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CB ANTEPRIMA • Lo stagista inaspettato

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Lo stagista inaspettato
Trama: The infern (sapete, il titolo originale è The Intern. ah. ah. E ridete su, che tanto è l'unica occasione che vi dà questo film di ridere.)

Ho perdonato la grande tristezza che fa vedere Robert De Nigro cancellare anche l'unica cosa buona che ha fatto ultimamente (questa) per tornare ad essere il De Nigro peggiore degli ultimi (15?) anni.
Ho perdonato che dovesse interpretare un vecchino alla UP, vedovo ma con ancora la voglia di non lasciarsi andare e che quindi si butta in quest'avventura dello stage per anziani in un'azienda startapposa di vendita di vestiti online.
Ho perdonato quindi che dovesse fare da nonnino buono e comprensivo per una Anne Hattaway di nuovo incastrata in un ruolo da neo-Audrey-neo-Diane-neosestessa
tutta elegantina perfettina con le sue debolezze ma anche giovane donna che sa cosa vuole
ma che comunque va a fare i pacchetti di spedizioni di persona perché lei non è una che si è montata la testa
ma anche madre e moglie di oggi.
Ho perdonato che il meccanismo è più trito della carne macinata per hamburger.
Ho perdonato tutto questo. 
Per circa mezzora.
Vi giuro, continuavo a ripetermi "Vabbé ma che t'aspettavi. Poi alla fine la grande tradizione della commediola americana. Nora Ephron. Dài, lo sapevi."
E invece a partire dal minuto 31 iniziava a salire l'odio.
L'odio per l'inconsistenza della trama. Per la lunghezza del film. Per le scene inutili. Per i meccanismi che vanno oltre a quelli classici che puoi anche sopportare in una commedia, anzi, oserei dire che se dovessero mancare sarebbe una commedia non riuscita. Voglio dire, Love Actually era perfetto nel suo ripetere cose da commedia stra-risapute, no?
E poi, peggio ancora di Bob De Nigro, che comunque le speranze ce l'ha fatte perdere da anni (non per dire ma voi vi siete sicuramente scordati questo, questo, questo, questo, questo, questo, questo, questo e peggio ancora questo. bello quando inizio con la lista di "questo" e mi ricordo di mettere i link eh?), con la sua voglia di accettare la qualunque e sempre di più nella deriva commediografa che ha preso (è tutta colpa di Ben Stiller, non lo perdonerò mai), la verità è che si è rotto il giocattolino Anne Hattaway.
A parte il fatto che il film era stato scritto per Micheal Caine e Tina Frey (?), poi sostituita con Reese Whinterspoon, poi sostituita con Anne, ma ecco, il fatto di continuare a venderci Anne come la più elegante del quartiere, con le sue gonnelline e le biciclettine in giro per l'ufficio open space
e i cappellini e le camicette e le scarpe sempre pandan e la giacchetta da uomo e insomma anche basta perché ormai è costruita come una torta di quelle da cake design che poi assaggi e sanno di plastica. Meglio una bella sbriciolona oh!
La colpa è anche di una sceneggiatura insopportabile. Anne a un certo punto dice, testuali: "Siamo la generazione di ragazze a cui hanno detto che ce la potevano fare da sole. Insomma, siamo la generazione di Oprah."
Di fronte a questa affermazione non riesco a non mettere questa faccina:

O_O

E poi, come se Oprah fosse la suffraggetta dell'emancipazione femminile, questo discorso si frantuma contro a un finale incredibile dove Anne, che si è fatta carico dell'economia famigliare grazie alla fondazione di questa società che va benissimo e fa i dollaroni, SI PRENDE LA COLPA delle corna che le fa il marito! Perché "ho lavorato troppo e lui non si è potuto sentire uomo. è colpa mia. devo rallentare. vendere la società.". MA SCHERZIAMO?! A parte il fatto che tietti la società e la figlia e dai un calcio in culo a quel torsolo di marito che ti sei scelta. Ma poi, cristo santo, hai l'occasione unica di avere De Niro come stagista e non impari a farti strada nel lavoro facendoti raccontare aneddoti formativi da lui?
Quando poi a un certo punto si paventa l'idea che Bob e Anne possano finire a letto si passa dall'odio allo spavento, ma per fortuna non succede.
Bob rimane la figura nonnica di riferimento per Anne e uno aiuterà l'altro a vivere una vita più felice. Oh, ma tutto questo meccaniscmo che potrebbe essere sopportabile altrove, viene invece sciorinato in una marea di scene ridicole, di personaggi sbagliati (tutti i colleghi di lei, dal solito assistente gay
ai geek in ufficio che prima diffidano del vecchietto 
poi ne copiano il gusto elegante e vintage e diventano tutti amiconi) e con Bob che trova l'amore (una orrida e botulinica Rene Russo) e Anne che ritrova il calore famigliare anche se deve alzare gli stipiti delle porte.
Un'idiozia, che peraltro butta nel cesso l'occasione di meta film più ghiotta che c'era e cioè quella di dipingere Anne come una sorta di novella Miranda
facendola essere una vera stronza, quasi a vendetta di quella volta che aveva dovuto trovare le copie pirata di Harry Potter. Per inciso, Il diavolo veste prada era una commedia perfetta.
L'odio diventava istinto omicida nel vedere i set tutti perfetti che si capisce lontano un miglio che sono un gigantesco product placement di qualche casa di arredamenti shabby chic post industrial e tutte quelle cose che vanno di moda adesso
Ridateci QUESTO De Niro:
QUESTO De Niro:
QUESTO DE NIRO!:
Mi accontenterei anche di questo De Niro:
Basta che la smettete di fare nonno De Nigro, in film in cui il massimo del pugno che fa è per fare forza a quell'ameba di Anne. 
O la prossima volta ammazzo qualcuno. CB. Lo stragista inaspettato.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 1

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PEPPEREPÈÈ PEREPPEREPREPPEREPEE PE PEE PEEE TATATAAA TTATAAA PEREPEPEEEE!!!! 
Si capiva che era la sigla della 20th Century Fox? La volevo mettere vera ma poi per evitare problemi di © ho deciso di cantarla. Guardate che se provate tipo Karaoke funziona.
Ma bando alle ciance che qui noi si lavora! Si vedono film! Ci si sveglia alle 8 di mattina di domenica per andare a vedere i film con Wolverine vestito da Amadeus (giuro, ne parliamo domani)! Mica perdiamo tempo, noi.
"Noi" chi? MA NOI! CHICKENBROCCOLI (quello verde) e MARGHERITA (quella rosa)!
Esatto, dopo che lo scorso anno sono riuscito a collaborare con la bellissima dai ci mettiamo insieme guarda che io ti coinvolgo solo per quello bravissima illustratrice Margherita Barrera (io faccio lo scemo, ma lei è braverrima davvero, guardare il suo sito per credere. Poi è anche molto paziente perché sopporta le mie derive assataniche.), ci sono ririuscito anche quest'anno! E dire che lei intanto aveva cambiato telefono, indirizzo e pure nome. Ma come faccio? Ma quanto sono forti le droghe che metto nei succhi di frutta, la famosa droga del sì. Solo che io, invece di approfittare delle giovani malcapitate, chiedo di realizzare recensioni illustrate e gif animate (questa era di cattivo gusto ve'?). 
Allora, come lo scorso anno ci alterneremo a fare le recensioni, io scrivo, lei disegna e scrive (sottolineando la superiorità femminile di saper fare più cose alla volta). A volte magari ci accavalliamo sugli stessi, accavalliamoci spesso dai. Ok. La smetto di fare il Broccolo. Serietà! 
Certo non è facile restare seri quando si sta al FDCDIR, con la marea di cazzate che si sentono durante le file - ecco una promessa che posso fare è quella che NON mi lamenterò delle file, ci ho fatto il callo, sotto entrambi i talloni, a furia di stare fermo ad aspettare che mi facciano entrare.
SI RICOMINCIA! Entusiasmo e molte parole scritte in MAIUSCOLO per sottolineare L'ENTUSIASMO! LE EMOZIONI! COME QUELLE DI INSIDE OUT! A proposito lo sapete che al Fest fanno una megaretrospettiva Pixar? Vuole io caso che io li abbia visti tutti, ma Margherita non aveva visto proprio l'ultimo, e quindi appena uscita ha fatto subito la sua recensione usando il fiume di lacrime per umidicciare il pennino!
E insomma ecco arrivata la tantoattesa settimana del FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA 2015, pronti sulle linee di partenza per un'edizione che prevede la presenza del Pippa! Che prevede presentazioni di libri assurdi! Che prevede supereroi italiani! E che prevede, proprio come ormai una tassa, il fatto che io mi debba struggere il cuore per Julianne Moore. Ma mica per questa sua deriva tragica di fare sempre parti in cui fa una brutta fine e noi piangiamo come fontanelle all'angolo della strada, no, soprattutto per il fatto che da quella volta che stemmo... stettimo... stesei... (scusate quando parlo di Julie mi torna sempre un groppo in gola) insomma quella volta che eravamo a due passi e ci innamorammo e da lì partì tutta quella nostra storia di cui parlò anche il più importante sito cinematografico del mondo... ma di questo avremo occasione di parlare in futuro, se mi andrà, se avrò la forza, o se mi intervista Cate Blanchett. Come in:
Truth
Trama: Tutta la donna del presidente

Sì. Perché? Non mi può intervistare Cate Blanchett a me? Che c'è di strano? In fondo in Truth è una giornalista che sta sempre sul pezzo, una che non molla, una di quelle d'assalto che se vede la preda non la lascia finché non ha lo scoop! Cate! Facciamo uno scoop! Scoopiamo! 
Dieci minuti e già sono passabile di due denunce per molestie. Se entro la settimana arrivo a 20 vinco una batteria di pentole 18:10 col cambio Shimano.
Il mio festival comincia subito con una storia vera, di giornalismo contemporaneo, roba successa durante le penultime elezioni americane, o erano le terzultime? Insomma ci stava di mezzo Bush figlio, e un mezzo scandalo forse montato ad arte da qualcuno che voleva non farlo rieleggere, qualcuno che ovviamente aveva tutta la ragione di farlo, forse erano due scimmie, perché insomma, anche le scimmie sanno che Bush figlio fu veramente uno dei peggiori presidenti degli Stati Unti d'America di sempre. 
Certo pure il padre...
Forse la Gola Profonda, anzi la Pappagorgia Profonda, era Michael Moore.
Insomma chi fosse la Gola Profonda che fornì questi documenti (fotocopiati) a questa giornalista non è dato sapere, fatto sta che la tipa, con il bene placido della CBS montò questo mega caso pazzesco sul fatto che Bushino era entrato all'accademia aeronautica grazie a delle raccomandazioni e non ne aveva frequentato un singolo giorno (almeno questo è quello che ho capito io, bisogna dire che il film è molto tecnico e con tutta quella trafila di nomi e regole e soprattutto sottotioli che si leggevano male non c'ho capito molto delle trame più oscure), che stava per mettere a repentaglio la seconda elezione di Bushino e che poi si rivelò una bufala, o quantomeno oppugnabile in mille modi, tanto che la CBS fu costretta a fare diieettrooooo frònt! Avanti aaarsch! verso la gogna mediatica. 
A farne le spese è Cate, che si becca l'accusa di essere una comunista liberale femminista animalista vegana crudista pomodorista nuvolista e tutte queste cose che in America ci vanno in un brodo di giuggiole come se fossero importanti per svolgere un lavoro seriamente.
Certo. Bisogna dire che montare un caso pazzesco su dei fogli fotocopiati, giornalismo da sarto proprio, ma diamo il beneficio del dubbio alla giornalista perché comunque 20 anni di carriera e pezzi famosi come quello delle torture di Abu Grahib (ricordate, quella roba atroce dei prigionieri con i fili elettrici attaccati ai testicoli e i cani attaccati alla faccia).
Il fatto che a fare da mentore/padre a Cate ci sia Robert Redford (che ormai è tipo incartapecorito, porello) lo rende una sorta di remake/sequel/omaggio al mitico Tutti gli uomini del presidente, ma quelli erano altri tempi, altri registi, altri scandali (mi sia consetito dire) e soprattutto altri Roberts Redfords. Eccolo che parla con il suo se stesso giovane
Poi il fatto che Robert faccia questoè la solita magia del cinema che rende tutti più belli. Tipo:

Non vedo l'ora che facciano un film su di me. Sfido a trovarlo, uno più bello.
Il film ciononostante ti prende, come dire,  il film 'c'è", anche se non rimarrà negli annali del film giornalistico (per dire che mi ricordo molto meglio Cronisti d'assalto, che questo, e l'ho visto tre giorni fa). 
Cate Blanchett è come al solito stratosferica, bellissima e bravissima. È forse la migliore attrice vivente? Rendiamole gloria in una serie di gif dal film senza motivo apparente



Possibile, probabile, sì.
Il suo discorso finale è avvolgente ed entusiasmante, quasi l'equivalente di un discorso motivazionale da battaglia, anche se si parla di vita professionale (magari poi sono io che penso che il lavoro sia una guerra e quindi le sue parole le ho vissute di più), ma c'è il problema della storia, lo scandalo non mi sembra la peggiore delle sue malefatte, il servizio giornalistico non mi è sembrato così importante, così lampanti le oppressioni o i soprusi subìti dai giornalisti, così grandi le verità venute a galla (Bush, il figlio del presidente, era raccomandato. Ma va.)
E poi la tanto professata e difesa ragione del lavoro dei giornalisti - gli eroi del film quelli per cui si dovrebbe patteggiare fortissimo - non è poi così evidente: voglio dire, e se davvero avessero peccato di un'imperdonabile ingenuità ad essersi fidati di un perfetto sconosciuto che aveva costruito i documenti a regola d'arte per fare lo scoop? Se avessero pensato un minuto in più prima di dare in pasto al mondo dei fogli fatti con una Xerox?
C'è da dire che se come squadra giornalistica prendi Dennis Quaid (e i suoi amici anonimi alcolisti), Topher Grace (uno che era più pippa di Peter Parker) e Elisabeth Moss (che a quanto ricordo è una copywriter, non una giornalista), questa è la fine che fai.
Certo la vita di noi giornalisti. È dura. Sempre in cerca della notizia, dello scoop, trovare uno scoop nella vita, che fatica, scoopare. Ci devo pensare, ho in testa un'idea che mi può aiutare a trovare una scoopabile.
Ok, lasciamo stare per un attimo questa cosa dello scoop, che può solo portare a delle denunzie, e passiamo a un film bello, serio, un film con Brie Larson, l'unica degna di sostituire nel mio cuore Julianne.
Room
Trama: Camera Mam

