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Channel: Chickenbroccoli
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La donna che viste due volte

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I Origins
Trama: Occhio per occhio, gente per gente.

E via che si ricomincia per davvero.
Anno nuovo, Broccolo vecchio! Recensioni sempre più assurde! Gif sempre più pesanti! Ego sempre più gigante che va in radio (ah, per chi si fosse perso l'ora e più di chiacchiere dedicate ai CB AWARDS dello scorso sabato, ecco il PODCAST) e in TV! Collaboratori sempre più numerosi e sempre meno pagati! 
Ecco cosa fa grande ChickenBroccoli, non c’è mai limite alla bruttezza dei film che vede e alla tracotanza con cui ne va fiero. Ma contro alla bruttezza delle visioni con cui ormai questo sito convive. CB contrappone sempre la bellezza di quello che è definitivamente diventato il nuovo corso, la vogliamo chiamare missione?, di questo sito: l'unico posto dove gli artisti vedono i film e poi ci disegnano sopra. Vi pare poco? A me no. E siamo all'inizio. Se vi dicessi che qui dalle mie parti già si lavora per una cosa che succederà a Maggio e un'altra che succederà a Dicembre voi ci credereste?
Ricominciamo seriamente, dicevo, e ricominciamo - anche se ho venti film aiutame addì 2-0 da recensire - con un film che forse non è tra i più gettonati del momento (ci stanno Turing, i Cavalieri e Amy Adams che scalpitano) ma che ci terrei particolarmente che voi vedeste (forme verbali sempre più audaci!). Ma poi li vedete i film che vi consiglio? Pronto? C’è nessuno lì fuori? (senso di solitudine sempre più lampante!). Oh, certo se non commentate… alle volte mi pare di parlare da solo (passività aggressiva sempre più scatenata!).
Dunque, tornando a noi, il film è il nuovo film degli autori di Another Earth, quello della terra gemella che non mi era mica piaciuto tanto, e infatti quanti preconcetti e prevenzioni (d’altronde prevenire è meglio che curare, lo consigliano dieci oculisti su undici) avevo messo come filtro prima di iniziare questo film non potete immaginarlo. Stavo lì e "ma figurati sarà un'altra roba meta-filosofica di chiacchiere senza capo né coda, magari anche con un plot interessante ma poi uno svolgimento tra il new age e chepalle.
E invece (convinzioni sempre più labili!) via via che vedevo il film, scena dopo scena, si smontavano tutti i preconcetti e si cancellavano tutte le prevenzioni.
La storia mi prendeva sempre di più, gli attori mi piacevano, la regia mi appassionava e il film mi colpiva con una profondità rara. 
Un Bel film. Ecco. E questo già basterebbe a farvi staccare gli occhi da questo schermo e andarlo a recuperare. Vi fidate di me? Aprite bene gli occhi e andate a vederlo. Anche perché da adesso in poi inizio a parlare della trama e forse sarebbe meglio sapere molto poco della storia per godersi davvero tutto il film dall'inizio alla fine.
La storia. La storia è sì un po' new age, ma lo svolgimento non lo è per niente, ed è questo che mi ha zittito (ho passato i primi 14 minuti a borbottare con il timbro di Maurizio Costanzo cose tipo "masaràunarobbanewagebbbb"), ed è questo che mi è piaciuto, essere zittito con un aproccio al tema - un tema supernewage come la reincarnazione - molto concreto. Tutto è affrontato con un piglio scientifico e biologico, potremmo quasi coniare un nuovo genere, invece della sci-fi, la DNA-fi. 
Il protagonista, quel Micheal Pitt sempre un po' nel dimenticatoio, sarà colpa dell'appeal un po' troppo efebico (come Cillian Murphy, per fare un altro esempio), è un giovane biologo che studia gli occhi umani. Cioè non è uno che fa sguardling attenzione, è proprio uno che studia a livello medico iridi, pupille, cornee, retine. La sua passione per l'occhio umano  - che se visto da vicinissimo è proprio un pianeta, come ci ricorda la locandina (e che potrebbe andare dritta in questa galleria della notte dei tempi) ed è come un'impronta digitale, ognuno ha i suoi - lo porta anche a fare delle foto agli occhi che più lo colpiscono. 
brit marling animated GIF
Insomma, sicuramente un progetto fotografico non tanto originale, ma sempre meglio di altri progetti, tipo questo (link da aprire a vostro rischio e pericolo). 
Sta di fatto che il tipo va a una festa e fa una foto ad una tizia con un passamontagna, poi la tizia se lo porta in bagno per fare le cose che si fanno in bagno a una festa, no, non mettersi il collirio, piuttosto copula sul water.
michael pitt animated GIF
Il tipo però è già innamorato, degli occhi della tipa, e dice "no! io queste cose non le faccio! Io solo amore amore amore, sono o non sono un uomo di sienza?". La tipa scappa, ovviamente.
Ma il Destino - nel film il Destino è praticamente un personaggio a sé, è la forza eterna che muove tutto - è in agguato (in agguato è proprio il verbo giusto... sa essere molto feroce, il Destino) e i due si rincontrano, lui per strada, lei su un cartellone:
I Origins July 18 animated GIF
Poco dopo il timido Doc(chio) vede una ragazza sulla metro e RICONOSCE QUEGLI OCCHI 
michael pitt animated GIF
e fa una delle mosse che SOLO nei film può funzionare, questa:
michael pitt animated GIF
Capito? Senza parlare le mette le cuffiette. Lei esce e lui la segue con l'iPod in mano. Grande rimorchio. Bravo. Certo se lo fai nella metro di Roma come minimo parte un calcio negli zebedei che altro che bellezza efebica.
E insomma questa volta è fatta, i due si innamorano e si mettono insieme evviva l'amore (quanto è newage l'amore) e mentre in laboratorio gli studi sugli occhi continuano, la vita privata va a gonfie cataratte, addirittura con immediato trasferimento in casa di lei (ecco qui forse c'è la cosa più fantascienifica: lui si trasferisce da lei con DUE scatoloni, peraltro con tre cose dentro. Ma cristo l'avete mai fatto un trasloco? Maledetti film che ci fanno credere che i traslochi sono DUE scatoloni).
MA ECCO CHE SUCCEDE UNA COSA CHE CAMBIA TUTTA LA VITA...
Non voglio spoilerarvi, è brutto fare spoiler quando il film vale. Ripeto il consiglio è spassionato davvero: vedete I Origins (capito il fino gioco di parole? I... "ai"... eye...) perché è un film che mi ha colpito, e se ha colpito me, buona reincarnazione a tutti.
Già, parla di reincarnazione, l'avrete capito, ma niente di più lontano da quella boiata di Cloud Atlas, qui il tema è affrontato con dovizia di realismo, con piglio umano e non umanista, e un argomento che poteva davvero dare il la a una noiosa filippica proto-religiosa diventa l'occasione di parlare di sentimenti in maniera reale, quasi medica, di certo antropologica, come se curare un cuore spezzato fosse pari ad un osso rotto, come se la speranza, la religione, il Bene viaggiasse su lunghissime stringhe di DNA e non sulle invenzioni delle Chiese del mondo.
È un film romantico, emozionante, sorprendente. È un gran bel film.
Un ultimo motivo per cui vedere con occhi spalancati il film è che probabilmente ho trovato la donna della mia vita. Si chiama Astrid Berges Frisbey, lei:
Dog Fetch Frisbee Fail.gif
no scusate è lei:
e niente, ragazze, non ci sperate più a tentare con la vostra beltà il golden bachelor CB, ho deciso che è lei la donna della mia vista:
D’altronde anche l’occhio vuole la sua parte. Quale parte? Ma, direi tutta la parte che va dalla punta del capello più lungo alla punta del mignolino del piedino che deve essere anche lui molto bello, ci scommetto.
Ho anche pensato che se davvero la reincarnazione esiste io già so sicuramente in cosa mi reincarnerò:

Abecedemortorio - Anno 2

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The ABCs of Death 2
Trama: D come dilaniati, E come Echecavolostigiapponesisosemprepiùassurdi, F come fichicenestannosolodue

Questa volta è andata così:
La scorsa volta era andata un po' meglio.
La serie ABC è quella cosa di fare un film horror fatto di 26 microcorti horror realizzati da 26 registi diversi, in ordine alfabetico, i corti non i registi. Ad ogni regista una lettera da cui trarre una parola da cui trarre un corto, così:
Quindi un film a episodi, che come ogni film ad episodi che si rispetti è fatto di episodi che ti piacciono ed episodi che non ti piacciono. Esempio esemplare la serie V/H/S (1, 2 e Viral).
Qui però siamo oltre l'episodico, perché fare un film di 26 spezzoni crea sì una varietà di stili e visioni invidiabile, ma non dà spazio ad alcuni di realizzare cose veramente interessanti.
La maggior parte dei corti di questo secondo ABC infatti ha il respiro corto (corto il film, corto il respiro? Non deve esserlo per forza...) e anche se alcuni hanno davvero delle buone idee, alla fine si scontrano con finali affrettatissimi o affettatissimi. 
Il migliore è l'ultimo, la Z di Zygote, disturbante e assurdo, horror puro. In effetti è anche l'unico che vale davvero la pena vedere.
Personalmente ho apprezzato i segmenti S (un bel home invasion con sorpresa finale), un po' l'M (una sorta di pubblicità scannata per delle gomme da masticare), K (una palla nera di odio conquista la terra), I (una strega orientale fa i conti con la famiglia), V (una vacanza che finisce a schifio).
Divertenti a loro modo quelli orientali (soprattutto l'O), che riassunti in queste due gif
rendono bene il sempre valido adagio: questi so' pazzi.
Ma il resto sono tutte lettere abbastanza inutili. Alcune semplicente stupide o per nulla horror (E, F, G, J, N), altre solo occasioni sprecate (lampanti la X, dai registi e con la Beatrice Dalle protagonista ancora di A l'enteriour, e la U di Vincenzo Natali, quello di Cube, che evidentemente ha perso lo smalto o è rimasto intrappolato nel 1999 in quanto a visione futuristica).
E poi c'è una questione un po' straniante. Ci sono tanti (troppi) corti con tematiche omosessuali. Ora, non è straniante che ci siano, è straniante che in un film corale, con registi di ogni parte del mondo, la questione omosessualità sia così pericolosamente accostata a tematiche horror. Davvero siamo ancora a quel punto, come società? Al punto in cui per porre l'attenzione su una questione che dovrebbe essere bella che superata ricorriamo ai metaforoni horror? Il ragionamento meriterebbe una discussione più profonda, peccato che il film è brutto (vince il Broccolo per maggioranza) e che almeno due dei corti con queste tematiche sono tra i peggiori dei 26.
Carini i titoli di testa
ma l'impressione rimane: ABC è un progetto molto bello sulla carta ma che lascia troppo poco spazio ai suoi autori. Forse 26 sono davvero troppi corti da strizzare in un film solo. Magari fare i Sette Peccati capitali (7) o i Segni Zodiacali (12) sarebbe meglio. 
Se qualcuno farà dei film horror sui 7 peccati o sui 12 segni gli mando lui a vendicarmi:
Poi non riesco a capire perché non chiamano David Sandberg, che fa i migliori corti horror che esistono (sono corti! e sono horror! Fanno paura! Li vedi QUI.
La volete vedere una cosa davvero disturbante? Questo tizio è andato in giro per Londra così conciato:
Sì, è pelle di pollo. Ed era agosto. Storia vera. Dovrebbe essere un progetto artistico secondo lui, c'è anche questo video

che fa più paura di tutti i 26 corti di ABC messi insieme. (Oltre ad essere una versione assai disturbante di questo).
No. Nonostante la pelle di pollo, non ero io.

Occhi appalla

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Big Eyes
Trama: Che occhi grandi fai. È per fregarti meglio.

Dunque Tim si è lasciato con Helena Bonham (ma per niente bona) Carter e diventa un tipo tutto colori e sole e mare e arcobaleni e stuff? Veramente mi stai dicendo che Burton ha mollato il suo andamento goth (che lo vorrei vedere andare in giro con il cantante dei Cure, ci sarebbe da ridere. Potrebbero anche essere nel cast di This Must Be The Place 2)
Ma no, il fatto è che Burton ha definitivamente saltato lo squalo ed è diventato un regista come tutti gli altri, anzi peggio di tanti altri.
Lo sappiamo che Brutton (non più Burton da anni) non azzecca un film da tanto tanto tempo. L'ultimo che possiamo dire veramente suo qual era? Sleepy Hollow? 
No perché Pianeta delle Scimmie era una brutta marchetta, Big Fish sopravvalutato, La fabbrica di Cioccolato un totale fallimento, La sposa cadavere bah, Sweeny Todd caruccio ma lo avete mai rivisto?, Alice da denuncia, Dark Shadow niente di speciale anche se salvabile e Frankenweenie diseducativo.
E adesso Brutton torna con un biopic che racconta sì una storia di arte e stile e personalità, anzi si basa proprio sul concetto di visione artistica personale, dell'arte come tramite tra la propria anima e il mondo, sull'artista che tramite il suo stile riesce a comunicare quello che altrimenti a parole non riuscirebbe. E proprio in un film che sottolinea l'importanza di trovare il proprio stile (nell'arte, ma anche nella vita) Brutton riesce a dimenticarsi totalmente di sé, dello stile che ha tanto caratterizzato la sua carriera (e purtroppo ha vantato il più alto tentativo di copie carbone mal riuscite, soprattutto negli anni 2000, quando fu tutto un proliferare di quella "artistica" corrente chiamata Pop Surrealismo).
Ora, la cosa molto strana è che io di questa Margaret Keane non avevo mai sentito parlare.
"Ecchissenefrega" direte voi, "Ammemeffrega" rispondo io, perché queste cose dell'arte con gli occhi grandi posso ben dire di averle avute intorno per un po' di anni della mia vita (dal 2003 al 2009, per l'esattezza), gli stessi anni in cui proliferava, appunto: il Pop Surrealismo (riassumendo Pop Surrealismo: mettere insieme le robe pop con visioni oniriche e fare tutto un mega mix di rimandi e ispirazioni e dipingerli - o realizzarli al computer - con stile fumettoso/cartonesco. Leggi anche qui.).
Insomma ci ho gravitato, l'ho vista nascere, imporsi e poi morire malamente. Ho cercato con gli occhi aperti di vederne il buono, di evitare le tante buffonesche copie, e insomma posso dire anche di aver contribuito (non credo sia stato un grande merito, a conti fatti) a farlo arrivare qui in Italia. Ora non sto a specificare cose facevo, ma insomma quando finisci nella pagina di Wiki dedicata al LowBrow e al Pop Surrealismo e sulla Treccani (e non ti ci sei messo da solo) qualcosa di "importante" vuol dire che forse l'hai fatto, e se non importante, perlomeno degno di Wiki (hai detto cazzi).
Ma smettiamo di incensare me - anche se è la cosa che mi riesce meglio - e pensiamo ad affossare il film. 
Dunque, non averla mai sentita mi pone di fronte a un interrogativo molto serio: sono io un inetto o nel film mi fanno credere che fosse più famosa di quanto in realtà non fosse (c'è un momento in cui la paragonano, in quanto a celebrità, ad Andy Warhol, che era comunque successivo...). E come mai non è mai apparsa in nessuna delle interviste che ho fatto, quando magari si parlava di Ispirazioni? Perché insomma, se io vedo questo (fatto negli anni 50)
e poi vedo questo (di Ana Bagayan, anni 2000)
Be' ce la vedo eccome un'ispirazione. Anche un po' più di un'ispirazione.
E allora mi sono risposto così.
La storia raccontata dal film (al netto delle necessarie prese di posizioni per far pendere le preferenze dello spettatore tutte dalla parte di Margaret) è in realtà un brufoletto nella storia dell'arte contemporanea (come d'altronde lo è il pop surrealismo). Certo ci sono quelle cose del catalogo pubblicato (ma da quale editore? Ne ho visti di libri dedicati ad artisti ignobili, ne ho viste di cose che voi umani, tele da combattimento in fiamme al largo dei bastioni della Tiburtina...). E poi quella cosa dell'Esposizione internazionale. E quell'altra dei milioni di dollari, che insomma, fare i milioni di dollari in America - se ti dice bene - non è poi così difficile e non è neanche una cosa che fa tanto notizia.
Sia mai che è mia inettitudine.
Il film racconta proprio di questo: Margaret, una giovane donna, ex-moglie e madre, cerca di sbarcare il lunario con il suo lavoro di artista (a dirla tutta è abbastanza scarsa), ma non riesce a vendere un quadro neanche fosse Piazza Navona.
L'incontro che le cambierà la vita (In peggio? In meglio? Si apre la discussione...) è quello con Walter, imbonitore di quelli che riuscirebbe a vendere degli occhiali a raggi-X a un cieco, uno che davvero ci sa fare con le parole, tanto che oltre a impalmare, sposandola, Marg, ne diventa l'agente, ma più che agente le ruba direttamente il nome e millantandosi autore dei quadri della moglie inizia a scalare le preferenze dei collezionisti, solo ed esclusivamente con la parlantina. 
Ah, la parlantina, ne ha fatti di danni. Agente è cattiva.
I due portano avanti la truffa per dieci anni dieci, diventanto intanto molto ricchi, anche perché Walter inizia a vendere i poster delle opere. A me questi che vendono i poster guarda... li ammiro molto.
Segue tristezza di Marg che non può essere riconosciuta come artefice dei quadri, scazzi con il marito che si rivela un mezzo pazzo, e via dicendo fino alla fuga di casa (alle Hawaii, porella) e la causa discussa in tribunale.
Ora, il film come detto pende totalmente verso la campana e carampana:

di Marg, raccontandoci di un Walter vessatorio, affascinante ma al tempo stesso autoritario, bugiardo cronico e con una forte indole criminale. Insomma 'no stronzo.
Ma cavolo, dieci anni sono tanti e pure Marg, secondo me, qualche colpa ce l'ha. Capisco che poi da certe situazioni ti ci ritrovi avviluppato e non riesci più a uscirne anche quando vorresti con tutto te stesso. Prendi me per esempio, con ChickenBroccoli...
Dai scherzo.
Insomma il film non è propriamente orrendo, ma ha una pecca troppo grande, grandi occhi, grande pecca: è orribilmente ordinario. È penosamente normale, come la giacca di Fantozzi quando va a caccia.
Brutton fa un lavoro che anche l'ultimo generico regista preso dal distributore automatico di registi avrebbe potuto fare, mettendo qualche "nota" personale in un paio di scene, queste: 
ma, insomma, niente che non si sia visto in alcuni video musicali degli anni novanta e in qualsiasi film con Amanda Seyfried.
E diamoci giù di Effetto Fluidifica.
Gli attori sono bravi, anche se insomma non è che ti puoi aspettare cattive interpretazioni da Amy Adams che si prepara alla sua settima candidatura ma zero oscar, e da Waltz, che è il solito ammaliante e fascinoso che abbiamo imparato ad amare ma che, per la prima volta, anzi forse la seconda, è un po' sopra le righe...

