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Channel: Chickenbroccoli
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♰ Lino Toffolo ♰

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♰ Lino Toffolo ♰
Basta e fagioli

2x1 • Benvenuto deficiente

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Belli di papà
Trama: Regulare veramente!

In realtà potrei (e dovrei) fare finta di nulla. Potrei non dire niente a nessuno e fare finta che non vedo questi film, non ammettere neanche a me stesso che ho usato circa tre ore della mia vita per vedere due film DI MERDA.
Invece l'ho fatto. E ne parlo pure. E che solo io solo io?
Il primo è il remake italiano di un film messicano. Già. Peraltro probabilmente è identico in tutto e per tutto, e visto il cerone di Dieghito anche con l'attore principale non si noterebbero le diffferenze. Anche nella locandina non abbiamo certo brillato in originalità:
Comunque il solo pensiero che addirittura per fare una commedia (ma non eravamo noi quelli della Commedia all'italiana, o comunque della commedia a tutti i costi, costi quel che costi, basta che costa poco?) ci dobbiamo andare a comprare le storie in Messico (con tutto il rispetto) mi viene proprio da espatriare. In Messico logicamente.
Che poi, storione proprio, ci voleva un genio di Tijuana per inventarsi 'sta trama: un ricchissomo imprenditore ha tre figli coglioni. Per far capire loro che la vita è sacrifici li porta a fare la vita agra. Rinsaviranno tutti.
Abatantuono tenta di fare il serio, quantomeno il pacato, non strabuzza gli occhi come al suo solito, non fa l'accento da Attala Sfracello ti Tio, insomma cerca di fare il sobrio, e non dico che non ci riesca. Cristo santo una carriera trentennale, saprà fare qualcosa. Però intorno a lui l'oblio totale.
Una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti (il padre trascina i figli nel poverissimo Sud con un trucco che si capisce dal primo istante), attori pietosi (c'è anche la scoperta virziniana che tempo due film è già relegata alla parte di figlia di ricchi che si redime), e poi DJ Francesco. 
Fa esplodere la testa il fatto che Fachinetti faccia un tizio fissato con le start-up. Forse ha pensato che era divertente fare un po' di autoironia. Notizia ANSA: no.
Potrei finirla qui. La finisco qui? No, perché a sto punto dovete soffrire anche voi con me che non pago del filmastro precedente ho visto anche
Benvenuto Presidente!
Trama: Benvenuto ciellini

Un altro film italiano di una pochezza e rassegnazione che neanche l'Italia agli ultimi Mondiali (grande metafora calcistica che ci sta sempre bene in questi post nazionalpopolari di film di merda).
Già dal titolo (preso in prestito da altri film in cui tutti dicevano "benvenuto" a Claudio Bisio, altri film di merda, si intende) e la qualità da photoshop disaster della locandina la dicono lunga sulla grande  considerazione che il cinema itaGliano ha del suo pubblico.
Un tizio qualunque viene eletto Presidente della Repubblica. Ovviamente farà un lavoro migliore dei politici corrotti che lo circondano (tipo quel film con Toni Servillo) e si scoperà Kasia Sputnik, di cui ora metto una foto del culo perché siamo italiani e ce piace er culo e perché questi due film sono così mosci che anche il post di oggi è moscio e qualcosa per fare l'alzabandiera alla Repubblica Italiana pur ci vuole!
Poi che lei è polacca non importa. 
Altre cose da dire? Scusate mi sono un attimo distratto...
Niente che insomma adesso il cinema italiano dice che sta rinascendo e attraversando un momento strapositivo. Anche io ho cantato vittoria le porga la chioma Italia creò film come Jeeg Robot o Veloce come il vento, ma il pensiero che ancora ci sono film in cui Bisio si crede attore di caratura col suo modo un po' da guitto che non si è mai scrollato di dosso la sua imitazione di Fo e recita Benni (EBBASTA!) e DJ Francesco diventa qualcuno da mettere su una locandina, direi che c'è ancora tanta tanta strada. Ma la stanno costruendo eh, la stessa ditta del ponte sullo stretto (madonna quanto mi sento degno di un libro di denunzia sociale quando faccio l'impegnato...).
Vabbè comunque in un post dedicato a due film italiani abbiamo messo tutte le cose importanti mi sembra no: i soldi, la fica, la politica, il calcio, l'attore che fa ridere, un po' di critica. Che manca? Ah certo:
Oh, ora sì.
Rivediamoli qui va, certo meglio di questi due film.

NOTTE BROCCOL • Emelie

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E insomma dice qualcuno che questa cosa di Notte Broccol funziona perché questo qualcuno si legge ChickenBroccoli PRIMA DI ANDARE A DORMIRE! (Le parole esatte sono state «mi leggo CB prima di andare a dormire al contrario di tutti gli altri che lo leggono in bagno». Grazie. Ora so come si sente un confetto Falqui). 
Insomma non ci avevo mai pensato che si potesse leggere CB come ultima cosa prima di andare a dormire, ti credo che poi c'hai gli incubi! Come avrete certo notato in questi ultimi 6 anni quasi 7 (questo sì che fa paura), io metto la recensione sempre alle 9 di mattina, perché sì, e invece guarda se va a a finire che le metto di sera guarda eh.
Che poi davvero, io non ho mai pensato che esistesse qualcosa da fare di notte se non dormire (con buona pace per tutte le fan nottambule e vampire... le lettrici intendo!), infatti mai studiato di notte, mai lavorato di notte, mai scritto di notte. E invece eccomi qui, mi chiamo ChickenBroccoli e scrivo in modo grezzo, non vado mai a dormire prima delle 8 e 1/2.
Ma cosa c'è di più bello che dormire? Io non lo so. Che matti che siete voi che state svegli a questa ora delle streghe per leggere questo post.
Io vi conciglio il sonno con questa bella ninna nanna qui:

Adattissima da imparare se dovete fare da babysitter a qualcuno. E qui ti volevo, perché anche questa settimana, come la scorsa, nell'horror di NOTTE BROCCOL c'è di mezzo una baby sitter, che si chiama:
Emelie
Trama: Il morboso mondo di Emelie putain

In The Boy la babysitter era buona mentre il ragazzino era strano (non era neanche un ragazzino, in effetti), qui la situazione è completamente ribaltata.
Allora, ci sta una coppia maritomogliosa che deve andare a fare una di quelle cene scassacazzi che fanno a volte le coppie, quelle che devono lasciare i figli a casa per "ritagliarsi un po' di tempo per loro", ma che li fai affare i figli se poi ti vuoi ritagliare il tempo? ENNO BELLO MIO! ADESSO TUTTO IL TEMPO COI FIGLI! ECCHELLALERO!
E insomma questi chiamano la baby sitter, ma la baby sitter solita non può, al loro posto ci va un'altra, lei:

Ovviamente non ci va vestita così, queste sono solo delle foto che ho trovato dell'attrice, che se insomma avessi avuto io una baby sitter così poteva pure essere 'na serial killer sciroccata, chemmefrega! 
Purtroppo non la beccano appena uscita dalla redazione di Esquire, e lei ci va in versione verginella

e all'inizio la dà a bere a tutti (!). 
La coppia se ne va e lei rimane sola con tre ragazzini, uno piccolo, una media, uno in età prepuberale. E da lì cominciano i guai.
Il problema è che le attività e i passatempi proprosti da questa nuova baby sitter non sono dei più regolari al mondo. C'è per esempio sedersi tutti tutti sul divano e vedersi un porno casalingo filmato da mamma e papà. C'è prendere il cricetino di uno dei ragazzini e per gioco metterlo nel rettilario insieme a un serpente che quasi quasi lo stritola, cioè no lo stritola proprio davanti agli sguardi attoniti dei fratellini. C'è fare la pipì con la porta aperta e per giunta chiedere al grandicello di passarle un Tampax (sempre meglio si un confetto Falqui, comunque). C'è stordire tutti con un bibitone e cercare di rapire il più piccolo per farne figlio suo. Tutte cose che non insegnano alla scuola di babysitter parificata.
Emelie non brilla in originalità, ma sa sfruttare benissimo il fastidio che queste scelte di educazione montessoriana malsana messe in pratica dalla babysitter pazza ti mettono in corpo. Sei a disagio anche tu per loro. Non il tipo di disagno che avresti avuto se si fosse presentata a casa così

più quel tipo di disagno che si prova quando hai di fronte una pazza sbullonata.
Certo oh, io di babysitter ne ho avute a bizzeffe (lo scotto da pagare per avere una madre broccola in carriera), ma di una come questa manco l'ombra. A me solo Ninni, la ragazza filippina che ok, faceva un ragù che ancora me lo ricordo (come mai una ragazza filippina sapesse fare un ragù così buono che manco fosse stata bolognese, chi lo sa. Il razzismo galoppa forte negli annunci baby sitter cercasi), ma certo non era proprio uno splendore. Forse ho un video registrato su Italia 1 proprio durante un film Notte Horror (mitica serie italiaunesca passata per tutti gli anni novanta, cui si ispira questo post) che la ritrae, eccolo qui

Tornando a noi. Emelie, nonostante il cast di sconosciuti, il budget più che esiguo e un finale che lascia un po' a desiderare (la classica chiusa da Mommy Thriller, ma almeno con un risveglio finale meno ad effetto e più maledetto) se la cava benone in tutta la gestione di questa tensione che può mettere una cellula borderline alle prese con tre ragazzin di cui sono uno ha il cervello e l'età per capire che questa tanto con la testa non ci sta.
Comunque se c'è una cosa che questo film può insegnare a tutti i genitori è: non voltate le spalle ala baby sitter! Mentre lei le può voltare quando vuole...

Sono quasi certo che Emelie sia la figlia di Rebecca la prima babysitter pazza del famosissimo Mommy Thriller La mano sulla culla è la mano che governa il mondo, o che governante e basta, le motivazioni che scatenano la loro follia sono le stesse identiche.
Ecco una bella sequela di Baby sitter pazzoidi, pazze o pazzerelle:
The Pacifier. .
Buonanotte e buoni confetti Falqui a tutti, funzionano meglio della Valetonina!
Zio Broccolia

Cage sei venuto affà

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Al povero Nic Cage l'abbiamo preso in giro in lungo e in largo. Davvero sono anni, se non decenni, che Cage come uomo e attore serve solo per essere preso per il culo. Mille meme, mille video ridanciani, mille volte scherzato, finanche trasformarlo in principesse Disney.
Oh, quando dico povero intendo proprio povero, poraccio, in bolletta, perché non si spiega altrimenti l'esseresi ridotto a fare certi film. Il suo commercialista deve essere lo stesso di Bruce Willis, un altro che tutto ci saremmo aspettati tranne di ritrovarcelo nel cestone del direct to video.
Insomma quanti anni è che Nic Cage non fa un buon film? Tanti. Se non consideri la parentesi di Kick Ass e di Segnali dal futuro che è un film che piace solo a me (posso capire chi dice che sia una cazzata insopportabile) sono praticamente vent'anni (precisamente da Lord of War) che Cage, gradino, dopo gradino, dopo gradino, dopo gradino (potrei metterne altri ma non mi va) scende sempre di più le scale di quella che potremmo chiamare una carriera dignitosa e finisce in produzioni che ti sembra incredibile possano annoverare il suo nome dentro.
Ma come mai? Cosa spinge un attore ad accettare tutto anche le cagate annunciate? Che vuol dire che ce lo ritroveremo in Sharknado 7? Poco ci manca, poco ci manca. Se pensi che sono già passati cinque anni da quando ridevamo di questo video che rivisto adesso è come avessero viaggiato nel futuro e avessero semplicemente raccontato la realtà odierna:

Insomma siamo arrivati al punto che anche prendere in giro Cage su ChickenBroccoli era diventato noioso, quasi provavo pena per lui. Era troppo facile perculare il film un po' politico con lui photoscioppato male in un male di petrolio
Troppo facile perculare il film fantareligioso con lui photoscioppato male su una pista di atteraggio 
Troppo facile perculare il film mezzo horror con lui photoscioppato male con dietro dei fantasmini (e forse anche ai piedi)
Troppo facile perculare il film con lui vecchio photoscioppato male su uno sfondo di guerra con elicotterino e la tipografia copiata
Troppo facile perculare il film con Anakin Skywalker (un altro che porello...) con lui capellone photoscioppato male sulle battaglie cinesi
Quindi non ho avuto la voglia di girare il dito nella piaga di Cage e quindi per tutta risposta vedo il film con lui e Frodo photoscioppati male davanti a una macchina e delle lucine, che si chiama:
The Trust
Trama: Cage da rapina

Insomma era troppo facile anche per me. Era sparare sul Nic Cage rosso. Si era andati oltre alla presa in giro per le sue capigliature, qui si prendeva in giro l'attore tutto, l'uomo.
Quindi per tanto tanto tempo ho saltato i film di Cage a pie' pari senza pentimento, e da quanto ho visto anche voi non ne avete sentito la mancanza, voglio dire, nessuno mi ha scritto per chiedermi di vedere qualche film con Cage. Ok, in effetti nessuno mi ha scritto proprio, ma qui stiamo parlando di Cage, non di me.
Ho dato una possibilità a The Trust perché non c'è neanche nelle filmografia dei due attori principali, che è? Un film fantasma?
Il film racconta di due ometti entrambi poliziotti che per caso scoprono una sorta di caveau in cui criminali vari ed eventuali tengono i loro risparmi guadagnati in una vita di omicidi e rapine. Decidono quindi di svaligiarlo, il che li mette nella posizione di ladri dei ladri, quindi sicuri di non essere denunciati, al massimo ammazzati dalla mala.
I due sono mossi da motivazioni diverse (tranne ovviamente che dalla paga ridicola): Nic è più della seria "walterwhitiana" di rivalsa dopo una vita ad essere perculato (vedi, anche nei film ormai gli riesce bene), Frodo più per spirito di sfida e noia.
Man mano che il film va avanti tra i due si innesca un rapporto in effetti simile a quello di Mr. White e Jesse Pinkman in Breaking Bad. Quello che sembrava più sfigato (Cage) man mano che il piano avanza diventa sempre più deciso e spietato, l'atro prende maggiore coscienza di quello che stanno facendo e che sta diventando l'altro.
Tutto nella norma (e non all'altezza del paragagone con BB, anche solo per il minutaggio), ma una norma che soddisfa. Nic Cage si rivela addirittura all'altezza di dare al suo personaggio quel misto di sfigataggine e pazzia che ha fatto altre volte la sua carriera (in effetti tranne il costume sembra proprio il personaggi di Kick Ass, baffi compresi), mentre Frodo (un altro che non ci riesce proprio a risalire una china di filmastri intrapresa da un po' di tempo con roba di poco conto tipo questo e questo, si può dire che è più interessante la carriera di Harry Potter, con cui peraltro è interscambiabile,

il che è tutto dire.
Insomma un film di rapina un po' diverso, con Las Vegas (di nuovo, Cage è veramente abbonato a Las Vegas. Ma non se ne doveva annà? Via da Las Vegas via da Las Vegas, sta sempre là, là vegas.) che aiuta a immaginarsi la pochezza in cui vivono e da cui giustamente vogliono scappare, con alcune scene interessanti - pare strano ma gli ultimi 5,6 minuti sono proprio belli e inaspettati. Siamo ovviamente lontani dallo scaffale "film imperdibii", ma certo non nel cestone Direttamente nel Cesso come tutti quelli che abbiamo visto prima.
Comunque se invece voi siente ancora fan di Cage ecco una bella selezione di 100 scene 100 con lui che attoreggia come può:

Il prossimo di Cage è un film con lui photoscioppato male sopra una portaerei, questo:
Che peraltro è la storia raccontata da Quint ne Lo squalo. Viene quasi voglia di vederlo anche se probabilmente la versione di Cage potrebbe essere molto vicina a questa gif:

Il bordello del Nilo

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Gods of Egypt
Trama: AMICI RA RA RA!