E qui si comincia a ragionare. 
A ragionare di quanto la vita a volte sia proprio infame. 
Sia chiaro, quella di Room non è una storia vera, anche se invece lo è, o almeno lo è stata tutte le volte che sono diventate cronaca, come il caso di Natasha Kampusch, e altre cento atroci volte, e magari, se ragioni, se pensi, se ti fermi un attimo dallo scrivere cazzate tutto il giorno, lo sono anche in questo preciso momento. 
In questo preciso momento, forse, anzi sicuro, in un tugurio umido e buio c'è una ragazza rapita chissà da quanto tempo, nascosta agli occhi del mondo dal suo aguzzino.
Se ti fermi a pensare a una cosa del genere impazzisci.
Di questo parla Room, e lo fa con un passo che  europeo, più che americano; il regista è quello di Frank, irlandese, e questa volta è meno hipster e molto più convincente.
Per un'intera ora non vediamo altro che una stanza, una madre emaciata, un bambino con i capelli lunghissimi. Non escono mai. Mai. Sembra quasi che questa madre sia pazza. Ha rinchiuso lei quel bambino lì dentro? È un hikikomori schizofrenica? O addirittura fuori c'è l'Apocalisse e lei tiene il figlio lì dentro per salvarlo?
Ma poi capiamo, la verità è un'altra, ed è di quelle che fanno male alla pancia.
La ragazza è stata rapita anni prima, chiusa lì dentro. Poi messa incinta dal suo rapitore, che ora tiene segregati ragazza e figlio, li costringe a quella vita sconvolgente. L'unico mezzo che la ragazza ha per tentare di salvaguardare la salute mentale del figlio è quello di inventare una realtà delusionale, alternativa, in cui il mondo è tutto lì, nella Stanza (che assume infatti un nome proprio, Stanza, così come ci sono Lucernaio, Sedia, Gabinetto).
Il film però è diviso in due parti, assolutamente perfette nel minutaggio (1 ora e 1 ora, 1 dentro, 1 ora fuori). 
La prima ora è una terribile iniezione di claustrofobia, che poteva diventare di una noia mortale se la regia e i due attori non fossero stati all'altezza.
Poi arriva la scena della fuga (scusate, vi ho spoilerato, ma lo fa anche la bella locandina, avete notato quell'angolo di muro vero?) ed così assolutamente emozionate, così come lo sono le interpretazioni dei due protagonisti, che se non vi sudano le mani e lacrimano gli occhi non siete umani.
Che io ami Brie Larson non è un segreto, lo dico da anni e anni e anni e anni e anni, e che la ami anche il cinema indipendente pure. Ancora non è stata notata come grande attrice, fagocitata dalla quasi coetanea Jennifer Lawrence (pure durante il Fappening nessuno ha notato Brie, nessuno tranne me, vai prendi le pratiche per la quinta denuncia), forse perché non ha mai fatto un film di supereroi o uno young adult (anche se Scott Pilgrim meriterebbe di essere il più esemplare dei film per adolescenti), ma qui davvero è proprio brava. Posso ripetere la banalissima parola "brava" altre tre volte? Brava. Brava. Brava. Brava. Sì la quarta mi è scappata.
La quantità di mamme coraggiose al cinema di quest'anno è pari solo alla quantità di ragazzini. Gli Awards saranno molto materni.
Un film da vedere, che probabilmente regalerà qualche premio a Brie e perché no anche al ragazzino (per fortuna non irritante come la media dei ragazzini che abbiamo visto quest'anno), bambino selvaggio suo malgrado, il cui destino è segnato da un concepimento sconvolgente, ma il cui spirito teso alla curiosità, alla vita e alla fantasia lo salverà (salvando anche la madre, non solo in senso emoziale) da quell'infanzia impensabile.
Brie sei la mia attrice preferita. Infatti ti ho scritto su Twitter. Non mi hai risposto, hai fatto bene, che sennò partiva la sesta denuncia. Perché non sei venuta a Roma? (Ecco, ho già notato che in questa edizione non ci sono molti ospiti internazionali, non quelli che interessano a me, perlomeno) 
Prima o poi ci incontreremo, tu non ingrassare troppo però, non mangiare troppo brie. 
Brie Lardon. 
Per punirmi dalla battuta appena fatta accetto di essere rinchiuso in una stanza per tantissimo tempo come questi altri qui:
Detto questo passo la parola alla cara (nel senso di carina, non nel senso economico visto che ovviamente fa tutto per la gloria, la mia peraltro) Margherita, col suo secondo film, che io mi sono riufiutato di vedere categoricamente per allergia a queste hipsterate americane che mmi hanno rotto.
A domani!

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 2

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Fatece largo che passamo noi, i cineblogger de' sta Festa del Cinema de Roma bella! Ma che ce frega ma che c'emporta se Monda al Premio jà detto basta mapperò.
Ah, Roma, questa folle festa del cinema che. Secondo giorno e già siamo nel pieno di un rutilante "tu che ti sei vista", "tu questo l'hai visto?", "io questo lo vedo domani, questo lo vedo oggi, questo lo vedo ieri, questo non lo vedo", insomma la parte più divertente è sempre scarabocchiare il programma facendosi tutte delle equazioni per vedere più film possibile. Poi arriva il momento di vederli, i film, e la pigrizia prende il sopravvento. La pigrizia e il fatto che comunque lavori in ufficio, mica sei come quegli scaldasedia dei critici che vanno al cinema alle 10 di mattina!
Per fortuna c'è la domenica e per onorare il nostro Dio (Cinema) siamo andati alle 8 di mattina a vedere donne pomiciare. Che faticaccia.
Freeheld

Trama: Lesbo kick


Che la bella Julianne sia un po' la madrina putativa MA COME TI PERMETTI PUTATIVA LO DICI A TUA SORELLA SVERGOGNATO del festival di Roma è un dato di fatto. Dieci edizioni l'hanno vista protagonista almeno 4 (o magari sono io che la vedo anche quando non c'è). Certo tutti ricordiamo quella volta che venne in carne, ossa e lentiggini e successe quella cosa matta di quel folle che pur di attirare la sua attenzione ci costruì tutto un cineblog intorno. Sono un po' quei mitomani che quando sono nel giardino fuori casa tutto bene, salutano i vicino e fanno la carezza al cane, poi entrano a casa e nella stanza da letto hanno una parete con tutte attaccate le foto della loro amata ma tipo con gli occhi graffiati delle candele accese e la propria testa montata su tutte le persone che appaiono nelle foto accanto al loro desiderio.
Vi ricordate quella volta? Rimase famosa. Un po' come quello che durante Sanremo si voleva buttare di sotto ma Pippo magnanimo eroe lo salvò dal suicidio. O quell'altra che uno ha tirato in faccia a Berlusconi il Duomo di Milano. Sono quelle volte che uno diventa famoso per dei meriti molto importanti.
Insomma Julianne fa la doppietta e, dopo aver partecipato lo scorso anno con quel film... dai quello... com'era? C'era una con una malattia... una malattia che non ricordo... probabilmente una malattia che non esiste visto che non me la ricordo... e insomma io quel film l'avevo visto e non è che mi era piaciuto assai che. Infatti in un momento di possessione dello spirito di Nostradamus avevo con piglio sicuro sancito che:
Ah. Come lo prevedo io il futuro, manco la Zingara di Rai Uno.
Julianne è tornata comunque ad essere brava. Ci sono stati anni di oscurantismo, forse il rosso non andava di moda, fatto sta che solo ultimamente (anche con Maps of the Stars, nonostante fosse un filmaccio) Julianne è tornata veramente brava. E lo è anche questa volta.
Che Julianne non abbia mai fatto problemi a recitare la parte di un'omosessuale (fosse per delle singole scene, o interi film, fosse per dei thrillerazzi senza capo né coda, o per filmoni storici ) non è un segreto


ma non era mai stata così coinvolgente e convincente.
Ora, io non voglio ridurre tutto al solito maschio che si riscalda quando vede due donne baciarsi per carità, il tema è importante eccome, ma certo a Ellen Page le è andata anche bene, fai outing e la prima parte che ti capita è fare la moglie di Julianne Moore, mica male. 


Sì sì lo so CB maschilista ignorante buzzurro vatti a seppellire ok vado.
Il ruolo e la storia sono quanto di più classico ci si possa aspettare da un film di denunzia sociale: donna forte. poliziotta. gay. malata terminale. innamorata. lotta contro la politica. vittoria. morte.
Lo stile è esattamente quello di una certa nuova hollywood, che strizza moltissimo l'occhio ai film da sundance, quelli più intimi, che si mette lì con la sua cinepresa un po' di profilo e tenta di rendere tutto molto naturale, nessun virtuosismo, nessun montaggio chissà quanto frastagliato, nessun effetto, nessuna musica aulica.
Insomma, a hollywood non si muore più inquadrati dall'alto con la luce rossa in posizione crocifissa cantando Maria Callas

Si muore come si muore davvero quando ti viene quella cazzo di malattia. Attaccati a un tubo per respirare, pelati, scheletrici e in testa ancora tutte le cose da dire, da fare, piena di tutta la vita che avresti dovuto ancora vivere.

E infatti piangi, piangi perché l'ingiustizia sociale subita dalla coppia sconfina con quella inferta dalla vita stessa. Life is unfair, la vita è ingiusta, lo ripetono più volte nel film (o forse lo dicono una volta sola ma è il sottotesto su cui si basa tutta la sceneggiatura): è ingiusta perché per fare carriera Julianne è costretta a nascondere la sua omosessualità (così come un altro collega, uomo. E la storia si svolge in America nel 2007, non in Corea del Nord nel 1700), è ingiusta perché un amore sano nato tra due donne deve subire le risatine delle persone ignoranti, deve essere nascosto al mondo, e diventa ancora più ingiusta perché poi arriva la malattia, e non basta quella a piegare gli animi, ci si mettono anche le leggi provvidenziali inique e assurde (una coppia di fatto non godeva del piano pensionistico "regolare", ovvero quando Laurel/Julianne morirà, Stacie/Ellen non potrà prendere la sua pensione come qualsiasi altra moglie di poliziotto) e da quel momento inizia un'altra guerra, una guerra che forse Julianne può ancora vincere, quella contro la politica, perché quella con la malattia è persa i partenza.
Se vogliamo muovere una critica strettamente cinematografica, al netto delle considerazioni sul fatto che una storia del genere merita di essere raccontata in ogni caso, perché non è possibile pensare che in una società che si professa liberale e in un mondo in cui l'uguaglianza è professata da chiunque, possiamo dire che Freeheld è un film che si impegna poco (proprio come non si impegnava Still Alice), si muove su territori sicuri, su riflessioni e meccanismi facili, lascia che a fare la storia sia quella semplicità di vita di coppia 

la casa, il cane, le passeggiate, le partite di baseball, di qualsiasi coppia, e lo scontro con leggi e cavilli che quella coppia la negano.
Julianne e Ellen (Juliellen?) sono brave, la prima come sa essere brava lei (e splendida con quei capelli da Charlie's Angel), nella sua versione senza eccessi, l'altra diventando un vero "butcher", mascolina, sempre dentro vestiti oversize (anche se Julianne è più brava).
Gli uomini del film, che forse sono quelli peggio scritti (ma anche vittime di un minutaggio ridotto, e quindi era ovviamente inevitabile che non si parli di loro) possono però diventare fondamentali per uno spettatore un po' più pigro, diventano vari esempi di come la storia della coppia venga vissuta: dal collega di Julianne che una volta scoperta l'omosessualità del partner e del calvario che sta per affrontare diventa portavoce nella stazione di polizia della battaglia della collega e riesce a convincerli che quella battaglia è giusta al collega anche lui gay che però lo nasconde a quello becero che però poi si impietosisce e le regala addirittura cinque giorni di ferie ; poi c'è Steve Carrell - bella la sua deriva in film seri, farà carriera il ragazzo - ebreo gay che lotta per i diritti civili e diventa portavoce della battaglia organizzando sit in e manifestazioni. Un corollario che però non ha molto mordente.
Lo sai chi invece ha mordente? Santamaria - almeno sembra, io non sono riuscito a vederlo ma mi sembra quello che ha entusiasmato più di tutti:

E invece Margherita mi fa rosicare che non l'ho visto. Oh.
Andiamo oltre, e dopo lesbiche e supereroi coatti, passiamo alle fiabe. Fiabe delle buonebotte.
Pan

Trama: Pan di Spugna


Che è un film orrendo. 
Tralasciando la buffonata dei ginnasti brasiliani che ballavano la capoeira sul tappeto rosso cercando di distrarci dal fatto che Hugh Jackman si è guardato bene dal venire a presentare il film, concentriamoci sul film. 
Fa schifo.
Fine della concentrazione.
Volete qualche informazione della sua schifaggine?
Ma intanto basterebbe parlare solo e soltanto di Hugh Jackman e di quanto è ridicolo nella parte del pirata cattivo, attore in piena crisi GionniDeppesca, tutto faccia crudele ridicola, vestiti da AmadeusAmadeus Ah Ah Amadeus 
e pelata d'ordinanza (che però copre con una ridicola parrucca casco (parrucasco)
Oppure si potrebbe raccontare di quelle due volte - DUE! Solo due e poi basta! - che cominiciano a cantare canzoni moderne. Esatto. Smell Like Teen Spirits dei Nirvana e Hey Ho Let's Go! dei Ramones, proprio come Mouline Rouge. Rendemose conto. Kurt e Joey stanno ballando la tarantella nella tomba per quanto si rivoltano. Ma poi peggio mi sento sul fatto che c'è solo due volte e poi mai più. Che se vuoi prendere questa linea - un protomusical con canzoni moderne - fai pure, a tuo rischio e pericolo, ma fallo bene, no che lanci il ritornello e poi ritrai la mano.
La prima mezzora del film è quasi digeribile (escluso il fatto che è Harry Potter, come fa notare questo sconosciuto di internet:
An orphaned boy is braught to a magical land he didn’t know about and discovers his powers, that he must then control, and is told that he is “the chosen one” and told a prophecy of how his life lead to a fall of a dark monarch who now intends to kill him before the prophecy is fulfilled and after some denial he assumes his role, determined to avenge his parents and take down the evil figure, stopping him from gaining power and that would lead to the destruction of the magical world, and he does this by remembering happy times in his past and learning to trust certain people. Also his male and female co-parts end up in some stupid hollywood heteromance even though the girl is a genius that would never settle for the guy.
Ma poi tutto si perde in un mare di noia (quel tipo di noia che ti fa sbadigliare) tra un Capitan Uncino giovane, che pare Indiana Jones
ha ancora tutte le mani ed è amico e quasi mentore di Peter (il film è un prequel, e contemporaneamente un triste tentativo di creare un franchise, che non avverrà mai, visto il flop clamoroso che ha fatto. Ci sono tutte quelle cose che lasciano la storia aperta - come ha perso la mano Uncino? Come è nato l'odio per i coccodrilli? Perché Trilly diventa l'unica fatina? Chi se ne frega di tutto questo?).
Il resto è tutto tristissimo e noiosissimo da sbadigli, tra una Giglio Tigrato che pare vestita da Bjork dopo un viaggio sulle Ande
delle fatine che perdono del tutto quella certa carica sensuale che ben sappiamo e diventano solo lucciole (!)
effetti speciali d'ordinanza computerizzata (fammi male pure quelli, non lo so)
scene che sembrano riprese con lo GOPRO delll'holi fest che se vedo un'altra di voi ragazze che mette una foto del profilo facebook con lei che soffia la polvere colorata verso la macchina fotografica faccio un macello
e l'ennesimo ragazzino odioso: Peter, che vola due volte per sbaglio perché ehy peter credi in te puoi volare. ma cazzo, dopo la prima volta che voli io sai che aeroplanate che mi facevo tutto il tempo? Lui invece plana solo, sta sempre per terra
Il ragazzino scelto è tra il belloccio e l'inutile, mi pare più vittima degli eventi e della Ralph Lauren che un vero attore. Quanto fastidio può dare trovare OGNI sua foto con il logo del brand più grande di lui?
Se c'è una cosa che mette tristezza sono i modelli bambini. Altro che sindrome di Peter Pan. Peter Pen.
L'unica nota degna di attenzione si chiama Cara Delevingne, modella di Victoria Secret (proprio una roba per bambini)

usata per fare le sirene, tutte le sirene (come i gemelli di Social Newtork)
Bona è bona. Anche se io le sirene le preferivo così:

Ma poi non c'era stato un altro Peter Pan poco tempo fa (no, era il 2003, come passa il tempo quando ci si diverte) e nessuno era andato a vedere neanche quello?
Comunque ragazzi, sono mesi che ve lo dico, questa cosa delle fiabe vi ha preso troppo la mano. BASTA! Io non lo voglio vedere il live action del Libro della Giungla:

Non li voglio vedere la Bella e la Bestia, e Jafar, e Mulan in carne e ossa e non voglio proprio vedere il film sul passato di Crudelia Demon.
Tic Toc Tic Toc questa cosa dei film da fiabe sta messa peggio dei cinecomics, finiranno tutti in pasto ai coccodrilli

La flautolenza di Pan.
Margherita raccontaci tu di un gruppo di ragazzi molto più puri, interessanti e fantasiosi di quelli dell'Isola che non c'è. I frateli Angulo:

Concordo. Anche sul cognome che mi ha fatto ridere tutto il tempo.
Sentite. C'è un'ultima cosa che devo dirvi. La verità è che quest'anno i post sulla Festa del Cinema di Roma hanno uno sponsor. E insomma questo sponsor mi ha costretto a fare uno spazio pubblicitario. Ma è cultura eh! Proprio altissimi livelli! Addirittura UN LIBRO! "Libro"... cosa essere tu.
È questo qui:
Quante volte la scena di un film riesce a raccontare un nostro stato d’animo? E in quante occasioni una citazione detta al momento giusto risolve o ridimensiona quei grandi e piccoli dilemmi quotidiani che ci perseguitano? Keep Calm e guarda un film è il primo libro dedicato alla Settima Arte che, di recensione in recensione, diventa un agile manuale di cine-terapia.  Per superare lo stress da ufficio o una crisi di coppia, affrontare l’attesa del principe azzurro o vincere una fobia che ti paralizza: qualunque sia la situazione da fronteggiare qui troverete il rimedio giusto! 101 pellicole scelte tra famosi capolavori, cult di ogni epoca e chicche da cinefili che ci ricordano che ogni problema può avere un lieto fine. Dopotutto… domani è un altro giorno!