Fa un po' il Gigio, diciamo (per chi ha visto il film sarà lampante la somiglianza nell'abbigliamento). Però lo perdoniamo perché come Waltz non c'è nessuno. Lo amiamo anche se sta lavorando come un forsennato (sta in quello dei Boss 2 e nel prossimo 007) ma ci conquista sempre con la sua innata e invidiabile ironia.
Tornando un attimo al pop surralismo e agli occhi grandi e a tutti quelli che non mi dissero che copiavano i Keane, anche proprio nel modo di vivere, cioè sposarsi e fare le cose identiche, oppure farle insieme. Prendi per esempio Sas Christian, che fa queste cose qui:
e prendi poi il marito Colin Christian, che fa queste cose qui:
Praticamente la stessa cosa (non fosse che Colin fa delle maschere giganti che dal vivo signora mia). Ma più di tutti mi sarei aspettato almeno una citazione dei Keane  da Marion Peck, che fa queste cose qui:
e dal marito Mark Ryden - quello che si può ben dire sia il più famoso pop surrealista di tutti - che fa queste cose qui:
E allora scusate se penso che qui il confine tra copia e influenza sia una discussione da prendere molto seriamente. Una discussione che poteva dare vita ad un film con maggiori sfumature di "lei è brava e buona. Lui è un ladro cattivone".
I coniugi Ryden infatti si sono - non so bene di seguito a cosa, probabilmente a qualche troll su FB - sentiti in dovere (e nella posizione, in effetti lo sono) di dire la loro sul film, questa:
The story of Margaret and Walter Keane as presented in the Tim Burton movie “Big Eyes” will no doubt be the one accepted by history. But it is important to remember that there is more than one side to any story. Margaret’s version, the one recounted in the movie, is very appealing. After all, women have been oppressed and taken advantage of by domineering men for a very long time. It is refreshing to think that the truth has come out, and a deserving female artist is finally being given her due credit. But a closer look at the paintings tells a different story, one that is more complicated.
There is no question that Margaret painted on Walter's paintings. Her handwork is evident in the faces, especially in the shiny eyes, of all those sad waifs. However, that does not mean that the paintings are "hers". A careful examination of the works made during their marriage reveals the participation of another hand. There are atmospheric pallet knife effects and painterly backgrounds that never again appear in her work after their divorce. Post- divorce, the color pallet changes and there is a shift of mood from sad to happy, which has been attributed to her religious faith, but the differences are more profound than that. The earlier paintings have a haunting quality, a tension, a kind of dark soulfulness that never shows up again. These early compositions are less “controlled” than her later paintings.
During their marriage, at the same time these sad children were being painted, Margaret was making her own paintings, all signed MDH Keane. The subjects of these works are mostly elongated pretty ladies with flowers or perfume bottles. They have a cool retro vintage feeling, but a kind of superficial surface "style". They lack the angst that imbues the other Keane paintings with power. Her hand, though skillful, is stiffer and tighter in her own paintings than in the ones that were attributed to him. This hand and palette are consistent with all the work she has done since. If Margaret is truly the “creator” of both of these bodies of work, she would have to have a split personality.
Margaret’s victory in court was based on the fact that during the legal proceedings over the authorship of the work, Walter refused to paint, claiming a sore arm, while Margaret was able to produce a painting before the jury. This seems to make the case clear, but all it really proves is that Walter was incapable of making the paintings without Margaret’s help. She had technical skills much greater than his. He could join a long list of artists, including Jeff Koons, Damien Hirst, Takashi Murakami, etc., all of who are not capable of making one of their paintings on their own. To the eye of a person who truly loves the early work of the Keanes, it is apparent that Margaret is likewise incapable of producing a proper “Keane” painting without Walter. Margaret’s paintings since the divorce lack a crucial spark. They almost seem like lesser “copies” of the early work. It seems that Walter was a creative, eccentric, and troubled person. It may well be that the entire theme of sad children was his vision after all, and it was the sadness, the pathos, that gave their big eye art of the 50's and 60's the haunting quality that made it a sensation.
-Mark Ryden & Marion Peck

Added by Marion Peck:
Hello, everyone. My name is Marion Peck. I am married to Mark Ryden. I co-wrote this post with him, but we posted it on his account because I really don’t like Facebook much, and never have participated in it. I am giving it a try now, because there are a few points about this story I would like to emphasize. To everyone who is saying “A man wrote this” etc., I would like to say no; I , who am a passionate feminist, wrote this too.
I would like to address something many of you are voicing, that Margaret’s paintings became “happier” because she escaped from an unhappy marriage.
During their marriage, she also was also producing a body of work freely and completely credited to her, in fact widely promoted for her by Walter, which shows no signs of sadness. Why, given the situation, would she let her “true” art, which reflected her real feelings, be credited to him, and reserve the “fake” stuff for herself? Perhaps qualities of “happy” and “sad” are not what we should be looking for in the differences between the early and late work, but subtler qualities of psychological power and depth as opposed to surface “style”. Margaret’s later work is, frankly, blander, more illustrative and superficial. This is not what happens to a person’s art when they get “happier”.
The truth of the Keane story no doubt lies neither in her side nor in his side. It is almost certain that the work that became famous was a collaboration between them. The movie does not show this at all. Of course, how this collaboration really worked itself out is a matter of opinion. Without a doubt Walter Keane embodies a Ron Burgundy style of character, who could not bring himself to admit that Margaret was an essential to the art that made him famous. And this is why we are all so eager to attack him. Quite possibly he deserves some of the derision that is being heaped upon him. But it is also possible that Margaret is not being honest about their history either.
A me sembra tutta una serie di mani avanti e dietro che fanno a gara. Ma di certo su molti aspetti (soprattutto sui personaggi tagliati con l'accetta) hanno ragione. Certo è che se vivi insieme e fai le STESSE cose un po' di attacchi te li devi aspettare.
Attenendoci al film, anche questa volta nulla di fatto per Brutton, che nonostante sembri finalmente libero dal giogo di Gionni (uno che invece non è libero dal giogo di se stesso idiota) e di Helena Bonahm (la presenza di Kristen Ritter nel film non me la racconta per niente giusta, ditemi se non potrebbe essere la prossima musa nonché moglie di Tim), non riesce a fare un film suo, suo veramente. E sapere che sta lavorando al seguito di Beetlejuice mi fa fare questa faccia qui:

Per festeggiare l'abbigliamento di Waltz nella sua prima scena ecco un favoloso poster di gente che veste righe fatto da Noelle Stevenson
[Clicca ma meglio ancora se vai qui].
Questa la canzone di Lana Del Rey per il film. La canzone mi piace.

Se Lana vince l'oscar si ride. Ridiamo noi perché lei porella con tutto quel botox non ci riesce più
Il poster effetto Droste mi piace più di quello ufficiale
Chiudiamo la pratica "big eyes/big lies" con un bell'illustraposter di Anna Benjamin da cliccare:

CB ANTEPRIMA • La teoria del tutto

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La teoria del tutto
Trama: Se non ora quanto.

Questo è l'anno dei geni? Siamo alla seconda settimana di gennaio e ne conto già tre. Turing, Stephen Hawking. 
Sarebbe stato bello fare un 2x1 con il raffronto diretto tra Turing e Hawking, una bella corsa a ostacoli, ma su Turing stiamo preparando una recensione "pettinatissima" (aumma aumma) e quindi è arrivato prima Stephen, ha messo il NOS.
Lo devo premettere, questa recensione potrebbe essere zeppa di battute sull'infausta condizione in cui versa (!) Stephen, condizione fisica, non solo quantistica, e lo sapete perché non mi sentirò mai in colpa di fare battute tipo "Stephen pensa. Si sentono le rotelle che girano."? Perché Stephen è un personaggio che ha la più grande dote che un uomo può avere; no, non la genialità necessaria per parlare di buchi neri e viaggi nel tempo con coscienza fotonica, no, Stephen ha il sense of humour più grande di tutta la galassia. 
Voglio dire, Stephen ha fatto questa cosa qui una volta:
E non scordiamoci che Stephen ha raggiunto il picco più alto di riconoscimento a cui uomo possa aspirare. Ovviamente non parlo del Nobel, ma di questo:

e di questo:

Questo è essere Geni. E al tempo stesso essere Uomini Veri. Essere in grado di far dimenticare in una battuta la propria condizione, distruggendo con sarcasmo e intelligenza il pietismo e gli sguardi fastidiosi.
Certo, poi se ti soffermi un attimo - basta un attimo - a pensare che quel cervello, quel cervello ENORME, è costretto in un corpo così penosamente martoriato dalla malattia, ti sale una rabbia enorme, perché non è giusto. Una specie di Armin Zola, ma buono.
Poi ti calmi e pensi, o meglio ti chiedi, e se proprio quella condizione così sfortunata non è stata parte della sua grandezza? Ovvio, la sua genialità era palese sin dall'infanzia quindi sarebbe comunque diventato un grande scienziato, ma la mia domanda sfiora la possibilità che proprio la costrizione di dover comprimere il pensiero (ricordiamo un pensiero galattico, non la lista della spesa, che io manco mi ricordo cosa devo comprare, oltre a tonno e pasta), quindi doverlo esternare con la maggiore ottimizzazione possibile, senza la possibilità di appunti, appuntini, scritte sui post-it, insomma ordinare allo stremo la comunicazione, dieci parole alla volta, non sia un punto fondamentale della sua ricerca, del suo approccio al mondo e allo spazio.
Ma questi sono pensieri random, sono granelli di pulviscolo se confrontati con quello che può avere lui in testa.
Una testa affascinante, complicata, sardonica allo stremo (e l'ironia e l'autoironia... nel suo caso la sedia-ironia) è sempre la cosa più importante del mondo) e al tempo stesso pura, aperta. Ecco quello che il film riesce benissimo a centrare e raccontare. Un film bellissimo su molti fronti, un film su cui c'è molto da dire, ma che alla fine verrà ricordato per la pazzesca, incredibile, miopiedesinistresca interpretazione del protagonista, che, come recita l'adagio, "prenota già da ora il suo oscar".
Eddie Redmayne riesce in quello che - almeno per il sottoscritto - è il lavoro più difficile che un attore possa fare: recitare uno storpio senza diventare un totem di pietismo ambulante (!). Ci sono riusciti in pochissimi (e francamente mi viene in mente solo il citato Daniel Day-Lewis del Mio piede sinistro) e la deriva Simple Jackè sempre dietro l'angolo. DeNiro in Risvegli? Dustin Hoffman in Rain Man che poi va a prendere l'oscar uguale? Meglio non ricordare quel tipo fatto da Edward Norton poi...) e quando accade è speciale, perché l'empatia per il personaggio raggiunge il 100%, forse lo supera pure.
Non hai più difese, la tua posa da spettatore stracritico (come il sottoscritto) che dice "sì ok bravo, ma è anche "facile", una volta trovato il modo di "storpiarti", si frantuma contro lo sguardo fiero e il corpo storto e pensi a quanta fatica possa aver fatto un tipo così oggettivamente bello:

a lavorare su ogni muscolo per accartocciarsi su una sedia e, sul finale, perdere totalmente la parola e riuscire a recitare con gli occhi.

Bràvo Eddie. Bràvo.
Poi certo, la volontà chiara di glissare sui buchi neri che inevitabilmente Stephen deve avere in sé (ha tentato il suicidio?) è lampante, il film ha una morale positivista e la frase finale "finché c'è vita c'è speranza"è il messaggio ultimo che vuole consegnare agli spettatori, ma lo fa con garbo, senza pietosismi o "strappacorismo". Certo se non piangi in certe scene sei veramente un cuore di pietra, o un robot.

Il film spinge anche molto, moltissimo, sulla storia d'amore con Jane (una bellissima e guai a chi dice il contrario d'altronde da queste parti ce n'eravamo accorti molto tempo fa) Felicity Jones, che comunque è anche molto brava, anche se il compito era ingrato perché il film è mangiato a quattro ganasce ma con la cannuccia da Eddie.

E forse aver spinto sull'accelleratore di particelle amorose è la parte un po' troppo melensa del film, con il parallelo Amore-Tutto che diventa un tantinello ridondante, anche nelle immagini


Ma appunto, la fierezza e paradossale gioia di vivere che Stephen trasmette è talmente alta che anche il lato puramente romantico del film si inserisce bene in tutta la formula.

La teoria del tutto forse non sarà un Capolavoro assoluto, ma di certo è un film che svolge il suo lavoro più che perfettamente. Di certo con maggiore convinzione e sapienza di Imitation Game. Oh! A proposito! Ma lo sai la cosa pazzesca! Che anche Benedict è stato Stephen (ma senza storpiature) in un serial BBC, che, guarda un po', è tutto qui sottotitolato:

La teoria del tutto non si sa qual è. Io ne ho formulata una, non troppo innovativa mi sa, anzi forse è la teoria più antica del mondo. Ma ho come l'idea che Stephen possa essere sostanzialmente d'accordo:
Verso l'infinito... e oltre!
Come? Mi sono scordato di elencare il terzo genio? Ma, andiamo, usate un po' di materia grigia. C e B. Correct.

CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE PARTY al KINO

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Come se non si fosse capito STASERA c'è grande festa alla corte la fa Broccolo, c'è nel regno una rivista in più, verdi pagine e rosa di plancia, CB ti chiamerai tùùù.
Esatto! C'è il 
CHICKEN!
BROCCOLI!
KINO!
MAGAZINE!
PARTY!
Un party bello e buono (dove il bello sono io e i buoni siete voi che venite) nel cinema più fig(hett)o di Roma: il KINO, da una parte bistrò, dall'altra cinema! Tutte e due le parti il posto perfetto per il debutto in società di CB!
Ecco la locandina:
Vi spiego meglio di che si tratta? Dunque ci saranno i seguenti illustratori:
RITA PETRUCCIOLI
STUDIO PILAR
(Giulia Tomai • Giulio Castagnaro • Andrea Mongia • Andrea Chronopoulos)
IRENE RINALDI
MARCO ABOUT
LUCAMALEONTE
RISE ABOVE
MARGHERITA BARRERA
VANESSA FARANO
IL PISTRICE
FONZY NILS
dal vivo! Li vedrai proprio in 3D e senza bisogno di occhialini (se sei miope non è colpa mia). 
La cosa più bella è che ci sarà una RIFFA CHICKEBROCCOLESCA!
Funziona così: 
• Durante la serata gli artisti realizzeranno un'illustrazione cinematografica (qui già si parla di Willy l'Orbo e Steve Zissou... curiosi di sapere gli altri?). 
• Chiunque acquisterà un prodotto Chicken Broccoli (magazine, poster, magliette, shopper, poster CB Awards 2014... di roba ce n'è! Preleva al bancomat prima di arrivare.) riceverà un numero.
• A fine serata saranno estratti i numeri dei fortunati vincitori delle illustrazioni originali! 
Bello no?! E conta che i numeri sono così:
A fare da contorno alla porzione di arte, pollo e broccoli ci saranno colonne sonore con DJ pure carina! Letture dal magazine da lettrice pure carina! Serigrafie! E un megamix di scene cult dalla Storia del Cinema!
E poi, ovviamente, io.

Ok, fate conto che potete venire anche solo per tutte le altre cose tranne l'ultima.

VI APETTO! DAVVERO! E se va come deve andare giuro che faccio un supercut della serata tutto così:

Le informazioni le trovate QUI.

Automatta

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Automata
Trama: Il minipimer bianco

Di robot al cinema ne abbiamo parlato tantissime volte: qui, qui, qui e qui, qui, qui.
Adesso ne parliamo anche un po' in spagnolo (anzi, non è la prima volta) e lo facciamo por Automata, la pelicula de fantassientifica finsiòn para Antonio Bandoleras chi fa Blade Runner ma che para unas pelicula de Blomkamp, quelo de Distrietos Nueve.
Dunque sì, questo film ripesca in gran parte l'immaginario fantascientifico del film di Scott (pioggia, macchine che vanno lente, è tutto blu) ma lo mischia con quello di Blomkamp (ruggine, polvere, è tutto marroncino ocra), anzi manco lo mischia, diciamo lo condivide, metà film in un modo, metà in un altro; e racconta l'ennesima storia di convivenza difficiletra umani e robot 

Robot ormai indispensabili, logicamente antropomorfi e soprattutto senzienti (cioè che si autoprogrammano, ovviamente sempre secondo le Leggi di Asimov, che l'hanno fatte affà ste regole se poi nessun roboto le rispetta poi...) Ah, sì, mo' sta a vede che seguo le leggi.
Comunque presto detto: Antonio è un tipo taciturno che vive in un futuro taccitua dove l'uomo è disperato e ci stanno quelli dentro la città fortunelli e quelli fuori dalla città poracci che è tutto un deserto. Praticamente il Medioevo.
Alcuni robot iniziano a dare di matto e finisce che rapiscono Antonio - che è anche un agente assicurativo che indaga sui robot difettosi - per portarlo nel deserto. Infatti come detto metà film è blu e metà è marroncino.
Cosa c'è di buono in questo film? Oltre al fatto che si fa guardare senza far veramente mai incazzare o schifare, solo grazie a un miscuglio di cose già viste, c'è anche che ci sta un'apparizione di Melanie Griffith che viene subito sparata nella testa, che è sempre un bel vedere.
Il resto è un po' dimenticatoio, ma non mi sento di dargli il Broccolo solo perché così, a pelle che abito, Antonio mi sta simpatico, secondo me è mezzo scemo, quindi un po' sono portato a perdonargliele le cose che , di certo essere il marito di mille anni di Melanie deve aver lasciato qualche segno. Guarda come s'è ridotto infatti:
Dal film non vi aspettate qualcosa di diverso deggià-visto in nessuno dei comparti: la storia è vista, la sceneggiatura ha dei buchi che manco le gambe di Melanie, in quanto a mecha-design siamo dalle solite parti iMac a forma di uomini come Io Robot 

e insomma, per capire il grado di deja-vu che in italiano si dice deggià-visto del film basta vedere questo:
ma proprio per questo non è orrendo, come se ammettere implicitamente di essere un film derivativo da mille altri lo faccia diventare un prodotto più onesto di chi invece grida all'originalità.
L'unico rischio che si sono presi è scritturare quel poraccio di Dylan McDermott che ormai è ridicolaggine ambulante

se lui è la quota americana del film (una coproduzione Catalogna-Kansas probabilmente) stavano proprio male... anche per questo un po' gli si vuole bene al film, non essere orrendo con McDermott dentro è stato un miracolo.
Insomma i soliti automi. Robot col cervello e i sentimenti. Quando vedremo qualcosa di nuovo? Intanto è uscito il secondo trailer di Chappie, che a proposito, arriverà in italia con il favoloso titolo Humandroid. A sto punto perché no Robotuomo?

