrui, idea che sulla carta funzionissima, non puoi sprecare mezzora per presentarmi i personaggi (quelli bravi i personaggi me li presentano in 5 minuti aiutami a dire 4), poi altri venti minuti per farmi vedere la scelta della prima coppia, che comunque ha il solo fine di una scopata con l'accento russo, poi mi metti altre tre coppie (senza alternare tipologie o modalità; chessò fammi un moribondo e la moglie al capezzale, fammi due bambini, fammi una coppia interraziale, insomma fammi qualcosa di o-ri-gi-na-le) e comunque finiscono tutte con delle scopate... insomma, è solo una coppia di scemi che gli piace scopare nelle case altrui. Eddai. Insomma, riuscire a farmi sembrare inutili e fuori contesto delle scene di sesso con Emily Blunt, ce ne vuole.


Emily Butt Blunt fa quello che può, come avete visto, per alzare... l'asticella d'interesse, ma è pur vero che so bone tutte (nel senso di bone proprio, perfino Lisbeth Salander) con il trucco pesante e i vestiti strapponi.
Il vero cigolio del film viene tutto dalle spalle e dalle espressioni di mestizia di Colin Firth. Voi non vi fidavate, quando urlavo sconvolto, alle 4 della mattina di qualche anno fa, maledicendo il suo oscar e chi glielo aveva regalato: Colin Firth è e rimane un attore medio, banale, insipido. Ha fatto bene quando faceva le commediole forse, ha fatto bene in A Single Man, lo ammetto, ma l'oscar. NO. Non è un caso che da quando ha rubato la statuetta abbia fatto brutti film, anzi, ha fatto il peggior film dell'anno, o uno di loro.
Arthur Newman è un film che a raccontarlo funziona, peccato che svolgimento, recitazione e regia siano quando di più piatto e insignificante si possa immaginare.

Fossa Comunque

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Open Grave
Trama: Uffa, non posso fare neanche un gioco di parole senza fare spoiler

Un uomo si sveglia (tutto incriccato) in una fossa piena zeppa di cadaveri. Ha delle chiavi in tasca, ferite varie, una pistola. Passato lo sconcerto iniziale si guarda intorno e muovendosi a fatica tra femori e tibie cerca di arrampicarsi verso l'uscita, o quantomeno verso dell'aria respirabile.
Improvvisamente una corda gli viene calata dall'alto, fa capolino una donna, che scappa.
Issatosi su (issatosu) l'uomo raggiunge una casa, dentro, altri cinque tizi: nessuno si ricorda chi è, chi sono gli altri, come sono arrivati lì e perché. Nessuno si fida di nessuno, ma insieme dovranno fare luce sulle misteriose motivazioni che li hanno fatti trovare in quel luogo misterioso. Mettici anche i cadaveri nella fossa, aggiungici i corpi appesi agli alberi, la gente moribonda su lettini sparsi o in celle anguste che non pare passasserla molto bene, e il gioco di stampo agathachristiano è fatto: mistero da risolvere più moria cadenzata.
Con un incipit del genere, per lo spettatore diventa importante una cosa e una soltanto: TI PREGO FAI CHE NON SIANO TUTTI MORTI E QUESTO SUCCEDE SOLO NELLA LORO TESTA O È IL PURGATORIO TI PREGO.
Non è così, vi avverto subito, ma è in un modo che purtroppo non posso dirvi, perché vi rovino il film, che è divertente, ha dei momenti buoni e un finale che sì, mi ha stupito (non il tipo di stupore tipo Sesto Senso o Soliti Sospetti o Fight Club, sia chiaro) perché l'argomento trattato aggiunge un tassello interessante ad un genere che da queste parti è sempre ben accetto. O accettato e fatto a pezzi.
Protagonista è Shartlo Copley, il cui nome è sconosciuto e difficile da scrivere prima e dopo qualsiasi cosa abbia fatto, ma è quello di District 9 che poi ha fatto uno dei miglior cattivi dell'anno in Elysium e mi dicono faccia la figura migliore, o la meno peggiore, nell'Old Boy remake.
Capiamoci, non escludo che alcuni di voi possano volere di più da un horror - o meglio da un thriller con venature (varicose) horror - ma credetemi, va benissimo così. E poi è quasi Natale, io c'ho da pensare ai regali che mi voglio fare e non ho molto tempo per stare qui a mettere il dito nella piaga
Mi è piaciuto, soprattutto il finale, dove NO, non sono tutti morti. 
Non ancora almeno.

