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Dopedomani

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Dope
Trama: Malcolm Hits

È colpa mia. Mi assumo pienamente le responsabilità di questo dicembre discontinuo. 
Io lo so che voi siete preoccupati, che ogni giorno che non esce una recensione di CB ve ne state lì in pensiero a pensare pensieri tipo "OH! MA CHE STAMO A SCHERZA'! MICA SI È FATTO UNA VITA! MICA OSERÀ FARE COSE DIVERSE DA VEDERE FILM E POI SCRIVERNE!? Ma tu guarda questo... uno gli dà il suo tempo, quei dieci secondi necessari per aprire il sito e leggere le prime 5 righe, e lui come ti ripaga? Osa fare meno recensioni! Sto stronzo!"
Mettiamola così: quando vedrete gli AWARDS e i 10 CHICKEN FILM POpSTER 2015 sarete talmente stupiti che... che... che direte "ma smettila di fare tutte ste robe di illustrazione che noi vogliamo sapere che cacchio di film ci dobbiamo vedere stasera" che li comprerete tutti.
Intanto archiviamo la recensione di Dope dicendo che se vi aspettate un film di ragazzi neri anni 80 alle prese con la droga e la difficile vita del ghetto e dell'integrazione, una sorta di Straight Outta Eighties, come mi aspettavo io che non mi ero documentato neanche un po' sul film, ecco, rimarrete delusi, come sono rimasto deluso io. Diciamo la stessa delusione di quando vi collegate e non trovate la recensione del giorno. 
Niente di più lontanto da storie di droga, gang, rap. Anzi è tutto di un hipsteria - virata al black - quasi fastidiosa. Tipo questo:

Che è come dire Wes Anderson + Will Smith nel principe di Bel Air.
Mettiamola così, Dope è una sorta di versione nera di Project X, con un po' di SuXbad e tutte le altre commediole con liceali alle prese con sogni infranti, voglia di tette, professori stronzi e indefinitiva la vita dei liceali tutta feste e compiti in classe e sparatorie.
Sarà che fautore e produttore del film (tanto per non farsi mancare qualche fonte di guadagno) è Pharrell Williams, uno che tira sempre qualcosa fuori dal cappello
(questa era debolissima, lo so).
Tutto troppo innaturale anche solo per attivare una naturale propensione all'empatia. La storia è debolissima, i protagonisti risaputi se non fossero interracial:

il nerd, il compare brutto e arrapato, la tizia che funge da grillo parlante. Vi ricordano qualcuno?

Bisogna dire che il fanservice è servito benissimo (una è la solita figlia di Kravitz):

Poi ok, colonna sonora carina (falla pure esse brutta, con Pharrell di mezzo)

e soluzioni grafiche MTVesche anni 80 fiche, ma sono proprio il minimo che potevamo aspettarci
Be' comunque Dope doveva andare in tandem con la recensione di We Are Your Friends, ma questo non ho fatto in tempo a vederlo perché come accade SEMPRE a Dicembre, la testa entra in confusione con tutti i film che NON ho visto durante l'anno! 
VI RENDETE CONTO DEL DRAMMA DI NON AVER VISTO TANTISSIMI FILM!? DI AVERNE VISTI MENO DI QUANTI NE SONO USCITI!?
E il bello è che voi pensate che io stia scherzando... invece sono serissimo.
Sentiamoci 'sto tormentone che vi avrà già fucilato le orecchie ma a me continua a piacere

Di' qualcosa di sinister

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Sinister 2
Trama: Ufficio Sinister / bis

Mi piacerebbe fare una lunga discussione su questo Jason Blum, che è un produttore che a un certo punto si è ritrovato in mano un film costato 15.000 dollari e che ha guadagnato 200 miGLIONONI di dollari! Quel film si chiamava Paranormal Activity ed era dai tempi del Blair Witch Project che non si vedere un horror costato così poco guadagnare così tanto. 
Da quel momento questo Blum ha scoperto la gallina sgozzata dalle uova d'oro: fare film horror a basso budget (dove basso non era proprio 15.000 dolla ma certo non produzione multimiGLIONARIONE, tanto che je fregava, li andavano a vedere TUTTI, gli appassionati di horror, o gli italiani nei mesi estivi, o i cineblogger. 
Addirittura ci sono cineblogger che li hanno visti tutti e hanno pure avuto il coraggio di parlarne, pensa che fessi. Qualche titolo olter al primo Sinister? Eccolo:
Insidious e pure il 2 e pure il 3
Paranormal Activity 2 e pure il 3 e pure il 4 e pure lo spin-off (ed è uscito pure il 5)
The River pure in tv c'ha provato
The purge e pure il 2
Insomma tutti film costati uno sputo e remunerativi anche solo per il fatto di arrivare in tutti i paesi del mondo che vuoi che qualche fesso non ci caschi? Appunto.
Certo poi ha prodotto anche Whiplash, ma forse ha letto male la sceneggiatura e pensava che ad un certo punto il prof di batteria si sarebbe rivelato un demone assirobabilonese cattivissimo.
Poi ha prodotto pure Jem e le Holograms, questo sì che era l'horror definitivo.
Insomma vorrei parlarne tantissimo, dire come per certi versi ha rinvigorito la produzione di horror negli ultimi anni e per questo dovremmo in fondo ringraziarlo, ma che i suoi horror sono talmente faciloni e ripetitivi che sta diventando francamente una sorta di produttore porno che mette nei film sempre le stesse scene perché tanto sa che allo spettatore interessa solo la scopata seduta spiritica.
Parlerei di tutto questo se non fosse LA VIGILIA DI NATALE!
E quindi, sul serio, ma chi se ne frega si Jason Blum, che comunque ora starà passando la sua vigilia su un albero fatto di mazzette di dollari messe così:
non starà certo a pensa' a noi.
Dunque le uniche cose che posso dire di Sinister 2 sono che A) fuori Ethan Hawke padre dentro Shannyn Sossamon madre ma il film non ne guadagna e B) è una MERDA di proporzioni gargantuesche (no davvero, fa proprio più schifo di tutti gli altri messi insieme... no Area 51 era peggio in effetti...).
Non fa paura mai. Anzi una cosa che fa paura c'è. 
Non sono i bambini fantasma cinemaniaci che costringono il ragazzino di turno (peraltro la formazione madre + due fratellini perennemente in canottiera ricorda troppo Goodnight Mommy)
a vedere tutta una serie di filmini di famiglia ma con omicidi nell'intento di farlo diventare cattivo e fargli trucidare mamma e fratellino, filmandoli per continuare la cineteca dell'orrore fino al prossimo ragazzino (questo è il plot di base del film, un franchise studiatissimo. Fossero i figli di Blum?): 
e neanche il mostrone con la faccia bianca e i capelli unti, che alla fine del film appare sempre dal lato dello schermo facendo BU! 
e invece fa troppo ridere, alla fine è solo un ragazzo con una spiccata sensibilità che fa il tato
ma la cosa che davvero mette i brividi è che la mia adorata Shannyn Sossamon è diventata... non riesco a dirlo... VECCHIA! E addirittura... come dire... non proprio brutta, più voglia di qualcosa di buono.
Che peccato. Che carriera buttata alle ortiche. Che filmacci si è ridotta a fare. 
Vogliamo ricordarla così, come la più bella creatura del firmamento delle belle creature
Avete fatto anche voi l'albero di dollari? Io no:

☆ CHRISTMAS & BROCCOLI 2015 ☆

ChickenBroccolihood

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Boyhood
Trama: 12 mesi scrivo
Vi avverto. 
Questa sarà una delle recensioni più strane che vi capiterà di leggere (peraltro penso che NESSUNO leggerà davvero tutto), almeno qui su ChickenBroccoli (che è facile andare su un sito qualunque di uno di M5S qualunque, lì si che ne leggi di stranezze), ma anche su tutti i siti del mondo della storia dell'uomo. 
Anche più di quella di The Artist dove avevo tolto ogni singola parola da tutto tutto il sito. Che matto che sono. 
Perché questa recensione, come il film di cui parleremo, nasce da un'idea, un'idea che è poi la stessa del film: farla durare 12 mesi (12 anni erano troppi...).
Ho visto Boyhood il 31 dicembre del 2014. Un anno fa esatto, se tutto quello che mi sono prefissato è andato per il verso giusto. E cioè se A) ChickenBroccoli è ancora qui tra un anno, e se B) io sono ancora qui tra un anno, e se C) siete voi, e soprattutto se K) sono riuscito a perseguire l’idea di scrivere una parte di questa recensione al mese, l’ultimo giorno di ogni mese, per 12 mesi.
Ma se siamo qui (dove per "qui" si intende la mattina del 31 dicembre 2015, tra 11 mesi) ci sono riuscito. E già lo so che ci riuscirò. In fondo che vuoi che sia scrivere un po’ di una cosa, sempre sullo stesso argomento, ogni mese, una volta al mese, se sei uno che una volta ha visto 24 ore di film di seguito senza dormire mai (un giorno finirò di vantarmi di questa cosa. Ma non è oggi quel giorno.) o se sei uno che dall'agosto di sei anni fa scrive, da solo, di TUTTI I FILM che ha visto, e ne ha visti tanti.
Ma c'è di più, c'è che ho voglia di fare una cosa un po' atipica (ancora di più del farlo durare un anno): questo post parlerà di me. 
“E dove starebbe la novità?” - direte voi - "So sei anni che sappiamo tutti i cazzi tuoi anche se tu credi che un soprannome e una maschera di cartone possa nasconderti. Che te pensavi che eri il più fico di tutti ad aprire un blog e non farlo diventare un cazzo di diario e a farci sapere tutto quello che fai? Sono nati per quello, i blog."
Be', dal mio punto di vista c’è eccome la novità, perché se c’è una regola che mi sono sempre imposto, è stata quella di non scrivere (almeno specificatamente) dei cacchi miei. Ora, so benissimo che se scrivi tutti i giorni per sei anni, anche se tu pensi di scrivere solo di film e cinema, finisce che la tua vita privata esce fuori comunque, come quella volta che stavi nel caos totale, o quell’altra volta che pensavi che esistesse davvero quella cosa che inizia con la A e finisce in un rovo di more, o quella volta che ti è successa la cosa più brutta di tutta la tua vita.
La Vita, non è poi quello di cui parla Boyhood? "Un film che parla della vita di un ragazzo", vuol dire tutto e vuol dire nulla. Appunto, la Vita.
E quindi fare un post con la stessa struttura del film, il film con la gestazione più incredibile della Storia del Cinema: girato un po’ alla volta per 12 anni, tanto che il protagonista è passato dall’essere da piccolo a grande nel giro di tre ore

Matt Lankes/IFC Films
Mentre gli altri attori, i genitori, già grandi, invecchiavano un poco alla volta e, quasi fosse una metasceneggiatura, dicono cose del genere:

Cercherò di condividere con il film quel senso quotidiano del tempo che passa, che sembra sempre uguale, come la nostra immagine allo specchio, ma che invece cambia, piano piano. 
E come cambiano i paesaggi e i corpi, cambiano anche le teste, anche se non te ne accorgi perché per te il cambiamento è lento, dura una vita, e te ne accorgi solo quando ripensi a com'eri, o rivedi una vecchia foto.
E il regista come sapete è quel matto di Litaker (lo dico in senso buono visto che ammiro le sue idee enormemente), che se non ci mette decenni a girare i suoi film non li fa. Avete presente la trilogia "Before"no? Ecco.
Secondo me riguardare questo film sarà durissima per i protagonisti. Perché non è come essere vecchi e vedere un film che hai fatto quando eri giovane, no, qui si tratta di vedersi crescere, come per quei filmati di gente che si fa una selfie al giorno per un anno, tipo questo che è solo uno a caso dei mille che riempiono il web:

Ma che non sono certo una novità, conoscete Roman Opalka? È un artista che lo fa da decenni:
Per gli attori però sarà diverso, perché qui si tratta di vedersi invecchiare piano piano, e nei panni di un altro. A ben pensarci per loro sarà molto più difficile convivere col film finito e montato che averlo girato pezzetto per pezzetto per 12 anni lungi anni, con le rughe che aumentavano, con la panzetta che cresceva, con il seno che calava...
Matt Lankes/IFC FilmsMatt Lankes/IFC Films
Ma adesso iniziamo. Iniziamo con il primo mese dell'anno. Lo chiamamo...
• GENNAIO •
Oggi è il 31 gennaio 2015. 
E che mese è stato? Bello e brutto (c’è la concreta possibilità che dirò questa cosa 1 volta al mese per 12 volte.)
È iniziato nel più “nuovo” dei modi: ho cambiato casa. Per la seconda volta da quando esiste CB. E una cosa che dovrebbe portare con sé un carico di novità e felicità viene invece tempestata di pensieri pesanti, perché quel cambiamento che dovrebbe venire da un anelito di freschezza e rinnovamento deriva invece dal fatto che poco fa, solo poco fa (e sarà sembre troppo poco tempo fa) ci viveva una persona che è stata, a tutti gli effetti, mio padre. E che ora non c’è più. E non è facile per nulla, sostituire le sue cose con le mie, è un processo certosino, dal carico emotivo pari a un macigno. Ma lo fai lo perché sai che devi farlo, perché - per usare un’immaginifico un poò animista e sdolcinato che neanche mi appartiene - lui vorrebbe così. E ogni volta che sposti qualcosa e la ridefinisci secondo un gusto a te più congeniale ti chiedi se a lui sarebbe piaciuto. Secondo me sì, comunque.
Quindi un lungo mese di scatoloni, armadi, foto vecchie e ricordi pure, lunghe pause e alla fine soddisfazione per un ordine riconquistato; a proposito, sono della Vergine, cioè anche nella vita vera, e chi crede a queste cose sa che un cuscino messo in ordine geometrico sarà sempre fonte di grande felicità.
Intanto, mentre dentro casa si consumava questa nuova conquista, fuori casa succedeva la megafesta di CB. Al Kino. È già passato un anno! No, non è vero sono passati solo due settimane, e una di queste è stata molto strana. Perché vi devo dire una cosa: la mia indole mi ha portato ad essere più mogio e pensieroso che felice del risultato. Non fraintendiamoci, sono stato FELICISSIMO del risultato e del calore umano, eravamo tanti, tanti che non me l’aspettavo, sottolineo: ero felice (e si vedeva da come ho presentato la Riffa come un vero Michicken Bongiorno), ma posso dire una cosa: siete degli spilorci.
C’erano un sacco di cose bellle da comprare, e siamo arrivati (nei numeri della riffa) al 28 (al netto di alcuni numeri regalati perché sì). Metti che eravate 150, vuol dire che nonostante siete venuti a festeggiare ChickenBroccoli, 120 di voi non hanno comprato neanche una cartolina. Ora, so bene che questa è proprio l’ULTIMA cosa che dovrei dire, lamentarmi delle vendite, del tipo “aho ma che voi ringrazia che so’ venuto”, però non posso nascondere un certo disappunto. Dite che tutti avevate già il magazine e quindi non l’avete ricomprato? Ah certo, allora gli STUPENDI poster degli Awards? Dai, vi conosco mascherine. Fate che li comprate ora QUI.
Vi metto un po' di foto della serata, sono pronto a scommettere che intanto, nei dodici mesi passati, c'è gente che ha cambiato colore dei capelli, altri fidanzato
Solo io sono il solito cinemaniaco.
Comunque poi la settimana di mogitudine è passata, grazie anche al fatto che sono già in atto i nuovi progettissimi di CB!
Facciamo che li scrivo, anche se non dovrei per scaramanzia. Ma sarà bello vedere, mese dopo mese, se si avvereranno. Scriverò in futuro imperativo, per rafforzare la realtà.
• Tra una settimana sarò ospite di SCANNER, una rassegna di realtà belle che si parlano addosso  organizzata a Roma. Chi meglio di me è capaci di parlarsi addosso?
• A fine febbraio inizierò a scrivere per Fumettologica.
• Entro marzo partirà un programma radiofonico presentato a tre voci sulle onde di Radio Popolare Roma, idea che viene dritta dritta dal fatto che, proprio i primi di gennaio, sono andato in radio a fare il cretinetto.
• A Maggio/Giugno ci saranno due mostre dedicate ai tanti loghi ChickenBroccoli. Una a Ravenna e una Roma.
• Entro l'estate faremo con la rivista tedesca Stickemag un numero speciale bellissimo di illustrazione, cinema e sticker.
• A settembre faccio una cosa a Milano che levati! Una cosa SERIA!
• A Dicembre non so come voglio portare il CB Show a New York. 
• Voglio fare una tombola da qualche parte che invece dei numeri ha i film. Ovviamente riciclando i numeri usati per la riffa.
Chissà se ci arrivo al 2016.
Si è avverato tutto questo? Staremo a vedere. Prometto che a fine febbraio parlo un po' più del film. Anche perché sapremo quanti oscar ha preso. Io dico la Arquette e il regista MINIMO!
Adesso, e lo farò per altre 11 volte, metto il video della canzone che ho ascoltato più volte durante l'ultimo mese. Non sarà per forza una canzone bella (come non sono tutte belle le canzoni che costellano il film, e che però servono tantissimo perché ti fanno rendere conto che sono passati già 15 anni dalla prima canzone dei Coldplay. 15! e che anche tu, insieme ai protagonisti, hai ricordi, piccoli minuscoli e grandi giganti, che si fondono e creano tutto quello che sei. La canzone di gennaio è stata questa:

Ve l'avevo detto che non erano necessariamente canzoni splendide. Il loop musicale va così, non mi dite che voi sentite in ogni momento della vostra vita la Carmina Burana o Beethoven. E poi comunque senza che c'entri nulla con Boyhood voglio proprio spezzare un broccolo in favore di Jovanotti che comunque l'occhio per certe cose ce l'ha. Ad esempio ha fatto fare un poster promozionale ai Van Orton (quelli delle vetrate), che è niente male
• FEBBRAIO •
Oggi è il 28 febbraio 2015. 
E che mese è stato? Bello e brutto (questo spero proprio di non dirlo per altri 10 mesi.)
E quindi è già passato un mese. Un bel mese di merda non c'è che dire.
Sia per me che per Linklater, visto che in quanto ad oscar gli tocca fare un seguito di Boyhood (come lo chiamerà? Adulthood? e poi Oldhood? Secondo me è matto abbastanza da farlo...) per prendersene uno, infatti di tutte le candidature l'unica ad essersi portata via la statuetta è stata Alabama. No, non la "nostra" Alabama che chissà se si degnerà (anzi si è degnata? Visto che il 2015 è bello che passato...) durante l'anno di fare almeno un Tofu & Broccoli. Io scommetto sul no. Ho vinto? [update: ho vinto.]
Alabama Patricia Arquette, bravissima, cicciottissima, milfissima, colonna (im)portante del film, di certo più di Ethan Hawke candidato a sbafo.
Personaggio femminile dell'anno? Forse no, non è che rimarrà come icona alla Kill BIll o Rossella O'Hara (e meno male) ma di certo migliore della sua categoria e figura bellissima nella sua straordinaria normalità e debolezza. Con quella PAUROSISSIMA frase che forse un giorno diremo anche noi (io tipo mi sa domani o dopodomani o adesso)

Debolezza che invece nella realtà si è andata a farsi benedire durante il discorso, facendo impazzire quelle coatte di Meryl Streep e JLo

YO MADDAFAKKA!!! (Ridicolissima J Lo che si aggrappa al carro della vincitrice di Oscar Meryl quando si accorge di essere inquadrata). Comunque lo avevano detto anche le tipe (che non mi piacciono) al Golden Globe.

Ma parliamoci chiaro. Boyhood se li meritava tutti gli oscar? Era meglio di Birdman? Voglio dire una cosa. Boyhood mi è piaciuto, non posso dire che non mi sia piaciuto, ma, al netto della grandiosa idea di realizzarlo in più di un decennio e di averlo fatto per davvero (costringendo anche la figlia, la bambina mostro del film, che ad un certo punto dopo TOT anni ha detto " ah papà nun c'ho più voja de fa er film, ammazzame er personaggio" e lui: "ENNç BELLA DE PAPà! TU ORA LO FAI FINO ALLA FINE SENNò SO DOLORI!"
Matt Lankes/IFC Films
Boyhood non è comunque un Capolavoro. 
Molto "normale" certo, era quella l'intenzione, parla di una vita normalissima di un ragazzo normalissimo che pensa, fa e dice cose normalissime. Niente a che vedere con quello che siamo abituati a vedere tipo che a questo ad un certo punto gli spuntano i poteri o scopre di essere il prescelto:
Ma perché febbraio è stato un mese di merda? Semplicemente perché mi sono A.NNO.IA.TO. 
Non è successo niente se non la routine tediosa di sempre che io lo so cosa scrissi circa la santa routine che mi salva l'anima in quel film brutto con Simon Pegg (non chiedete perché dico che è febbraio ma poi la recensione è uscita ad aprile. Non chiedete.) ma un mese intero senza neanche una novità piccina picciò è veramente atroce.
Avete presente tutte le millemilacose che dovevo fare con le millemila persone? Sono tutte ferme, tra appuntamente saltati, persone che giustamente mettono prima le cose che succedono a maggio di quelle che succedono a Dicembre, e altre scomparse nel nulla in una nuvola di zolfo.
Io c'ho l'iperattività, se non sto "progettando" qualcosa mi sento proprio sdraiato. STO MALE DI IPERFARE LE COSE!
E poi di merda perché sono andata ad un altro funerale.
Facciamo che Marzo è meglio?
• MARZO •
Oggi è il 30 marzo 2015. 
E che mese è stato? Bello e brutto (posso ben dirlo.)
Prima di tutto mi sono detto che voi, notoriamente personcine di buona fede, potreste pensare che io mi sono messo ieri a scrivere TUTTA questa roba e non veramente una volta al mese. Allora come facevano quelli... come si chiamavano? Ah sì, le Brigate Rosse, vi faccio la foto allo schermo della prima pagina del giornale così siete sicuri che è vero (come se non avessi potuto collezionare per 12 mesi gli screenshot e poi... vabbé.).
Allora mese bello! Perché se a Febbraio era tutto FERMO, ora è ripartito TUTTO, anche le cose di sparizioni totali e riapparizioni. Quindi, come si dice, bollono in pentola mille chili di Chicken Broccoli. E io non posso essere più felice e reattivo, perché se è vero come è vero che sono SEI anni che scrivo con il nome di CB, ormai la differenza tra "scrivo in anonimato così posso prendere in giro Carolina Crescentini" e Io faccio perché vorrei farlo diventare il io unico lavoro serio è veramente labile.
Quindi pensa che bello quando su questo post metterò a maggio le foto della serata a Ravenna e a Roma, a Giugno quella a Vicenza al Crack, e poi ancora Milano, Bologna, Lucca e... allacciate le cinture... New York. Chicken & Brooklyn!
Non siete abituati a tutto questo entusiasmo ve'? Neanche io... sarà il Toradol. 
Già, sono bombato di Toradol. Quell'antidolorifico che lo prendi e bum, entri nel Valhalla.

Peccato che prima di prenderlo eri nella più vasta, più torturante, più spaventosa, più allucinante gora dell'eterno dolore che tu avessi mai provato prima. Leggesi: Calcoli fottuti Renali.
Che non è fare due + due, è più urlare a letto e pregare dioelamadonnaanchesenonesistetefacciamocheoggisì che ti passino anche se manco sei battezzato. La frase standard a chi lo dici è: dice che sono più dolorosi del parto (con le varianti "sono dolorosi come il parto", "sono un dolori paragonabile solo al parto"). Vediamo un attimo:

Ehy Julianne. Com'eri giovane... 
Be' comunque io il parto non l'ho mai provato, so solo che sento come se da qualche parte nel mio corpo ci sia La Cosa 

stia cercando di uscire da un tubicino largo 1 cm. 
Insomma questo mese non ho parlato molto del film. Che me lo sono già scordato? Un po'. Ma mi ricordo che dovevo dire qualcosa di importante circa lo scorrere del tempo. Vabbè lo dico il prossimo mese se mi ricordo. Intanto vediamo in questa infografica le cose che andavano di moda durante gli anni di Boyhood:
Come a Gennaio che a Febbraio mi sono scordato vi metto la canzone che ho ascoltato più volte durante il mese, lo so che non c'entra nulla e che è pure vecchia ma chemmefrega io la trovo bellissima:


• APRILE •
Ma anche... 
• MAGGIO 
...che c'ho avuto talmente da fare che li unisco
Oggi è un giorno verso la fine di Maggio.
Di che film stavamo parlando? Ah già, Boyhood. La sai che mi sono scordato quasi tutto? Ci penso spesso a questa cosa. Vedo tuttitroppi tanti film e spesso mi rendo conto di ricordare poco dei film che vedo. Mi chiedo se succedeva anche prima, prima di CB ma anche prima di poterne vedere, grazie al torrente, una quantità molto maggiore rispetto agli anni passati.
Oppure sto solo rincoglionendo. Che probabilmente è la risposta giusta.
Certo passare una settimana in ospedale NON AIUTA a sentirsi giovani, a dimenticarsi del tempo che passa.
Vi ricordate quando vi raccontavo dei calcoli renali? Sembrava tutto passato e invece mese nuovo calcolo renale vecchio! Ma io non mi faccio parlare dietro (casomai davanti (!) e non uno siorresiorri ma DUE calcoli tutti belli stretti in un abbraccio mortale per il mio benessere.
E insomma ospedale e alla fine dai. Tutto bene. Ed è pure servito a ringraziare il giorno in cui ho deciso di liberarmi della TV: infatti in camera di ricovero ho passato interi giorni a guardare reality di educatori di gatti pazzi, gente che divideva a metà le cose con la motosega, persone che si facevano rifare casa da sconosciuti, coppie nude su isole deserte, chef senza le papille gustative in un turbion di reality show che mi hanno fatto perdere il cervello. Non perché li odiassi, no... PERCHÈ LI AMAVO! LI VOLEVO VEDERE TUTTI! MI METTEVO PURE MEZZO A FRIGNARE quando Jackson riusciva a guarire il gattino pazzo. Una droga senza freni inibitori, sarei arrivato a vedere il reality di un tizio in coma e trovarlo movimentato e interessante. Per fortuna una volta dimesso non avendo più la TV (anche se la cercavo, come in Caro Diario chiedevo se gatto pazzo era guarito definitivamente) mi sono disintossicato. E sono tornato a pensare solo ed esclusivamente al cinema.
E ho fatto appena in tempo a preparare il tanto atteso CHICKEN BROCCOLI SHOW di Ravenna, alla Bonobolabo
È stato un inizio maggio di felicità! E questo piccolo foto-reportage ne è la riprova:
Capito come? UNA MOSTRA VERA! E il bello è che ho anche bissato a Roma a fine mese! Beccati un altro fotoreportage del CHICKEN BROCCOLI SHOW all'Hula Hoop Club di Roma, tutto da cliccare questa volta di deboscio totale grazie agli illustratori che hanno realizzato degli originali poi estratti tra tutti gli ospiti (ivi compreso uno che non aveva mai visto Matrix. Infatti è stato cacciato a pedate):
Roba che se le cose che bollono in pentola per il 2015 (e sono tante, e sono belle) questo post si trasforma tutto in un fotoreportage. Bello, almeno scrivo meno, perché probabilmente a fare tutto avrò perso anche la minima porzione di raziocinio (che si sa ne sono portatore sano).
Altre cose da segnalare per Aprile e Maggio? Mah, lo sai che mi sono scordato... se mi vengono in mente ve le dico a fine Giugno. Anche se probabilmente sarò così preso a pensare dove andare in vacanza... e *coffocoff*a SCRIVERE UN LIBRO *coffcoff*... che non avrò molto tempo.
La canzone che ho ascoltato visto più di tutte nell'ultimo mese ultimi due mesi? Mah, che volete che vi dica, forse è la primavera che risveglia gli animi, o forse la felicità di sapere che nonostante le invasioni barbare tutto lo charme broccolo è sempre lì mentre il calcolo se n'è andato per sempre, sta di fatto che questo video l'ho consumato. 


Solo il video, spiritosoni.
• GIUGNO • 
Oggi fa caldo, infatti è fine Giugno.
Cioè com'è questa cosa che siamo a metà anno? Che Giugno è finito così, così senza che io mi accorgessi che arrivassero non dico il 20, il 22... ma neanche il 5... il 6...
E questo progetto folle non lo so dove sta andando. Di certo è il post più assurdo che ho mai scritto. Riprendere un discorso di mese in mese, di stagione in stagione, di fatto in fatto...  senza neanche rileggere quello che ho scritto prima, che so' matto!? RILEGGERE TUTTO! Ma che scherziamo, c'ho una vita io.
E la vita ormai è la protagonista assoluta di questo post... che del film, di Boyhood, non gliene frega più niente a nessuno, neanche ai protagonisti secondo me, che quando il regista, qualche tempo fa (quindi molto tempo fa) ha detto che magari ci pensa su ad un seguito, da girare nei prossimi 12 11 anni. 
E la vita di questo ultimo mese com'è stata? È stata bella dai. Passati i dolori che nessuno aveva calcolato (!) adesso so' dolori ma stracalcolati: siamo nel pieno vero delle cose da fare. "C'ho da fare" is the new "mi riposo un po'".
Prima di tutto la serata di settembre. Si chiama The Big Meal. Ed è una cosa vera. Ed è una cosa importante. Ci sta questo fatto che per una volta qualcuno ha deciso che Chicken Broccoli valeva bene uno sforzo sovraumano e un'organizzazione che in confronto un concerto degli U2 è una sagra di paese. Ok forse sto esagerando, ma certo ci saranno un sacco di cose! E questo qualcuno è entrato con prepotenza sul podio delle mie persone preferite, scalzando adirittura l'inventore delle sfogliatine glassate.
Prima di tutto 4 artistoni con la ONI maiuscola: Mauro Gatti, Ale Giorgini, Il Pistrice e Rita Petruccioli (e nessuno mi venga a dire che non rispetto la parità dei sessi! Mi hanno costretto a mettere due uomini! Ma guarda te...). Ne parliamo quando arriva, che appunto "c'ho da fare", ma vi assicuro che sono contento.
Altre cose importanti di Giugno? Ah sì, ho fatto Crack, che è una cosa piena zeppa di punkabbestia che come sapete io apprezzo molto nel loro vivere nutrendosi solo di pulci di cani e zella rimasta sotto le unghie (sarcasmo, saracasmo everywhere). Però oh! Lo sapete che mi hanno stupito: hanno comprato un sacco di magazine! Un sacco di poster! Certo mi sono sentito anche un po' in colpa a prendergli i soldi destinati in sapone e deodoranti...
Dai punkabestia si scherza. No dai non lo slegare quel pitbull...
Ecco una bella foto in cui Il Pistrice (a sx) e Rita Petruccioli (indovina) dicevano "vieni a mangiare la pizza sui cartoni raccolti per terra con noi?" 
[clicca]
e la mia solita posa da palloncino gonfiato:
Il Crack è stato anche molto utile per me e Pistrice perché abbiamo deciso di fare Lucca insieme, è stata la prova generale in cui abbiamo capito che i nostri progetti, ma soprattutto i nostri ego stratosferici, non si danno fastidio.
E siccome Pistrice abita a Parigi io metto una canzone che ho sentito tanterrime volte nell'ultimo mese (più che altro perché la trasmettono sempre su FreshRadio, una radio franciosa che ascolto io che sono musicoleso e la musica non mi va di andarla a cercare):

E come al solito parlo delle cose che ho fatto/faccio/farò, ero partito a bomba con tutti racconti superintimisti che pareva dovessi dirvi anche il mio nome vero e invece eccomi qui, che parlo solo solo solo di lavoro.
È proprio questa la mia vita? Avevo promesso di parlare di tutte quelle cose privatissime molto gossip e invece vedi, che broccoaholic che sono. Chissà magari i prossimi mesi, quelli caldissimi e vacanziferi saranno diversi. Tu ci credi?
• LUGLIO... ma anche AGOSTO •
È fine agosto e non voglio pensare che tra poco ricomincia la routine.
Unisco anche questi perché questo progetto di post assurdo alla fine si è rivelato più assurdo di quanto avevo preventivato. E dire che di cose assurde ne ho fatte.
Non è tanto la mancanza di cose da scrivere, quanto il fatto di scordarsele. 
Tipo oggi è il 31 agosto. Devo tornare a lavoro dopo tre settimane di stacco totale - nel senso che dovevo staccarmi da CB per *coffcoff*scrivere un libro*coffcoffo* col mio nome vero, pensa te la vita a volte... - e davvero anche se mi sforzo i ricordi delle cose successe a Luglio sono un po' sfocati (mazza, un luglio proprio da novanta eh?). Ma sono sicuro che ho fatto delle cose interessanti. Cazzo ne avrò fatta almeno una!
Però oh... sarà che durante le vacanze ho veramente parcheggiato il cervello da qualche parte e ora non mi ricordo più dove l'ho messo. Ma sarà assurdo... vi giuro mi sto sforzando... e contemporaneamente non ho voglia di andare a vedere la cronologia di FB per vedere cos'è successo a luglio.. ma che davvero devo usare FB per i ricordi? Uffa va bene lo faccio. Aspettate un attimo...
AH CAZZO CERTO! Sono stato al LAGO FILM FEST e ho pure fatto un magazine di cortometraggi e illustrazione (recensioni mie! Così, tanto per non farsi mancare nulla!
Eccolo qui:


Ed ecco la prova provata cliccante che era di carta davvero:
Avrei così tante cose da dire su quest'annata del LFF, che l'ho già fatto nei due sconclusionati post (questo e questo), ma se i miei calcoli (OH! NO! ANCORA CALCOLI!) sono giusti quando leggerete questo post saranno passati sei mesi e tutto sarà dimenticato come lacrime nella pioggia lago. 
Poi è arrivato agosto, carico della sua puzza di fanghi sulfurei siciliani e di carne cucinata nelle bancarelle di street food a Bangkok. Ho camminato. Ho girato. Ho curiosato. Ovviamente sono andato al cinema. Della capatina al cinema di Bangkok ve ne parlerò, anche perché mi ha fatto tanta paura, per due motivi, uno più spaventoso dell'altro: 
- mentre ero in sala è scoppiata la bomba e il cinema era nel centro commerciale in quell'incrocio. 
- ho visto Fantastic Four.
Ma essere al cinema mi ha allontanato dalla bomba. 4 ore prima ero lì, proprio lì. Poi iniziava il film e mi sono mosso.
Un teorico del caos  a caso sarebbe fiero di me.
Ora, non starò qui a mettervi le foto delle vacanze, anche se in un post che racconta un intero anno di vita ci starebbero benissimo. Solo che se è vero come è vero che Instagram è il nuovo "vediamo le diapositive delle vacanze", sappiamo bene ricordare che quelle che per noi sono stupendi ricordi, per gli altri sono solo questo:
E domani inizia settembre. E a settembre succede una cosa bella. E grande. No, non è solo la festa del io compleanno. È invece la cosa (anche se chiamarla "cosa"è un tantinello riduttiva) più grande fatta di CB mi sa. Non mi va di parlarne prima, per pura scaramanzia. Ve ne parlo tra un mese - ovviamente con mille foto di me con un'iguana e di me che mi faccio la ceretta.
Canzoni per l'estate? Vi sembrerà incredibile ma pochi tormentoni. Anche queste si sono perse perché le usavo come portachiavi per il cervello e mi sa che le ho lasciate attaccate quando l'ho parcheggiato a inizio mese, e ora non mi ricordo dove l'ho messo.
No. Non metterò la canzone con quella voce fastidiosa che dice "daRomafinoaBangkok". Mi rifiuto.
AH! Ce l'ho! Questa!