Io me lo vado a vedere. Anche se tanto nuovo non mi sembra. 
Yves-José Malgorn ha fatto i raggi X a qualche robot famoso:
Un paio di robocorti non male:

Voi continuate a seguire i sempre genuini e naturali consigli di Antonino:

Altro che robot.

EXODUS! MOVEMENT OF JEW PEOPLE!

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Exodus - Dei e Re
Trama: Testa a Testamento

SIGLA di nove minuti di Il Faraone cerca moglie e le fa fare il balletto da tizio con faccia mummificata che fa mossette equivoche!

Questa passione di Ridley Scott di prendere la Storia e farci dei megafilm d'azione caciaroni megaeffettoni speciali e tutti coi bei discorsetti motivazionali fatti dal comandante/generale/messia di turno sta diventando un po' ridondante.
Dove sono le atmosfere del bel Ridley di un tempo (ricordiamo cosette an passant come Alien, Blade Runner, I Duellanti), insomma uno che la Storia del cinema l'ha fatta eccome, un po' meno la Storia al cinema. 
Dunque ecco l'ennesimo film finto-storico di Ridley, che dopo gladiatori calciatori, crociate infrociate, ladri urlatori (VI PREGO di leggere questa recensione in cui prevedevo come Frate Indovino quello che sarebbe successo in Exodus!) e alieni ravers (che lo so non è storia ma se ricordate era una specie di risposta al darwinismo dove al posto di scimmie c'erano xenomorphi), si dà al megapeplum religioso che ormai va di moda, e dopo Noè, ecco Mosè, arriveranno alla Serie TV sulla Bibbia? Ormai è come quando in TV facevano ognissanto, ma in versione hollywoodiana un pò action.
C'è una cosa che devo dire subito però: non mi sono sbagliato con quel Chicken lassù - il Dio del Cinema come sapete guida la mia mano e io sono esente da errori - il film infatti si fa guardare senza noia e, al netto di tutte le critiche si possono fare al fondamento stesso dell'operazione, fa il sacrosanto lavoro di farti passare quelle due ore in santa pace divina, tra chicchi di grandine grossi come palline da ping pong

e gente che urla "IO SONO DIO!", niente che non si ripeta ogni giorno a casa mia, peraltro.
Poi certo, ci sono anche le scene di ridere forte alla faccia di John Turturro e Sigourney Weaver truccati come fossero in uno sketch del SNL

e questa accuratezza storica talmente accurata che fa riempire il film di bandierine che paiono vessilli medievali che forse gli erano avanzati da Robin Hood

Ora, io non sono un egittologo, ma faccio proprio fatica a credere che quelle bandierine c'erano nell'antico egitto. Nelle illustrazioni dei libri delle medie proprio non me le ricordo.
Comunque non condanno come tanti questa operazione, quella cioè di rendere una storia che siamo abituati a vedere al cinema in veste di film rispettosissimi di tutte le religioni ma di più di quella Cristiana, con tutti delle barbe bianche e le facce tutte serie guai se non metti la scena del pippone cattomoralista (o al limite mi torturi Gesù per tutto il tempo come ha fatto Mel Gibson, cosa che abbiamo poi scoperto gli deve essere piaciuta parecchio) un action a tutti gli effetti, fatto di spade, battaglie, primi piani di gente incazzatissima inframezzate da spiegoni sentimentaloni tagliati con la spada dorata, tutti pieni di effetti speciali; primo perché se ci pensi è uguale uguale al Gladiatore, solo che lì tutto bene e pure oscar miglior film perché tanto che volete che sia sbagliare gli anni di costruzione del Colosseo e mettere le staffe ai cavalli durante i tempi dell'Antica Roma, bazzecole rispetto a Russel Crowe che prende a pizze trentatrè tigri, mentre qui si riscoprono tutti piramidologi e non gli sta bene che Mosè non potesse essere Batman. Perché poi?
Io so quello che ho visto, e quello che ho visto è un filmazzo che per fortuna sua ha due interpreti capaci; ecco, se Mosè fosse stato Russel Crowe con il suo physique du role da Umberto Smaila sarebbe stato una noia. O uno spasso. Sono fissato con Russel Crowe perché è attore feticcio di Scott e secondo me Scott ha rosicato che non poteva fare Mosè perché aveva fatto già Noè.
Insomma Christian Bale basta che me lo inquadri e qualsiasi cosa fa ha la sua forza espressiva enorme. L'altro fa quello che ci aspettiamo da un Faraone nel 2015: er coatto. Faracoattone.
Interpretato ai limiti dell'ultra della A.S. Cairo di periferia come ormai si sta specializzando a fare il buon australiano (australia-egitto una faccia una razza) Joel Edgerton, che dopo Warrior e Gatsbyè ormai il fisicato più attaccabrighe che c'è, fa il tamarro con l'eyeliner pesante che non ci vuole proprio stare a questo fatto che Mosè vuole portargli via tutta la forza lavoro e dice "Mo' se, lallero, sta a vede che te do tutta la forza lavoro mio poi le piramidi mia chi me 'e costruisce? L'alieni come in Stargate?". 
Christian Bale Exodus animated GIF
Ma non sa che Mosè ha dalla sua parte uno che meglio che non lo fai incazzare, tale DIO, che infatti gli fa quel giochino di prestigio delle dieci piaghe d'Egitto, da non confondere con le dieci pieghe d'egitto che non esistono infatti gli egiziani si sa che hanno inventato il ferro da stiro e vestivano tutti inamidati. 
Insomma il film non mi ha fatto schifo come tutti in chiesa si aspettavano, punto. 
Farsi qualche sorriso sotto i baffi per Jessus Pinkman è cosa pia e giusta

Una cosa che invece non mi è piaciuta è il maltrattamento dei poveri animaletti in CGI del film. Tra coccodrilli cannibali, rane putrefatte, cavalli morti affogati da soli che la pena di vederlo solo soletto morire senza neanche un Atreju a tenergli lo zoccolo mi ha fatto tanta tanta pena

caprette sacrificate, c'è anche quella scena del pollo spanzato per leggerne le viscere che mi ha profondamente scosso! Che brutta scena! Un esemplare del mio popolo spanzato per il volere folle del Faracoattone! Andiamo tutti via dall'Egitto polli miei! Seguitemi! Vi porto nel pollaio promesso! Altrimenti vi scaglio l'undicesima piaga! Ed Io creò Broccolo a sua immagine e somiglianza dicendo "Ma guarda che bello!". E Broccolo disse: "Puoi farmi subito una Chicken grazie? Anche più di una va. Eh no! Nun ce provà che la costola è mia! Tieni usa questo bastoncino che ho trovato per terra..." E DIO SCAGLIO LE PIAGHE BROCCOLE SUL POPOLO DEL SITO! Messaggi di whatsapp con scritto "Tette?" nel cuore della notte! Inviti a party che sembrano minacce! Recensioni con i link che non funzionano tipo questo e questo! Ma Io sa anche essere misericorioso. Vi perdono. Vedi, dimenticato, dai amici come prima.
Comunque ve lo dico, io ora quanto è vero Io pretendo i film megaproduzioni hollywoodiane su Acaz, Zorobabele, Putifarre, Onan (qui si riderebbe tantissimo), Maccabeo (solo per vedere 'sto nome su una locandina)  e Sisara (interpretata da Eva Greene ovviamente). Invece loro che mi fanno? Il solito vecchio Gesù. Speriamo lo mischino con Trainspotting.
Effetto Mosè:



Ma se lo potrà fare un bagno Mosè? Cioè se Mosè va al mare se lo può fare? Pensa che palle manco i piedini a mollo può mettere, manco un pediluvio.
A proposito di egiziani, ecco un po' di faraoni e faraone del passato più o meno recente al cinema



Ed ecco che rischiamo il trend Faraone in venti giorni del 2015 (e se X-Men Apocalypse avrà quel tono egittologo come nella scena a fine film passato futuro, il trend c'è!):

(E dire che io lo aspetto pure un pochino. Poi ho visto scena di piscia di scimmia gigante in testa che ci piace tanto perché ci ricorda quel film minuscolo con Jack Black  e fine attesa).Sai pure a chi gli piace l'egittologia? A Josh Ln che ha fatto queste cose geroglifilmiche qui:
Psso aggiungere una cosa che non c'entra un cavolo ma che piace a me e che mi è venuta in mente solo perché vedendo le (belle) locandine del film ho deciso che "oro e nero va un casino quest'anno"? Gif animate nerodorate di Gaks Design
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Sigla finale che se la mettevano nella scena dell'adorazione dei finti Dèi tutti fumati tipo grande rave con le piante di maria infuocate che parlano era bellissimo:

3x1 • L'orrore. L'errore.

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E adesso senza nessun motivo apparente ci facciamo due passi nell'orrore e uno nell'errore. Iniziamo proprio da questo, traducibile con:
Trama: Finché la bara va, lasciala andare

È un film orribile.
Il che è un gran peccato. Perché la serie •REC è stata foriera di bellezza zombesca per tanti motivi.
Il primo fu che era uno dei pochi horror a lanciare la moda Telecamerina con piglio davvero, davvero valido: la Telecamerina in quel caso serviva, era addirittura necessaria a tutto l'impianto scenografico e stilistico: sballonzolavamo come stessimo ballando il flamenco seguendo la giovane giornalista e i pompieri in fuga dal palazzo zombificato. Scelta perfetta del palazzo vecchio con quelle case dai lunghi corridoi e alla fine la vecchia che ti inizia a correre contro indemoniata, le scale che non finiscono mai, la casa all'ultimo piano con zero illuminazione che nasconde la bambina portoghese; bel film quello, insieme a 28 giorni dopo (a proposito, di parla sempre più seriamente di 28 mesi dopo) e il remake di Dawn of the dead tra i miei preferiti del nuovo corso di Zombie di corsa, quelli che corrono per intenderci, altro che Walking Dead, io non ho nulla contro lo zombi centometrista, tanto che comunque sia in 28 che in •REC si parla di virus, il che giustifica il NOS messo ai morti. Quindi •REC 1 bello. (Mentre il remake uno schifo inutile. Il seguito del remake qualcosa di imbarazzante.)
Poi venne •REC 2, che nonostante ci rivelasse una piega della storia che non ci piaceva poi molto (il fatto che l'origine della zombificazione fosse effettivamente una roba di possessione demoniaca e non di virus) era ancora non male come regia, ancora Telecamerina e ancora paella horror che non si faceva parlare dietro e prendeva a schiaffi qualsiasi tentativo di horror italico, checché ne dissi io.
Poi due registi (Balaguerò e Plaze) decisero di dividersi e fare ognuno un seguito di •REC da soli. Intanto con filmastri i beata solitudo tipo questo. E poi con due •REC lontani ma cugini.
•REC 3 - Genesis fu molto importante perché con una scena ai limiti dell'iconografia definiva la fine di Telecamerina. Telecamerina no mas, guapa. Ed era un divertente mix di matrimonio e zombi, con la protagonista cazzutissima e un aumento per l'attesa di questo ultimo capitolo.
Che è arrivato, e per ripetere il concetto, è un film orribile.
La storia parte dalla fine di •REC2, con la stessa protagonista del primo che, salvata dai pompieri, viene trascinata su una nave. Infatti è tutto ambientato su una nave.
Ora, l'ambientazione navale poteva essere interessante (già questo era un horror marino niente male) e dopo gli zombi in aereo ci divertiva pensare agli zombi in crociera. Peccato che tutto, ma proprio tutto, sia a dir poco dilettantesco.
Dalla recitazione ignobile (e capire che uno spagnolo, lingua musicale anche se dici "Olè!", sta recitando male vuol dire che proprio sei un perro) a una storia buttata lì (ora non è più possessione, ma neanche virus, ora è addirittura parassita vermone (sì, ok, nel 2 l'avevamo visto il vermone ma pensavamo fosse una rappresentazione del demone):
che passa di corpo in corpo, ma non zombificandolo, il famoso portatore sano.
La cosa peggiore è di certo la regia, disordinata e incapace di creare ordine tra l'indecisione di fare ancora un po' di Telecamerina e fare un film normale. Quindi tra videocamere montate sul ponte di coperta e vere e proprie cineprese ma tenute a steadycam da uno col delirium tremens, il film ricopre di ridicolo un po' tutta la serie. Certe scene sembrano un comica
I morti correnti non sono brutti (anche se ormai basta un po' di sangue, due lenti rosse e qualche attore che urla)...
...ma ci sono delle scimmie zombi che pare di vedere un film della Troma, nel senso negativo del termine.
Speriamo quindi che la serie •REC sia finita - anche se così malamante, il che è un gran peccato - e nonostante la locandina animata (avete spinto ►?). A proposito di grandi miracoli del computer che comunque basta che spingi un pulsante fa tutto lui ecco un making of delle foto per le locandine. In effetti inizio a crederci a quella cosa che "poi con Photoshop fai tutto tu no?".
La metamorfosi del male
Trama: Luna park

E invece pensa che qui siamo dalle parti di un godibilissimo film horror di lup mann. Esatto, ora siamo nel pieno di moda uomini loop! Basta vampiri, lup mann va un casino quest'anno. E se vi dicessi che io ne so qualcosa fidatevi, e non è perché ho sempre la luna storta...
Ma prima di parlarne - sostanzialmente bene, c'è da dire una cosa: non ti ho appena detto che Telecamerina è morta (lo dice proprio •REC3)? E perché non accettiamo questo fatto con la pace nel cuore e la smettiamo di fare film FINTI-Telecamerina? Cioè fatti con una regia a tutti gli effetti per essere gestita con cineprese vere, ma poi le usi come fossero telecamerine. Questo errore veniale è lo strascico dello strapotere di Telecamerina negli horror (vedi anche questi tre horror, o questo film che horror non è ma paura la fa anche di più). Infatti il film ha la struttura del film telecamerina (interviste, corse sballonzolose, riprese che si interrompono perché la pila è scarica)... ma lo fa con attrezzi professionali e spesso e volentieri si scorda proprio di essere finto-Telecamerina.
Detto questo La metamorfosi del male (complimenti per il titolo che in originale è WER, capito come? Wer... ewolf) si fa guardare bene, e il protagonista lupacchiotto, lui
Oltre a sembrare me quando lo scorso agosto mi è venuta la congiuntivite acuta (referto horror-medico QUI) è davvero pauroso. Un gigante che per un po' te lo fa pure credere che potrebbe essere buono, ma poi...
Oltre a questo poco da dire in effetti, il film è semplicemente onesto e il fatto che si parli di Uomini Lupo, quando ultimamente la categoria horror licantropa - che personalmente adoro dai tempi di Voglia di vincere, quindi molto prima della moda delle barbe - è sempre un po' bistrattata. Benicio non fu male, quello cartoon penoso, Leo non c'entra nulla.
Auuululiamo tutti insieme come faceva Pippo:

The Babadook
Trama: Mammina bara

E questo è un caso molto particolare, il più consigliabile dei tre, e anche il più autoriale.
Un'autrice donna per essere precisi, Jennifer Kent, che viene da Babe va in città, quindi insomma un bel cambio di marcia, e sembra che la cosa abbia bisogno di essere sottolineata, perché in effetti un horror a mano femminile è difficile da trovare e, soprattutto, il piglio del film, nonché la storia raccontata, è così al femminile che acquista un valore proprio, specialmente, per quello.
La storia è semplice - e per chi la volesse leggere a fumetti ci ha pensato la prode Eleonora Antonioni QUI , anche se quando avevo letto "la storia di "un uomo nero che entra nella tua stanza di notte per possederti" avevo capito altro- mamma ha problemi perché bambino ha problemi, bambino urla sbraita fa cose violente lo sai a che ora si è svegliato? Alle 6 di mattina. Bambino ha vomitato.
I problemi della mamma sono più che altro che il marito/padre di bambino è morto portando lei all'ospedale (il secondo o terzo che muore così se non ricordo male. Uno dovrebbe essere quello di A l'enteriour, l'altro di quel film spagnolo. Poi dici che non ho figli...). Lei rimane solo con bambino, solo che bambino è questo matto qui:
Solo che questo non è un video di Internet col bambino uscito dal dentista


e neanche la sua presa in giro ad opera di Gordon-Levitt


questo è un film dell'horror.
Dunque mamma non sta bene, questo è chiaro: mutismo, rassegnazione, insonnia. 
I due non si aiutano molto a vicenda: il bambino è matto, la mamma depressa, non ne può uscire nulla di buono. Non fosse che in questa coppia di assurdi si insinua una figura maschile tutta particolare: il Babadook.
Ora, prendete il Mago Galbusera (che già si suo un bel po' di paura la faceva) e intingetelo nel bitume, ecco a voi il Babadook:
Ha il cilindro per cappello due canini per gemelli... A parte gli scherzi è ovvio che il Baba(u)dook è preso pari pari dal cinema espressionista tedesco e tizi come Chaney:
Insomma 'sto Babau con la faccia da pagliaccio con la paresi facciale arriva da un libro che mamma trova per caso
un bellissimo pop-up (lo sappiamo che i pop-up sono stupendi sempre) con la filastrocca del Babadook dentro. Non fosse che il libro difficilmente potrebbe essere considerato un libro della buonanotte:
Da quel momento il Babadook infesta i sogni di mamma e figlio, solo che se prima lui era sciroccato e lei la parte pacata, quando arriva il Babadook le parti si invertono e la mamma diventa una sbiellata completa mentre il ragazzino inizia a fare cose sensatissime come costruire tracobetti per difendersi che manco Mamma ho perso l'aereo.
Certo bisogna dire che se un uomo ti arriva nel letto e ti dice queste paroline dolci all'orecchio


un po' paura la fa. 'Na mentina no eh?
Il film è oltremodo interessante (anche se in effetti l'osservazione di Eleonora è giustissima, cioè che pare molto più lungo di quello che realmente è), che regala visioni non comuni per un film la cui storia comune lo è eccome (Questo bimbo a chi lo do, lo darà all'Uomo Nero) e ha più rimandi al thriller psicologico neuropsichiatrico simil-Polansky (soprattutto L'inquilino del terzo piano) che agli horror moderni tipo quelli di Oren Peli. E meglio di quello di due anni fa che era sempre "maternità vissuta come roba che fa davvero paura", notate please la forma del Babadook quando apre la pagina, notate la fine simbologia triangolare e oscura: palesempre uterino, il mostrone.
Armadi che cigolano, qualcosa/qualcuno che gratta alla porta, vestiti appesi che al buio sembrano uomini cattivi, il compendio classico dei film sull'Uomo Nero è al completo e l'atmosfera è davvero il punto saliente del film, atmosfera pesante e di follia che cresce cresce e finisce in... 
Fa paura (o perlomeno mette inquietudine) in più punti questo Babadook, e la fa bene, quel tipo di paura che quando finisce il film (con una domanda aperto a cui io rispondo: lo fa. lo fa eccome.) e tu vai a letto, un'occhiata di più alla chiave dell'armadio per non sapere né leggere né scrivere né prendere la melatonina la dai.
Il film viene da questo corto:


L'illustratore autore del Baba non è Tim Burton ma tale Alex Juhasz. Il tipo lavora molto al cinema. Suoi i titoli di testa di United State of Tara (condividiamo la passione per i pop up):


e il prossimo Piccolo Principe al cinema. Detto questo non mi piace.
Invece sai chi mi piace horror?
Sempre lui, David SandbergOrmai va così, ogni film horror che vedo non penso ad altro che a un film fatto da lui. Fategli fare un film, eddai.
Vi metto qualche short horror (sono la mia nuova passione).