PUZZI JACKSON!

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Percy Jackson e il mare dei mostri

Trama: Ofano tronfio

Amici e compagni di Hogwarts uniamoci! 
Dimentichiamo le vecchie marachelle e le naturali antipatie che le nostre Case nutrono per naturale assegnazione! Serpeverde, smettetela di guardare tutti dall'alto del vostro sangue puro! Corvonero, amici della mia Casa, cerchiamo per una volta di agire d'istinto e non stiamo sempre a rimuginare! Tassorosso, c'è bisogno del vostro zelo e della vostra laboriosa inclinazione! Grifondoro, è il momento di tirare fuori tutto il vostro coraggio e facciamo finta che ci siamo scordati di quando vi hanno regalato la Coppa delle Case a brullo solo perché Silente era innamorato di quel ragazzino con gli occhiali!
HOGWARTS! È ARRIVO IL MOMENTO DI UNIRSI! E combattere il nemico più grande che abbiamo mai conosciuto. Il più grande, ma per fortuna anche il più deficiente. Si chiama..
PERCY JACKSON! Per i nemici...
PUZZI JACKSON!
Forza! Indossiamo tutti le spillette che ho creato (le potete scaricare, stampare, attaccare su un cartoncino  e appiccicarci una spilla da balia con un po' di colla dietro e la spilletta è fatta)
Sono animate, davvero eh...
Certo, diranno alcuni di voi, a rigor di logica non dovremmo sentirci minimamente minacciati da un poraccio copione che oltre copiare il fatto di essere orfano, mezzosangue, avere una quindicina d'anni, non sapere di avere poteri fino all'adolescenza, scoprire di averli, andare a una scuola per semidei, fare amicizia con un ragazzo un po' scemo e un po' miglior amico e una ragazza un po' saputella e un po' carina, avere un nemico fortissimo, fare sempre quello che gli dice la testa senza pensare troppo alle regole, avere dei professori alcuni simpatici alcuni severi, dover ogni volta risolvere uno strano mistero, vincere...oltre tutto questo, osa pure mandare alla malora tutto quello che noi, in dieci lunghi anni, sette lunghi libri e sette bei film, abbiamo insegnato ai ragazzi (e agli adulti) di oggi: evviva l'amicizia e l'amore (leggi: Piton) e non il fatto di avere poteri magici e amici altolocati (nel suo caso sull'Olimpo) che tanto ci pensano loro a risolvere tutto.
PUZZI JACKSON! Puzzi di vecchio, di stantio, di banale, di copione. 

Cazzo ridi... c'è poco da ridere. Reciti male, hai un comparto effetti speciali che fa pena e schifo, uno svolgimento che neanche un bambino di cinque anni con deficenz dell'attenzione, dei nemici di un'inutilità (un Titano. 

