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IL CHICKEN BROCCOLI SHOW!

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E quindi l'ho fatto. Dopo mesi a pensare "dai non è possibile che tutto questo popò (non nel senso di popò ma nel senso di popopopopò) di bellezza illustrata deve rimanere sul Facebook di Zuckerberg che vuoi che ne capisca lui di illustrazione, fosse stato per lui faceva tutto celestino e bluetto, facciamo una mostra!". Non intendevo una ragazza diversamente bella ma un'esibizione. Già, con tutti i loghi bellissimi che l'illustrazione italiana mi ha mandato durante il crowdfunding del CB Mag, facciamo il CHICKEN BROCCOLI SHOW
Che si presenta al pubblico con questa locandina da cliccare per vederla bene:
Stupendo. Incredibile. Pazzesco Lucamaleonte che ha realizzato - alla buon'ora - il suo logo. Vi copio incollo il comunicato stampa che trattandosid di me, nel senso che l'ho scritto proprio io in comunicatostampese, non è il solito copia/incolla pigro che fanno tutti nei siti. Eccolo qui:
THE CHICKEN BROCCOLI SHOW

125 artisti che amano odiare il cinema 
Dal 9 al 19 maggio 2015, alla Bonobolabo di Ravenna, l’illustrazione va al Cinema grazie al Chicken Broccoli Show. 
Il Chicken Broccoli Show è un’esibizione collettiva che vede raccolti più di 125 illustratori italiani e internazionali alle prese con i cult più famosi della Settima Arte. 

Da Kill Bill a Le avventure acquatiche di Steve Zissou, da Band à part a Old Boy, fino al celebre serial Game of Thrones, la mostra presenta le visioni illustrate alternative di grandi film a opera di artisti celebri come Zerocalcare, Ale Giorgini, Simone Massoni, Rubens Cantuni, Rita Petruccioli, Il Pistrice, Irene Rinaldi e molti altri. 
 Durante la mostra sarà presentato il ChickenBroccoli Magazine, versione cartacea del sito cinematografico più irriverente e divertente del panorama web contemporaneo: chickenbroccoli.it. Il sito, che dal 2009 ha recensito più di 2000 film, è l’unico luogo dove cinema e illustrazione si incontrano: poster alternativi, infografiche illustrate, gif d’artista trovano spazio nelle recensioni attente e mai noiose che CB pubblica quotidianamente.
 Cuore della mostra sarà la realizzazione di una tavola da skate disegnata in esclusiva dal celebre street-artist romano Lucamaleonte, uno dei più importanti esponenti della street-art italiana, che vanta già collaborazioni con importanti realtà museali e comunali in tutta la penisola. La sua tavola da skate sarà dedicata a un vero cult anni Ottanta: Ritorno al Futuro, di cui ricorre il trentennale proprio nel 2015. 

Inoltre, in un tripudio di colori, stili, immaginazione e amore per i film più celebri, oltre 100 artisti hanno realizzato il loro tributo al Cinema, facendo “recitare” un Pollo e un Broccolo (le mascotte del sito chickenbroccoli.it) nei loro CB LOGOS: Mauro Gatti, Riccardo Guasco, Davide Saraceno, Ilaria Falorsi, Massimo Giacon, Margherita Barrera, Francesco Poroli, Gianluca Folì sono solo alcuni dei celebri nomi del mondo dell’Illustrazione che hanno giocato con polli e broccoli. 
Dal 9 al 19 Maggio 2015 
 
Via Centofanti 79 
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Capito come?! Ma io dico veramente ditemi voi se c'è mai stata una mostra con tutti questi nomi... eddai ditemelo (sempre da cliccare)
Ve ne metto un po' per rinfrescarvi la memoria (ancora da cliccare)
Poi una piccola anteprima 3D di un logo tutto particolare che i più dormiglioni di voi avranno già capito di chi è (indizi che non capirebbe neanche Sherlock) 

Poi uno animato che mica ci faremo mancare l'animazione
e poi, così, anpassan, vi faccio vedere l'ultimo arrivato:
Capito sì?!
Insomma ci vediamo SABATO ALLE 18! NON FAMO SCHERZI! RAVVENA È VICINA E IL CHICKEN BROCCOLI SHOW STA ARRIVANDO!
L'evento Facebook sta QUI, fate che non spingete solo "si ci vengo ma tanto non è vero" oppure commentate cose tipo "mi dispiace ma quel giorno sarò a New York, a Kuala Lumpur, su Plutone ma ci sarò con lo spirito" che a nessuno gliene frega niente dei vostri viaggi, e VENITE A RAVENNA!

Lost Sguardling

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Lost River
Trama: Bones River

Avevamo lasciato il bel Ryan a rifiutarsi stenuamente di mangiare i suoi cereali. Proprio non ne voleva sapere di mangiare i suoi cereali, non c'era proprio verso di farglieli mangiare quei maledetti cereali:

Ma alla fine, il creatore della geniale serie Vine ha trovato il modo di farglieli mangiare uno ad uno tutti e 5 (i cereali sono 5 giusto?): è morto. E Ryan, in suo onore - anche se fuori tempo massimo, poteva farlo quando il tizio lo avrebbe potuto vedere, non sarebbe valso a molto ma chissà, almeno gli si sarebbe stampato un sorriso in faccia - alla fine ha mangiato i suoi cereali:

Nel frattempo faceva un nuovo film, il nuovo film di Ryan Gosling, proprio di, cioè non come attore, ma come regista. Faceva Lost River.
Che è un film la cui recensione potrebbe essere divisa in due macrocommenti: 
- Bellissime immagini, bravo Ryan.
- Abbiamo già Lynch e Refn, datti da fare per trovare uno stile tuo.
Il riassunto in due punti è perfetto e basterebbe, ma vale la pena argomentarlo quanto basta per non lasciarlo cadere nel dimenticatoio.
Lost River è un film indipendente nella miglior accezione del termine: provincia americcanica, personaggi borderline, povertà, buoni sentimenti vs cattivi asentimentali, amore, morte (amorte), paesaggi desolati, gente che vive in bicocche sgarrupate.
Ci sono proprio tutti gli elementi per un bel film da Sundance e qualche altro festival off off off. E questa è una scelta oculata da parte di Ryan, ambientare il suo debutto nella suburbia aiuta sicuramente a coprire eventuali buchi di sceneggiatura. Un'altra cosa che aiuta è dare al tutto una forte componente onirica, personaggi esagerati e a volte macchiettistici, e insomma, buttarla anche un po' in caciara, insomma fare "il Lynch".
Ecco, Lost River sembra, dall'inizio alla fine, un omaggio a David Lynch, a volte ai limiti del plagio. Ci sono laidi caratteri dalle sessualità deviate e plasticose
case in fiamme
e biciclette in fiamme
e televisioni in fiamme
spettacoli grandguignoleschi sempre in bilico tra l'incubo 
e il sogno
Così tanti elementi lynchani che diventano davvero troppi, e che danno da pensare. Perché se da un lato fa piacere pensare che Ryan non si sia dato al blockbuster muscolare e dal soldo facile (anche perché quelli gli sono riusciti sempre abbastanza male, vedi questa mostruosità qui) e abbia seguito un certo stimolo underground che gli ha fatto sempre accettare film lontani da quelli miliardari, dall'altro si fa davvero troppa fatica a credere che sia tutta farina del suo sacco, anzi si fa fatica a credere che sia farina.
Lynch è arrivato dove è arrivato in anni, anni e pensieri e incubi e psicanalisi e film e strade perdute (anche il titolo, Lost... Highways... River... sempre perduti sono questi luoghi che portano all'Altrove mentale e fisico) e insomma, non si diventa Lynch senza essersi fatto il proprio ventennio allucinatorio. Quindi, oltre a quello che potrebbe essere un omaggio limitato a qualche scena, o comunque ad uno stile che deve però poi essere "filtrato" dal proprio Io, qui Ryan non fa che ricalcare scene e sensazioni già esplorate da Lynch, sembra a tratti di vedere un supercut del "best of Lynch" fatto da un fan su YouTube.
Troppo per credere che davvero Ryan abbia maturato quel tipo di sensibilità, visto soprattutto che la sua carriera non è certo costellata di collaborazioni del genere - ripeto, senza nulla togliere alla carriera di Ryan che non è certo come quella di, chessò, Uolberg o Vin Diesel - davvero mi dici che tu la notte sogni gente scarnificata, parchi di divertimento sommersi, labbra maciullate con le forbici, locali infernali che lasciate ogni speranza o voi che ne venite fagocitati?
Si stenta a crederlo. 
Però c'è un dato, Ryan ha sicuramente imparato un'altra lezione importante, quella dell'amico Refn (sodalizio che ancora ricordiamo per quel capolavoro di Drive e quel disastro di Solo Dio Perdona): Refn è omaggiato sin dal poster - in questo caso però l'omaggio non solo è più sincero, ma di certo molto più credibile, va benissimo pensare che Ryan abbia imparato da Nicholas, i due ricordiamo erano pappa e cereali - e in ogni singola inquadratura, ogni singolo neon, ogni singola luce rosa, viola al limite celeste
E va benissimo, perché davvero poco si può dire alla messa in scena e alla regia, è solida e capace di creare immagini che lo stesso Refn commenta così:
E non si può essere più d'accordo, almeno sul secondo punto.
Forse se Ryan avesse lasciato perdere un po' Lynch sarebbe stato meglio, perché quando - troppo raramente - se ne dimentica e torna ad una dimensione più terrena e terribile, il film si riempie di energia. Parlo del personaggio meglio riuscito, Bully, un micidiale redneck che veste una giacchetta (smaccatamente figlia di quella di Drive) tutta lustrini e un ferro di cavallo come reggipalle
Personaggio da fumetto ma costruito molto bene e recitato meglio da uno dei Doc Who, quello con la faccia strana, questo qui:
Sono una bella coppietta, il diavolo e il Ryan santo. Chissà se Nicholas è geloso. Il suo Bully è spietato, esagerato, schizoide e al tempo stesso tragico, e rispetto a tutti gli altri personaggi è quello che rimane in testa, ne esce vittorioso
Il resto del comparto attori è deliniato (e dilaniato) da un protagonista troppo poco carismatico (il peggiore del gruppo, uno che avevamo visto in un serial di cui non ricordo il nome), la sempre tanta e tanto bella Christina - Joan di Mad Men - Hendricks, eccola a Cannes tra Ryan e il suo marito toporagno che veramente non si sa certe volte l'amore è strano ti fa innamorare dei toporagni
la ragazzina stramba di Hanna e Grand Budapest Hotel anche se non è più una ragazzina, un laidissimo cattivone a cui però piace anche ballare (altri omaggi a Lynch a Refn, un perfetto mix tra il pazzo ansimante Hopper di Velluto Blu e il thai cattivone che fa karaoke di Solo Dio perdona) e una quasi comparsata della mogliettina Eva, in versione "sono bella", la parte che gli riesce meglio 
(dice che torna in Fast & Furiousotto, dice, magari ci butta dentro anche Ryan che ne sai).
E insomma un esordio che vale la pena applaudire ma anche bacchettare, entrambe le cose per motivi abbastanza concreti, che stimolano la critica, ce ne fossero. 
Alla fine bràvo Ryan.
Senti Ryan... ti posso chiedere una cosa... lo so che è tanto che non lo fai...
Dai Ryan.. facci uno Sguardling...
Eddaieddaieddaieddaifacciunosguardling
Ok ho capito, non riesci più a farlo, sei diventato grande e regista
Ma lo sai che noi ti amiamo comunque, perché sei femminista, ami gli amici cani, indichi le persone e mangi i cereali. E allora ti festeggiamo con il tuo Sguardling più famoso
movie animated GIF
Intanto il bravo Ryan ha fatto anche una sorta di contest per scegliere il poster del film chiamando a raccolta vari illustratori
Eccolo mentre sceglie il vincitore.