Insomma devo dirvelo, c'è il fatto che questa sedicente (e seducente) "Federica Lippi" altri non è che ALABAMA! Ha scritto un libro! DI CINEMA! Ecco perché non fa un Tofu & Broccoli da anni. Brava eh, Alabrava. Uno fa di tutto per farli sfondare e poi quelli scrivono i librie e non ti coinvolgono neanche.
L'altro autore non so proprio chi sia ma con un nome così ridicolo deve essere per forza un nome inventato.
E stasera... STASERA! (Il contratto di sponsor prevede che io finga entusiamo) fanno pure l'evento di presentazione, proprio alla Festa del Cinema! CHE. BELLO. CHE. BELLISSIMO. Io ci passo, mi porto i campanacci tipo Corrida di Corrado. Passateci anche voi, più si è più si fischia forte.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 3

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A questo punto ci doveva essere tutta una cosa bellissima pazzesca ma siccome non c'è e forse non ci sarà mai perché, ehy, non puoi sempre avere quello che vuoi, passiamo subito alla prima recensione di Margherita. Questa qui:
 
Devo dire che il rosa le dona, alla Margherita.
Io intanto me ne andavo a vedere il più americano dei film americani presentati. Strano che Monda non abbia fatto una selezione del tipo FESTE DEL CINEMA AMERICANO DI ROMA 2015. Per inciso non avrei avuto nulla in contrario, figurati, anzi l'ho appena incontrato e gli volevo proprio proporre (propriorre quindi) di togliere, così, in un colpo solo, tutti i film non americani dal fest. Era un'idea. Un'idea folle, ma molto poetica, come quella raccontata in:
The Walk
Trama: Io speriamo che me la cavo

C'è un documentario di qualche anno fa (2009), si chiama Man on Wire e racconta la più incredibile delle imprese: tendere un cavo da una Torre Gemella all'altra e poi camminarci sopra. Bisogna essere un funambolo per tentare una cosa simile, e anche totalmente fuori di testa. Lo fece Philippe Petit. Ma non lo fece solo nella finzione filmica


Lo fece davvero veramente.

Ora Il Pippa (riassumendo "il Pippa" per chi non avesse letto CB negli ultimi sei anni, trattonsi di Robert Zemeckis, lui in tutta la sua intelligenza 3D:
che ok, ha fatto dei film BELLISSIMI e seminali che oggi solo osannati (intendo proprio oggi oggi 21 ottobre 2015:

ma ammettiamolo, è sempre stato l'ultimo della combriccola generazionale di filmografi fondamentali per noi ragazzini degli anni 70/80: Spilbi, Lucas e poi il Pippa, lui, che a un certo punto ha deciso che il futuro del cinema era la motion graphic e per dieci anni ha fatto film ORRENDI solo con quella tecnica (ricordiamo, purtroppo, Polar Express, Christmas Carol, BEOWULF! VE LO SIETE SCORDATI BEOWULF!)
Passata la parentesi motion graphic (gli hanno proprio chiuso gli uffici alla fine, troppe spese per le palline da ping pong da mettere addosso agli attori) è tornato ai film in cane e ossa, ma senza dimenticare gli effettoni speciali. 
Infatti tutto The Walk l'hanno girato così:



Ma poi perché non hanno usato le Tor... ah. già.
Ecco. La cosa che rende molto minore la carica emotiva di The Walk rispetto a quella che trascinava Man on wire (e non solo per la finzione cinematografica vs realtà documentaristica, visto che nel doc (EHY DOC!) c'erano anche inserti recitati) è che in questo le torri sono troppo importanti.

Voi direte eggrazziearca, questo ha fatto questa passeggiata in cielo tra due grattacieli ci mancherebbe che non erano importanti. Ma è la solita pecca americana di carica di simbolici spiegoni anche quei simboli a cui non serve nessunissima spiegazione.
Vedi le due torri e sai, ricordi, hai perfettamente in testa quello che è successo, e attenzione, non perché negli ultimi 15 hai rivisto la scena mille volte, no, ricordi esattamente il momento in cui lo stavi guardando la prima volta.
Non c'è bisogno di aggiungere altro. Basta la loro presenza a caricare ogni inquadratura dove appaiono di un'energia potentissima.
Zemeckis invece indugia, indugia tantissimo: ci sono biglietti con l'accesso esclusivo alla terrazza panoramica che recano la dicitura "per sempre" e ovviamente quel "per sempre" non è sempre mai, ci sono inquadrature che corrono sulle lamiere in lungo e largo, ci sono, nella scena finale, quella della traversata, tutte le vertigini (anche quelle dei capelli assurdi di Gordon Levitt)

 che solo gli effetti speciali (o se all'epoca fossero esistiti dei droni) possono regalare 

C'è il 3D, che serve (come già era servito in film come Avatar e Vita di Pi) non solo a lanciarti la roba addosso. Non solo:
 
Ma ci sono anche tante cose che proprio non vanno. 
Non è solo il rimarcare la tragedia del 9/11 con patriottica melensaggine a rendere il film una brutta copia del suo predecessore (che non indugiava mai nel pietismo da torri gemelle), ma dà fastidio anche tutto l'impianto da commedia (quasi) degli equivoci, dove si cerca di far ridere molto (con personaggi ai limiti della macchietta, dall'onnipresente Ben Kingsley con l'accento strano - questa cosa degli accenti gli sta prendendo la mano, anche Gordon recita in frenchinglish - agli amici strafattoni al mefistofelico basista), e una colonna sonora che alterna come fosse suonata da un pessimo deejay musichette alla Henry Mancini a temi che sembrano usciti da Forrest Gump.
The Walk non mancherà di emozionare (vi piace quando uso queste forme da critico che non si impegna? Disimpegno, lo fa CB quando ha dormito tre ore.) chi di Petit non aveva mai sentito parlare, ma rimane sospeso (!) tra una commedia senza verve e un biopic che vive troppo all'ombra del suo regista, ormai senza più mordente.
Invece un pochetto di mordente ce l'ha questa pischella francese che si chiama Charlotte LeBon.

Si chiama proprio così.
Ah. Ho visto - per sbaglio - anche un film francese. Si chiama
Les Rois Du Monde
Trama: Cantona-ta

ED È UNA MERDA! Anzi sè en mérd!
Vorrei fare una delle mie recensioni in francese che è l'unica lingua che mi permette di raccontare quanto fa schifo il cinema francese quando fa schifo.
Ma non ho tempo. Preferisco vivere.
Dico solo che nel film ci sta Eric Cantonà che fa il buono. La vittima. Eric Cantonà. Lui:

Se non avete capito vi metto una diapositiva.
Questi sono i film che rovinano i festival, fatevelo dire. Ci sono film che non trovano la distribuzione semplicemente perché NON SE LA MERITANO!
Torniamo a Margherita che oggi aveva delle cartucce molto più potenti delle mie.


La stanchezza inizia a farsi sentire, vi avverto. Se la prossima recensione è fatta solo di zzzz e scarabocchi non dite che non potevate aspettarvelo.
Ma tanto domani vi beccate l'anteprima di Del Toro, quindi.

CB ANTEPRIMA • Crimson Peak

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Crimson Peak
Trama: Mia la prima moglie

Ho pochissimo tempo e mi piace tantissimo dirlo.
Quindi ora vi beccate questa pausa dalla Festa del Cinema di Roma perché è finito l'embargo di Crimson Peak, l'ultimo film di Guillermo del Toro che sta lavorando a tutti questi suoi progetti molto personali (The Strain) e i cattivoni di hollywood gli fanno i dispetti e non gli fanno fare Hellboy 3 e Pacific Rim 2 e allora lui risponde con un horrorazzo che cita a pieni polmoni di tata pazza c'è sorella pazza, ma bona come il pane, Jessica Chastain che io pure se era pazza me la sposavo uguale e potevamo stare tutti noi quattro, io, Jessica, Mia ma tua e Loki a giocare tutto il tempo a scopone
col morto
Il film sta facendo un po' schifo alla critica e piacendo molto alle ragazze che vogliono vedere le terga di Tom Hiddleston e fanno i risolini e disegnini 
A me il film è piaciuto pappapero, molto di più per una stupenda fotografia (tutta blu e arancio, TUTTA) e degli effetti speciali computerizzati ma che sanno di gelatine, plasma finto e cartapesta.
Del Toro ha gusto da vendere, da sempre, e queste ambientazioni gotiche sono il suo campo di battaglia preferito.
Poi la storia ha dei buchi enormi ma io non ho paura e voglio innamorarmi anche di quelli.
I quattro attori coinvolti si dividono così: i biondi sono da dimenticare, il moro e la roscia sono splendidi. Tanto che vorresti che il film fosse solo la vita di loro due in quella casa sperduta con lui tutto elegante Conte.nto di succhiare argilla rossa dal terreno e lei pazza e bellissima che gli fa le cosacce.
C'è una cosa che però, a corollario del film, mi viene da chiedere: a che punto sta la causa che vede tra le fila degli imputati il creatore di queste STUPENDE locandine
e il fotografo Laurent Croisier? No perché vi eravate resi conto che sono ESATTAMENTE la riproduzione della serie Bete De Mode:
Vorrei saperlo perché se davvero le hanno copiate il già esiguo conto in banca del povero Guglia lo vedo male male, ma male proprio.
Magari poi si scopre che le ha scattate proprio lo stesso fotografo, ma non ho neanche il tempo di andare a controllare, magari faccio uno scoop grafico e poi mi dicono "guarda che infatti li ha fatti lo stesso". Andate a controllare voi e mi dite? Fatemi sto favore jà.
Io se fossi in voi Crimson Peak lo andrei a vedere a cuor leggero, senza aspettarsi un film horror di paura da incubi, più un tenero omaggio a un certo cinema horror che puntava più sull'atmosfera che sulle sorprese finali (quello dei mille Dracula, Frankenstein, Wolfman), girato da uno che in ogni cosa che fa si vede proprio che ci mette cuore.
Al Guglia gli si vuole bene a prescindere, fosse solo per i problemi di peso.
Un paio di altri disegnetti carini.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 4

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C'è un fenomeno che mi ipnotizza sempre, alla Festa del Cinema di Roma. Non sono i buttafuori che si credono Vin Diesel che recita in Splinter Cell, non sono i panini rancidi che per comprarli devi accendere un mutuo (c'è da dire che ti rimangono sullo stomaco per due giorni, quindi forse vale anche la pena), non sono queste cose ma è: rimorchiare in fila.
Non che mi sia mai successo, ovvio, io penso ai film e solo ai film! Ma quando ti ritrovi in fila inizi a vedere che tutto quello scambio di opinioni sui film si trasforma presto in uno scambio di biglietti da visita, mail e telefoni con la malcelata speranza che si trasformi in uno scambio di fluidi corporei al più presto, anche in sala se possibile, soprattutto se il film è noioso.
Quest'anno ad esempio ho avuto un vero colpo di fulmine, mi sono innamorato di Crudelia DeMon! Eccola!
Ah. Non è Crudelia DeMon? Giusto giusto! Scusate, non l'avevo riconosciuta, è il Fantasma dell'Opera. No? COSA!? È la proprietaria di CIAK!? Annamo bene...
Come va proprio "annamo bene" il cinema itaGliano. Che ormai stiamo raschiando il fondo del barile si capisce sin dalla tristissima (e stracopiata) locandina di:
Dobbiamo parlare
Trama: Parlamm' n'se capimm'

Il cinema itaGliano è in piena crisi economica. Ma non si dà per vinto, il cinema itaGliano, e si ostina a fare film. Ma non avendo soldi le deve pensare tutte per fare film a basso costo.
Così il cinema itaGliano ha deciso di fare solo remake di Carnage.
4 attori + una casa possibilmente molto bella (di proprietà probabilmente di qualcuno che è in crisi economica pure lui e quindi affitta la casa al cinema itaGliano il tempo delle riprese andando a dormire nella sua altra casa al mare o in barca) + chiacchiere infinite.
Dite che non è così? Forse perché vi siete già scordati (beati voi) de I nostri ragazzi e de Il nome del figlio: stessa. identica. cosa.
Si comincia con 4 chiacchiere superficiali, con le coppie contrapposte in 2 incasinati che si odiano vs 2 perfettini che si amano e si finisce che gli incasinati sono meglio perché i perfettini si odiano uguale ma non se lo dicono e tempo la fine del film le parti si sono invertite.
Tutto già visto, tutto già scritto.
"E se anche fosse?" direte voi... ma certo! Se anche fosse scritto benissimo sarebbe bello uguale! Peccato che qui ci sta Sergio Rubini (uno dei più egocentrici finti timidi che la storia ricordi) che scrive, dirige e interpreta credendosi Woody Allen (soprattutto l'interpretazione, da denuncia) e tutto è una tiritera banalissima e didascalica sulla destra vs sinistra, su vegetariani vs carnivori, su amore vs sesso, su intellettuali vs professionisti arricchiti, su uomo vs donna. 
Si salva solo Fabrizio Bentivoglio, e per le sue grandissime doti di attore, forse l'unico italiano capace di passare con egual bravura in mille registri diversi, dal surreale di Sorrentino al comico-umano di Virzì) e perché effettivamente appena apre bocca fa ridere (a ennesima dimostrazione che la destra facilona e verace fa ridere sempre).
Entrambe le attrici sarebbero da sbattere al muro, in particolare la Ragonese cane bastonato, pare stia a un saggio del corso di recitazione di quartiere.
Parlare, parlare, parlare... ma guarda che se tu decidi di farmi un film tutto parlato, perché magari pensi che sia anche più facile, ah quanto sbagli: devi saper scrivere dieci volte meglio, non hai niente intorno che ti possa aiutare. 
Avrebbero dovuto pensarci, quantomeno parlarne, anche gli sceneggiatori di 
The End of the Tour
Trama: Infinite rest