Gigante e fatto di fuoco - a parte sai che novità - inoltre c'è già stato quest'anno, e mi sarebbe piaciuto fosse proprio lui quello che affronti nel finale di questo film BRUTTO. BRUTTO.
E ti dico una cosa, caro PUZZI, è inutile che mi dici che i tuoi libri sono meglio dei film (è la scusa più usata da quelli che odiano noi di Hogwarts e sostengono che, ad esempio, Katpiss e la sua combriccola di assassini siano molto meglio nei libri) perché NON È VERO! L'HO LETTO IL PRIMO - brutta cosa l'astinenza Potteriana, mea culpa - e FA SCHIFO! Una cosa immonda. Copiato da riga 1 a riga FINE. E non mi limito a fare presente che la storia è uguale (orfano. poteri. scuola. 3 amici. eccetera.) perché ok, posso capire che le regole di una serie per giovani possono anche essere state scritte anni fa, decenni fa (Guerre Stellari), secoli fa potrei arrivare a dire, e anche la cosa di grandi poteri inaspettati blablabl, idem. Ma che tu mi copi le singole scene, e io non ci sto. In questo secondo capitolo, giusto un esempio, hai copiato tutta la scena del Nottetempo, per dire, ed è sola la piccola parte di un disegno fatto con la carta carbone.
Pensa, peggiore di Twilight, almeno quello non veniva a rompere a noi di Howgarts e andava a ravanare la voglie barbine delle adolescenti. Tu invece, PUZZI, sei pure brutto! E ci vorresti fare il carino... ma guarda sto bamboccio, sempre illuminato coi filtri...
PUZZI JACKSON! PUZZI! FAI SCHIFO!
TUTTA HOWGARTS SI STA MOBILITANDO E VIENE A FARTI UN CULO TANTO SE NON LA SMETTI DI COPIARE!
Che poi, i professori della tua scuola... Tucci che fa Bacco e... ah già, fine! Gnegnegne. Noi ci abbiamo La McGraanit pappapero. E poi anche povero Tucci, un attore da oscar che quest'anno evidentemente aveva proprio bisogno di rifare le mattonelle del bagno, perché ha fatto solo cose commerciali e in panni ridicoli:
PUZZI! E FAI PUZZARE ANCHE CHI TI STA INTORNO. E quando poi alla fine del film leggo questo

Ci vedo proprio un'ammissione di colpa. Ma al tempo stesso non me ne frega nulla, perché allora che c'entra, tu lo sai noi di Hogwarts a quanti elfi diamo lavoro? Eh? Per non parlare dell'aggiunta di personaggi inutili tipo il ciclope. Ma vatte a ritirà...
Ron è il nostro Re.

Lessico e Nuvole

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Casa de mi padre
Trama: Mexico Scopa
Certe idee sono buone solo quando durano poco, anche pochissimo, come gli scherzi.
Lo scherzo questa volta ce l'ha tirato Will Ferrell, che solitamente ci piace con quel suo fare a metà tra il cerebroleso e l'arrogante, ma che questa volta fa il passo più lungo della gamba (ed è tipo alto due metri, Will Ferrell).
DUnque l'idea era questa: "Dai amici, facciamo un film che rifaccia i vecchi film sudamericani, quelli brutti, quelli poveri, quelli coi tagli fatti mali di uno che attacca due volte il telefono nella stessa telefonata, quelli con i protagonisti tagliati con l'accetta e con le scenografie di cartone, quelli dove le riprese della città a campo lungo sono fatti coi modellini, quelli dove le scene d'amore sono accompagnate da canzoni mariachi assurde, insomma dei film di merda, insomma, questo:
O questo 
(e vi giuro che lo sketch della doppi sigaretta nel film c'è!
Ma una cosa è uno sketch, che poi venga da quella fucina di geni che è il SNL poco importa, che fa ridere certo, ma proprio perché dura quei 7/8 minuti perfetti per dilatare l'idea ma non farla ammuffire... ma se allungati per un'ora e venti diventano davvero insopportabili, o solo poveri di spirito(saggini).
Certo, sono sicuro che Will si sia divertito un mondo vestito così
imageimage
e a spupazzarsi questa bella chicana

A girare scene come questa

e a fare la versione messicana di Mugato

E soprattutto si sia divertito a recitare tutto il film in spagnolo, e a cantare al chiaro di luna

E sono sicuro che quei bei gringos di Gael Garcia Bernal e Diego Luna si siano sganasciati - da vecchi amigos quali sono - a fare le macchiette spietate che interpretano