Il riferimento principale di God of Egypt è Scontro di Titani (ma non l'originale, magari avessero fatto qualcosa in stop-motion, no, proprio quello nuovo con Schindler e Voldemort coi sandaloni), ma neanche il primo, più il secondo. E insomma, se come riferimento hai quel film di merda, voglio proprio vedere che cosa tiri fuori. A questa cosa sconsiderata di prendere la merda e ricoprirla di spray dorato (belle immagini) pensando che non si senta la puzza, si aggiunge la voglia di fare la cosa più kitsch, ma più eccessiva, caciarona, "egiziana" coatta dell'intero universo.

Non metto in dubbio che i costumisti si siano divertiti un mondo, il nostro senso del gusto un po' meno.
Allora come si fa a fare questa cosa? Si prendono gli Dèi egiziani (Horus, Ra, Anubi) e li si veste da Cavalieri dello Zodiaco d'oro (proprio come gli Dèi di Scontro di Titani)

Lionsgate gerard butler gods of egypt gerardbutler
però prima li si ingigantisce un po', tipo che sono alti almeno due metri e mezzo (con buona pace per l'armonia delle figure, infatti ogni scena che vede condividere lo schermo un Dio e un uomo è ridicola.
Ma la ridicolaggine è, più di una sceneggiatura stupidella e di un comparto attoriale assurdo di cui poi discutiamo un attimo, tutto ciò che riguarda lo stile, lo stile del film: scenografie, costumi (dio santo i costumi) e gli effetti speciali.
A ritroso: gli effetti speciali sono quanto di più spettacolarmente brutto si possa pensare. Non si può dire che non ci abbiano speso dei soldi (soldi ben spesi, bravi):

ma il livello è infimo, teste appiccicate con la UHU su modelli 3D dorati, sfondi di cartapesta allungati col copia/incolla, pirotecnica da sabato nel villaggio, tutti gli effetti sono come una promozione di creme solari indonesiana, il cartellone di un solarium.
Da una parte c'è l'intento palese di esagerare in tutto, in tutto ma proprio tutto, dall'altra l'impossibilità oggettiva di rendere credibili dei tizi che quando sono "normali" sono alti tre metri e quando si incazzano si trasformano in statue tutte cromate, lucenti, che manco i sopramobili della casa più kitsch che possiate immaginare. 
Lionsgate nikolaj coster-waldau gods of egypt horus nikolajcosterwaldau
Ci mancava qualche cristallo swarowsky qua e là, un dipinto di un pagliaccio che piange, un centrino di Burano e un piatto con l'effige del Papa Wojtyla appeso alla parete ed era subito telenovela sudamericana, altro che Egitto.
Che poi a dirla tutto, una tale esagerazione è talmente spinta all'eccesso che quasi quasi può piacere. Perché se vedi tutti gli studi preparatori pare un upgrade videogiocoso ancora più coatto di quello che in fondo in fondo (oggi non lo ammetteremo mai, ma all'epoca ci eravamo tutti gasati) avevamo amato di Stargate:
Com'è gli uscito di fare questo film? È davvero un mistero. Non si può dire che Clash of Titans abbia fatto proseliti. Sarà che l'Egitto sia un tantinello di moda è risaputo (Scott, Notti al Museo, horror, telefilm, pure gli X-Men di cui parleremo tra un paio di giorni), ma sembra una moda abbastanza stupidella, non può attecchire davvero... ditemi che non può attecchire davvero.
Poi inventarsi questo scontro di Dèi è l'operazione più semplicistica, ebbast! Ancora con il Dio con la brama di potere? Ma se è un Dio che brama di potere può avere? Cioè sei già un Dio, cazzo vuoi di più?
Vabbè comunque ci sono degli attori con dei curriculum pure interessanti, ma che quando cedono ai finti blockbuster veramente fanno una figura da scemi che secondo me gli ci vogliono mesi per riprendersi (non fosse che probabilmente neanche li vedono i film che girano questi qui...)
Primo fra tutti Gerald Butler, che si sta pericolosamente avvicinando ai Direct to Video pure lui. Fa dei film che magari non sono ancora roba SyFy, ma poco ci manca. Qui lo ritroviamo nei panni di Leonida con meno barba, ma la stessa attitudine alla coattaggine urlata

C'è di buono che è tornato abbastanza in forma, un po' di esercizio non fa mai male. La sua sola presenza assicura scontri al ralenti anche se sono gli unici del film

Game. Seth. Incontro.
L'altro protagonista della storia è il Lannister biondo, quello che era partito stronzissimo e adesso fa sempre il buono. Capacità attoriali: zero.
 
Il meglio del bigonzo è Geoffrey Rush (premio oscar e superattore in generale) che si lascia coinvolgere probabilmente con la promessa del tipo "sarà Pirati dei Caraibi ma in Egitto! Geniale!" a fare un vecchietto rincoglionito nello spazio 

che quando si incazza però diventa TUT de foco

Insomma uno dei peggiori esempi di blockbuster (che poi, un flop annunciato così non si vedeva da anni) che paradossalmente potrebbe pure divertirvi alla follia, perché stai tutto il tempo a dirti "dài, Dèi, l'hanno fatto di proposito, non può essere altrimenti".
Una cosa molto bella è che, dopo due ore (DUE ORE!) di roba egiziana, proprio negli ultimi minuti, milleni di politeismo fichissimo, perché il politeismo egiziano è fico quando quello greco con tutti quegli animali pazzi a reggere il mondo e a farsi la guerra, viene distrutto da Horus, vincitore e re d'egitto (eh?) che dice "da questo momento per entrare nel Paradiso (eh?) non dovrete più pagare tesori ma buone azioni. Cristianesimo anyone?
A proposito di miracoli, nel film c'è una delle spose di Immortal Joe che insomma, è uscita un po' dal cappello e, lasciatemi dire, una ragazza d'oro veramente:

Bona track:

NOTTE BROCCOL ANTEPRIMA • Somnia

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BU!
Fatto paura eh? Sono il vostro Uomo Verde! Che vive nell'armadio tipo che tu vai a dormire e senti come un odore strano poi ti ricordi che i piedi te li sei lavati allora apri l'armadio e BU ci sono io, Bababrook, aim ior Broccolman dez uot ai em!
Questa cosa della Notte Broccol mi piace, sarà che inizia la bella stagione e gli horror si moltiplicano, e noi tutti ci ricordiamo che i primi horror ce li siamo visti grazie a Italia Uno con la mitica Notte Horror. Roba che ora la cosa più spaventosa che fanno è questa:

Ma non starete mica dormendo? È giunta mezzanotte, si spengono i cellulari, si spegne anche l'insegna di quell'ultimo post su Facebook, e quindi per conciliare il sonno (visto che mi dicono che molti leggono CB sulla tazza del gabinetto preferisco pensare di conciliare il sonno piuttosto che...) è giusto venire qui a leggere una bella recensione di un horror che già dal titolo vorrebbe fare tutto il contrario, infatti si chiama
Somnia
Trama: Morti di sonno

È un horror dal regista di Oculus. Già marchiamo malissimo.
Però il protagonista è il ragazzino di Room, uno che vive quel momento particolarissimo della carriera di bambino attore in cui o diventi superfichissimo o diventi Haley Joel Osment.
Intanto si gode la celebrità e l'accompagnamento perpetuo di Brie Larson. Buttali via.
Non so bene se questo film l'ha girato prima o dopo, certo è che in Room è assai più capace, più si limita a fare il ragazzino tormentato da incubi, o meglio, dal fatto che quello che sogna diventa realtà. Quindi si comincia con le cose carucce tipo farfalline e lucine
Evil is coming.
e si finisce con un mostro che purtroppo per lui sembra uscito dritto dritto da One Piece

non marca benissimo manco questo.
I genitori del ragazzino - a proposito, è adottato, infatti la madre è morta - sono quella fica secca (madonna secca veramente, strano che non si chiama Sahara) di Kate Bosworth, una che a malapena ricordo in Cane di paglia remake, e poi nulla più, anche se qualcos'altro avrà pure fatto. 
Il suo problema è una totale inespressibità, veramente totale, diciamo che senza l'utilizzo di make up, avessero fatto un film su una bambola viva a grandezza donna, lei sarebbe stata perfetta.
Suo marito è Thomas Jane.
Allora, Thomas Jane. Oltre ad essere il protagonista di un mio horror preferito (di quegli horror preferiti che lo sai che non sono i meglio horror della storia, ma non sai perché una volta l'anno li devi rivedere, anzi cavolo è più di un anno che non lo rivedo! Domani The Mist!) è uno che non ha mai fatto niente di veramente clamoroso in carriera. Io so il perché.
Thomas Jane è in realtà Aaron Eckhart. Non sto scherzando.
Vi giuro che per i primi dieci minuti di film mi sono detto "oddio ma questo è Thomas Jane p Aaron Eckhart?" per poi - vi STRAgiuro - decidere che sì, era Aaron Eckhart.
Invece era Thomas Jane.
Secondo me questa cosa devono risolverla, tipo che uno deve ammazzare l'altro, quello che sopravvive si prende tutti i ruoli interscanbiabili.
Ma perché Kaufman ancora non ci ha fatto un film su questa cosa dei Doppleganger hollywoodiani! Sarebbe stupendo! Una serie TV! Prima stagione Jane v Eckhart. Seconda stagione Jeffrey Dean Morgan v Javier Bardem
Terza stagione Elisabeth Banks v Rachel McAdams
 
Quarta stagione Dobby v Keith Richard
Sarebbe favoloso.
Invece favoloso non è che insomma 'sto regazzino dorme e quello che sogna diventa vero. Una storia che a dire il vero è vecchia come l'horror, al momento non mi viene in mente neanche un esempio (che è una cosa stranissima per me) ma lo so che c'è, ci deve essere. Ovviamente escluso Nightmare.
Allora che succede, succede dicevamo che prima si parte coi sogni buoni, poi arriva Il mostro cancro (si chiama proprio così. helloooo. La mamma è morta quando era piccolo. Mi vedete ammiccare con le sopracciglia? Ecco...) e si mangia le persone vere. Quindi ogni volta che lui va in una famiglia nuova la gente inizia a sparire.
Per ovviare al problema il regazzino fa grande uso di Red Bull.
Tutta la parte horror del film funziona nella misura in cui adesso tutti gli horror sono un po' omologati allo stile Oren Peli tipo Insidious. Quindi grandi case, bambini fantasma che non chiudono mai le porte, letti che hanno sempre un sotto misterioso:

e poi è il sopra ovviamente quello che dà lo spavento:

un classico.
Davvero ti fa venire voglia di osannare ancora di più cose tipo It Follows oppure proprio il Babadook, che aveva gli stessi temi (bamboccio spaventato + mostro degli incubi che non lavora alla Monster Inc, ma invece ti ammazza) ma era molto meglio.
Il problema di Somnia però non è tanto la parte horror, che appunto, è banale ma alla fine funziona pure (anche se si potevano sprecare un tantinello di più sul reparto sogni, si vedono sempre e solo 'ste farfalle, e che sto ragazzino sogna sempre farfalle? Non c'avevate i soldi per altri modellini 3D?), il problema è quando si scorda di essere un horror. Tutta la risoluzione finale ad esempio è di un melenso e scontato che sembra di vedere un film di Natale. O una puntata di Greys Anatomy. Quasi insopportabile.
Comunque ultimamente ci stanno facendo conoscere diversi bambini un po' mutanti che fanno cose assurde e i genitori rimangono un po' così, dicendosi "ma non era meglio quando il massimo della sorpresa era un lavoretto fatto in classe per la festa della mamma o un Bravo sul pagellino? Oggigiorno questi sparano laser dagli occhi, fanno scoppiare il mondo, materializzano gli incubi... certo il mestiere del genitore si fa sempre più difficile".
Dormiamoci su. Attente che vi vengo a trovare, mentre dormite... Oh, con questo sono davvero sicuro di avervi tolto il sonno.
Buonanotte insonne... 
Zio Broccolia

CB ANTEPRIMA • Alice Attraverso lo specchio

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Alice attraverso lo specchio
Trama: ...verso lo spacchio

Per avercela con l'Alice di Tim Brutton ci sono tutti i motivi. Tuttissimi.
A parte l'essere stato il maggior incasso assoluto per un film del regista, che avrebbe meritato questo primato (merimato, quindi) per ben altri film belli tipo Edward mani di forbice o Beetlejuice e averlo definitivamente rincoglionito (ha fatto più bei film Tim? La risposta è no. no. no. you don't do good film anymore and you know now tatatutù), quell'Alice lì (peggior film di quell'anno, peggior film tra i film di favole che si moltiplicano ogni anno, sì, peggio ancora di Cappuccetto Rospo) ha avuto la colpa di far rendere conto alla Disney (e altre case di produzione tutte intorno) di avere nelle tasche belli e pronti tutta una serie di film da trascinare dal mondo dei cartoni animati a quello reale. Che poi, con tutto il 3D con cui fanno ormai 'sti film - agevolo diapositiva dove si vede come un vero genio della comicità smodata e pungentissima inglese (ricorderete Little Britain, se non lo ricordate FATELO ORA) è ridotto a fare il pupazzo in calzamaglia verde.
 