E come se questo post non fosse abbastanza lungo e pauroso ora vi beccate anche le gif stereoscopiche dei mostri di Saline Project
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CBOOO!

Guest piccolo grande amore

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The Guest
Trama: L'ospite è come il pesce palla, dopo tre giorni t'ammazza

Dan Stevens. Ma cosa è successo a Dan Stevens?
Io lo so che non vi dice un bel nulla questo nome qui, infatti non avrebbe detto nulla neanche a me se non mi fossi preso la briga di controllare di come si chiamava il beneamato contessino di Downton, al secolo Sir Matthew Crawley, conte pacioccone d'Inghilterra, baronetto di romanticismo e zoppia, lord di guida sportiva in macchine anni venti su strade sterrate mentre piove, duca di volevo andaremene dalla serie tv che mi ha dato notorietà per andare a Hollywood a tentare la fortuna come d'altronde stanno facendo molte delle mie colleghe alcune facendo film volanti con Liam Naason altre finendo nel Fappening.
In pratica lui:
E cosa gli è successo? Gli è successo che è diventato così:
Capito come? Da così:
A così:
E anche il suo rapporto con il gentil sesso è cambiato. Da amore per le stoccafisse inglesi
a sconvolgiamo le giovini contadinotte americane con tutta la fatica che ho fatto in palestra:
E insomma l'ennesimo che dimostra (l'ultimo in ordine di tempo è stato Chris Pratt) che sì, PALESTRATO BADASS È BELLO! CICCIOFORMAGGIO TENERONE È BRUTTO!
Insomma sta tentando la carta americana, e forse ci riesce pure. Intanto anche lui, come la collega di cui sopra, fa i film con Liam Naason, che sono sempre una certezza (se di fallimento o di successo, non è dato sapere...) e poi facendo Lancillotto nel prossimo Notte al Museo.
Nel mezzo si spara questo film, straosannato da una certa critica, e nominato senza un vero motivo se non l'utilizzo di colori al neon
di un protagonista che TENTE di fare sguardling
e di musica anni 80 che ora mettiamo perché in effetti è bella:
Come il nuovo Drive.
A parte gli elementi elencati (che pare tanta roba, ma non lo è) il confronto con Drive è proprio stiracchiato. E vi spiego pure perché.
La magia fluo di Drive, col suo protagonista capace di violenza inaudita e momenti di puro eroismo disinteressato, con la sua colonna sonora pazzesca e la creazione immediata di icona (più film della vita per Ryan) fondava la sua forza sul caos, nel senso che la caosualità degli elementi che si erano venuti a trovare insieme in quel film fu perfetta e, soprattutto, naturale, lezione su come fare un film cult senza sforzo se non quello di fare un film.
Qui è tutto un po' forzato e si vede lontano un miglio: la volontà di "dai facciamo un personaggio badass ma affascinante", "dai mettiamoci della violenza inaudita", "dai mettiamo i colori fluo e la musica dance anni 80"è ammiccante ai lilmiti del pleonastico e sa tutto oltre che di già visto, anche di innaturale per chi dirige e per chi vi partecipa.
Il regista è lo stesso di A Horrible Way to Die, You're Next e di alcuni episodi di V/H/S e ABC of Death, uno che insomma si sta facendo una buona strada nell'horror (proto)autoriale. Qui tenta più l'action/thriller e nonostante alcuni spunti buoni e una certa onestà nell'andamento - pochi orpelli, per fortuna - si lascia andare a scene ridicole (l'assalto alla casa da parte del commando è degno di un film SyFy) che rovinano l'atmosfera generale.
La storia? Ah sì vabbè c'è sto tizio che arriva a casa di una famigli sfigata che ha perso un figlio in guerra, lui dice di essere un commilitone e si piazza a casa. Tempo due giorni inizia a prendere a pizzoni la gente che è una bellezza. La famiglia all'inizio non fa tante storie ad avere questa specie di soldato per casa, poi però le cose iniziano a prendergli la mano e finisce proprio a schifio. Con esplosioni, spari, pugnalate e tutto il cucuzzaro. Si scopre infatti che era un supersoldato, anche se alla fine sembra più un Terminator che un uomo, infatti:
No guarda anche se scrivendone mi pare anche a me più figo di quello che è (pensa a voi, starete già lì a cercarlo) per me è un Broccolo bello e buono e nessuno mi farà cambiare idea, perché è l'atmosfera rarefatta che ho respirato che proprio mi ha fatto storcere il naso.
Sai che forse era meglio che questi di Downton se ne stavano a Downton, perché lì le cose stanno cambiando! Stanno cambiando eccome:

A proposito di quel Drive che forse ho quasi la voglia di rivedere ecco che mi è venuto in mente il lavoro in clay di Lizzie Campbell.

CHICKEN BROCCOLI AWARDS PoPOSTER

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Per i Chicken Broccoli Awards del 2014 mi sono avvalso della collaborazione di 10 ILLUSTRATORI. Insieme abbiamo creato una serie di poster dedicati ai migliori film dello scorso anno. 
Riassumento CB AWARDS POpSTER: sono quella cosa che io metto su una cricca di artisti bravissimi, loro si impegnano tantissimo a realizzare cose che, diciamolo, in Italia si fanno davvero troppo poco e voi comprate queste splendide illustrazioni stampate su carta di qualità, con dietro la recensione ChickenBroccolesca e ci arricchite per sempre i vostri muri!
Quindi riecco  i poster dei CB AWARDS! E questa volta presentati come meritano e senza possibilità di dire "eh ma il post è lungo non avevo capito che erano in vendita anche se c'era scritto che l'avrebbe letto anche una talpa cieca e morta, e addirittura con tanto di cornice nera molto signorile 
E, se non si fosse capito, SONO IN VENDITA! Vedi? Sotto ogni poster il pulsante per acquistarlo! Costano 15 EURO cadauno. Non si legge? Proviamo così:

 

 
 
 
 
 
 
 
 
•  •  •
Ecco le specifiche cartotecniche:
• Misure 29 cm x 42 cm • Stampa su carta martellata 300 gr
• Sul retro sono stampate tutte le informazioni dell'artista
 e la recensione CB del film ritratto!

Li potete ordinare spingendo i pulsanti Aggiungi al carrello che trovate sotto le anteprime. Appena finito l'ordine spingete ANCHE il pulsante per le spese di spedizione qui sotto. (Da 1 a 10 poster pagate sempre 3 euro! Comodo no?)

 
MI RACCOMANDO QUESTO PULSANTE È IMPORTANTE!
Per qualsiasi chiarimento potete scrivere a cb@chickenbroccoli.it
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È (di nuovo) tutto. Inutile dire che se da una parte ci siamo noi che facciamo cose Belle (perché lo sono, Belle) dall'altra parte ci siete voi che dovete vincere la pigrizia che i social network ci hanno istillato like dopo like, dovete cercare di scavallare il "ehy lo voglio troppo ma ora mi metto prima a guardare un video di elefanti che aiutano il loro cucciolo", insomma l'imperativo è COMPRATELI perché solo se una cosa va bene si ha la forza di fare quella successiva (e questi poster vengono dritti dritti dalla carica di energia dello scorso Luglio, ricordate quanto eravamo contenti il 31?).
Quale hai comprato? Quello della Petruccioli? Bello eh? O quello della Farano? Pure quello pazzesco... E perché allora quello di RionettoTomaiChronopoulosBertonMongiaCastagnaroNils che t'ha fatto?
PS. Considerate infine il fatto che metterò un post sui posterini una volta a settimana se non ne vendo il numero che dico io. E poi una volta al giorno. E poi al minuto. Fate un po' voi...

Turing Club

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The Imitation Game
Trama: The Imitation Gay

Ragazzi. Parliamone. Questa cosa vi sta sfuggendo di mano.
Parlo dei bio-pic.
Se faccio il conto di quanti film di vita vera ho visto su grande schermo dall'inizio dell'anno non mi bastano le dita dei piedi (belle immagini, sempre dal vostro amico CB): scienziati, matematici, pittrici, corridori sopravvissuti, cecchini, uomini che dividono gli oceani (ah non è un biopic?).
Questo sulla vita di Turing è tipo il sesto, anche se in effetti il primo in ordine di tempo, uscito il 1°, visto il 1°, ma sarà il 3° di cui parlo, del 2° ne ho già scritto ne ho già scritto, il 5°, il 6° e il 7° arrivano proprio questa settimana. Numeri a parte l'andamento è chiaro: avete finito le idee.
Certo il bio-pic è sempre una buonaparata, c'è da sempre ed è un genere così vasto (vita, hello?) che regala talmente tanti spunti e personaggi che non si esaurirà mai, poi adesso che gli piace fare anche l'istant bio-pic potrebbero fare solo film di vita vera e non ci basterbbe una vita per vederli tutti. Tra un po' fanno un film pure sulla vita mia. 
Hollywood sembra diventata la programmazione delle fiction italiane.
Non trovate anche voi un pochino sconfortante che il fatto che praticamente 4 film su 5 - per esempio - candidati per migliore attore siano da vite vere. A me sì.
E poi c'è da dire che vi state impegnando proprio pochino ragazzi miei. Ce ne fosse uno di questi bio-pic che mi abbia davvero, ma davvero, entusiasmato (per non parlare di quelli che mi hanno fatto schifo, ma per quelli c'è sempre domani).
The Imitation Game non è brutto. Questo per nulla. Anzi arriverei addirittura a dire che è un bel film, se fossi un professore di matematica gli darei un bel 7+. Ma dio santo quanto siamo lontani dal concetto di grande Cinema non potete avere idea.
Ora, non dico che il discorso sia lo stesso fatto per, chessò, Il Discorso del Re (riassumendo per i pigri: film scritti bene, recitati bene, fatti bene, tutto bene sì ok ma dove sono i Capolavori? Mi pare proprio il compito del primo della classe a Scuola di Sceneggiatura in 10 Pratiche Dispense), ma ci si avvicina pericolosamente. Quindi bello, ma dannatamente poco coraggioso, quasi un oltraggio alla parola "occasione".
È bello da compitino 7+ questo film, ma non per merito suo. Il merito è tutto di Turing (ancora una volta) e della sua vita, un personaggio e una storia così dense che ci voleva davvero MOLTO impegno per fallire il colpo (impegno che invece è diventata missione in quell'altro film di qualche anno fa, Enigma, dove dell'omosessualità di Turing non v'era traccia).
Gli attori sono bravi, certo, e Benny Cumby è funzionale al tutto, con il suo background sherlockdisfunzionalholmesco che si adatta molto bene alla volontà di far apparire Turing un pazzerello sociopatico la cui antipatia non è data da spocchia o egomaniacalità (tipo me, per dire) ma solo perché il suo cervello pensa più velocemente di tutti gli altri e quindi è normale che poi non ci si capisce (sempre tipo me, per dire) e che si fa tutti gli schemini mentali (infatti mi pare sia anche troppo simil-sherlock, ragazzi...) e alla fine però è un essere umano e non una macchina, nonostante la faccia stramba
Quindi va benissimo Cumby, che se si fosse calmato un attimo da due anni a questa parte e non avesse fatto TUTTI i film che sono usciti (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8... dio santo manco la Chastain quando era l'anno suo) correndo forsennatamente verso la sua prima candidatura (meritata? Mah, ti dirò...) forse ce lo saremmo goduto di più e forse sarebbe maturato meglio come attore. 
Vi dico l'impressione che ho di Cumby? Che sia spuntato un po' così ad Hollywood, che non abbia fatto la famosa gavetta, che non vuol dire per forza ritrovarsi nei programmi TV che ti fanno vedere di quella volta che facevi il ballerino di dodicesima fila dieci anni prima, ma anche solo fare meno film, sfalciando quelli inutili, e non fare quello che è arrivato Grande Attore. Ecco, come se avesse fatto il salto della quaglia e fosse arrivato Grande Attore senza passare per il via (come la Chastain, d'altronde...)
Inoltre a livello lombrosiano ci siamo poco:
Magari come particolarità di cranio ok, ma sopra è quadrato e sotto è lungo, vedi?
Quindi certo, ci piace e l'abbiamo osannato più volte (ma soprattutto per Sherly), però il rischio imbuto è ampiamente superato. Insomma già che fa il megapiacione SEMPRE e già fa i video autoscherzando sul suo stesso nome

ironizzando sui Tumblr a questo dedicatimi pare prematuro. Come fosse già una superstar al pari di Clooney o Pitt.
Tornando al film sono qui a dirvi ok, vedetelo, è bello, è tutto al posto giusto - tranne ovviamente Keira Scucchia Denti Sempre Più Storti Ma Non Me Li Rifaccio Perché Io Sono Mia Anche Se Mi Stanno Rovinando La Faccia Kneightley che sa anche qui rendersi insopportabile con le sue pose da "sto recitando. ehy guarda, sto recitando ora eh. recito." Inguardabile e la sua candidatura è uno scandalo bello e buono
ma il problema nasce nei posti che sono stati lasciati vuoti, quello è la nota stonata, il calcono che non torna, del film.
Turing è stato un personaggio così bello, profondo, complicato, imperscrutabile, a suo modo fantasioso (pensa a come si è suicidato... mangiando una mela avvelenata perché appassionato da sempre di Biancaneve) che le parti che mancano in questo suo bio-picompitino da 7+ sono proprio quelle più interessanti, le più profonde, le più tragiche, quelle che potevano regalare le emozioni più sincere. Parti che sono state palesemente o edulcorate (dove sono i seni che crebbero a Turing durante la sua cura ormonale?), o dimenticate (dov'è, appunto, la mela?), o modificate per il bene di una sceneggiatura che doveva essere perfettina (la macchina creata da Turing non si chiamava Christopher, come il suo primo e unico amore, un vecchio compagno di college, ma Bomba e/o Colossus); insomma se fanno scrivere la tua sceneggiatura a uno che ha scritto Pirati vs Ninja qualche stravolgimento puoi aspettartelo, magari ti sorprendi pure del risultato 7+, ma ti viene da pensare che se avessero messo la vita (e la morte) di Turing in mano ad uno sceneggiatore davvero profondo avremmo avuto di che gioirne per mesi. Qui invece esci dal cinema e ti chiedi quanto ti rimarrà del film sotto e sopra la pelle, arrivi all'angolo e inforcato il casco già pensi a cosa cucinerai arrivato a casa.

Comunque non è che tutto d'un botto sono diventato un biografo di Turing, ma capita che qualche tempo fa due amici del Turing Club hanno dato alle stampe un fumetto BELLISSIMO, chiamato appunto Enigma
Parlo di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni. Vi metteri tavole e tavole del loro fumetto su Alan Turing, che è bello e VA letto, ma ho fatto di più, li ho contattati e gli ho detto "adesso voi fate un biofumetto su voi due che andate a vedere The Imitation Game e mi dite che ne pensate". Arriverà. Intanto domani decriptiamo gli oscar, va.
Per quanto mi riguarda mi sono tesserato al Turing Club nel lontano 2008, quando in seno (!) ad una rivista di arte che facevo, in un numero interamente dedicato al linguaggio e che quindi presentava le interviste nella lingua originale degli artisti e altri giochetti lessicali e alfabetici, scrissi in codice un intero articolo, questo:
[23 - 18 - 17 - 23 - 23 - 7]
Se veramente vi mettete a decifrarlo ditemi che c'è scritto che io non me lo ricordo minimamente. E sì, sapientini, so anche che quela non è una macchina Enigma ma una normalissima macchina da scrivere.
Nel Turing Club ci entrò anche Google con un Doodle irrisolvibile per delle menti normali come le nostre.
Post Scriptum per i titolisti di eventuali versioni porno-gay del film: Anal Turing.
Che ne pensi Benny, farai anche questo film?