Ma se riesci a far durare un film comico un'ora e venti e farlo sembrare infinito,ma infinito veramente, allora hai proprio fallito alla grande. 
Non come la dieta di Christina Aguilera
Perché mi è venuta in mente? Per questo

Ma a proposito, anche questo era uno sketch, voglio sperare...
Insomma, dai, queste operazioni finiscono sempre male, come quando fecero il film di MacGruber, come Machete, come L'uomo coi pugni di ferro, operazioni che rifanno il cinema poverania di tempi e Paesi lontani, sortendo l'effetto "bah". O idee che, come Facciamola Finita, dovrebbero rimanere nel campo delle cazzate sparate il sabato sera tra amici un po' ubriachi, non diventare film veri, al massimo sketch o cortometraggi da mettere su Youtube...
Sono quasi certo che le gif e i piccoli stralci video di questo post un po' vi abbiano divertito e magari vi abbiano messo in testa l'idea di vederlo. Ecco, è una pessima idea.
Rivediamo il miglior mash-up america/mexico degli ultimi tempi e adios:

In Die

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Marigold Hotel
Trama Gallina vecchia fa buon Tandoori

Quei film dove attori - che già vivono una vita agiata e nel lusso più sfrenato per il solo merito di fare gli attori - se ne vanno in località esotiche e bellissime solo per prendersi una vacanza pagata dalla produzione, li detesto. 
Soprattutto quando si rivelano film inutili, banali e stupidini. Esempio lampante fu quell'orrido Mangia Prega Ama in cui vedevi gente andare i Polinesia, in Thailandia o in ogni paradiso del mondo conosciuto a fare bagni in acque cristalline e a starsene in stupendi resort a sorseggiare drink al tramonto mozzafiato ma, ai fini della storia, fossero andati a Ostia o Rimini, sarebbe stato uguale.
Oppure quando non ci vuole certo un genio per capire che gli attori manco si impegnano e che il film è solo un occasione per fare una rimpatriata loro (vedi anche Apatow Pack o tutti i film di Adam Sandler).
Ecco, tutto questo discorso, assolutamente applicabile a Marigold Hotel in senso filmico (la storia è flebile flebile, la regia nulla, la trama poca cosa), non lo puoi fare. 
Te lo vedi e sorridi di sottecchi, anche se si vede lontano un miglio che gli attori avevano il freno a mano recitativo tirato e che sicuramente la parte più bella di tutto il film è quella avvenuta fuori dal film stesso, le loro scampagnate per le vie di Bombay, per i templi, cappellini con la visiera e cartoline pronte per i nipotini, le cene speziate a raccontarsi aneddoti delle loro carriere o a ricordare vecchi set condivisi.
Perché?
Perché gli attori protagonisti sono la creme de la creme della geriatria attoriale inglese
maggie smith (77) Animated Gif on Giphy
E ci sono talmente tanti nomi adorabili che non puoi accettare di buon grado tutto quello che ti propinano: come fai a non amare Maggie? 
(Incredibilmente per una volta nel ruolo di ex-cameriera e non ex-contessa)
Tom?
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Billy?
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Judi?
maggie smith (77) Animated Gif on Giphy
E gli altri vecchini tra cui un'altra di Downtown Abbey di cui non so il nome? Li ami proprio perché tutti insieme. È come un supergruppo di eroi, ma vecchi in cariola, anzi in tuc tuc.
Vorresti averli tutti come nonni. Poi se ti portano in India tanto meglio. Infatti l'inserto "giovane" del film (una storiella d'amore osteggiata tanto banale quando insipida) desta l'attenzione di una ciabatta usata che scorre nel Gange, nulla (come, alla ciabatta è attaccato un corpo morto? Vabbé lì è uguale...)
Il film è una sorta di spin-off di Quartet, o in generale di tutti quei film da Arena che sono scritti tutti già nella locandina e nella tag line, ma che accetti di buon grado perché è davvero impossibile infastidirsi. 
Un film prepensionistico recitato da attori che non fanno nulla per nascondere la divertita noncuranza con cui lo hanno affrontato, si vede subito che si conoscono da anni, decenni, e che hanno passato ampiamente la soglia dello stardom, e che prima di finire nel fastidioso video dei morti dell'anno alla serata dell'Oscar si godono i loro muscoli molli, le loro voci sagge, i colli di gallina e la panza. L'OLd.
Beati loro, io tutte queste cose sono costretto a "godermele" a 35.
Ma esiste il Manigold Hotel? Io ci vado subito...