• SETTEMBRE •
È la fine di settembre e lo posso definire solo così: BOMBA TOTALE NUCLARE ASSURDA. È o non è stato il settembre di Chickenbroccoli? Sento la folla che urla SSSSSSIIIIII!!! Reggiseni che mi arrivano addosso manco fossi Mick Jagger vestito da Jim Morrison con la chitarra violentata di Jimi Hendrix.
Volete sapere perché? Ho tre parole e un catalogo per voi:
THE.
BIG.
MEAL.
E ovviamente un fottio di foto (fotio, quindi) bellissime che non sono mai troppo poche:
Questa cosa mi ha riempito il cuore. È stata impegnativa, è stata GRANDE, è stata seria; ci avreste mai creduto che certi loghi di società VERE sarebbero stati mai stampati insieme al Chicken e al Broccolo? Ovvio, io ci ho sempre creduto, ma non potevo mica dirlo in giro.
E invece ci ha creduto anche qualcun'altro, qualcuno che intanto ha scansato dal podio delle persone preferite addirittura l'inventore delle tette! 
E ora la speranza, che è l'ultima a morire, è che questo Big Meal inizi a fare il giro d'Italia, del mondo, dello spazio, dritti dritti fino a Tatooine. Io volo sempre basso come sapete...
Volete sapere la canzone di Settembre? Vi sembrerà incredibile - colpa anche di uno dei film del Big Meal - ma è questa:


• OTTOBRE •
No. Devo essere onesto. Non è la fine di Ottobre.
Ho saltato un mese. Non so neanche io perché, forse perché alla fine questa cosa di scrivere una volta la mese un discorso lungo un anno era più difficile di quanto avessi immaginato. Eppure sono uno che scrive una cosa al giorno, da anni 6. Ma forse anche questo appuntamento ha iniziato ad annoiarmi? A diventare routine? Ad essere qualcosa che "dovevo" fare invece di volerlo fare... Ho grossi problemi con la routine io? Ve l'ho mai detto? Mi piace da matti averne una, se qualcosa o qualcuno vengono a disturbarla anche per un minuto, impazzisco. Contemporamente la odio, non riesco proprio a provarci gusto a fare sempre le stesse cose, o meglio, ho una formula di rinnovamento delle stesse cose talmente chirurgico (vedere film è sempre la stessa cosa, vedere film diversi la rende ogni volta nuova), che basta un granello di polvere che scombina tutto.
Lo sai con cosa altro ho problemi? Con la coerenza. Infatti nel giro di uno stesso post, se l'hai letto davvero, sono riuscito a scrivere "GUAI A CHI MI TOCCA LA ROUTINE!" e "ODIO LA ROUTINE".
Per spezzare un po' la routine io e la solita amica Pistrice che ormai siamo come pane e burro, siamo andati a fare insieme LUCCA COMICS! Proprio dietro al banchetto, proprio come fosse il 1998! Ecco una dimostrazione di quanto era bello in nostro banchetto

Com'è andata? Bah, visto che mi ero portato TUTTO il mondo, cioè proprio una valigia totemica che manco un cadavere pesava così tanto, è andata maluccio come vendite, ma che bello vedere tutte le persone! Insomma, bando alle ciance, la verità è che oggi non è Ottobre. La verità è che è già il 16 di
• NOVEMBRE •
E tre giorni fa alcuni 25enni hanno ammazzato altri 25enni. Ammazzati male. Ed è la prima volta che sento una cosa del genere così vicina. Non ho scritto nulla su FB, ne ho parlato pochissimo, perché ho provato un sensazione strana, quasi fastidiosa: oh, sarà un pensiero idiota, ma quando muoiono i manager dentro le Torri Gemelle, così come quando muore il cameriere messicano dentro le Torri Gemelle, con TUTTO il rispetto e l'orrore che provi sia per il manager che per il cameriere morti, non riesco a pensare che erano "me". Invece quelli di Parigi erano proprio "me", che vado a un concerto (non quanti dovrei, ma è come fosse stato un cinema, un teatro), che vado a cena fuori (più di quanto dovrei), che faccio un lavoro che facevano tanti di quelli che stavano lì.
Inutile stare qui a menarsela sul "non vinceranno", perché se il tempo è ciclico alla fine spariranno pure loro, perché, sempre citando quel teorico del caos, "la vita vince sempre". Quindi ok, spariranno, ma prima spareranno, mentre noi non sparerermo, noi spereremo.
E quindi Novembre va così, senza ragionamenti, senza foto, senza canzone e più di tutti senza parole perché che cazzo vuoi commentare di una cosa così? Quello che ho scritto già mi pare una stronzata, e l'ho scritta tre minuti fa. L'hai notata la ragazza molto carina che è apparsa prima in una foto? Quella bionda? Ecco, vedi, la tua superficialità ti ha fatto pensare "mazza, che carina", e poi leggi questo articolo splendido e tragico eppure pieno di vita che ha scritto, e ti dici "devo imparare ad essere meno superficiale".
Sentite, per come stanno andando le cose questo ultimo stralcio di 2015, con una certa cosa che si chiama *coffcoff*libro*coffcoff* che mi ha portato in giro per radio e televisioni col mio nome vero, ma sempre a parlare di cinema, sia mai che parlo d'altro io, e con nella testa questa serie di sparute lamentele riassumibili con "eccerto però da quando fai tutte queste cose artistiche, parli meno di cinema...", facciamo che arriva presto e passa pure velocemente il mese di:
• DICEMBRE •
E alla fine ci siamo arrivati. 12 mesi. 1 anno. A scrivere lo stesso post, nello stesso posto, facendo apposta, ora, posto che lo posto a fine anno, mi sembra tutto a posto no?
All'inizio, un anno fa, sembrava proprio una cosa matta ma anche intelligentissima, lo immaginavo pieno di pensieri, un vero diario che una volta riletto avrebbe aperto tanti "ma guarda!", "ma dai?!", "ci avevo proprio visto giusto", "carina questa chissà se entro fine anno ci sposiamo", "SONO RICCO! MOLLO TUTTO!" e invece è diventata la mia solita lista del "AMMIRATEMI! GUARDATE QUANTE COSE HO FATTO!".
Sono così e dovrei farci i conti, invece prenderò un aereo prestissimo e stacco la testa per 4 giorni, e i conti invece che con l'oste li faccio con l'hostess.
La cosa bella di Dicembre è stata ILLUSTRI, dove ho avuto modo di rivedere o vedere per la prima volta amici illustratori, o illustratori amici, e soprattutto vederli distrutti per terra e salvarli dall'affogare dal reciproco vomito (maledetto Vietnam!). Poi non solo, ma vabbé, mica posso dire tutto tutto.
Del film che ci ha dato l'idea di questo post assurdo (che io lo so benissimo che voi credete che io (!) lo abbia scritto tutto insieme, in una notte insonne, e invece l'ho DAVVERO scritto durante il corso del 2015, che se le cose non le fai bene non le fare per niente, che se dico una cosa è quella, che de non è zuppa è broccolo bagnato) non ci ricordiamo poi molto. Si chiamava Boyhood, e difficilmente lo rivredemo, perché a pensarci di nuovo con 12 mesi di vita in più e circa 250 film visti in più, aveva dalla sua la grandiosità della sua realizzazione (12 anni per farlo, un tanto ogni anno), ma forse un risultato in definitiva poco incredibile. Certo, vedere il ragazzino protagonista e gli altri crescerti (o invecchiarti) davanti agli occhi fa impressione, come fanno impressione queste foto sapientemente montate
Ma ci ricordiamo bene di cosa parla. Parla della vita che scorre, che è incredibile se la rivedi a ritroso, che se metti tutte di seguito le cose che ti sono successe in un anno sembrano tantissime, e raggruppate in un unico numero - 2015 - sembrano già lontanissime nel tempo. La vita la vivi, ma per la maggior tempo non ti accorgi di nulla.
La parola "vita", anche solo detta così, fa paura, perché vedi come cazzo passa veloce. Scrivi due cazzate e tac, è passato un anno.
Voi che avete fatto quest'anno? Io lo so perché ho scritto un diario, questo post, che secondo me finisce come il diario di Tom Marvolo, un giorno qualcuno verrà a leggerlo e uscirà il mio ologramma che con voce impostata e noiosissima inizierà a leggere:
"Vi avverto. 
Questa sarà una delle recensioni più strane che vi capiterà di ascoltare..."
La canzone di dicembre? Senza dubbio questa, che parla d'amore, di sesso, di gelosia (quella cosa che ti capita di provare quando meno te l'aspetti) e di gorilla che ti rubano la ragazza, insomma tutte cose che succedono nella vita.

Video supercatchy e furbo ma non gli puoi proprio dire nulla. Neanche a quel giallo banana.
È finito il post. È finito il 2015. 
Sul finire dell'anno abbiamo fatto con Ale Giorgini la cosa più figa del mondo dei regali di natale, questo:

Che fate sempre i tempo a comprarlo QUI e chissà se poi non ve lo ritrovate in libreria per davvero. Voi incrociate le dita dei piedi per noi.
L'ultima cosa fatta in ordine delle cose fatte è la CINETOMBOLA con lo Studio Pilar che è stata divertentissima! Ma quando mai non vi siete divertiti col vostro amico CB? Eh? Quando? Ah sì quella volta... evvabbeddai...
Domani inizia il 2016. E ci sono - ancora e ancora - tante cose che bollono in pentola... vorrei fare la lista come ho fatto a inizio anno, ma quando, rileggendo la lista oggi, ho dovuto cancellare quello che alla fine non è andato in porto, ci sono rimasto più male di quanto bene invece mi hanno fatto rimanere le cose andate in porto davvero (e non sono poche, se pensi, chessò, alla vita che conduce un bradipo per esempio, con questo non voglio dire che il bradipo medio non abbia il suo bel daffare, ma insomma...), quindi non voglio ritrovarmi qui tra un anno a vedere tutte le cose che non sono riuscito a fare nel 2016, perché io voglio FARE TUTTO.
Non vi ho parlare delle mie cose privatissime come avevo promesso, lo so. Vi ho privato del privato, ma scommetto che anche voi avete avuto un 2015 pieno di cose, quindi non è che vi interessano più di tanto le mie. Ci scommetto. 
E poi oh, ma che scherziamo? Da quando in qua un cineblog deve parlare di cose private! Qui si parla SOLO di cinema!!undici!11!
Boyhood finisce con questa inquadratura (che poi è la stessa di Terminator 2, per dire)

che mi significa che la vita continua, che la strada va percorsa tutta, sperando non sia un cul de sac, magari solo un cul va bene, che puoi scegliere la tua velocità, se hai fame, puoi mangiare, se hai sonno, puoi dormire, se devi farla, falla (Ciao Forrest, quante cose ci continui ad insegnare ogni giorno...), puoi prendere delle traverse, non fermarti agli incroci, stare attento a non investire qualcuno anche se poi inevitabilmente lo fai, fare poche marce indietro e rispettare i segnali orizzontali solo quando ti sembrano sensati, ma la strada la devi percorrere tutta.
Adesso sai che ci sta bene? Un montaggio della mia faccia fotografata una volta al mese per vedere il cambiamento! Eccola:
ChickenBroccolihood. Una vita al Massimo, intendo il cinema.

• CHICKEN BROCCOLI AWARDS 2015 •

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PEPPEREPÈ!
Per la settima volta - qualcuno mi aiuti a dire "settima volta", facciamo insieme: prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta e sss... sss... settima! - si dia inizio alle danze dei CHICKEN BROCCOLI AWARDS, quel post annuale lunghissimo, pesantissimo, pienissimo di roba che nessuno legge mai per intero, ma che arriva inesorabilmente allo scadere dell'anno, manco fossimo sul sito di Equitalia. 
Post che poi, guarda caso, raccoglie alla chetichella un sacco di gradimento, soprattutto perché serve durante il mese successivo, quando sei nel bel mezzo del blind-date con la Tinderella (o il Tinderello) di turno, a superare quel momento di silenzio imbarazzante. Vuoi mettere come rompe il ghiaccio dire "hai visto chi ha vinto il Broccolo Award? Te l'aspettavi?". E poi lei/lui ti guarda e fa: "Scusa devo andare un attimo in bagno". Poi senti un rumore di finestra che si rompe, poi un tonfo, poi passi che si allontanano veloci. E a te rimane il conto da pagare e le risate mentre ri-leggi i CHICKEN BROCCOLI AWARDS. E così per tutto l'anno fino agli Awars successivi.
C'è da dire che da quando sfrutto furbescamente gli illustratori perché a me non mi va più di fare le grafiche e lo faccio pure a aggratis ammappeme c'ho proprio la faccia come il broccolo collaboro con fantastici artisti e gli chiedo in ginocchio (!) di realizzare i loghi degli AWARDS in esclusiva, ho proprio raggiunto lo stato dell'estasi. 
Quest'anno a cascare nella trappola a collaborare con me c'è
stupenda e bravissima illustratrice (già una delle protagoniste dello scorso anno con gli AWARDS POpSTER di Nymph()maniac), che ha disegnato le incredibili gif  per questi CHICKEN BROCCOLI AWARDS 2015! Tutto in tema scout, perché noi Giovani Marmotte del cinema non finiamo mai di imparare, grazi ai film, nuovi trucchi, meraviglie della natura, fatti importanti, ma soprattuto il valore dell'amicizia!
Quindi come di consueto vedermo i trend dell'anno, quelle tematiche che si sono ripetuti di film in film, gli attori peggiori e quelli migliori e quelli più fighi, le scene che vale la pena ricordare e i film più orrendi della stagione.
MA NON FINISCE QUI! Infatti anche quest'anno arrivano i CHICKEN AWARDS POpSTER!UNA COLLEZIONE DI 10 POSTER D'ARTISTA DEDICATI AI 10 MIGLIORI FILM DELL'ANNO.
Attenzione: non li troverete alla fine di questo post come l'anno scorso al mare col pattino, quindi è inutile che correte in basso per vederli, che nel 2014 siete arrivati in fondo che non ci capivate più nulla e incredibilmente non li avete comprati TUTTI vendendo un fegato per fare i soldi. Ma perché non avete venduto un fegato? In fondo avete l'altro! 
No, questa volta ve li svelerò uno per uno, giorno dopo giorno, dal decimo al primo. Scoprirete quindi i migliori film del 2015 e le versioni illustrate esclusive per ChickenBroccoli realizzate da grandi artisti italiani (con tanto di interviste) a partire dal 4 gennaio! Bello ve'? Preparate i dindi, che ne vedrete di BELLISSIME.
Allora. Il 2015, un anno di attesa per Guerre Stellari e poi neanche un CB Award al film di JJ Binks - ve lo dico subito così vi mettete l'anima in pace sia chi lo ha odiato che chi va in giro facendo versi wookie - ma anche un anno di Oscar stranissimi (Birdman! Il metapremio definitivo!) e, per fortuna nostra, un anno pieno di trend.
Come sapete i trend sono quella cosa che fa gli Awards: quando in almeno tre film ci sono tematiche simile, è Trend (tre-nd, infatti...). Dopo un 2014 poverissimo, quest'anno siamo stati riempiti di trend che non si faceva in tempo a dire "Oh, pare che quest'anno escono un sacco di film con le spie" e ecco serviti altri due film di spie. Serviti segreti proprio... Una vera manna per me, che più di stare attento alle interpretazioni o alle regie, mi appassiono alle mode, tipo quella degli Uomini Loop mi è piaciuta da uuululare.
MA BANDO ALLE CHIACCHIERE! ANDIAMO A INCOMINCIARE!
E come si comincia? Che domande, si comincia sempre dalle locandine. Perché se un libro lo si giudica dalla copertina, una locandina può spingerci a vedere un film.
 