Perché ogni volta che un grande comico inglese viene fagocitato da Hollywood poi non fa più ridere? Ricky Gervais, Pegg/Frost... Il paese delle merdaviglie veramente...
Comunque c'erano altri motivi per odiare fortissimo quel primo Alice, oltre al fatto che era oggettivamente un bruttissimo film, ma non li elenco e perché non ho tempo e perché voglio cercare di chiudere la pratica nel breve tempo possibile, che sembra un po' quello che si sono detti anche regista, sceneggiatore e attori (tranne uno).
Il film è il sequel più pigro che si potesse immaginare, il che paradossalmente lo rende meglio del primo, infatti non si può dire che il minutaggio non arrivi a compimento senza un certo ritmo, ma ogni scena, ogni dialogo, ogni espressione, ogni apparizione sono messi lì perché "va bene così": rimettiamo tutti i personaggi del primo, ma non facciamogli dire più di due battute (oddio, detta così non so se è una cosa positiva o negativa), facciamo fare ad Alice delle cose ma mi raccomando puntiamo l'attenzione sul personaggio più irritante di tutti: Gionni Deppe col mascherone e la convinzione che si possa davvero interpretare per vent'anni personaggi borderline senza uscirne completamente rincoglioniti

Convinzione che ha solo lui, a tutti gli altri è lampante il contrario:

Ah, ricordiamo che nel primo c'era anche la Deliranza. Sta roba qui che ancora invade i miei incubi di tanto in tanto:

Incredibile ma vero non v'è traccia di deliranza questa volta. Forse questo era stato troppo anche per Gionni.

Insomma ci sono i personaggi del primo, gli animali pazzi, le regine pazze, tutti pazzi, tutti parlano strano (ma senza una vera ricerca stilistica, ci si limita a mettergli in bocca ogni tanto qualche parola strana) e via che il film è fatto senza poi tanto sforzo, tanto i bambini lo vedranno comunque, i genitori dovranno accompagnarli e le teenager che su instagram non fanno altro che dire "cioè Alice è proprio la mia favola preferita" sono già in fila. Con buona pace per il reverendo Charles Lutwidge Dodgson, al secolo Lewis Carroll, uno che per diletto fotografa bambine in pose un po'"così". È LA STORIA SIGNORI!!!undici!!
Comunque. In un guazzabuglio di viaggi spazio-temporali (avevano già unito Paese e Specchio nel primo, quindi hanno dovuto un po' creare da zero, con tutto il non-rispetto del caso) ritorniamo alle origini del Cappellaio, scopriamo il perché dell'odio tra Regina Bianca e Regina Rossa - che per inciso sono sempre insopportabili come ce le ricordiamo, la prima, Anne Hathaway, sembra Mina (la cantante, non il giornalista, quello c'ha l'accento) che muove le mani tutto il tempo e fa l'eterea


l'altra, l'immancabilmente pessima Helena Bonham Carter, tutta urla e facce da speedata

L'unica - davvero l'unica - nota positiva del film si chiama Sacha Baron Coehen. Sappiamo da anni che Cohen è un attore di primissimo calibro, prima ancora di essere Borat o qualsiasi altra maschera assurda voglia indossare, e anche questa volta si dimostra una spanna su tutti gli altri. Il suo Tempo, una specie di cyborg metà uomo metà ingranaggio



è l'unico che ha qualcosa da dire, che riesce a dirlo bene, e a raggiungere quel minimo di profondità tragica che i personaggi delle favole DEVONO avere, se non ce l'hanno loro, diamine, con tutti i casini che gli succedono! 
Tempo, fossero stati più coraggiosi, sarebbe potuto essere un villain indimenticabile, horrorifico e shakespeariano come certi cattivi di favole del passato (penso alla regina pazza del Fantastico mondo di Oz o al Re della Luna del Barone di Munchausen... vedi, due che perdevano la testa per un nonnulla...)

Sai invece di Freddie Mercury chi dovrebbe interpretare il buon Sacha? Rasputin! Cavolo sarebbe perfetto!
Fanno la loro apparizione il Moriarty televisivo per un totale di 30 secondi che se non sta attento diventa quello mellifluo e sudaticcio sempre. Proprio nel contratto "il mellifluo sudaticcio"

e una citazione vivente di Arcimboldo che ho molto apprezzato

Si può dire che questo secondo Alice sia la sintesi dei peggiori approcci che si possano avere di fronte all'adattamento cinematografico di una fiaba. Io non dico di fare per forza la fiaba horror, capisco che sei la Disney e devi fare i tuoi conti, ma se a poco impegno nella scrittura ci metti pure una qualità più bassa della media in quanto ad effetti speciali e un totale disinteresse ad approfondire qualsivoglia personaggio (sì ok, qualcuno dirà che qui si approfondisce il Cappellaio, la scelta più logica. È molto più interessante il brucaliffo, allora... peraltro doppiato dal compianto Piton a cui è dedicato il film. Che poi nel cast ci siano un sacco di Harry Potteriani (ricordiamo l'unica vera fiaba moderna) mi fa venire la tristezzuola...)
Comunque ragazze vi volevo dire una cosa: BASTA BASTA BASTA mettere la citazione di Kerouac sulla pazzia dappertutto tipo Facebook, Instagram, (soprattutto) Tinder. Sai quella che fa: “Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh”
Prima di tutto una cosa è che la scrive Kerouac, un'altra che la leggi sotto le foto di voi che saltate sul bagnasciuga di Ostia, scondo poi perchè, BREAKING NEWS, essere pazzi fa schifo al cazzo.
Tipo secondo voi questa ci stava col cervello quando si faceva questo tatuaggio?
Chiudiamo con una gallery di disegni che hanno composto una mostra, disegni che rispecchiano ampiamente il fandom generale di Alice: gli piace a tutti ma in pochi sanno dire qualcosa di nuovo:
Ah! Oh! La canzone finale l'ha scritta Pink. Ha fatto pure un video. Il video parte benissimo proprio pazzo: ci sta un tizio che si prepara la colazione e sente degli strani rumori venire dall'altra stanza... ci va incuriosito e... AIUTO! CI STA UN PROSCIUTTO APPESO AL SOFFITTO! A Carroll sarebbe piaciuto...

Gwen dije qualcosa tu va...

All'anteprima ci ho rimediato ben DUE REGALI! Un quadernino multisoggetto (và che foto artistica):

e una bellissima maglietta in poliestere stampata con tutto un disegno alicesco. Che dite ci sto bene? Sembro abbastanza pazzo se ci esco?

La Delipanza. Ma anche la Depilanza.

SIAMO SERIAL • Shameless chi legge

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Shameless • Stagione 6
Trama: Li am, i Gallagher

Con Shameless ho sempre avuto questo rapporto altalenante: piaciuto molto la prima stagione, stancato alal fine della seconda per sopraggiunto WTF perenne, abbandonata la tre e ripresa la quattro, ripiaciuta alla quinta.
Ora arriva e passa la sesta stagione, accompagnata da un promo seventies un tantinello tirata, diciamolo:

che sottolinea la domanda: chi può fare a meno dei Gallagher? Io no. Non più. 
Tra le famiglie seriali televisive questa è quella che mi è entrata proprio più in sintonia, prendi per esempio i Crawley, loro:
Con i Crowley non puoi empatizzare più di tanto, per manifesta nobiltà e noia, e infatti ammetto di aver abbandonato Downton Abbey e non avere per niente voglia di recuperare l'ultima stagione (a parte che come vi ho detto e ripetuto che sono almeno due anni che la mia voglia di serie tv è sotto le scarpe, c'entrano ovviamente i White e i Draper. E comunque non lo dico solo io.), mentre con i Gallagher, che se vogliamo sono l'esatto opposto dei Crawley, scotennati, sciroccati, straccioni, pazzoidi, quello che volete, ma  tutta gente che al posto del groviglio di etichette e sentimenti compressi che c'hanno i Crowley hanno un tubo unico, dritto, pulito, quello che pensano dicono, quello che vogliono fanno, quello che hanno amano. Nuovo mantra: Gallagher way of life!
Ora non dico che mi metterò a pisciare addosso alla gente, a fare lo spogliarellista bipolare, a spaccare i parabrezza delle macchine dei miei professori del college, a bere fino a farmi scoppiare il fegato, ad amoreggiare con un criminale sul retro di un deli, ma se bisogna imparare qualcosa dai Gallagher è "non t'aspettare nulla, perché tanto tutto quello che t'aspetti non succederà e tutto quello che non t'aspetti prenderà la forma di un camion pieno di naftalina rinforzato tipo monster truck di Mad Max e ti verrà addosso a tutta velocità. E tu fatti colpire e non rompere i coglioni", ecco più o meno bisognerebbe vivere sempre con questa maglietta indosso
Certo poi io che parlo di personaggi televisivi come fossero persone vere, questo è tutto un altro conto. Diciamo che sono bravi sceneggiatori, fanno bene il loro lavoro di sceneggiatori di film/serie: ti fanno credere che i Gallagher esistono davvero. 
E quindi ti dispiace se la storyline dei questa stagione prende a mazzate Lip (il mio preferito)

sei curiosissimo di sapere come andranno le cose per Carl (che ometto che si è fatto) nel suo nuovo mood rapper bianco
Showtime season 3 shameless fancy carl
adori sempre Debs, vorresti essere Kev e V (che sono tipo la coppia ideale assoluta), non puoi crede che una bellissima storia d'amore debba finire così

solo perché uno dei due attori è diventato una tartaruga ninja
e sei contento che la prima parola di Liam sia stata
Rebloggy (http://rebloggy.com/post/my-gifs-shameless-shameless-us-lip-gallagher-liam-gallagher-shamelessedit-mine/77711745556)Rebloggy (http://rebloggy.com/post/my-gifs-shameless-shameless-us-lip-gallagher-liam-gallagher-shamelessedit-mine/77711745556)
Invece se c'è una di cui non te ne frega assolutamente niente è Fiona, di lei e di tutte le sue ennesime paturnie

Insomma proprio come se una volta all'anno chiami dei vecchi amici e gli dici "dai oh raccontatemi TUTTO quello che è successo, dai".
Che poi per me siano in America e per chi si professa tanto purista (pff) siano in Inghilterra (Shameless UK è alla UNDICESIMA stagione, sempra che quello USA chiuderà con la settima. Come faremo? Ci trasferiremo? Vediamo quando ci colpirà quel monster truck e decidiamo.) fa lo stesso.
Vuole peraltro il caso che io stia rivedendo, per motivi miei troppo difficili da spiegare ma che riassumerei con "NON HAI MAI VISTO SHAMELESS?! VEDIAMOLO! È fico! Ti piace sicuro!", tutte le stagioni e vedendolo come un corpus unico (dove per corpus ovviamente intendo questo:
devo dire che ho sopportato molto di più i WTF imperanti: non è da tutti farti sembrare normali, quasi sacrosante, tutte le assurdità che accadono ai protagonisti.
Io dico solo che vedere e rivedere Shameless è bello perché ti fa pensare più e più volte che non siamo noi a decidere come deve andare la vita perché non viviamo impomatati dentro una magione inglese dove la cosa più emozionante è un granello di naftalina che si poggia sul busto di trisavolo, granello che viene subito spazzato via dalla cameriera.
Forza. Chi mi ha messo la droga dell'impegnone nel caffè stamattina? 
Ah. A proposito di famiglie incasinate e serie TV:. dopo i primi cinque minuti della sesta di Game of Thrones ho formalmente deciso di abbandonarlo. Per ora non sento nessun pentimento, se mai lo sentirò sarete il primo a saperlo.
E comunque ecco un po' di famiglie seriatelevisive di cui avremmo voluto far parte, anche come cugini lontani:
the simpsons photo bart simpson family picture


No. I Cesaroni non li metto neanche pagato.