E poi, colpo di scena, ecco la sua scelta. Il genio.
Il Tratto. Il Gesto. La Cromachia. Le Anatomie. I grattacieli (!?). Capolavoro assoluto. Poi però la produzione ha scelto quella fotografica. Pazzi.
PS. Per chi non avesse dimestichezza col concetto di Sguardling, vi invito e incito a leggere questo, e poi di corsa cercare qui a lato la cicitura Sguardling Time Machine.
Intanto Ryan si è dato alla vendita di MILLEKILIM porta a porta

Prey e Difetti

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Let Us Prey
Trama: Cotto il poliziotto scoprirà la verità

Ho visto un bel filmetto horror, cupo, gore al punto giusto, con la regia ispirata e gli attori in palla, e un finale senza lo spiegone idiota. Era Let Us Prey.
Che potrei anche finirla qui, tanto basta per consigliarvi un horror, che quelli buoni ormai sono merce più che rara, ma magari qualche altro cenno punto elencato val bene una recensione un po' più decente.
• Protagonista è quella valchiriona che risponde al nome bellissimo di Pollyanna McIntosh, che è questa cavallona qua
Ma che in effetti ricordiamo in queste selvagge vestigia: 
Era infatti la "woman" di The Woman, quel film capolavoro di qualche anno fa che mi chiedo perché ieri non ho rivisto quello invece di rivedere quel film con Russel Crowe che fa evadere la moglie McAdams incarcerata ingiustamente invece di scoparsi Olivia Wilde, come si chiamava quel film?
• La storia racconta di questa metafisica e mefitica presenza, un uomo taciturno che sorge, letteralmente, dai flutti e che, una volta arrestato e messo in cella, spingerà tutti quelli intorno a lui (poliziotti e altri carcerati) alla follia. È il diavolo? È un demone? È la Follia impersonificata? Il fuoco (che è un po' la metafora di Caciara) in cui tutto finisce ci fa presupporre che la risposta sia la prima, ma probabilmente è vero tutto, probabilmente è semplicemente il Male.
Fatto sta che è un bel personaggetto che inquieta - è recitato da uno di Game of Thrones - e mette l'inquietudine giusta.
• L'ambientazione irlandese dà un tocco originale al tutto, oltre al dialetto stretto, anche vedere un film dalla chiara impronta western/americana (gente bloccata una notte in una stazione di polizia, che può essere un saloon come il prossimo Tarantino o un diner con fuori dei demoni come quella minchiata di Legion)
• L'inizio del film, un quasi video musicale al ralenti con una musica che sembra scritta da Cronenberg è ammaliante. Forse non tutto il resto della regia è così ispirata, ma insomma, quell'incipit è un bel guardare.
• La profusione di scene gore vecchio stampo un po' vecchio film splatter un po' Clive Baker tipo queste fa bene qui
fa bene qui
fa bene qui
• In tutto ciò non si capisce perché abbiano usato quella locandina molto brutta quando in giro - non so bene se sono fan poster o prove di produzione - si trovano in giro cose molto migliori:
 

giùTub

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Hot Tub Time Machine 2
Trama: Bei film? Dove stiamo andando non c'è bisogno di bei film.

5 cose che sono comunque migliori di vedere il seguito di Hot Tub Time Machine, che già era una cagata di proporzioni astronomiche.
1.
Ascoltare tutta la discografia di Fabio Concato in una camera  insonorizzata. Con le cuffie BOSE. Due volte di seguito.
2.
Essere il figlio di Sgarbi:

3.
Rivedere le filmografie dei tre attori protagonisti, separati, uno per volta. Sono loro:
e so benissimo che non sapete chi sono. E vi invidio.
4.
Vedere lei vestita:
5.
Fare un cineblog dove ogni giorno mettere una recensione di film come questo che sono riassumibili in una sola e singola definizione:

Dr. Jekyll & Mr. AIDS

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It Follows
Trama: Nuove derive dello stalkeraggio

Ne esistono pochi di horror così (e se vogliamo più in generale di film), horror capaci di raccontare la maledizione, la paura, l'angoscia, capaci di muoversi tra le pieghe sudate e tese del palpito incapace di trovare un suo ritmo pacato, film del terrore che lasciano le spiegazioni finali agli insicuri, le improvvise sorprese da crepacuore ai teen horror, che abbandonano il personaggio del serial killer dai trabocchetti complicati ai franchise annoiati, gli zombi deambulanti alle mode in TV e lasciano risibili metodi registici (leggi Telecamerina) agli insicuri.
Sono gli horror che ti fanno amare il genere, e ne escono pochissimi; se ne contano sulle dita di una mano a cui è stata mozzata qualche falange. Dell'ultimo decennio vale la pena citare Deadgirl, The Loved Ones, The Human Centipede, Calvaire, Dream Home... film che arrivano dritti al vero significato di horror, film preziosi. Non è facile angosciare, stringere le coronarie con mani invisibili, far sudare le mani, disseccare le fauci.
È questo l'horror, quella sensazione di inquietudine potente che ti segue anche dopo la parola fine.
It Follows è uno di questi. La trama arriva al punto in brevissimo tempo, e il punto è un'idea (seppure mi sembra di ricordare qualcosa di simile, e qualcuno mi cita TRAMA di Rathiger, anch'esso con forti rimandi al Black Hole di Charles Burns) che si racconta da sola: fai sesso con qualcuno e da quel momento un essere che puoi vedere solo tu, che può assumere le fattezze di chiunque, fosse anche una vecchia, un gigante, un bambino, una ragazza tumefatta, tua madre


ti seguirà per sempre, fino a che non ti raggiungerà, e ti ucciderà. E ti ucciderà così (spingi solo se non ti interessa lo spoiler, perché è una bella scena che vale la pena non rovinare).
E quindi dal quel momento non puoi far altro che guardarti le spalle
e sospettare di chiunque ti stia venendo incontro, devi fuggire anche se sai che non servirà a nulla, che quello, camminando piano, camminando sempre, ti raggiungerà, oppure rinunciare, fermarti e aspettare l'inevitabile, con un pensiero, inutile palleativo, a chi ti ha attaccato questa "maledizione", il fatto che la creatura, quando avrà finito con te, tornerà ad seguire quello che te l'ha trasmesso.
L'essere non corre come un T-1000, non ti spunta dal letto come Freddy, non ti insegue con una motosega rotante, non ti mangia con un chianti e un bel piatto di fave, l'essere cammina, dritto verso di te, piano, quasi calmo, senza fretta. Puoi fuggire, puoi prendere l'aereo più veloce del mondo e rifugiarti sul cucuzzolo della montagna più alta, ma lui arriverà, inesorabile, spietato, inquietante, sempre al centro dell'inquadratura dei tuoi occhi.
L'unico modo che hai per liberartene è passare questa inesorabile e spietata "malattia venerea" a qualcun altro, scopandoci. 
Raccontando la trama sembra quasi una trovata geniale di una qualche associazione che professa l'importanza dell'astinenza, ma il discorso profondo - forse non così profondo - è più una riflessione sull'amore, sul sogno intrinseco che pervade ogni conoscenza fisica, che per quanto ce la raccontiamo ha sempre una speranza nascosta, quella di trovare la perfezione. E il film dissolve ogni sogno: l'amore non ci salverà, anzi, ci farà impazzire di paura, ci riempirà d'angoscia, e alla fine ci farà a pezzi.
La regia è tra le più ispirate di questi primi mesi del 2015, con movimenti di macchina che ricalcano spesso il Van Sant di Elephant, ma in un doppio intento riuscitissimo, da una lato (dietro) la minaccia costante che ti sta per ghermire, dall'altro (davanti) un futuro che forse non raggiungerai mai. E carrellate circolari avvolgono la realtà quotidiana della tipica ragazza americana ormai rovinata da quella ragazza con la cartella che cammina verso la camera, la camera gira a 360° e ogni volta quella ragazza è più vicina, sempre più vicina, sempre più vicina.
It Follows è un film da vedere, è uno di quegli horror che diventa visione necessaria anche per chi gli horror "non mi piacciono gli horror", è un gran film tesissimo e diretto, scarno di "americanismi" e nello stesso tempo americanissimo (il gruppo di teenager alle prese con un mostro, la provincia, le casette coi giardinetti, i giri in macchina, la scuola). 
Tra i protagonisti quello sfigatello che si fece notare qui, ora cresciuto così
ennesimo esempio (tra cui annoveriamo Neville Paciock e Glenn di Mad Men) del "c'è speranza per tutti".
Viene da chiedersi se il monito del film è dunque no more casual sex. Tinder andrebbe fallito. Ma la questione è sicuramente meno banale, nonostante la componente sessual-educativa non sia cosa da poco. Lo dimostra anche la promozione:
Che dire, a noi Lupo Alberto e gli aloni rosa tutto intorno, ai teenagers americani i film horror.
Alla fine, passata la sudarella, ci si inizia a chiedere se un diverso atto sessuale possa definire quello che la creatura - ma è giusto averla chiamata creatura tutto il tempo? È un demone? Un fantasma? Un alieno (non sarebbe il primo che usa il sesso per i suoi comodi)? - per esempio un rapporto orale cosa definisce? Che quello mi raggiunge e mi strappa la bocca? E se faccio solo del petting? E se invece ci andassero di mezzo le terga? E se lo fai due volte? Si passa e poi ripassa a quello che ce l'ha passata? Un preservativo ci salva? E, peggio ancora, se invece di una scopata, ci faccio l'amore? Lì sono davvero cazzi acidi. Appunto.

L'immaginario grafico e sonoro del film, colori al neon in primis (niente che non sapessi sil dal 2009, quando ho creato il neonlogo di CB) e colonna sonora che sembra arrivare (cassa) dritta dritta dal 1986, più precisamente da un film di Carpenter

segue il trend definitivo degli ultimi anni (The guestLost River sono solo gli ultimi due esempi, il primo ha anche la stessa protagonista, un clone di Amber Heard) e ovviamente titilla la visione degli illustratori:

She'll be back!

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Maggie
Trama: Little Mort Sushine

Zombi. ZombiZombi. E se lo scrivessi altre cento volte potrei mettere altri cento link, e sarebbero tutti link a post diversi, e sarebbero tutti post degli ultimi cinque anni. Precisamente da quando quella serie TV che non ci piace (tratta da quel fumetto che invece ci piace tantissimo) è divantata un fenomeno da 30 milioni di spettatori.
Lo zombi vende, svende e regala. Zombie is the new vampire, ed è destinato a durare, perché nonostante ormai ci siano in giro un sacco di cazzate, la figura dello zombi si è talmente radicata nell'immaginario che non se ne andrà più.
Vale la pena ricordare che la Guida per sopravvivere agli zombi io ve la regalavo già anni prima di questa epidemia, tanto per far vedere che non mi ha colto impreparato.
Ultimo (ma ormai ne esce uno a settimana) ad essere stato colpito dal virus zombi è il grande Arnie.
Riassumendo Arnie: mille vite, molto meglio di Sly, culturista/attore/politico e poi fai la giravolta falla un'altra volta grande ritorno come attore per la nostra felicità con film mediamente decenti tipo questo e questo, ma facendolo riassumere da lui medesimo:

Maggie è un film zombi di quelli un po' autoriali, di quelli che non ci racconta di braccia strappate, di orde fameliche, di ammazzazombi armati di katana, piuttosto sceglie l'approccio intimo (e a dire il vero a tratti anche un po' rompicoglioni) di un virus che si fa strada in maniera un po' diversa dal solito: te lo prendi e invece di trasformarti in poche ore ti ci vogliono settimane, quindi passi un sacco di tempo a vedere il tuo corpo marcire piano piano, a capire che stai morendo, insomma molto vicino ad una malattia terminale, che già è straziante, ma peggio alla fine non morirai, diventerai un non-morto.
La lentezza di questa virulenza ha permesso - nel film - alla società di non essere colta impreparata, quindi nessuna apocalisse, ma dei centri di raccolta malati che diventano dei veri e propri lazaretti.
Arnie è il padre di Maggie, e Maggie è malata. Abitano in campagna. Il film è tutto delavè, quasi fosse passato tutto sotto il filtro Instagram che piace alle ragazze romantiche (non quelle rock che invece mettono tutti i colori supersaturi), e il passo è decisamente lento: si parla, poi si passeggia un po' tra i fiori, poi ci si taglia un dito andato in cancrena, poi si fa un falò sulla spiaggia al ralenti. Insomma più The Road che 28 giorni dopo.
A quel punto Arnie decide di vivere gli ultimi giorni di vita della figlia prendendosi il rischio e sapendo che sarà suo ingrato compito evitare di farla finire in quarantena.
L'ultimo padre che si comportò così non ci fece una bella figura.
Non piacerà ai cultori dello zombie-movie movimentato, quello con le budella di fuori e le mani con le unghie spaccate che si infilano tra le porte semichiuse, ma c'è del buono; diciamo che il Chicken è un pochino un regalo alla decisione di Arnie di non partecipare all'ennesimo zombie movie di quel tipo, questa seconda parte di carriera di Arnie è da lodare.
Certo ora ci aspetta questo:

e chi lo sa che la figura dello zombi non la faccia lui.
Maggie è interpretata da Little Miss Sunshine, che purtroppo è una mezza cagna, ma quando alla fine appare tutta zombata un po' di impressione la fa.
Intato dallo zombiverso (che tradotto per i produttori è il soldoverso) arriva questo

SpinOff di Walking Dead. Questa cosa degli spin off sta prendendo piede. Che si possa sperare in un Sally? O magari proprio un Maggie? Versione zombie come i toys che hanno fatto veramente:


Io intanto continuo a sognare un film tratto da questa illustrazione qui:
Cover di Josh Cocran del libro che tenta di dare una risposta a una delle grandi domande dell'umanità: sono meglio gli zombi o gli unicorni?