Non sono tantissimi i poster che ci hanno colpito dritti in faccia, c'è una certa ripetitività ultimamente, ma quelli che l'hanno fatto, be', sono di una bellezza stratosferica.
Sul podio salgono Crimson Peaknella loro versione internazionale, quella che se ti metti davanti agli occhi una gelatina rossa vedi i protagonisti, se la metti blu vedi gli animali. Certo, c'è la questione ripoff totale di una serie fotografica già vista, ma rimangono bellissime.
Poi le locandine con l'assenza grafica e sentimentale di The Lobster (recensione in arrivo, non è facile...), con uno pienissimo utilizzo del vuoto, non solo quello interiore.
Più belli di tutti la stupenda serie di illustrazioni realizzate per Inherent Vice, che al di là del fatto che se usi il neon con me hai vinto di default, sono davvero incredibili. Peccato per il film che non troverete nei peggiori, era 11esimo.
Plauso specialissimo, per il LOL se si usa ancora dire così, alle foto promozionali di Unfinished Business: vedere gli attori dentro foto di iStock in ufficio è stata l'idea di marketing più divertente dell'anno, se non fosse che l'abbiamo capita solo noi che per lavoro siamo frequentatori abituali di quei siti cornucopia di imbarazzi visivi.
Sai chi ci sapeva fare con i proprio sottoposti? Oltre che i capiufficio? I Faraoni.
Ah. Ah. Ah. Questa funziona sempre quando faccio gli spettacoli sui bar lungo il Nilo. Quest'anno dove ti giravi vedevi un faraone che faceva il balletto delle Bangles, e il più delle volte era Ben Kingsley (uno che peraltro dovrebbero abbattere, inizia a coprirsi di ridicolo, oltre che di cerone. Quest'anno è riuscito a fare l'egiziano, l'ebreo, il cecoslovacco e l'indiano in un susseguirsi di accenti ridicoli che neanche Gigi Sabani).
Abbiamo incontrato tutti i tipi di Tutankamen (tutt kamen, quindi): in Exodus - Uomini e Dei era incazzato e rosicone, in Una notte al museo 3 si mette a fare il DJ (no comment) e nell'horror Telecamerina The Pyramidmanda i suoi scagnozzi con la faccia da cane a mangiare le persone.
Poi ci sarebbe anche TUT(una serie TV di cui ho visto la prima puntata, e guarda, c'è Ben Kingsley! e che fa schifo talmente tanto che vi accontenterete di queste due righe come recensione per sempre).
Se c'è una cosa a cui i Faraoni prestavano attenzione erano le case, gente che si faceva addobbare le tombe come fossero vere magioni perché oh, hai visto mai che poi nell'aldilà vivi in una capanna, che squallore. Quindi, dalle piramidi alle case di design il passo è breve.
Esatto. Se è vero che gli architetti sono qua e hanno in mano la città, gli interior design non sono da meno. Abbiamo visitato tante di quelle case strafigherrime che poi ti guardi intorno e la tua ti sembra una stamberga. Sono ipermoderne o hipster o di gran classe come la musica di RadioMontecarlo, ma sempre di design sono, con quelle grandi vetrate che in confronto quando guardi la tua normalissima finestra in legno bianco banale e vetro trasparente normale ti senti sfigatissimo e ci passeresti attraverso al grido di PHILIPPSTARKAKIRI! 
Ecco le 3 più belle case cinematografiche dell'anno: quella "artistica" di Knock Knock (anche se più di tutti si vede la doccia), quella ipertecnologica di Ex_Machinae quella sperduta nel nulla di Goodnight Mommy.
Delle case che fanno da set a filmastri itaGliani comeI nostri ragazziIl nome del figlio o Dobbiamo parlare, belle per carità, scelgo di non parlare, che se solo penso al fatto che come minimo saranno di qualche produttorino/attoruccio/registucolo che poi se la fa ristrutturare coi soldi presi dallo stato per fare il film (gossip di prima mano, signori...).
Sai che ti dico allora! Abbandono casa e vado a vivere in albergo! 
Quest'anno ho l'imbarazzo della scelta: c'è quello pauroso diHotel Transylvania 2C'è quello ancora più pauroso (perché ci sta Lady Gaga) di American Horror History 5C'è quello per vecchi di Ritorno al Marigold Hotel. C'è quello per coppie scoppiate di By The SeaC'è quello per coppie da accoppiare di The Lobster. C'è quello, almeno all'inizio, dove scoppia l'amore tragico di AlaskaL'effetto Grand Budapest Hotel si è fatto sentire, non c'è che dire...
Ma oltre all'albergo giusto bisogna anche scegliere la meta perfetta! Andare in un luogo temperato, non caldo e umido come quello che ho scelto io la scorsa estate (vi ho mai detto del mio viaggio thailandese? Della bomba? NO!? Allora, lo scorso agosto...), sapete perché? Perché nel 2015 bisogna evitare gli insetti! Mai visti così tanti insetti al cinema, ma non li disinfestate ogni tanto 'ste sale?
Fossero le terribili api giganti di Stung... Le api meno giganti ma sempre stronze di Mr. Holmes... Gli scarafaggi che ti mettono in bocca i ragazzini di Goodnight Mommy... O Ant-Manlui medesimo... Gli insetti sono sempre schifosi, è inutile che cercate di convincermi del contrario. Attendiamo un film su dei mecoptera assassini.
A proposito di animali. Vi ricordate il vecchio adagio "Il cane è il miglior amico dell'uomo?". Sembra che quest'anno valga più di sempre.
Quei teneri batuffolini rompicoglioni, sono proprio delle care bestioline.
Quest'anno ci sono state due povere vittime, cadute per mano di criminali da strapazzo, i cui padroni di vendicano fortissimo! Guai se tocchi il cane a Keanu (canu?) Reeves in John Wick e Tom Hardy in The Drop.
Certo poi ci sono padroni che esagerano, e ci parlano... proprio nel senso che ci intavolano interi discorsi, lo fanno Simon Pegg in Un'occasione da Dio (sì, l'occasione sprecata di non fare il film, che ritroveremo presto indovinate dove...) e Ryan Reynolds in The Voices (dove il cane ovviamente fa la figura migliore).
Ah, l'uomo e il suo cane, che tenero binomio. Ma ancora più tenerezza infonde quando l'uomo è il suo cane, lupo per l'esatezza. Esatto, dimenticate vampiri e zombi, il 2015 è stato l'anno dell'uomo lupo:
Come cantava il grandissimo Pippo Franco: La Licantropia (non capisco perché nessuno mi crede quando dico che è una canzone splendida e scritta benissimo, bha...) è tra noi!
Lupi mannari che ululano ridicoli alla luna in What We Do in the Shadow, che viaggiano col treno notturno in Howl, che fanno la paella in Lobos de Arga, che se la prendono col veterano sbagliato in Late Phases, che si fanno riprendere da Telecamerina in La metamorfosi del male, che hanno freddo nonostante il pelo in WhenAnimals Dreams. E c'è pure il tempo del matto mumblescemo che si crede lupo in Creep.
AUUUUUUUU!
Ma "a tutto c'è rimedio", come dice la mamma. E di mamme, quest'anno, ce ne sono state tantissime. Mamme, mamme everywhere. E il più delle volte (fatta esclusione per film che colpevolmente non ho ancora recensito come Mia Madre e Mommy) sono state mamme coraggio capaci di sfidare il mondo (terreno e non) per il bene dei loro pargoletti. Hanno sfidato, nell'ordine: l'uomo nero chiamato Babadook, un rapitore in Room, due ragazzini stramboidi inGoodnight Mommy, e poi, nella silhouette che più materna non si può di Christina Hendrix, anche un assassino seriale Dark Places e un matto lynchano in Lost River.
L'unica che non ha fatto niente per il figlio cresciuto nella perdizione, e anzi ci ha mandato il padre con il bel risultato che sappiamo, è lei.. la.
E dove c'è una mamma, a meno che non si tratti di gravidanze isteriche, ci sono anche ragazzini!
Che, come nelle migliori famiglie che si rispettino, o sono simpatici, o sono antipatici, mai che fossero un po' e un po'.
Tra le fila degli Antipatici di sono i ragazzini di Poltergeist, l'odioso urlatore di Babadook, il saccentino T.S. Spivet, Peter Pan e i teledipendenti diSinister 2... Certo anche finire tra le grinfie dei bambini zombi di Cooties non deve esser piacevole.
Poi ci sono quelli Simpatici, quantomeno sopportabili (non fosse altro perché gli attori se la cavano egregiamente a interpretare il ruolo di ragazzini, non deve essere facile avere 40 anni e fare i 12enni): il povero bambino di Room, i due novelli ladri di macchine della polizia di Cop Car, i due gemelli inquietanti di Goodnight Mommy ('sto film ha fatto incetta di premi, e non è neanche tra i miei favoriti...) e i simpatici francesini Microbe e Gasoil.
Ma la famiglia non è fatta solo di Mamme, Papà e Ragazzini, possiamo benissimo incastrarci come più ci piace come pezzi di Lego multicolore! Da domani possiamo essere Gay come ci pare e piace!
 
E quest'anno - incredibile che ce ne sia ancora bisogno, ma evidentemente invece serve sempre - se n' accorto anche il cinema, infatti abbiamo vissuto molte storie omosessuali, con un'equilibrata soluzione di continuità tra gay, lesbo, trans e chi più sessi ne ha ne metta (!). Sono state storie di rispetto e denuncia sociale quelle di Pride e Freeheld. C'è un personaggio omosessuale forte in Jessica Jones (recensione a venire, e no, non è bello come Daredevil).
E sono del 2015 film come Carol, The Danish Girl, I Am Michael, I toni dell'amore e persino in italia abbiamo fatto (immagino con risultati discutibili) Io e lei con la coppia Ferilli-Buy. 
Invece "vergogna su di te"Knock Knock e su di te Loro Chi? che sfruttate in maniera becera lo slinguazzarsi di due belle figliole mezze nude per il solo ludibrio arraposo del maschio di turno. Poi vabbé, non conta che ho mandato indietro le scene, era per lanciarvi ancora più "vergogna su di voi!". Per non parlare dei pessimi episodi gay-centrici di The ABC's of Death 2 e del non dichiarato amore tra le miniature cow-boy/romano di Una notte al museo 3.
Oltre ai gay dischiarati, felici e contenti, ci sono poi i criptogay. E vi dico un segreto: lo sapete tantissimi criptogay che lavoro fanno? Le SPIE!
Se non sono bromantici certi rapporti che abbiamo visto in alcuni - se non TUTTI - i film di spie di quest'anno, non lo so io. Ed è anche il trend assoluto dell'ano... anno! Anno! Questi refusi... Devil is in the refusi.
Coppie di fatto spiate sono le coppie di spie in Spy, Mortdecai, Kingsman, Operazione U.N.C.L.E.,  tutto il cast di FF7 (che ormai sono a tutti gli effetti agenti speciali),  
E anche Ethan Hunt di Mission Impossible Rogue Nation, James Bond di Spectre, e il Tom Hanks del Ponte delle Spie non me la raccontano tanto giusta.
E ora, proprio come agli Oscar, il momento ferale di ricordare i morti dell'anno. Però aspetta, quest'anno è successa questa cosa assurda di ritrovarsi in tanti film attori belli e sepolti da mesi, con tutta la tristessa del caso.
Non so voi ma io quando ho visto i faccioni di Philip Seymour Hoffman (in Hunger Games - Il canto della rivolta 2 e avrei potuto vederlo anche in La spia, tanto per dire i doppi trend) e di Robin Williams (in Una notte al museo 3 e in versione doppiatore di cane in Un'occasione da dio e avrei potuto vederlo in 90 minuti a New York, Natale con i tuoi e Boulevard) mi ha fatto una certa impressione.
Poi c'è Paul Walker, uno che ha vissuto la sua vita un km al secondo, nei film, solo che ha pensato di farlo pure nella realtà e niente, sappiamo tutti com'è finita. Anche il palo lo sa. Rinato al compiuter in FF7, ora insegna agli angeli a prendere le macchine volanti al volo.
E adesso, dopo aver visitato in lungo e largo in trend di quest'anno, che peraltro ha segnato il minor numero di post storico di CB (è proprio vero, più cose fai meno hai tempo di vedere film, è una situazione incresciosa! Pronto, scienziati? A che punto siamo con quella cosa dei cloni!? Vediamo di sbrigarci eh) passiamo agli appuntamenti fissi, quelli che anno dopo anno hanno segnato la storia di questo premio (e di tutti gli altri premi del mondo e di internet).
Partiamo dalla televisione.
 
Mai telesvogliatezza maggiore mi prese come in questo 2015. Basti pensare che ho iniziato praticamente tutte le serie uscite (che tra nuove e vecchie ormai siamo arrivati a numeri con tre cifre) e ne ho portate a termine neanche la metà... della metà. E no, Fargo 2 ancora non l'ho ancora neanche sfiorata.
Il prodotto televisivo più incredibile, peraltro, non è neanche un vero e proprio serial, ma una miniserie documentario che parla di un criminale talmente impensabile che sembra uscito dalla penna di uno scrittore thriller, ma di quelli con una fantasia malata per davvero alla Ellroy. Parlo di (clicca sulle gif per il link):
Seguita a strettissimo giro da:
Mensione speciale per il folle divertimento che regala:

E non dimentichiamoci questa faccia qui:

Ah. Questi attori e attrici, croce e delizia per noi appassionati. 
Oltre al trend di fare film con cast multinominati, tanto che ormai nelle locandine prendono più spazio "il candidato all'oscar", "la vincitrice dell'oscar", "il premio oscar" che sembra che gli oscar ormai li danno con la raccolta punti al Todis, non ci sono state interpretazioni magistrali che rimarrano scolpite negli occhi e nei cuori, non ci sono stati novelli Matthew McConaughey capaci di sorprenderci, non ci sono stati, in definitiva, Interpretazioni con la I maiuscola. Se proprio vogliamo trovare un 

Mi piace più pensare ad un unione praticamente perfetta di cast. A livello recitativo vince a mani basse (e anche in faccia) il trio Carrell-Ruffalo-Tatum di Foxcatcher
E dopo i purosangue, passiamo al brocco, anzi al broccolo.

Scremata la pletora di attoracci italici (fatta esclusione per i due di Non essere cattivo, ma quella è una cosa a sè stante, di cui parlerò) che insomma, avrebbe senso mettere Muccinino tra gli attori? Ecco. E eliminati attori che in fondo scelgono solo film sbagliati (su tutti Simon Pegg, che quando gli affidano un film da solo proprio non ce la fa), si staglia, su tutti e su tutto, l'unico (per fortuna) e ignobile:
In The Voicesparla con gli animali e fa la figura del più fesso dei tre. In Self/Lesslo scelgono addirittura per farsi un trapianto di coscienza (e indovinate chi? Esatto... Ben Kingsley). Ma devi essere scemo? Sono riuscito nonostante gli sforzi a evitare Woman in Gold e Mississippi Grind, ma andarlo a prendere in giro in Deadpool non me lo toglie nessuno.
Per fortuna ci sono le ragazze (cioè intendo nel cinema... ma in effetti anche nella vita in generale).

È arrivata l'ora che qualcuno si accorga - Fappening a parte - delle clamorose doti di
In Roomè tragica, bravissima, sommessa e ti fa scattare una sindrome dell'"io ti salverò anche al ragazzino tuo venite tutti a vivere da me la stanza che ho preparato io è molto più bella" che levati.
Spendo due parole anche per la stupenda stupenda stupenda
Una Charlize Theron in Mad Max Fury Road mai così bella. Che però, ammettiamolo, è aiutata dall'assenza di braccio e capelli, insomma dal personaggio. Che donna! Che fantastica donna!

L'altro lato della medaglia, il lato B diciamo, è occupato da un esempio lampante di "guardate com'eri, guardate come sei, me pari tu zia!" 
La povera Abigail Breslin era quella bambinetta che in Little Miss Sunshine che ci fece tutti innamorare (non in senso criminale), poi è cresciuta, e con lei le tette, e la panza, e la faccia. L'unica cosa che non è cresciuta è la capacità di recitare. Vederla zombi in Maggie, sopravvissuta in Final Girl e super-posh in Scream Queensè ugualmente imbarazzante.
Per fortuna c'è una cosa che ti fa superare anche le interpretazioni più "cagnesche". Si chiama bellezza, anzi topaggine, e che tu sia un uomo o una donna, quando ce l'hai, puoi anche fare un film di spogliarellisti imbecilli, la gente verrà a vedere il tuo film comunque.