Mutante ne fa una ne fa tante

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X-Men Apocalisse
Trama: X-Meh

Devo argomentare bene quel Broccolo, perché è un Broccolo che in realtà è molto tendente al Chicken, solo che è e rimane Broccolo, anche se mi piange abbastanza il cuore, visto che io resto legato anem' e core alla saga degli X-Men, perché, a ben vedere, sono i cinecomics che mi sono sempre piaciuti di più, in cinecomics in mutante.
Ne avevo fatto uno studio approfondito anni fa, recensendo X-Men, 2 e 3 e il primo Wolverine in occasione del reboot giovanilistico, poi erano venuti X-Men 2 bis e Wolverine 2, e mi è sempre sembrato sensato sottolineare che l'epoca che viviamo oggi, quella dove ogni mese esce un cinecomics - siamo già a 5 dall'inizio dell'anno - deve molto, se non tutto, a X-Men. Ok, diciamo che X-Men, Spiderman e Dark Knight hanno la colpa o il merito di aver dimostrato che i cinecomics potevano diventare dei successi multimiliardari e dei bei film. Poi la Marvel ne ha fatto routine, ma questo è un altro discorso...
E la mia argomentazione partirà da Quicksilver (anche detto Speedy Gonzales). Lui:
Quicksilver era stata la grande, bellissima, divertentissima e stupefacente sorpresa del film scorso, con quella clamorosa scena che ancora è piantata bene nella nostra memoria:

Quella scena ha dimostrato che Singer è ancora un registone che poteva dire qualcusa di nuovo nel trito mondo dei cinecomics e anche se non è riconosciuto come tale (a me piacquero pure L'allievo e Operazione Valchiria, pensa te...) aveva fatto una pernacchia al relenti al Quicksilver della Marvel (infatti sacrificato in 4-4-8).
La scena ha fatto scuola e infatti ne rifanno una nella scuola per ragazzi dotati di mutante.
Sono passati DIECI anni dai fatti raccontati nel film precedente (anni 70), che a sua volta si distanziava di DIECI anni dai fatti del preceprecedente (anni 60). Quindi ora siamo negli anni 80 e gli X-Men si vestono così:

Tra gli X-Men c'è Quicksilver, figlio di Magneto anche se Magneto non lo sa, superveloce e cazzone quanto basta per adorarlo. Lo avevamo lasciato nello scantinato della madre a giocare a pingpong con se stesso e, dopo DIECI anni, lo ritroviamo lì, stessa pettinatura, stessi vestiti, stesso tutto. Ma come, va così veloce e per DIECI anni sta fermo? Questo buco enorme (ENORME!) di sceneggiatura è davvero deprecabile...
Anche in questo film gli si riserva la scena più fica a livello di messa in scena. Non ve la metto che ve la rovino, al suo posto una promo che la dice lunga su quanto successo ha avuto quella scena lì, tanto che usano Quicksilver per far comprare alla gente le cose (in questo caso una connessione veloce) più del bel viso di Fassbender o delle belle... gote di Jennifer Lawrence:

Purtroppo, sorpresa a dir poco deludente, la figaccine scende vertiginosamente di mille tacche perché la scena (che ok, è girata bene e ha un sottofondo musicale azzeccatissimo) è già la parentesi Quicksilveriana dei film degli X-Men. Per capirci, è già il "Ehy" di Fonzi, lo Yabbadabadoo dei Flinstones, è già la cosa ripetitiva che DEVE esserci perché caratterizza il personaggio, è già la scena che gli sceneggiatori saranno costretti a mettere SEMPRE, alzando sempre più l'asticella dello spettacolo e della durata, e noi già alla fine di questa seconda ci siamo annoiati un po', perché fa le stesse cose (sposta le cose a mezz'aria mentre si beve una coca cola e salva la gente ma la percula contemporaneamente e cose così).
Ecco, il pensiero per la scena di Quicksilver si può applicare a tutto secondo terzo X-Men (!): è ripetitivo. Non è brutto perché brutto (per esempio l'ho preferito di gran lunga a Deadpool che sembrava aver inventato l'acqua calda dello sfondamento della quarta parete, così è se vi parete), e continua ad avere, come tutta la saga X-Men, una sua "geometria" ben precisa, diversa dai Marvel, diversa da DC, ma - attenzione che arriva il punto saliente - è ripetitivo se inserito nell'economia di tutta la saga. Sono SEI film che Xavier dice sempre le stesse cose, che Magneto dice sempre le stesse cose, che Mystica e tutti gli altri dicono e fanno sempre le stesse cose. E, peggio ancora, in questo terzo di seconda trilogia, addirittura le scene sono  le stesse: Xavier non finisce tutte le volte mezzo svenuto e morente perché ha finito quasi tutti i poteri psichici? Erik non sta tutto il film per i fatti suoi perché lo fanno incazzare ma alla fine rinsavisce giusto il tempo di salvare la situazione e non far morire tutti? 
Forse è un andamento da fumetto (che se vedi bene sono telenovelas disegnate), ma ritrovarsi sempre le stesse dinamiche stancherebbe chiunque.
Non aiutano questi elementi:
- Un cattivone apocalittico vestito come quelli che ballano la gabber nelle distoteche di Bratislava

recitato con stoccafissità da Oscar Isaac, probabilmente bloccato dal cerone

 che lo fa sembrare tantissimo un cattivo dei Power Rangers:

- Certe scenografie da mettersi le mani nei capelli e strapparli tutti a Xavier. Quel montarozzo di sabbia finale sembra una duna di Ostia ricostruita in un teatro di posa da avanspettacolo. Ridicolo davvero. Per non parlare della scena ad Auschwitz...
- Olivia Munn (una delle nuove mutante) che io ricordavo così:

e così:

e anche così:

e invece per tutto il tempo sembra un polpettone con la retina da cui straborda la panza.

Sì. Questa gif esiste. Ecco come Olivia ricorda tutto il lubrificante usato per indossare quella tutina viola:


- La ZERO voglia evidentissima che avevano alcuni attori di tornare negli X-panni, probabilmente solo per contratto. Primo fra tutti uno scoglionatissimo Micheal Fassbender che se nel primo era quello che si impegnava di più anche un po' inutilmente adesso emana per tutto il tempo un'impressione di "vabbè so arrivato sul set che devo fa dai famo veloce che c'ho da fare altro). Secondo me possiamo dire addio al suo magnetico Magneto

- La scelta 50/50 del cast per i giovani X-Men: azzeccatissimo Tye Sheridan per Cyclope

di una noia mortale Sansa di Games of Thrones per la Grey. Pervenuti poco e niente Nightcrawler e Tempesta. Angelo inguardabile. Sacrificato Bestia.
Comunque sui personaggi e su queste linee temporali stanno facendo un po' di casino. Ma Jane non l'andavano a prendere Xavier e Erik già vecchi? Ma Nightcrawler non lo trovavano già adulto in una chiesa e non conosceva nessuno? Ma Angelo non era il figlio di un riccone?
- Il poco spazio che hanno un po' tutti, il prezzo da pagare nel mettere in un film qualcosa come venti personaggi.
Aiuta invece questo elemento: 

Sì c'è Wolverinino nostro ed è la scena più fica del film, meglio di quella di Quicksilver.
Insomma un Broccolo questo Apocalisse, anche se controvoglia, perché è sembrato tutto un po' troppo forzato, uscito un po' male, forse avevano preso degli impegni contrattuali troppo stringati, forse ansietta da prestazione, fatto sta che le cose che non convincono sono più di quelle che sì.
100% Soft ha fatto questa cosa bellissima:

Ma lui pochi mesi fa aveva fatto anche quelle per gli Avengers. Che sia il vero anello di congiunzione tra Marvel e Fox invce che il tanto conclamato Spiderman?
Il prossimo X-Men sarà ambientato negli Anni 90. Che canzone useranno per la scena di Quicksilver? Secondo me questa:

Ah io la Munn la ricordavo anche così comunque

NOTTE BROCCOL • Martyrs (2016)

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Buonanotte!
Ma davvero allora è vero che non dormite per venire a leggere Notte Broccol, un appuntamento notturno dove, IO, dormo, e VOI, leggete. Bello. Mi piace. Mi fa fare sogni tranquilli. Sogni già sognati, remake di sogni.
Ah i sogni, io spesso quando sogno cose belle vorrei continuare il sogno di prima allora mi metto a pensare fortissimo a quella cosa, mi fisso proprio, come un chiodo, un chiodo fisso.
Ma comunque di sogni ne parlava il film horror della scorsa settimana, non quello di stanotte, questo parla di donne che raggiungono l'estasi, vedono un signore e raggiungono il culmine celeste con dei brividi sopra e sotto la pelle. 
Non pensate male, io quando succedono queste cose solitamente dormo.
Ecco a voi il remake di un film che si chiamava uguale:
Martyrs
Trama: Martrit

E eccone un altro. Un altro remake di cui nessuno sentiva la mancanza. Quest'anno sembra che ci si debbano proprio impegnare, nel fare remake inutili (su tutti Point Break).
Che poi non mi stanco mai di dirlo, non ho nulla contro il remake (che è un po' come la cover musicale, se ci pensi bene) e addirittura a volta ho voluto bene anche a remake inutili di film belli (esempio La Casa).
Martyrs quello francese non era piaciuto a nessuno, mentre a me, ovviamente, piacque, anzi piacè, alla francese, piascèt.
C'era il gore, c'erano diversi finali uno dopo l'altro, c'erano belle ragazze pazzoidi, c'era che quegli anni l'horror francioso dava un sacco di soddisfazioni e c'era che la cosa del martirio era una questione interessante da trattare, sicuramente più della tortura fine a se stessa (tipo Hostel per capirci), insomma i pazzi torturatori avevano le loro ragione, poi che fossero pazzi è un altro conto. Insomma seconfo me aveva una sua originalità, ad esempio a tutti ma proprio a tutti piascèt Alta Tensione, pure quello fracioso, pure quello con bella ragazza che uccideva, pure quello supersplatter, ma che alla fine della fiera parlava di doppia personalità. Mmmh. Tema nuovissimo proprio la doppia personalità con risoluzione finale a zero sorpresa.
Insomma com'è come non è arriva il remake americano di Martyrs.
E fa cagare.
Ma proprio tanto.
Tutto quello che c'era di buono nel primo (c'era eccome) viene bellamente dimenticato/cambiato/edulcorato probabilmente per renderlo meno indigesto. E allora perché farlo? Allora vai a fare il live action di Masha & Orso e non rompere l'anima celeste a noi che ci piacciono gli horror con le persone spellate vive, no? Masha spellata viva da Orso, ecco un'idea...

E proprio la scena finale è la summa dell'inutilità. Passi (ma anche no) che le due ragazze dell'originale sono palesemente una coppia mentre qui sono "molto amiche" ma manco vivono insieme, che una delle due è PAZZA vera, non solo strana, proprio PAZZA,  mentre qui è traumatizzata sì, ma neanche troppo, che l'altra è la martire sin dall'inizio, che ha sacrificato la sua intera vita dietro i deliri dell'altro, anche se lo capisci solo alla fine mentre qui è una che ci va quasi di controvoglia a salvare l'amica perché in realtà sta al college a fare le feste della sorority, che i pazzi che nell'originale facevano una paura matta mentre qui sono poco più di una setta di annoiati cristiani con la voglia di barbeque, passino tutte queste cose (ma, ripeto, anche no), ma non passa che la scena finale, in nel Martyrs vero veramente una botta
martyrs
ora diventa una roba incisiva come i denti di Masha, poco più di un giochino di luci con un po' di passata di pomodoro e degli occhi bianchi fatti col computer. 

Guarda mi è piaciuto talmente poco che non voglio rubare altri minuti preziosi al vostro sonno che potrebbe essere pieno di sogni broccoli che fanno raggiungere l'estasi

Zio Broccolia

CB ANTEPRIMA • Warcraft

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Warcraft - L'inizio
Trama: Ascia e Orco
Mai giocato neanche un minuto di Warcraft. Mai giocato neanche un secondo al gioco di carte di Warcraft. Mai giocato neanche un decimo di secondo al gioco di ruolo di Warcraft. Mai neanche pensato di colorare col pennellino a 1 pelo di martora le statuine di Warcraft. Insomma ho pure riso tantissimo di questa puntanta di South Park (una delle poche che ho visto complete peraltro, mai entrato nelle mie corde, South Park)


ma non ne capivo la base, appunto, che erano appunto quel gioco immersivo chiamato Warcraft, che tanti fan ha in giro per il mondo.
Non che la cosa mi abbia destato tanta preoccupazione al momento di accettare l'invito all'anteprima, perché diciamolo, è mai stato un problema conoscere alla perfezione il riferimento di un film per farsene un'opinione? Ma quando mai! Altrimenti non avrei potuto recensire film sulla medicina, sullo sport, sulla guerra, sulle ragazze.
Io l'ho preso solo come un film fantasy, perché questo è, anzi è proprio il film più classicamente fantasy dai tempi di Signore degli Anelli.
Ci sono gli esseri umani e gli orchetti, il mago buono, quello cattivo, il nano l'elfo ed il gigante, non manca più nessuno, solo non si vedono i quattro hobbit.

Sai i personaggi di Dangeuouòn (come si scrive?) & Dragons? Proprio tutti loro. Ah, quello si che era un cartone:

E insomma Warcraft è (o dovrebbe essere) proprio un sogno bagnato per gli amanti del fantasy puro, quello col guerriero umano con lo spadone (!) gigante che brandisce come pesasse due grammi, l'armatura lucente e lo sguardo ancora più lucente che cavalca un ippogrifo


quello con orco incazzoso dai denti di fuori 

che cavalca dei canidi

da qui l'espressione "ORCO CANE!"
Quello col mago che muove le mani e gli escono i raggi laser alchemici e runici

Insomma il Fantasy, proprio quello che mi è sempre andato un po' indigesto se non in salsa harrypotteriana. Se poi state qui a farmi il pelo e mi venite a dire che Labyrinth e La storia infinita erano fantasy a tutti gli effetti io vi dirò: lo so. Lo. So. Ma ora non è il caso di mettere in mezzo la nostalgia.

(Ogni riferimento a figli di David Bowie che sono diventati registi con un esordio pazzesco e lunatico e un film medio e ripetitivo e poi si incastrano in un filmone fantasy tutto fatto col computer non è puramente casuale.)
Comunque, libero da ogni passione sfegata dal fantasy, ho vissuto Warcraft come un film d'animazione con orchi... insomma una cosa poco lontana da questa:

Il film infatti è TUTTO fatto in CGI e solo per caso fa vedere tre/quattro attori in carne e ossa in qualche scena, peraltro tutti dimenticabili.
Poi per carità, la computer grafica è fatta un gran benone (molto meglio di roba vista ultimamente tipo Alice o gli X-Men per esempio), questo è vero, ma non basta, perché la storia, che pretendeva eroismi, epicità, grandi discorsi motivazionali e una regia all'altezza, sprofonda spesso nel non-sense puro, ma non l'accettabile non-sense magico/fantasy tipo "sto costruendo un golem" più qualcosa come "vieni qui dentro questa sfera di energia che ci teletrasportiamo davanti al re senza che ci sia un qualche ostacolo magico che ce lo impedisce quindi tutti i maghi possono teletrasportarsi davanti al re e ucciderlo.