Omino Ufo

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Extraterrestrial
Trama: Alien in the Woods
TI pensavi che era l'ennesimo horror Telecamerina di ragazzi che incontrano gli alieni (quando sappiamo che questa trama è già stata portata allo zenith intergalattico da Explorers, i ragazzi ovviamente erano gli esseri verdi teledipendenti e gli alieni Ethan Hawke e River Phoenix)... e infatti avevi ragione, è proprio l'ennesimo horror di ragzzi che incontrano gli alieni, però la telecamerina è ridotta all'osso, lo sappiamo tutti che Telecamerina è morta, ogni tanto resuscita, ma sostanzialmente è morta, e se ne sono accorti pure le produzioni più balzane.
Il malcelato omaggio a X-Files (c'è addirittura l'uomo che fuma, non solo gli alieni, le luci accecanti fuori dalla finestra e le "adbuction" con il raggio luminoso che ti solleva da terra) è organizzato proprio come fosse un remake di Cabin in the Woods: cinque ragazzi (la vergine, lo scienziato in questo caso donna, lo sportivo, la troia e il joker) arrivano in una casa nel bosco e poco dopo arrivano gli alieni che evidentemente avevano prenotato la stessa casa pure vatti a fidare delle agenzie, ma proprio quelli dell'Area 51, quelli alti alti col testone e le braccine magre magre e magnatella 'na cosetta. Questi insomma:
Il film(accio, ma non sempre sempre... qualche cosetta si salva ma non vale la pena concentrarsi su quello, tanto è roba già vista) è quel tipico mix di generi - come quando l'altr'anno hanno fatto l'horror che mischiava i film di paura della famiglia tranquilla nella casa nuova dove invece dei fantasmi erano gli alieni - che è sempre il rifugio sicuro di chi per forza vuole fare un film anche se nessuno ne sentiva la mancanze e fa solo un gran pasticcio. 
Insomma gli alieni sono talmente vecchio stile che fa strano pensare che abbiano deciso in un film del 2015 di usare una tipologia di alieno così classico, se pensi che siamo arrivati a questi o questi, ma ovviamente loro avranno pensato che era molto intelligente e originale usare la tipologia di alieni classicona, invece l'effetto è quello che fino alla fine del film non ci credi che sono alieni veri, anzi pensi che siano umani mascherati, invece no alla fine sono alieni veramente con tutte le loro manie di rapirti e farti questo:
E INVECE GLI ALIENI SONO FURBI! Assumono le forme più disparate, non solo Micheal Jackson! E infatti nel film è palese che non ci sono soltanto gli alieni anni sessanta, no, c'è anche quel tipo di alieno che si confonde tra la folla
che è sportivo
che ti risponde al servizio clienti di Fastweb
che mangia sano
che va all'EXPO
che ti incastra la vita con i prestiti a tasso agevolato
che ti offre un caffè ma attento chissà cos'ha c'ha messo dentro
che trovi persino sulle M'n'M che ti compri a fine primo tempo
ESATTO! SONO I TERRIBILI CINALIENI! Anche conosciuti come La Cinese di Shutterstock.
Se fate un qualsivoglia lavoro creativo saprete che c'è un sito, che si chiama Shutterstock, che da anni è in mano a questi cinalieni, che spuntano fuori in ogni dove, e, con la scusa di vendere foto per pubblicità, giornali, packagin', in realtà riescono a far stampare agli umani le loro effigi su affissioni stradali, quotidiani, siti internet. 
SONO DAPERTUTTO! SONO TRA DI NOI! SONO UNA CASTA! E.T. TELEFONO CASTA!
E sapete perché i miei attenti studi sui Cinalieni mi hanno condotto a queste importanti conclusioni? Perché in questo film ho avuto la riprova che il loro alienato piano sta riuscendo, se sono arrivati anche ad Hollywood (o nei paragi), ed eccola qui:
Esatto! Un terribile cinalieno fa finta di essere la figlia "scomparsa" del capo della polizia nel film (peraltro più che caucasico) e appare per ben quattro/cinque volte a ricordarci che prima o poi la Terra sarà loro. E saranno tutti uguali, sorridentissimi e cinesi.
Dal canto mio, finché sarò un broccolo umano libero senza oggetti oblunghi che mi studiano il deretano (no, i calcoli non si estraggono da lì. Lasciamo perdere dai...) non perderò il mio tempo preziono vedendo film di alieni più assurdi di quella volta che si mascherarono da Pippo Franco:

e lo userò sempre nel migliore dei modi, il famoso incontro ravvicinato del primo

del secondo
e soprattutto del terzo tipo

2x1 • The Lazzarett Effect

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Mi sono visto due film horror con la stessa locandina che però una è giovane e una è vecchia. 
In quella giovane c'è quella bella ragazza che risponde al nome di Topa Stellare come cacchio fai a stare con quello scemo delle commedie idiote e regalargli anche dei figli Olivia Wilde
The Lazarus Effect
Trama: Lazzaron Effect

Che non c'entra nulla con il Butterfly Effect ma invece è praticamente il remake apocrifo di Linea Mortale. Infatti ci sono Topa Stellare ma ti ricordi quella volta che ci siamo incontrati a New York e ci siamo innamorati? Olivia Wilde, Duplass, questo co 'sta faccia da sberle
uno del Mumble-cosi che ormai io li odio anche quando li vedo in film che non sono Mumble-cosi perché hanno ancora attaccati alla faccia quella spocchietta indie di chi si credeva di aver trovato l'alternativa ad Hollywood come a dire noi non abbiamo bisogno dei vostri soldi abbiamo quelli di mamma e papà, e poi guarda caso te li ritrovi tutti nei film hollywoodiamo senza colpo ferire, e i ringo boys:
(Da non notare uno sprecatissimo Quicksilver quello bello), che sono dei medici che provano attraverso una sostanza lattiginosa iniettata nel cervello di un cane morto a riportare la gente in vita, e ovviamente non si scappa dal solito adagio "giochi a fare Dio".
Il cane effettivamente si risveglia, ma gli prende la sindrome Cujo. 
A quel punto, dopo che Topa Stellare sempre lei che anche se hai la pelle un po' screpolata Olivia Wilde 
ha avuto un incidente mortale durante un esperimento, che puoi fare se non risvegliare dalla morte anche lei anche se un minuto prima il cane aveva provato a mangiarti la faccia? La riporti in vita sì, quella i morti li resusciterebbe, perché allora non resuscitare lei
Peccato che ovviamente - Linea Mortale docet - non è che puoi tornare dalla morte senza portarti neanche un souvenir, tipo chessò, un demone che ti possiede e uccide tutti, eh.
Ma guarda Olivia tu puoi essere posseduta da chiunque io non sono geloso basta che la sera torni a casa a farti possedere da Broccolo tuo.
La recensione finisce qui, perché il film è talmente breve e talmente imbecille che non ti lascia neanche in bocca quel tipico sapore acidulo ma anche gustoso di Top...  odio verso l'ennesimo horror gettato alle ortiche.
E pensare che è riuscito a trovare la sua via per la distribuzione italiana. Si vede proprio che sta per arrivare l'estate. Sai anche da che si vede? Da questa foto qui:
L'altro film, che invece dubito troverà la via per arrivare nelle nostre sale, e con la copertina uguale ma con la vecchia ma la parola EVIL che non può mancare mai, è:
The taking of Deborah Logan
Trama: Malata di Ammazhaimer

Capiamoci, Telecamerina è morta, l'abbiamo detto poco tempo fa e lo ribadiamo, ma sarà un processo lungo e faticoso liberarci definitivamente da questo tipo di film: costano poco, puoi essere anche un regista di merda e nessuno se ne accorge (ma se sei bravo ce ne accorgiamo eccome, anche se usi Telecamerina); facciamocene una ragione, passeranno anni e anni, è così invitante per i produttori poter spendere così poco per attori e macchinari e contare su uno zoccolo duro di spettatori che li vedono ancora (e magari poi ne scrivono sui loro cineblog, che pazzoidi...) che il gioco varrà sempre la candela.
Questo ToDL si insinua tra il senza infamia e il senza lode, ovviamente è pregno degli elementi risaputi di questo tipo di film: inizio film a mo' di intervista, passaggi pacati, anche un po' di noia, poi una o due apparizioni tipo BU!, poi un trucco spaventoso che non sai se è l'orrore o l'errore della Telecamerina, poi il finale con movimenti di Telecamerina da malditesta e luce verde notturna, ma guadagna qualche punto di originalità nel tipo di possessione a cui assistiamo, che all'inizio è mascherata come discesa nell'Alzheimer (ben distante da quella di Julianne) e invece è possessione, ma non demoniaca, si tratta invece di...
Il più grande pregio del film sta nella protagonista, che si impegna non poco a spaventarci e in alcuni passaggi ci riesce eccome
anche aiutata da un effetto speciale che piacerà a Guillermo Del Toro
Questi dei bei concept del mostro, certo un tantinello spoilerosi, ma guardiamoci in faccia: lo so io e lo sapete voi, non vedrete mai questo film quindi non vi frega nulla se vi metto delle cose che vi rovinano il finale, anzi siete contenti di vedere l'unica cosa per cui varebbe la pena e risparmiare del tempo, in fondo siete qui per questo no, lo so io lo sapete voi.

Mad (About) Max

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Mad Max - Fury Road
Trama: CHE FICATA! CHE FANTASTICA FICATA!


Un film che insegna a tutti come fare Cinema, questo è Mad Max.
Sono due ore, 120' secchi, e passano come un'auto velocissima al traguardo in un chilometro lanciato, e si tratta pure di una macchina modificata, le hanno tolto il pedale del freno. E tu ci stai sopra (ma anche sotto, di lato, dentro) e non puoi che urlare CHE GIORNATA! CHE FANTASTICA GIORNATA!
E una fantastica girata è quella di Miller, un regista che riprende in mano il suo franchise più famoso dopo parentesi lontanissime e animalesche come Babe e Happy Feet, capite? Prima la post-apocalisse della prima trilogia, poi i maialini e i pinguini, e ora di nuovo altre tipi di bestie: gli uomini, da sempre i più animaleschi di tutti. Orwell gli fa un baffo.
Ma aspetta, il ragionamento pseudo-intelligente che sembro voler imbastire si frantuma all'istante quando si scontra col FOMENTO iniettato di adrenalina, stupore adolescenziale e totale propulsione a tutto il mondo di MM Fury Road: è un mondo schifoso in cui stare, in cui davvero solo i folli possono sopravvivere, o avere una parvenza di vita, se vita si può chiamare viaggiare in macchina senza meta in fuga perenne da gente altrettanto pazza che se ti prende, per dirne una, ti usa come sacco di sangue per la sua trasfusione, ma al tempo stesso è un mondo bellissimo, almeno sullo schermo.
Fury Road non si ferma MAI, e questa è la sua forza, non c'è un attimo di tregua, forse due momenti che ti fanno riprendere fiato da un'apnea forzennata che ti fa venire il sangue al cervello e pompare il cuore più forte, necessari, per poi riprendere la corsa ai confini del mondo, l'arrivo non c'è.
Il background fortissimo del film, il mondo in cui derapa, è forte sì dei tre film precedenti, ma rimane tanto ampio quanto stratificato ed è un miracolo, una mosca bianca (o una pecora nera, o un nero albino, quello che volete, l'anomalia genetica, quando non la deformità, che abbonda nel film) nella cinematografia contemporanea: MM-FR non deve spiegarti nulla, non deve ricorrere a mezzucci per presentarti questo o quel carattere, ognuno ha il suo passato e lo senti, glielo leggi negli occhi, nelle cicatrici, negli arti tronchi, nella pancia gravida, nelle rughe feroci. Non troverete la classica scena in cui Max arriva in questa deviata società apocalittica in cui il jolly di turno gli sciorina l'organizzazione in classi (sostanzialmente due: il ditattoriale Immortal Joe, questa gradevole personcina

e tutti gli altri), in cui gli mostra le stanze del latte e quella delle mogli, in cui gli spiega come siamo arrivati a quel punto) niente spiegoni, bastano le immagini. Le immagini e l'elemento che troppo spesso viene dimenticato da registi e sceneggiatori: il cervello dello spettatore. Quello è il motore, le immagini la benzina. Dai la benzina al motore e vedi come va.
MM-FR non ricorre ai mezzi quindi, ma a mezzi che si rincorrono. Per tutto. Il dannato. Film. Questi splendidi e schizzoidi locomotori qui:
Che - è fondamentale tenerlo presente - sono tutti perfettamente funzionanti, non sono creati al computer. Neanche uno. Queste scene non vengono uguali quando le fanno al computer
E le macchine come in (quasi, non ho ancora parlato del settimo Fast&Furious, lo so) nessun altro film sono carapaci di lamiere che interpretano ognuno il suo ruolo, tutt'uno con i loro guidatori. L'imponenza del cingolato, l'agilità della moto, la pericolosità del porcospino, l'inutilità della motocicletta (ecco, questo continuo a non spiegarmelo, che usi affà la moto se poi devi andare contro un monstertruck? Misteri...). Per tutto il film capisci che la lezione di Duel non solo è stata digerita da Miller ma è stata rivomitata con un'aggiunta di materia organica e meccanica incandescente. Corpi e lamiere, una cosa sola.
I protagonisti sono tutti, tutti nessuno escluso, semplicemente perfetti.
Da Tom Hardy, che lasciatemelo ripetere, è il meglio fico del mondo in giro. Vogliamo parlare di come sta? Sta così:

Ma non basta essere bellissimo a Tom, è anche un attore capace di recitare - e sottolineo recitare - per mezz'ora con una museruola metallica in faccia (l'ultimo che era riuscito in un'impresa del genere era... Tom Hardy in Dark Knight Rises)

e poi quando la leva, così:


raggiunge l'apoteosi della sua dolcezza mista a machismo, un mix da sturbo. Ah, se fossi omosessuale, quanta felicità mi darebbe nelle notti solitarie.