Alicia Vikander sia in versione robot in Ex_Machina, che strega ne Il settimo figlio, che spia in Operazione U.N.C.L.E., che scapestrata in Son of a Gunè, innegabilmente, una delle più belle figliUole del firmamento attuale.
E niente, non se ne esce, il più fico (bravo e bello, bello e bravo) si ricoferma di nuovo lui, Tom Hardy. Non puoi staccargli gli occhi di dosso in Mad Max Fury Road, ma anche in un anno in cui i suoi film non hanno brillato (Legendè bruttino, The Drop inutile, Child 44 un mezzo pasticcio) lui rimane inarrivabile in quanto a fascino magnetico.
E alla fine ci siamo! Preparate le buste che avete rubato sugli aerei, dai quelle per quando avete mangiato troppa insalata russa e il pilota incontra un po' di turbolenza, avete capito quali. Anche dall'odore di broccolo che inizia a diffondersi.

Un anno in notevole risalita, non c'è che dire. Ovviamente di Broccoli Film ce ne sono stati, eccome se ce ne sono stati, ma la media di bassezza è stata perlomeno leggermente più alta. Capito che voglio dire? Ecco se avete capito spiegatemi che io veramente no...
Ecco i peggiori film del 2015, tutti da evitare! Ovviamente vale la regola del Broccolo, che definisce un Broccolo film per quella speciale alchimia di attori sprecati + registi nel pallone + sceneggiature sconclusionate + spreco di effetti speciali + produzioni milionarie fallimentari + buone idee buttate all'ortica + Adam Sandler. Nel senso che sarebbe troppo facile vedere tutto l'anno prodotti Syfy o Asylum e poi dire che fanno schifissimo
Per le recensioni vi basta cliccare sulle gif, ancora ve lo devo dire? PEr facilitarvi ricorro però alle microrecensioni che un tempo usavo nel bestseller il Broccoletti.
Al Pegg non c'è mai fine.
Adam sandaler dà fastidio come un macigno nella scarpa.
Pensa gli altri sei che erano...
Sean Penn, per brindare a un incontro col viagra.
Uomocane + donna cagna = Bau.
 Gionni Deppe, le solite faccette, ma coi baffetti da sparviero.
L'invidia del pixel del corto originale.
La cosa più vera del film è il neaonato.
Thor nel film più sopravvalutato di Mann.
Si ok l'arte, ma che due cojoni!

È davvero la fine? Non manca qualcosa? MA CERTO! Mancano le scene più belle dell'anno! Eccole qui in un montaggio di follia embeddata come capita.


Bisogna ammettere che Lost River, esordio senza sguardling di Ryan Gosling, è un film che regala tantissime scene ammalianti. Peccato non siano così originali, belle, ma non originali.

The SIgnalè stato sorprendente, per certi versi, proprio per alcune scene (con ottimo utilizzo del ralenti) ad altissima carica cinetica. 

LA scena finale di Whiplashè entusiasmante anche se non ci capisci un cazzo di jazz. Non ci capisci un cazz.
Non so voi ma quando in FF7 Toretto & Family si buttano dall'aereo, attaccati alle macchine, io stavo con la bava alla bocca.

La scena dell'aereo di Storie pazzesche, con il suo profetico quanto tragico schianto, non vale tanto per la scena in sé, quanto per il meta-cinema ai limiti del grottesco che se ne ricava.

Il combattimento in chiesa di Kingsmanè semplicemente stupendo, roba che anche Colin Firth sembra un eroe action con tutti i crismi. E anche un bravo attore.

Proprio come nel primo, in 22 Jump Street c'è una scena di trip allucinogeno che vale tutto il film.

Inside Outè una collezione infinita di superscene, ma quando arriva il pensiero astratto...

E poi, a mangiarsi a colazione, pranzo, cena, spuntino notturno TUTTE le scene di TUTTI gli altri film dell'anno, c'è solo lui, Mad Max Fury Road. AMMIRATELO! Metto il trailer, perché già da lì si capiva da cosa saremmo stati travolti, letteralmente.



Ci vediamo il prossimo anno! 









Dai scherzo. CI VEDIAMO A PARTIRE DAL 4 GENNAIO PER I 10 FANTASMAGORICI CHICKENBROCCOLI AWARDS POpPSTER in cui finalmente scoprire i...


• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #10 - COP CAR •

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Finalmente ci siamo! Arrivano i CHICKEN FILM 2015! Quelli che mancavano ai CHICKENBROCCOLI AWARDS di fine anno.
I film belli, quelli che ci hanno fatto gasare, sognare, frignare, emozionare, eccitare, pensare che la nostra vita vale la pena di essere vissuta (fuori e dentro una sala cinematografica) anche solo perché quando vedi un film bello fai pace con tutti i problemi e le paturnie, ma proprio tutte quante.
Alla decima posizione: COP CAR
Kevin Bacon vs ragazzini 0 a 1000. Bello, inaspettato, scarno e per questo compatto, un Bacon mai così mellifluo, due ragazzini perfetti. QUI la recensione.
A realizzare l'illustrazione il grande TOTTO RENNA (ecco il suo sito, da gustare quadratino dopo quadratino): un decano della pixel art non solo italiana, ma anche internazionale. Per me un grandissimo onore.
I CHICKEN FILM usciranno ogni due giorni (inframezzati da recensioni chickenbroccolesche, ecché non si parla più di film qui?). La novità di quest'anno è che per ogni CHICKEN FILM ho fatto anche due chiacchiere con l'artista a cui ho affidato il poster. Buona lettura!
CB: Cosa ti è piaciuto di Cop Car? 
Totto: La tensione. Mi sono subito immedesimato nei due ragazzini protagonisti del film. La storia, già molto tesa di per sé, vista attraverso gli occhi di un bambino è ancora più tesa. Ho passato un'ora e mezza in completa tensione e mi è piaciuto...
CB: Come hai affrontato la realizzazione del poster? Il film è molto “scarno”, quasi un western. Come sei giunto questa visualizzazione delle prospettive diverse rispetto alla "cop car" del titolo da parte dei diversi protagonisti del film? 
Totto: Il poster, come il film, l'ho visto attraverso gli occhi dei due ragazzini protagonisti della storia. Una delle scene più belle del film è quella in cui i due mettono in moto l'auto dello sceriffo la prima volta e corrono a tutta velocità felici come mai prima, un sogno per tutti i bambini, guidare un'auto vera! Da qui l'idea della mano di uno dei due ragazzini che gioca con un'automobilina. Ma il gioco, come sappiamo, non durerà ancora per molto... 

CB: Sai che secondo il sito oracleofbacon.org Kevin Bacon ha sei gradi di separazione con TUTTI gli attori del mondo? Facciamo un gioco. Tu dimmi un attore che credi NON abbia sei gradi di separazione con Kevin e vediamo se invece ce li ha! 
Totto: Lino Banfi?
CB: Ecco: Kevin Bacon ha recitato in Enormous Changes at the Last Minute (1983) con: Giancarlo Esposito che in Tutti a squola (1979) ha recitato con... LINO BANFI!
Ma passiamo alle cose serie! Tutti i poster dei CHICKEN FILM che presenterò durante il mese di Gennaio (ricordo uno ogni due giorni!) saranno acquistabili, proprio DI CARTA (per abbellire le vostre stanzette, uffici, bagni, officine al posto dei calendari di donne nude) a soli 15 euro!
Qualche specifica? Ecco: 
• Formato: 41x29,7 cm (A3)
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 190 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione
Cliccando questa immagine vedi tutto più grande:

•...ah, ovviamente l'animazione delle lucine nell'immagine all'inizio è una gif. Il poster non lo stampo a Hogwarts. 
Non ho resistito...
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Anton Checcov

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Quo Vado?

Trama: Quid pro quo

Fermi tutti.
Davvero il 2016 di ChickenBroccoli inizia con la recensione del nuovo film di Checco Zalone (dopo che la scorsa volta, diversi anni fa, avevo giurato e spergiurato di non avvicinarmi mai più a Zalone neanche con il bastoncino di Arale, neanche in preda alla più forte delle febbri gialle, neanche in mancanza di qualsiasi altra cosa da vedere tipo naufrago io e l'unica cosa salvata dalla nave un iPad con l'opera omnia zaloniana) e, per giunta, davvero vicino a quella (brutta) faccia dalla smorfia ignobile c'è un Chicken?
Cosa. Diavolo. Succede.
Eppure mi avevate lasciato in buona salute (diciamo quella solita mia), magari con qualche strascico della recensione scritta durante un intero anno, o dei CB Awards, ma insomma, né voi né io pensavamo davvero che sarei stato uno di quelli che ha fatto guadagnare al 4° film di Zalone la bellezza di 7. MILIONI. DI EURO. In 1 giorno (il 1° gennaio) e circa 6 il secondo (2 gennaio)... per farvi prendere un attimo le misure basta dire che Star Wars il primo giorno ha fatto 660 mila euro, e, per dire, il maggior incasso del 2014 (inspiegabilmente Maleficent) ha fatto, totali, 14 milioni. Vi rendete conto? Zalone ha fatto anche lui 14 milioni, ma in 2 (DUE) giorni (scrivo queste parole domenica scorsa, penso che al momento possa aggirarsi già sui 20...25... avrà già superato Inside Out, miracolosamente maggior incasso del 2015, quando a tordi e quando a Grillo, proprio.)
Per aggiornare anche il quadro generale, prendete atto che questi sono i trenta maggiori incassi d'Italia di SEMPRE:
Lo sapete qual è la cosa davvero stupefacent? È che ci sono ANDATO AL CINEMA a vedere Zalone - per motivi tutti miei che non sto qui a spiegare e che non sono un'anteprima gratis, tantomeno un ricatto tipo "abbiamo rapito il tuo gatto se non vai a vedere Zalone il giorno che esce te ne rispediamo a casa un pezzettino alla volta partendo dalle zampette cicciottine, poi la coda paffutella..." e neanche una sorta di imbecillità senile ormai inesorabile - la verità è che ci sono andato perché volevo farecolpo su una tipa volevo capire.
Volevo capire chi è lo spettatore che corre, veloce, velocissimo, a vedere Zalone, perché va bene il successo annunciato (poi ne parliamo, dei successi annunciati) ma il Fenomeno, con la F maiuscola, quello è davvero uno studio che merita di essere fatto.
Zalone ha trasceso il successo scontato da cinepanettone con comico scureggione e fica un tanto al chilo, e si è trasformato in file davanti alla biglietteria di gente che "ar cinema non vojo pensà, me spacco 'a schina tutto l'anno, ar cinema vojo ride!" (trad: nella sala cinematografica vorrei spensieratezza, essendo io lavoratore indefesso, quando le luci del cinematografo si spengono tutto ciò che anelo è del sano e gioioso gaudio).
Zalone ha persino annullato l'oliato meccanismo "successo televisivo = film campione di incassi", un meccanismo questo che - non scordiamolo mai - è passaggio inevitabile per quasi tutti i comici, e che, non facciamo tanto gli snob, ci ha regalato in passato anche comici come Villaggio, Troisi, Benigni, Verdone, gente che ha fatto la gavetta in TV e poi è approdata al cinema, coi risultati che sappiamo.
Il problema di Zalone è il paradosso. Il paradosso di muovere come fosse un pifferaio magico barese la massa (quella del "se tutti si buttassero da un ponte ti butteresti pureAAAAAAhhhhSTUMP") esaltando il becero, rappresentando l'idiota, raccontando la stupidità, ma senza una scrittura sopraffina come poteva essere quella di Verdone e i suoi coatti o di Troisi e le sue maschere timide, lì c'era il genio, qui c'è il tavolino, sì perché l'altro capo del paradosso è che nella scrittura di Zalone e nella sua maschera sgarrupata e disordinata (è becero, ma buono, è italiota ma illuminato, è cattivo ma buono, è allupato ma fedele, è  pigro ma iperattivo eccetera) trapeli un barlume di estrema e lucida perfezione: non più un personaggio del Teatro dell'Arte, ad ognuno il suo carattere (non a caso Verdone si moltiplicava), ma tutti in un unico personaggio. 
Il pubblico di Zalone, l'itaGliano medio con la G maiuscola - non me ne vogliano TUTTI gli itaGliani medi che hanno dato i loro soldi a Zalone, sono uno di voi - è mediamente idiota, o meglio, ha un'idiozia selettiva, come dire "scelgo di essere idiota". Lo ha raccontato Maccio, ma il suo Italiano medio era troppo macchietta, le sfumature sono ben oltre 50, per l'itaGliano che ha l'intelligenza necessaria di voler essere idiota.
E lo dimostra quando ride forzatamente a battute che no, NON fanno ridere, ride delle cadute più basse del film (Zalone che masturba un orso bianco addormentato. C'è questa scena. Ve lo giuro. E, incredibile a dirsi, stride con una messa in scena molto pulita, che non si lascia andare a facilonerie scatologiche o al torpiloquio del tipo "A ISIDE! E FAMME NA POMPA!") mentre non vede, neanche percepisce, alcuni tempi comici assolutamente perfetti - e sapete quanto tengo alla parola "perfezione" e sue declinazioni - che Zalone riesce, non si sa quanto volontariamente, a mettere in scena.
Ce ne sono almeno 4, se non 5, di questi lampi assoluti che ti fanno capire che Zalone c'è, Zalone ci pensa, Zalone (forse) è un fottuto genio che potrebbe davvero diventare un grande comico, oltre agli impressionanti incassi, se non sapesse che diventando grande escluderebbe il 90% del suo pubblico.
Lui fa gli incassi, tu ti incazzi, perché alle volte è davvero deprimente vedere come la messa in scena, la regia, finanche la grafica delle locandine, tutto sia di una sciatteria palese, evidente, quasi fiera. Quindi quando fai di bruttezza virtù, sei deprecabile.
La base delle produzioni di Zalone? Eccola: gli itaGliani vogliono questo? Diamogli questo. 
Panem e circenses, si diceva (forse anche in Quo Vadis? Al cinema. A che vedere? Quo vadis. Al cinema. A che vedere? Quo vadis...), e questo è Zalone: uomo/comico che ha capito esattamente (e intendo con precisione laser) come ritagliare i suoi film: buoni sentimenti e sferzate critiche acidule (non acidissime, non è Ciprì né Maresco) solo se hai l'intelligenza di vederle, sgradevolezza del protagonista per cui alla fine è impossibile non patteggiare (ma non è il fascino del cattivo, quello sarebbe troppo), smorfie brutte ma che non hanno bisogno di tormentoni. Ecco, manca il tormentone nella carriera di Zalone, e questo - ci credereste? - lo alza di rango, rispetto al comico che imbrocca la frase, la parola, la smorfia, e ne fa cavallo di battaglia per sempre (Ciao cipollino!)
 