Il film racconta di un giornalista di Rolling Stone (Jesse Eisenberg che fa il Jesse Eisenberg, ma non si è stancato di guardare se stesso seduto a un computer?) che va a fare un'intervista a David Foster Wallace (Jason Segel, esatto, quel Jason Segel

che fa Wallace, anche bene devo ammettere:
Che dite lo straccio in testa può tornare di moda?
E insomma per tutto il film il giornalista chiede, Wallace risponde. 
Poi i due iniziano a parlare, ma mentre uno discerne, l'altro chiacchiera. 
Finalmente inizia la discussione, che diventa subito analisi dialettica. 
Ad un certo punto il primo fa "Oh. Posso dire una cosa?" e l'altro risponde "No. Non vedi che sto sparlando di una cosa". 
Poi iniziano a comunicare, affermando discorsi e proclamando grandi verità. 
Sussurrano a volte, gridano altre, sempre usando l'arte del verbo. 
Finite le cose da dire, iniziano poi quelle da analizzare. 
A quel punto succede l'inverosimile, i due stanno in silenzio

ma giusto il tempo di preparare la nuova conversazione. 
Insomma, una grandissima rottura di palle. Intendiamoci, sempre legandoci al discorso di prima, non è che un film molto parlato mi sconvolga, anzi, ma se decidi di percorrere quella via impervia (che ha anche un senso, trattandosi di una storia vera di uno che ha scritto un libro di 8 milioni di pagine), ma sai quanto ti devi sforzare per tenermi alta l'attenzione? Ma tanto!
Non puoi farmi tutto regionamenti sui minimi sistemi, tristezza, depressione, neve, qualcosa di interessante me lo devi anche dire, almeno una cosa, una!
Dite che non aver letto neanche una singola pagina mai scritta da Wallace non aiuta a capire se il film è nelle sue corde? Possibile, io so solo che durante la proiezione quelli seduti in platea si sono lamentati perché le palle di quelli seduti in galleria gli sono cadute in testa.

Oggi chiudiamo - si oggi si chiude senza una rece di Margherita, non fatevi domande, chiudere un occhio, chiudere anche l'altro e fate finta che c'era - con un film piccino picciò, girato da un regista che (a questo punto forse è meglio usare il passato) è stato uno dei più geniali e inventivi registi contemporanei, quel Michel Gondry che ha fatto della fantasia il suo marchio di fabbrica (avete presente Michel Gondry no? Ne parlammo tantissimo qui e qui). Il suo ultimo film - mi sono perso quello prima, sarà che c'è Amelie e parla d'amore, come sapete non sono due temi a me molto cari - si intitola:
Microbe e Gasoile
Trama: œuf à la coque

Che è un film molto carino, molto delicato, con due bambini attori bravissimi, forti di quella naturalezza di bambini che non recitano, piuttosto dicono le cose come le direbbero al compagno di banco, e racconta una storia di amicizia tra le più classiche (infatti il rimando a Ovosodo non è casuale): Microbe è un quattordicenne timido e delicato, bassetto (da qui "microbo"), che tiene i capelli lunghi per affermare la propria identità, ma per questo viene spesso scambiato per una ragazzina, disegna con personalità da artista

vive in una famiglia normalmente matta (come lo sono tutte le famiglie): la madre (di nuovo Amelie, che sta invecchiando pure lei) è un po' isterica, il padre un po' assente, i fratelli diversissimi da lui (appassionato di calcio uno, punk l'altro). Un giorno in classe arriva Gasoile, chiamato così perché puzza sempre di benzina, visto che ogni mattina prima di andare a scuola aiuta il padre ad aggiustare moto. È uno di quelli che però se ne frega di quello che pensano gli altri, un libero pensatore, di quelli che ammiri e vorresti essere come loro, anche se dietro quella rivoluzionaria indipendenza nascondono anche loro una famiglia problematica.
I due stringono un'amicizia viscerale e si lanciano in un folle progetto, costruire una casa su 4 ruote e andare in giro per la Francia.
Lo fanno e partono.


Da quel momento - come ogni film on the road su la route che si rispetti - i due faranno diversi incontri e consolideranno ancora di più la loro amicizia e personalità.
Carino, come detto, proprio delicato e rispettoso per quell'età difficilissima (la prepubertà, vi ricordate il pulsante di Inside Out, no?), ma primo di quella cifra stilistica gondryana che ci si aspetterebbe.
Ok, è anche vero che magari, dopo vent'anni di follie visive, di video capolavori (e di film anche un po' deludenti, secondo me Gondry non si è più ripreso da quella volta che fece quel film orribile), ti può anche prendere bene fare un film piccino picciò senza effetti speciali, ma anche un pochino di giochi di regia in più non sarebbero guastati.
Di certo, per accomunarlo con un altro film di un regista francese molto fantasioso che parla di un ragazzino che piglia, prende e parte di nascosto dai genitori, è meglio di Spivet, anche perché i ragazzini sono davvero bravi.
Microbe Et Gasoil Michel Gondry animated GIF
A domani con il penultimo episodio dello specialone anche troppo lungo dedicato alla Festa del Cinema di Roma che ormai è già finita e nessuno si ricorda più che è esistita.

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 5

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Siamo giunti alla penultima puntata dello specialone CB + Margherita (sì lo so, lo so, sono due giorni che è sparita non sto qui a dirvi perché, ma ritorna... si è persa nei corridoi dell'auditorium e... )della Festa del Cinema di Roma. Conclusioni su questa edizione? Prima di tutto che non ho avuto MAI problemi di fila, e non è perché con la fila ci so fare, ma proprio perché non ce n'era, di fila. Questo mi ha fatto pensare che la selezione di film non fosse poi così increbile, voglio dire, se guardi bene l'unico "filmone" in calendario (per "filmone" intendo film nazionalpopolare che potesse attirare anche persone lontanissime dal festival e non la solita orda di giornalisti web, o superespertoni) era The Walk. Pensare che gli scorsi anni abbiamo fatto file chilometriche per Hunger Games e Gone Girl (che manco entrai, peraltro... ma dimme te. Mo mi metto a protestare. Non protestai allora, mi ci metto adesso! MI CHIAMI IL DIRETTORE! Non è più quello di l'altr'anno? E chi è? Monda? Ah, Monda il mondano? Monda il giramondo? Gira il Monda gira nella sala senza fine con gli attori appena nati con gli attori già finiti. 
Secondo me ha fatto comunque un buon lavoro, certo il -33% di incassi non può essere visto come un buon lavoro, almeno una stronzata per ragazzine doveva metterla, il fatto èche i red carpet sono stati poco interessanti. Non c'era Julianne Moore. Che red carpet è?
Io comunque sono d'accordissimo nell'aver tolto - dallo scorso anno in effetti - il premio del miglior film, perché insomma, vincevano sempre film ridicoliQualcuno se ne ricorda anche uno solo? Giusto Juno ma non perché ha vinto Roma.
Ma chi avrebbe vinto quest'anno? Per la mia personale visione direi Room. Miglior attrice Brie Larson! Ritira il premio Brie Larson! Consegna il premio ChickenBroccoli nella sua room da letto! Ah no aspetta c'è un incredibile ex-equo! Altra miglior attrice  Astrid Berges-Frisbey (che io l'avevo già detto a inizio anno comunque, che era pure brava oltre che innegabilmente... così:
Consegna il premio ChickenBroccoli nella room di cui sopra.
Lei, insieme a Elio Germano (che culo certe volte fare l'attore...), è la protagonista di
Alaska
Trama: Germano e francese

Un film italiano con il gusto internazionale, non solo per gli attori e le ambientazioni (c'è un bel po' di quota francese, sia nel cast che nell'ambietazione), ma perché, contrariamente a qualche tutti i film itaGliani, SUCCEDONO COSE!
Anzi, in effetti, succedono anche TROPPE cose. A parte che mi dovete dire da quando il fatto che succedano cose, in un film, soprattutto itaGliano, è un male, ma capisco che certi accadimenti siano un tantinello esagerati.
Questa coppia di disperati - che si conosce e si innamora in un albergo francese, lui cameriere lei modella in erba - vive una vita che ne basterebbe la metà per considerarla piena. 
Carcere, botte, ricchezza, povertà, amicizia virile, truffe, criminalità, risse, sparatorie, litigi, incidenti, riabilitazioni, allontanamenti, riavvicinamenti. Gli anni passano di fronte allo spettatore, di scena in scena capiamo che ne sono passati (di giorni, mesi, anni) ma tra i due rimane una cosa e una soltanto: l'Amore. 
Il fillm è carico, lanciato a cento all'ora verso tante direzioni, e alcune in effetti si risolvono con un nulla di fatto (l'apparizione di Ciro di Gomorra è inutile, il finale che chiude un cerchio forse troppo assurdo) ma il gusto per l'esagerazione conclamato ti fa sopportare anche le volte che "se vabbè mo pure questo je deve succede a 'sti due!"
Non nasconde, il film, la sua visione esagitata del sentimento, fortissimo, che c'è per una vita intera tra i due. È un film tragico ma non melenso, il loro amore è rabbioso e potente, di quelli che ti fanno venire voglia di viverli anche a te, disperati e assoluti, che restano anche se tutto intorno c'è tabula rasa, e pi la vita li mette di fronte a tragedie e drammi, più il loro amore si rafforza, proprio perché è l'unica cosa bella e sincera che provano.
Poi Germano è bravo, la Frisbey anche, ti fa quasi scordare quanto è bella (quasi)
e le due ore e passa di film non si fanno mai sentire.
C'è della didascalia, ci sono dei personaggi bidimensionali, ci sono dinamiche un po' meccaniche, ma il film funziona, anche tenuto conto che tanto comunque l'amore non esiste, e ne è una riprova tutta la storia assurda del film.
Esci dalla sala e ti chiedi se è davvero così. Solo nella disperazione dell'anima può nascere il vero amore? L'amore è vero solo quando è l'unica salvezza? Bisogna esagerare il sentimento per non ammettere che la propria vita è una merda assoluta? 
Farsi domande, intanto mangiarsi una piadina però, che tra un film e l'altro non c'è mai il tempo di mangiare per bene (questa è la mia risposta a tutte le domande sull'amore vero).
Invece ho visto un film strano. Sperimentale che parla di un esperimento sperimentato negli sperimentali anni 60. Si intitola
Experimenter
Trama: Esperimento nell'errore

Che parla di questo esperimento qui:
Il soggetto viene invitato in una stanza. Conosce un altro tipo che viene chiuso in un'altra stanza e collegato ad un cavo elettrico. Gli viene ordinato, da un medico molto formale e impassibile, di fare una serie di domande al soggetto (quello elettrificato), in caso di risposta sbagliata, dovrà dargli una scossa elettrica. 
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Un interfono gli farà sentire la reazione del fulminato. Si comincia con una piccola scossa, più sono le risposte sbagliate, più la scossa sarà forte. Man mano che va avanti il test, il microfono farà sentire che il soggetto elettrificato griderà sempre più forte, fino a zittirsi completamente.
Tutti, nessuno escluso dei 700 candidati torturatori, ha smesso di elettrificare l'altro, anche quando quello non rispondeva più, poteva essere morto, e loro continuavano, e questo solo perché gli veniva ordinato in maniera perentoria.
Dall'esperimento al pensiero a tutti quei soldati nazisti che si difesero ai processi dicendo "eseguivo degli ordini" il passo è breve.
L'esperimento divenne famoso - almeno nella comunità psichiatrice - e questo film racconta la vita del suo inventore, peccato che sia una vita di una noia quasi mortale.
L'andamento del film non aiuta, un po' sospeso, un po' onirico (ad un certo punto in un corridoio dell'università arriva un elefante. Così, di punto in bianco.) e il fare algidissimo del protagonista (il bravo Sasgaard), non fanno mai appassionare davvero al niente di quello che vediamo.
Una cosa bella c'è, che però viene fatta troppo poco, e cioè far sperimentare allo spettatore i test di cui si parla, infatti certe volte la pellicola diventa in tutto e per tutto uno di quei video formativi con la grana d'altri tempi, e il dottore si rivolge direttamente allo spettatore, guardando in macchina (come, per dire, Kevin Spacey in House of Cards)
Experimenter Nyff animated GIF
Ma il regista (uno che ha lavorato anche con Lynch) non riesce mai a rendere interessante la trama, l'esperimento (tipo sì ok fai l'esperimento, e quindi? Tutti elettrificherebbero chiunque, tutti sono delle merde. E dov'è la novità?).
Nel film una rediviva (e ringiovanita? Avrà rubato in qualche supermercato delle creme potentissime) Winona Ryder.
Siamo quasi alla fine. Domani si chiude con un film superatteso (forse il più atteso dell'edizione, doppiamente atteso diciamo). Quale sarà?