Vabbèddai vorra dire che penserò a Charlize, che è sempre di una bellezza disarmante, ma qui. Mio. Dio. Una guerriera - forse la vera protagonista del film, quasi un passaggio di consegna uomo-donna, Max-Furiosa - della strada che svetta su tutti i personaggi femminili degli ultimi anni, è la Ripley degli anni 2000, facciamocene una (piacevolissima) ragione.

E abituiamoci già da ora a vedere in giro (ad Halloween come nelle fiere di fumetto come pure per strada) mille e mille cosplayer di Furiosa, perché oltre al character assolutamente perfetto - testa rasata, fronte dipinta di grasso come una guerriera antica, un braccio meccanico, mises da Burning Man - Furiosa è un totem di femminismo, un'eroina virtuosa, che prende, letteralmente, il totem fallico di Max (il fucile) e lo trasforma in un'arma femminea. Insomma non è una donna con le palle, come si suole dire, è una donna fortissima di suo che di palle non ha bisogno. E merita già una galleria illustrata tutta per lei (con tanto di Tara McPherson):
Il passaggio di consegna è completo: da Mel a Tom
e da Tom a Charlize.
E il femminismo di questo nuovo Mad Max si respira fortissimo. Tutte le donne del film, dalle spose Spice Girls (oh, so' le Spice! Nell'ordine da sinistra Baby, Scary, Sporty, Posh (bionda vabbè), Ginger)




(Sì. È Megan Gale. Comm'è bell' Meganghell'. Comm'è bell' Meganghell'.) che si liberano delle loro cinture di castità

Alle stupende vecchiette guerriere femministe e frikkettone

sono tutte le donne che vorremmo esistessero nella nostra vita.
Per arrivare al clamoroso Hoult nei panni di Nux

Un personaggio importantissimo, che esalta la singolarità e la definizione del sè: alla partenza è uno dei tanti tirapiedi di Immortal Joe, carne al macello pronta a sacrificarsi per il proprio despota dipingendosi i denti di nitrato d'argento, alla fine è un uomo, capace di un sacrificio più nobile.
E poi ci sono i cattivi, cattivissimi, estremi, deformi nel corpo e nella mente. Anche di loro sappiamo poco, ma si portano dietro un immaginario così forte ed estremo da imporre con la loro sola presenza tutto il loro passato sbilenco. Gigantismo, elefantiasi, modificazioni corporee, respiratori, cannule, tutti pazzi. E di ognuno vuoi sapere la storia, il nome. Ad esempio vi sfido a non immamorarvi pazzamente del chitarrista capocordata motivatore della carovana infernale, lui

E la cosa ancora più bella è sapere che ognuno di quei personaggi ha una storia. Non raccontata, ma ce l'ha, ed è questo che lo rende fortissimo anche se non dice una parola per tutto il film. LA sua è questa:
Così si creano i mondi, dando ad ognuno un nome, un carattere, una storia, anche a chi appare un secondo. L'ultima a farlo è stata le Rowling.
Mad Max racconta il peggiore dei futuri possibili, un futuro in cui alle masse tumorali gli si dà un nome e gli si tatuano sopra gli smile, dove il concetto stesso di futuro è stato spazzato via dalla mente umana, bisogna vivere come se ogni secondo di vita in più è un secondo guadagnato, ma maledetto, perché è un secondo in più nell'inferno.

Sai chi si meriterebbe di vivere in un mondo così? Lei.
Il miglior film del 2015 so far. Girato da un uomo di settanta anni. 70. Che già davamo per rincoglionito ai tempi dei pinguini ballerini (che comunque era un gran bel film.) e che invece arriva e insegna a TUTTI (e voglio dire TUTTI) i giovani registi di action viventi cos'è il Cinema. 
Un settantenne che come ogni settantenne ama circondarsi di fighi

Per poi riempirli di cicatrici, tumori, mettergli la museruola, amputargli le braccia.
Io intanto già pensando a chi farà il Po(p)ster il prossimo dicembre. Mentre l'immaginario collettivo illustrato si è già scatenato:
Sai a cosa penso anche? A questa scena:

ma invece delle automobili pazze del film, con quelle famose di altri film come in una wacky race chickenbroccolesca. Ecco chi vorrei:
car animated GIF

E guidare l'ordalia roboante? Ma CB ovviamente! La Macchina ce l'ho già:
CHE RECENSIONE! CHE FANTASTICA RECENSIONE!

Dea Ex Machina

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Ex_Machina
Trama: Hex

C'è un grande problema coi film basati sulla creazione di un'intelligenza artificiale che assume caratteristiche umane come amare, odiare, diventare un accollo, film che ci raccontano un futuro non troppo lontano in cui l'uomo è circondato da connessioni tecnologiche ormai date per scontate pure nelle nei citofoni che ti chiamano per nome. Il problema nasce dallo sforzo di raccontarci questo futuro pazzesco ma al tempo stesso molto possibile, film che ci parlano di domani, e sembrano fatti ieri, anzi anni fa. Non rappresentano più una visione originale, di quelle che ti dici "madonna che flash", anzi ti dici "ancora? Ma non l'ho già vista in Her questa storia? Non l'ho già visto in Io, Robot quel design? Non le ho già sentite in Prometheus quelle filippiche filosofiche n'omo/n'robot/? Non l'ho già incontratio in Eva e in Humandroid quegli inventori geniali che si "innamorano" delle loro creature e alla fine si sentono Dèi?
Sono le dinamiche sempre uguali che stanno diventando noiosissime, sai già come andrà finire, che 'st'A.I. farà vedere i sorci verdi al suo creatore; quindi quando leggi sulle critiche cose tipo "blowing mind", "terrific vision", "original" non credi a una sola parola.
Allora. Ci sta Ava che è una robotta, col il corpo di un eMac e la faccia (solo quella) splendida di Alicia Vikander, lei
che già avevamo adocchiato qui. Che però vediamo tutto il tempo così
Al posto del cervello ha un HD a forma di Golia Active Blu gigante
Il suo inventore deve fare il Test di Turing (Turing anyone?) alla sua creazione: si tratta di far parlare un umano con il computer e se l'umano non capisce che sta parlando con un computer il test è superato. Il fatto che abbia scelto di fare un robot donna mette in seria discussione il test, avete mai provato a capire i ragionamenti di una ragazza qualsiasi? Tipo che ne so: dobbiamo pulire casa perché oggi viene la donna delle pulizie. Cose così.
L'inventore è intepretato da Oscar Isaac con la barbona, nano e fisicato
chem con fare tra il misterioso, il manipolatore e il... deficiente
fa entrare nella sua magione di design il pinguano scelto per fare il test, che è quell'insulso peldicarota di Domhnall Gleeson 
Uno che oh, proprio non riesco a farmi stare simpatico mai, non mi stava simpatico qui, non mi stava simpatico qui. Non riesce a starmi simpatico mai, neanche se penso che roboto c'è stato anche lui medesimo.
Il vero Test di Turing ovviamente lo stanno facendo allo spettatore. La sorpresa finale è scontata, e lo sarebbe stata anche se avessero fatto un passo in là nella sorpresa, anche due passi, anche tre... insomma non c'erano molte possibilità di sorprendere davvero lo spettatore, che nei meandri di una sceneggiatura troppo verbosa e mai veramente incisiva (i concetti uomo vs macchina sono troppo sentiti! Basta!) ci si chiede per tutto il film chiè il robot nascosto che tanto inevitabilmente sai che c'è. 
Ma noi siamo intelligenze naturali (soprattutto io, che nasco da un campo di broccoli), non ci freghi. L'altro robot oltre ad Ava è...
A proposito! Non mi fregate neanche voi direttori del cast! CASTA DEL CAST! Spiegatemi perché mi ritrovo Oscar e Domhall qui e tra poco anche in Star Wars? C'è qualcosa che non mi quadra! Avete fatto due al prezzo di uno ammettetelo! CAST AWAY!
Lo sai che sarebbe stato veramente inquietante, che quello creava una robotta che aveva tutte le personalità delle tue Ex mischiate nel cervello e tutti i ricordi di tutte insieme e poi ti ci chiudeva in una stanza e tutte in un cervello solo ti facevano tutte il culo quadrato! Come il tavolo dove si siede Hugh Grant in uno dei quattro matrimoni. Paura.
Un paio di illustraposter migliori del film
C'è una cosa interessante che hanno fatto per lanciare il film, un sito dove Ava ti fa il ritratto poligonale. Io ho fatto il mio
Voi il vostro lo fate qui.

CB ANTEPRIMA • Tomorrowland

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Tomorrowland
Trama: Gruppo spilla

Dopo aver tratto dei film dalle giostre famose di Disneyland (La casa stregata, la serie Pirati dei Caraibi e a quanto mi risulta faranno Space Mountain, di cui personalmente ho due ricordi: il primo datato 1996 con me in inter-rail e un mio amico a farlo tre volte di seguito urlando TO THE INFINITY AND BEYHOND! e a fare le corna a quelli davanti il momento della foto ricordo finale e l'altro datato 2013 con me che lo faccio una volta e esco barcollanto con lo stomaco che mi esce dalle orecchie e giuro di non farlo mai più in tutta la mia vita che tanto in quel momento stavo pensando che sarebbe finita da lì a dieci minuti), adesso fanno i film direttamente dal parco giochi tutto intero.
La passione di Disney per i parchi giochi l'abbiamo già sviscerata qui. Lui ci credeva proprio che avrebbe creato il mondo del futuro, altro che fiabe. Con la scusa dei parchi faceva delle prove generali di società perfetta.
Ora Brad Bird - quello de Gli incredibili, Il gigante di Ferro, Ratatouille e M:I4 - fa il film su Tomorrowland, che è questo parco futuribile qui:

che non era quello di ridere dei cartoni animati come Disneyland, ma piuttosto una roba che secondo Walt doveva essere il mondo nel 1986. Aveva sbagliato di pochissimo:

Ora. Fare un film da un parco di divertimento è come trarre un film, che ne so, da una scatola di cereali, hai sì un immaginario ben definito da cui partire, ma devi inventarti tutta una storia intorno, altrimenti diventa un video promozionale.
Sapere che il regista fosse lo stesso Brad Bird che ai bei vecchi tempi andati americani aveva dedicato non una ma due dichiarazioni d'amore (il Gigante di Ferro tutto il film e tutta la prima parte di Incredibili) lasciava ben sperare. Peccato che il film lisci (non alla grande, ma liscia) sia l'apparato immaginifico che la storia. 
Questa è la Tomorrowland del film:


Bella per carità, ma troppo vista (non solo perché è una visione vecchia di 70 anni), parlo di tempi più recenti. Ad esempio questa è la città che si vede nei Guardiani della Galassia

e questa in Jupiter

Pare di vedere lo stesso quartiere della stessa metropoli tutta curve e giardini.
Il giro che ci facciamo in Tomorrowland con la protagonista qualche invenzione carina la riserva (le piscine sospese) ma a parte che la vediamo pochissimo (l'intento era quello di ripetere lo stupore di Marty McFly quando arriva a Hill Valley 2015, invece tutto il resto (treni volanti, vestiti astrusi, robot) sa di vecchissimo nel giro di cinque minuti in piano sequenza finto con mille tagli evidentissimi.
Poi c'è la storia, quella "piccolissima" cosa che, ma guarda un po', da sola può risolevvare qualsiasi film. 
Ovviamente da un film Disney - che peraltro si chiama come un suo parco (=soldi) famoso - non ti aspetti una visione malata alla Cronenberg o estrema alla Matrix, film per famiglie facevano, film per famiglie fanno, film per famiglie faranno sempre, ma ci sono film per famiglie e film per famiglie. Posso scrivere un'altra volta film per fam... ok no.
La storia è avventurosa e accondiscendente: una giovane ragazza ottimista viene scelta come ultima speranza per l'umanità di fermare un countdown verso la fine. Per spiegarle bene la cosa le fanno trovare una spilletta. Quando tocca la spilletta, appare questa dimensione parallela chiamata Tomorrowland

Bello. Ma magari un foglietto d'istruzioni non era meglio? Comunque all'anteprima mi hanno regalato la spilletta. 