OLD BOYCOTT

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Old Boy
Trama: Spike Pee

A me l'unica cosa che mi importa è che il remake abbia il suo senso, allora ha senso che si faccia.
Tipo che l'originale sia piccolo e storto ma il remake no. Allora mi può stare bene The Silent House (tanto per citare un film con un'attrice che c'entra qualcosa).
Oppure che l'originale abbia talmente tanti anni e sia un po' misconosciuto che magari una rimodernata diventa accettabile. Allora mi può stare bene Ben Stiller della prossima settimana.
O che magari è un film tratto dalla stessa opera ma con una visione diversa. Allora mi può stare bene Il Grande Gatsby (anche se non mi è piaciuto).
O che ci sia un senso dietro tutto il progetto. Allora mi può stare bene Funny Games (anche se il primo era meglio) (ovviamente vale solo se lo stesso film lo fa lo stesso regista, capito Gus?).
O, proprio come ultima istanza, che la cinematografia originale sia talmente bislacca, che allora il remake innoquo mi migliora solo la fruizione senza annoiarmi. Vedi The Ring e poi muori.
Ma tu dimmi che cazzo di senso ha fare un remake di un film che è già nel mito da solo. E non parlo del mito da cineclub di quei quattro gatti che passano le serate a vedere La corazzata Potemkin sui ceci, parlo del mito totale di fandom impazziti e cinema trasversale, di quel cinema che prevarica il mondo intero e se ne fotte degli occhi a mandorla o a palla o come ti pare e prevalica tutti gli stili e i generi e i cineclub e tutto quanto e diventa semplicemente uno dei più bei film del decennio 2000/2010, senza bisogno di muovere un passo verso nessuno, gli unici passi li devi fare tu per andartelo a vedere ORA.
Mi raccomando però non ti sbagliare e non andare a vedere quello di Spike Lee perché è una porcata di dimensioni ginormiche. 
E lo sai sulla carta d'identità di Spike cosa c'è scritto alla voce segni particolari? Queste tre parole: Tracotanza, arroganza e spocchia.
Questa è la foto della carta d'identità infatti:
...quanto può essere una faccia da cazzo di chi si crede il suddett stocazzo. Ti giuro è una di quelle facce che incollerei su un punching ball e a cui darei tante botte così solo per la faccia mica altro... non è che mi ha mai fatto qualcosa di personale, mica mi ha mai vestito così a me, però mi dà veramente al cazzo. Posso ridire la parola cazzo, tanto siamo slang no?
La cosa peggiore è che quella faccia, ricordiamo, da cazzo, proprio non te la puoi permettere. Perché qui lo dico e qui lo ridico: Spike Lee è veramente un pessimo regista. 
Un regista aiutato dai tempi e non dal suo reale talento.
Erano gli anni 90, a Hollywood arrivava l'uomo nero che parlava di cose nere, di boyz'n'the hood, e di fare la cosa giusta, e YO. 
Ci sto. Serviva e via via dritti verso Malcom X passando per Ghandi e San Patrignano, ma poi? Da quanti anni veramente Spike Lee non fa un film che sia uno decente? Sempre trovato sopravvalutato anche Inside Man, da tutti osannato. E non tirate fuori la 25° ora che oltre al monologo c'è poco altro.
E qui casca l'asino, dritto dritto su Spike e i suoi labbroni arroganti, sai come le scene col pianoforte che spunta dal nulla? Ecco, SDHIHOO, l'asino e sotto Spike: il suo OLD BOY remake è bruttissimo. 