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 6

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E chiudiamo questa settimana di scorpacciata cinematografica e illustrata con un film che attendevo tantissimo, lo attendevo doppiamente perché amo Tom Hardy e pensare di avere DUE Tom Hardy era un pensiero bellissimo.
Legend
Trama: Tom Tom

Il film è un gangster movie che racconta le gesta criminali dei gemelli Krey, che comandarono la malavita londinese nei 50 e 60, questi due tipetti raccomandabili qui:
Che diventano, entrambi, Tom Hardy:
Capito che bello (in apparenza)? Non uno (che già riempie lo schermo benissimo da solo) ma DUE Tom Hardy, infatti lui recita entrambi i gemelli, con quella pratica registica dello stesso attore che noi pensiamo essere stata inaugurata in The Social Network ma che in realtà è © Renato Pozzetto:

A parte Renato & Renato ce ne sono mille di film con gemelli/fratelli/sosia, alcuni risalgono agli anni 30. Vedi anche questa illustrazione di Mr.Whaite, anche se non è proprio aggiornata
Lo scorso anno è stato anche tema di Awards, con mille film sul doppio
La psicologia dei due è spicciola: criminali cattivissimi entrambi, solo che uno è ligio all'attività, l'altro un pazzo totale. Tom è capace a fare quello bravo quasi dolce, ma è in totale overacting quando fa il matto, con il labbro inferiore perennemente abbassato, scatti da pazzo, e secondo me si è messo anche un po' di ovatta in bocca alla maniera del Padrino
Peraltro oltre ad essere omozigota è anche omosessuale, il che dà il via a scene anche un po' fuori contesto.
Bello è bello, sempre, e sentirlo strascicare l'accento nella sua Londra (piuttosto che in un bassifondo americano che gli si addice molto meno) rimane piacevole, ma il film che gli sta intorno è troppo debole, risaputo, scialbo.
Il film di criminali - lo sappiamo - hanno sempre un po' le stesse dinamiche: ascese, cadute, vendette, amori famigliari per madri e mogli che mal si sposano con le spietatezze varie perpetrate sul "posto di lavoro". Non che la cosa ci dispiaccia (vale sempre la pena ricordare e rivedere Quei Bravi Ragazzi), ma devi saper cambiare un po' le carte in tavola, catturare la mia attenzione, non basta il trucchetto del doppio attore, che peraltro funziona molto male, così come qualche giorno settimana non bastà Gionni Deppe invecchiato.
Certo l'importante è che ci sia la scena dei contasoldi elettrico, o quella della sacca piena di bigliettoni svuotata
Se c'è una cosa che mi aspettavo da Legend, rispetto a un film con Renato Pozzetto, o Bud Spencer e Terence Hill 

o Dave presidente per un giorno, era un'interazione fluida tra i due, grazie a dei supereffetti speciali degli del 2015 e non del 1985. Invece per la maggior parte del tempo vediamo i due in scene separate, e quando stanno insieme è un costante campo e controcampo in cui vediamo Tom e il capoccione della sua controfigura (che sappiamo tutti chi è dopo questo accadimento tragicamente comico qui.)
E anche quando i due appaiono entrambi "di faccia"è sempre col trucchetto di tenerli distanti uno dall'altro nell'inquadratura, quindi basta che dividi la ripresa con After Effect e hai fatto. Ormai un trucco del genere lo fai anche con l'iPhone.
L'unica scena in cui i due, anzi lui e lui, interagiscono meglio, quella di lotta
è comunque troppo poco. Du' Tom is pegg' che uan.
Peccato perché Hardy - uno dei migliori in circolazione, per me meglio anche di Fassbender - quest'anno non ha imbroccato filmoni, questo e questo sono già dimenticati. Certo, aver fatto il miglior film dell'anno tiene il suo posticino nel cuore di tutti al calduccio.
Immagino che oltre alle sue doti attoriali comunque a voi interessi anche altro del bel Tom, almeno a una parte di voi (la parte con gusti per il bello, la stessa che infatti viene a leggere questo sito ogni giorno), quindi, come è uso consolidato, per mantenere la vostra attenzione alta ecco qualche foto di Tom con dei cani che so che vi piacciono questi tipi rudi ma dolci, rudolci:
Per i maschi c'è anche Emily Browling, purtroppo non doppia. Si sta un po' stranendo la ragazza, ma è sempre quel misto lolita-donna abbastanza irresistibile
Fine dei giochi! Fine dello specialone Festa del Cinema di Roma con quasi una settimana di ritardo! E Margherita peraltro riapparirà chissà quando (queste ragazze... ma quanto le si vuole bene lo stesso).
Ma andiamo avanti! Sorridiamo e salutiamo tutti come fossero ancora qui a leggere.
CIAO FESTA DEL CINEMA! Ci vediamo il prossimo anno!
CIAO LUCCA COMICS & GAMES con cosplayer di Tom Hardy! Ci vediamo domani! 
CIAO MARGHERITA! Ci vediamo stasera?

CHICKENBROCCOLI a LUCCA COMICS & GAMES 2015

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Ragazzuoli, alla fine è successo: ChickenBroccoli sarà a Lucca Comics & Games 2015! Ma non in giro a importunare le cosplayer tipo lei (almeno non solo):
Cosplay crossovers. .
Sarò lì vendere! MILLE KILIM! SVUOTO TUTTO PER RINNOVO LOCALI! È FANTASTICO AMICHE!!!
Dividerò lo stand - stando stretti stretti come fossimo tutti nudi in un igloo - con la prode Il Pistrice e le sue stupende produzioni SQUAMosE!
Roba poppissima, cinematografica, musicale e sensuale! Poster! Magazine! Illustrazioni! Ma che volete di più! (Lo so che dicono tutti così, ma davvero ci sarà da perdere la testa e un patrimonio quest'anno alla Self Area...).
Io personalmente, oltre al mag e i poster, lancerò - da domani, venerdì - la grande novità di questa edizione, la cosa che creerà più file di quelle di Zerocalcare e curerà tutti dallo stress! 
Ecco a voi FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE
Un bellissimo albetto con 8 film disegnati da ALE GIORGINI tutti da ri-colorare! Da Pulp Fiction a Scuola di Mostri, da Nightmare Before Christmas al serial tv più bello di sempre: Breaking Bad. Per ogni film da colorare la mia recensione! La cosa bella è che insieme all'albetto ci sono pure le matite!
Al momento in effetti sono ancora a Roma - arrivo stasera - ma già trovate il ChickenBroccoli Magazine in vendita, esattamente qui: SELF AREA - S. Romano - SA 12
Non si scappa! Vi aspetto a LUCCA! Sono quello alla fine della fila di 200.000 cosplayer bone persone. 

The Vati can tapes

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The Vatican Tapes

Trama: Ma Vattican affanculo va

C'è solo una cosa peggiore di film horror Telecamerina, e sono i Finti Telecamerina.
Allora Telecamerina, dai cristo (!) ancora ve lo devo dire? Sono i found footage. Roba che se cerchi "telecamerina" nel pulsante qui accanto, dai quello dove con un doppio carpiato di fantasia diabolica ho scritto CERCA, ti esce fuori tutta quella miriade di film che fanno facendo finta che sono telecamere ritrovate in un luogo di delitto/possessione/violenza/rapimento alieno/indigestione/corsa campestre/sesso tantrico col figlio di Al Bano e via dicendo. Tutti film che come diceva mio nonno: "poco pagare, poco avere", che ok forse non è sempre vero (ad esempio vi ricordo che voi mi leggete GRATIS!!! E avete IL MIGLIOR CINEBLOG DEL MONDO nonostante poi vi scordiate di candidarlo ai premi ma vabbè non ne farò una stragedia. Certo pure voi...), insomma tralasciando nonno e la mia rabbia repressa dicevamo, tutti film che costano un occhio della testa, ma della testa di un Cicciobello made in China ovviamente. Succede che  alle volte (troppo spesso si direbbe) guadagnano gli stramiliardi. E allora è ovvio che questi li continuano a fare, anche io la continuerei a fare una cosa che mi costa 10 e mi fa guadagnare 1.000.000, chi non la farebbe? Invece sto qui, a fare una cosa che mi costa tempo e spremitura di meningi e mi guadagnare i vostri commenti. Devo aver sbagliato qualcosa.
Insomma ci sono questi Telecamerina, che sono talmente tanti da essere un vero e proprio genere; non mi va di linkarveli tutti che sono davvero troppi, ripeto, fate quella cosa di CERCA vedete che funziona. E poi c' un sottogenere, i finti telecamerina, cioè qui film che hanno un budget decente, da film pseudo-vero, che si possono permettere quindi delle cineprese mezze professionali e addirittura un direttore della scenografia e guarda un po' finanche un montaggio! E addirittura un attore riconoscibile; in questo caso a fare il prete ci sta Micheal Pena, (quanto sta lavorando questo messicano? MA lo pagano? Non è che fanno come McDonald's che li pagano in chicken mcnuggets eh?) 

MA! Cosa scelgono di fare? Di fare finta di essere comunque Telecamerina. 
Quindi ci sono le riprese fatte più o meno bene (ovviamente fanno schifo pure quelle, ma non nel senso di traballanti e sfocate, più nel senso che i registi sono dei cani), e poi un sacco di inserti di riprese finte telecamere

con in sovraimpressione il loghetto della batteria, quello della data, quello del minutaggio. 

Ad esempio quello dell'uragano era fatto così, soldi ma ugualmente telecamerina, non era un horror, ma faceva paura per la bruttezza.
Perché lo fanno? Forse perché adesso gli horror sono più quelli a Telecamerina che quelli normali e allora la gente pensa che i veri horror sono solo quelli Telecamerina? Questo è male, ed è tutta colpa di Oren Peli (peli superflui che per fortuna hanno pagato per aver rovinato la percezione dell'horror contemporaneo), col suo Paranormal Activity. 
The Vatican Tapes parla dell'ennesima possessione, prima scambiata per malattia mentale poi no, poi diavolo in corpo e sono cazzi vostri.
L'attrice che la interpreta si impegna quanto può

ma ovviamente sappiamo bene chi è la più brava indemoniata della storia del cinema: Linda Blair in Riposseduta:

No scusate volevo dire L'esorcista
Poi c'è anche la sorella di Dexter ne L'esorcismo di Emily Rose che si impegnò molto.
Comunque ora non voglio dire eh, ma se poi le donne vengono possedute da questi diavoli (che si sa che in quanto a fantasie sessuali stanno avanti) è anche perché sono così contorsioniste. Ricordate il Conte Mascetti no?
Unico dato leggermentissimamente distintivo dalla pletora di altri filmacci del genere è che il male alla fine vince facendo del bene, cioè facendo i miracoli, ovviamente per assicurarsi il favore della gente e poi al momento buono TAC, apocalisse. Insomma 90 minuti per arrivare ai 5 minuti finali che invece sarebbero stati materia di film ben più interessante.
La verità è che se questi film Telecamerina o Finta Telecamerina continuano a imperversare è colpa anche mia che OGNI volta mi dico NO! RESISTI! VADE RETRO TELECAMERINA! LASCIA QUESTO TORRENT! ma alla fine cedo alla tentazione e me li vedo. Tutti. Il diavolo fa le telecamerina ma non gli scoperti.
A proposito di possessioni, che ve lo devo dire io che è tutta una metafora dell'orgasmo femminile?

Infatti la figura più di merda del film ce la fa il fidanzato di lei. Che spreca alcune doti lampanti che la ragazza acquisisce una volta posseduta e che fa in tutti i modi per farglieli notare

ma lui niente. Infatti la paga cara. Attenti fidanzati, impegnatevi, sennò sono cazzi vostri, in qualche modo queste possedute poi si dovranno pur sfogare

Scuola guida di polizia

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Cop Car
Trama: La brum del cop ha un mmm nel bagagliaio

Succede molto raramente di trovare film così, e quando succede è una manna, è una sorta di confetto dolcissimo in una vita - quella del matto che si vede tutti i film - molto amara.
Cop Car è un film che ha una delle qualità più rare di una mosca bianca, è un film che non ha bisogno di nulla se non della storia che racconta. E questo è il cinema che ci piace.
Niente fronzoli, vietati gli spiegoni, all'osso le premesse, inutile sprecare tempo raccontando quello che lo spettatore può benissimo immaginare da solo.
Due ragazzini che stanno perdendo il loro tempo (anche se il tempo perso da ragazzini è tempo guadagnato per quando poi diventi adulto) nelle infinite e solitarie campagne americane 

trovano una macchina della polizia abbandonata.
Diventano subito due ladri, poi due poliziotti, poi due spie in fuga e di nuovo due sbirri all'inseguimento, tutto nella loro fervida immaginazione, a tre metri dall'automobile, che è comunque troppo invitante per non provare almeno ad aprirla.
Si avvicinano piano alla macchina, come fosse una pericolosa belva addormentata, un drago mangiabambini, un robot assassino. Pian piano prendono coraggio e ci entrano, trovano le chiavi sopra il parasole e, ovviamente, fanno quello che qualsiasi bambino con una sana educazione e un minimo di raziocinio farebbe. La rubano.
Partono all'inseguimento di chissà chi sulla statale a rettililineo e in quel momento il mondo è loro, loro e della loro macchina della polizia a sirene spiegate. Intorno il vuoto.
Cop Car Kevin Bacon animated GIF
I due però non sanno che la macchina ha due gradi di separazione con Kevin Bacon. Che è anche lo sceriffo criminale della cittadina (ma i suoi malaffari non li conosciamo. Ci basta fare la sua conoscenza mentre seppellisce un cadavere preso dal bagagliaio di un'altra macchina della polizia. Non basta questo a raccontarci quanto può essere bastardo questo sceriffo?)
Mentre i due ragazzini continuano la loro corsa poliziottesca, Kevin scopre il furto, e subito capisce che una pioggia di merda sta per piovergli addosso. Ma non sa che i ladri sono due ragazzini di 10 anni, che intanto hanno trovato una bella sorpresa nel loro di bagagliaio: un tizio ricoperto di sangue, che gli giura che lui lì è la vittima, il buono, quello dalla parte giusta, e li convince a slegarlo per poi...
Non continuo perché davvero, Cop Car è uno di quei casi che se la storia non la racconta il film, per quale motivo dovrei farlo io? 
La definizione dei ragazzini è a dir poco perfetta, scordatevi gli odiosi ragazzini saccenti o pazzi o bipolari che ci siamo dovuti sorbire quest'anno, quelli di Cop Car sono proprio due decenni perfetti, fanno cose che solo un bambino farebbe, senza pensare alle conseguenze (certo, bravo, maneggia quel fucile automatico come fosse un giocattolo, guarda pure dritto nella canna per vedere perché non spara, se è bloccato da qualcosa, magari da un exogino, accomodati pure, a me intanto sudano le mani e se fossi tuo padre appena torni a casa ti do il resto). 
E poi c'è Kevin Bacon, che è assolutamente in stato di grazia, con quella sua faccia assurda

da una parte criminale di ghiaccio, agli occhi di bambini e spettatori supercattivo e potente, ma poi, man mano che il film accellera, si rivela non così in alto nella piramide criminale, anzi, l'ansia sudata che trasmette nella ricerca della macchina maltolta dai piccoli criminali, è davvero tangibile, perfetta, il sudore sfrigola come bacon sul fuoco 

Muscolare ma un po' tisico, crudele ma spaventato, risoluto ma succube degli eventi, lo sceriffo di Bacon è un personaggione. Insomma, chi non ama Bacon?

Merce rara, Cop Car, un film che sa di anni 70, sa di ispirazione, paragonabile - passatemi l'entusiasmo - al tarantiniano Le iene, girato con due lire e 5 attori (di cui 2 non fanno 19 anni in coppia) ed è per davvero uno dei film dell'anno.
Ovviamente l'accenno di prima ai gradi di separazione con Bacon non è casuale, visto che immagino conosciate anche voi lo splendido (e ormai vecchiotto) sito The Oracle of Bacon, la cui teoria è che qualsiasi persona al mondo ha sei gradi di separazione con Kevin Bacon:
Provate anche voi. Funziona con tutti. Dal più infimo e assurdo dei collegamenti:
A quello più alto: 
Qualche altra rocambolesca copcar cinematografica. 

Chi mi dimentico?

Everest in peace

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Everest
Trama: Everestate a casa vostra!