E insomma c'ero anche io, quel lontano 1° gennaio 2016, a fare la mia parte (14 euro) dei 7 milioni. Ancora non so se ne vado fiero o meno, ma da qualche parte c'è questa (strana e nuova, che non so se assecondare) sensazione di quasi felicità di essermi tutto sommato divertito e, in uno slancio di irriverente populismo, spada tratta contro tutti i critici (me compreso, per quanto non sono un critico) che «Zalone Merda», me ne vanto pure!
Per continuare con i latinismi (mi è presa così): Vox populi vox Dèi.
È davvero così? Qual è l'inizio dell'uroboros (il serpente che si mangia la coda. Scusate, sto facendo saccente sfoggio di nozionismo inutile, ma ne ho bisogno per equiparare lo zalonismo sconfortante) che crea col suo corpo questa equazione?
Faccio un film di merda.
che diventa
Campione di incassi.
perché in fondo
La Gente vuole questo.
quindi continuo e
Faccio un altro film di merda.
che inesorabilmente diventa
Campione di incassi pure questo. Anzi doppia il precedente.
ed è ormai chiaro che
La Gente vuole proprio questo.
E via dicendo per sempre, senza che la Gente stupisca mai. Ecco il punto: le previsioni di incassi stratosferici sono esse stesse la forza trascinante degli incassi.
Il codice Da Vinci. 50 Sfumature di Grigio. Zalone. Film considerati male, quando non malissimo, che diventano campioni annunciati di incassi. Mai che la Gente tradisse l'aspettative del produttore che la guarda dalla finestra del suo grattacielo (immaginatevi il Signor Burns) e dice "eccellente, ci cascano sempre".
Alla domanda "ma quanto potrà continuare il fenomeno Zalone?" l'itaGlia risponde con 14 milioni di euro in 2 giorni. 
Qualche anno fa, quando De Sica e Boldi fecero flop con non ricordo che cinepanettone, si titolò a grandi lettere "È FINITA UN'EPOCA": sembrava proprio che la Gente si fosse stancata di andare a vedere film idioti durante le vacanze di Natale. Addirittura scoppiò la coppia e i due invece di ritirarsi raddoppiarono l'offerta.
Ma si è scoperto presto qual era il motivo, il problema erano Boldi-De Sica stessi, che avevano logorato il loro modo di divertire. Non era la Gente finalmente libera dal giogo della risata facile.
Doveva arrivare Zalone, che con dei canovacci debolissimi (le storie sono sempre di una leggerezza quasi trasparente), diventava il nuovo Re Mida assoluto del cinema italiano. ASSOLUTO e DI SEMPRE.
A questo punto viene da chiedersi cosa bisogna fare: accettare il Fenomeno, quasi abbracciarlo, perché il Fenomeno, in quanto tale, ti dimostra che ha ragione lui, che un incasso del genere non è frutto di casualità, di passaparola, di "novità", ma è invece frutto di totale coscienza di sé e del proprio pubblico, o meglio, dell'itaGliano tutto. 
Oppure continuare con Zalone Merda? Diventando come i matti che parlano da soli sulle cassette della frutta a Central Park allarmati per l'imminente fine del mondo?
Lo capiranno che sono parole inutili? Lo capiranno che il mondo è già finito? Lo capiranno che non è colpa di Zalone? Zalone è solo come oggi chiamiamo il demone dell'imbecillità che per confonderci cambia nome ogni volta.
Io per iniziare bene l'anno - e non per essere quello controccorente per forza (sono tre giorni che, passata la bufera "Star Wars fa schifo/Star Ward è stupendo) su Facebook ora è tutto un "Ce lo meritiamo Checco Zalone") - dico Zalone for President, ma per davvero. Che gli dessero davvero le redini dell'ItaGlia tutta, altro che Grillo, Zalone presidente, Papa, allenatore della nazionale, Zalone donatore del seme dell'italico genio, Zalone Re di Zalonia.

Perché, se per la 4a volta di seguito supera anzi raddoppia se stesso, allora ha ragione lui. Che ha capito cosa andava fatto per accontentare tutti, e l'ha fatto davvero.
Alle volte bisogna solo accettare che aveva ragione Don Buro
(Vacanze in America che peraltro ho anche rivisto, ne riparliamo di questa mia deriva vanziniana degli ultimi tempi, deriva di cui vado fierissimo, peraltro. Proprio come Zalone deve andare fiero di sé.)

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #9 - JURASSIC WORLD •

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SI MUOVONO IN BRANCO! Parlo ovviamente dei CHICKEN FILM 2015!
Dopo la decima posizione ecco al nono posto il (secondo) reboot più riuscito dell'anno (ce ne fossero stati pochi): JURASSIC WORLD.
Il miglior parco giurassico che potevamo avere nel 2015, senza ombra di dubbio, premiato da incassi quasi inaspettati e da un poster pieno pieno pieno di trattini realizzato dal dinamico due VER EVERSUM - ecco il loro sito.
QUI trovi la recensione del film, ma l'attenzione francamente la riporrei su tutte quelle dannate lineette, c'è da perdere la testa, i Ver Eversum non hanno proprio badato a lineette!
Intervistiamoli...
CB: cosa vi è piaciuto di Jurassic World? 
Ver Eversum: Ci è piaciuto tornare in sala con quello stesso magone di quando avevamo 10 anni, e di riuscire finalmente a vederlo aperto, 'sto parco, che il giro di prova l'avremo fatto almeno 50 volte! Vedere che Jurassic World è stato trattato come il diretto erede del primo classico, obliando un attimo le due pellicole nel mezzo, l'ha reso subito speciale ai nostri occhi. Vedere come sia stato costruito sulle vestigia del vecchio parco, mantenendo il messaggio del primo film: l'illusione del controllo da parte di una specie, l'uomo, che non ha ben compreso il suo posto nella catena alimentare. E poi è un action senza noia, che di questi tempi è già un risultato!
CB: Io vi dico la mia, questo era il miglior Jurassic "qualcosa" che potevamo avere nel 2015: fan service ma anche belle novità, più fighi perché dobbiamo accontentare le ragazzine, ma anche scelta simpa di Pratt. Insomma per me è un sì. Ma se avessero chiesto a voi di scrivere la sceneggiatura, cosa avreste raccontato?
Ver Eversum: Immaginando di non poter spingere troppo in là la follia (come ad esempio, in A Jurassic Carol con il fantasma di Dennis Nedry che mostra al dottor Wu il Natale in cui La Donna eredita La Terra) e di non poter calpestare troppi copyright (altrimenti la riposta è scontata: Alien - Isla Nublar), probabilmente avremmo percorso la medesima parabola emotiva che avrà guidato gli sceneggiatori per Jurassic World. L'approccio ispirato dalla vita reale, ovvero non sapere cosa fare perché la gente ormai si è desensibilizzata a vedere i dinosauri. Aver trasposto nella pellicola ciò che succedeva nell'animo di una generazione cresciuta a pane e Jurassic Park, è stata per noi una chiave interessante. Quindi siamo d'accordissimo con te, il miglior Jurassic Something. Con quell'EPICO finale, poi… 

CB: Ditemi qual è il vostro dinosauro preferito dell'intera serie (sì, valgono anche quei microbi strani che si vedono nel due). Non vale dire il "didinosauro"... 
Ver Eversum: ahahah! Mai ci verrebbe in mente :D quella battuta riesce istantaneamente a far immedesimare lo spettatore nello stato d'animo di profonda prostrazione del Dr Grant per la vicinanza con i bambini. Ah, la magia del cinema! Certo che è difficile questa domanda! Servirebbe almeno dare dei premi per categoria di peso. Ma come si fa a non amare una specie che ha imparato ad aprire le porte, che ti accompagna in un giro in moto nei boschi, che ti sciabola qui, qui, o magari qui, facendo fuoriscire le budella? E' il pensiero di saperli piumati nella realtà che ci fa amare ancora di più quelli cinematografici.
La cosa più bella dei CHICKEN POpSTER è che si possono comprare! Ti rendi conto! È previsto vedere qualche poster nel suo sito di poster?

Le specifiche tecniche, per chi non si fida di un "sono fichissimi!", eccole qui:
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 190 gr 
 • Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!)
 • Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione 
Cliccando questa immagine vedi tutto più grande: 
Lo compri cliccando con il tuo artiglio 
a sciabola su questo pulsante PayPal!


Basta che ci creedi

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Creed
Trama: Mi piego ma non mi spiezzo

Sapete la cosa più incredibile del 2016? No, non è che sono andato a vedere al cinema Checco Zalone, in realtà deve ancora succedere. La cosa più incredibile è che quest'uomo qui:
Forse vince il suo oscar. 
Perché dico "suo"? Semplice, dico suo perché quest'uomo qui:
è già stato candidato due volte all'oscar, per miglior attore e per miglior... sceneggiatore. Rendetevi conto. Proprio per il suo ruolo più famoso:

Intanto è già candidato ai Golden Globe (e gli sfidanti non mi sembrano questi pesi massimi) e la candidatura all'oscar se la becca al 99,9%. Vuoi che l'Academy si faccia sfuggire la ghiotta occasione di dare un Oscar a un attore che torna in un personaggio per cui già ricevette una candidatura quarantanni fa? Fa troppo articolo già scritto! Fa troppo didascalia facile! Fa troppo "Rocky alla fine ha vinto!".
Vedrete se non andrà così...
Quando si è saputo dell'uscita di Creed, che è in pratica Rocky 7 (giustamente, dopo FF7 e SW7), tutti hanno detto "non ci creedo" (ok basta, non faceva ridere neanche la prima volta), ancora con Rocky, questo è proprio accanimento terapeutico". 
E invece PENSA! Prima di parlare pensa! Creed è fico, cioè non sto qui a dire che è un capolavoro, ma trova quell'incredibile equilibrio tra le tematiche del primo (quando ancora Rocky doveva sfondare, era uno sfigato mezzo ritardato, e alla fine del film con la faccia paonazza come una bistecca gridava ADRIANAAA!

ah non questo è Jim Rocarrey, eccolo quello vero

e la parte moderna contemporanea, quella fatta di un pugile di colore che ascolta il rap! 
Scena esemplare è quella della corsa/allenamento  del giovane Creed- ipercitazionista, non esiste film di Rocky senza corsa in tuta - che diventa una scoattata allucintante tra motociclette che fanno le penne e lui che fa tutte mosse che manco Kayne West.

In Creed il protagonista è Creed (maddai), il figlio di Apollo che fece una palla di pel.. no, Apollo lui, un altro tipetto sobrio. 

Non lasciamo che i vestiti da combattimento dei padri ricadano sui figli. Perché questo è l'anno in cui va bene fare i film coi figli di quelli che 40 anni fa erano gli eroi (ogni riferimento a Kylo Ren realmente esistenti non è assolutamente causale), che riesce a convincere un ormai ritirato e appesantito Rocky - che poi era ritirato e appesantito da almeno 4 film - ad allenarlo. Seguono ovviamente tutti quei consigli che solo Rocky può darti tipo insegui le galline e tampina la tizia che ami talmente tanto che alla fine quella getta la spugna e te la dà. 
Quindi "un colpo, un passo, un round alla volta", il giovane Creed riuscirà a scontrarsi con il campione del mondo e... e... e insomma lo sapete benissimo che nella serie di Rocky vale l'adagio decuberteniano "l'importante non è vincere, ma finire il combattimento con la faccia come un canotto gonfiato".
Insomma la storia è risaputa, ma, a differenza di altre pellicole recenti del genere (ultimo in ordine di apparizione Southpaw, che era un quasi remake di Rocky) e soprattutto a differenza di operazioni buffonesche tipo quello con De Niro toro spompato e Sylvester rocky & bullwinkle (!), Creed è onestissimo e nonostante il protagonista sia un bamboccio, che pure se è pompato
bamboccio rimane (lo ricordiamo in filmoni come questo e soprattutto questo), a mangiarsi lo schermo c'è Sylvester, sommesso, con la faccia intelligente come del muschio selvatico come non lo era da anni: è tornato Rocky! Finalmente Rocky! 
Rocky che dice cose tenerissime con quella sua bocca storta. Rocky che non sa cos'è il Cloud Apple e quando glielo dicono lui guarda il cielo. Rocy che poi ad un certo punto, non vi dico il perché, va al tappeto e mette una tristezza che vorresti prenderlo sotto braccio e portarlo a letto e fargli la minestrina al piccolo Rocky.
Insomma, tralasciando che ormai va così, che Hollywood ha davvero finiro le idee, viva Creed, anche se direi che ci possiamo fermare qui.
Che poi non voglio dire, con questo trend di chiedersi "di chi è figlio?" - per dire, stiamo tutti qui a chiederci di chi è figlia Rey, no? - e di padri che si sentono in dovere dopo anni di recuperare i figli perduti, vorrei avanzare un'ipotesi che mi è venuta in mente... ma non è che tanto tanto:

Creedo shot first.
Comunque visto che adesso c'è anche un'altra serie che sembra essere ritornata in auge, io dico:

Rocky vs Kermit subito!
Ma prima... OSCAR:

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #8 - I ORIGINS •

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Vi ricordate quando un anno fa doveva uscire quel poster e alla fine non è mai uscito? Dài, quello dei primi Chicken Movie Po(p)ster! Era Il capitale umano e alla fine tra una cosa e un'altra, insomma nessuno vide mai il poster. Tutti a chiedersi "ma cosa sarà successo?" a dire "oddio cosa ci farò con questi 15 euro adesso?!". 
LA risposta a queste (e altre) domande arriva oggi: Margherita Barrera - pictora illustrissima che ricorderete per cose come le gif dei ChickenBroccoli Awards 2014 o le recensioni illustrate alla Festa der Firme de Roma e per il suo sito fitto di Bellezza - ha finito il suo poster! Quello che doveva fare lo scorso anno!
Ovviamente ha cambiato film, e ha fatto una stupenda locandina alternativa dell'ottavo (dopo il decimo e il nono) posizionato tra i migliori film del 2015: I ORIGINS, un film che forse è piaciuto tanto solo a me (come scrivo qui), e che ovviamente non rivedrò mai, non correrò il rischio di dover dare ragione a chi non è piaciuto.
Manco a Marghe è piaciuto, ne parliamo in questa intervista (attenti che contiene SPOILER in bella vista!):
CB: Ok. Diciamolo chiaramente. Hai visto il film su mia richiesta e non ti è piaciuto. Allora spiegami, perché non ti è piaciuto? 
Marghe: Eh. Vediamo, andiamo con ordine. Questo film ha un sacco di fumo (ma un sacco eh, tipo almeno tre o quattro linee narrative diverse), e zero arrosto. O almeno: se c'era dell'arrosto me lo sono stra-perso. C'è una storia d'amore senza amore, anzi due storie d'amore senza amore. Poi c'è della scienza piuttosto pasticciata e caricaturale, con questi scienziatoni con gli occhialoni spessoni che dicono "amino-acidi" ogni tre per due e scrivono coi pennarelli sulle finestre, senza che si capisca esattamente cosa scrivono apparte nomi in latino casuali. Poi c'è tutto il filone pseudo-religioso in cui ci regala insieme a un malditesta notevole delle perle immortali su: fantasmi, Dio, il Dalai Lama, la reincarnazione, e i pavoni che non ho capito benissimo che c'entravano ma in qualche modo c'entravano? Ok, ok, mi sono fatta prendere la mano, riassumo: non ci ho capito niente, ma non in senso buono. Potevi fare un film sull'ammore, o un film di fantascienza, o una roba fricchettona sugli spiriti, e invece hai fatto un film sugli occhi(ali). Mannaggia? 

CB: E dunque, alla luce di questa risposta, come hai approcciato la realizzazione del poster? 
Marghe: Ecco! Splendida domanda! Esattamente come ho approcciato il film: con grande confusione. Scusate lo spoilerone: la mia scena preferita è quella in cui la tipa bellina viene tagliata in due. E non solo perchè mi piacciono le cose splatter e mi stava antipatico il personaggio: quella scena condensa tutto quello che non va in questo film. Troppa roba, troppo superficiale, troppo casuale, non riesce a smuoverti neanche quando letteralmente fanno a pezzi la protagonista. Il poster è un omaggio a quella scena. 

CB: Mettiamo che la reincarnazione esiste davvero - oculistica a parte. Secondo te chi eri prima di Margherita? E chi sarai dopo di Margherita?
Marghe: Secondo me ero un mozzo, grossissimo e altissimo, che voleva esplorare il mondo e invece passava le giornate a pulire la cabina del Capitano, con l'acqua fredda e senza guanti. Dopo aver disperso il mio seme in ogni casa di piacere e essermi tatuato ogni variante possibile di un'ancora sui miei possenti bicipiti devo aver pensato: basta! Mi ammutino! Dai crimini orrendi commessi in quella sede derivano probabilmente la mia attuale scarsa statura e il fatto che vomito su ogni cosa che galleggia. Nella prossima vita non so, spero di migliorare. Diciamo che mi accontenterei di: classe media, paese caldo, terza abbondante, campionessa di scacchi. Se come quella del film dovessi rinascere orfana in uno slum di Bombay protesterei vivamente.
Ma io dico! Se questo è il risultato, mammenomale! Io dico che dovreste comprarlo ORA

Se spingi questa immagine sotto lo vedi grandi, e facendo uno sforzo di immaginazione lo vedi anche appeso in quel muro che proprio ne ha bisogno:
Le specifiche tecniche? Sono queste, per chi ci capisce:

• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
 Carta: Fedrigoni martellata avorio 190 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione 
Spingendo il pulsante Paga adesso... lo compri adesso!

♰ David Bowie ♰

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♰ David Bowie ♰
Con rischi indicibili e traversie innumerevoli io ho superato la strada per questo castello oltre la città dei Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito. La mia volontà è forte come la tua e il mio regno altrettanto grande. Non hai alcun potere su di me.