Già. 
Ecco cosa c'è di problematico nel fantasy, che visto che in teoria puoi fare quello che ti pare, allora devi darti delle regole più ferree del dovuto, dovresti avere un approccio neorealista e verista ma parlare di maghi e draghi. 

Game of Thrones l'ha fatto per buona parte della sua durata (fino a diventare la telenovelas fatta per i meme che è ora) e questo ci era piaciuto molto. Invece Warcraft azzera ogni epicità e oltre a vedere una cosa più simile a Avatar (dove invece del blu il colore è il verde)
Comunque dicevamo gli attori. Nessuno è all'altezza (se pensi al cast iperazzeccato della trilogia di Jackson), ma sul Mago interpretato da Ben Foster ci si potrebbe aprire un capitolo a parte, capitolo in cui le parole ricorrenti sarebbero "insulsaggine", "ridicolo" e "maccosa". Chi ha avuto l'idea di scegliere lui come mago superforte? Pare un coatto al Burning Man. Terribile davvero.
Warcraft film è l'esempio lampante di che guaio succede quando da una parte ti preoccupi troppo dei fan, questi tizi qui fotografati all'anteprima americana

che devi accontentare perché altrimenti verranno sotto casa tua per anni a lanciarti degli incantesimi (il problema non sarebbero gli incantesimi ovviamente, ma il fastidio di trovarsi sotto casa gente vestita così, vallo a spiegare ai vicini), ma devi anche fare i conti con un film che i soldi li deve prendere anche e soprattutto dalla "ggente", da quelli che Warcraft non sanno neanche cos'è, quelli come me, e probabilmente come te che stai leggendo, le persone normali diciamo.

Quindi per dare un colpo al cerchio e una alla moglie ubriaca, finisce che il film non è né carne né pesce, anzi è tipo MacDonald, non brutto, ma la personalità è un'altra cosa.
(Cosa diamine sono queste gif non ne ho idea ma era troppo allettante metterle.)
Una cosa che funziona del film sono le (continue) visioni aerei delle orde di orchi che ricordano appunto il campo da gioco di ruolo visto dall'alto dei giocatori

un po' quello che succedeva in certe scene di Battleship
Certo, non avendoci mai giocato, mi dà pochissima emozione. Lo vedo, lo capisco, non mi appassiona, che dite dovrei iniziare a giocarci? Dice che gli effetti si vedono prestissimo:


Ma questa espansione esiste? Come si chiama? P'orc Hub?

(Amici. Io vorrei sempre dire: film sugli Exogini. Fatelo. Eddai.)

• FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2 •

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PEPPEREPÈ!
Sapete già che quando inizio un post con lo squillo di trombetta c'è da mettere mano al portafoglio.
Ma questa volta è per una giusta causa. Sì lo so che dico così tutte le volte, ma non erano giuste anche tutte le altre cause? Questa non era giusta? Questa? E questa non era una cosa importante?
Allora, dopo il successo del primo Film Cult Antistress da Colorare, che vedeva riunite 8 illustrazioni del prode Ale Giorgini e 8 recensioni del sottoscritto, ho deciso che col secondo numero (che si chiama 2! Ma potete anche chiamarlo Il ritorno! Reloaded! Colpisce ancora! Sempre più pazzo!) avrei fatto fessi proposto 8 artisti tutti nuovi.
FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2, lo dice la parola stessa: 8 ma che dico 8, 7+1 ARTISTI TUTTI NUOVI (il +1 è sempre Ale Giorgini che comunque che non ce lo metti in un coloring? Eh.) per 8 ma che dico 8, 7+1 FILM CULT (il +1 è un telefilm così non mi dite "eh ma questo non è un film, è un telefilm) DA COLORARE.
Queste sono le due cover:
Esatto. Ho fatto la VARIANT! Dice che ora va di moda stampare una versione dello stesso albo ma con una tiratura copertinata in maniera diversa, meno copie, quindi più rare, quindi la gente se le compra per collezionismo! PRESTO! ACQUISTA FILM ANTISTRESS DA COLORARE 2 VARIANT.
Qual è la variant? Ah boh. Mi sa che mi sono perso qualche passaggio importante di questa cosa della variant perché ne ho stampate lo stesso numero di copie. Quindi decidete voi qual è la variant e quale la cometuttlealtr. Insomma bianca o rossa, sempre belle sono.
Ecco i 7+1 nomi coinvolti in FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2 (voglio la ola per ogni nome e che clicchiate sulle immagini per vederle grandi):
OSCAR ODD DIODORO
con TEMPI MODERNI
MATTEO CUCCATO 
in 1997: FUGA DA NEW YORK
VANESSA FARANO 
in ALIENS - SCONTRO FINALE
OSVALDO CASANOVA 
in HOLLYWOOD PARTY
TRAM 
in L'ARMATA DELLE TENEBRE
RUBENS CANTUNI
in GROSSO GUAIO A CHINATOWN
ANDREA CHRONOPOULOS 
in RAMBO (+ la cover)
ALE GIORGINI 
in BATMAN '66 (il serial)
Ed ecco finalmente il pulsante PayPal da spingere senza timore per comprare FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2. Costa 8 euro + spedizioni. Specificate che colore di cover volete.

Ah. Vi ho fatto vedere tutti i poster - contravvenendo alla regola della pubblicità che dice che non si deve mostrare tutto per creare curiosità - per un motivo ben preciso. Potete comprarli anche singolarmente in dimensione poster! Esatto. Potete avere i vostri POSTER ANTISTRESS DA COLORARE. Vi faccio vedere l'effetto con questo bel fotomontaggio iStock:

Non è fantastico? Lo è.
I poster sono grandi 42cm x 60cm e costano 20 euro. Per acquistarli dovete mandarmi una mail
Per dimostrarvi che colorare poster in grande dimensione è una ficata vi faccio vedere un po' di foto di ITALIANISM, la serata dove ho portato il RULLO ANTISTRESS DA COLORARE, quello che non tarderei a definire "il fallimento dei vostri terapisti è il successo dei film antistress da colorare":
Siamo finiti pure sul giornale, no dico.
Se poi volete  comprare TUTTO fate prima a scrivermi una mail e vediamo di fare uno sconto comitiva.
BUON CINEMA ANTISTRESS!

STORIA VERA • Eddie The Eagle

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Eddie The Eagle
Trama: Forrest Jump

Grazie, grazie, lo so, "Forrest Jump"è un gioco di parole fortissimo.
Certo questa scena:
e questa canzone sul finale:

hanno aiutato, visto che il film parla di uno un po' toccatello che vuole a tutti i costi andare alle Olimpiadi, non importa in che disciplina, fino a che trova quella più assurda per lui, roba che non c'era un atleta inglese in quella disciplina da 70 anni: no, non è l'utilizzo del bidè (!), ma il salto con gli sci:

sai tipo quando quei quattro Giamaicani hanno fatto la squadra di Bob:
Complex cool runnings movie jamaica winter olympics
In effetti il tipo non è mai definitivo scemo in senso stretto, ma insomma, quella pazzia di cui tanto si parla nel film non è fatta solo di incoscienza, forza di volontà, coraggio, c'è proprio una componente di "forrestgumpitudine", del tipo "se ti butti a capofitto nelle imprese vedrai che ci riuscirai anche se nessuno crede in te"... anche se alle volte il confine con la scemenza è un veramente labile.
Eddie the Eagle è la storia vera di lui:
ecco, diciamo che anche la faccia tanto sveglia non è.
Fatto sta che insomma questo l'ha fatto davvero quel salto di 90 metri con gli sci, roba che io sullo snowboard vedo un motarozzo mi fermo a guardare tutta la mia vita che mi passa davanti (in pratica ci sono io di spalle con davanti lo schermo e sullo schermo tutti i film che ho visto che passano velocissimi, io sempre immobile di spalle).
Per avvalorare la STORIA VERA rubo ricorro al solito sito che fa vedere come la realtà spesso supera la fantasia degli sceneggiatori, ma questa volta no, visto che la figura dell'allenatore è del tutto inventata, e vi linko la pagina perché quello sì che è un sito che parla di film STORIA VERA come si deve, approfondendo. Non come me che al massimo mi concentro sui giochi di parole.
Certo se ci fossero le Olimpiadi dei giochi di parole io mi piazzerei minimo sul podio. Sarebbe una vittoria limpida, un terso posto.
Il regista del film è un attore inglese conosciuto ai più come uno di Lock&Stock, che poi si è dato alla regia con questo film, che era un film molto "this is England". Infatti in Eddie The Eagle la parte inglese funziona molto bene: piccolo ragazzino della periferia fa grandi sogni internazionali. La mamma crede nel suo pulcino, il padre lo vorrebbe al cantiere e altro che salto dell'aquila, avrebbe voluto fare quello della quaglia.

Eddie non si dà per vinto mai e arriva, anche grazie ai consigli di un allenatore ex promessa dei salti ora ubriacone (mi ricorda qualcosa e qualcos'altro... che sia l'anno degli allenatori ex promesse ora ottenebrati da droghe e alcol?) a fare il salto della vita (o della morte).
Tutto a posto in ogni comparto: c'è il training video tra il serio e il faceto

c'è il momento si sconforto totale, c'è la squadra di svedesi stronzi e il megacampione zen che ammira questo giovane ragazzo ai suoi primi salti, c'è la rivalsa, c'è il padre che ha tarpato le ali per tutto il tempo all'aquilotto che alla fine dice "SONO FIERO DI TE". Ecco, Eddie the Eagle te lo vedi proprio bene, nessuna sorpresa ok, ma neanche nessuna delusione,  e pure Wolverine in versione allenatore va benissimo (non che fosse la prima volta per lui, ma quella volta era un robot), anche se in effetti sembra proprio di vedere Wolverine che si dà ai salti con gli sci
20th Century Fox Home Entertainment hugh jackman eddie the eagle ski jumping
ricordiamoci sempre che quell'uomo è stato candidato a un oscar e comunque a 50 anni sta così:
Io invece a 37mi sento un uccello che prende la rincorsa per fare un lungo salto, più o meno così:

Per Hugh c'è anche il tempo di una scena del tipo Harry ti presento Sally da Katz:


Sempre meglio dei coglioni sul collo, Hugh, sempre meglio dei coglioni sul collo.
Protagonista destinato a una carriera interessante il regazzetto (bravo, devo dire, bravo) di Kingsman (peraltro questo film è fatto praticamente dalla stessa cricca, e si vede, visto il tono sostanzialmente "cazzone" che hanno applicato a questa storia che poteva avere risvoltini più drammatici), che fa faville su Tumblr:

Comparsate più che eccellenti di Christopher Walken - anche se ormai Walker fa comparsate dapertutto:


e Lumacorno, ooh, Lumacorno...
Comunque sempre bello quando a Hollywood dal cappello ti tirano fuori STORIE VERE di cui tu non conoscevi l'esistenza. Bello anche per i protagonisti che magari grazie al film riescono ad avere una seconda occasione. Ecco come Eddie the Eagle sta sfruttando i suoi secondi 15 minuti di celebrità:

Comunque non voglio essere cattivo, perché mi ci voleva proprio un film così, di quelli che ti fanno pigliare bene il sabato pomeriggio anche quando sei mogio, tanto che ti viene voglia di prendere degli sci salire fino in cima alla Panoramica (chi è di Roma può capire) e via andare giù a perdifiato gridando il famoso motto lecoubertiano: "Nella vita l'importante non è vincere ma vendere più FILM ANTISTRESS DA COLORARE 2!" (Mi ha detto Christopher Walken che per il 3 mi fa la pubblicità.)

SIAMO SERIAL • Horror vaghi

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Se è vero che le serie tv sono morte (e lo sono), continuano a spuntare serie non-morte, zombesche, horror, di paura (ma non sempre da paura) come fossero funghi, marci.
Che si debba tutto a The Walking Dead è cosa nota, il suo successo ha portato i produttori a dire "oh, fosse che fosse (intendo proprio le buche per le barre) l'horror ci fa fare i soldi, e magari gli horror tratti da fumetti ce ne fanno fare ancora di più, dài, facciamone tantissime." Chi l'avrebbe mai detto, eh?
Ed ecco che nel giro di un paio d'anni ci sono quasi pià serie horror che comedy; ne abbiamo parlato qui, qui e pure qui. Oggi parliamo di tre di queste serie horror, di cui due nuove nuove, ricominciando da dove ci eravamo rimasti, ma anche da dove tutto è partito, cioè dai morti viventi.
Fear the Walking Dead - Season 2
Trama: Death Boat

È ricomiciato qualche settimana fa, giusto il tempo che nella serie madre (che ormai guardo con lo stesso entusiasmo con cui mi lavo i denti la mattina, è una cosa che fai perché, boh la devi fare) apparisse Negan, personaggione nei fumetti, davvero, atteso per TUUuUUTTA la serie, e poi cinque minuti di discorsetto e mega cliffhanger.
Devo ammettere che Javier Bardem Jeffrey Dean Morgan sa il fatto suo, potrebbe diventare un motivo di forte interesse, quasi più del Governatore, speriamo lo facciano pazzo e carismatico come nei fumetti... 
Sì. Leggo i fumetti di Walking Dead, che vi ho già detto che sono CENTO volte più (violenti, sorprendenti, interessanti) fichi del serial. Ammetto che l'aver iniziato a leggere i fumetti di WD mi ha ri-incastrato di nuovo nella serie, perché ora mi va di vedere come risolvono alcune situazioni che nel fumetto si risolvono più o meno sempre con "ti stacco la testa a mozzichi". Non parlando poi la quantità di morti ammazzati male dei comics contro il toto-nero del serial (avete notato che appena appare un personaggio di colore nuovo entro un paio di episodi ne muore un altro, sempre di colore ovviamente, l'avete notato? Ah, notatelo. Annotatelo.)
Oh comunque, tanto per spoilerare, nel fumetto Negan con la mazza ci ammazza il cinese koreano, qui sembra che a lasciarci le penne sarà Daryl perché non ha firmato il contratto.
Comunque, dicevamo, non si fa in tempo a finire i Walking Dead che comincia il suo spin-off, quest'anno preceduto da una webserie del genere "zombie on a plane" (non una cosa nuova, se ricordi questo e questo):