C'è chi centra il bersaglio e cecchino

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American Sniper
Trama: Bad day Cooper

Ragazzi. Ve lo ripeto. Questa cosa vi sta veramente prendendo troppo la mano.
Parlo ancora dei bio-pic ovviamente.
Siamo alla saturazione totale e non è colpa mia che mi vedo solo quelli (scarica i barili, non solo i film, lo fa CB). E dire che molti ultimamente ne ho anche evitati di proposito tipo quello su Jimi Hendrix o su Grace di Monaco, qualcuno l'ha visti quelli? No eh?
Insomma adesso si sta creando questo sottogenere biopic, l'istant-bio-pic, cioè questa cosa di fare film di vite di gente viva o morta appena qualche mese fa o di gente vecchissima ancora vive che muore durante le riprese (ne parliamo dopo-domani di questo, anche colpa di Angelina). Che comunque è una pratica molto diversa dal fare un film da una storia vera che però nessuno conosce eh... molto diversa.
Ultimo in ordine di istant-bio-pic è questo film di Clint Eastwood. Che comunque lasciatemi dire che io non ci credo più che li gira lui, nonostante le foto da Gunny che se sbagli la scena ti fa fare cinquanta flessioni signorssissignore!
Ok che pure se è vecchietto è sicuramente più coriaceo di me che ho un terzo dei suoi anni e probabilmente morirà urlando a qualcuno "falla come dico iooohaAHhouccisoilmiocuoreho vintoio", ma mi sembra che ultimamente appioppino a Clint la regia di film di cui non si parla come progetti suoi (basta pensare a quello di qualche mese fa sui cantanti mafiosi) ma più perché serve dire che c'è a regia di 
Questo AS, si sa, è un film fortemente voluto da Bradley Cooper che adesso VI PREGO ditemi da quando esattamente Bradley è diventato un attore da candidare agli oscar TRE ANNI DI SEGUITO. Dai ragazzi, ma che davvero?
Peraltro questa volta in un film meno che medio, intriso del peggior americanismo che si possa trovare negli angoli reconditi dell'america più guerrafondaia e ignorante che ci sia, proprio quella degli analfabeti coi pickup e il gilet di piumino arancione e le scarpe CAT gialle, America che evidentemente ha molto in comune con Italia visto che AS è stato uno dei maggiori incassi in italia degli ultimi tempi e praticamente per un lungo periodo ha fatto più soldi da noi che lì, poi anche lì ha fatto cento milioni di soldi e non per meriti cinematografici ma perché evidentemente vogliamo tutti sparare nel culo agli arabi.
Dunque il film parla di un bovaro americano col cervello di nocciolina che dopo l'attacco alle Torri Gemelle decide di andare a sparare agli arabi, si arruola e si innamora della guerra che è bella anche se fa male e ogni volta che torna a casa, nonostante abbia ad aspettarlo Sienna Miller - che intrisa di americanismo pure lei relega la sua solita bellezza, questa
ad una scialberia imbarazzante e iperamericana grazie una sconcertante trasformazione in una scialba e ordinarissima e genericissima brunetta americana (l'unica conferma è quella di essere una pessima attrice) e un bambino meccanico a cui lo stesso Bradley deve muovere le mani per farlo sembrare vivo:
torna sempre al fronte perché l'adrenalina che ti regala sparare ai bambini arabi, vuoi mettere con scoparsi Sienna Miller.
Il film è proprio quello che ti aspetti: un filmato per invitare i giovani bovari americani a arruolarsi, che la volta scorsa non era andata come sperato, forse colpa di Uolberg.
Ma non è che poi dai film di guerra americani uno si aspetta messaggi di pace e le canzoni di John Lennon eh, mica dico questo, però magari farlo con più impegno. Tipo che ne so, Black Hawk Down era bello, anche se alla fine tifavi per gli americani.
American Sniper è proprio come la faccia di Clint Eastwood, non ammette repliche: Americani buoni - Arabi cattivi. Punto.
Ci sono così tante e tali smaccate forme di propaganda nel film che ci si stupisce che non sia stato processato a Bruxelles per apologia di fascismo e maltrattamente di neonati robot.
Ho poco da dire perché all'inizio volevo essere un po' fuori da quel coro di "ora siamo tutti pacifisti" che accusava il film di essere fascista, dicendo ma che t'aspetti da Clint e dalla storia del più famoso cecchino d'america? Insomma un cecchino diventa famoso solo perché ha ammazzato la gente, mica perché ha fatto tiro al piattelllo eh. È inutile che frigni, ti ci sei arruolate te mica io.
E poi volevo anche dire che c'è tutta una pletora di film sui supersoldati americani che sono banali perché anche se oltre alla storia dell'americano ti ci mettono sempre quella quota di arabi buoni per far vedere che la guerra fa male pure a loro che non si capiva perché tutti ce l'avevano così tanto con questo film.
Ma avevano ragione, qui non c'è neanche un arabo buono e non sono macchiette tipo il cattivo di True Lies, sono i terroristi arabi cattivi che meglio se ci mandiamo uno cento mille cecchini a sparargli a tutti nel culo.
La cosa scandalosa qui però è che questo film abbia mille candidature all'Oscar. Io lo so che gli oscar sono americanizzati e in fondo in fondo tutto un eating eating (magna magna) ma io conservo ancora quello spirito romantico di quando me li vedevo sveglio e se vedo una candidatura assurda mi incazzo.
Perché oltre al messaggio del film - che è: "Uccidiamo gli Arabi. Poi ci faremo dei film per scusarci. Ma prima uccidiamoli. Poi penseremo ai film. Con gli Indiani ha funzionato e nessuno ha detto nulla" - è il modo di veicolarlo quel messaggio che veramente fa venire il nervoso: tra reduci veri storpi messi alla cazzum per farci impietosire, scena finale con riprese dei funerali veri del tipo (già, il tipo è morto, lo scorso anno, e non in guerra come sarebbe più facile pensare, ma nel modo più stronzamente derivativo dal suo essere "eroe") con tanto di bandiere americani 9x15 metri attaccate a delle gru al passaggio del feretro, scene di guerra sabbiosa e la ridicola (ridicola!) nemesi cecchino arabo che manco un videogioco dei peggiori, American Sniper si staglia come il peggior esempio di patriottismo americano possibile.
Che poi lo sapete bene, io la sopporto la bandiera americana che sventola alla fine di molti film, la usa Spilbi come Bay, e per me va bene. Ma mi chiedo com'è possibile che una guerra come quella in Iraq abbia dato vita ad una tale quantità di film orrendi, o patriottici sbagliati, o noiosi, o solo banali. Sì ok Hurt Locker ma insomma, prendi il Vietnam. Quanti film hanno fatto BELLI (quando non Capolavori, leggi Apocalypse Now) sul Vietnam? Tanti. Dici che era la generazione di registi? Era l'humus sociale? Era lo spirito rivoluzionario che si viveva all'epoca? Certo, tutte queste cose, ma American Sniper è oltre alla bruttezza del superomismo americanoide più stupido. Oltre davvero. Ha fatto proprio centro nel più becero patriottismo odioso insostenibile.
E l'immeritato successo è la ciliegina sulla torta su una realtà invivibile come quella odierna: questo si è ARRUOLATO amici, non era un pischello che gli è arrivato il precetto a casa mentre cercava di mettere le mani sotto la gonna della ragazza in un drive-in masticando la gomma americana (ho visto da poco la mostra di Norman Rockwell, di visione americane ne ho fatto il pieno), questo ha deciso un giorno di andare a servire il suo Paese uccidendo la gente perché l'America è il meglio del meglio del meglio. Complimenti alla memoria corta di una certa (visti gli incassi del film probabilmente gran parte) America.
Per non continuare a dire che American Sniper è brutto e fascista e superomista e scritto anche male e recitato peggio da un Bradley cicciobombo che ci spera di prendere l'ennesimo oscar dato a qualcuno che fa una persona vera (Quante ce ne sono? quante? Una marea!) quando potevo semplicemente mettere questa foto e avevo detto tutto 
adesso faccio una bella lista di cecchini al cinema

Vabbé tanto l'avevano già fatto figurati...

Pathetic Mr. Foxcathcer

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Foxcatcher
Trama: L'altra feccia della medaglia

Ragazzi. Mi sembra chiaro che io e voi non ci stiamo capendo. 
Ve lo dico più lentamente, cercate di stare un attimo concentrati.
Voòi.
Staàte.
Eèsageèrandò.
Parlo ancora dei bio-pic. Dai ragazzi, un po' di attenzione.
Ma davvero non avete più idee? Dai che siete tanti e che se vi impegnate lo so che potete fare di più. Spremete un attimo le meningette e smettetela di sfogliare le riviste e i quotidiani più o meno datati per trovare gli spunti di vita vera che potrebbero diventare un film.
Questa cosa dei bio-pic vi sta davvero, ma davvero, sfuggendo di mano.
Io lo so che ci sono tanti tipi di bio-pic, vediamoli un attimo. Prima di tutto devi scegliere di chi raccontare la vita. Tre possibilità: 1) Il famosissimo 2) Il protagonista del fatto di cronaca/prima pagina 3) Lo sconosciuto.
Poi devi scegliere quale parte della vita vera devi raccontare. Ci sono quelli che iniziano col giovane e finiscono col vecchio, tutto intorno la Storia (un nanetto pelato libera l'India dalla schiavitu? Facciamone un film!), poi ci sono quelli che raccontano solo una parte della vita (del famoso più che altro, gente che ne ha viste tante, non stavano in un film solo), poi ci sono quelli che magari raccontano la vita di qualcuno che era molto vicino al protagonista, una scusa per parlare di uno sconosciuto e di un famosissimo al tempo stesso (il maggiordomo della casa bianca? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il micro per raccontare il macro, quindi vita vera del singolo ma come icona di una città/società/vittime di tragedia (una famiglia investita da uno tsunami? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il fatto in sé, che magari è sconvolgente e/o eccezionale anceh se dei singoli protagonisti anche sticazzi (ragazzi che precipitano sulle Ande e iniziano a mangiarsi tra di loro? Facciamone un film!).
Queste regole - proprio come fossero gli elementi dello Schema di Propp per le fiabe - si mischiano e intercambiano e creano dei veri e proprio sotto-generi del genere bio-pic.
E questa è la famosa bio-pic-diversità.
Dall'inizio di quest'anno è un proliferare infernale di bio-pic. Ne avrò visti 10 e se guardo un attimo quelli che mi aspettano a stretto giro ne vedo, e vedrò, almeno altri cinque o sei.
Stando allo schemino di cui sopra, Foxcatcher è: semi-famosi + fatto di cronaca (nera) + porzione di vita; in pratica - volendo rimanere in ambiente crimine + sport - un passo in più rispetto a Pain & Gain (perché i protagonisti erano più celebri, uno un riccone famoso per la ricconaggine, gli altri dei campioni sportivi, ma che alla fine sono tutti comunque finiti nel dimenticatoio sia biografico che sportivo), ma un passo decisamente in meno a un possibile bio-pic su O.J. Simpson o Pistorius.
Ma com'è questo Foxcather? È uno di quei film di cui è più interessante parlarne che vederli, perché quello che circonda il film a livello produttivo, interpretativo e storiografico è più interessante del film stesso. E per me è comunque un merito, anche se per molti il film deve valere al netto di ogni cosa che lo circonda, non dovrebbe esistere nulla fuori dal fascio luminoso proiettato.
Sul fronte attori le interpretazioni sono molto, molto buone, Carell versione Pinguino che - complice un make-up pesantissimo ma davvero ben fatto, con quel naso pinna
i denti da furetto
dà una botta di cattiveria alla sua intera carriera (nonostante sia un supercomico - che a me fa riderissimo, tipo quando fa quella cosa delle braccia finte:

 - non è nuovo a parti lontane dai suoi soliti deficenti... è stato già molto stronzo qui, malinconico qui, e poi comunque già lo è stato cattivissimo e col nasone

ma per una volta è proprio la negatività energetica fatta persona.
Poi c'è Mark Ruffallo versione Orso Yogi (di stazza e di pelo), entrambi candidati all'Oscar (probabilmente finiranno tra le fila degli sconfitti), ma soprattutto c'è l'ottima, ottima interpretazione di Channing Tatum, peraltro l'unico non candidato e a dire la verità molto più meritevole, sicuramente di Ruffallo (e Farell è comunque aiutato da make-up, bravo ma già presentarsi sul set con quel cerone in faccia aiuta, dài ammettiamolo, ti cali nel personaggio più facilmente). Certo, dite che fare lo sportivo col cervello da nocciolina e le guance da padrino gli riesce facile per manifesta scimmionitudine?
Secondo me no. Channing mi piace. Senza se e senza ma. C'è tutta questa pletora di nuovi attori muscolari ma anche bravi che sono un po' una nuova classe dirigente di hollywood. Se ci pensi negli anni 80 e 90 i campionissimi del fisico (Arnie, Sly e compagnia muscolosa) non erano certo considerati bravi attori, bravi nel senso di Bravi. Lo stesso Bruce Willis sempre considerato un cane, nonostante abbia lavorato coi grandi e abbia fatto gran belle interpretazioni. Ora invece ci sono questi manzi che guarda caso sono anche capaci a recitare. Qualche nome oltre a Channing? Bast che pensi a Thor o a Hardy.
Questo Foxcatcher racconta la storia di questi due fratelli wrestler (ma non come Hulk Hogan eh, si tratta di lotta greco-romana), campioni mondiali e anche olimpici, questi due bei personaggini dalle facce sveglione
che vengono praticamente prelevati dalla loro vita di allenamenti e suburbia da un riccone, Du Pont, rampollo sociopatico della più ricca famiglia d'America, appassionato di birdwatching (!), latente omosessuale (anche se la discussione è aperta, nel film c'è una scena tra l'esplicito e l'implicito, questa, che ha sollevato un polverone, anche se i cervelli in campo sono palesemente mancanti di qualche sinapsi), autoproclamatosi allenatore e mecenate di lottatori greco-romani (ma americani, non sia mai che la vena patriottica si esaurisca), ma più di tutti pazzo rosicone; Du Pont li assume nella sua squadra, li allena, li vessa psicologicamente, e poi per non farsi mancare nulla, uno dei due lo ammazza pure in uno sbotto walterwhitesco di purissima rosicata.
Il fatto salì ovviamente alla cronaca, anche se dubito che fuori dal continente americano qualcuno se lo ricordi davvero (correva l'anno 1988, io personalmente ero tutto preso a doppiare la mia collezione di film in VHS da SP a LP così da avere non due ma 4 film nelle cassette da 240).
Il regista del film è lo stesso di Capote e Moneyball, uno che col bio-pic ci sta costruendo una carriere onorevole. Un giorno forse faranno un film su quel regista che faceva solo biopic famoso per far candidare sempre i suoi protagonisti all'oscar (Seymour-Hoffman, Pitt-Hill, ora Carell e Ruffalo). Se uccidesse qualcuno dei suoi attori mentre gira un film sarebbe un film interessante. Lo potrebbe girare lui una volta pagata la cauzione.
Il suo stile si adatta bene alla massiccia mole dei protagonisti, è tutto un po' statico, la minaccia è immanente. C'è una continuità nei suoi film, non ci sono vezzi di regia e le sceneggiature sono sempre un po' sommesse, ma la densità è quella giusta.
Ora, non che Foxcatcher sia un grande film, sicuro più lento dei precedenti e con qualche mancanza di troppo in quanto a empatia. Ma rimane una visione laterale e quantomai interessante rispetto all'idea imperante del bio-pic americano contemporaneo (ma anche passato, del bio-pic in generale va) che vuole le emozioni lanciate fuori dallo schermo come fossero oggetti contundenti durante un film horror in 3D mirando (il più delle volte) ai condotti lacrimali dello spettatore

E l'esempio horror non è poi del tutto campato in aria, perché se c'è una cosa che davvero riesce a fare Carell con la sua maschera di lattice è mettere ansia, a tratti paura, come si dice: è creepy. Potrebbe tranquillamente essere un boogyman, il suo protagonista, ma invece di uomo nero, è uomo da nera
Gli elementi ci sono tutti: speranze tradite, amicizia che forse è amore, invidia, sentimenti oscuri e alla fine la ciliegina sulla torta, l'omicidio. E visto che secondo me sono sempre più interessanti i bio-pic sull'anima nera dell'uomo piuttosto che i soliti "un inno alla vita", "un'emozionante storia vera", "un'incredibile inno all'emozione della storia vera", Foxcatcher, che invece è "una non tanto incredibile storia nera", mi è forse piaciuto più di quanto avrebbe dovuto. 
Foxcatcher non è un film sensazionale e non la cerca neanche la sensazione, ma ha un trittico di attori davvero in palla, anzi in tuta
Tre che non ti aspetteresti di vedere funzionare così bene insieme. Non ci stupiamo del fatto che siano tre attori capacissimi sia nella commedia che nel drama, ma un drama così nero rimane comunque una sorpresa.
PEr il fandom clitorideo si vede tutto il tempo Channing Tatum in un ridicolo costumino adamitico e delle pose da manzo ottuso che in confronto il Tom Hardy di Warrior (un'altra storia di fratellanza e botte da orbi) è un professore universitario:

Certo comeho detto è probabile che quella faccia così sveglia non gli venga poi così difficile., però dispiace lo stesso perché secondo me ci sperava proprio, se poi pensi che siete tre e i due accanto a te se la sono beccata, la candidatura, c'è da rimanerci leggermente male. Ma sono attori e sono sicuro che la reazione sia stata di somma felicità per i compagni d'avventura

Sempre per le ragazze c'è Mark Ruffalo che si è allenato fortissimo e c'ha un corpo così massiccio (anche perché non distribuito sull'altezza di Channing) che per fare il prossimo Hulk forse non gli serve più il computer
Non vi piacciono le tutine alla Borat del wrestling? Be' di sicuro meglio di alcune foto che i tre protagonisti hanno fatto ultimamente, soprattutto nel reparto scarpe, ragazzi miei
Comunque a me Ruffallo anche se si fa le foto buffone mi sta simpatico, proprio a pelle, mi sembra un tipo alla mano...
C'è una cosa che Foxcatcher poi insegna oltre al fatto di non farsi comprare dal primo multimiliardario che passa che viene da te e vuole fare il mecenate con il tuo duro lavoro (sai a quanti multimiliardari che volevano comprare ChickenBroccoli e farlo diventare il più importante sito di cinema del mondo a suon di bigliettoni nelle mie tasche ho già dato picche? Lo sai quanti? Sì infatti, zero.)... insomma la cosa che insegna - soprattutto se messo di seguito a quello di ieriè NON SPOSARE MAI SIENNA MILLER! Nonostante lei ti si presenti così:
NON SPOSARLA! Altrimenti poi arriva qualche pazzo sbiellato che ti spara. E sono già due in due giorni, per dire eh... A parte questo la sua presenza è una delle più accessorie che io ricordi, ai limiti del cameo.
Insomma i bio-pic. Questo genere che sta diventando praticamente il Cinema di Hollywood. Certo è vero che quando un bio-pic è finito - e finiscono tutti, ma proprio tutti, con le scritte di che fine hanno fatto i personaggi, e al 90% ci mettono pure la foto dei veri protagonisti - ti viene proprio voglia di vedere i veri protagonisti nella verità. Con roba tipo Social Network o Jobs non ti serve andare a cercare su youtube, invece quando si tratta di film alla Foxcatcher non è male vedere com'erano, rende tutto più "strano"

Non si può dire che il tipo stesse proprio centrato eh. Non fosse altro per quelle tutine.
Un po' di illustraposter più o meno ufficiali:
Ehy! Stanno preparando la versione più adatta alle corde comiche sia di Channin che di Steve:

CB ANTEPRIMA • Unbroken

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Unbroken
Trama: Era meglio sparire da piccoli / che recitàre in questo film
Che finire da grandi solati / ed esser da Angie adottati!