Vai col contributo video di cazzone svccato su divanetto con scarpe ridicole e non sa cosa dire del suo stesso cazzo di film:

Cristo è il tuo film! E già prima di iniziare a girarlo devi difenderti dal primo sfigato presentatore tv americano. Che peral'altro ha pure ragione.
Il suo è un film impantanato in un cinema vecchio, ammuffito, piatto, che ancora usa grane diverse per farmi capire che "Ehy fermi tutti questi sono gli anni 90", "Ehy attenti adesso sono gli anni 2000 ci sta l'iPhone!" e via tutta uan serie di inutilità varie ed eventuali che proprio non lo vogliono sapere di essere interessanti.
Oltre alla storia - cambiata di poco, e dove è cambiata è fatto male, dico solo, per i matti che lo vedranno, queste parole: "mani su patta pantaloni". E ho detto tutto. - il vero motore del primo Oldboy è l'assurda interpretazione del protagonista.
E invece, l'ex-goonie Josh Brolin regala (no in effetti l'ho pagata 8 euro) un'interpretazione inutile,  tutta la pazzia di Taesu e la sua impressionante trasformazione fisica sono dimenticate
Qui Brolin è o in versione reduce del Vietnam cum martello
o versione Charlie Rocky Manson

E poi il cattivo (altro elemento fondamentale dell'originale, con quel misto di innocenza e pazzia), aiutami addì cattivo... Il bello è che, del tutto casualmente, siamo di fronte ad un grande paradosso.
Ecco il paradosso: l'attore che ci ha regalato (quello sì non l'avevo pagato) uno dei migliori cattivi delll'anno, riesce a svenderci (8 euro sempre) anche il peggiore: questa specie di damerino effeminato e isterico che non farebbe paura ad un poster dell'Urlo di Munch se ne sta lì a fare e dire cose che sarebbero matte se non fossero stemperate da un'interpretazione ridicola.
È interessante il parallelismo: in Elysium il suo cattivo funziona proprio perché è semplicemente matto, esegue gli ordini fino a che anche la leadership viene eliminata e, nonostante questo, lui continua a spaccare tutto e tutti. Insomma, un villain mosso solo dal caos (com'era il Joker), il villain di Old Boy remake è invece di quelli con una motivazione psicologica talmente forte (ovviamente la vendetta), una di quelle motizavioni che ti fa aspettare anche venti anni per consumarla, dedicando la tua intera vita a mettere in pratica il tuo piano diabolico. Peccato che lo spessore recitativo, in questo caso, di Shaplo.. Shapiro… Shalpi… insomma come si chiama è talmente scarso che si riduce a una macchietta ridicola, facendo perdere a noi che lo guardiam ogni remora nel definirlo un coglione.. anzi un cojone.
Brutta cosa i remake inutili. Poi ti credo che gioisci quando progetti folli di gente che meriterebbe solo l'ospizio non vanno in porto. 
Questo Old Boy è pessimo e quello che ci rattrista è vedere che trascina con sé anche la bravissima (fino allo scorso anno almeno) Elisabeth Olsen e con lei le sue splendide tette.