Che si ricollega al serial per via di un personaggio. Queste cose continuano a piacermi anche se ormai sono vecchie come il cucco.
Ora, che FtWD mi piaccia più della sua serie madre l'ho già detto, e lo confermo con queste prime 7 puntate della seconda serie.
Il problema è che mi sembra si stiano già incastrando e castrando nell'andamento solito di WD: gruppetto che arriva in cittadella/roccaforte/posto X, dove sembra si sia riusciti a ricreare una microsocietà; appena arrivano sembrano tutti a posto, tempo un episodio si scopre che il leader è un pazzo, che tengono nascosti i cadaveri dei famigliari in cantina, che bisogna scappare via. Quante volte l'abbiamo visto? Troppe per non risultare ripetitivo, anche se questa volta è in salsa messicana (il famoso guacamorte, quindi).
Sarà che mi interessano più i personaggi c'è il piccolo Voldemort che è sempre bravo e naturalmente fico
c'è il padre che ora se la deve vedere col figlio sbroccato che ha pure una sua fandom di sbroccati peggio (probabilmente sbroccate) che lo difende sul web (stiamo messi male amisci)
c'è il nero gay che parifica le quote arcobaleno e nonostante siamo nel 2016 e i personaggi gay non dovrebbero essere più delle novità e blablabal, comunque è una novità, oh.
Anche l'ambientazione nautica è divertente. Insomma FtWD è meglio dell'originale, oppure semplicemente ancora non ha fatto in tempo a scassarci i maroni del tutto.
Il fumetto da cui è tratto WD, lo sapete, è scritto da questo orsacchiottone qui

(quello a destra) che si chiama Robert Kirkman, uno che grazie al successo di WD adesso ogni cosa che scrive diventa prodotto televisivo, anche gli appunti sui post-it. Appunto:
Outcast (S01E01)
Trama: L'esercentista

Che è il serial fatto in tempo di record tratto dal nuovo fumetto di Kirkman, che parla di esorcismi, demoni, possessioni e dita mangiate, non tipo unghie o pellicine sgranocchiate per l'ansia, proprio interi polpastrelli strappati via a morsi
Il fumetto l'avevo letto (perché il primo numero costava 1 euro) e la risposta alla domanda se mi era piaciuto o meno (che immagino tutti vi stiate facendo in questo momento) è nel non aver comprato il secondo (o forse perché costava più di un euro).
Comunque la Saldapress non sapeva che non lo avevo comprato e mi ha invitato lo stesso al megaseratone di presentazione del serial, che si è svolto - ormai un mese fa, io sto sempre sul pezzo - nello stesso posto dell'anteprima di Spectre, praticamente a due passi dal cupolone di San Pietro, gran bella scelta per un serial sulle possessioni demoniache (non sto scherzando); il fatto poi che la serie sia ambientata in una cittadella chiamata Rome aggiunge quel quid alla cose fatte bene.
La serata è stata divertente, soprattutto perché, tra gente appassionata di serial e gente appassionata di fumetti, e gente appassionata di entrambe, si muoveva anche tutto uno stuolo di attorucoli e attricette della favolosa scena del cinema itaGliano che palesemente non gli fregava niente né dei serial né dei fumetti, l'unica cosa che gli fregava era fare la foto sul tappeto rosso.
È stato divertente vedere questo mischione tra nerdoni e tipette intacchettate, pareva veramente una puntata de La pupa e il secchione live. Ecco tre scatti miei medesimi dell'allestimento tipo party che ci è stato riservato all'entrata, con tanto di drink fumogeno di cui io ho assaggiato solo il fumo visto che sono astemio
E c'è stata pure l'apparizione demoniaca!
AGH! SATANASSO ESCI DAL QUEL CORPO! FATTI STRADA NEL SILICONE!
Io ho provato a passare dodici, tredici volte sul red carpet ma nessuno si è reso conto che razza di celebrità stesse passando e non hanno scattato... stolti.
Comunque, tra vallette, soubrette e alcune tett (la scollatura è d'ordinanza alle anteprime), l'idea che mi sono fatto del primo episodio è: ci siamo, ma non fate l'errore di Walking Dead.
"Ci siamo" perché le scene di possessione e esorcismo sono ben fatte, inquietano e la scelta di mostrare un ragazzino che fa cose pazze tipo mangiarsi un dito e poi il dolce procacciarselo a testate
e che va preso a ceffoni fino a che non sputa il rospo-demone ci riporta dritti dritti all'origine (e caposaldo) delle possessioni cinematografiche, quell'Esorcista che non smetterò ai di dire che fa più paura di tutte le serie scritte da Kirkman messe insieme.
Mentre l'avvertimento "non fate l'errore di Walking Dead"è per quando ci si perde in lunghi lunghissimi minuti in cui non fate parlare parlare parlare i protagonisti che dopo un po' non se ne può veramente più. Non posso stare tutto il tempo a pensare "ma quella è l'attricetta che sta in Romanzo Criminale? Mazza che te... ma quando arriva il prossimo esorcismo?"
Ecco, il problema di Kirkman è che sta fissato con questa pseudo-profondità che devono avere per forza tutti i suoi personaggi. Ok, mettiamo anche che ce l'abbiano, ma perché non farmela scoprire pian piano, e non sbattermela addosso ogni scena con loro che parlano tutti gravi, tutti pesantoni, tutti mezzo silenzio tragico mezzo "se solo sapessi che cazzo m'è successo a me", fammelo vedere quello che gli è successo, non raccontarmelo a parole, che diventa noioso.
In questo errore sembra - almeno dalle prime due puntate - non cadere un altro serial, tratto da un altro fumetto (ormai è ufficiale: scrivete al più presto un fumetto, ve ne faranno subito un serial tv):
Preacher (S01E01/02)
Trama: Maniac Street Preacher

Preacher non l'ho mai letto, ma immagino avrei dovuto, visto che da quanto so è seminale ben di più di WD.
Seminale o non seminale, letto o non letto, sèminale o non a letto, il primo episodio di Preacher è pieno zeppo di cose fiche, non nuove, ma fiche.
Intanto tutto il tono è stracazzone (deve essere perché tra i produttori e registi c'è Seth Rogen), che è un tono che marca sempre bene se paragonati ai serial precedenti fatti di mille pippe parlate e spiegoni molto pesanti e poco pensati. 
Qui si parte da questo:

Si passa da questo
e si arriva a uno che al posto della faccia ha un culo, letteralmente:
Capite da voi che anche quando fanno un po' più i seri si fa una certa fatica a prenderli sul serio. Troppo serie le fate 'ste serie.
Di preacher sono fiche le geolocallizzazioni un po' film sci-fi anni 60 un po' Guida Galattica per Autostoppisti:
ma anche un po' pulp tarantiniano
e in generale tutta la regia ha un sacco di trovate e soluzioni movimentate, guardare le scene di combattimento per credere.
E poi sono fichi i tre protagonisti tre, oltre a Dominic Cooper con la sua recitazione un po' scazzata 

e lei che si chiama Negga di cognome e a me non riesce a non far sorridere
su tutti spicca uno che ha sempre rubato la scena a tutti non appena appariva, fossero quelli rimasugli di Misfits originali o inglesi delle periferie, è Joseph Gilgun, fa un vampiro pazzo e quando c'è lui sullo schermo tutto il resto sparisce
Lo continueremo a vedere solo per il suo Cassidy, ammettiamolo.
Comunque, la cornucopia di fumetti da serializzare (non dimentichiamo che già ne hanno fatte a bizzeffe, tutte più o meno evitabili, oltre a quelli Marvel di Netflix ci sono quelli DC per ragazzine della Fox, e tutte le varie ed eventuali tipo I Zombie, Powers, Constantine, Lucifer) è ormai una cloaca dove finisce di tutto. Ecco 65 serie (SESSANTACINQUE) tratte da fumetti in corso o in lavorazione. 65.
E ancora c'è qualcuno che si ostina a dire che le serie tv, in quanto tali, non sono morte? Io direi che sono belle che putrefatte.
PS. In questo post doveva trovare post (!) anche la serie tv di Damien, la trama sarebbe stata "E che diamin, Damien", ma poi non ho fatto in tempo a vedere la prima puntata che l'hanno cancellata. Amen.

Le pillole van giù

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Sempre meglio che lavorare
Trama: Il bott dei Pills

Io non lo so se a Torino ci sono i "bangla", se a Napoli si dice "zio" alla fine di ogni frase (non mi pare di averlo mai sentito in Gomorra), non lo so se a Bologna sanno cosa sono "torbella" o "sanba". Mi chiedo quindi se i The Pills e il loro produttore si sono studiati la situazione, prima di fare un film così smaccatamente romano.
Ma attenzione, zio, non "romano" nel senso di Verdone che poi alla fine diventa Roma tutta e in tutta Italia capiscono le sue maschere, è "romano" nel senso che si rivolge ai soli trentenni di solo una certa Roma, quella un pochetto hipster, un pochetto postuniversitaria, un pochetto vivo da solo, un pochetto Pigneto ma anche Monti ma anche Tuscolano, un pochetto vespino e carsharing, un pochetto le pischelle ma anche la ragazza mia. Non c'è da stupirsi che il film sia stato una meteora (516.000 euro non è un grande incasso).
I The Pills sono un trio di giovani romani che si è messo a fare dei video nel posto giusto (youtube) al momento giusto (l'esplosione dei pulsanti share su facebook) con gli argomenti giusti (non essere più "pischelli", i rimorchi su internet, l'ansietta) con ogni tanto le ospitate giuste tipo i ribaltoni di personaggi, sai tipo che ti ritrovi Gianni Morandi che fa il pornostar o Iva Zanicchi che canta Britney Spears; niente che non si fosse già visto ma certo Magalli che fa linguetta
o tre attori di cinema che "si abbassano" a fare uno sketch da web serie:
sono trovate intelligenti. Poi hanno iniziato a monetizzare facendo video promozionali per i parchi giochi e non so cos'altro.
E su tutto questo tantissimo di cappello, niente da dire (anche perché siamo nell'epoca in cui se dici "non mi piace" automaticamente ti rispondono "stai a rosicà"), ma il passaggio da un video di tre minuti - e ce ne sono di divertenti, eccome:

al grande schermo non è mai facile. Già non è facile quello dalla TV al Cinema, pensa quello da YouTube al Cinema (anche se a dire il vero leggo che in TV ci sono passati).

Il fatto è che la vita reale non è la quantità di volte che si ripete la parola "geni" nei commenti sotto i loro video, I Pills sono figli della facilità con cui si dice "genio" a tutti quelli che riescono in un modo o nell'altro a intercettare un pensiero comune. Zerocalcare - stessa romanità, stessa "cazzaraggine seriosa", stesso gusto per la nostalgia dei "bei tempi da pischelletti coi cartoni animati DAITANDAITANARRIVAILGRANNEMICSPACCA" - è l'esempio più alto. E infatti si sono pure incontrati:

Allora ogni volta c'è da chiedersi cos'hanno di tanto speciale quelli che riescono a fare successo semplicemente mettendosi a un tavolo a dire cazzate. Quello che hanno di speciale, sembra scontato ma non lo è, è averlo fatto.
Si sono messi a un tavolo, si sono ripresi mentre cazzeggiavano, l'hanno messo su YouTube, gli è andata bene, hanno continuato. E hanno fatto giustamente quello che avremmo fatto tutti, continuato, che fai, ti va bene una cosa ti fermi? No che non ti fermi. E non che non ti fermi non ti fermi no che non ti fermi. Perché se ti dice culo, tu il culo lo cavalchi, come una bomba nucleare Peter Sellers.
Allora eccoli tentare la carta del cinema, però forse era troppo presto (infatti i The Jackal, che personalmente mi fanno ridere di più, sarà che ora sto in fissa con Napoli e dintorni, se ne tengono ancora lontani), perché il film, nonostante faccia ridere in alcune occasioni azzeccatissime (l'allenamento bangla con la comparsata chissà quanto è costata di Gus Fringe, la parentesi mucciniana, il lavoro afrodisiaco), si perde in citazioni cinematografiche ormai trite e ritrite (abbiamo davvero ancora voglia di vedere una citazione cinematografica da Tarantino?) e in una trama troppo spezzettata, quasi insulsa. Che poi una trama ci sarebbe pure, ma appunto è tiratissima e a ben vedere interessa solo un personaggio, Luca, quello alto, e che copre si e no mezzora di film (e il film è quasi un mediometraggio, 1ora e 18minuti bloopers finali compresi). Il resto sono sketch che rimangono quello che sono, sketch, sketch di ridere, ok (il padre social, l'okkupazione), ma ai fini della trama?
La cosa peggiore è che i tre amici non si amalgamano quasi mai, le uniche parti in cui sono davvero un trio è quando sono seduti al tavolo e un po' sul finale, mentre invece si sarebbe dovuto pensare a una storia capace di coinvolgerli tutti e tre uniti per un fine comune. Aldo, Giovanni e Giacomo l'avevano fatto col loro esordio e una gamba.
Insomma, capisco la filosofia del "sempre meglio che lavorare", ma se il "sempre meglio"è fare film tirati via, allora "andate a lavorare". Con la scusa di non lavorare sei riuscito a trasformare il tuo cazzeggio in lavoro, bella pettè zio, ma visto che ormai è lavoro, ti devi impegnare.
Quindi il Broccolo ci sta, perché il media cinema è stato preso con una certa supponenza. E qui ci ritrovo un po' quella tipica romanità del "famolo zio, che ce frega", bisognava insistere sulla scrittura, perché regia, personaggi (l'esaltato, il nerd e il depresso) ci sono e comunque alla fine pure forza roma - passatemi una botta di campanilismo, zii. Ma da qui a dire che il concetto di cicorietta è "GENIO" ce ne passa.
Comunque a farmi decidere definitivamente per il Broccolo sono state le voci (uguali e diverse) di Contessa e Calcutta e i loro testi intrisi di luoghi comuni ricoperti da genialate dialettiche del tipo "la filosofia della busta della spesa che è un po' come l'amore c'è chi mette le cose pesanti sotto e quelle leggere sopra e chi il contrario ma poi ti trovi lo stracchino schiacciato":