Non scorderò mai la battuta che Luttazzi scrisse in occasione dell'ennesima tragedia di scalatori morti su una montagna altissima che faceva - più o meno, ovviamente l'ho scordata - "Il K2 si scrolla di dosso altri tre rompicoglioni".
C'è del sarcasmo macrabro e nerissimo, ma riassume bene anche il mio pensiero quando leggo di questi tizi che vestiti come Kenny di South Park
Everest Everest 2015 animated GIF
partono e arrivano sulle vette del mondo. Per fare che?
Altra famosa citazione è la risposta che non so quale scalatore diede alla domanda "perché vuole andare sulla cima dell'Everest?""Perché è lì."
ECCERTO! Anche la gola del vulcano più incandescente del mondo "è lì", anche la gabbia dei leoni affamati "è lì", anche il centro del deserto del Sahara "è lì", anche la stanza col plutonio impoverito in una centrale nucleare "è lì", dai, facciamo una gita organizzata in tutti questi luoghi ameni.
A parte tutto, c'è una parte di me che capisce la voglia di spingere i limiti umani al massimo, di provare se stessi, di andare dove nessuno (o pochissimi altri) è mai andato, di guardare il mondo dall'alto, il più alto possibile, d'altronde sono sei anni e mezzo che faccio questo sito, e lo faccio solo perché voi "siete lì"; ma per fortuna ho anche l'altra parte che dice "MA CHE SEI SCEMO!?"
Everest non è Cliffhanger (o Vertical Horizont o tutti gli altri film action di scalate), insomma non è un film sensazionalistico sulle scalate con gente appesa tutto il tempo a cordoncini che si stanno per rompere (o almeno non solo, visto che in effetti queste cose ci sono), ma ha invece un approccio più "umano", il che si traduce in 3/4 di film di chiacchiere e alla fine uno che fa questa cosa emozionantissima:
I veri protagonisti del film non sono quelli che hanno assoldato per chiamare un po' di pubblico (Jake Gyllheènhalaahhl e Keira Scucchia Orrenda Knightley, che appaiono per un totale di dieci minuti, unendo il minutaggio dei due), ma piuttosto Clarke e Brolin.
A proposito degli attori volevo aprire una piccola parentesi - ahia! - su questa storia dei cast. Ora, avete notato che stiamo vivendo quello stallo generazionale per cui TUTTI sono stati candidati agli oscar?! Fateci caso... ci sono film in cui TUTTI sono stati candidati... o hanno vinto. Prendendo Everest:
Con il candidato all'oscar James Brolin
Con il candidato all'oscar Jake Gyllhennahhal
Con il candidato all'oscar John Hawkes
Con la candidata all'oscar Keira Knightley
Con la candidata all'oscar Emily Watson
e non voglio mettere anche i Golden Globe che finiamo domani.
Altro esempio recente? Freeheld (Julianne Moore, Ellen Page, Michael Shannon, Steve Carrell) e se ci fate attenzione sono tantissimi i film che vantano cast pluricandidati. 
Secondo me è, appunto, una questione generazionale. Tralasciando i vecchiardi (gli over 60 intendo, che hanno avuto trentanni di carriera per imbroccare almeno un film da candidatura) e i giovinastri (che tanto c'è solo Jennifer Lawrence), ci sono tutti questi attori con ormai una 15ina di anni di carriera alle spalle che prima o dopo si sono beccati la candidatura, che insomma 20 attori all'anno li devi candidare, e finisce tutto in una stagnante ripetizione della formula "Con il candidato all'oscar Pinco Pallo (che bravo Pinco Pallo in quel film...).
Vi è piaciuta questa parentesi? Interessante ve'? E lo so, quando mi ci metto sbaraglio ogni concorrenza d'inutilità. Evvabbeddai, per farmi perdonare di aver pensato troppo vi metto anche io la quota di Jake in alta quota, così vi distraete (in versione faccia da schiaffoni barbuta è un bel figliolo, innegabile):


Ma torniamo alle cime sull'Everest, intendo proprio agli scalatori, delle belle cime, che salgono, mettono la bandierina e poi? Bene che ti va perdi il naso e le mani... neanche puoi applaudire la tua stessa scemenza.
Il film, dicevo, è un po' documentaristico, un po' noiosetto, e, nonostante molte scene siamo anche belle (evviva i droni), quando poi si tratta di far recitare le persone si vede talmente tanto che sono in schermo verde che... eh? Ah, non sono in schermo verde? C'è anche il video che lo dimostra?

Ok mi sono sbagliato. Ma sembrano proprio su schermo verde, peggio ancora. Bravi, siete andati sul monte Amiata a girarlo, ma secondo me in alcune scene non me la raccontate giusta. Sbaglierò...

Ad ogni modo il film non ti piglia, non ti fa sudare freddo (ah. ah.) come dovrebbe, non patteggi mai veramente con questi tizi perché, ammettiamolo, la maggior parte del tempo pensi alla battuta di Luttazzi e al fatto che vai sull'Everest per delle motivazioni troppo sceme per poi farmi impietosire quando everesti lì assiderato.
Comunque la cosa più macabra di tutte non è il film ma il fatto che molti morti sull'Everest (e non sono manco pochi) SONO ANCORA lì! Cioè capito, non hanno mai portato via i cadaveri, anche da 40 anni! Tutti congelati e alcune volte, se tirano certi venti o che ne so, si vedono, ti sorridono i mortiiii. 
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Non è terrorizzante? Non è un motivo in più per starsene a casa propria e al massimo vedersi un documentario che ormai ne fanno di interessantissimi eh, non credere:


Comunque internet aveva già dato l'idea per un cross over interessantissimo che avrebbe salvato entrambi i film:

Per quanto riguarda i personaggi che sono rimasti sotto la neve un po' troppo, ci ha invece pensato Dan Hipp:

CB ANTEPRIMA • Spectre

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Spectre
Trama: A-Spectre e spara

Ve lo devo dire, andare a quest'anteprima è stato più rocambolesco del film stesso.
"Qualcuno" (diciamo un'eminenza grigia) 

mi fa "Oh, ho due biglietti per l'anteprima di Spectre, che faccio lascio?".
E io: eccertochemellochiedi ESCILO! Esci l'invito dammelo ora! Ilmiooinvitoo (Gollum style).
Passano i giorni e di questo invito non v'è traccia. Non posso permettermi di chiedere cose tipo CAZZO DAMMI ST'INVITO O TI FACCIO ESPLODERE LA MACCHINA e quindi mi limito a bofonchiare qualcosa come mahsduinvitwjel00settsnksn.
Niente. Non so quando. Non so dove. So solo che c'è. E che io non ho il biglietto.
Poi qualcun altro mi dice la data di questa anteprima. Venerdì 30! MA NO! Io venerdì 30 sono a LUCCA! Evvabbèmeglio, almeno non rosico. Quindi a quello che mi aveva parlato dell'invito all'inizio dico "oh niente non mi serve il tuo invito pulcioso, non me ne faccio niente, tiettelo, ptù ptù, mi ci accendo una sigaretta col tuo invito".
Poi ecco la scoperta, si stava parlando di DUE anteprime diverse: una, la prima, quella del biglietto dell'eminenza grigia, il martedì e l'altra, per i giornalisti, il venerdi.
Le carte in tavola cambiano! L'emozione è troppa! Ritorno con la coda tra le gambe dal primo e dico "Be' sai ripensandoci, quell'invito, ma così, se capita, se non è di troppo disturbo..."
A quel punto - impietosito - mi assicura che l'invito c'è. Ma io non lo vedo (e non lo vedrò fino al momento di entrare, anche se l'avevo cercato dapertutto, nei calzini di Daniel Craig e nel reggipetto di Monica Bellucci), e quindi aspetto che mi si mandi l'indirizzo, l'orario, qualche dannata informazione in più.
Arriva la sera dell'anteprima. L'indirizzo invece non arriva per niente.
A quel punto mi decido, parto un'ora prima da casa e vado al solito cinema dove fanno tutte le anteprime quelle glamour, quelle con gli attori che si degnano di presenziare pagati, quelle coi gadget; che altro cinema vuoi che sia, sarà quello per forza. 
Arrivo.
Il vuoto. 
Non c'era così tanto vuoto in quella piazza di Roma da quando Cesare ci passò per la prima volta con la biga.
MA DOVE SONO TUTTI! Dov'è la gente? È un segreto? La gente segreto!
A quel punto prendo coraggio e scrivo un SMS all'eminenza grigia "ma per caso l'anteprima la fanno al cinema XY?"
In risposta ricevo una foto, con l'indirizzo. 
(Ah. Mi sono scordato di dire che pioveva, e ci sono poche cose che offuscano il mio raziocinio, e la vista, della rabbi da pioggia.)
Leggo, già sulla vespa con la pioggia in faccia, l'indirizzo, e la prima parola è "Auditorium". Non arrivo alla -um che già sfreccio per le strade alla volta dell'Auditorium di Roma, dai quello che è stato casa mia per una settimana poco fa, niente di più facile.
Arrivo.
Il vuoto. 
Qui c'era proprio Pirro e tutte le legioni che ancora aspettavano il discorso motivazionale per partire alla ventura delle Guerre Puniche.
A quel punto - mentre nella testa serpeggia come la sensazione di averlo preso nel essere stato gabbato - leggo bene e AAAhhhh Auditorium sì, ma della conciliazione... Aaaah... quello del Papa, quello di San Pietro... AAhhh (gli "aaah" sono un misto di urla scimmiesche e sospiri di sollievo). 
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Proprio come fossi Bond a cavallo di una Vespa 50, finalmente arriva dove dovevo arrivare, qui:

E incredibilmete prendo pure il biglietto, supercartotecnico dorato spessorato lucidato martellato impomatato fustellato

ed entro.
Dentro. La masnata di gente tra cui megavips tipo addirittura Favino e Santamaria. Madonna che anteprimona.
Mi accuccio nel mio posticino in questa sala immensa e attendo che gli attori, intanto arrivati con le loro limousine, facciano la loro comparsata. Eccola qui, la comparsata, in tutti i suoi estenuanti 4 minuti, l'ho ripresa solo per voi con la mia telecamerina segretissima. E siccome volevo aggiungere addirittura un effettone speciale al tutto, ve l'ho fatta in 3D! Capite? Sembra proprio di stare lì!
Finita la tiritera romanocentrica, finalmente inizia il film.
E mi annoio. Ora, sicuramente l'avventura vissuta per arrivarci era stata talmente adrenalinica da far sfigurare persino gli inseguimenti e le esplosioni. Questo è certo. Ma se in un film di 007 la maggior parte del tempo la passi a guardare l'orologio...
Lasciatemi spiegare: il Chicken, Bond, se lo piglia lo stesso, non puoi mettere Broccolo a Bond, è vietato, perché ovviamente con un tale spiego di mezzi, di attoroni, di regia (Sam Mendes non è mica l'ultimo dei Michael Bay) di cose buone ce ne sono eccome, ma non posso dire che Spectre mi sia piaciuto tanto.
Sono sicuramente viziato dal fatto che Bond - già lo dicevo la scorsa volta - non mi ha mai appassionato troppo, proprio come personaggio. Voi direte "ma come? Il superagente segreto per antonomasia, Martini, donne, macchine, mega-gadget che manco l'ispettore omonimo

come fa a non piacerti?
Intendiamoci, mi piace, però senza esaltazione. Forse il suo essere sempre algido, sempre superperfetto, non mi fa mai davvero temere per la sua vita, non mi fa mai sospendere l'incredulità e credere (pur sapendo che non succederà, sennò i seguiti come fanno a farli?) che un laser possa davvero tagliarlo in due, o la mano cedere nel momento in cui è appeso a duecento metri da terra o, peggio ancora, una donna non spogliarsi dopo dieci minuti che l'ha conosciuta.
Bond è un so-tutto-io, so' il più figo del mondo e se devi venire all'anteprima ti faccio pure fare il giro di Roma sotto la pioggia se mi va.
Le cose fighe di Spectre, oltre alla sedouxente Lea Sedoux che magna in testa a Monicona in ogni scena (che poi lei aveva già preso a pedate Ethan Hunt... c'è del marcio nei servizi segreti internazionali!)

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Poi c'è Christoph Waltz  - e dal vivo è ancora più fico che nei film - che fa il cattivissimo degno dei cattivi entrati nella storia, con quel misto di burletta e pazzia che l'ha reso famoso e gli ha fatto vincere gli oscar.
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Poi c'è Daniel, il miglior Bond dai tempi di quel Connery che rimane sì incontrastato 007, ma anche perché gli altri che gli avevano messo dopo erano proprio buffoni (Dalton? Brosnan? Ma va...), che conferma anche questa volta quel misto di eleganza inglese e faccia da galera rumena irresistibile, e dal vivo è assurdamente possente
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Poi c'è un piano sequenza iniziale bellissimo, girato durante il giorno dei morti in Messico
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e ci sono gli inseguimenti a Roma 
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e FINALMENTE È ROMA! Quella vera, no i set ridicoli che ci hanno rifilato in Spy o Operazione UNCLE - ma alla fine tutto mi risulta troppo freddo, proprio a livello epidermico.
Sarò io. Che continua a piacermi di più sia la serie Mission Impossible che quella di Bourne (grande felicità nel sapere del ritorno di MATTDAMON!!)
Ah. La Bellucci c'è si e no due minuti e, nonostante invecchiando mi paia più affascinante
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recita sempre come una cagna maledetta.
Un paio di poster attendendo il prossimo Bond, ma non il film, proprio l'attore, infatti sembra che questa sia l'ultima per Craig. Che ci scherza su

Just because I'm crazy doesn't mean I'm wrong

Chi sarà il prossimo Bond? Un consiglio? Eccolo:
Altri 17 consigli QUI, mi hanno convinti praticamente tutti.
E insomma l'anteprima finisce. Tutta la Roma parruccona, incravattata e rifatta (c'era gente che manco ne La Grande Bellezza) andata lì solo perché serata di "gala" - e sicuramente senza le avventure funanboliche del sottoscritto per entrare - già scalpitava dopo un'ora e mezza di film (e il film dura più di due), appena scatta l'ultima scena partono i centometristi, tutti si accalcano per andarsene, io rimango lì, perplesso. È questo quello a cui ci siamo ridotti? Invitare gente che del film non gliene può fregà di meno? 
Mentre penso a queste cose importantissime mi porgono una misteriosa busta nera, sopra una scritta... GI. Le. TTe. CHI? Giletti?! C'era pure lui? Eminenza bildenberg Giletti! Ah no, è un gadget. La busta nera contiene questo:

che contiene questo:

Bello sì. Peccato che a me... NON SERVE A NULLA! HO LA BARBA che meno male che i cattivi di questo film non erano quelli dell'ISIS che mi sparavano via.
Illustraposter:
Certo che Lea poteva venire eh... La sora Lea.