Ragazzi, e ragazze, allora voi proprio mi volete male. 
Sono giorni che cerco di farvelo capire. Con le buone, le cattive, le medie (quelle che evidentemente voi volete tornare a fare), ma voi nulla, de coccio proprio.
Ve lo ripeto e facciamo che sia l'ULTIMA volta: a voi questa cosa non solo vi è definitivamente sfuggita di mano, ma vi sta veramente facendo del male.
Di cosa parlo?
MA DEI BIO-PIC! I BIO-PIC CRISTO SANTO! Ma allora proprio vi serve l'insegnante di cinema di sostegno a voi! 
Eccone un altro! Un ALTRO! BASTA!
Siamo di nuovo in guerra, ma questa volta in quella più famosa, la II, dai che la II è più famosa e aivoja quanti film ci possiamo ancora fare di storie di esseri umani veramente esistiti nella loro vita vera veramente a cui poi è capitata questa cosa di II Guerra.
Questa volta quindi è: eroe di guerra + campione sportivo + sconosciuto + Storia + sopravvivenza.
Tutte queste cose le hanno date in mano indovina a chi? Ad Angelina Jolie, una che secondo me non ha la forza di tenere in mano manco i due chicchi di riso che mangia al giorno. Forse uno per volta ce la fa.
Brevemente perché mi sono anche stancato di ripetere le cose: basta! Basta con queste "un'incredibile storia vera di sopravvivenza e coraggio". NO-NE!
Qui c'è sto ragazzetto che sa fare bene solo una cosa nella vita: correre. Riesce ad andare alle Olimpiadi, ma non vince, però non ho capito bene perché è comunque un campione. Mo' tutti gli americani so' campioni... non ha neanche vinto ed esulta... vabbé, contento lui:
Però ad un certo punto a frenare la sua corsa arriva Guerra. Va a combattere e tra una cicca e una schitarrata con i commilitoni casca con l'aeroplano.
Da lì inizia per lui un'odissa che se la sapeva Omero ci faceva subito il seguito, invece l'ha saputo Angelina e c'ha fatto il film.
Prima il giovane deve passare ben 47 giorni su una zattera in mezzo al mare tra squali e aerei giapponesi che gli sparano contro. Non fosse solo questo! Infatti gli unici altri due sopravvissuti sono quel tizio roscio anche conosciuto come NON FATEGLI FARE FILM è un cocco di papà Malocchio Moody (uno che sta lavorando tantissimo, qui e qui, e non se lo merita proprio! È proprio un lesso), e, peggio me sento, con Dandy di American Horror Story. 47 giorni con questi due farebbero uscire di testa chiunque.
Io non li sopporto per 90 minuti, figurate un po'. 
(E qui c'è la mezz'ora Cast Away.)
Comunque si salvano, non tutti ma si salvano. Ma che dico salvano, vengono catturati dai japponesi che li portano in un campetto di prigionia terribile dove gli danno da mangiare delle palle di riso coi vermi e ogni giorno gli fanno delle torture assurde tipo fargli la doccia fredda.
(E qui c'è il quarto d'ora Il Cacciatore.)
Dal campo di prigionia nella foresta i due sopravvissuti vengono portati in un campo di concentramento japponese (niente di diverso dalle normali scuole di Tokyo, immagino) dove il povero Luis viene subito adocchiato dal capo CATTIVISSIMO e SADICO.
E da lì è tutto un susseguirsi atroce di punizioni, mazzate, violenze psicologiche e non, roba che ricordarsi dei bei vecchi giorni a trastullarsi nel dondolio del mare e a pescar squali sembrano un sogno. 
(E qui c'è la lunghissima ora e mezzo che mischia tutto, da Schindler's List a La Grande Fuga, addirittura c'è il tempo per una parentesi Fuga per la Vittoria.)
Ora, detta così (come sempre, ecco perché raccontare un film non serve a nulla, tanto puoi raccontare quello che vuoi in un film, basta che lo fai bene) può anche sembrare un dignitoso film di vita vera in guerra.
Non fosse che il film è, senza mezze misure, BRUTTO.
È BRUTTO.
Noioso, pleonastico, sadico, sempliciotto, mal scritto, pessimamente recitato (poi parliamo un attimo del cast) e soprattutto è palese che si tratta di una mera "operazione". Un'operazione non si sa bene di cosa, perché ovviamente è stato snobbato agli oscar, e mi sa pure dal pubblico, però pare che la Jolie ci creda davvero, ma siamo noi a non credere a nulla. Non crediamo al suo buonismo spiattellato là, non crediamo a questi grandi sentimenti che vengono telefonati con la suoneria al massimo, non ci crediamo e basta. 
Stiamo lì per 90 minuti a vedere questo torturato in ogni modo, tanto che ad un certo punto anche basta, ma quando arriviamo alla scena "cristo in croce", quella che dovrebbe essere la più emozionante... 
...siamo proprio al delirio mistico melgibsoniano.
Inoltre il dubbio che Angelina ci abbia messo soprattutto il nome alla voce Regia e non la regia vera e propria è più che lecito per tanti motivi. Intanto le uniche foto dal set che girano  sul web la vedono ritratta SEMPRE con lo stesso abbigliamento.
Magari lei quando recita la parte della regista si veste sempre così, chi sono io per giudicarla? Ma dai, Angie, dai smettila di fare quelle facce concentrate che non ci crede nessuno
Poi il fatto che tutta la comunicazione e il marketing del film - che ricordiamo dovrebbe essere un film serio di vita vera seria con tragedia ed emozioni serie - siano fatti soprattutto di foto di lei e il suo cast di bellocci vari sulle cover dei magazine di moda, permettimi che lo trovo un po' forzato

Non trovo forzato che un attore, di solito anche bello bello in modo assurdo, diventi regista: Warren Beatty, Robert Redford, Mel Gisbon, Jodie Foster, George Clooney, Ben Affleck, Sofia Coppolah, no, Sofia no, che attrice non c'è mai stata veramente... bella non ne parliamo proprio. Insomma anche 'sti cazzi se eri attore, l'importante che poi fai bei film. Ma se io poi vedo che il film è brutto e serve più a te a darti un tono che a me a vedere un bel film, un po' mi ci incazzo, ci rimango male. Sopratutto per la condizione un po' indecorosa delle registe donne, che sono tipo 1 a 100. Dovresti essere consapevole che diventare regista si porta dietro ben più che farsi le foto in posa.
Riaprendo la parentesi cast(ing away): il protagonista è uno che recitare è proprio l'ultima cosa che sa fare, il resto sono tutti ragazzetti di bella presenza (secondo me è stato tipo un gioco di ruolo tra lei e Brad del tipo: scommetti che riesco a lavorare con un cast di 20 bei fighi 20enni e resistere! Non ne adotterò neanche uno! Scommettiamo?).
Il fatto che tutti questi siano dovuti dimagrire mille chili che neanche Christian Bale o Matthew McConaughey - e sappiamo che dimagrire comporta sia un notevole sforzo fisico sia una vana speranza di prendere degli oscar - per poi finire coinvolti in questo filmaccio ignobile la trovo una cosa oltre la beffa. Porelli quanto ci speravano, porelli.
Ma il vero colpo di genio è la scelta dell'attore che interpreta il cattivissimo sadico capo del campo di prigionia. Eccol...
...o! Sì. Esatto. È un uomo. SI chiama Miyavi (Miyavi? Ma quanto Miyavi?)
Ed è una rock star. O un rock star. Noh. Lo sapete no che questi jappi sono tutti un po' matti. Insomma il tipo è superfashion, fa queste robe qui:

ma nel film è ovviamente vestito da capitano soldato cattivissimo "tu non gualdale me tu amelicano nemico di glande japponese (!) sì?
io adesso maltoliale te con bastone di bambù lungo lungo sì?

io pallale come come quello cinese di Notte Leoni sì? Tu non piacele me, io ola stale tutto tempo massaclale te con toltule ollende sì?
e anche se forse è la parte più caratterizzata del film - nonostante la banalità che si porta dietro, ivi compresa l'ignobile tentativo, proprio sul finale, di farci vedere che anche lui un po' anche la sua di umanità con una scenetta che ci svela che anche lui aveva un cuore anche lui aveva una famiglia anche lui aveva la foto di lui da piccolo col padre nella camera, visto che per tutto il tempo ce lo presentano come uno spietato aguzzino - 'sto Miyavi rimane un cagnaccio, che sta lì sono per accaparrarsi il pubblico japponoide.
Poi scusate ma se io devo pensare ad un cattivo con la divisa che controlla un campo di concentramento con metodi poco ortodossi mi balena in testa uno sguardo e uno soltanto
Certo poraccio, chi glielo doveva dire a 'sto poro Zamperini che dopo essere sopravvissuto a, nell'ordine:
- gli allenamenti di corsa (che già solo quelli a me m'avrebbero ammazzato);
- un incidente aereo
- 47 giorni alla deriva su un canotto
- mesi in un campo di prigionia nella foresta
- mesi in un campo di prigionia in città
- mesi in un campo di prigionia in una miniera di carbone (sì c'è anche questa parte nel film, dove peraltro, in un twist veramente stiracchiato di sceneggiatura lui, che aveva sperato di essersi liberato del capitano rock star japponese cattivissimo che intanto s'era trasferito, SE LO RITROVA Lì! Ma che è? La malidizione... ma va va. È palese che si sono rigirati la Storia come volevano solo per fare la scena ad effetto...)
...insomma chi glielo doveva dire a questo che dopo tutto questo doveva morire per mano di Angelina Jolie. È morto durante le riprese. Giusto il tempo di scattare questa foto
che ora che ci penso inizio a dubitare che sia vivo pure nella foto. Guardalo bene... ti pare vivo? Chissà...
Insomma un film brutto, brutto dentro e brutto fuori. Un film che ti fa pensare che lui forse non si sarà rotto (unbroken), ma le nostre palle sì, tantissimo.
Ecco il prossimo caduto sotto le grinfie adottatrici di Angelina:

Cosmoagonia

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I cavalieri dello Zodiaco - La leggenda del grande tempio
Trama: Fulminati di Pegasus

Io ho perso le speranze. 
Dopo una settimana intera a cercare di farvi entrare in quelle vostre capocce dure il concetto di "STATE. ESAGERANDO." non so proprio più che fare.
Quale parte di "I BIO-PIC VI STANNO BEVENDO IL CERVELLO" non capite?
E sono sconfortato dalla dimostrazione di quanto il mio lavoro sia stato vano: dopo tutto quello che vi ho detto negli ultimi giorni adesso voi ve ne uscite con la storia di vita vera di cinque ragazzini giapponesi orfani che diventano invicibili guerrieri e valenti condottieri votati anima e corpo a darsi tantissime botte in faccia per salvare una ragazzina coi capelli viola? Certo io lo capisco che la dura realtà vera di questi cinque poveracci era sicuramente interessante, piena di violenza ma anche di gioie, "un'incredibile storia vera di coraggio e prove di rara crudeltà", ma non mi sembrava il caso addirittura di chiedere agli amici giapponesi di farci un cartone animat...
Ah.
Ah questo non è un bio-pic?
Cioè tu mi stai dicendo che i Cavalieri dello Zodiaco non sono mai esistiti?
Cioè quindi è confermato che quello sbruffone di Pegasus, quel fico di Phoenix, quel serio di Sirio (Serio il Dragone, infatti), quel ghiacciolo di Crystal e quel... quel... vabbé quell'Andromeda lì, non sono persone vere esistite veramente nella vita reale?
Strano perché io me le ricordo vere eccome, erano miei compagni di giochi, ma che dico di giochi, di vita, ma che dico compagni, fratelli, ma che dico vita, stare tutto il pomeriggio a vedere i cartoni.
RIcordo esattamente la prima volta in cui ci incontrammo, ero a casa di Emiliano, un amico mio che non è importante in questo ricordo, non certo come lo sono Pegasus, Sirio, Phoenix, Crystal e Andromed... oddio, forse un po' più di Andromeda sì... insomma io ed Emiliano eravamo seduti per terra a casa sua, circondati da Tegolini ed Exogini vittime di uno scambio all'ultimo DueNani e cassette dell'Atari 2600 con cui avevamo appena smesso di giocare, e aspettavamo trepidanti i Cavalileri. Forse l'unica volta che ho visto la prima puntata di un cartone. 
Poi iniziò questa canzone:

e mentre Pegasus vinceva il suo primo incontro nell'arena di pietra e la sua armatura da Pegaso (c'era qualche dubbio che la vincesse? Mica poteva stare a quell'altro, Cassius, era un gigante... e non si chiamava neanche Pegasus... strano eh) e iniziava il suo viaggio verso il settimo senso e la gloria e l'eroismo, io iniziavo il mio, verso dove mi trovo ora, qui a scrivere quanto amavo i Cavalieri.
Quanti ricordi, io e loro. Li ho amati durante il torneo, e poi le 12 Case, e ancora dopo, Asgard e poi Nettuno. Quante avventure, quanti scontri disumani, quanti duelli decisivi, quanta passione, quanto eroismo.
E mi state dicendo che è tutto falso? 
Che è successo tutto solo in un cartone animato? E nella mia testa?
No. Non voglio sentirvi.
LALALALALALLALAALALALAnonvisentooLALALALLA
Davvero. Non so come altro dirlo: per me i Cavalieri sono stati IL  mio cartone animato preferito.
Nessuno come loro. Nessuno mai.
Il concetto di "preferito"è molto difficile da definire. Cambia ogni giorno, cambia perché noi cambiamo e va benissimo così, ma i Cavalieri hanno rappresentato per me il puro distillato di esaltazione, attesa, passione. Rivederli SEMPRE, stancarsi MAI.
E posso tranquillamente arrivare a dire che molte fondamenta della mia stessa natura sono fondate proprio sulla poetica eroica dei Cavalieri. Non erano i robot ad appassionarmi, non erano quelli sportivi a conquistarmi, erano i Cavalieri. 
Nonostante ovviamente abbia visto anche tutti gli altri animati del mondo, i Cavalieri sono sempre stati una spanna sopra tutti nella mia vita vera reale. Non dico che poi volevo andare in giro a prendere a cosmi in faccia la gente (anche se a volte ci ho provato ma non usciva nessun raggio di energia dalle mani), ma più che altro mi riconoscevo tantissimp - anche se in quel momento non lo capivo - nello spirito di sacrificio di questi piccoletti che non si davano mai per vinti. Lo so che tutti gli eroi dei cartoni animati sono così, ma loro di più. Loro sono l'impersonificazione di quella spinta interiore che se decidi di fare una cosa, cascasse il mondo e anche lo spazio, la FAI; poi vabbé loro si pigliavano a botte, io faccio i magazine di carta, ma stiamo lì.
Forse addirittura il concetto di "salita" (i Templi uno sopra l'altro), di fatica immane, di puro atto eroico ha fatto parte - e fa parte - di quello che sono, non parlo solo di CB.
No, non faccio l'astrologo. Ah. Ah. Che. Ridere.
E allora vedere questo film è stato uno strazio. Quasi un'offesa. Un vilipendio a quanto di più caro celiamo nel cuore. Il ricordo dei cartoni animati giapponesi che ci hanno cresciuto meglio di alcuni genitori (da parte mia mi hanno fatto più da padri l'Uomo Tigre, il Mago Pancione e Lupin, più da fratelli Gigi la Trottola, Holly e Benji e più da fidanzatine Lamù, Pat ragazza del baseball e Rensie la Strega che le persone vere. Mamma Broccola non se tocca ovviamente!)
E quindi no, ho sbagliato io, l'errore è il mio di aver ceduto al canto di sirene dell'anteprima (sì, l'ho visto all'anteprima ma non mi sono ripreso in tempo dalla visione per parlarne in tempo) e sono andato a vedere questa moderna incarnazione in computer grafica dei Cavalieri e sono rimasto così deluso, ma che dico deluso, ferito, che l'ho presa sul personale ve lo dico, che dico personale, mi sono proprio girati i coglioni. Li ho odiati. E odio pure questa qui sotto che lorda il mio ricordo della dolce Isabel:
Chi ha OSATO pensare che i miei adorati Cavalieri, loro:
potessero essere ridotti ad un ammasso informe di poligoni, distrutti nel corpo e nello spirito e nelle brutte armature, e trasformati da Eroi a deficienti:
Peraltro non capisco bene il senso dell'operazione (oltre a far diventare i Cavalieri degli emo dementi. Demonti, infatti.) Dunque, il film racconta il ciclo delle 12 case, quelle che chi ha scritto i testi della prima mitica sigla italiana non ha mai visto, dato che se ascolti bene le parole è chiaro che si riferiscono a malapena alle prime due puntate, quindi nel film ci sono i Cavalieri che sono già Cavalieri (nulla ci viene raccontato dei duri allenamenti che i poverini hanno dovuto sostenere, poverini, isole di fuoco, ghiacci eterni, picchi con cascate, la grecia dell'alito che sa perennemente di tzaziki) la cui missione per diventare santi per essere Cavalieri è difendere Lady Isabel, però non si sa perché devono rifare tutta la trafila delle 12 Case, da capo. Solo che questa volta invece di incontrare/combattere i gloriosi Cavalieri d'Oro, loro, i cavalieri loro:

se la vedono con la versione scema e inutie e in 3D

Cioè sono sempre i Cavalieri d'oro come li conosciamo, i 12 dei segni zodiacali, ma sono tutti dei gran imbecilli, persino quel gran fico di Ioria. E Ariete è un nerd con gli occhialini.
Il ridicolo - e la rabbia - si raggiunge alla casa del Cancro, presiediuta da un pazzo squinternato saltimbanco per nulla offensivo, ma solo un buffone mezzo cantante lirico mezzo pagliaccio inguardabile, che accoglie i cavalieri con tanto di canzone e balletto, una roba che ricorda il gobbo di notre dame (la versione di Cocciante). Sto pupazzo qui
Uno strazio. Per non parlare di altri che sono ridotti a poveri coatti, i Cavalieri dello Zotico, o più semplicemente delle mere comparse senza costrutto.
Insomma il film si dipana nella sua risibile lunghezza tra gli scontri nelle varie case, che però durano tre-quattro minuti; inoltre quando ci sono, 'sti scontri, perché infatti alcune case vengono superate senza neanche usarci la buona educazione di spiegarci il perché e il percome, oltre agli evidenti problemi di minutaggio.
Ci sono forse due o tre idee grafiche decenti (un'ammodernamento degli ambienti nelle case rispetto ai templi greci dell'anime) ma davvero non basta a salvare il delirio grafico che hanno subito i Cavalieri: facce ignobili, armature penose (c'è Libra con una specie di bazooka sulla spalla), non voglio parlare dei capelli vi prego non fatemi parlare dei capelli.
Insomma non so bene a quale target sia rivolto il film, perché gli appassionati, ma che dico appassionati, fratelli, dei Cavalieri non vedranno nulla di nuovo, anzi solo cose vecchie peggiorate, e i più giovani che invece non li conoscono e non sanno troppe parti importanti non si appassioneranno mai a questi eroi, ma che dico eroi, Nuovi Dèi. Poi dici che One Piece va un casino. Ma ve lo meritate One Piece.
Il film è molto più brutto di Capitan Harlock, e non solo perché Harlock non mi ha mai fatto né caldo né freddo, ma proprio perché è come se avessero vilipeso la mia infanzia. I Cavalieri dello Zodiaco - Espandi il tuo cosmo (e poi lasciatemi dire che tutti questi continui "il mio costo si ingrossa", "che cosmo grande", "il mio cosmo è più grande del tuo", "incrociamo i nostri cosmi in segno di reciproca stima" mi hanno fatto pensare più di una volta che il vero protagonista fosse Andromeda e lui soltanto) è solo una caterva di offese che mi hanno fatto piangere il cuore. 
L'unica cosa che mi viene in mente per riequilibrare il mio di cosmo è riguardare ora tutte le puntante dei Cavalieri, quelle vere, quelle belle, quelle senza assurdità, quelle che raccontano la vita vera di questi cinque ragazzi che tanto hanno contanto nella mia vita, la vita vera, e spero anche nella vostra vita vera. 
Ma ora, silenzio, iniziano i Cavalieri:



Fermatemi che sennò metto tutte e 114 le puntate. Colleghiamoci per tutto il resto del giorno - o magari per sempre - qui.