È la dura lotta tra l'intellettuale che fa finta di essere low profile e l'ignorante che odia quello che non capisce. Io probabilmente sono il secondo, ma mi credo il primo. Sempre meglio del contrario.
E ovviamente il fatto che se sento ancora qualcuno chiamare "zio" qualcun'altro lo sparo. Proprio che lo sparo dal cannone del Gianicolo.
L'ultimo video dei Pills è sull'ansietta come sport più completoCi sta pure la scheda esercizi:

Fa ridere, ma a me fanno più ridere i Jackal

Rutt'n'rolla

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Grimbsy - Attenti a quell'altro
Trama: Sacha Sboron Cohen

Che Sacha Baron Cohen sia un mezzo genio (se non un genio totale) l'ha già dimostrato ampiamente. Ha creato personaggi borderline con cui ha sfottuto tutto e tutti, dai dittatori arabi ai gay e anti-gay, dai DJ ridicoli a tutto l'Est europeo, con quest'ultimo infatti ha vinto anche un Golden Globe. Fa sempre il coglione esagerato, ma in realtà ha un'intelligenza sopraffina, è palese.
E ha dimostrato che è anche un grande attore, magari sempre molto truccato ed esagerato (Sweeny Todd, Hugo Cabret, Les Miserables, Ricky Bobby e ultimamente l'unico che ci fa una bella figura nel seguito di Alice), ma davvero sa il fatto suo.
I suoi film magari non sono il massimo della comicità intellettuale, anzi tutto il contrario, ma funzionano tutti, tranne questo.
Eppure l'idea non era malvagia: unire il mondo delle spie, agenti segreti, 007 che tanto di moda sono tornate negli ultimi paio d'anni (qui la lista completa degli spioni in giro per il mondo, pensavano di essere sotto copertura, invece io ho fatto la lista) e quello dei cockney hooligans "fukin' wat" delle periferie inglesi in piena epoca Tatcher (quelli di This Is England, ma cento volte più idioti, per capirci) e farli incotrare/scontrare creando una caciara assoluta.

Il cast anche funziava: a Sacha il solito personaggio fuori ogni schema, un'occasione per sfoggiare un accento inglesissimo e dei basettoni alla Noel Gallagher, un vestiario da "firm" e dei modi da coatto, contrapposto a Mark Strong, di nome e di fatto, uno che come sapete mi piace sempre tantissimo (e che comunque continua a ricordarmi mio padre non idea del perché, manco è pelato mio padre... almeno credo, l'avessi visto negli ultimi dieci anni. Ma questo non c'entra nulla con Sacha Baron Cohen né con Mark Strong), che fa la spia serissima, iperallenata/barra/accessoriata/barra/militarizzata... insomma un vero badass. Lui mi piace e penso sempre dovrebbe essere molto più considerato da Hollywood. Lo penso sempre, tranne dopo aver visto questo film.
I due sono fratelli e sono costretti per tutta una serie di eventi a stare insieme - nello specifico due eventi: Sacha vuole ritrovare il fratello sparito. Lo trova senza spiegazioni. Lo segue nelle avventure di spionaggio. Fine. - quindi, si sarebbe detto, una classica situazione buddy cop o per dirla meglio tipo "strana coppia", funziona sempre, tranne questa volta.
Insomma, questo Grimbsy, che si distanzia da altri suoi personaggi solo per la parlata inglese, per il resto è il solito coglione che ama le donne, si ritrova incosciente in situazioni più grandi di lui e con la stessa incoscienza le risolve, e fa e dice roba ai limiti del ritardo, non funziona bene, non gira, diventa, duole dirlo, esagerato.
Eppure l'esagerazione a Sacha Baron Cohen la si è perdonata tantissime volta, perché è la sua cifra stilistica ed era innegabilmente inserita in contesti perfetti, che accoglievano l'esagerazione come un elemento che faceva esplodere le fondamenta del contesto (l'etichetta, la musica, l'omosessualità, la geopolitica).
Questa volta non c'è contesto da distruggere (quale? il mondo delle spie? E chi lo conosce?) e quindi ogni esagerazione diventa gratuita.
Quindi finché certe risate le fai e anche se ti senti un po' colpevole a farle (la scena del cartonato) le fai lo stesso:





Ma poi ecco partire la versione "cinepanettone" di Cohen.
Si comincia con un petardo nel culo, una cosa quasi sopportabile se non fosse degna di un Massimo Boldi d'antan

Ma bastano pochi minuti ed ecco che raggiungiamo già lo zenith dello schifo paradossale che ti chiedi com'è possibile che Mark Strong, uno con quella faccia seria, abbia accettato di girare certe scene. Come quella in cui il suo scroto finisce in bocca al fratello:

Questo è già più degno di un Best of Er Cipolla.
Coehn è stato da Kimmel e hanno fatto questa prova di "reaction" del pubblico qui:

Ora forse vi rovino il film (ma più probabilmente vi salvo) e vi spiego cosa desta quelle risate isteriche e indignate nell'intelligentissimo cervello americano.
I due fratelli sono in fuga da dei terroristi cattivi. In Africa. Memori della cosa più schifosa mai fatta da Jim Carrey:

si nascondono qui:

Esatto. Ma ecco che succede questo:

Il seguito è quasi indescrivibile. E siccome mal comune mezzo gaudio ora vi metto anche delle diapositive e che devo soffrire solo io?



Capito come? Già. L'hanno pensato, scritto, sceneggiato, diretto e montato davvero. E dura pure cinque minuti buoni. Neanche A serbian film. Neanche Human Centipede. Neanche Natale sul Nilo. Forse sarà il caso di inizare a chiamarlo Mark Stronz.
Dunque capirete che ogni cosa che riesce nel film - c'è un buon ritmo, anche se è vero che dura 80 minuti, fallo pure lento non lo so - viene subito annullata da una disperata ricerca della risata grossolana, perdipiù ingiustificata, la peggiore che può esistere. Se l'oltraggio non è rivolto a qualcuno che nella sua ostentata grandezza si rivela in realtà un coglione, allora che oltraggio è? In questo funzionava molto Il Dittatore (praticamente un remake del Grande Dittatore di Chaplin, di fatto) o anche, chessò, The Interview.
La forza sovversiva del cattivo gusto funziona se è giocata con intelligenza estrema, è doppiamente difficile far ridere con intelligenza facendo cose imbecilli. Sacha ci era sempre riuscito, tranne questa volta.
La regola che Cohen si è dato per creare i suoi personaggi e i suoi film:

questa volta non ha quel contorno che la giustifica. Davvero sembra solo di vedere uno squallido cinepanettone brutto con attori inglesi che fanno cose ai limiti della denuncia, o del vomito.
Il finale non è da meno:

Sì, sono razzi quelli lì.
Solo in una cosa sarebbe bello che Cohen ci avesse azzeccato:

La presenza abbastanza trasparente di Penelope Cruz, che segue quella in Zoolander 2, mi fa pensare che la ragazza è meglio che non faccia più commedie. Certo gioca facile a fare la bella del film se le altre sono Rebel Wilson 

e la cicciona di Precious.
L'ultima domanda è: come l'ha presa Harry Potter?

NOTTE BROCCOL • The Other Side of the Door

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Ma non vi sembra pazzesco! È partita una nuova rubrica su CB e non si è esaurita in un paio di appuntamenti! A me la cosa fa quasi paura. 
Sicuramente più paura di quanta me ne ha messa questo horror americano ma con un retrogusto di curry e vacche sacre.
Certo, sempre meglio di quell'horror assurdo di bollywood che vidi anni fa e da cui non mi sono ancora ripreso, ma anche qui non è che si scherza in quanto a "mama chaldon".
The Other Side of the Door
Trama: The other side of tandoori

La madre più sfigata di tutto il cinema - nonché la più antipatica - colpisce ancora.
È stata la madre odiosa di un ragazzino odioso in alcune serie di Walking Dead, poi la madre odiosa per poco trascinata via da un tifone in quel film (di) disastri e Telecamerina Into the storm (ok, in effetti non ricordo se era una mader, ma rompicoglioni lo era di certo).  Ora se ne è andata nella lontana India, ma le cose non vanno meglio.
Lei è madre e moglie di padre di una ragazzina piccola, ma si capisce che qualcosa non va. E che cosa vuoi che non vada in una coppia da film horror? Gli è morto un ragazzino. Ovvio. È già la terza coppia (dopo questi e questi) a cui è morto un ragazzino in questa rubrica, minimo la ventesima in tutto CB, minimo la milionesima in tutta la storia del Cinema horror.
Qual era quel film che diceva che non esiste una parola che definisca i genitori a cui muore un ragazzino perché è troppo contro natura? Vabbé non divaghiamo...
Insomma la coppia ha le solite paturnie di questo tipo di film: deve pensare alla ragazzina viva ma in realtà sta marcendo dentro per colpa di quello morto, a marcire sono tre quindi.
Soprattutto la madre - nel film scopriremo anche perché e quando lo scopriremo diremo in coro E TE CREDO! 

TROPPO BENE JE STAI! - che infatti ad un certo punto dà retta alla cameriera indiana (vi ho già detto che tutto il film è ambientato in India, sai per dare quel non so che di esotico. O forse perché hanno fatto un accordo con bollywood e devono girare un tot di film l'anno lì. Ricordi quando parlammo proprio del fenomeno "film indiano dell'anno"? Ecco.) che le dice che se va in un dato tempio e fa delle date cose potrà parlare MA SOLO PARLARE col figlio attraverso una porta MA GUAI AD APRIRE LA PORTA.
Eccerto. Bel consiglio demmerda. Tu dici a una madre che ha perso il figlio di andare a parlare col figlio perso attraverso una porta - porta che si può aprire ovviaemente, bravi, non mettete il lucchetto alla porta per l'inferno - e pretendi davvero che quella non la apra? Infatti la prima cosa che la madre fa appena il figlio dice "oh ma', che mi dai due scellini che mi devo comprare una vacca sacra per la merenda a scuola?"

è aprire la dannata porta. Orfeo e Euridice anyone?! Marcellino Pane e Vino non ti ha insegnato proprio niente a te eh? Che non lo sai che appena a qualcuno gli dici di NON fare una cosa quello la prima cosa che fa e FARLA? Volete una riprova? Eccola:
NON COMPRATE UN FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2!
Visto, sto già contando le rupie.
Insomma la tipa apre e sebbene all'inizio sembra non succedere niente, arrivata a casa ecco apparire fenomeno paranormalo. È paranormalo per forza, un ragazzino che mette comoda la madre sulla sedia come un vero damerino non si è proprio mai visto:

SE non ne Il Piccolo Lord, ovviamente. Certo lo dovrebbero fare un horror con lo spirito del piccolo lord Fauntleroy che diventa uno stronzo e ammazza tutti, prima di tutti il nonno. Ma non divaghiamo.
Insomma da quel momento c'è tutto il compendione di horror a cui siamo stra-abituati e che sta diventando davvero pleonastico: ragazzino con bocca spalancata nera gigante e occhi spiritati, che appare all'improvviso, gente morta ammazzata male, stanze che si incasinano e riassettano da sole, marito che ovviamente non crede a una parola di quello che gli dice la moglie e infatti alla fine si prende un sacco di botte e se le merita tutte, e si arriva anche a dei mezzi rip-off di roba vista in The Grudge e altri film di possesione scrausi di cui ora neanche ricordo più i titoli per quando li confondo

Unico dato un po' nuova è che, vista l'ambientazione, i demoni, anzi il demone in questione è un po' diverso dal solito. Infatti, sebbene ricordi un po'Mama e altri cattivoni che si muovono tutti a scatti quando ti si avvicinano per farti paura, questo demone qui con tante braccia non è altro che la Dea Kālī, non a caso dea materna ma cattiva

Questa cosa della mamma poteva essere mille volte meglio, altro che ci provano a farla sembrare una cosa profonda
non sa manco lei quello che sta dicendo, questo non è altro che un horror alla "Peli/Wan", ma con l'unica differenza che invece degli americani ad apparirti alle spalle facendo prendere i colpi ci sta Devendra Banhart

Un paio di poster illustratori, migliori dei film (e non sono neanche sto granché)
Sai il vero peccato qual è? Che il regista tanti anni fa (che paura leggere le cose scritte 5 anni fa vero?) ci aveva stupito tantissimo con un film che a questo punto vi consiglio di recuperare dieci volte tanto rispetto a questo, F (si chiamava proprio F, come fanculo i film horror brutti).
Quando ho letto la prima volta il titolo per un attimo ho pensato che fosse un documentario sul culo di Jim Morrison

The other side of the Doors. 
E con questo direi di non aprire più questa porta, capirei se decideste di non aprire più neanche questo sito*. 
Zio Broccolia
*non è vero. 