Io l'ho toccata la spilletta ed è successa una cosa incredibile:

Portentoso.
Insomma una volta toccata la spilletta inizia l'avventura tra inseguimenti, men in black robot, astronavi e un senso di deja-vu troppo forte per non essere notato.
Ci sono due scene che vale la pena salvare. Lo scontro nel negozio di memorabilia che è un divertimento nerd con tutti i pupazzetti che saltano in aria, da quelli evidentissimi di Star Wars a quelli del Gigante di Ferro; per fortuna non ci sono quelli rétro dello stesso film di cui stiamo parlando perché fanno cagarissimo:

(George giocattolo. Toy George.) e la fuga dalla casa supertecnologica molto divertente e fracassona

Il resto langue tra un George Clooney forse mai così sotto tono, un Dottor House cattivo ma non troppo, effetti speciali alle volte un po' dubbi e un vago senso di sonnolenza pronto ad attaccarti alle spalle. 
Una grande occasione persa, molto grande perché gli elementi in gioco (Disney + Bird + Clooney) erano molto interessanti e stratificati abbastanza per farne materiale con ben più letture che una soltanto; esatto, il film ha una sola chiave di lettura, la lezione Pixar se l'è un po' dimenticata Brad.
Il fatto che anche qui ci sia un'intelligenza artificiale senziente e innamorata lo tralascio, non fa neanche più trend.
Oh, fermi tutti, avete notato che la protagonista bionda è IDENTICA a quella di Another Earth? Uguale oh!

tanto che ho capito che non era lei verso metà film. E da questa foto

Poi il fatto che entrambe abbiano a che fare con mondi paralleli mi fa specie, ma magari sono io che penso a queste cose perché sono matto.
Comunque peccato perché Bird sembrava proprio il tipo giusto. Ora è a lavoro su Incredibles 2, che arriva dopo un decennio di strapotere supereroistico che lui aveva preceduto col cartoon Pixar. Non sarà facile. Potrebbe venir fuori una schifezza piena di frecciatine ai film Marvel. Oppure un capolavoro che possa mettere un freno a questa moda, quantomeno portarla un passo più in là.
Spero forte nel secondo, sono ottimista come sapete.
Chiudo dicendo che a pensarci bene quella del film coi personaggi dei cereali è un'idea bellissima. VOGLIO ORA UN FILM TIPO AVENGERS CON TUTTI GLI EROI DEI CEREALI! Avete un sacco di possibilità. Le fate vintage che sono bellissime:

O realistiche horror come ha fatto Guillermo Fallardo:

O chiamate Jerrod Maruyama a disegnarlo tutto:
Magari ci butti in mezzo la Marvel che i soldi sono assicurati:
O magari fai il contrario, ci racconti il perché di queste scatole qui (vere!):
Oppure fate la versione zombi che va di moda:
Cosa c'entrano i cereali col mondo parallelo del futuro? Ancora che vi fate 'ste domande. Certo pure voi siete forti eh...

The Kingsman Speech

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Kingsman - Secret Service
Trama: Kingsman First Class

Rosico sempre tantissimo quando dico una cosa e da quel momento è quella e cascasse il mondo se qualcuno riesce a farmi cambiare idea. Poi arriva qualcuno e mi fa cambiare idea.
Il qualcuno di cui parlo è Colit Firth, che dopo un oscar immeritatissimo e tutta una serie di film in cui faceva vedere quanto era schifoso a recitare (che neanche mi va di linkare perché erano uno più brutto dell'altro, ancora cerco di dimenticarli, diciamo che li trovate nelle categorie broccole degli Awards sia nel 2013 che nel 2014), sempre con quella faccia tra lo il timidone e il "che ci faccio qui", ma non divertente tipo la faccia di "che ci faccio qui" alla George Clooney, arriva e nel giro di due film riesce a farmi ricredere un po' circa al mio di lui pensare, questo: è l'attore più sopravvalutato del mondo.
I due film sono quello di Allen e questo Kingsman, che è proprio un grandissimo divertimento, e parte del merito è anche suo; ok, come fa il gentleman lui, nessuno dai tempi di Micheal Caine, che guarda caso fa il capo dei Kingsman, quindi un po' gli viene facile, ma onore ad aver affrontato un action puro come questo.
Allora ci sono questi agenti segreti gentiluomini (che ricordano un po' quelli di quel fumetto italiano, solo che lì erano ladri aristocratici e ovviamente Jimmy Bond, ma quello vecchio stile), che sono sempre impeccabili nel vestiario e implacabili coi cattivoni di turno.
La storia parte quando il gruppo si ritrova con un agente segreto di meno. A quel punto devono trovare il degno sostituto e, dopo un addestramento tra diversi candidati, lo trovano in un giovane cockney tutto slang e cafonaggini, ma dannatamente dotato.
Il resto viene da sé tra scene d'azione fichissime, tracobetti che farebbero impallidire Q, e una trama ricca di idee e rimandi ai classici film di spie. 
Fico.
Con almeno una scena veramente bella, di quelle che poi ti ritroverai nelle Scene da un Patrimonio a fine anno, questa:

È un cinecomics tratto da un fumetto (di cui ovviamente non ho letto una sola pagina) ed è nelle mani di uno che in quanto a cinecomics ci sa fare, Matthew Vaughn, lo stesso di Kick-Ass e X-men First Class. E altro dato molto importante è il marito di Claudia Schiffer, vedi a fare i film sui fumetti. Fare le recensioni dei film tratti dai fumetti che moglie porta? La devo mettere nella stanza delle mogli?
Ora che ci penso non mi va molto di sciorinare la storia e fare il punto sul cast, perché ci sono rimasto male di quella cosa di Colin Firth che mi ha fatto cambiare idea e come si dice dalle parti mie ho rosicato a bestia.
Invece nessun Colit Firth qualunque potrà farmi passare la voglia di parlare di quel culo perfetto che si vede sulla locandina, che non brilla certo per originalità (ed è sicuramente fatto con Photoshop, ma oh, è fatto bene, un po' di sospensorio dell'incredulità):
(Ne avevamo già parlato molti anni fa. E comunque questa è la citazione più ficcante:
Insomma quel deretano stellare appartiene a lei, Gazelle, 
il personaggio più fico del film. Culo (da lei definito grosso, vabbé, chi c'ha il culo non c'ha i denti...) che risponde ai comandi muscolari di tale Sofia Boutella, ballerina strapazzesca che fino a un secondo fa non sapevo neanche chi fosse, ma ora non solo so chi è, ma ho una gran voglia di fare tutto lo sport che non ho fatto negli ultimi 36 anni, basta che si sudi molto
Bisogna dire che questo 2015 è veramente pieno di fica personaggi femminili tostissimi.
E già siamo in top..ic (!) la cosa ricorda da vicino lei, ma con lame al posto delle pallottole:
A completare un cast in stato di grazia (castato di grazia, quindi) ci stanno Samuel L. Jackson che per fare il simpatico parla la zeppola e veste preppy che pare che ha svaligiato il guardaroba di Andre3000 - moltissima attenzione al comparto costumi in tutto il film 

e il sempre amabile Mark Strong, per cui sapete bene ho un debole ai limiti dell'omosessualità. Ma non ci farei sport.
Sul fatto che questo 2015 è stracolmo di spie che corrono, sparano, saltano e fanno battute sarcastiche in giro per il mondo ho già detto, e ripetuto.
Qualche visione simpatica. Anche se qualcuno mi deve spiegare perché ogni film che ha protagonista due uomini deve sempre ridursi a illustrazioni omoerotiche quando questo palesemente è un rapporto padre-figlio. Bah.

2x1 • Full di Uolberg

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The Gambler
Trama: A gambler tesa

Se c'è una cosa di cui ormai siamo sicuri è che Mark Uolberg non invecchia. Non invecchia più, secondo me si sta lentamente facendo del botulino gestito tutto sommato con parsimonia.
Se c'è un'altra cosa che sappiamo è che Uolberg ha una carriera veramente assurda, che alterna grandi momenti (quando proprio giganti (!) a cazzate insopportabili, film che alla fine magari sono piaciuti solo a me a momenti di pubblico ludibrio come chiedere alle piante di essere buone con gli uomini.
Ma come sapete per Uolberg ho un debole da tempo e gli perdono sempre tutto.
Però questo Gambler è difficile da perdonare anche per me. Perché è noioso, inconsistente quando vorrebbe essere profondo, con un manto finto autoriale che non si può permettere mai e soprattutto prima una storia di carte e bari (gambler) e invece racconta i problemi di Uolberg professore universitario di Letteratura che è come entrare in una palestra e trovare Margherita Hack che fa lezione di GAG, problemi di cui ti disinteressi dopo circa quattro minuti. Dal quinto minuto speri solo che ci sia una scena di sesso con Brie Larson,  che è sempre una mia preferita, se fossi Immortal Joe la metterei nella stanza delle mogli (sì, è una settimana che ragiono solo con Mad Max come termine di paragone di tutto quello che penso e faccio. Vi lascio immaginare la difficoltà di arrivare in ufficio sano e salvo la mattina...)
Ricordandovi chi è Brie Larson è quella ragazza bionda bravona che faceva United State of Tara poi Scott Pilgrim e poi un film che dicono è bravissima ma non l'ho visto mi sono distratto su questa foto (che non è tra quelle del fappening. Ti ricordi il fappening? Che tempi...)
Carina lei. Poi alla mano. Potrei fidanzarmi guarda... no facciamo la cosa della stanza delle mogli, meglio.. moglie meglio.
Un film inutile, come inutili le partecipazioni di John Goodman e Jessica Lange. Passiamo oltre. Tutto preso da baroni e tavoli verdi ho riesumato un film che mantiene le promesse:
Rounders - Il giocatore

Trama: Mi è uscita la Matt

Ecco un bel filmetto anni Novanta che con il suo palese intento di ingabbiare Matt Damon (reduce da Will Hunting, dell'anno prima, ma se non ricordo male, ritirando fuori un ricordo vecchio quindici anni, girato dopo) nel ruolo del giovane dai buoni sentimenti, dal gran cervello ma dalla vita sprecata per i tristi natali (Matt Damon nasce spesso nelle periferie d cui deve poi riscattarsi tradendo gli amici di merda che si è fatto lì...), riesce a impacchettare una storiella piacevole, senza sorpresa alcuna, ma con tutti i pezzi al posto giusto.
Appunto personale: devo smetterla di allontarnare sempre di più il soggetto da verbo e di scrivere questi periodi così lunghi perché già lo so che qui finiamo con recensioni di un periodo solo e noi questo non lo vogliamo.
Insomma il giocatore è Matt, nato ai bordi di periferia dove la vita dove i tram non vanno più dove l'aria è popolare ed è più facile diventare un giocatore di poker bravissimo. Solo che chi di poker ferisce di poker perisce e il nostro deve mettere da parte la sua passione perché non ti ci paghi l'università con i full.
Poi succede che il suo migliore amico esce di carcere - suo migliore amico interpretato da Edward Norton prima del suo decennio di oscurantismo - che invece è un Verme (si chiama proprio così) e insomma Pinocchio e Lucignolo vanno a Las Vegas per tentare il colpaccio.