• CLASSE MISTA CB •

2x1 • Uccidete il solato Ryan

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Self/Less
Trama: Less is morte

Ci sta un vecchissimo ricchissimo stronzissimo che sta per tirare le cuoia, allora che fa? Impianta la sua coscienza in un corpo giovane, così può vivere per sempre, di corpo in corpo. Solo che la coscienza di quello precedente non ci sta molto a regalare il suo corpo e quindi i due convivono nello stesso corpo e questo corpo è troppo piccolo per tutti e due e tutto quello che ne consegue uno dei due deve uscire (ma da dove esce una coscienza poi? Cioè devi prendere il guttalax?).
Che I-DE-O-NA!
Peccato che non solo ci sia stata in mille altri film (ivi compreso questo misconosciuto, ma anche in questo stiamo più o meno lì), ma anche quella volta che Martin Mystère si era ritrovato nel cross-over con Nathan Never e non grazie a una macchina del tempo (che lo sappiamo bene che se una cosa è arrivata in un fumetto Bonelli è stata "citata" da qualche parte), ma soprattutto - purtroppo ogni volta mi devo scontrare con la mia certa ignoranza in quanto a letteratura sci-fi d'annata - sono più che sicuro che l'idea risalga almeno agli anni 50. Vuoi che uno come Asimov, che ha scritto storie su cui ancora oggi si basa tutta la fantascienza modiale totale, non abbia pensato a un semplice travaso di coscenza da corpo vecchio a corpo nuovo? Sicuro (potete fare gli espertoni nei commenti, vi do il permesso. C'è sempre qualcosa da imparare da voi.).
Insomma la storia è quanto di più inutile e risaputo si possa immaginare. Ma come diciamo sempre, se poi una cosa me la racconti bene, posso sopportare che non sia proprio originalissima. Vogli dire, c'è qualcosa di davvero originale?
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Comunque. Se il film fosse divertente nessuno avrebbe fatto storie sulla sua mancanza di originalità. Invece il film è una merda insopportabile. 
Si parte dagli attori, dal solito idiota Ryan Reynolds, uno di quelli che più vado avanti e più davvero non riesco a capire come abbia fatto a scoparsi Scarlett Johansson costruirsi una carriera (è uno di quelli che non riesce mai a nascondere la sua idiozia, lo dico da sempre, con quegli occhietti ravvicinati, il mento a punta, ha qualcosa di lombrosiano, solo che invece di viso tipico da criminale ho il viso tipico dello scemo), e si arriva all'ormai onnipresente Ben Kingsley - stranamente non nel ruolo del faraone - uno che probabilmente ha molti nipoti e deve fare molti regali di compleanno e Natale perché non si spiega questo suo stakanovismo, solo nel 2015 me lo sarò ritrovato tra i piedi 5/6 volte (farò il conto quando mi andrà).
La fantascienza del film si limita ad essere del tipo "inceptionesco" (je piacerebbe), quindi niente macchine volanti o alieni, semplicemente c'è un tizio che ha inventato l'impianto di coscienza (una sorta di Cesare Ragazzi, ma invece dei soli bulbi piliferi lui ti rinnova anche tutto il corpo sotto il parrucchino), il resto è uguale alla realtà che viviamo oggi.
Il film si nasconde dietro a delle scene molto action - girate malissimo - e spera che la beltà di Ryan possa distrarre da certi crateri di sceneggiatura che sembra sia caduto un meteorite nella stanza di chi l'ha scritto. Per dirne una basti pensare che la coscienza di Ben, ricordiamo un vecchio figlio di puttana ricco perché spietato con tutto e tutti (lo vediamo a inizio film), uno che pur di non morire è pronto ad ammazzare la gente ed entrare nel corpo di chicchesia, appena scopre che, ma guarda un po', quello che gli hanno dato era il corpo di un tizio con moglie e figlia e non un involucro creato in laboratorio, si rabbonisce in tre secondi (annullando di fatto 70 anni di stronzaggine proprio contro persone e famiglie) e addirittura aiuta la famiglia di quell'altro. Così, in tre secondi netti. 
Ma poi scusa, anche tu vecchio, capisco che stai per morire, ma proprio nel corpo di quell'idiota di Ryan Reynolds vuoi entrare? Ma cavolo con tutti i soldi che c'hai speso sceglitelo meglio!
Me ne stavo lì a pensare a quanta tristezza mi facesse il regista del film, sicuramente un cretino pure lui, preso per sbaglio, tanto per farlo, un mestierante di mezza taccCOSA?! 
Il regista è Tarsem Singh?! Cioè quello ipervisionario pazzesco? Ma che cazzo gli è successo? Si è totalmente rincoglionito? La risposta è sì. È già aveva dato pesanti avvisaglie. Si era salvato in corner con Immortals (storia brutta, ma visioni decente ce n'erano) ma poi aveva dato il peggio di sé in Biancaneve, ricordate la maschera fecale facciale, no?
Self/Less è il peggior esempio di come si possa finire male a Hollywood, e non venitemi a dire che qualcuno gli ha messo i bastoni fra le ruote perché aveva tutte le possibilità, almeno nelle scene di scambio coscienza, almeno quelle!, di fare qualcosa di visivamente accattivante.
Comunque questa roba delle coscienza in menti altrui l'aveva già fatto nel suo film più famoso a livello commerciale (che a rivederlo pensi pure che Inception...) che è:
The Cell
Trama: The Cellulite

Film che ho rivisto subito dopo Selff/Less solo perché mi era venuto in mente. E che mi è ripiaciuto. 
A parte che c'è Palla di Lardo cattivissimo serial killer pazzo che fa un figurone, a parte che c'è Vince Vaugh in un periodo della sua carriera in cui ancora non era relegato ai soli ruoli idioti di oggi, ma, grazie all'impalcatura scenografica e visiva del film, entrambe pazzeschissime, nonostante ormai facciano molto l'effetto "so 2000", addirittura JLo non sembra la solita cagna insopportabile. Certo ritrovarsela così:
Quando noi - e Ben Affleck - siamo stati abituati a conoscerla cosà:
Un bello sforzo di immaginazione è richiesto.
Ah, l'immaginazione, questo folle sentimento che. Che bello quando ci sono i registi con queste fervide visioni, stupefacenti e personalissime. Tarsem era uno di quelli, cosa è successo nella sua triste vita per diventare un parassita di Hollywood che fa film bruttissimi?
Vuoi dirmi che una volta che hai fatto tutte le cose iperimmaginarie poi ti stanchi e vuoi tornare a fare le cose semplici? (Cosa che sembra essere successa anche a Michel Gondry, ne parlavamo pochi giorni fa...)
Per me non è così, o almeno non dovrebbe essere così, che fai, parti da artista visionario e diventi un impiegatuccio del cinema? Il processo creativo deve portare più in là la tua visione, questo mi verrebbe da pensare, spingerti ai limiti. Non mi dire che sei in una posizione in cui non puoi più fare film visionari, che non ci credo.
Poi ok, sul discorso dell'originalità ci possiamo scrivere i trattati. Lo sappiamo benissimo che questo:
è Damien Hirst:
Che questo:
è Lachapelle:
Che questo:
è Floria Sigismondi:
E questo:
e un'autocitazione:

E chissà quanti me ne sono persi. Ma l'importante alla fine è che funzionino. Poi per le beghe legali se la vedono gli avvocati di Tarsem.
Nel rivederlo ho notato come certi costumi 
mi ricordassero molto quelli del Dracula di Bram Stoker. 
Ehy! Era la stessa costumista pazza giapponese. Vedi, sempre a pensar male.
Comunque The Cell film 
Ho visto questi film settimane fa. Nell'inserire le immagini che avevo raccolto allora per fare questo post ho ritrovato questa gif: 
Chissà cosa mi passava per la testa nel momento in cui ho messo anche questa immagine nella cartellina? Forse era una metafora per gli sceneggiatori di Self/Less? Forse è Ryan Reynold che si è finalmente scambiato la coscienza con qualcuno più intelligente di lui? Forse sono io che continuo a vedermi questi film atroci?
L'ultima possibilità mi sembra la più sensata.

Tutti giù sottoterra

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Hidden
Trama: Ansia, l'uomo talpa

Hidden è un piccolo film horror, del tipo "che ansia che c'ho". 
Ci sono tre attori e una manciata di comparse in alcune scene. La trama non è particolarmente originale e anche il finale - che funziona, per inciso - non è proprio imprevedibile. Eppure, come a ribadire la regola di cui parlavamo anche ieri del "non importa se mi racconti una storia un po' risaputa, basta che me la racconti bene", Hidden è una piccola sorpresa.
Ricominciando.
Hidden è un horror, ne ha tutte le caratteristiche: una famiglia (padre, madre, ragazzina) è costretta a vivere in un rifugio sotterraneo, mangiando cibo in scatola, cercando di passare il tempo come può, non pensando al casino che c'è fuori. Scopriamo infatti che 301 giorni prima è scoppiato un virus - non meglio specificato, ma siamo sempre lì, che virus vuoi che scoppi, quello che trasforma tutti in zombi o, come in questo caso, creature con gli occhietti luminosi gialli che ti vogliono ammazzare male - e loro non possono uscire. Tutto è giocato sull'ansia di essere bloccati lì nella penombra. 
I tre attori laggiù se la cavano egregiamente
Il padre è Vampire Eric - che non è mai riuscito a diventare una stella di prim'ordine nonostante il notevole aiuto di fisico, statura e biondaggine, ma che alla fine sta meglio di tutto il resto del cast di True Blood messo insieme - che cerca di mantenere il suo ruolo di pater familias ma poco ci riesce (non riesce neanche a uccidere un topo), anche se sul finale si riprende, si riprende eccome.
Più forte si rivelano la madre (strano ve', in quest'anno dominato da madri coraggio non dovrebbe essere una sorpresa) - un'attrice che ho visto varie volte ma ancora non reputo necessario ricordarne il nome, un mio tipico atteggiamento, ricordiamo che anche gente come Joseph Gordon-Levitt era uno di quelli - e la bambina, una ragazzina di quelle con la faccia già da adulta, il che in questo caso è un plus, rende bene l'alienazione di vivere in un bunker. Certo alle volte è un po' fastidiosa, ma vista la media di questo 2015 (ricordiamo lui, lui e lui), accontentiamoci.
Insomma questi tre vivono sotto terra, costretti lì dalle assassine creature che stanno fuori, creature che non vedremo quasi mai se non per quei loro occhietti vispi. E il regista gioca benissimo le carte dell'attesa, del non svelare il loro aspetto, del farci sudare le mani quando le sentiamo col fiato sul collo.
Il film dura poco, non poteva essere altrimenti visto che è quasi tutto in penombra, claustrofobico e palesemente in difetto di budget, ma, di necessità virtù, merita un plauso per aver svolto bene il proprio compito.
Non svelo il finale, sarebbe da stronzi, anche se sarà impossibile, se siete un attimino smaliziati (o avete visto anche un solo film di Shyemolan), non pensare anche a quella possibilità, tra le tante che penserete, però quando poi vi viene svelata non fate come quelli che dicono subito "ma certo io l'avevo capito dall'inizio!".
Certo quanta gente che ci sta sottoterra:
movie film wedding surreal fantastic

horror halloween blood uk british

Shitman

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Hitman - Agent 47
Trama: Morto che palla

C'è una cosa che suscita in me un misto di pena e fascino, ed è la perseveranza di certi produttori nel fare film di merda nonostante OGNI cosa intorno al quel progetto gridi FALLIMENTO a pieni polmoni per tutto il tempo, dall'idea all'ultimo logo che appare alla fine dei titoli di coda.
Hitman è un videogioco - peraltro fico, uno dei pochi che ho giocato in ogni sua declinazione, persino la versione sniper su iPhone - che ha per protagonista questo pelatone qui:
 
Personaggio figlio degli anni 90 (è un clone, un tizio modificato geneticamente per essere il killer perfetto blablabla e ha pure un codice a barre tatutato sul collo, quanto fa anni 90 avere un codice a barre tatuato? Ehy siamo tutti prodotti della massa fc de paua!), nel videogioco però funziona tantissimo, sta zitto, ammazza, si traveste nei modi più assurdi, deve starsene tutto calmo e buono e arrivare al bersaglio senza farsi scoprire, almeno questo nell'idea originale dei programmatori, che ti mettono nelle condizioni di ammazzare il target senza farti scoprire quatto quatto, non fosse che io dopo la prima missione giocata per bene, mi lascio inevitabilmente prendere la mano e finisco con sparare subito una bomba, così allerto tutti, mi nascondo dietro un angolo e aspetto che arrivino, uno per uno, uccidendoli senza pietà. Non scorderò mai quello stanzino d'hotel pieno di cadaveri che non c'entravano più o meglio ancora una missione ambientata durante un carnevale di New Orleans dove c'erano CENTINAIA di persone e la (mia) missione fu ucciderle tutte. No, non vi sto scrivendo da un manicomio criminale... almeno credo.
Tutto questo gran divertimento non esiste nelle versioni filmiche. Esatto, version-i. Perché, già nel lontano 2007 provarono a fare un film da Hitman, che andò malissimo, era veramente una merda. Lo fecero senza un attore famoso, senza una bella storia, senza una produzione accurata, senza guizzi di regia, niente che potesse dare l'idea a qualcuno che sarebbe davvero andato bene.
A parte il fatto che se vuoi fare un film da un videogioco devi stare attentissimo. Ce ne fosse uno venuto bene, si contano solo fallimenti: Max Payne, Tomb Rider, Resident Evil (tutti), Doom, Silent Hill... E vogliamo parlare di Super Mario Bros? Dài, non parliamone
Quindi la domanda sorge spontanea: che cosa ti ha fatto pensare che un altro film di Hitman, a "soli" 8 anni di distanza, senza un attore famoso (anche se ci sono Zachary Quinto e Ciaran Hinds, che comunque dicono qualcosa solo a me), senza una bella storia, senza una produzione accurata, senza guizzi di regia possa rivelarsi un bel film, o anche solo un successo? Se tenti la carta del reboot, sei tenuto a cambiare qualcosa,  qualcosa di fondamentale, perché se lasci tutto uguale alla volta prima (compresi gli effettacci computerizzati) te la cerchi proprio. Sarebbe come fare un reboot di, chessò, Ultraviolet o Aeon Flux, magari con crossover.
Insomma come è vero che ci sono belle commedie e brutte commedie, bei film romantici e brutti film romantici, bei drammi e brutti drammi, così ci sono bei film d'azione e brutti film d'azione.
Hitman ovviamente apppartiene alla seconda categoria: le scene d'azione sono noiose, il protagonista carismatico solo quando è di spalle
la storia senza capo né coda.
Questo film è un mistero. Perché farlo? Perché? Una sorta di brutto remake di un film già brutto. Senza nessun valore aggiunto. Non è un seguito (ti rispiegano tutta la solfa dei superkiller modificati geneticamente da capo), non è un reboot (nessun cosa diversa rispetto al precedente, come detto), e allora perché? Domande che rimaranno senza risposta perché l'ho visto l'altro ieri e già mi sono scordato metà film.
Fate un film tratto da questo video, poi iniziamo a ragionare:

Sai che di hitman molto più sghici di Hitman ce ne sono almeno 47... no facciamo 7(+1) va:

CB ANTEPRIMA • By the Sea

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By the Sea
Trama: In fondo al mal