2x1 • Pixar Margherita

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Durante le vacanze di Natale non potevo proprio esimermi dal vedere non uno ma due film Disney/Pixar. Ho ritirato fuori un film che mi era piaciuto tanto tanto e un film che mi era piaciuto poco poco. Ho scoperto che il primo adesso mi piace un pochino meno e il secondo invece mi fa proprio schifo ancorché pena.
Quello che mi piaceva tanto tanto ma ora un po' meno è:
Alla ricerca di Nemo
Trama: Friggi Pagliaccio

Senti devo dire una cosa. Ho rivisto Nemo, e insomma...
OH! Non è che ora NON mi piace più Nemo eh! Facciamoci a capire! Percaritàdiddio Nemo ridere fortissimo, Nemo anenome amenone

Nemo squali in rehab

Nemo superbello anche triste all'inizio

Nemo vocetta e pinna atrofica e coraggio
tutto bellissimo.
Quindi non sto qui a sostenere teorie campate in aria acqua tipo che mo' Nemo è brutto, questo no. Nemo rimane un gran film (soprattutto se pensi che la Pixar ha davvero fatto Cars. Ripeto: Cars. E ha fatto pure il seguito. E prepara il 3.) ma rivederlo a distanza di undutrequacinse'.. 10!? anni dall'ultima volta è stato un po' meno CAPOLAVORO di quanto mi ricordassi.... e io ho una memoria che...
Che?

È che questa visione ha fatto balenare (!) nella mia testa una parolina che non era mai uscita prima se pensavo a Nemo, e cioè "semplice". Non banale, non stupido, semplice.
Ovvio, non è un difetto in quanto tale, la semplicità, e anzi alle volta quanto ci starebbe bene qualche arzigogolo in meno, però è la struttura del film che mi ha un po' lasciato perplesso.
Dunque Nemo è a tutti gli effetti un road movie (ma in acqua) giusto? Il viaggio di papa Marlin alla ricerca di figlioletto e vari incontri di personaggi vari ed eventuali, giusto? Ed è proprio questa struttura a episodi che ha rivelato un pochetto il fiato corto, un po' tipo pesce fuor d'acqua.
Capito che intendo? Tutti questi personaggi - che sono tanti, che sono belli - appaiono e poi ciao ciao. Prendi per esempio quelli nell'acquario, sono molti e molto caratterizzati, pure troppo, quasi macchiette. Palese è l'inutilità del gamberetto francese, buono solo per un piccolo sketch e poi addio, così come il pesce pulitore ossessivo. Non va meglio in mare aperto, il banco di pesci che imita, sì ok, gag super, ma poi? Insomma questa sua natura da puntate estemporanee, incontri uno dopo l'altro, mi ha fatto sembrare tutto più schematico, semplice... Ho perso di vista la storia, mi sono divertito troppo per i singoli personaggetti a scapito della macrostoria. 
Dite che sono scassacazzi io? Che dovrei pensare a quanto è brutto Cars e osannare Nemo punto e basta? Avete ragione dai. Nemo è bello.


(Dai che ci riesco a darvi ragione)



No dai. È semplice. Dai. E non lo sto neanche confrontando con Toy Story 3, che semplice non è per niente. Io penso proprio a Toy Story 1, guarda che non era semplice per niente TS1 eh.
E comunque se quella tartaruga ripeteva "bellllò" un'altra volta prendevo le pinne il fucile e gli occhiali e altro che cacciucco.
Fare il sushi di Nemo è lo sport preferito di illustratori terricoli:

Acqua in bocca con gli altri pesci animati:
Ma veniamo lì, al tasto dolente:
Wall-E
Trama: Off the Wall-E

Qui invece sottoscrivo tutte le sensazioni della prima visione - che infatti è più recente, è di quando uscì - ODIO proprio Wall-E, il personaggio.
Senti devo dirlo senza peli sulla lingua: Wall-E è scemo. Dai su questo non temo smentita! Scemo proprio che non ci arriva con l'intelligenza artificiale. Perché non so voi ma uno che fa 'ste cose qui:



Per me è solo scemo. Non mi fa ridere. È solo uno Simple Jack che fa cose sceme.
Sì lo so che Charlot e Candido e la Bontà senza secondi fini e tutte quelle cose che piacciono a voi, infatti all'epoca fu tutto un "tenerooo", "dolceee", "tenerodolceee" per questo robottino che è disegnato come Johnny 5 di Corto Cirtuino nano mischiato a ET:

ma io proprio non riesco ad empatizzare con questi personaggi che VOGLIONO la mia empatia, la pretendono, sono furbi, sono scaltri, ti fanno gli occhioni e le mossette e tu abbassi le difese immunitarie e tac, loro ti fregano. Pensa al film infatti: i primi venti minuti di lui da solo sulla terra monnezza, carini, empatizzi, NON PUOI evitare di sorridere alle stupidinate che fa Wall-E... e poi, quando ormai ami il personaggio, ecco che parte un film veramente di merda.
Dai, da quando Wall-E e Eve salgono sulla nave spaziale è brutto SEMPRE, è profondo ZERO, è divertente... un paio di volte.
La storia degli umani ciccioni e schiavi via media del supercomputer TimonHAL-9000 è di una banalità sconcertante, inoltre fatemi dire una cosa: un'intera popolazione che ha raggiunto, almeno ai suoi occhi, il benessere comodo, col CAZZO (bambini scusate la parolaccia, voi non fate come zio CB) che se arriva un robottino scemo che vuole togliergliela tifa per lui. 
E poi l'intero design è proprio poverino, i ciccioni plasicosi sono proprio brutti da guardare, vuoi mettere ad esempio con BayMax?
Per me Wall-E poteva, doveva, finire dopo i primi venti minuti, e non sarebbero stati comunque così particolari. Un bidone, di forma e di fatto.
Vi rimetto una cosa di Richard Sargent che avevo già messo ma stavolta ci sta a fagiolo:
[Clicca e indovina. Mi sembra ci siano proprio tutti...]
Bando alle pixarate. Vediamo un attimo cosa ci aspetta nei prossimi mesi del 2015, con commentino estemporaneo a seguito di trailer:
Lilo e Stitch anyone?
Evviva!
Ricaccione inutile 1...
...ricaccione inutile 2...
...e ricaccione inutile 3.
Ma per favore...

Dubbi.

È di George Lucas. Porello. Pare una roba uguale a Epic.
E poi loro, gli ODIATISSIMI LORO, i cazzo di DIXI al formaggio Minions. Per sapere cosa se ne pensa dalle mie parti di questi personaggiacci FACILISSIMI da amare (proprio perché FACILISSIMI da creare, insomma è la solita differenza tra ridere dalla torta in faccia o Woody Allen) potete leggere questo INTERESSANTISSIMO ARTICOLO e considerarlo quotato parola per parola.

Il futuro è oscuro, anche se non diventiamo tutti ciccioni spaziale: Toy Story 4, Kung Fu Panda 3, Nemo 2, Incredibili 2, Ice Age 5, Hotel Transilvania 2. 
Sconforto, 1 e continuo come quando quell'apparecchio che sente i battiti del cuore del malato sul lettino inizia a fare BEEEEEEEEPPPP

Turner il casinaro

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Turner
Trama: Tinta Turner

Voglio smettere di parlare di bio-pic. E questo mi sembra proprio il momento giusto, colgo infatti l'occasione della frantumazione di zebedei ancora fresca causatami ieri sera da Turner, il film di Mike Leigh sul grande maestro pittore illustrissimo benemerito gran figl di putt genio William Turner. Quello che faceva del mare Arte al grido di IL SOLE È DIO! (O era Il sole ed io?)
Però sembra che Turner unisse alla sua indiscussa maestria per i paesaggi marini una certa dose di figliodiputtanaggine, ma manco quella "cool" da film, che ne so, che si faceva le modelle, o beveva, o si faceva le modelle bevendo, insomma le solite menate dei demoni interiori che il pittore poi scarica sulla tela (e sulle modelle), no qui è più che altro un troll.
Proprio un troll gobbo e con il grugno, sudicio e lurido, con la faccia e il fisique du role di Codaliscia, al secolo Timothy Spall - che poi scusate ma questo a quanto mi risulta è l'UNICO film dove hanno preso un attore cento volte più brutto per fare il personaggio che stando all'autoritratto era un bel fico
Dici che gli autoritratti sono come le selfie? Tutto sta nel farli bene, che rimorchi uno vedendo solo le foto e poi quando ti ci risvegli la mattina dopo
Comunque Timothy sarà anche bravo (peraltro penso sia addirittura il suo primo film da protagonista, meritatissimo), ma dopo DUE FOTTUTE ORE E MEZZA di grugniti e smorfie e andamento claudicante e amplessi animaleschi (!) non se ne può veramente più.
Già, questo film annoia, per usare un eufenismo, che se dovessi davvero dire quello che penso direi "mi ha sfracassato i coglioni", ma non lo dico perché ci sono delle gentilpulzelle in ascolto.
Che poi le cose di cui parla il film, figurati, sono stra-interessanti: l'arte, la vita, i colori, l'ispirazione, l'aspirazione, la dicotomia artista-opera (che spesso non vanno a braccetto), il tormento, la pace, se hai il primo hai l'arte, se hai la seconda non hai nulla, e tutte queste cose un sacco bello no? Non fosse che, se non è chiaro il concetto, il film è un'incredibile attacco frontale allo stato di veglia, è soporifero, ma che c'hanno messo in questi pop corn, la melatonina?
Sarà che Mike Leigh non mi è piaciuto mai, ma mai proprio mai neanche quella volta che tutti dicevano Mike - Segreti e Bugie stupendo - Leigh. Non è proprio il cinema che fa per me, quel tipo di cinema che per carità, la regia c'è (sì sì, ci sono anche le inquadrature che sembrano dipinti, che non le fai le inquadrature che sembrano dipintim eh?) ma l'andamento è pesante, pedante, inconcludente, atonale, piatto... in una parola, noioso. In due parole: due palle. In tre parole: due palle tante.
Peccato perché c'è Spall che in fondo gli vuoi bene nonostante i grugniti e ci sono degli attori con delle facce assurde che stavano bene in un dipinto di Bosch, ma il film non si salva da chili di broccoli lanciati contro lo schermo, anzi no, non hai la forza neanche di fare quello perché ti si è addormentato tutto il corpo alla prima mezzora.
No dai, adesso non fate quelli espertoni di cinema che "ma tu CB che ne vuoi capiVe di Mike Leigh gVande Vegista contempoVaneo tu che ti piacciono i film ameVicani", facciamo che ci ignoriamo con educazione ok? Perché se vi è piaciuto Turner perché siete i tipi da cinema d'essai tutto lento, lento, leeeento, noi non parliamo la stessa lingua, ma possiamo vivere a distanza benissimo lo stesso. Perché io vi conosco mascherine, se adesso voi andate in giro a dire che questo film è bello perché "la luce, il Maestro, la quotidianità dell'Arte" e magari lo fate bene perché parlate o scrivete bene e la gente ci casca, io vi vengo a dare tante di quelle mazzate che... no ok, ok, ignorarsi con educazione. Vi stacco le dita... ok, ok... sono calmo VI STRAPPO LE UNGHIE!
Che poi io mica voglio le esplosioni eh! E mica un film in costume non lo vedo eh (ok questo è già più opinabile)! Io vedo Amadeus e GODO, vedo Barry Lindon e penso che sia il miglior Kubrick (lo penso davvero...), ma a me Leigh annoia in ogni occasione, sempre, costume o non costume, ma questa volta davvero esagera. Non me faccio un fico secco dei premi che ha vinto il film, io gli do il premio Sonno. 
E lo sai la cosa peggiore di Turner, che a un certo punto, dopo DUE ORE, capisci che il regista non lo voleva lasciare andare più, stai lì e ti dici Basta, basta! Ho capito! Lascialo andare, chiudilo, fine, passa al prossimo film, BASTA!
Grave errore, non lasciar andare un film.
Certo i film sui pittori proprio genere a sé eh? Li hanno fatti proprio tutti tutti i pittori eh, qui su CB abbiamo già incontrato Frida. Ecco per esempio prendi Frida, quello sì che aveva ritmo (mo' lascia stare che era in Messico e si vedevano le tette di Salma Hayek e non quelle di Timothy Spall), a me, alla fine dei conti, importa solo il ritmo. 
Secondo me un bel bio-pic su un pittore potrebbe essere quello di Teomondo Scrofalo
Lo farei interpretare a lui? A lui o non a lui? Ma ceeeeerto che a lui:

Dai basta bio-pic però.

CB ANTEPRIMA • Mune - Il guardiano della luna

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Mune
Trama: Munecup

C'è la possibilità che ai figli questo film piacerà, ma solo se NON gli avete già fatto vedere gli altri film d'animazione mai fatti. Intendo TUTTI gli altri film d'animazione mai fatti.
Già. Mune non è brutto in quanto tale, insomma non è Turbo e neanche i fottuti seguiti di Ice Age, ma la perenne sensazione di "già visto"è talmente alta che sarei dovuto stare in coma negli ultimi 36 anni per non notarne almeno la metà.
Si va dai soliti Disney (che ok, qui si parla di canoni e ci posso pure stare), a Miyazaki tantissimo anzi troppo, e si arriva ad animazioni più ricercate come quelle sudamericane o nordeuropee, fino addirittura a citare videogiochi (Shadow of the Colossus e questo qui mi pare proprio identico), video musicali, e si finisce con veri e propri plagi a corti Pixar tipo questo:

e questo:

E poi di tutto un po', dai personaggi che sembrano usciti da Avatar a quasi citazioni di quella mezza zozzeria di 5 Leggende (che spero voi abbiate scordato a quest'ora). Nel mezzo di tutta questa caccia al rimando allora ci si chiede quale sia la vera personalità dei registi, francesi, uno ha fatto parte dell'equipe di Kung Fu Panda, dice. Ma lo sai quando VERAMENTE iniziano a coprirsi di ridicolo? Quando mettono in campo i due scagnozzi del cattivone di turno (anche lui copiato a mille altri, ti dirò che mi ha persino ricordato Boss di Mazinga), che sono due demonietti uno grasso uno magro uno triste uno iperattivo
ma che non ci credono neanche loro alle cattiverie ce fanno, allora gridi proprio Pena e Panico! Uguali! Tana!
La storia è quella di un fauno che abita nella parte notturna della Terra, che è quella opposta alla parte solare, in uno schemino che neanche Jovanotti l'avrebbe potuto fare così bene:
Il fauno è un mezzo sfigato ma la Luna lo sceglie come suo Guardiano (ve l'avevo detto che era simile, anche, ai 5 Guardiani); che poi è il lavoro più ingrato del mondo perché devi andare a vivere dentro un gallinaccio gigante (copiato allo spirito della foresta di Mononoke ma con le zampe disegnate da Dalì), che trascina la Luna intorno al mondo come fosse un palloncino, a tempo con quello che trascina il Sole. Dentro ci sono questi personaggetti qui

che sono un mix tra gli spiriti della polvere (aridaje co' Miyazaki)

e se li guardi meglio sono... ma sì... sono proprio:

Uguali. E con i loro versetti striduli  sono anche fastidiosi uguali; sono quel tipo di personaggi tipo Minions che stanno lì solo a uso e consumo di risate facilone, i più odiosi.
Insomma tornando a Sole e Luna. Se uno dei due si ferma è un casino. A fare da Guardiano al Sole c'è l'opposto del timido fauno: un bellimbusto - praticamente Hercules all'inizio del film - con tutte le fan che sospirano al suo passaggio, che però non è cattivo, è solo scemo. Qualcuno trama per far andare tutto alla malora. I due dovranno unirsi per risolvere la situazione. A loro si aggiunge una ragazzina fatta di cera. Il resto della storia è scritta: il fauno riuscirà con il potere del suo cuore puro... vabbé avete capito.
C'è una cosa che non va proprio bene, soprattutto in un film per bambini: si risolve tutto col "volemose bene" e nessuno è cattivo. Non c'è contrapasso, non c'è il malvagio punito, sono solo tutti sotto l'effetto di un qualche incantesimo voluto da dei serpenti luminosi, la spada de' foco diciamo (non è che mi stai dicendo di tutta quella cosa del serpente che rovina l'Eden, vero?!?). Ma qui sta l'errore: se tutti i cattivi - tutti! - diventano buoni, allora non crederò più al Male del mondo, che invece c'è. Sennò che serviva fare i cattivi nelle fiabe? Ci sarebbero stati sempre e solo buoni a fare a gara di bontà.
Insomma si capisce che l'ho trovato un film un po' troppo povero? Che poi a me i topoi, le tecniche di scrittura classiche, addirittura i personaggi tagliati con l'accetta, non li schifo mica, anzi, se un film non mi dice nulla di nuovo, ma lo dice, per usare un eufenismo, come Cristo comanda, è una win/win situation: io mi sono intrattenuto e tu hai portato a casa la mia benevolenza (buttala via).
Invece così è troppo, un film non può e non deve diventare un gioco tipo Indovina Chi ha copiato?
E poi ci sono altre due cose che devo dire per distruggerlo definitivamente; anche se ammetto che un po' mi dispiace, in fondo non ci ho letto cattiveria né tantomeno spocchia, ma qui non è che si può essere buoni solo perché questi hanno fatto un film col cuore, l'hanno fatto male, che ci posso fare?
La prima è che qualcuno mi spiegasse chi e cosa dovrebbe fare la tipetta di cera. Questa è di cera, vive a metà tra giorno e notte, perché di giorno, col caldo, si scioglierebbe e di notte, col freddo, diventerebbe solida. Il personaggio è pure caruccio, ma cosa c'entra? Chi è? Che fa? È la sola della sua specie? Peraltro di questa regola dettata all'inizio (caldo: sciolta/freddo:statua) ci si scorda troppe volte. Non è che puoi fare le regole e poi te le cambi come ti pare a te.
La seconda è questa cosa di aver fatto il mondo dei sogni - ci sono delle scene in cui ci si "trasferisce" nel mondo dei sogni dei personaggi - con una tecnica di animazione classica, cioè non al computer; ecco, poteva regalare GRANDI cose, potevi sbizzarrirti, potevi passare dalla stop-motion a diversi tipi di grafica, tecniche pittoriche, insomma Michel Gondry, che è pure conterraneo tuo, ci ha costruito una carriera su questa cosa dei sogni, e tu, sprechi tutto con un'animazione che pare tirata via perché non avevi più tempo... ma ti pare? Dopo tutto il mazzo che ti sei fatto per quegli effetti di luce - che sono la cosa migliore del film, copiata ma migliore - mi caschi proprio sul momento in cui potevi lasciar galoppare la fantasia? Mi sa che nell'equipe di Kung Fu Panda animavi il terriccio sotto i sandali durante i combattimenti, ve'?
Il fatto che non ci sia neanche una gif, neanche una, in giro per il web mi fa pensare che la produzione di questo film sia stata una gran noia.
A proposito del fine gioco di parole che ho fatto in sede di Trama sotto la locandina, non andate a cercare cos'è un mune (anzi un moon)cup. NON CI ANDATE HO DETTO!
Per distrarvi vi metto la più bella canzone del mondo - almeno per oggi - senza che ci sia nessuna ricorrenza specifica ma solo per farvi capire che in quanto a immaginario ce ne sta più in questa canzone che in tutto questo filmetto d'animazione che spero vivamente non piacerà ai vostri figli perché vi immagino tutti genitori fichissimi che li hanno cresciuti a pappette e Pixar sin dal pancione. 
Vai Lucio:

CB ANTEPRIMA • Jupiter - Il destino dell'universo

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Jupiter - Il destino dell'universo
Trama: TuttiJupiterra

Più i fratelli, anzi i sorelli, Wachowski fanno film e più tutti ci convinciamo che Matrix - quel dannato capolavoro che è Matrix, perché lo è, un Capolavoro, di quei film che cambiano davvero il modo di fare un certo cinema - gli sia venuto per puro caso. Perché non ditemi che i due seguiti di Matrix e Speed Racer e soprattutto Cloud Atlas non vi hanno fatto pensare che i due si fossero del tutto bevuti a vicenda i cervelli. 
Con questo Jupiter, messa per fortuna da parte la pippona filosofica della rincarnazione... anzi no, ma almeno usata con un passo un po' meno aulico... fanno un film di fantascienza coi pianetoni, le astronavone, gli alienoni rettilati e le esplosiononi (!), ma sotto la patina di polvere di stelle si nasconde un maledetto fantasy (tendente al fiabesco) con una sterzata netta alla moda young adult della protagonista che nella prima scena pulisce i cessi bocconi per terra e la scena dopo si sposa con un principe con un vestito bellissimo. Ovviamente niente di male, vale sempre la regola del "basta sia un bel film dio santo", non conta se personaggi, situazioni, meccanismi e topoi sono quelli classici. Non è che capita un Matrix all'anno.
Però (proprio come nel film di ieri, non va molto bene coi pianeti quest'anno) quando per TUTTO il film la corsa alla copia/citazione/omaggio prevalica l'attenzione al film stesso, allora non va bene.
Adesso farò un giochino. Faccio un elenco di tutti i film (e qualcos'altro) che ho visto ficcati a forza e frullati dentro Jupiter. Vai!
Superman
Guerre Stellari (la vecchia trilogia)
Guerre Stellari (la nuova trilogia anche di più)
Star Trek
Un amore a cinque stelle
Il quinto elemento
Dumbo
Matrix (vabbé…)
Looper
Phenomena
Gravity
Navigator
Johnny Mnemonic
Atto di forza
Rollerball
Hunger Games
Blade Runner
Se scappi ti sposo
Repo Man
Ghost
Il gobbo di Notre Dame
Alien
Twilight
Pat Labor
Questo video di Bjork:
e il suo guardaroba:
Stargate
Harry Potter serie
L’esorcista
Dracula di Bram Stoker
Evangelion
Minority Report
Terminator 2
Pattini d’argento
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Mille design di astronavi visti in mille film
Brazil, e in generale molti film di Terry Gilliam, anzi proprio Terry Gilliam lui medesimo che i Wachosky gli hanno detto “senti a te non ti fanno fare più i film perché ormai spendi e spandi e non rientri mai delle spese, facciamo che noi ti regaliamo 5 minuti di film nostro con molti dollaroni ma tu ti copri un po’ di ricolo con la nostra fissa del mascherone, ok?”
Beowulf
Ritorno al futuro 2
Labyrinth
Sunshine
2022: i sopravvissuti
Guardiani della galassia
La battaglia dei pianeti
Pacific Rim
Topo Gigio:
Dragon Ball
Frozen
Io Robot
Queste scarpe:
Il laureato
La guerra dei mondi
Tanta roba dai film di Guillermo del Toro
FEZ
Animation Fez animated GIF
Fuoco Assassino
I cavalieri dello zodiaco
Questo video dei Backstreet Boys:
Super Mario Bros
Tutti i film dove Sean Bean fa il traditore.
Le cronache di Narnia
La furia dei Titani
Gli stilisti nazisti
Signs
Thor
2001 - Odissea nello spazio...
Sentite. Potrei continuare, vi giuro. Partecipate al giochino anche voi, andate a vedere Jupiter e stilate la lista delle cose che avete riconosciuto. Le mettiamo tutte di seguito uno dopo l'altra e facciamo una parola unica lunga lunga che arriva fino a Giove.
Ora, vale la pena ricordare che qui da me non si demonizza assolutamente chi ha talmente tanta roba in testa che poi quando crea la sua, di opera di ingegno, riporta a galla tutto il minestrone e ne fa mischione per creare una cosa nuova, insomma, Tarantino docet, ogni suo film se passato al setaccio ne contiene altri mille, sta al tuo valore di mischionatore creare una nuova ricetta con ingredienti che non hai coltivato tu. Invece qui niente di tutto questo accade.
La sai l'unica cosa veramente ©Wachowski cos'è? L'orrendo orrendo orrendo comparto costumi. Ma che sono matti? Ma come è possibile che ancora qualcuno voglia produrre film con gente da altri universi che indossa improbabili vestiti di mistolatex mistopelle mistoplastica mistonettezzaurbana mistotatuaggi mistotribali (Channing Tatto infatti)? Ma che è? Un rave del 1999? Dai pare che i costumi li hanno presi tutti in quel negozio di Londra assurdo, dai come si chiama, coso, quello a Camden, il Cyborg. Vi giuro se andate sul sito sembra una mostra dei vestiti del film. E ad ogni modo tutto un immaginario vecchio! VE-CCHIO! È impolverato, impossibile credere che possa fare breccia sul grande pubblico. Soprattutto ora che la fantascienza si è divisa tra le cose impolverate alla Blomkamp e una riscoperta di quella tutta pulitina tipo Apple. Dove si inserisce in tutto ciò, esattamente, questo?
Insomma, se invece di un prodotto nuovo, derivato e derivativo quanto vuoi ma comunque con una vena di originalità evidente, ti ritrovi davanti solo un'accozzaglia di "cose prese diqquà e dillà", non puoi che metterti con il tuo bel sopracciglio alzato a stilare una lista mentale  (e poi scritta) di tutto quello che hai già visto diqquà e dillà.
I saputelli possono tranquillamente scrivere nei commenti che anche Matrix era copiato da mille cose di sci-fi anni 50 e cyperpunk e mille altre cose.
Ad essere onestamente onesti ci sono delle cose positive: Jupiter non annoia, (era difficile fare peggio di Cloud Atlas) e ha dalla sua comunque un ritmo abbastanza sostenuto, poi c'è l'evidenza che non si prende poi così sul serio e gli effetti speciali sono tutto sommato ben fatti. Poi ci sta l'attor giovine che ora ci piace tanto Eddie Redmayne pre-osacr che fa il nobile pazzo che gli riesce tanto bene e che quando lo vedi pensi pure: Ehy, allora Stephen alla fine ci è riuscito a vedere lo spazio. Avrà trasformato il sifone della vasca in un buco nero:


Dal canto suo Mila Kunis è fuori parte sia quando fa la povera Cenerentola sfigata che la principessa ben vestita che la combattente tamarra. In questa gif starà pure bene

ma non stupisce che sia la terza scelta dopo Natalie Portman e Rooney Mara. Chissà che ne pensa Demi Moore.
Channing Tatum che adesso sta provando a diventare serio mette a dura prova la sua carriera con questo make up RIDICOLO da uomocane 

che lasciatemi dire, qualche chilo in più e il rischio lui 

era vicinissimo. No dai Channing, ci crediamo ancora in te (la prossima settimana parliamo del trailer di MMXXXL, ok?), basta che ci dici sempre cose del genere:

Se facevano un film tratto da questa cartolina era meglio
 A proposito di cartoline e pianeti e luoghi immaginari dove tanto non andremo mai se non al cinema, ecco che il bravo Miguel Sousa ha fatto queste gif di luoghi immaginari dove tanto non andremo mai ma ci piacerebbe tanto.

drquinzel:  jedavu:  GIF Magnets from Famous Movies Created by Miguel Sousa / Heymikel  MONKEY ISLAND THO
drquinzel:  jedavu:  GIF Magnets from Famous Movies Created by Miguel Sousa / Heymikel  MONKEY ISLAND THO

2x1 • Schindler's Fist 7

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Taken 3
Trama: Ode o Liam che mondi i peccato dal mondo


Se io cerco il vocabolo mondo nel vocabolario trovo
móndo - s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della Chiesa, anche un sign. più ristretto, di «mondo terreno» in contrapp. al cielo].

ma aspetta, perché trovo anche:

mondo /'mondo/ agg. [lat. mundus]. - (fig.) a. [caratterizzato da purezza spirituale] ≈ immacolato, incontaminato, incorrotto, pulito, puro, vergine. ↔ contaminato, corrotto, immondo, impuro. b. [che non ha più colpa, con la prep. da: essere m. dal peccato] ≈ purificato, [con uso assol.] pulito. ↔ macchiato.
e allora tutto, ma proprio TUTTO torna.
E mi stupisco del fatto che nei vocabolari non ci sia anche la dicitura 
mondo brutto /agg. [lat. mundus bruttus]. - (fig.) a. [caratterizzato da Liam Naason] ≈ situazione in cui uomo vive vita in pace ma poi mondo brutto lo va a cercare e gli dà fastidio con bastoncino e allora ti credo che poi Liam Naason ti trova e ti ammazza
Allora, orma sappiamo da anni che il Mondo è un brutto posto. È popolato di brutte persone, di ogni razza, religione e genere. Ma per fortuna uno e uno solo di staglia altissimo su tutta la bruttura del mondo e ci aiuta, film dopo film, a mondare il mondo dall'immondo!
È LUI!
taken1
IL SOLO!
taken2
L'UNICO!
taken3
È LIAM NAASON! Le cui mani possono essere piene di fiori, se solo non fossero già occupate da pugni e schiaffi
[Partono applausi fortissimi che se ti concentri un attimo ti accorgi che non sono fatti con le sue manoni giganti, ma con una sola delle sue manoni giganti premuta fortissimamente e a ritmo contro la faccia di persone brutte.]
Liam ormai è oltre il genere, oltre il personaggio, oltre la ripetizione: Liamè il Salvatore unico e solo. 
Ci ha infatti già liberato il mondo da: 
E questa volta? Davvero c'era rimasto qualcuno brutto nel mondo che Liam non avesse già preso a botte fortissime? 
C'ERA! E CE L'AVEVA DENTRO CASA LO STRONZONE!
Sì allora, nella serie Taken (aka Io vi troverò, che è la frase con cui ormai anche io apro e chiudo le telefonate con chiunque) Liam Naason è questo ex-agente di tutti i servizi segreti del mondo che ha "certain skills" pazzeschi riassumibili in "...e vi ucciderò".
Il primo era assurdamente bello (cioè nel senso di assurdo, ma bello), e aveva appunto il merito di aver fatto capire al mondo brutto che non c'era più tanto da scherzare, perché era arriva Liam a spaccare i culi di tutti. Non gli potevi manco mandare un messaggio su whatsapp che lui ti trovava e ti ammazzava. Poi venne il secondo dove ad essere rapito era lui, io dico chi è il pazzo che poteva pensare di rapire Liam Naason. In questo terzo Taken, ovviamente chiamato Tak3n, non c'è nessun rapimento ma peggio, la bruttura del mondo alza la posta e gli ammazza direttamente la moglie (ricordiamo quel figone di Famke La Fenice che forse potrebbe anche risorgere) e non contenta di cotanta bruttura lo fa pure accusare ingiustamente a lui, ma ti pare che Liam ammazza la moglie? Neanche si erano sentiti prima al telefono! Allora Liam deve scappare dai poliziotti ma al tempo stesso deve trovare e ammazzare chi veramente l'ha fatto, quindi tipo Harrison Ford nel Fuggitivo ma versione Liam Naason.
Ovviamente alla fine lo stronzone che aveva organizzato tutto lo trova e... ATTENZIONE! NON LO AMMAZZA! Che Liam stia cambiando? Che stia perdendo lo smalto? No cari miei! Sta solo evolvendo cari miei! Ah cari miei come la capisco la fine psicologia di Liam: lui non l'ammazza il più stronzone di tutti perché lo condanna a vivere per sempre con il suo essere brutto, non c'è peggior punizione! E poi magari in Taken 7 lo ricicciano fuori, quindi non si sa mai, sempre meglio lasciarsi qualche cattivissimo di riserva, che se li ammazzi tutti poi non ce ne sono più.
Però devo dire una cosa, nonostante il mio entusiasmo senza senso per tutte le gesta eroiche e violentissime di Liam, devo proprio dire che questo terzo è il peggiorissimo della serie. Sembra come quando lo stesso Liam con la gigantesca autoironia che lo contraddistingue si autocita e fa queste cose ridanciane qui:

Perché purtroppo è successa una cosa brutta, cosa di cui già in generale ci eravamo già accorti da quando abbiamo capito che Liam ha firmato questi contratti che gli assicurano almeno due film di uccidere le persone all'anno, ad esempio manca già poco a questo altro film di Liam vs Bruttura:

Certo, questa cosa che è successa non è brutta come il mondo che ci circonda che lancia le persone brutte addosso a Liam Naason quando lui invece vuole solo vivere la sua vita di ex-sevizi segreti portando pupazzoni alla figlia che ormai è cresciuta anche se è sempre la sua bambina

E neanche come questa cosa che in ogni film, anche se non sono della serie Taken, Liam usa sempre il telefono come principale mezzo di comunicazione per trovare e ammazzare la gente ormai è diventato un marchio di fabbrica.
La cosa brutta è che questa cosa di autocitarsi, di aver fatto superare all'attore il confine tra personaggio e vita vera (mischiando i film e confondendoli uno con l'altro) ha portato a peggiorare tantissimo la struttura - già abbastanza esile - dei film stessi. Non si prendono più sul serio, non si impegnano per niente, neanche a fare un film assurdo ma bello. 
Tak3n è scritto veramente coi piedi (le mani ricordiamolo erano occupate con le facce dei cattivi), è stanco e rischia seriamente di minare la fulgida carriera di giustiziere di Liam. Ci manca veramente poco che diventi questo per davvero

O questo:

Nel senso che davvero la differenza tra il film e lo sketch ormai ha lo spessore di un capello, per fortuna i capelli di Liam sono molto spessi.
Comunque l'esistenza di Liam nel mondo per me rimane una manna dal cielo, e finalmente lo stanno capendo in tanti, infatti proprio come quando la gente si mette a correre dietro a Forrest Gump, ora tanti attori si mettono a trovare la gente e ad ammazzarla per i motivi più disparati, non ultimo certo quello di eliminare della bruttura dal mondo, ma non solo. Ad esempio Denzel si era messo ad uccidere gente russa per salvare una singola povera ragazza costretta vendere il proprio corpo per pochi sloti. 
Ora alla fila dei non più tanto giovani che trovano (o vengono trovati) dalla bruttura e a quel punto non possono far altro che ucciderla, ci si aggiunge anche il nostro neo-ridimagrito Keanu Reeves, nelle sembianze di 
John Wick
Trama: Checane Reeves

John, prendendo esempio dal buon Liam, è un ex-superkiller micidiale, che se ne stava tanto ma proprio tanto tranquillo a godersi il suo lutto per moglie morta insieme al suo tenerissimo puppy cagnolino supercute, questo pupazzolo qui (il cane non Keanu)
Cute Dog animated GIF
regalatogli dalla moglie quando era ancora viva. 
Però tuttautratto ecco che il mondo brutto, probabilmente lo stesso che ce l'ha molto con Liam, gli bussa alla portiera della macchina e, sotto le mentite spoglie di quello sfigato adottato agli Stark che poi gli tagliano il pistolino, gli chiede quanto vuole. Lui gli risponde così:

E da quel momento sono cani amari. Infatti Theon rosica tantissimo va a casa di Wick e fa la cosa che non devi mai fare ad un uomo (l'ultima volta che l'avevano fatto si era vista come era finita. Erano morti costretti pure a vedere Robert Pattinson recitare): gli AMMAZZA IL CANE! Grave! Gravissimo!
A quel punto John è costretto a rispolverare tutti le sue armi anche quelle usate in matrix, dallo giùgizzu ai pisoloni a canne mozze ed è tutto un menare per tutto il film e addirittura usare la mossa Koala o quella ancora più terribile segretissima chiamata Lo Schiacciapollicioni dei piedi. Micidiale 'sto John Wick.

Allora a me il film non è che mi sia piaciuto poi tanto eh, ma non posso fare a meno di ammirare chiunque decida di seguire l'esempio di Liam che inizia a trovare e ammazzare tantissima gente, scatenato per motivi importantissimi, in fondo se ti ammazzano il cane è MOLTO più grave che se ti ammazzano la moglie!
Kanu Reeves è peggio del cane infatti la loCANdina mi pare più adatta
Però pensare che Kanu fino a poco tempo fa era costretta a zozzate tipo questa, sono anche felice che si sia rialzato dalla sua panchina e non sia più così triste, mi pare che abbia ritrovato un po' di energia

Quindi, per concludere, evviva Liam Naason e i suoi epiloghi epinoghi epigoli insomma quelli che insieme a lui combattono la bruttura del mondo con la sola imposizione delle loro minacce telefoniche e di "certain skills"
Ora scusa ma devo andare ad uccidere forte chi ha osato far perdere l'equilibrio a questo gatto-ape qui:

Maledetto! Io, Denzel, Liam e Kanu ti troveremo e ti uccideremo.
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