Tutto da manuale, non uno sbalzo, non una sorpresa, ed è una di quelle volte che va benissimo così.
Compreso il finale circolare in cui il buon Matt va a sconfiggere a poker il cattivissimo John Malkovich con l'accento russo di Gorbaciov e la passione per gli Oreo che gli ride in faccia:
A. A. Vedi come gli ride in faccia... A. A. ...vabbé...  che l'aveva invece spennato a inizio film. Finale che dà una giusta soddisfazione anni Novanta di riscatto

E non ho nient'altro da dire su Rounders, anche perché immagino che a quest'ora l'abbiano passato talmente tante volte in TV che vi avrà ampiamente rotto le palle (vi ricordo che non ce l'ho da circa 15 anni, forse Rounders è l'ultimo film che ho visto in TV, chissà), mentre ho una cosa da farvi vedere che riguarda John Malkovich, un attore che negli anni novanta era dapertutto, mentre ora dove sta?
Si vede poco nei film, ma ha fatto questa serie fotografica geniale e divertente. Ha ricreato insieme a Sandro Miller gli scatti celebri di personaggi ancora più celebri. Truman Capote, Hemingway, Cassius Clay, Marylin, Joker, il Che, Hitch... 
Non Essere John Malkovich. Ma essere grandi.

FUMETTOCREEP

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A grande richiesta torno sulle pagine fumettologiche. Parlo di Creepshow. Oggi vi trasferite QUI.

The CHICKEN BROCCOLI SHOW a ROMA!

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Pepperepè! Rieccoci in ballo, ma che dico ballo, RIFFA! Ma che dico solo Riffa... MOSTRA!
Insomma non pago (nel senso che faccio ancora tutto gratis, ah ma finirà, eccome se finirà...) della fiumana di gente accorsa alla serata di presentazione del Chicken Broccoli Mag lo scorso gennaio, e del fantastico Show allestito alla Bonobolabo di Ravenna a inizio mese, ecco che porto tutto a Roma, la mia città!
All'Hula Hoop di Roma, zona Pigneto.
Tutti gli artisti che durante il crowdfunding hanno realizzato il loro chicken e il loro broccolo finalmente messi al muro (ma anche su schermo, animati, fatti di carta e di stoffa) anche nella capitale; sono tantissimi quelli che compongono questa mostra - a tutti gli effetti itinerante ormai - che raccoglie il meglio del meglio del meglio (detta come un marine) dell'illustrazione italiana, i nomi sono nella locandina, ma sono talmente tanti che non c'entravano tutti!
Ma non pago (questa volta nel senso che non li pago, vengono per la bella faccia mia) per l'inaugurazione della tappa romana dello Show rifaccio quella cosa divertenssima (il picco del divertimento si raggiunge quando io sono costratto a estrarre in numeri che manco Saul
delle ILLUSTRAZIONI CINEMATOGRAFICHE IN REGALO!
Vi spiego cercando di essere più chiaro possibile:
• Voi venite stasera alle 19
• All'entrata prendete un numeretto (i numeri sono a tema ovviamente: L'esercito delle 12 scimmie, 30 giorni di notte, 48 ore e via così fino a 300) e una cartolina in omaggio con uno dei loghi a sorpresa
• Bevete, chiacchierate, COMPRATE TUTTE LE COSE BELLISSIME DI CHICKEN BROCCOLI, con quelle carine ci appartiamo... mentre facciamo tutto questo gli illustratori illustrano. Vi anticipo qualche film? Dài sì: Amarcord, Pulp Fiction, Gangs of New York, Orlando... indovinate chi farà cosa!
• Verso le 22 quando siete tutti ubriachi (io non lo sarò, essendo astemio), salirò sul palco ed estrarrò tanti numeri quanti sono i disegni, e voi sarete felicissimi di avere un'illustrazione gratis! È una vin/win situation.
Ecco la lista degli artisti che saranno all'opera e una bella illustrazione per uno da cliccare:
• MARIACHIARA DI GIORGIO •
• MARTOZ •
• VANESSA FARANO •
• GIANLUCA FOLÌ •
 • MANFREDI CIMINALE •
• FLAVIA SORRENTINO •
• THE SANDO •
Dice che forse viene anche quello che inizia per Z e non fa venire le incrostazioni alle lavatrici (e ai reni). Ma non è mai sicuro con lui, sapete come sono queste star... so' n'accollo.
E questo è tutto quello che avevo da dire sul Vietnam Chicken Broccoli Show a Roma.
Ci vediamo stasera. Tutte le altre informazioni le trovate nell'evento di Facebook.

CB ANTEPRIMA • San Andreas

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San Andreas
Trama: Falde Tettoniche

Intanto bisogna raccontare per filo e per segno il fatto che prima dell'inizio del film il grande e grosso The Rock ci ha fatto il piacere di apparire in diretta e farci ciao ciao con le manone. Esatto, prima del film c'era proprio lui che lo presentava, ma io che mi pensavo che stava proprio nel cinema mio ci sono rimasto deluso. Infatti era in America, in diretta fino a tutta una serie di città internazionali tipo Berlino e Dubai. Un vero evento internazionale. Poi, "in diretta", così dicevano loro, io non ci ho creduto un attimo che era in diretta, voglio dire, volete davvero farmi credere che a ROMA ha funzionato uno streaming con Los Angeles che sta tipo a 10.000 km quando non si riesce manco a fare una telefonata con Skype da quartiere a quartiere? E senza neanche un minuscolo glich o ritardo? Ma dai. Dài voglio essere buono e credere che anche se non era in diretta sarà stato almeno registrato il giorno stesso. E voglio anche credere che i quattro poveracci che stavano in quella saletta non erano comparse messicane (erano tutti messicani oh) a veri e accorati fan di The Rock.
Oh poi capiamoci, io a The Rock un po' di bene glielo voglio; anche se quando fa i film da solo non ne imbrocca uno da tempo (ricordi l'ultimo?) mi sta simpatico ed è talmente grosso che ogni volta che appare penso sempre che il corpo umano è una macchina meravigliosa, non a caso l'hanno preso per fare Fast & Furious.
Insomma ecco uno stralcio (ma io avevo per caso il telefono in modalità telecamera eh! Mica l'ho fatto di proposito!) del filmato che ci siamo sorbiti. È al contrario per intensificare l'esperienza del terremoto dove sai come stai quando inizia ma non sai in che posizione ti ritrovi quando è finito. Come andare al letto con The Rock. O la Daddario.

E insomma ce lo siamo sorbiti in attesa del film. Certo sempre meglio di Mariolina Simone. Ma tu te la ricordi Mariolina Simone quando ci faceva tutta la simpa giovane coi capelli pazzissimi colorati nei canali finti MTV? Ecco adesso è invecchiata, non ha pià i capelli colorati (neanche tanto più i capelli in generale) e cerca sempre di fare la simpa giovane.
Insomma come avete visto durante il filmato a The Rock gli hanno fatto anche delle domande via Twitter. A cui lui rispondeva facendosi delle selfie (The Rock ha dei problemi con il suo telefonino. Ce l'ha sempre in mano. Infatti ora è anche sul guinness, da vantarsene coi posteri proprio. Dici che tutti quegli steroidi lo hanno costretto a trovare un surrogato del...?).
Comunque anche io ho spedito subito la mia domanda:
Ma era finito il tempo. Ed era ora di vedere The Rock sconfiggere il terremoto del secolo. Un terremoto che è tutta colpa delle falde tettoniche! 
L'angolo della sienza. 
Bambini, la falda tettonica è questa:
e questa:
Capite da voi che un movimento sbagliato e quelle falde tettoniche possono causare crolli strutturali di proporzioni epiche! Una vera catastrofe! Da qui film catastrofico, e anche un po' ipertrofico, stando ai muscoli del capitano The Rock.
Capitano dei pompieri salvavite di LA che guida talmente bene l'elicottero che riesce a farlo stare fermo con la sola imposizione del sopracciglio alzato

divorziato dalla moglie (una Carla Gugino ormai tumefatta dal botulino) che però si amano ancora (si sono divorziati per tragedia di figlia morta, ma c'è poco tempo per rimuginarci quando ti crollano Los Angeles e San Francisco addosso) e anche se lei sta con un altro quello tanto sicuro entro fine film schiatta e tutto tornerà a posto, anche complice un po' di fantasia nell'intimità:

Notare le espressioni della Gugino quando The Rock smucina il basso ventre.
Anche perché poi c'è anche l'altra figlia, la già (ec)citata Daddario, una che non si spiega come abbia fatto ad entrare in un franchise per ragazzini. Li volete far crescere in fretta quei pori figli, eh. Sarebbe stato come scegliere un Hermione con la 4a.
Vabbè comunque l'allegra famigliola si trova nell'occhio del terremotone, ma di quelli grossi, e se alla prima scossa ognuno per fat(t)i suoi e quando scoppia il finimondo si devono ritrovare, alla fine saranno tutti belli abbracciati di fronte ad una bandiera americana che sventola. Che sventola!
E qui scatta l'assurdità che ci inseguirà per tutto il film, tutto fino alla fine, come quando il ghiaccio inseguiva Jake Gyllena°ll.
Precisiamo una cosa: da un film catastrofico non ti aspetti veridicità MAI, anzi, se te l'aspetti lo scemo sei tu. Voglio dire, volevamo davvero vedere Dennis Quaid congelato dopo un metro? O John Cusack andare giù con tutta la limo alla prima curva? O peggio ancora non veder coronare il sogno d'amore di Ben e Liv? No, noi da un film catastrofico vogliamo la catastrofe GROSSA e i protagonisti minuscoli che la sfiorano di un millimetro con un colpo d'anca e alla fine si salvano. Questo vogliamo e questo ci piace e quando ce l'abbiamo siamo contenti e vogliamo vedere altra distruzione ORA!
Quindi ero prontissimo ad accettare che The Rock avrebbe riabbracciato (probabilmente stritolando... anzi no, con quei davanzali le tipe avrebbero attutito...) la famiglia e vissero felici e contenti tra le macerie, ma un po' di sforzo in questi casi è sempre gradito.
Perdono senza farne un cruccio scavalcare lo tsunami con un gommoncino, passo sopra (!) la Gugino che salta da una maceria tremolante ad un elicottero, quasi mi piace vedere Kylie Minogue andare giù dal 35° piano di un palazzo (almeno mette fine alla squallida comparsata) e via dicendo, ma non posso assolutamente credere che in una metropoli - ricordiamo che le metropoli della California sono grandi come le regioni italiane - sommersa di acqua fino a qui, cadaveri (anche se non se ne vede uno) e detriti, The Rock e Gugino, navigando a vista sul loro gommoncino, passano proprio ACCANTO al grattacielo dove si era rifugiata la figlia (e altri due pinguani bruttissimi, ma proprio brutto e più brutto, cristo questo si chiama pure Parkinson, ma dove l'hanno raccattato?)

loro si girano, la vedono alla finestra, evviva.
Oh, guarda che non dice che non credo alle coincidenze e agli incontri fortuiti durante gli tsunami, ci hanno fatto i film su quelle scene tipo:
- Ehy ma guarda chi c'è! Dài! Lì, dietro quel camioncino che galleggia, lo vedi? attaccatto alla palma... accando a quel cumulo di cadaveri... nostro figlio! Ma tu guarda alle volte il caso... se ci pensi è impossibile...
Quindi ok sui palazzi che crollano e loro si scansano

ok su Giamatti che avverte tutti e nessuno gli crede (se si chiamava Giasani gli credevano secondo me), ok credere alle cose impossibili, ma pretendo almeno lo sforzo di creare, magari ad inizio film, una sorta di codice padre-figlia (chessò, un bussare segreto alla porta) che poi, una volta disastrati, la figlia avrebbe potuto segnalare (alfabeto morse con uno specchietto?) al padre sul gommoncino. E ho scritto la più grande banalità del mondo eh, mica dico che era originale come soluzione, ma almeno avrebbe sedato la mia sospensione dell'incredulità, che invece in San Andreas diventa più che altro incredulità del sospensorio
Insomma ancora una volta (mi piace quando dico "ancora una volta" e poi non mi viene in mente neanche un altro esempio di quello che sto per scrivere) abbiamo la riprova che gli effetti speciali fini a se stessi (che pur in San Andreas sono piacevoli, GROSSI, ben fatti e con il giusto grado di distruzione) non servono a un beneamato niente, se la sceneggiatura è catastrofica, non c'è catastrofe che tenga, il film va giù come i palazzi implosi.
Peccato comunque che a me The Rock continua a stare un sacco simpatico.
It's only The Rock but i like him, anche se vuole far crollare Hollywood 

e sempre meglio di quando fa i film comici per bambini tentando di fare lo Swarzy della situazione.
L'ultima cosa che ho da dire su San Andreas è questa

e dire che di faccia neanche mi piace... già... la faccia...