Brangelina decidono di risparmiare i soldi del terapista di coppia e fanno un film insieme, pubblicizzandolo al contrario di quello in cui si sono conosciuti. Se quello era "è scoppiato l'amore", questo è "l'amore è scoppiato".
Moglie e marito nella vita vera, regista/attrice lei, attore lui, non deve essere stato facile girare questo film, incentrato proprio su una coppia in crisi, regina e re delle notti newyorkesi, ex-ballerina ora depressa lei, scrittore in crisi lui, Marilyn e Henry, forse?
Insieme da 14 anni (Brangelina è a quota 11), arrivano in un lussuoso hotel della costa francese 
e iniziano a passare le giornate nella rutilante (no) attesa che qualcosa migliori nel loro rapporto ormai ai ferri corti, intanto non si toccano, non si amano, sono sopraffatti da un non-detto grosso come una casa che aleggia sin dai primi sguardi (lo scopriremo, alla fine, ma in realtà lo abbiamo saputo sin dall'inizio) e, soprattutto, non fanno quello che è l'unica cosa che può tenere insieme una coppia
quella cosa che diceva anche la cara Nicole a Tom in Eyes Wide Shout (un altro film che giocò tantissimo, anche nella comunicazione, sulla crisi o presunta crisi della coppia di attori marito e moglie nella vita e nella finzione filmica):
Poi Tom non ha seguito il consiglio, ma questa è un'altra coppia.
Intanto ammazzano il tempo in un amaro far niente. Lei legge e medita il suicidio, forse:
lui beve e medita un nuovo libro, forse:
Quel qualcosa però arriva, ed è una coppia di novelli sposini, ancora carichi di quell'entusiasmo e passione che possono (e devono) avere i novelli sposini. I due si accomodano proprio nella stanza accanto a quella dei Brangelina e, come ovvio che sia, stanno tutto il tempo a fare l'amore, quasi in una perfida dimostrazione di quello che anche la coppia ormai alla deriva era un tempo: belli, giovani, innamorati.
Questo gioco delle due stanze, scrigni di due tempi della coppia, diventa una seduta di psicoterapia voyeristica quando Brangelina scoprono un buco che gli permette di spiare la giovane coppia, nei loro amplessi, nella loro quotidianità vacanzifera, nella loro intimità non solo sessuale:
Le stanze specchio passato emozionate/presente stagnante diventano un vaso comunicabnte di energie, che passano attraverso quel inglory hole: mentre Brangelina si ringalluzziscono grazie a questa novità pruriginosa (che, attenione, non è solo becero sogno di scambismo, Brangelina non sono Riccardo Schicci e Jessica Rizzo), i giovani, di fronte alla conoscenza e all'evidenza di quello che potrebbero, forse, un giorno, diventare anche loro, iniziano a perdere quell'entusiasmo iniziale.
Non è per nulla un film stupido, By the Sea. 
È laccato, è algidissimo, è palesemente "truccato" nell'essere così "meta-filmico", data la coppia di attori coinvolti, avrebbe probabilmente meritato uno sceneggiatore più imprudente, più psicologico, ma, in definitiva, riesce benissimo nel rappresentare due età della coppia, inevitabili entrambi (anche al netto del dramma che vive Angelina nel film), dramma da cui Brad non riesce a scuoterla, non ci riesce proprio, infatti nella scena in cui sarebbe stata necessaria una forsa diciamo "maschia", Brad attore non riesce, e si vede, a recitare la parte del marito prepotente, tratta Angelina come un fruscello delicato, la scuote senza nessuna convinzione:
Questa è la scena più reale tra i due. Rappresentazione cinematografica della loro vita vera.
Angelina non è una grande regista - il suo film precedente, di appena qualche mese fa, era abbastanza brutto - ma qui, visto il tema e il marito sul set, crea un'atmosfera capace di ammaliare, riuscita anche nelle parti più lente (il film soffre di almeno una ventina di minuti inutili, o quantomeno ridondanti).
E poi oh, i due sono proprio l'immagine vivente di quello che definisce "una bella coppia", quindi l'operazione, anche un po' furbetta, riesce: sono belli da guardare e quando il film langue un po', bastano loro a tenerti alta l'attenzione (riuscita peraltro una scena ad alto tasso di sensualità). 
Guardate che belli che sono con lei che aggiusta il cravattino a lui:
Sono belli, sono bravi, sono buoni e quando si sposano fanno queste cose pucciosissime qui. Come non amarli? Non sono la prima e non saranno l'ultima coppia reale che recita insieme, ma di certo sono i più fighi del bigonzo. Eccone altre nel passato, presente, futuro:
Ah. L'amore, questo folle sentimento che parte tutto in quarta poi passano 14 annimesigiorni minuti e ti odi. Evvabbeddai.

2x1 • Romano criminale

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Suburra
Trama: Roma scapoccia

Piove.
Piove sempre sulla Roma di Suburra.
Come se la pioggia, lacrime di Dio, potesse pulire i peccati del mondo. E se non proprio del mondo, almeno quelli dei protagonisti del film, peccati che coprono ogni ventaglio possibile: omicidio, ricatto, prostituzione, tradimento, parlare romanesco che non ci si capisce nulla. Insomma non ce n'è uno che sta a posto con la coscienza, e se non proprio con la coscienza, almeno con gli altri protagonisti.
Suburra è una ragnatela (abbastanza tirata, diciamolo) di collegamenti criminali, politici, (poco) sentimentali, che tutto e tutti stringe nella sua morsa. Una ragnatela dove tutti sono predatori e prede, a fasi alterne, a giorni alterni, a posizioni alterne, dipende se sei più in alto o più in basso bella catena alimentare della malavita o della bellavita o della politica capitolina.
Fino a qui, tutto bene, il problema è l'aggiotaggio.
Sollima ci piace, ci piace dai tempi del Romanzo Criminale televisivo, ci ha fatto parlare tutti napoletano con Gomorra, ma quando arriva nella dimensione cinematografica, qualcosa scricchiola (vedi anche A.C.A.B.).
Suburra sarebbe stato un PERFETTO serial, un seguito ideale (come presumo sia il libro, dello stesso autore) di Romanzo Criminale, in cui conosciamo una vita suburbana contemporanea, ben diversa da quella dei ragazzi di periferia autoelettisi re di Roma negli anni 70: qui è tutto molto più schematizzato e invece di Renato Zero e Anna Oxa suonano gli M83

C'è il grande capo - palesemente dipinto come un sopravvissuto della Banda della Magliana (Carminati?), c'è il politico di estrema destra che si è ripulito ma ha il vizietto della coca e delle minorenni, c'è la famiglia zingara che vuole entrare negli affari che contano (i Casamonica.), c'è il giovane scatenato che non rispetta l'anzianità galeotta, c'è il mezzo uomo che pur di salvare il suo nightclub è pronto a vendere gli amici e il padre, letteralmente.
Ognuno indossa la maschera che deve indossare, tutti si comportano come devono, ma il respiro filmico sta troppo stretto alla storia, che si dipana in episodi troppo spezzetati, uniti conn una colla poco resistenze, le trame si intrecciano con tropper forzature.
Sollima comprime la maestria dimostrata nella dimensione seriale in due ore punteggiate di fatti, fatterelli, fattone e fattacci, ma senza l'amalgama giusta. Nessuna psicologia è approfondita, anzi, le psicologie si basano troppo su quello che Sollima ha già scritto in sue produzioni precedenti, ci sembra di averli già conosciuti i personaggi perché anche troppo simili al Dandi, al Libano, a Ciro... 
Ma un film non può reggersi su quello che è venuto prima - a meno che non sia un dichiarato sequel, e questo non lo è. 
Anche il reparto attoriale è diviso in due fazioni solcate da un vallo gigantesco: da una parte quelli che non devono più dimostrare chi sono, che hanno l'esperienza tale da dipingere con poche espressioni il loto personaggio: bravissimo Germano (la capacità di Germano di passare dal padre di famiglia buono, al ragazzo scapestrato, all'omuncolo triste e penoso come in questo caso ormai ha un che di straordinario, e non lo visto quando fa il poeta gobbo), bravo anche Favino (a cui - scusate il commento riduttivo e sessista - spettano anche certe scene che... sarà pure "il lavoro dell'attore", ma insomma, vorrei sapere come l'ha spiegate alla moglie) e convincente anche Amendola, un po' commendatore un po' boss.
Dall'altra parte invece ci sono gli attori giovani, quelli che sanno di essere per la prima (o seconda) volta sotto le luci dei riflettori, peraltro riflettori particolari, quelli che ti mette addosso Sollima, uno che fa diventare gli attori sconosciuti famosi e ipercitati (successe per Romanzo Criminale, è successo per Gomorra) e che quindi, come dire, se la sentono troppo calda, esagerano, sbiascicano, se 'ncazzano

fanno i duri anche quando non ce n'era bisogno, un po' troppo per credergli. Peggio dei ragazzi le ragazze, in totale over-acting (anche se fighissime)
Suburra sarebbe stato BREAKING NEWS sarà un altro ottimo serial, quella è la dimensione che più di adatta a Sollima, e non è una cosa da considerare riduttiva, anzi. Peccato ci sarà da aspettare due anni. Intanto ci rifaremo con Gomorra 2.
E io, sempre intanto, spinto dall'energia coatta di gente di periferia che si spara, ho finalmente recuperato, dopo anni, quasi 10!, il primo e originale
Romanzo Criminale
Trama: Oh, attori, qui si fa scena para per tutti!

Romanzo Criminale ha tanti meriti e tante colpe. Però forse più meriti. Iniziamo da quelli.
È un bel film. Dal respiro internazionale, che non sfigura di fronte alle produzioni criminali dei film americani, lo dico per davvero. 
Costruisce e delinea i personaggi in maniera esemplare (cosa che non fa Suburra, che li taglia con l'accetta dando troppo per scontato) e mette insieme un megacast di italiani che ha segnato il cinema dei successivi dieci anni. Sono tutti fichi, non ce n'è uno che sfigura, che fa la figura del cane o del fesso. Ci entra di sguincio addirittura Germano, in tre o quattro scene... ora gli darebbero sicuramente un ruolo maggiore.
Ma, a parte l'antipatia che può suscitare questo o quell'attore nostrano, soprattutto per cose venute dopo (vedi, anzi non vedere, 1992 di e soprattutto da Stefano Accorsi), in RC sono tutti perfettamente in ruolo.
Poi, quando è arrivato il suo epigono televisivo, ce li siamo un po' scordati, ora ci ricordiamo più il Dandi in tv che quello di Santamaria, e il Freddo non è Rossi Stuart nei nostri ricordi, ma, come disse "qualcuno", il cinema è il padre, le serie sono le figlie, e, senza nulla togliere a questo o quel linguaggio, quando fai una serie tv hai più tempo di fare le cose per bene, di cesellare i personaggi, di farli entrare nell'immaginario (poi ci sono le eccezioni eclatanti, come il Bufalo, ovviamente migliore cento volte quello della serie che quello del figli di Venditti). 
La distribuzione dei personaggi e delle scene in RC film è davvero esemplare, dovrebbe fare scuola per tutti quelli che vogliono fare i film coi megacast, anche se in effetti non ricordo un altro film con un cast del genere fatto dopo... voi?
I difetti di RC? il peggiore di tutto è il fatto di aver creato la "moda" del revisionismo criminale al cinema e in tv, con tutta una serie di produzioni successive in cui si è iniziati a glorificare la figura dei cattivi sostituendo alle foto segnaletiche le foto dei book degli attori (Vallanzasca. Quell'altro del nord. Ancora peggio quello dello scorso anno), tutti belli i criminali al cinema, un po' meno quelli veri:
Non che non sia pratica antica (Scarface, Scorsese quasi tutto), ma in ItaGlia, dove la qualità non è sempre eccelsa (e sono buono) sono più le volte in cui il risultato è scandaloso che dignitoso.



Pegg di così si muore

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Un'occasione da Dio
Trama: Là, sui Monty ci sta Pegg.

Come quel film con Jim Carrey, ma molto molto molto tantissime volte molto più brutto. E dire che già quello non brillava, e pure il seguito faceva abbastanza pena.
Tralasciando il fatto che, come appena espresso, il film ha la stessa identica idea (e infatti i titolisti italiani lo sottolineano, anche se non c'entra nulla, non sono neanche di origine divina, i poteri del protagonista) di Una settimana da Dio, si può dire una cosa e una soltanto, senza tanti giri di parole, di Un'occasione da Dio: fa schifo al cazzo. Ma proprio schifo schifo schifo tantissime volte schifo.
È per davvero - ma per davvero eh! - uno dei peggiori film dell'anno, probabilmente salirà sul podio, insieme a questo di certo... non ho ancora deciso se lo supera.
Ma sì, ho appena deciso che lo supera per un motivo ben preciso: per la tristezza cosmica (e non comica) di aver fatto partecipare al progetto, anzi di essere praticamente un progetto dei Monty Python. E, non paghi, di aver pure sfruttato gli ultimi fiati di Robin Williams, il povero Robim, che dà la voce a un cane.
Poi dici perché uno s'ammazza.
Allora, ricapitolando, il protagonista è Simon Pegg, che ancora una volta dimostra che da solo proprio non ce la fa. Simon finché è insieme al suo pard ciccione Frost fa cose spettacolari e cornettose (oddio, non tutte...) oppure quando fa da spalla comica in franchise coi miliardi intorno (Mission Impossible, Star Trek) va benissimo, ma da solo non ha proprio la verve necessaria (e poi non so perché ma mi ricorda sempre di più Paolo Bonolis). Già l'avevamo detto che Pegg da solista è peggio che Pegg che in compagnia.
Timido, impacciato, sfigato e sognatore (pacchetto completo di banalità), innamorato della vicina che se lo cagherebbe pure se non fosse troppo timido da non salutarla neanche (infatti lo crede gay). 
Ad un certo punto ci ritroviamo nello spazio dove ci sono quattro esseri spaziali (doppiati dai Monty Python veri originali, ah, e uno dei Monty è anche regista), fatti col computer e pure abbastanza male - uno è identico al Kaiju faccia di pinna di Pacific Rim
'Sti quattro cosi gli mandano, proprio a lui, il potere di fare qualsiasi cosa vuole muovendo la mano, attenzione alle pratiche onanistiche.
Le prime cose che fa, oltre a far parlare il cane, è chiedere un pene enorme e tavere il corpo di un grande uomo. Attenzione che qui si ride:

A. A. A. Intendeva un bel corpo

ma evidente non una buona CGI. Come dimostra anche un altro desiderio, che i vestiti lo vestato da soli:

Bello. Cos'è? Una pubblicità di Odeon TV del 1996?
E poi, altra cosa che chiunque nella sua condizione divina chiederebbe, che la cacca del fido si pulisca da sola: ecco quindi due stronzetti prendere vita computerizzata e andarsi a tuffare nel water
Io mi chiedo i poracci che hanno dovuto animare la scena, me li immagino in pausa pranzo con quelli della Marvel - E tu che hai fatto oggi? - Ma niente ho dovuto fare Hulk che dà un cazzotto a Thor poi arrivano 3942 alieni fotonici. E tu?  - Una merda che cammina. - COME? - UNA MERDA CHE CAMMINA OK?! - Oh, è finita la pausa, scusa ciao eh ci vediamo in giro.
L'unico desiderio sensato, lo realizza nel momento sbagliato e si fa pure scoprire:
robin williams yahoo movies simon pegg kate beckinsale absolutely anything
Oltre alla storia - copiata e banale - è proprio il tipo di comicità che ti fa rimanere basito: non fa ridere mai. Non è neanche una comicità becera, intendiamoci, oltre la cacca maratoneta non ci sono altri scivoloni del genere, ma è proprio la vecchitudine comica che si respira, l'inadeguatezza dei protagonisti, la regia assurda di chi non sa cosa riprendere e neanche come farlo, voglio dire, due minuti di Kate che parla ad una porta chiusa, lei di spalle, è un'inquadratura che va oltre il bizzarro montypythoniano
E il montaggio è da veri dilettanti. E dire che io non sono proprio uno che sta così attento al montaggio, ma se ci sono esempi pazzeschi di montaggio fantastico, ti accorgi anche quando il montaggio è una vera zozzeria.
Un'occasione da dio fa tristezza, ecco. 
Perché pensi ai Monty e ricordi queste cose:

Poi pensi a Williams doppiatore e pensi a questo:

E invece ora cane. Cane antipatico che non fa ridere e gli alzano pure le zampe a forza con dei fili invisibili. Chiamate la protezione animali.
Che peccato, pensare che i Monty si sono così tanto rincoglioniti e Robin è pure morto ti mette troppa malinconia.
Non aiuta la pochezza generale e il permesso di farsi ricoprire di ridicolo che tutti hanno accettato non si sa perché. Un attore non dovrebbe mai e poi mai finire vestito da Carmen Miranda con delle orecchie giganti finte e un gelato in testa. Mai.

Tutto brutto, tutto sconnesso, risate inesistenti, e anzi tristezza: bravi, operazione perfettamente compiuta.
Oltre al fatto che possiamo mettere un film in più negli Awards (un uomo e il suo cane, grande trend del 2015), questo film è buono solo per la pattumiera.
Hanno pure riesumato Kylie Minouge (un'altra che col cinema non va molto d'accordo, ricorderete la sua bellissima apparizione (sarcasmo) in San Andreas.

Sono anche sicuro che a loro sarà sembrata una buona idea, unire i vecchi leoni con la nuova leva della comicità inglese (cose c'entrasse Robin Williams non mi è chiaro, quello probabilmente già stava male, infatti alla fine c'è anche una forzatissima ripresa di lui in sala doppiaggio che fa una certa pena...) invece è stata proprio un'idea del cazzo.
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