E mi sa che anche con l'altro mostro orientale non andrà meglio. Anche in quanto a tette, mi sa.
Ovviamente neanche una parola su Samuel L. Jackson vestito così:
lui si sa che ormai sceglie i progetti solo per coprirsi di soldi e vestiti ridicoli.
E un velo pietoso, anzi una cotta di maglia pietosa, la stendiamo sulla scena del combattimento, talmente svogliata che innalza ancora di più (se davvero ce ne fosse stato bisogno) l'originale.
Che poi non so dove ha studiato regia Spike Lee ma forse era assente alla lezione di Piano Sequenza, o dormiva mentre il prof (De Palma presumibilmente) spiegava che si chiama Piano Sequenza perché non ha stacchi, Piano Sequenza: no stacchi.
Non parliamo della scena dei ravioli che nell'originale è di una potenza unica pur parlando di ravioli e qui è solo una roba proto-Andersoniana
Sì lo faccio eccome il confronto con l'originale perché questo non è una versione spikeleeana del manga, questo è un rifacimento non necessario e per questo inutile del film originale, al netto delle cose belle.
Che poi c' anche tutta quella storia dei poster copiati, e sapete quanto ci tengo io a queste cose dei poster.
QUI c'è la bagarre.
Questa la risposta di Spike su Twitter.
Ora non dico che i poster siano il massimo dell'originalità nessuno dei due, però, Spike, copi il film e lo fai male, copi pure i poster e li fai male. 
Ecco a voi Spike Pee.
PS. Vince una fornitura per vent'anni di ravioli al vapore la signorina Alabama! Per il titolo del post e grazie. Agevoliamo diapositiva di contentezza mansoniana

2x1 • 43 ma ne dimostra 42

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Movie 43
Trama: C'è Hugh Jackman con le palle al collo.
No. Davvero. C'è Hugh Jackman con le palle attaccate al collo. Letteralmente:
E questo è il tenore di tutto il film, tra gatti che pisciano litri di urina gelatinosa addosso a Elizabeth Banks, Anna Faris che chiede di farsi fare la poo addosso, Chloe Moretz (Hit Girl) a cui vengono le sue cose e inizia a strisciare i muri di casa presa in giro da tre generazioni di uomini, Richard Gere che mette le mani dentro la vagina di un pupazzo a forma di donna a dimensioni originali che invece è un lettore MP3 chiamato iBabe
il tutto inframezzato da spot vari tipo questo che su internet girava come una pubblicità russa invece no, invece era in questo film:
Insomma. Anni 90.
Ma se in un film ci sono Ezio Greggio Massimo Boldi e De Sica, va bene. Cioè va male ma va bene.
Invece no, qui ci sono gli attori che ti piacciono, quelli amerigani che ammiri, alle volte anche troppo. Ora, cosa abbia convinto attori con più o meno un calibro da difendere, nell'ordine di calibro Kate Winslet, Richard Gere, Emma Stone, Hugh Jackman.. che ha le palle sul collo
Gerald Butler, Halle Berry, Uma Thurman, Naomi Watts, Lieve Schreiber, Terence Howard a partecipare a questo scempio, questo fulgido esempio del decadimento comico americano, io proprio non lo so (insomma in questa lista ci stanno due oscar e 5/6 candidature… - e mi dicono dalla regia wiki che in scene cancellate e messe solo nelle versioni dvd o br ci sono pure l'adorata Julianne Moore, Julianne, ma perché, per fortuna non l'ho visto, spero solo che non ci siano derive scatologiche nel tuo… e pure Saul, Better Call Saul…).
Ma più che pena e schifo per il fatto che ho davvero visto questo film un film del genere esiste, perché tanto c'è un pubblico per tutto, e io faccio parte di quel pubblico, la cosa che intristisce è avere la riprova di quel sospetto che tu, da bravo appassionato di star e starlette hai sempre voluto nascondere a te stesso: gli attori sono degli idioti.
Siamo noi, noi spettatori. È colpa nostra. Gli "regaliamo" senza volere niente in cambio la nostra ammirazione e loro ci ripagano con palle attaccate al collo.
Ora, la comicità pecoreccia può anche funzionare, se presa per quella che è, cacca pipì miscelate (gesùmmio) con parolacce e un andamento politically scorrect possono anche attecchire (diosanto) e far fare risate grossolane, non dico che bisogna solo ridere col cervello ai massimi giri, alle volte la "stronzata" (ecco appunto) ci può pure stare, d'altronde, è anche vero che, rimanendo nel film 43, a me questo
mi ha fatto ridere. 
Lo ammetto. Con vergogna ma lo ammetto.
Ma sono state risate amare, perché Jackass è una cosa, e allora va bene che Johnny Knoxville stia in un film del genere, e anche Suxbad è una cosa, e va bene se c'è MacLovin, e mi sta addirittura bene l'episodio con i supereroi allo speed-date