SIAMO SERIAL • Uomini che a mano le donne

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Man seeking Woman - Stagione 2
Trama: Meh seeking womeh

La prima serie era stata una ventata di aria fresca nel panorama delle serie tv comedy (sì lo so, non ne vedo manco una di comedy come faccio a giudicare se una è meglio di altre? Madonna come state sempre a spaccare il capello nel pagliaio del cammello nel lago).
Era grottesco, era divertente, era fantasioso, era veloce, era un godibilissimo mix di nerdaggine, situazioni paradossali, fantasia ben applicata, personaggi azzeccati.
Tempo la seconda serie e tutto sa già di ripetitivo e stantio. E dire peraltro che una puntata dura 20 minuti x 10 episodi = 200 minuti che è come dire 4 episodi di una serie normale, anche comedy che sia, fai conto Shameless (l’unica definibile comedy anche se per metà, visto che è una dramedy) è composta da 12 episodi x 50 minuti = 600 minuti e regge benissimo sempre.
Ora, il problema di questa seconda serie non è l’approccio, che è lo stesso che ci era piaciuto nella prima, ma proprio la troppa ripetitività dell’esecuzione. Si sarebbe dovuto, visto che le cartucce più divertenti te l'eri sparate e non avresti più potuto contare sull'effetto sorpresa, alzare un tantinello il tiro.
Ok, rimane divertente vedere le avventure assurde si Josh, tipo scoprire che il fidanzato della ragazza che gli piace è Gesù
parlare col suo preservativo (che comunque è come quando nella prima stagione parla con la propria mano stanca di masturbarlo), ricevere una visita da due alti ufficiali dell’esercito che ti avvertono che al tuo amico è capitata la più atroce delle disgrazie: si è fidanzato
o clonare la tipa che non te gliela dà.
Tutte queste cose rimangono simpatiche, ma se nella prima serie stupivano perché trasformavano in realtà quelle fantasie in cui anche noi trasformiamo le situazioni che viviamo - tipo affrontare un messaggino su Whatsapp come fosse una crisi politica o avere una cotta per Babbo Natale
 - ora tutto diventa solo la stessa identica idea ripetuta e non stupisce più. 
Per esempio l'idea del sex toy a forma di uomo con tanto di istruzioni stile IKEA non è nuova per nulla
Aaron Hammond as Kyle the Sex Doll, from Season 2 Episode 2 (Feather) of FXX series Man Seeking Woman (animated gif)
Adesso che ci penso ricordo che già dalle ultime puntate della scorsa stagione avevo pensato che il meccanismo iniziava a dare segni di ruggine, in questa l’impressione è totalmente confermata.
Poi oh, un bingwatching di tutta la serie si fa in un pomeriggio domenicale sonnacchioso, roba che inizi alle 4 alle 7 hai già finito hai pure il tempo di un sonnellino e di un altro film, quindi non sarò io dal vietarvi di farlo, perché comunque un po’ di risate te le fai, ma insomma, direi che possono finirla qui.
Le promo tinderesche erano carine:

STORIA VERA • The 33

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The 33

Trama: Io speriamo che me la cava

Trentatrè trivellatori entrarono tutti e trentatrè trotterellando in una cava e quella venne giù. Fine della filastrocca.

Ah no aspetta, si sono salvati tutti e trentatrè! Miracolo delle andale andale! Lo so, sto affà un casino col SudAmerica, che vuoi che sia.
Madonna quando succedono queste STORIE VERE bisogna per forza farci un film, infatti è strano che abbiano aspettato addirittura 6 anni e non sei mesi, o non l'abbiano fatto proprio DURANTE l'attesa di portare fuori i minatori.
Allora la STORIA VERA è questa: 33 minatori cileni vanno a lavorare nelle profondità, le la Terra si sente usata solo per i suoi buchi e per punizione fa crollare tutto. A quel punto quelli rimangono chiusi nell'autolavaggio sotto, a millemila metri di profondità. Ci rimasero per DUE mesi, e per i primi 20 non sapevano neanche che li stavano cercando, fino a quando una trivella gli ha bucato il soffitto e ha iniziato a mandare giù viveri

e telecamerine e altri beni di varia necessità tipo giornaletti porno.
Alla fine, dopo mille tentativi, li hanno tirati fuori con una supposta metallica astrospaziale. Altro che Grande Fratello.
Ecco qualche schemino degno di Focus da cliccare per capire meglio
(lui che è stupendo)
Queste storie di sopravvivenza sono sempre belle da raccontare, hanno una carica drammaturgica gigante, non ha bisogno di additivi filmici complicati o chissà cosa. Volente o nolente ti appassioni, anche se questo film, diciamoci la verità, si distanzia pochissimo da una produzione degna del sabato pomeriggio di Rete 4.
In effetti non so se il sabato pomeriggio su Rete 4 fanno ancora quei film che mi vedevo io, film televisivi che raccontavano storie strappacore di madri che perdevano le figlie rapite dai padri fondamentalisti e allora queste madri andavano fino in capo al mondo a recuperarle. Sto parlando di un film vero che esiste ma che non ricordo con chi era. Dai qual era?! Oppure quella storia di una ragazzina caduta in un pozzo e tutte le trovate per recuperarla e alla fine grande gioia di vederla tirare fuori (anche questo esiste davvero ma non ricordo il titolo. Non era un film su Alfredino, quella purtroppo non è una storia finita bene.)
Insomma questo The 33 ha una regia pessima, si concentra sui personaggi sbagliati (quello scritto meglio è il giovane politico che fa di tutto per far continuare i tentativi di salvataggio), ha un cast di recupero su cui spicca un Antonio Banderas in preda a delle crisi di pianto continue, una Juliette Binoche che secondo me gliel'hanno venduta come una vacanza in un Valtur chileno e poi si è ritrovata sul set e altri vari ed eventuali di poco conto, e per gran parte del tempo sembra proprio un prodotto televisivo sudamericano (con la loro carica di donne ciccione che piangono e duri uomini d'affari), però racconta una di quelle storie a cui non è possibile rimanere indifferenti, quindi finisce che ti piace, se non ti emozioni neanche un po' sei l'Uomo Talpa, che vuoi vederli tirare fuori, che vuoi tirare un sospiro di sollievo anche tu.

Certo una volta risaliti avevano un lavoro assicurato:

Ci sto scherzando sopra perché sotto sotto questi sono sopravvissuti tutti e 33 e quindi va bene così. Vedimoci un doc della RAI Radio Televisione Italiana

Insomma ricapitolando, il film a livello strettamente cinematografico è un po' una monnezza, ma la storia ti piglia ed è molto di più di quello che fanno moltre altre pellicole. 
Certo questo salvataggio non ha niente a che vedere con quello dei sopravvissuti delle Ande (da lì quel film che io amo tantissimo Alive) o quello della Endurance di Shakelton (anche qui film da rifare subito, per ora c'è solo quello televisivo con Kenneth Branagh).
Ah, mi sono ricordato, il film della madre coraggio era Mai senza mia figlia e quello della ragazzina nel pozzo era questo:

RaiDue? Ma come?! Non lo facevano fisso su Rete4?

CB ANTEPRIMA • Angry Birds - Il film

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Angry Birds

Trama: Uccelli di Rovio*

Hanno fatto un film da un gioco in cui metti un uccello a forma di palla su una fionda e lo lanci contro delle costruzioni con sopra dei maiali verdi. Non deve essere stato facilissimo trovare una storia valida da raccontare per farne un film intero, eppure, allo stesso tempo, deve essere venuto facilissimo. Succede così, soprattutto nelle opere di fantasia, che a volte crei dei personaggi e quelli prendono vita da soli. Si adattano a delle storie classiche (è come quando vedi che i personaggi di un mondo si adattano benissimo anche a un altro, si chiamano mash up, e che tutti si adattano perfettamente a Guerre Stellari, si chiama archetipo).

Scommetto che quando hanno disegnato i primi uccelli arrabbiati 
non avevano pensato neanche ai nomi, e certamente non avevano pensato che sarebbero diventati così famosi.
Si può dire che Angry Birds sia il gioco/app più famoso di sempre? Candy Crush è più famoso? Be' di certo AB è quello che ha avuto più vita fuori dal rettangolo smart del telefono (e anche dentro ha avuto mille versioni, da quella di Rio a quella di Star Wars), e via centinania di gadget, fumetti - in cui i caratteri dei vari uccelli si sono delineati - e ora il film (che comunque, dice, arriva in ritardo rispetto ai piani e sembra che la cosa stia creando non pochi problemi).
AB è di certo il primo film tratto da una App. C'è da pensarci a questa cosa. Non più di tanto in effetti, ma insomma, mi sembra un possibile apripista infinito, della serie che dopo libri, STORIE VERE, videogiochi, fumetti, serie di giocatolli, giochi da tavolo, ora possono fare film anche dalle app. Non voglio sapere come sarà il film di Tinder.
Il film è movimentato, caruccio, simpatico e frizzante, certo, è dedito più allo slapstick (scenette di ridere di uccelli che cascano come ci fosse una buccia di banana a ogni angolo)

e alle urla che divertono i bambini più che all'approfondimento psicologico (quello che amiamo tanto di una certa Pixar), ma di certo è spanne sopra a film di simile target come L'era glaciale o Madagascar, e, prendendo un concorrente diretto in quanto a uccellitudine, a Rio.
Il protagonista di AB è un uccello incazzato (NO! Non farò battute sugli uccelli incazzati! Non cederò!), Red, un orfano (e come te sbaj) che sta sempre nervoso e usa il sarcasmo per mascherare la sua malinconia.

Costretto a frequentare un corso di gestione della rabbia incontra nuovi amici, tra cui un uccello velocissimo (!) 

che peraltro è dichiaramente gay (e dopo il ghepardo ciccione di Zootropolis sono già due i personaggi dichiaratamente gay in film d'animazione, quello che dovrebbe sembrare naturale, è ancora una cosa da sottolineare e ammirare)
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e che praticamente è Quicksilver degli X-Men, con tanto di inevitabile citazione della famosa scena del ralenti. 
E l'uccello grasso che esplode (ho promesso... siete voi i maliziosi...)
I tre formano il tipico trio "pippo-pertica-palla", cioè c'è il leader che è quello diciamo "normale", poi c'è il matterello joker e poi il cicciodolce e tenero. Inevitabile che l'alchimia tra i tre funzioni benissimo, anche qui siamo dalle parte dell'archetipo puro. Oppure possiamo parlare di brand, che quanto bravi sono stati a monetizzare il successo è da applauso. 
Angry Birds è un logo, o tutti gli altri loghi sono Angry Birds:



Funzionano anche i villain, quei maiali verdi che amano le uova e lo steampunk, con una fisica identica a quella dei Flubber 

ma con la faccia da porco

A volte si lasciano andare a scenette degne dei Minions, ma sono divertenti nella loro ciccionaggine sfacciata.
Il tutto si svolge su un'isola la cui architettura caraibica ricorda quasi Monkey Island contrapposta all'isola dei maiali che invece sembra una cittadina fantasy col castello in alto e tutto il borgo sotto costruito su palafitte adattissime ad essere distrutte con effetto domino.
Insomma la dinamica del gioco (fiondare gli uccelli contro le cose per farsi strada) è rispettata benissimo, è tutto un lanciare e vedere carambolare

Sembra quasi che questa cosa di trarre film da videogiochi funzioni al meglio proprio quando riproduce la dinamica di gioco (come la battaglia navale in Battleship e le orde di orchi nel brutto Warcraft di pochi giorni fa).
Volano gli uccelli volano, direbbe quello, non fosse che nel film la questione è proprio che questi uccelli non volano, e devono usare altri metodi per le loro ascese velocissime, i voli imprevebili e le discese in picchiata.
Quindi promosso questo AB, anche se non me l'aspettavo. 
Certo, fa praticamente tutto leva sulla simpatia cinetica dei protagonisti, ma non è quella la loro caratteristica principale? Sono nati per quello, per essere palle volanti con facce di uccelli buffi. Certo poi cedono anche all'inserimento di qualche batuffolo tanto per sfruttare l'effetti puccioso

e la storia verso metà fatica a procedere, con dei raccordi un po' faragginosi, inoltre si conclude in maniera abbastanza confusionaria (escludendo l'immancabile canzone finale, ormai pratica odiosa di tutti i film animati), ma, accentando che non è la Pixar migliore (c'è anche una Pixar peggiore, se ti ricordi di Arlo), il risultato finale è molto meglio di altri film che si giocavano la carta della simpatia del personaggio, fallendo miseramente.
Certo il fenomeno AB è davvero stupefacente. Dalla Finlandia con furore, e via che nel giro di soli 5 anni siamo passati da una delle milioni di App che escono tutti i giorni sull'Apple Store al film più costoso della storia di Finlandia (fai conto che quello più costoso prima di AB era questo, con 8 milioni di dollari. AB ne è costati 100 e qualcosa come 200 di promozione. C'è sì da incazzarsi sì se va male

Il doppiaggio italiano è parimenti divertente e fastidioso. Maccio Capatonda fa un lavorone

Davvero, sembra un doppiatore navigato, al pari dell'ormai riconoscibilissimo Pannofino. Dall'altra parte c'è Alessandro Cattelan, lui si impegna come può e non è fastidioso come Volo in Kung Fu Panda, ma la sua milanesità non riesce a sparire mai del tutto e il suo Chuck vola un po' troppo spesso dalle parti del bauscia. Però dai, alla fine ok.
Comunque forse la mia benevolenza per il film è anche merito dell'organizzazione dell'anteprima, una sola parola: 'na bomba! Il respiro è stato finalmente un roba internazionale. C'erano i pupazzoni per i bambini
c'era il pallone morbidone da far rimbalzare in sala
(Anche se mi sono chiesto perché non avesse le fattezze di Red, sarebbe stato perfetto)
c'erano i gadgets

A sto punto potevano offrirci la cena:
E insomma si dia il via ai film tratti da giochi e app. Posso farvi un nome? Peggle.
Ci avete mai giocato a Peggle? È bellissimo. È una sorta di pachinko ma con missioni, personaggi, lucine. Non i hanno pagato per promuoverlo, ma io sono un vero campione. Il film lo vedrei tantissimo.
Ed ora per l'Angolo del Campanilismo ecco qualche schizzo bellissimo di Francesca Natale, character designer italiana, anzi romana, che ha trasformato cerchi e triangoli in uccelli con ali, zampe e ciccia. Bravona




Comunque tornando ai carachter che crei per un motivo e poi ti si trasformano in tutt'altro, prendono "vita", diventano personaggi, voglio solo ricordarvi questo:

Dài, quando lo facciamo il film di Chicken Broccoli?

*Lo so che "Uccelli di Rovio"è una cosa troppo perfetta per non essere già stata detta. Ma a me piace pensare che l'ho invatata io. 
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