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #7 - IL RACCONTO DEI RACCONTI •

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Iniziamo a fare le cose sul serio. Come avete visto la scorsa settimana quest'anno i CHICKEN FILM POpSTER sono pazzeschi (non che lo scorso anno fossero brutti... pensa che puoi comprare anche quelli), ma diciamocelo, il 2015 è stato un anno di cui non lamentarsi per nulla, in quanto a qualità, ne parliamo lungamente nel megapost dei CHICKENBROCCOLI AWARDS, ripassaci.
E, incredibile a dirsi, c'è anche l'ItaGlia in questo slancio qualitativo, tanto che alla settima posizione (Che viene dopo la decima, la nona e l'ottava, con chi lottava?) c'è un film itaGliano che itaGliano non sembra: IL RACCONTO DEI RACCONTI (qui spiego perché è bello, e se non vi è piaciuto forse dovreste riguardarlo...)
A fare il poster ci voleva qualcuno capace di riproporre lo spirito antico che aleggia nel film, qualcuno che ne sapesse di fiabe e alchimia, di leggende e orchi, che fosse fondamentalmente pazzo. Mi veniva in mente solo un nome: Rise Above (ecco il suo sito, più pazzo di lui), al secolo Marcello Crescenzi.
Abbiamo fatto due chiecchiere sul film e come succede sempre con lui c'è da che continuare per ore. 
CB: Cosa ti è piaciuto de Il racconto dei racconti?
Rise Above: La volontà di Garrone di fare qualcosa che potesse parlare a tutti, con un linguaggio visivo ed una qualità internazionali partendo però dal nostro immaginario, dal nostro folclore e che ci riuscisse senza tradirlo perché non ha nulla da invidiare a nessuno, anzi a ben guardare tanti ce ne sono debitori. Ho apprezzato che non abbia voluto fare il verso alle saghe cinematografiche e televisive odierne d'oltre oceano ma che cercasse di raccontare un fantastico più esoterico, più simbolico e carico di ancestralità come il nostro, seppure dimostrando che quello che accade oltreoceano lo conosce e pure bene. 

CB: Senti mi pare che la tua illustrazione, con l’evidente sforzo artistico che hai profuso nel farla – che ok, è anche una tua costante quella di perdere le diottrie su ogni singolo soggetto, ma non deve essere stato divertente fare ogni singola lineetta di quella piuma – tu possa in qualche modo omaggiaee lo sforzo produttivo di Garrone, che si è ritrovato a credere a questo film un po’ contro tutti… Come ti sei approcciato alla realizzazione del pezzo? 
Rise Above: Ormai mi sono rassegnato al logorio dell'amanuense, lo metto in conto, fa parte del pacchetto e della mia ricerca; anzi dopo tanti anni ormai fare tutte quelle righine spesso mi diventa una sorta di antistress, tipo un mantra: mi concentro linea per linea e svuoto la testa. Con questo film, con la sua contemporaneità che passa attraverso la reintepretazione di mondi passati io ho una grande affinità quindi ho approcciato il disegno così: con l'intenzione di far dialogare posti e tempi differenti, integrando il linguaggio delle incisioni popolari seicentesche per raccontare un film di oggi ma che di quella popolarità antica parla, convogliandole in un poster moderno. È in fondo come per Garrone nel film anche la mia ricerca questa, cioè quella di "fare il presente" e di essere contemporaneo capendo e studiando il passato per raccontare cose mie e odierne. 

CB: Visto che ami il cinema di genere, e ne sei grande esperto, dimmi: Il racconto dei racconti è l’inizio di un nuovo cinema di genere in Italia? Nel suo caso il fantasy (capisci! Draghi, orchi, pulci giganti in un film italiano!), ma vale anche per gli altri generi… Che genere di cinema possiamo aspettarci dopo Il racconto dei Racconti? 
Rise Above: Uno che faccia il genere che preferisce ma che abbia il coraggio di farlo! Come Sollima sta facendo per quello d'inchiesta\poliziesco, come Garrone che ha fatto un film fantastico, come il notevole "Lo chiamavano Jeeg Robot" di Mainetti. Qualcuno ora facesse un film d'avventura sugli esploratori italiani che ne so... Insomma qualsiasi cosa sia di intrattenimento - di genere o di genre-bending - ma non stupida è benaccetta. Basta che si smetta di pensare al cinema italiano unicamente come commedia più o meno scureggiona oppure psicodrammi nel tinello borghese o il temutissimo "film di denuncia". Insomma che ci si riscopra capaci di fare quello che abbiamo fatto per quasi un secolo, da Cabiria a I guerrieri del Bronx, cioè di raccontare storie avvincenti. Sarebbe bello un nuovo horror di Avati, ma visto che il maestro ha dichirato che non ne farà più mi accontenterei pure di un horror "alla Avati".
Sì ok, continueresti per ore, ma ora ti devi fermare. E comprare questo incredibile poster.
Ecco le specifiche tecniche, perché non sia mai che ti arriva un poster stampato a casa su un foglio da fotocopia.
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione
Se clicchi l'immagine sotto lo vedi più grande, pensa che bello averlo a casa e spulciarselo (!) tutto, particolare per particolare:
LO COMPRI SPINGENDO QUESTO PULSANTE DEI PULSANTI!

Vivere in cattività

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Non essere cattivo
Trama: Califostia

Di Caligari ho visto due film su tre, sui tre che ha realizzato nella sua carriera.
Amore tossico e Non essere cattivo, che, in un volo pindarico post mortem, formano una alfa e un'omega di un unico discorso atroce sulla periferia.
Ma non parlo di periferia geografica - anche se, ovviamente, quello è il non-luogo dove si svolgono i fatti, dove si consumano i drammi, dove si muovono i personaggi tristi - quanto più di periferia mentale.
I due protagonisti di Non essere cattivi - attori INCREDIBILI, talmente perfetti da farti rituffare nel bel mezzo del Neorealismo, quando gli attori non erano attori ma persone prese per la strada a cui si richiedeva di essere loro stessi - sono chiusi in gabbie invisibili e invivibili da cui non puoi fuggire mai, perché devi fare il doppio, il triplo, il dodecainfinito sforzo per affrancarti, per migliorare, perché è la cattiva strada (che ha ben poco a che fare con il "lato oscuro") è sempre la più facile, ma è anche quella che non lascia scampo.
Non essere cattivo racconta nulla e racconta tutto: è, come direbbe il più navigato dei recensori, "uno spaccato della provincia criminale ai margini della capitale". 
Ci sono due amici, fratelli con sangue diverso anzi, che vivacchiano, sopravvivono, si fanno, rapinano, tentano di lavorare, si fanno di nuovo, si innamorano persino, ma più che altro tentano di "svoltare", proprio come quella famosa scena, che Caligari (auto)cita all'inizio del film:

C'è una cosa di fondamentale importanza da dire di Non essere cattivo: è un Film vero. Vero come può essere un documentario, ma potente come sanno essere i film di fiction.
Ed è vero perché - da questo dovrebbe ripartire tutto il cinema "criminale" che ora fa molto pubblico - si scorda (senza rinnegarlo, o meglio, non è quello il modo di raccontare il crimine che interessava a Caligari) di tutto quello che è venuto da Romanzo Criminale in poi: la serie, Gomorra, tutti quei film che provano a raccontare il crimine come fanno gli ameriggani, magari alcuni ci riescono pure, per carità, ma quanto "veri" sono?. Sembra una cosa da nulla ma non lo è proprio per nulla, una cosa da nulla. 
E poi ripensi a tutte le difficoltà produttive che questo film ha avuto - altra cosa che lo riporta indietro nel tempo di decenni, in un'epoca, quella in cui viviamo, in cui trovi la dicitura "film ritenuto di interesse culturale e patrocinato coi soldi del MiBac o di qualche altro immanicato" anche sui film di Barbareschi o della Morante - con Mastandrea che si sbatte a destra e manca per trovare fondi, che scrive a Scorsese (ha mai risposto Martino? No ve'?), ecco che pensi alla graniula di osanna piovute sul film solo dopo la morte del regista, e pensi alla scelta del film per partecipare agli Oscar, ed ecco che ti sembra tutto una gran presa per il culo. 
Quelle cose che stai lì a pensare: tutti bbravi, adesso, ma prima?
Chiariamo, le osanna e la candidatura, Non essere cattivo, se le meritano eccome (anche se, per come sono io, queste storie di periferia triste non riescono quasi mai a spappolarmi il cuore, lo colpiscono, non lo maciullano), perché è un Film con la F maiuscola.
I protagonisti - Luca Marinelli, 1984 e Alessandro Borghi, 1986 - sono davvero incredibili, difficile pensare che quello che dicono fosse scritto su un copione e non frutto di improvvisazioni. Anche solo per le facce assurde
Uno dei due è anche in Suburra, il che lo fa contemporaneamente mezza tacca e boss della Ostia criminale cinematografica del 2015. Certo, fa un po' specie poi ritrovarselo modello di una linea di barbieri hipster al Festival di Venezia:
Ma va bene anche così, perché è davvero bravo. Anche se l'altro, Marinelli, è bravo anche di più.
Caligari. Una filmografia di tre film. Il riconoscimento assoluto postumo. Che beffa, la vita la morte, non puoi neanche sputare in faccia a quelli che, di certo, un tempo ti hanno chiuso porte e portoni (Martino compreso) e ora "Non essere cattivo è da oscar".
Stemperiamo l'incazzatura con una delle mie solite cose irrispettose

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #6 - BIRDMAN o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza) •

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E qui davvero parte la standig ovation. 92 minuti di applausi per Iñárritu, Keaton, Norton, Stone e tutti gli altri. Perché BIRDMANè di certo uno dei più intelligenti, inaspettati, incredibili e vari altri "in", cinecomics di sempre. Forse IL di sempre e basta! Qui - non senza qualche difficoltà - spiego perché. 
Dài che il 2015 a conti fatti (10 + 9 + 8 + 7 ), ci è andata bene.
E per un film del genere, un film fuoriclasse, non potevo che chiamare un fuoriclasse vero dell'illustrazione italiana: RICCARDO GUASCO!
Non so se avete presente... Mi pare quasi ridondante e inutile dirvi tutto quello che ha fatto Riccardo negli ultimi anni, lo trovate sul suo sito. Ma una cosa gli mancava! Gli mancava un cineposter... e chi ci doveva pensare a farglielo fare? MA CERTO! Quello che si prende i meriti di tutto! IO! Quello che ha stampato un disegno di Riccardo per primo in Italia! (Come? Stavamo parlando dei meriti di Riccardo e non dei miei... ah.)
No, davvero, a parte tutto, per me è un onore e un piacere presentarvi il Birdman di Riccardo e non farò neanche un gioco di parole di lui che va dal meccanico con l'automobile in panne e dice "Ho un guasco alla macchina"...
DRRRIIINNNN
- Come? Hey Rik, grande! Ho appena messo il poster allora eh... ne vendiamo dodicimila! SOLDI! OPULENZA! BRODWA..eh? Come? No, non l'ho fatta io la battuta sul guasco alla macchina... devi aver letto male... Senti già che siamo al telefono, ci facciamo due chiacchiere sul film? Metto anche gli schizzi che mi hai mandato che secondo me sono interessanti. No ti assicuro non l'ho detto...
CB: Cosa ti è piaciuto di Birdman? 
Rik: L’essere sempre in bilico tra reale e surreale, tra la recitazione teatrale e la vera vita delle persone, tra la metafora e l’assurdo. Mi è piaciuto Michael Keaton, Edward Norton, i piani sequenza che seguono Riggan Thompson in un fitto labirinto di camerini alternando luci e ombre, la colonna sonora ipnotica fatta di rullante e percussioni jazz e il finale. 

CB: Come ti sei approcciato all’illustrazione? Non era facile scegliere un momento, in quel flusso continuo di momenti che è il film. Raccontaci cosa hai “fissato” in quella che pare quasi un”annunciazione... 
RIk: Ho cercato di mettere in evidenza proprio quella divisione che c’è tra realtà e sogno dividendo il piano in due usando le ali di Birdman come una cortina tra le due vite di Riggan. Da un lato la città di New York, le luci, il successo, dall’altra un fondo vuoto pieno solo di luce e il protagonista in piedi come su un palco di un teatro, luogo della sua rivincita. 
[Clicca sulle anteprime]
CB: Birdman è il più “meta” (metaforico, metatestuale, metamorfologico...) dei cinecomics. Come ti approcci a questo tipo di film, è ormai un genere a se stante, che ha prodotto film divertenti, film d’autore e anche grandi schifezze. Sta rovinando davvero l’industria oppure...? 
Rik: Sono sincero, escluso qualche raro Batman in passato, ho sempre visto pochi cinecomics, prevenuto forse dal fatto che non ho mai seguito tantissimo i supereroi americani (guardavo i disegni ma le storie mi hanno sempre un po’ annoiato). In questo caso sapevo di non essere di fronte al solito film di supereroi dove sai chi vince, così mi sono incuriosito e ho apprezzato come l’aspetto soprannaturale del personaggio è diventato una metafora, un modo per raccontarne il suo passato. 
E insomma RICCARDO GUASCO. Giuro che non lo ripeto più ma... RICCARDO GUASCO! Vabbè sentite, è ora di spendere: 

15 euro per il suo Birdman, dietro c'è la mia recensione, che per tagliarla sto facendo i salti mortali infatti in quest'anteprima - che voi cliccherete per vedere meglio l'illustrazione di RICCARDO GUASCO - non è quella definitiva...
Ecco i dati tecnici del poster per i fissati del "certo l'odore della carta è tutta un'altra cosa":
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione 
Lo compri spingendo il pulsante PayPal qui sotto! 
CAW! CAW! CAW!

Macbeth castello marcondirondirondello

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Macbeth
Trama: Allungare il bardo

Il problema con Shakespeare al cinema è sempre lo stesso, quello che chiameremo la Kenneth Situation (Kenneth nel senso di Branagh, ovviamente). E riassumeremo con questa espressione di grande dubbio e un po' di rassegnazione
Funziona magnificamente fino a quando lo stravolgi, il caro William, e magari lo modernizzi al fulmicotone tipo ricorderete questo:
o gli cambi anche solo l'epoca, tipo il Riccardo III coi nazi o magari del tutto etnia:

o addirittura lo sfotti riempiendo il film di sangue e assurdità Troma:

Addirittura abbiamo avuto il supereroe shakespeariano, ma di solito, quando invece fanno i film coi testi quasi pari pari, le recitazioni tutte gravi (nel senso di peso specifico e fronti corrucciate) e i tempi diluiti, finisce che si entra in totale confusione e il film diventa un polpettone noioso, quando non proprio inguardabile.
Poi certo, ci sono le eccezioni anche sulle versioni modernizzate, senza chiamare in causa la versione teen di Othello, basta pensare a quando Voldemort e Leonida si fecero la seconda guerra mondiale qualche tempo fa. Esclusi dal discorso i film che da Shake in Love in poi parlano di Shake come fosse un personaggio di fantasia.
Shakespeare va visto solo a teatro? In generale tutti i film tratti da testi teatrali  (Per esempio chessò, Pirandello) non andrebbero neanche realizzati? Il teatro è bello perché vedi l'attore dal vivo? Tutte domande, queste, che rimarranno senza risposta, perché ho dormito troppe poche ore per mettermici a ragionare.
Quello che posso dire è che, a fronte di una fotografica pazzeschissima che gioca continuamente sui toni caldo/freddo
delle scene di sicuro effetto con molti ralenti e velocizzazioni

e un Michael Fassbender bellissimo - quanto è bello 'sto ragazzo, in versione barbuta e stropicciata poi... - e sicuramente più in parte nei panni di un re folle che di un re foolish. Torna in scena anche uno sguardling niente male

Macbeth risulta tiepido, noiosetto e con una sceneggiatura fin troppo aulica che - seguono parole non mie ma dettemi pare pare da megaesperto di Shakespeare, io vado sempre al cinema con gente a cui poi rubare i commenti e fingere che sono miei - "esclude troppi passaggi importanti, nel testo fondamentali. Tralascia dinamiche che meritano invece i giusti tempi perché danno l'opportunità allo spettatore di capire quanto profondi sono Macbeth e Lady Macbeth (una Marion Carillon particolarmente sospirosa e fastidiosa in modalità "guarda come recito guarda come recito con il twist"), quanto il loro cambiamento interiore sia profondo. È un film che spreca il suo protagonista, perché Macbeth è probabilmente il più grande personaggio mai scritto."
Ovviamente a queste parole io ho risposto: E PITON?!

No a parte gli scherzi, vista la serietà del tema e la puntualità dell'esposizione, io ho risposto grave e shakespeariano: "Sarà. Io me so' fatto un sonno."
Per la gioia delle astanti c'è comunque la conferma che Michael ha sempre quel suo baldo baruolo al solito posto (ricordate, no?)



♰ Alan Rickman ♰

♰ Franco Citti ♰

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♰ Franco Citti ♰
Mortacci tua.

• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #5 - WHIPLASH •

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Rullante di tamburi leggero, poi sempre più veloce, velocissimo e poi SSSTASCHH! Esplode il poster di WHIPLASH illustrato da GIANLUCA FOLÌ
Credete forse che non veda i vostri occhi illuminati da cosi tanta bellezza? Da così tanta potenza? Li vedo, e mi ci specchio. Questa illustrazione è fuoco nelle vene e sangue sui piatti. È emozionante, non ci sono altre parole.
Gianluca ha una dote rara, riesce a comprimere in un gesto dolce una potenza da supernova. Hanno un qualcosa di teatrale le sue opere, sapete no, quella storia del minimo sforzo per la massima resa, del muscolo contratto, del momento esatto in cui l'azione sta per partire, ma rimane immobile per raccogliere tutta l'energia.
Che Whiplash sia un film pazzesco, sul sacrificio, sulla violenza dell'educazione e sulla dedizione all'arte, l'ho raccontato qui, ora ne parlo anche un po' con Gianluca (poi fatevi un giro sul suo sito):
CB: Cosa ti è piaciuto di Whiplash? 
Giancluca Folì: Whiplash è un film intenso. Mi ha incantato. Letteralmente catturato dal continuo scambio emotivo e fisico dei due personaggi principali. Fletcher (J.K. Simmons) e Neyman (Miles Teller) collidono come due meteore in fragorosi lanci di sedie, casse e rullanti, grida, lacrime (una), pugni e comprensioni. Con un finale poi che ne rivela l’essenza principale della storia: il prezzo dell’eccellenza. Ad ogni costo. Capolavoro! 