se inserito in una filmografia risibile come quella di Justin Long o Jason Sudeikis (ecchicazzè? Infatti, nessuno, tornate a fare le cose che stavate facendo senza problemi…) insomma attori le cui carriere nulla danno e nulla tolgono al cinema, ma se io trovo Kate Winslet che si fa strusciare le palle del collo da Hugh Jackman addosso... diapositiva

allora l'attore in quanto tale diventa davvero un'impressionante monito d'imbecillità per gente (gli attori) che cesella la propria carriera come una statua, però di ghiaccio, che infatti si scioglie in 9 minuti di cortometraggio.
Insomma, da oggi OGNI volta che vedrò Hugh Jackman come non potrò non pensare ale palle sul collo. Wolverine palle sul collo. Jean Valjean palle sul collo. 

E via dicendo...
Ma loro, ci hanno pensato quando firmavano il contratto? Ma cosa stavano pensando quando hanno firmato il contratto? Ma lo avranno firmato un contratto? Le possibilità sono tre: o i registi si portavano dietro un esperto ipnotista, o hanno rapito cari agli attori e li hanno ricattati "tu ora fa film sennò figlio pikolo mmmuore" o hanno usato la carta del "Kate! Devi accettare perché Naomi ha già accettato!" e poi "Naomi! Devi accettare perché Kate ha già accettato" ovviamente senza che nessuna delle due avesse realmente firmato il contratto e quindi sul filo di una mission impossible oraria estrema. Oppure quarta, e probabilmente reale, opzione: sono tutti degli idioti.
Ma non siate idioti anche voi, come lo sono stato io, e non azzardatevi neanche a vedere questo film. Perché nei meandri di un paio di idee divertenti, c'è solo tanta tanta tristezza, tutta colpa dei fratelli Farrelly che hanno dato il via a questo tipo di comicità e a Seth McFarlaine che ne ha fatto stile. Tutti e tre ovviamente coinvolti nel progetto.
Posso dire una cosa? C'è anche un altro segmento che mi ha fatto ridere (sta finendo che questo film mi è piaciuto...). Questo:
E mi ha fatto ridere solo perché ero appena andato indietro di un numero e avevo visto
42
Trama: Prima base nera

Che è un film sportivo sul baseball (che i film sportivi sul baseball non se li schioppa mai nessuno in italia perché non sappiamo neanche cos'è il baseball, invece alcuni sono bellissimi. E per alcuni intendo questo e questo) e racconta la vera storia del primo vero giocatore di vero colore nero. Vero nero. E adesso in america nessuno può indossare la maglia 42 perché è la sua.
Qualcuno si è sbagliato quando diceva che i neri hanno il ritmo nel sangue perché in questo film di ritmo non v'è traccia.
Scusate.
È colpa di Movie 43.
Comunque, film inutile, solita storia di razzismo e riscatto con aggiunta di Harrison Ford sprecato che sta finendo male la sua carriera, diciamocelo. E va pure in giro a pirsare la gente.

Han Foro.
Che belli i titoli di film che hanno i numeri dentro, quasi quasi ricomincio il conto... Eunndduttre, equatt cincssè, essettottemmill... 
E comunque tutto il film si riassume così

Harrison Fors dovrebbe ripligliarsi un po'
[CLICCA che ci stanno 40 Harrison da indovinare]
Posso mettere un'altra gif di Hugh Jackman con le palle al collo? Dai l'ultima

✼❊❋❉❅❄CHRISTMAS & BROCCOLI❅❆❈✽❇❈

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Buon Natale. Pensa che io sto rifacendo tutto il sito, ma veramente, non come quella volta nel 2011 o quell'altra volta nel 2012. Non parliamo poi di quella volta del 2013. A quando dico una cosa io la faccio, guarda...
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