2x1 • Tyrannosaurus REC

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Ogni volta, ogni singola volta, mi chiedo com'è possibile. 
No, non mi chiedo com'è possibile che io ancora caschi nella trappola del film found footage, da me rinominati con un impeto (ma più che altro peto) di fantasia: Telecamerina.
Mi chiedo invece perché questa moda, che ormai non più di moda trattasi ma di vero e proprio filone registico radicato e riconosciuto, abbia preso così piede negli ultimi anni invece di quando era più logico che prendesse piede. Ne escono decine e decine, di tutti i generi, soprattutto horror e sci-fi, ma ci sono stati supereroi, comedy e drama, pure interi serial TV ci hanno fatto. Certo i vantagi di fare un film telecamerina sono evidenti:
- costano un cazzo;
- puoi tranquillamente essere un regista meno che mediocre e fare il film lo stesso;
- ci sarà sempre qualche imbecille che se li vedrà tipo me.
Insomma la domanda più profonda è perché questa tecnica non sia scoppiata negli anni post-Blair Witch Project

Il film aveva avuto un successo smodato, gli elementi erano esattamente quelli di tutti i film Telecamerina che conosciamo - attori sconosciuti, molto parlare/poco vedere, riprese notturne, una sfocata risoluzione (in tutti i sensi) finale - e il rapporto spesa/guadagno avrebbe dovuto accendere mille lampadine nei cervelli e nei portafogli dei produttori.
E invece dimenticatoio (tanto che il secondo Blair fu girato come un film normale, e faceva schifo). Fino a Paranormal Activity (ma se volessimo andare alle origini del telecamerismo modermo dovremmo ricordare il primo REC) che sì era pauroso (oh, se vi dimenticate i mille seguiti e copie era pauroso), e da lì non ci si è più fermati e siamo arrivati al punto in cui siamo ora, quello in cui siete costretti a leggere le mie profonde considerazioni su Telecamerina, non è stata mia la colpa e allora adesso che volete.
Condireazione che peraltro si interrompono qui perché già mi sono rotto di ragionarci.
Come se questo cineblog non fosse stato già pieno di Telecamerina, ne ho visti altri due, vi avverto fanno uno più schifo dell'altro.
Area 51
Trama: Area nella pancia

A neanche una settimana da rapimenti alieni, altri rapimenti alieni.
Ma non l'avevano già fatto un film Telecamerina con gli alieni dell'Area 51? Come si chiamava? Ah certo. 
Ma questo è di Oren Peli (superflui), il regista originale di Paranormal Activity. 
Peccato che pare che il tizio si sia scordato come si fa (e dire che non ci vuole molto, spingi •REC, appunto, e corri) perché questo Area 51 è davvero uno dei PEGGIORI Telecamerina che si siano mai visti (cioè tipo peggio di questo).
Noioso. Insipido. Inutile. Non è un caso che il film sia stato girato 7 anni (7!) fa e sia alla fine uscito (ma credo solo on demand) appena in tempo per essere soltanto il milionesimo Telecamerina, e uno dei più brutti. In effetti lo sarebbe stato anche 7 anni fa. Chi di Telecamerina ferisce, di Telecamerina perisce.
L'apoteosi arriva nella scena finale che - cristo santo almeno quella, l'unica in cui qualcosa mi devi fare vedere! QUALCOSA! - è di una stupidità tale che non ci credi che finisca così. TIpo che questi tre idioti organizzano per tutto il film un'irruzione all'Area 51, alla ci riescono e dentro che ci trovano? INDOVINA!? GLI ALIENI! Maddai! E che cazzo ci volevi trovare? Le scimmie di mare? E che fine fanno? VENGONO RAPITI! Proprio trascinati verso l'alto col classimo fascione di potere gravitazionale. Be' guarda veramente uno sforzo sinaptico ci deve essere stato nella stanza della sceneggiatura che strano che non vi sono esplosi i cervelli.
L'altro Telecamerina che ho visto perché adesso sta cominciando il conto alla rovescia per Jurassic World e allora dinosauri, dinosauri in ogni dove:
The Dinosaur Project
Trama: 1 milione di ani fa

Che poi la locandina non è manco male dài. Dài è caruccia. Oh certo meglio di quest roba qui con una specie di falso Dottor Grant:
Ma il film. Mio dio aiutame a dì Aridatece i dinosauri di Piero Angela che in confronto a quelli che si vedono qui sono Jurassic Park. Infatti mentre vedi il film ti dici che "vabbé sarà il solito Telecamerina dove non si vedrà un cazzo", e invece alla fine si vedono eccome 'sti dinosauri, e sono pure tanti, e sono così:

Anche questo tra i peggiori Telecamerina mai visti, il cui unico merito è di aver esaurito l'argomento dinosauri e farci almeno passare la voglia di vedere questo, che praticamente è lo stesso film:

E dire che (giuro che non ricordavo minimamente di averlo visto) a tema c'era anche questa schifezza qui. Non imparo dai miei stessi errori, questo è evidente... Prometto che cercerò di evitare quanto più possibile Telecamerina, oppure di informarmi meglio e cercare quei Telecamerina che promettono una visione almeno decente (perché in fondo di Telecamerine decenti ce ne sono stati. Basta ricordare i Troll)... 
Certo se fanno il film Telecamerina sulle scimmie di mare... ah no, l'hanno fatto:

Il TREnino dell'amore

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The Human Centipede 3
Trama: Pene di morte

Non ho fatto colazione per fortuna, ma sento comunque dei brontolii. Voi l'avete fatta la colazione vero? Ecco ordinatene un'altra che tra poco quella di prima non sarà più nello stomaco.
Senza limiti. 
Tom Six, il pazzoide che ha dato davvero vita ad una trilogia il cui plot è riassumibile in questa deliziosa istruzione IKEA...
(Per chi non avesse dimestichezza con il concetto Centipede Umano, si tratta proprio di quello che vedete. Proprio quello.)
...stavolta realizza il film più debole a livello concettuale (parlare di "concetto" e di "centipede umano" nella stessa frase. Solo CB proprio.), il meno ispirato e il più autocelebrativo e compiaciuto, che chiude in bellezza bruttezza una serie di film che, anche se ti copri gli occhi o ti reggi la fronte perché intanto ti è ritornata su la cena (una qualsiasi dal 2012 alla colazione di stamattina) è stato innegabilmente qualcosa di mai visto prima, iperoriginale, gore e splatter (soprattutto il secondo episodio) ma con la sua paradossale ragione d'esistere, e, cose impossibile da prevedere (all'uscita del primo pensavamo di avere di fronte l'opera di un imbecille che aveva solo avuto un'idea folle), tenuto a bada con grande maestria; il primo Human Centipede era un film algido e spaventoso più per ciò che non mostrava, il secondo era un meta-film aberrante. Peccato aver perso quell'originalità e aver lasciato il passo alle visioni schifose.
Abbiamo già sudato freddo per un centipede di tre elementi, e poi abbiamo gridato "no questo è troppo" per uno di dodici elementi... ecco, bazzecole rispetto al mega centipede che vedremo, elemento dopo elemento, formare in questo terzo episodio. E c'è tempo anche per il caterpillar umano, vi lascio immaginare. No, non è lui
Ritornano gli attori che furono il folle dottor nazi del primo e il ciccio freak del secondo, ma in ruoli diversi, non meno scannati.
Il primo è direttore pazzo di un carcere americano, ma proprio pazzo col botto, necrofilo, cannibale, sadico, di tutto di più, in un'intrepretazione talmente sopra le righe che sembra debba scoppiargli il cuore da un momento all'altro... forse era proprio l'intento di Six - dche non riesce a contenere la violenza dei suoi "ospiti", il secondo è il suo braccio destro. Insieme, guardando sul computer i due precedenti film di Six (arrivando quindi ad un terzo livello di meta-realtà, visto che il secondo era la storia del matto che vedendo il primo si metteva in testa di poter fare nella realtà extra-film un centipede umano, coi risultati che, purtroppo, ricordiamo), hanno l'idea di attaccare boccano tutti i carcerati tra di loro, risolvendo, almeno secondo loro, tutti i problemi del sopraffollamento carcerario, delle spese per guardie e cibo, addirittura delle mura di contenimento: fai un bel centipede con tutti i carcerati in fila, unisci anche il primo all'ultimo così hai una catena alimentare completa e ciao, li butti su un prato e hai fatto. Non fate vedere questo film a chi dirige i carceri.
Insomma il film è esageratissimo, l'interpretazione del direttore nazi alza il concetto di sopra le righe di cento tacche, a discapito del ciccione, ma insieme i due sono comunque una miscela di deformità senza pari, freak che sembrano uscite da un circo d'altri tempi.
Six questa volta ci mette pure la faccia, infatti appare nel ruolo di se stesso, il regista dei film ispiranti a cui i due vogliono mostrare un vero centipede, e appena vede che i due folli hanno effettivamente realizzato il centipede fa quello che ognuno di noi farebbe, vomita.
La trilogia del centipede umano (a questo punto io mi fermerei, comunque, non reggerei un quarto episodio) è stata la dimostrazione che un'idea tanto folle da sembrare irrealizzabile (quando non proprio criminale) può essere affrontata con un rigore filmico più che interessante, e anche se questo terzo capitolo, come si dice, "sbraga" (!), chiude un cerchio (ehm) che rimarrà negli annali dell'horror, e, nonostante voi che storcete la bocca, nella cultura popò-lare:


Ricordandovi il più importante consiglio da seguire prima di affrontare questo terzo centipede:
• non fatelo 
vi metto - le avevo già messe da qualche parte? - tutte le altre horror istruziöni:

Tragic Kingdom

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Escape From Tomorrow
Trama: Escape from Tomorrowland

Il valore di questo film - horror, ma anche no -  sta tutto nella modalità assurda e folle in cui è stato girato: nella totale illegalità, con attori costretti a fingersi turisti tutto il tempo, rinunciando al comparto scenografia e fotografia e, soprattutto, in una delle location americane più blindate del mondo dopo la Casa Bianca, il Pentagono e il ranch di George Lucas: Disneyland.
Giusto una decina di giorni fa, invece di scapparci, ci entravamo nella Tomorrowland disneyana ed era tutto un piscine sospese, gente felice nonostante i vestiti ridicoli, scienziati superintelligenti e mondo ideale voluto dallo Zio Walt, che quando gli prendevano i cinque minuti "città del futuro" non lo fermava più nessuno; questa volta invece alla famigliola che passa il suo weekend pacchetto completo (alloggio nell'albergo + free ride a tutte le attrazioni + isteria dei figli durante le file chilometriche e crisi di coppia) gli succedono cose tipo queste:

Disneyland non più foriera di sogni ma di incubi a occhi aperti tra incontri malsani con streghe che prima ti seducono poi cercano di ucciderti
influenze feline che ti fanno morire malissimo vomitando palle di pelo e gli occhi a fessura
teste che volano durante il giro in giostra
e furbe fatine francesi letali che ti sputano la morte in faccia
Il bianco e nero del film, che potrebbe sembrare una precisa scelta stilistica, è solo la risoluzione di un problema: dover contare sulle luci naturali e aggirare alla benemeglio la questione ombre che si spostano visto che non si sapeva quando sarebbe stato il momento giusto per girare.
Ma facendo un passo indietro ecco come è stato girato il film. Troupe, regista e attori entravano nei vari parchi Disney (è stato girato sia in quelli della west coast che in quelli della east coast) separati, a gruppi famigliari insospettabili, vestiti come il più medio degli americani, pantaloni corti coi tasconi, polo multicolore, calzini bianchi, sneakers grosse e un paio di ragazzini urlanti a seguito. Facendo finta di riprendersi con normali macchine fotografiche giravano le scene (non tutte, in quelle che avrebbero destato qualche sospetto - infatti sono abbastanza bruttarelle - c'è l'utilizzo dello schermo verde), facendo finta di fare dei video ricordo da rivedere a casa insieme a tutti i parenti annoiati, cercando di non farsi beccare dalla sicurezza
che se ti piglia sono cavoli tuoi (ricorderete l'escursione di Banksy). Ti arrestano, magari cantando una canzoncina, ma poi ti fanno vedere i sorci
Quindi un guerrilla movie a tutti gli effetti.
Plauso dunque per aver davvero portato a termine un progetto così matto e aver sfidato a testa alta l'inevitabile causa per lesione di diritti d'autore che tutti sapevano ne sarebbe conseguita. Tanto che sul sito ufficiale ancora campeggia questo countforward
In effetti la causa non c'è stata perché la Disney si è giocata piuttosto la carta Don Draper: I don't think about you at all. Ha semplicemente fatto finta che il film non esistesse per non puntarci il suo faro (luminosissimo) sopra e fargli pubblicità gratuita di rimando.
Ma il film ha avuto il suo riscontro, perché, nonostante sia puerile in molti punti - tutta la visione horror finisce per diventare inutile, le scene diventano tutte un po' uguali a riempire il minutaggio, non ha un vero punto di arrivo e l'inquietudine viene smorzata con troppe assurdità, robot che perdono la testa (e questo anticipa di anni Tomorroland, facendo sorridere) e inutili ripetizioni - porta con sé una giusta dose di follia underground del piccolo che sfida il grosso. Certo non con la valenza politica dell'operazione di Banksy, qui si tratta comunque di emergere come il regista che "ha sfidato la Disney", il tornaconto rimane personale, ma insomma, alla fine l'ha fatto. Io quando sono andato a Eurodisney la cosa più rivoluzionaria che ho fatto è stata fare le corna a quello davanti quando ti fanno la foto alla fine dello Space Mountain.
Invece c'è questo tizio che ha girato un corto dentro la Casa Stregata, sempre illegalmente e con risultati migliori di Eddie Murphy:

Haunted Mansion è fichissima comunque.
Altre idee per film ambientati in luoghi inquietanti disneyani qui. Certo la Disney di cose horror le ha fatte anche per conto suo:


Cavaliere della favola rotonda

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Il racconto dei racconti
Trama: Il racconto, grazie [fa il gesto di scrivere con la mano]

Da bambino andai sulle Dolomiti con mia madre (Ahia. CB che inizia con "da bambino"è sempre pericolosissimo.) Un giorno mi comprò un libro di Favole e Leggende delle Dolomiti, che io iniziai a leggere la sera stessa, voglio dire, si chiamano Favole della buonanotte mica per caso no?
La prima favola era quella di Dolasilla in cui faceva la sua comparsa Spina de Mul.
Spina de Mul era una sorta di stregone/sciamano con le fattezze di un mulo scheletrico, con le fasce muscolari in vista, quando non direttamente le ossa, 'na roba brutta e cattiva insomma.
Nel giro di una descrizione di tre righe Spina de Mul divenne il mio fottutissimo Babau e non c'era notte, nei mesi successivi (ma anche oggi) che prima di dormire non mi impaurivo un po' pensando a questo cavallo zombi (anche se il concetto di zombi l'avrei capito molti anni dopo) che veniva a prendermi e al galoppo mi portava sulle Dolomiti, e neanche un krapfen o un cenederlo mi dava!
Le favole sono queste. Le favole fanno paura. Perché attraverso la paura riescono a insegnare, a potenziare la loro morale. Le favole non sono quelle che abbiamo imparato a conoscere nei cartoni animati, piene di topolini parlanti, sirenette felici, pupazzi di neve stupidotti, che sì sono belli per carità, ma con un colpo d'accetta tolgono tutto l'orrore che c'è in una vecchia che quei due fratellini se li vuole MANGIARE! MANGIARE ragazzi miei, altro che casetta di marzapane.
Garrone questo vuole ricordarci, e per farlo ci fa un intero film. Un film di favole come andava fatto, come la Disney non farà mai, soprattutto ora che ha preso questa nuova odiosa china di fare le favole con attori in carne e ossa e creature al computer (almeno ci sono stati anni in cui le streghe chiedevano i cuori delle arcinemiche e poi morivano precipitando da un dirupo). 
Esistono uomini (uomini e donne) egoisti, capricciosi, pretenziosi e stupidi, contrapposti ai puri di cuore, ai coraggiosi, ai candidi. Di queste due categorie raccontano la favole (ripassiamo tutti insieme Propp ancora una volta, che fa sempre benissimo) e servono a farci scegliere sin da piccoli (un po' come hanno fatto Guerre Stellari e Harry Potter) da che parte stare: volete dei vestiti nuovi a costo di indossare l'infamia? O vi vendichereste degli abitanti di Hamelin rapendo tutti i loro figli? E avreste il coraggio di affrontare il Re Topo con sette teste? 
Ci sono tante - tutte? - favole che la Disney non ha mai ricoperto di melassa e canzoncine (ci tengo a dire che io sul motorino canto ancora Grande Alì, quindi il diminutivo è messo solo perché sta bene col discorso...), e abbiamo ancora l'occasione di non renderle oggetto di merchandising e parchi tematici, e la tradizione italiana è stratificata di leggende, centinaia per ogni regione, non c'è solo Pinocchio.
Sono sei anni che mi lamento (oltre per tutte le altre cose) del fatto che in ItaGlia il film di genere è morto e sepolto. L'horror è in mano ad un cantante dalle corde vocali spompate, l'ultimo film di fantascienza che "merita" questo nome lo ha fatto un milanese calvo e un po' boyscout, lo stesso che ha tentato anche la carta del cinecomics, il fantasy era il non pervenuto per eccellenza, se spremo le meningi e cerco di ricordare l'ultima volta che ho visto regine e re, cavalieri e principesse, draghi e streghe, mi viene in mente solo questo:

Forte del traino delle due trilogie di Jackson e di una serie TV ormai fortemente nazionalpopolare come Game of Thrones, quindi di conti alla mano portati ai produttori con la panza e frasi tipo "vedete! Anche i nani possono fare milioni di dollari!", Garrone trova il modo di farsi produrre - e produrre di tasca proprio, vale la pena ricordare, secondo me pagherà fatture fino al 2025 - un film fantasy con tutti i canoni del genere: ci sono draghi (fortunadraghi?)
e giganti (a proposito, rivediamoci questa favoletta interpretata dallo stesso attore:

ci sono principesse virtuose e re stupidotti
ci sono streghe e megere, animali fantastici e creature maligne
e nessuna sfigura di fronte ai dragoni in computer graphic di GoT o lo Smaug superperfetto dello Hobbit. Ovvio, sfigura se vogliamo parlare di oscar agli effetti speciali, ma qui siamo in Italia e cercare di ridurre al minimo gli effetti computerizzati a favore di quello che possiamo chiamare l'artigianato degli effetti speciali è un dovere, più che una scelta.
E vedere un regista italiano in una foto del genere
alimenta quella flebile fiammella di speranza che sì, anche qui possiamo fare un film i cui backstage sono questi:

I cui storyboard sono tanto belli da meritare una mostra (li ha fatto Davide De Cubellis, piacetelo molto) e i cui costumi possono essere ricordati come furono quelli di un Gattopardo o di un Casanova. 
Insomma, un film la cui produzione non si limita a mettere delle cineprese dentro una casa già arredata al centro di roma, i cui costumi non sono product placement di chissà quale azienda, un film che ha un "mondo" prima, durante e dopo.
Ora, Il RdR è lontano da essere un grande film, anzi la prima mezzora è faticosa, molto silenziosa (e quando parlano troppo, e quando parlano troppo poco, non mi sta mai bene niente!), ma poi i racconti prendono la loro forma - sono tre, che si alternano e a volte mischiano - e catturano l'attenzione, e la seconda ora del film è più piacevole e interessante della prima, non molla più. 
Anche l'apparato scenografico non aiuta, infatti all'inizio ci sembra quasi un po'"povero", un po' vuoto, e non aiuta neanche vedere attori americani (che ricordiamo spesso avvolti da scenografie costate milioni di dollari) immersi in questa realtà tutta italiana. E poi ti rendi conto e ti ricordo che sono quelli i veri castelli, e sono qui, quindi perdonate il campanilismo un po' da Nazionale Italiana ma questa galleryè lapalissiana: ci siamo scordati la Bellezza dentro che esiste dentro i nostri stessi confini, Il RdR serve anche a ricordarcela. Ma a fine film ci si rende conto che siamo noi dalla parte sbagliata e abituata male dello schermo; ormai gonfi di scenografie sfarzose, computerizzate, ricche ai limiti del rococò, anche per il più inutile dei film, quando poi ci troviamo di fronte un castello vero (sottolineo vero, chi ha più castelli sul suolo patrio di noi europei? E poi quelli che ci ricordiamo sono quelli americani...), ravvivato sì nei drappi e negli arazzi, ma non certo nell'architettura, già incredibile e vera di suo 
Uno sforzo produttivo - non solo economico - che trasuda in ogni scena, in ogni coraggiosa presa di posizione su cosa raccontare (non deve essere stato facile imporre alla produzione italiana cuori divorati
e gente scorticata... ma anche solo la frase "e qui appare una pulce gigante"), sul come raccontarlo (No. Non la facciamo la scena a cartoni animati che ci costa di meno di costruire un vero drago animatrone anche se poi si vede quattro minuti) e sulla resa finale, soprattutto nei costumi, che riporta davvero una produzione italiana ai fasti di bei tempi andati, quando c'erano registi che si potevano permettere di fare un film in costume ed essere da esempio per molti altri (ora gli stilisti cinematografici italiani che sono quelli più apprezzati e vincono l'oscar lavorano tutti all'estero, perché a vestire Raoul Bova e Ricky Memphis che vanno nel passato che ce vole? Basta andare a Via Sannio...). E poi quegli effetti speciali, così fantasticamente puri (pochissimo computer, ripeto, e si vede, si "sente".).
I racconti, anzi i cunti, sono belli (La pulce il mio favorito, anche complice il mio amore spassionato per quel quasi-freak di Toby Jones), ci raccontano di quegli animi umani a cui accennavo all'inizio: c'è la regina "cattiva" pronta a tutto, proprio a tutto, pur di diventare madre, contrapposta ad un Re buono e ad un figlio candido e gentile, albino di testa di cuore; c'è un Re vizioso e una megera che arriva a tradire la sorella pur di conquistarlo; c'è una povera principessa che per colpa di un Re stupidotto finisce in sposa ad un gigante. 
Ci sono tre figure di donne importanti che forse riassumono tre età dell'essere femmina, ognuna di queste età vissuta in una certa maniera, che non è detto sia quella giusta, è solo una delle possibilita: il passaggio da ragazzina a donna, con virtù; diventare madre, ad ogni costo; invecchiare, e non riuscire ad accettarlo. Ammetto che a tutto questo mi ci ha fatto pensare una donna. Io, uomo binario proprio come la maggior parte degli uomini del film (fatta esclusione per i ragazzi, ancora puri di cuore), non ci avevo minimamente pensato.
È un film che va premiato con quanta voce possiamo avere, anche con tutti i suoi momenti di stanca e la sua regia un pochino piatta. Garrone infatti non trova quasi mai la forza espressiva di Reality - ci sono scene che avrebbero potuto regalarci, senza essere stucchevoli, più virtuosità, ad esempio penso al matrimonio con cui inizia Reality, eccessivo e rumoroso, e poi alla scena dei buffoni di corte qui, molto spenta e con una Alba Rottenmayer che ragazzi miei basta, è triste anche quando fa la buffona, che palle, è la nuova Margherita Buy, Alba Rottwailer - o la linearità secca di  Gomorra, anche quello era un film a episodi intrecciati se vogliamo. Ma Il RdR è un film coraggioso, in anni di piattume produttivo tristemente noto come Cinema Italiano, un film del genere è una pulce bianca (appunto) che può e DEVE essere un punto di partenza importante, un esempio per quei registi - impossibile che possa farlo un esordiente - già famosi, che possono una volta tanto smettere di raccontarci della storiella d'amore nella provincia italiana di lui sognatore e lei senza genitori (sto inventando, vi prego non fatelo davvero un film così) o l'ennesimo film di criminali che hanno rotto i coglioni e mettere insieme i soldi, il cast e fare un film di genere, prima Film, e poi Genere. Poi oh, di storie d'amore, romanticismo e criminali, violenza, omicidi, sangue nelle favole ne trovi quanti ne vuoi.
Magari se poi anche nella scelte delle locandine iniziamo a metterci un paio di palle in più non sarebbe male... che fine ha fatto questo splendida locandina teaser qui?
Mi hanno raccontato - un Gola Profonda come Tutti gli uomini di CB - che Garrone in persona si è seduto accanto al grafico e gli ha fatto comporre quella zozzeria photoshoppata del poster finale. Ecco Matteo, ok per il film i costumi gli effetti speciali bello tutto bello il drago bella la pulce, ma sui poster fidati dei grafici la prossima volta.
Intanto tifiamo fortissimo per Il RdR e ora vogliamo la serie TV e io pretendo una puntata su Spina De Mul.
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