CB: Come hai affrontato la realizzazione del poster? 
Giancluca Folì: Ho cercato di unire contrasto e leggerezza fra musica ed esercizio fisico usando l’unica chiave di lettura che permea tutto il film: la passione. Ero indeciso fino all’ultimo su come realizzarla ma poi ho capito che avrei potuto usare il colore in modo apparentemente istintivo giocando con linee negative e positive per restituire all’ occhio la fresca improvvisazione del jazz. 

CB: Hai mai incontrato un professore (o un maestro, o un allenatore...) severo e atroce come quello del film? E se si, hai reagito spingendoti ai limiti o facendo il gesto dell'ombrello? Insomma Montessori o Steiner? 
Giancluca Folì: Si, ora che ci penso. Alle medie un professore di matematica mi interrogava ogni santo giorno per 3 anni. Guai a non saper rispondere alle sue domande. Ogni tanto mi fingevo malato per non andare al patibolo. Altre volte crollavo lamentandomi del fatto che ero sempre il primo della lista interrogazioni. Alla fine però il suo metodo vinse. Ero diventato un bravissimo matematico. Oggi quel poco che ricordo e applico alla vita quotidiana lo devo a lui. L’ultimo ricordo che ho di lui è al mio esame di fine anno: portava una maglietta con su scritto “Steiner tutta la Vita”...

Oggi è uno di quei giorni che capitano poche volte. Quelli in cui vanno spesi 15 euro, e vanno spesi bene.
Il poster ha queste specifiche tecniche:
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
 • Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
 • Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
 • Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione
E spingendo questa anteprima lo vedete più grande.
È il tuo tempo (!) di acquistarlo spingendo 
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• CHICKENBROCCOLI AWARDS 2015 • CHICKEN FILM #4 - IT FOLLOWS •

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Altri 6 passi (uno, due, tre, quattro, cinque, sei) ci hanno portato al penultimo step prima del podio di questi migliori del 2015, un anno in cui tra velociraptor e batteristi sanguinanti, attori bipolari e poliziotti criminali, abbiamo incontrato anche un demone che non ama il sesso protetto.
IT FOLLOWS è uno di quegli horror che capitano rarissimamente. Cos'è It Follows? Mettiamola così, se fossi CEO di Tinder, mi guarderei dal consigliarlo: una maledizione trasmessa sessualmente, un demone che quando ti si "attacca" ti segue finché non sei morto; unico modo di liberarsene, "trasmetterlo" a qualcun'altro, passando per i genitali. E non scoperete mai più, in barba a tutte le pubblicità progresso mai fatte. Qui racconto come evitare il contagio, e l'astinenza non è mai la soluzione.
DAVIDE MAZZUCHIN, vero maestro della diagonale e della geometria morbida, e grande appassionato di stile anni Ottanta, realizza un poster insieme pop e inquietante, come piacerebbe al regista, ma ancora di più come piace a noi. Andate sul suo sito che è questo, intanto io due chiacchiere ce le faccio qui:
CB:1. Cosa ti è piaciuto di It Follows? 
Davide Mazzuchin: Erano anni che non vedevo un film dell'orrore degno di esser definito tale. Nonostante i protagonisti siano dei teenager non è il classico teen horror, le atmosfere cupe e a momenti patinate danno un buon ritmo al film. Poi c'è poco da dire: l'idea è davvero geniale e la colonna sonora pazzesca. 

CB: Come hai approcciato la realizzazione del pezzo? Il tuo stile ben si adatta a certe sferzate "eighties" del film... 
Davide Mazzuchin: L'atmosfera ed i toni eighties mi hanno ispirato nei colori e nella scelta della scena, una delle prime del film ma anche una delle più forti. Negli occhi della protagonista si percepisce l'ansia e l'incredulità del momento. 

CB: L'inquietudine perenne che si prova guardando il film è tangibile. Forse questo è proprio il suo maggior pregio: la maledizione si sente anche fuori dallo schermo. Quali sono le "maledizioni" che ti perseguitano?
Davide Mazzuchin: Non credo di avere alcuna maledizione che mi perseguita, be' certo sono molto rigoroso nelle cose che faccio, quasi maniacale. Credo lo possa si vedere nella geometria e l'incrocio tra i vari elementi nelle mie illustrazioni, potrebbe essere disturbo ossessivo compulsivo?

Ora, prima di iniziare a stressarvi pensando all'ultima botta e via che vi è capitata, acquistate il poster di It Follows, è anche argomento di discussione prima del primo bacio.
Le specifiche cartotecniche del poster le ho già messe più volte, rieccole:
• Formato: 42 x 29,7 cm (A3) 
• Carta: Fedrigoni martellata avorio 250 gr 
• Stampa: fronte (a colori) + retro (bianco e nero con la recensione del film!) 
• Costo: 15 euro + 3 euro di spedizione 
Cliccando su questa anteprima lo vedete più grande:
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Lotta con gli orsi

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Revenant - Redivivo
Trama: Oscar Leonardo Scalpalo
Leonardo, calmati, perché questa è la volta buona. La volta scorsa eri troppo bravo, troppe sfumature, troppo poco Quaalunde (infatti ora ti fai tutto il film come la scena della macchina). Ci sono diversi motivi per cui lo vincerai.
Prima di tutto in un colpo solo fai lo storpio, il mezzo matto, il muto, il poveraccio a cui succede di tutto, il vendicativo, l'uomo pio, il padre di famiglia, tutti in un unico personaggio. E quando dico che ti succede di tutto intendo che sembri proprio Willy Coyote
ci mancava solo che ad un certo punto ti cadeva un'incudine con la scritta ACME sopra in testa. (Questa fina associazione non è mia ma siccome rende benissimo la rubo senza remore).
Poi c'è il fatto che il tour de force a cui ti ha costretto Inarritu è una cosa che paga in termini di oscarizzazione. Hai mangiato un fegato vero, sei stato nudo nella tormenta, sei entrato in una carcassa di cavallo, ti sei fatto ore e ore di trucco dalle 3 di mattina, ti facevi ogni giorno 4 ore di viaggio per arrivare sul "set", stavi tutto il tempo con 45 chili di pelle di orso in testa, insomma ti sei speso, e si vede.
Poi che Inarritu sia al momento amatissimo dall'Academy (e i suoi attori lo sono sempre stati, in praticamente tutti i suoi film gli attori venivano candidati) marca a tuo favore.
Insomma Leo, questa volta sembra che ci siamo, con la spintarella dell'orso:
E iniziamo parlando proprio di questo attacco orsoso, una lotta ben lontana da altre del genere già viste, tipo qui o peggio me sento qui
Che incredibile scena, signori miei. Le altre tre ore (lunghette a dire il vero) del film valgono anche solo per questa scena qui, bellissima.
Io davvero non so come abbiano fatto, ma questa violenza sessuale che Leo subisce è lo stato dell'arte degli effetti speciali pazzeschi. La scelta di non fare il modellino 3D di Leo e sballottarlo da una parte all'altra usando corde e carrucole (e presumibilmente dei lottatori di sumo) e poi montarci sopra l'orso, be', è la scelta giusta (ricorderete quel ridicolo pupazzo di Harry Potter alle prese col troll. Pare vero. Orso e LEOne insieme vanno a prendere l'oscar
E questo scontro bestia uomo ci dà l'occasione di parlare del vero significato del film (per nulla recondido, anzi ci mette proprio il cartello Inarritu, anche se in francese, tanto per evitare fraintendimenti): siamo tutti selvaggi.
Ci sono gli indiani, che massacrano senza riserve (ancora dovevano arrivare le riserve indiane. ah. ah. ah.) uno stanziamento di uomini andati ai confini del mondo per raccogliere pelli di animale e venderle. Una spedizione non di conquista ma comunque invasiva. E noi diciamo: quanto sono selvaggi questi indiani.
E diciamo CHE INCREDIBILE SCENA anche quella dell'attacco:
Sequenza di piani sequenza impossibili (dopo l'allenamento di Birdman, ora abbiamo Bearman), sembra quasi un Salvate il soldato Ryan in salsa pionieristica.
E insomma se ne salvano solo dieci di quei disgraziati. E non passa molto perché da dieci diventino 9, poi 8, poi sempre meno. E dopo che Leo è attaccato dall'orso, diciamo che rimangono in 3 e 1/2 (il 1/2 è Leo ovviamente). 
Da quel momento che il messaggio diventa sempre più lampante: l'uomo è una bestia, che per grazia di madre natura si è ritrovato con un pollice opponibile e quella strana cosa che è la capacità d'astrazione, di immaginazione ed è "evoluto". Ma, prima di tutto, è una bestia, e la bestia sa fare una cosa sola, sopravvivere.
Ma peggio della bestia orso, c'è l'orco, un pazzesco pazzesco pazzesco Tom Hardy
forse qui alla sua miglior prova di sempre (oddio, c'è n'ha nel CV di prove pazzesche, sia puramente muscolari che recitative pure: sembra un trisavolo di Bane il suo scout spietato, animalesco, feroce e senza remora alcuna a liberarsi di ogni ostacolo che si frappone tra lui e i soldi o anche solo la via di fuga, fosse questo ostacolo un indiano, un compagno di spedizione, un tutore della legge. Basta un suo sguardo da matto, e durante il film ne fa di continuo
a farti venire la pelle d'oca, non fosse che devi stare attento che se se ne accorge te la scuoia quella pelle d'oca e ci si fa un cappellino per coprire quella pelata iconica (ha mezzo cranio scalpato, che ok, non giustifica i suoi atti, ma certo ci fa capire perché è diventato così pazzo).
Il personaggio di Tom Hardy, che è il primo a non scendere a patti con il suo lato animalesco, ma che anzi lo asseconda, una vera volverina nel bosco, pronto a sventrare e pulirsi le mani dal sangue con la faccia della vittima, è quello che per tutto il resto del film biasimiamo, ma non è che la rappresentazione di quello che tutti gli altri sarebbero pronti a diventare, se si trattasse di "o io, o te". Insomma la natura vince sempre, la natura dell'uomo.
Forse, incredibilmente, il personaggio più debole è proprio quello di Leo.
Diciamoci la verità, sarà che Leo a 41 anni ancora sembra uno sbarbatello - nonostante la lunga, ma un po' rada, barba - ma il problema è che anche se vediamo chiaramente quello che spinge il povero Glass - storia vera, almeno sembra - a sopravvivere contro tutto e tutti (si limitasse allo scampare prima alla battaglia con gli indiani e poi all'orso sembrerebbe quasi facile, quello è solo l'inizio della sua odissea), che manca l'emozione profonda, quella viscerale, quella che ti strazia l'anima.
Insomma molte viscere (di vari animali e uomini), poche emozioni viscerali.
Ribadisco che l'oscar se lo deve portare a casa senza se e senza ma, che ormai neanche fa più ridere questa cosa di prenderlo in giro, ma anche perché se è vero come è vero che l'oscar lo prende chi dimagrisce quaranta chili o chi passa sei mesi in mezzo a chi zoppica per imparare a zoppiccare, allora Leo è il più meritevole di quest'anno.
A proposito di emozioni. È sicuramente una scelta stilistica, quella di non affidarsi a scene che avrebbero potuto scatenare tumulti interiori, sicuri ma facili: non ci sono ralenti, non ci sono montaggi furbi, non ci sono quelle classiche preparazioni con "esplosione" emotiva finale), anzi sembra che Inarritu si rifaccia più a un Malick che a uno Spielberg.
Come d'altronde è una scelta precisa anche quella di chiedere a Sakamoto di fare questa colonna sonora molto "addormentati con i suoni della natura" qui:

piuttosto che essersi affidati a Williams o un altro dalle mille percussioni.
Inarritu ha un solo pensiero in mente: dirci che la natura (gli animali, tanti tipo bufali, cinghiali, pesci, alci, cavalli volanti, le valanghe, i fiumi, le distese incontaminate) se ne fottono dei problemi degli uomini, ci passano accanto. La Terra se ne fotte.
Quando vedi Leo, minuscolo col suo dramma interiore immenso, immerso (!) in luoghi come questi
capisci una certa filosofia, quella che spiega perché un albero che cade in una foresta disabitata non fa rumore. 
E - ne parlano tutti, inutile soffermarcisi troppo - sulla scelta kubriackiana di girare tutto con luci naturali, a costo di girare venti minuti al giorno, e andare fuori di cervello a pensare che se sbagli battuta devi aspettare 24 ore (non al gelo, ma quasi) per poterla rifare. 
Queste sono anche le cose che valgono l'oscar. Queste insieme all'occasione di vedere finalmente lo zenith della corrucciaggine leonardiana. Guardate che fronte, più corrucciata di così è impossibile 
Iniziamo a parlarne di questi Oscar 2016, va. In questo caso, con 12 candidature in saccoccia, potremo parlare di tutte le categorie.
Per gli Attori Non Prota ci sta questo Tom gigante, a dire il vero più di Leo. Non fosse che l'oscar è assicurato a Stallone per Creed (e ci sta anche, è la sua ultima occasione di prenderlo), io direi che la doppietta Leo+Tom sarebbe bellissima da vedere nelle foto quelle che fanno dopo la cerimonia tutti i vincitori insieme. Anche solo per vedere Leo tutto corrucciato che dice "Non faccio film per vincere premi" ma pensa "Era ora bastardi, prendete per il culo Amy adesso" e Tom che invece ci si pulisce un orecchio.
Si scontra anche con Mark Ruffalo (per un film che devo vedere), Christian Bale (per un film che ho visto ma devo ancora capire di cosa parlava) e Mark Rylance (per un film che ho visto ma mi ha appallato). 
Leo deve vincere, e non solo perché ormai sta oltrepassando i toni della barzelletta il fatto che non l'abbia mai vinto (ma poi perchè? A parte che ci sono attori nella storia che ne hanno ricevute di più e mai vinto, ma senza andare troppo indietro basta ricordare Amy Adams. Sta a cinque anche lei e non vedo gif con l'oscar che gli passa davanti e tu lo devi fermare al momento giusto.). O meme del genere che sì, fanno ridere, ma poi ci pensi e anche basta:
Con chi se la vede Leo? Con Eddie Reydmaine vestito da donna. Dài. l'ha vinto lo scorso anno, meritatissimo. Direi che può fare un passo indietro quest'anno.
Con Mr. White, anche conosciuto come Bryan Cranston, che finalmente viene riconosciuto dagli Oscar, anche se l'oscar se lo sarebbe meritato per BB. Qui mi pare una candidatura pari a quella di Sherlock lo scorso anno, come fosse un "benvenuto tra gli attori di Hollywood".
Con Michael Fassbender. Certo, siamo felici anche solo di vedere il suo sorriso beffardo vestito bene, ma il suo Steve Jobs (anche solo per la totale assenza di somiglianza) non merita certo la statuetta.
E poi con Matt Damon, quello che forse mina la candidatura di Leo più di tutti (Sopravvissuto pure lui, solo che su Marte, ma invece di combattere con gli orsi e mangiare carne cruda, coltiva patate). Io dico solo una cosa, se vince Matt e non Leo, questa gif inizia a diventare una premonizione:
Io sono al 100% TEAM LEO, mai come quest'anno. Anche Tom è d'accordo
Pure se durante i panel fa cose del genere


Lo scontro tra l'aplomb un po' innaturale di Leo e la totale ficaggine di chi se ne frega di tutto e tutti di Tom è lampante. Proprio due tipi di uomo a confronto (come nel film), quale scegliete? Domanda scontata, lo so, scegliete il terzo tipo, il tipo CB. Broccolo verde non avrai il mio scampo.
Qualche disegnetto di ridere e un paio di illustraposter.



Comunque volevo aggiungere che mi piacerebbe moltissimo tornare all'epoca dei pionieri e fare delle esplorazioni incredibili e posare il piede dove nessun uomo è stato mai. Sopravvivere e spingermi ai limiti. So che resisterei benissimo ad ogni attacco feroce di qualsiasi animale. Ad esempio potrei raccontare di quella volta che una belva feroce mi ha attaccato e massacrato. Ho anche una testimonianza fotografica, ve la metto ma vi avverto è un'immagine un po' forte

Ci ho messo molto tempo a ristabilirmi ma con grande spirito di sopravvivenza ce l'ho fatta e sono anche riuscito a domare la bestia
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